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Sanchez: “So dell’interesse della Roma dalla stampa”

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Carlos Sanchez è un centrocampista difensivo colombiano che gioca in Francia nel Valenciannes. Nel prossimo luglio scadrà il suo contratto e sarà libero di accordarsi con qualsiasi squadra e sono molti i club europei interessati a questo giocatore che ha compiuto da poco 26 anni e ha collezionato ben 26 presenze con la nazionale del suo paese, con cui ha partecipato all’ultima edizione della Copa America (giocando dal primo minuto 3 delle 4 partite della Colombia). Queste le parole di Sanchez al portale spagnolo estadiodeportivo.com:

Ho saputo dell’interesse di Siviglia, Valencia, Villarreal e Roma dalla stampa, ma non ho avuto contatti con nessun club. Il mio contratto è in scadenza, quindi è normale che alcune squadre siano interessate a me, sono pronto per il grande salto, voglio lasciare la Ligue 1. Mi piacerebbe giocare in Italia, Spagna, Inghilterra o Germania, ma delle trattative se ne occupa il mio agente Mongai. Sarei felicissimo di giocare nel campionato spagnolo, ma la mia intenzione è quella di poter giocare in una squadra impegnata nelle competizioni europee per poter crescere ancora“.

Zamparini: “Il Palermo è una società simile alla Roma, ma più solida. Totti ormai gioca con una gamba sola”

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Maurizio Zamparini,  presidente del Palermo,a pochi giorni dalla sfida che vedrà al Barbera la sua squadra schierata in campo contro la Roma di mister Luis Enrique, ha rilasciato alcune dichiarazioni: “Roma e Palermo possono considerarsi due squadre simili: la differenza è che il Palermo ha una società più solida, che sarei io. Totti è un grande campione, ma ormai gioca con una gamba sola“.

Un ricordo su Franco Sensi e sulla ex-dirigenza giallorossa: “Come avvenne il mio acquisto del Palermo da Sensi? Io dovevo traghettare tutti i giocatori del Venezia perchè avevano un monte ingaggi troppo alto per la B, quindi cercavo una società di A e potevo scegliere tra Genoa e Palermo. Sensi aveva il Palermo sulle spalle malvolentieri e non vedeva l’ora di scaricarlo. Cosa penso di Rossella Sensi? Quando sostitui il padre dissi che non potevo immaginare un neopatentao guidare una Ferrari. Poi mi sono ricreduto perchè si è dimostrata una dirigente molto tenace e sono rimasto stupito dal suo lavoro“.

Zamparini esprime la sua opinione anche della situazione societaria e tecnica della Roma: “La Roma è in una fase di transizione, soprattutto economica, perchè non penso che Unicredit voglia tenerla sulle spalle ancora a lungo. Il club giallorosso è in attesa di trovare una proprietà forte, che è difficile da trovare. Comunque con Baldini e Sabatini, due tra i migliori dirigenti in circolazione, penso che la Roma, con calma e pazienza, potrà aspirare a ricreare un buon ciclo. Ci sta provando già adesso con tanti giocatori giovani, di conseguenza i risultati non arrivano immediatamente e cresce l’impazienza dei tifosi.

Infine il presidente del Palermo conclude facendo un parallelo con la sua società, sottolineando l’importanza di avere una rosa completa, efficiente e pronta: “Anche noi, infatti, abbiamo rivoluzionato la rosa prendendo tanti giocatori giovani. Tant’è che non vedo l’ora di arrivare a 40 punti per vedere che giocatori ho. La quadratura della squadra va trovata anche con le seconde linee, perchè servono dei giocatori intercambiabili se vuoi essere competitivo. Quindi voglio cercare di capire che giovani ho dietro la prima squadra, in modo da costruire una squadra di 20 titolari e non di 12-13“.

Ag. Borini: “Fabio sta vivendo un periodo felice, ma è dispiaciuto per il momento della Roma”

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Marco De Marchi, agente di Fabio Borini, parla del momento dell’attaccante della Roma e della Nazionale, che al primo anno in serie A ha segnato 8 gol nelle 16 partite disputate. Titolare nelle ultime 8 partite del club capitolino con 7 reti realizzate, Borini è senza dubbio la miglior sorpresa della stagione della Roma, e il suo procuratore parla anche del tecnico dei giallorossi, considerato da molti tifosi il maggior responsabile della stagione al di sotto delle aspettative. Queste le parole di De Marchi a calciomercato.it:
Sta attraversando un periodo positivo sotto l’aspetto personale, però quando si fa sport di squadra si deve mettere giustamente in primo piano il collettivo. Il derby è partita importantissima e Fabio in questo momento sta vivendo lo stato d’animo di tutti i giocatori della Roma. Ci si aspetta una reazione a Palermo. Tutti i giocatori Roma hanno qualità e sono assolutamente capaci di risalire la china, sono giocatori straordinari dai quali Fabio sta imparando molto. Il suo compito è di imparare tanto da questi campioni che gli stanno dando aiuto. A me Luis Enrique piace molto. Da quello che ho visto ho l’impressione che la Roma abbia un calcio propositivo, ma è ovvio che bisogna mettere a posto qualcosa, che c’è da fare qualche accorgimento“.

