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Il Tempo – DiBenedetto: “Piena fiducia nel tecnico e i dirigenti”

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Pazienza e fiducia. Il ritornello di Thomas DiBenedetto non cambia di una virgola. Il giorno dopo il pareggio con il Siena, per il presidente in pectore, è decisamente più piacevole: l’ambasciatore giapponese lo ha ricevuto nella sua incantevole residenza a Porta Latina, insieme ai Giovanissimi della Roma che nel pomeriggio hanno giocato (e pareggiato 1-1) a Trigoria con i pari età di Sendai, una delle città più colpite dal terribile terremoto di marzo. Il calcio d’inizio della partita l’ha dato Luis Enrique, un tecnico che gli americani si tengono stretto. «Ho piena fiducia – ribadisce DiBenedetto – nell’allenatore, nei dirigenti e nella squadra. Tutti stanno facendo un lavoro incredibile e penso che i risultati arriveranno presto».

Mr. Tom prende spunto dalla forza dei ragazzi giapponesi e chiede «pazienza» ai tifosi. «Capisco il loro dispiacere ma stiamo lavorando molto duramente per trovare il giusto mix tra giocatori: ne abbiamo presi 14 nuovi (lapsus: sono 11, ndr). Il nostro nuovo stile di gioco è affascinante: quando arriveranno anche i gol, tutti potranno riconoscerlo». Alla serata ha partecipato anche Joe Tacopina, l’avvocato americano prossimo a entrare nel cda. «Era nel mio destino – dice ridendo – giovedì allo stadio ho sofferto molto: gli ultimi cinque minuti sono stati orribili. Era la mia prima all’Olimpico? No, c’ero già stato su invito di Rosella Sensi». Proprio lei che decise di non vendere la Roma a Soros nel 2008: in quel caso Tacopina poteva aspirare al ruolo di presidente, ora dovrà accontentarsi di diventare il vice. «La squadra mi piace – aggiunge – considero Sabatini un genio e presto arriveranno i risultati».
Il Tempo – Alessandro Austini

Corriere dello Sport – Stekelenburg già corre. Bojan può tornare titolare

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Ieri ripresa de­gli allenamenti a Trigo­ria. Stekelenburg ieri si è sottoposto a una visita di controllo e ha ricomin­ciato a correre. Da mar­tedì riprenderà gli alle­namenti specifici con un caschetto di protezione. L’obiettivo di rimetterlo in campo nel derby è concreto. Le condizioni di Perrotta e Pizarro sa­ranno valutate oggi, pri­ma della diramazione della lista dei convocati. Ma il campione del mon­do, uscito contro il Siena per infortunio, ieri ha corso e dovrebbe essere recuperato. Pizarro inve­ce è alle prese con un mal di schiena accusato già nel riscaldamento prima della partita di giovedì.
LE SCELTE – Ieri Luis Enri­que ha spostato l’allena­mento al mattino. Lame­la è ancora out, per la trasferta di Parma il tec­nico spagnolo pensa al ri­lancio di Bojan, rimasto in panchina nelle ultime due partite. Il giovane proveniente dal Barcello­na potrebbe giocare al centro e Totti potrebbe avere un turno di riposo, considerato che ha speso molto contro il Siena. Verso la conferma inve­ce Borriello. In difesa po­trebbe riposare Burdis­so, con Juan che è pronto ed è stato colto di sorpre­sa dalla mancata convo­cazione contro il Siena. Per il ruolo di terzino de­stro il favorito è Cicinho.
Corriere dello Sport – Guido D’Ubaldo

Il Romanista – E Fenucci riceve Zavanella

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Ci vorrà ancora un po’ perché prenda realmente forma. Ma intanto il progetto del nuovo stadio della Roma va avanti. Ieri è stato il turno dell’incontro a Trigoria tra l’amministratore delegato giallorosso, Claudio Fenucci, e l’architetto Guido Zavanella, lo stesso che aveva curato il progetto dello stadio “Franco Sensi”. Un pranzo di lavoro per fare un punto della situazione. Un pranzo dal quale è emerso il grande entusiasmo dell’architetto di fronte alla possibilità di collaborare con la nuova Roma per la realizzazione dell’impianto che diventerà la casa giallorossa. Tra le aree individuate ce ne sono diverse. Quella di La Rustica ad esempio, oppure quella di Tor Vergata, o ancora quella di Tor di Valle, oltre al terreno messo a disposizione dal Comune di Guidonia. In “lizza” c’è anche l’area di Massimina. Che però era vincolata con i Sensi e vincolata lo è ancora. Gli americani non permetteranno speculazioni edilizie a danno della città. La certezza è che DiBenedetto non vuole perdere tempo per arrivare al più presto possibile alla posa della prima pietra. Una pietra solidissima su cui poggiare il futuro della società. Perché l’accrescimento degli introiti da stadio sarà un passaggio fondamentale per il benessere di tutti i club italiani. Un concetto ribadito anche ieri da Tullio Camiglieri, presidente della Open Gate Italia (la società che si occupa anche della comunicazione della Roma).
Il giorno dopo l’accordo da due miliardi e mezzo di euro per i diritti tv della serie A per i prossimi 3 anni, Camiglieri all’Ansa ha spiegato: «Nel panorama dei ricavi delle società di calcio i diritti tv assumono un valore sempre più importante. Questo espone le società a una forte dipendenza dai broadcaster e quindi anche ad uno squilibrio. L’ingresso di Mediaset Premium ha fatto sì che ci fosse più pluralità e maggiore competitività, ma servono altre fonti di ricavo, e principalmente dagli stadi. Lo stadio può diventare oltre che la casa della squadra, un luogo di aggregazione all’interno del quale ci possono essere elementi di attrazione per la collettività, oltre ad essere una fonte di ricavo per i club». Secondo Camiglieri la questione stadi non è solo prioritaria, ma (ed è la cosa più importante) anche