Inoltre De Marchi rivela di avere la delega per trattare in Italia i cartellini di tre giocatori olandesi che negli ultimi tempi stanno facendo molto bene: Siem e Luuk De Jong, due fratelli che giocano rispettivamente nell’Ajax (centrocampista offensivo classe ’89) e nel Twente (attaccante del 1990 e capocannoniere del campionato); e Ricky van Wolfswinkel, attaccante passato nella scorsa estate allo Sporting Lisbona dall’Utrecht per circa 5 milioni di euro, ma che potrebbe già cambiare squadra nel prossimo calciomercato. Queste le sue parole:
Ho ricevuto delega dal procuratore Louis Laros per ascoltare offerte in Italia per i fratelli de Jong, sto fissando qualche appuntamento per vedere se c’è possibilità e la stessa cosa anche per van Wolfswinkel. Si tratta di tre giocatori di qualità che possono essere sicuramente presentati a club di primo livello“.

Guardiola: “Luis Enrique è un ottimo allenatore”

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Il tecnico del Barcellona Pep Guardiola ha risposto alle domande dei cronisti presenti alla conferenza stampa prima del match di Champions League contro il Bayer Leverkusen.

Il tecnico ha espresso, tra le sue dichiarazioni, anche la sua opinioni sulla Roma e sul momento difficile che sta attraversando il tecnico giallorosso Luis Enrique“Lui mi pare un ottimo allenatore, preparato. Purtroppo il tempo che viene concesso agli allenatori dipende dai risultati e non dalle qualità personali”.

Juan sta pensando ad un addio: “Il razzismo è un crimine. Non mi era mai capitato”

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Juan sta pensando ad un addio. Durante i cori razzisti rivoltigli da alcuni tifosi della curva Nord nella stracittadina della scorsa domenica, che ha visto la Roma di Luis Enrique perdere per 1-2 contro la Lazio di mister Reja allo Stadio Olimpico, il figlio del difensore giallorosso, seduto in tribuna con la madre, moglie del calciatore, è scoppiato in lacrime. Come riportato da calciomercato.com, Juan ha dichiarato: “Il razzismo è un crimine. Non mi era mai capitato. Né in Germania né in Brasile“.

Il suo contratto scade nel 2013  ma il brasiliano sta pensando di rescinderlo anticipatamente già a fine stagione. La notizia circolava da tempo e questo episodio di razzismo potrebbe essere decisivo per la decisione del calciatore.

Allenamenti Roma – Riposo precauzionale per De Rossi, il gruppo lavora sugli schemi offensivi

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Da Trigoria – Marco Calò

Roma in campo per preparare la  sfida contro il Palermo di Miccoli.  Sabato sera Luis Enrique dovrà rinunciare agli indisponibili Burdisso, Pjanic e Juan. Osvaldo, Cassetti e Stekelenburg sono gli squalificati. Fuori ai cancelli del Fulvio Bernardini non sono presenti i tifosi.

14.00 – Squadra sul campo C. Inizia il riscaldamento.

14.15 –  Torello per i giocatori in campo.

14.20 – Riposo precauzionale per Daniele De Rossi uscito malcolcio dall’allenamento di ieri. Intanto il gruppo svolge esercizi sugli schemi offensivi. Due  esterni  salgono sulle fasce e altri due uomini attaccano gli spazi centrali per ricevere il cross.

15.00 – Dopo una breve riunione tecnica con i giocatori Luis Enrique ha distribuito i fratini.

15.05 – Per la circolazione palla intanto i 3 portieri si esercitano sulle uscite basse.

15.10 – Nel corso dell’allenamento Curci si è accomodato in panchina dopo aver accusato un dolore al ginocchio. L’estremo difensore si è fatto fasciare la parte sotto rotula sinistra.

15.15 – Prosegue il lavoro sugli schemi. I difensori, in inferiorità numerica, contengono gli inserimenti degli attaccanti.

15.30 -Inizia la  partitella a campo ridotto.
Verdi: Cicinho, Cassetti, Kjaer, Gago, Simplicio, Osvaldo, Totti, Bojan.
Rossi: Rosi, Heinze, Josè Angel, Marquinho, Perrotta, Greco, Borini, Lamela.

Taddei ha lasciato la seduta in anticipo.

FINE 

SERIE A: PALERMO-ROMA (Stadio Barbera – 10 marzo 2012 – ore 20.45)

INDISPONIBILI: N. Burdisso, Juan, Pjanic.
IN DUBBIO: /
SQUALIFICATI: Osvaldo, Stekelenburg, Cassetti.
PROBABILE FORMAZIONE (4-3-3): Lobont; Rosi, Kjaer, Heinze, Taddei; Gago, De Rossi, Marquinho; Borini, Totti, Lamela.

Migliaccio: “De Rossi è pazzesco. Luis Enrique? Un innovatore”

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Il centrocampista centrale del Palermo Giulio Migliaccio ha parlato della sfida di sabato sera contro la Roma:
“I giallorosi sono una grande squadra e andranno affrontati con la massima determinazione e concentrazione perché se commetti errori, vi sono giocatori di alto spessore che ti possono far male in ogni istante del match. Totti è un vero leader e un gran trascinatore che, anche se non al massimo, può risolvere la partita. Oltre al Capitano un altro giocatore pazzesco, a mio avviso, è De Rossi. Luis Enrique? Secondo me – dichiara a goal.com –  è un innovatore con tante idee nuove da trasmettere al nostro calcio”.

Legge stadi, Gnudi: “Siamo a buon punto”.

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La telenovela sulla legge sugli stadi sembra non finire mai. Anche se negli ultimi giorni trapela un maggiore ottimismo da parte del mondo dello sport. “Siamo a buon punto”, dice il ministro dello Sport, Piero Gnudi, nel corso del suo intervento al convegno “Il presente ed il futuro dello sport italiano”. “Ho fatto vari incontri con i rappresentanti delle varie forze politiche e sono tutti d’accordo – conclude Gnudi -, ma sembra che non si riesca a chiudere il cerchio. Spero che si possa riuscire a chiuderlo in pochi giorni”.
Anche il presidente della Lega Calcio Serie A, Maurizio Beretta, a Sky Tg24, è tornato a sottolineare l’importanza di avere degli stadi di proprietà dei club. “Servono stadi di nuova generazione più tecnologici più attenti alle esigenze degli spettatori e di chi li frequenta e gestiti tutta la settimana dalle societa”.

La Stampa – Calcioscommesse, in arrivo il terremoto. A Bari si indaga sui club

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Questione di giorni e lo scandalo sul calcio-scommesse conoscerà la sua terza svolta. Dopo gli arresti del primo giugno scorso e quelli del 19 dicembre, gli inquirenti della procura della Repubblica di Cremona e quelli di Bari sono pronti ad entrare direttamente in tackle sul campionato di A. Da quando è scoppiato il nuovo corto circuito nel pallone italiano, mai sono stati fermati giocatori della massima serie in attività, ma il salto di qualità all’inchiesta penale è dietro l’angolo: a fine mese, o al massimo agli inizi di aprile, in manette finiranno alcuni fra i protagonisti della stagione.

Le partite sulle quali si sta concentrando maggiormente l’attenzione degli investigatori sarebbero oltre a quelle del Bari, Siena-Novara e Lazio-Genoa, gara che vede al centro dell’indagine il laziale Mauri e il genoano Milanetto (entrambi citati dal pentito Gervasoni) e che, secondo la ricostruzione della polizia, avrebbe avuto un terzo tempo il giorno dopo in un albergo di Milano dove la figura di spicco degli «zingari» avrebbe incontrato alcuni giocatori del Genoa per consegnare il premio della presunta combine. Trema la A, dunque.

Tremano gran parte dei numerosi indagati, ma anche le società perché, adesso, soprattutto i pm baresi sono impegnati a capire se, e in quale misura, sia esistito un diretto collegamento fra i tesserati e i dirigenti dei club: in particolare sembrerebbe finito nel mirino l’incontro fra il Bari e il Lecce del passato campionato e domande se fossero mai entrati in contatto proprio con i dirigenti delle società sarebbero state state fatte agli indagati vicini all’ex difensore barese Andrea Masiello.

La terza svolta dello scandalo è in arrivo. Così come ha anticipato il capo della polizia Antonio Manganelli 48 ore fa affermando che «presto conosceremo novità alle indagini…». L’inchiesta penale va di corsa, quella sportiva anche con gli uomini del pm del pallone Stefano Palazzi al lavoro, ieri, per capire se il ruolo svolto da Cristiano Doni non fosse in qualche modo conosciuto dagli stessi vertici dell’Atalanta. In via Po, sede della procura della Federcalcio, è stato interrogato per tre ore il tecnico Maurinho Ernandes, pro-tagonista in una intercettazione ambientale di un colloquio che tirava in ballo il club nerazzurro. «Sembra peggio di Calciopoli…», è la sensazione che trapela dai corridoi della procura sportiva.

Domani, Palazzi dividerà il suo pool in tre sezioni per ascoltare le testimonianze di ben quattordici tesserati: le attenzioni della lunghissima giornata saranno tutte per l’incontro Siena-Novara, partita indicata fra quelle sospette dall’ex giocatore dei toscani Filippo Carobbio nel suo interrogatorio di quasi otto ore della scorsa settimana. Fra gli altri, verranno chiamati a deporre Giorgio Perinetti, direttore sportivo del Siena, Roberto Vitiello, difensore senese e Davide Drascek, oggi in Lega Pro al Feralpi Salò, l’anno scorso tesserato per il Novara.
La Stampa – Guglielmo Buccheri

Rino Foschi a Pagine Romaniste: “Roma, non bocciare Kjaer”

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A Palermo per dimenticare la sconfitta nel derby e gettare le basi per la prossima stagione. La Roma dovrà capire quali sono i giocatori all’altezza di continuare a far parte del progetto. Sul banco degli imputati c’è anche Simon Kjaer. Il danese, visto l’infortunio di Juan, ha a disposizione 12 partite per convincere la Roma a riscattarlo dal Wolfsburg. Chi non ha dubbi sulle qualità di Kjaer è Rino Foschi, il dirigente sportivo che lo scoprì durante il Torneo di Viareggio nel 2008 e che poi lo portò al Palermo.
A PagineRomaniste.com l’attuale ds del Padova dichiara: “E’ un grande giocatore che sta attraversando un brutto momento, merita fiducia. Ha delle qualità immense, purtroppo non è facilitato dal modo di giocare impostato da Luis Enrique. La Roma non deve bocciarlo, ha tutto per diventare un grande”. Foschi difende Kjaer ma anche Luis Enrique. “Stimo molto lo spagnolo. Sono convinto che farà bene alla Roma. Bisogna solo dargli tempo. Credo nel progetto di Baldini. Lui e Sabatini sono uomini di calcio. Hanno portato dei giovani molto interessanti”. Sabato c’è Palermo-Roma, una partita difficile da decifrare visti i momenti delle due squadre. “Il Palermo in casa è una squadra ostica. I giovani si esaltano e poi c’è Miccoli che segna sempre. Sarà sicuramente una bella partita. Non sarà facile per la Roma”.
D.S.

Roma-Juventus, sfida per Obiang

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Roma e Juventus si sfidano per il giovane calciatore (classe 1992) della Sampdoria Obiang . Dopo il forte interessamento dei giallorossi in estate, si registra nell’ultimo periodo un avvicinamento del club torinese e ai blucerchiati. Secondo tuttomercatoweb.com i bianconeri potrebbero parcheggiare il centrocampista in prestito al Cagliari.

Gazzetta dello Sport – La Roma «rosanera»: «Kjaer? Straordinario. E Simplicio è grande»

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Tornare nello stadio di tante battaglie per riscoprirsi speciali. Perché quando Kjaer e Simplicio calpestavano l’erba del Barbera spesso erano dolori per gli avversari. Due punti fermi di un Palermo passato attraverso mani diverse, ma che ogni volta che veniva rimodellato aveva nel danese e nel brasiliano due cardini imprescindibili anche a dispetto di certe situazioni, come nell’anno in cui Simplicio era in scadenza di contratto. Pastore era il nuovo che avanzava, ma Delio Rossi per la trequarti almeno per i primi mesi preferì l’esperienza del brasiliano al talento ancora discontinuo dell’argentino. Discorso contrario per il danese dagli occhi di ghiaccio che da quinto difensore centrale, al suo primo anno in rosanero conquistò in poco tempo la fiducia di Ballardini. La lunga squalifica di Carrozzieri aprì un varco per una maglia da titolare che il tecnico ravennate gli consegnò senza pensarci due volte. Due certezze, insomma, le stesse a cui aspirerebbe la Roma con loro due in campo.

Fantastico Con Kjaer e Simplicio in formato Palermo Luis Enrique avrebbe avuto meno problemi. Ballardini due così li avrebbe voluti in ogni squadra che ha allenato. «Simplicio è come il suo nome — spiega l’allenatore del Cagliari — è semplicemente un gran giocatore, ha qualità ed intelligenza tattica ed è formidabile ad interpretare più ruoli. Kjaer ha forza e qualità tecniche straordinarie. Per esempio è fortissimo di testa. Però è ancora giovane e quindi ci può stare che dopo alcune stagioni ad alti livelli possa aver subìto un calo fisiologico. Le sue difficoltà non dipendono dal modo di interpretare il calcio di Luis Enrique». Chissà se sentendo di nuovo il profumo del Barbera torneranno a primeggiare come un tempo.

Vizio del gol Per Simon, inoltre, sarà la prima volta da avversario contro il Palermo (all’andata non c’era) e per di più nel suo ex stadio. E l’ironia della sorte ha voluto che trovasse di fronte Viviano, il portiere che ha battuto di più in carriera. Ben due volte con la maglia rosanero, con Viviano che era al Bologna. Già, perché il Kjaer rosanero alle chiusure impeccabili abbinava anche il vizietto del gol: 5 in due stagioni. Fu la scommessa vinta di Rino Foschi che per prenderlo dovette vincere le titubanze iniziali di Zamparini che non voleva spendere 4 milioni di euro per un illustre sconosciuto. «Credo molto in Kjaer — dice l’ex diesse del Palermo — È arrivato al Palermo e ha fatto molto bene, così come al Wolfsburg. Sabatini, che lo conosce bene, lo ha portato alla Roma: i giallorossi hanno un progetto particolare, con Luis Enrique che ha un sistema di gioco innovativo e Kjaer sta avendo qualche difficoltà. Ma è un calciatore forte e ha tutte le caratteristiche per essere un difensore importante: è uno dei giovani più forti d’Europa. Sta facendo un po’ fatica, ma anche gli altri difensori hanno delle difficoltà».

Il più forte Sul danese anche Delio Rossi non ha dubbi. «Per me è il difensore centrale più forte che abbia mai allenato — dice Rossi, sulla panchina rosanero nella seconda stagione del danese — ha qualità eccezionali, nell’uno contro uno è insuperabile. Certe annate strane possono accadere, ma il giocatore non si discute». Rossi, del resto, con Kjaer e Simplicio al suo primo anno alla guida del Palermo ha fatto una cavalcata verso il quarto posto, svanita alla penultima giornata. E da quei due sarebbe voluto ripartire per riprovarci anche la stagione successiva. Kjaer andò al Wolfsburg e Simplicio si era già promesso alla Roma, dove non ha trovato sempre molto spazio ma rappresenta l’usato sicuro. «Perché è un elemento che dà certezze — chiude Rossi — Ha qualità, è duttile e, cosa importante, sa dare del tu al pallone».
Gazzetta dello Sport – Francesco Vitale

Altro record per Ferguson: 986 panchine con il Manchester United

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Ennesimo record per l’allenatore del Manchester United Sir Alex Ferguson. Domenica con la vittoria per 3-1 in casa del Tottenham ha collezionato l’incredibile cifra di 986 panchine con il Manchester United! Alla guida dei red devils dal 1986 con i quali ha vinto praticamente tutto, è indiscutibilmente un’icona del calcio britannico e mondiale.

Stagione finita per l’ex romanista Baptista

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Julio Baptista, ex attaccante romanista ora in forza agli spagnoli del Malaga, ha praticamente finito la stagione con 3 mesi di anticipo. Si è procurato infatti uno strappo alla gamba di tre centimetri. Dopo la frattura del dito del piede ad inizio stagione, un’altra tegola per il brasiliano.

Ag. Pizarro: “Sta dando un grande contributo al City”

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L’agente di David Pizarro Beppe Bozzo ha parlato del recente trasferimento del proprio assistito al Manchester City: “Pizarro sta dando un grande contributo al City, questo smentisce tante voci sui suoi presunti infortuni. In estate troveremo una soluzione tranquillamente con la Roma. In estate venne cercato dal Palermo ma volevamo una squadra uguale o superiore come caratura alla Roma… La Juventus? Le voci messe in giro sulle sue condizioni fisiche hanno frenato la trattativa – conclude a tuttomercatoweb – “.

Il Messaggero – Juan, la moglie e i cori razzisti: “Nostro figlio piangeva all’Olimpico”

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«Quella gente mi fa soltanto pena». Quella gente, i razzisti. Rigida, determinata Monick, la moglie di Juan, due pomeriggi dopo quel maledetto Roma-Lazio, la partita che tutta la famiglia Silveira dos Santos non dimentica, è ancora delusa, sorpresa, perché il razzismo non sa cosa sia, non lo concepisce per cultura. Juan nero, Monick bianca, Joao Lucas, il figlio di sei anni, che tutti chiamano Gianluca e che somiglia a papà. «Lui cresce senza vedere differenze tra i colori della pelle.In famiglia, a scuola, ovunque, non la sente come una diversità. Per questo domenica è rimasto sorpreso». Non esistono razze, esiste l’uomo, non esistono i razzisti, esistono gli idioti. Gianluca frequenta una scuola internazionale a Casal Palocco, a pochi passi da casa, a cinque chilometri dal mare di Ostia. Un istituto multietnico, ci sono brasiliani, giapponesi, tedeschi, bambini di ogni colore ed estrazione sociale. C’è chi si può permettere la retta salatissima, chi fa sacrifici e se la permette lo stesso. Il piccolo è abituato a confrontarsi con tutti, senza distinzioni. E gli altri lo stesso fanno con lui. Quasi un mondo perfetto. (…). Quel pomeriggio di Roma-Lazio, Gianluca era in tribuna insieme con la mamma. «È scoppiato a piangere quando ha visto il papà soffrire per quei buu. Adesso ha sei anni, capisce tutto, non gli si può nascondere più niente. Vede, metabolizza, elabora. E ci sta male. In Brasile una cosa del genere non succede. Lì sono molto più severi. In più, domenica, vedendo il papà uscire dal campo zoppicando, si è preoccupato doppiamente», sottolinea Monick.

Siamo andati a trovarla ieri mentre andava a prendere il figlio a scuola. Ora d’uscita dei bambini, 15.25. Fa freddo, sta per cominciare a piovere. Lei, abiti semplici, sguardo determinato, ci viene incontro, curiosa di sapere il motivo della nostra presenza. (…) Suo marito ora è più calmo? «Juan è troppo buono, non l’ho mai visto insultare nessuno o anche reagire in maniera scomposta verso chi lo ha preso di petto. Solitamente è tranquillo, domenica mi ha sorpreso quando l’ho visto zittire chi ululava. Ha fatto bene. Io avrei fatto anche peggio. Il razzismo è criminale. Non gli era mai successa una cosa del genere, né a Roma né in altre parti dove siamo stati. È stato molto triste».

In tribuna Monick e Gianluca hanno sofferto molto, da subito. «Quando hanno cominciato a ululare contro Fabio Simplicio, ma nessuno lo ha notato lì per lì e nemmeno nei giorni successivi. Poi è toccato a Juan. Doveva lasciare il campo? Non lo so se sarebbe stata la cosa migliore, ha reagito in quel modo e questo basta. Pian piano sta tornando tutto alla normalità, ma quello che è successo lascia comunque il segno». Vien da dire, meglio andare via da Roma, vista la situazione? «No, questo no. Non lo so», risponde cauta. (…). «Noi brasiliani non siamo abituati a certe situazioni. Il nostro è un Paese multietnico, nasce dai colonizzatori. Abbiamo visto arrivare portoghesi, africani, indios. È normale il confronto con altre etnie, per noi è consuetudine vivere insieme, annullando ogni differenza. Per questo oggi sono ancora stupita, mi sembra tutto così impossibile».

Fischiare, ululare, uno coinvolge un altro, anche se non lo vuole. Dentro al gregge finisce pure chi razzista non lo è. (…). A volte si contagia anche la stupidità. «Una cosa mi piacerebbe vedere: perché tutti quelli che hanno urlato buu a mio marito o a Simplicio o a qualsiasi altro giocatore, non vanno in una favela brasiliana a fare la stessa cosa? Le assicuro che vedrebbe reagire quella gente in maniera piuttosto dura, anche se gli mancasse un braccio». Ci vuole coraggio, insomma. Che non è lo stesso che si manifesta negli stadi con qualche buu buu coperto dall’ombra di una massa anonima.
Il Messaggero – Alessandro Angeloni

Il Romanista – Razzismo, pure in Italia possibile lo 0-3 a tavolino

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Il caso-Juan ha scandalizzato l’Europa. I mass media hanno dato ampio risalto alla notizia degli ululati razzisti della Curva Nord al derby verso il difensore brasiliano della Roma.

La Uefa vorrebbe il pugno duro. Nelle proprie competizioni, il governo del calcio europeo obbliga il direttore di gara a sospendere gli incontri quando una tifoseria si renda responsabile di atti di razzismo. Peccato che le federazioni, invece, ignorino quello che dovrebbe essere un principio di civiltà, prima ancora che una norma del codice di giustizia sportiva. L’Inghilterra è un’isola felice. O almeno, lo è diventata recentemente. Prendete Suarez. Il giocatore del Liverpool viene squalificato per otto turni per non aver voluto stringere la mano a Evra dello United. Una vergogna punita severamente dalla Football Association, perché a Londra e dintorni non amano le mezze misure. Esattamente l’opposto dell’Italia. Al derby, Bergonzi avvicina Mauri per chiedergli di far cessare gli ululati, il centrocampista annuisce e poi pensa solo a difendere la porta di Marchetti.

Il City, invece, denuncia il Porto alla Uefa per i cori dei tifosi contro Touré e Balotelli. Altro caso: Capello. L’ex tecnico romanista si dimette da Ct dell’Inghilterra per colpa (si fa per dire) di Terry, che insulta il colored Ferdinand del Qpr. Ma in Italia sarebbe possibile interrompere la partita? Assolutamente sì. La sospensione della partita in presenza di cori razzisti, e il conseguente 3-0 a tavolino laddove non si possa più proseguire, non è prevista solo dall’articolo 5 del Regolamento del gioco del calcio, che attribuisce la facoltà all’arbitro di fermare il match quando interventi esterni ne impediscano la continuazione, ma anche dall’articolo 62 comma 6 delle Norme Organizzative Interne della Figc: «Il responsabile dell’ordine pubblico il quale rileva uno o più striscioni esposti dai tifosi, cori, grida ed ogni altra manifestazione discriminatoria costituenti fatto grave, ordina all’arbitro, anche per il tramite del quarto ufficiale di non iniziare o sospendere la gara».

Ci sono dei precedenti nel nostro Paese. Maggio 2009, la Juve deve giocare a porte chiuse contro l’Atalanta. Sette mesi dopo, gennaio 2010, viene chiusa la curva bianconera proprio per la partita di Coppa Italia con la Roma. La ragione? Balotelli. O meglio, i cori contro l’allora attaccante dell’Inter. Ottobre 2010, Cagliari-Inter. D’accordo con il responsabile per la sicurezza del Sant’Elia, Tagliavento chiama a sé i capitani delle due squadre per i buu a Eto’o. Li avvisa. A quello della squadra sarda dice: o riuscite a fermarli voi o li fermo io. In precedenza c’era stato un altro caso grave. Quello di Zoro. Il giocatore del Messina viene bersagliato dagli ululati degli interisti. L’arbitro sospende il match. Ma solo per qualche minuto. Poi lo riprende e l’Inter se la cava con una multa. Questa è l’Italia. (…)
Il Romanista – Bartolo De Vecchi

Corriere dello Sport – Miccoli vede Roma e già si scalda: 7 gol ai giallorossi. E con lui ci sarà Hernandez

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Si dice che Fabrizio Miccoli sia specializzato in gol anti-Milan, in particolare da quando indossa la maglia rosanero. Ma c’è un’altra squadra fra i suoi bersagli preferiti ed è proprio la Roma. Anzi, è la formazione cui, dopo l’Inter, ha segnato più volte in carriera (7, come alla Juve), cinque delle quali proprio con la maglia del Palermo. In particolare, il numero 10 fa gol ai giallorossi da tre stagioni di fila al Barbera e sabato vuole chiudere il “poker” anche per tirare fuori il Palermo da una nuova situazione di difficoltà: due ko di fila, tre nelle ultime 4 giornate, la zona pericolo sufficientemente distante ma la salvezza ancora non matematicamente conquistata.

PRECEDENTI – Le ultime tre edizioni di Palermo-Roma sono state all’insegna del gol e delle emozioni, e hanno visto sempre Miccoli come protagonista. L’anno scorso fu lui ad aprire le danze, prima che Ilicic e Nocerino chiudessero il conto (Totti nel finale fissò il risultato sul 3-1); nella stagione precedente, Fabrizio firmò un gol rocambolesco, quasi dalla linea di fondo nel corso di un pirotecnico pareggio, 3-3, ottenuto su un campo pesantissimo e sotto un incessante diluvio; nel 2008-09, nella gara che vide l’esordio sulla panchina rosa di Davide Ballardini, risultò ancora più decisivo rovesciando gli esiti di una partita che si era messa malissimo per i rosanero dopo il gol iniziale di Baptista. Una straordinaria doppietta lanciò il Palermo ad un altro 3-1 finale, chiuso poi da Cavani. Metteteci anche il rigore trasformato all’Olimpico per accorciare le distanze nel 2009-10 (4-1 per la Roma) ed ecco i cinque centri di Miccoli ai giallorossi.

IL RECORD E IL CONTRATTO -Miccoli ha anche un altro stimolo forte per cercare il gol. Gliene manca solo uno per stabilire un nuovo primato: deve raggiungere (ed eventualmente superare…) Carlo Radice, icona rosanero degli anni ‘30, che realizzò 62 gol in 4 stagioni. (…) Un piccolo sforzo per entrare sempre di più nella storia e nel cuore dei tifosi. E, chissà, per ricominciare un dialogo su un contratto che scadrà a giugno 2013, quando Miccoli avrà 34 anni. Lui si è sempre detto disponibile, dando priorità al rapporto con Zamparini.

HERNANDEZ – Gli allenamenti rosanero sono blindati, ma filtra l’indiscrezione che sabato Mutti stia pensando a una variazione in attacco. Torna a disposizione Abel Hernandez, dopo il lungo calvario degli infortuni. La sua velocità potrebbe essere un’arma micidiale contro una difesa che concede parecchi spazi come quella della Roma. Budan, dal canto suo, offre alla squadra fisicità e partecipazione al gioco. La coppia d’attacco insomma potrebbe cambiare, o dall’inizio o in corso di gara ed essere formata da Hernandez e Miccoli. Il capitano non si discute, da lui spesso dipendono gli equilibri offensivi: col Milan, bloccatosi lui, in giornata opaca come l’intera squadra, il Palermo ha perso molta della sua forza penetrativa. (…) Miccoli ha fame di riscatto. Col Milan l’appuntamento è andato male, adesso l’attaccante salentino ci riproverà contro un’altra delle sue “vittime” abituali.
Corriere dello Sport – Paolo Vannini

Corriere della Sera – L’italianista e i rivoluzionari

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Il derby (che definirei delle panchine) è stato vinto da un allenatore italiano che conosce bene i segreti del nostro calcio. Sulla panchina della Roma sedeva, invece, (e siede) un tecnico asturiano che non ne vuol sapere di apprendere le lezioni che gli vengono dal campo. Non sente ragioni e va avanti come se niente fosse. La Lazio, meritatamente, vince e mantiene il terzo posto in classifica. Non più in condominio, però, ma in maniera solitaria. Questo smentisce categoricamente quanti sbraitavano e volevano la testa di Edy Reja meno di due settimane fa. Esiste la comprensione nei confronti di chi non capisce, ma è anche vero che di tanto in tanto è doveroso recitare il mea culpa. Dunque, la squadra biancazzurra è in piena corsa per la Champions: non solo ha distanziato l’Udinese, ma è ad un soffio dalla Juve che (non dimentichiamolo) deve comunque recuperare la partita con il Bologna. Bella soddisfazione per il mister che, pur avendo alle spalle la sagoma di Zola, non è arretrato di un passo e ha continuato a lavorare con serietà e professionalità. I frutti sono evidenti, la Lazio gira e guadagna punti, nonostante i numerosi infortuni. Tutto merito di chi, se non del mister che predica umiltà e saggezza? Adesso non bisogna cullarsi sugli allori, perché abbassare la guardia potrebbe voler dire perdere un treno su cui i tifosi vogliono salire ad ogni costo. Ora che ogni traguardo è fallito bisogna pensare alla Roma di domani. E il futuro non deve prevedere né Luis Enrique né Sabatini e Baldini, che hanno completamente sballato la campagna acquisti. Josè Angel, Bojan, Kjaer, Marquinho, Osvaldo a che cosa sono serviti? E le cessioni di Pizarro e Borriello dove le mettiamo? Una catastrofe. È chiaro che la «rivoluzione» deve avere una «controrivoluzione», che non può essere guidata da chi ha ridotto la Roma ai minimi termini. I proprietari americani (se hanno voce in capitolo) programmino da subito. Lucho non può andar via adesso? Gli si dia il benservito per giugno. Sabatini e Baldini non hanno convinto? La porta di Trigoria è aperta e lor signori si possono accomodare. DiBenedetto, Pallotta, Unicredit: non sempre la fretta è cattiva consigliera.
Corriere della Sera – Bruno Tucci

Il Messaggero – Roma, la scossa: “Non mollate”

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«Dobbiamo rialzarci subito». Nel giorno dei confronti a Trigoria, mirati a dare ancora un senso alla stagione, dopo il secondo derby perso in questo campionato e il terzo posto diventato un miraggio lontano 10 punti, Luis Enrique incoraggia il gruppo, in queste ore stranito e perplesso. Più provato dei suoi giocatori, l’asturiano fa quasi tenerezza. (…) I dirigenti, durante i colloqui di ieri, lo hanno addirittura trovato «rinfrancato». C’è chi lo ha visto «incazzato» e quindi combattivo. Perché, nonostante tutto, crede ancora nei suoi metodi. Lo ha chiarito anche alla squadra, prima dell’allenamento. Un discorso di 10 minuti. Semplice e diretto: «Mi è piaciuto l’atteggiamento, la vostra reazione. Sono soddisfatto per l’intensità. Ora dobbiamo insistere, andando tutti nella stessa direzione. Già abbiamo vissuto, in quest’annata, momenti così. E voi li avete superati anche in passato. Sono convinto che possiamo riprenderci pure stavolta».

Baldini e Sabatini hanno parlato con Luis Enrique, per loro mai in bilico. E anche con i calciatori. Colloqui individuali, per spiegare che cosa si aspettano dalla squadra nelle ultime 12 gare di campionato.(…). «Ora corriamo il rischio di staccare la spina. Invece non bisogna mollare» il messaggio rivolto soprattutto ai più giovani. Indicando loro il nuovo percorso: «Dobbiamo dimostrare di essere una squadra. E’ il nostro vero obiettivo: non virtuale ma reale. Anche per essere pronti nella prossima stagione. Ci serve qualche risultato importante. Vi vogliamo vedere ambiziosi». Sabatini, ai microfoni di Sky e di Roma Channel, ha difeso il tecnico, confermando l’intenzione della proprietà che punta ad averlo in panchina pure nella prossima stagione: «Luis Enrique non è stato mai in discussione. Non lo è neanche ora. Anche per il futuro sarà lui l’allenatore della Roma, se lui lo vorrà. Domenica l’avevo visto un po’ abbattuto. Mi aveva detto che avrebbe voluto vincere pure giocando male. Dopo aver perso il derby d’andata, era disposto a tutto. Anche a rivedere le sue idee, pur di battere la Lazio al ritorno».

Il ds, poi, tranquillizza la piazza. (…) «Resto alla Roma per un’altra stagione: basta la mia parola, devono essere loro a non volermi più», scherza, anche per prendere di petto la situazione, dopo le voci delle ultime settimane. «Io sono pronto, l’ho capito in modo particolare dopo la sconfitta di domenica. Ho molto lavoro da fare, posso firmare anche subito se la società lo vorrà». Prima di esporsi davanti alle telecamere, anticipa la sua decisione anticipato agli altri dirigenti che per la verità non avevano mai ipotizzato il possibile addio. Sabatini si prende la responsabilità di non aver sostituito Burdisso nell’organico di Luis Enrique, pur avendo avuto a disposizione la sessione invernale di mercato: «Ho fatto errori a gennaio, serviva un difensore ma ho sottovalutato la cosa». Adesso è uscito di scena anche Juan. Scontato il rilancio di Kjaer che il ds ha voluto fortemente in giallorosso. Si aspetta un grande finale dal danese che fin qui ha deluso: «Non far bene qualche gara a Roma diventa una condanna definitiva. Kjaer tra l’altro ha solo sbagliato qualche pallone, non partite. Quando l’errore è di un giocatore di un metro e novanta e biondo è diverso rispetto a quando lo commette uno castano di venti centimetri più basso. Lui è forte: se andrà in campo a Palermo, dovrà combattere contro la sfortuna degli episodi e fare quello che sa fare per se stesso e per la Roma».

«C’è molta mortificazione nei calciatori». (…) «Sono addolorati dal risultato. Ma hanno fatto il massimo. Ripartiremo anche questa volta. La situazione è negativa, per gli infortunati, per gli squalificati e per lo stato d’animo. Non ci possiamo, però, permettere più deroghe, l’impegno va mantenuto per un orgoglio professionale e per i tifosi. Dobbiamo essere una squadra già quest’anno, fatto salvo per le integrazioni che faremo il prossimo: la società sta lavorando. Ma è un dovere affrontare queste dodici partite per mostrare le nostre qualità e superare questa pesantezza che ci ha preso negli ultimi otto giorni. Prima pensavamo ad altro. Ora un gruppo di lavoro vero ha l’obbligo di reagire e di essere qualcosa». Fa pure un appello: «Alla gente dico di continuare a confidare in quel che si sta facendo. So che non è facile dopo un secondo derby perso e dopo la dismissione di un obiettivo che era stato pensato. I tifosi della Roma, però, si devono fidare. Abbiamo una grande volontà. E le qualità per poter essere migliori».
Il Messaggero – Ugo Trani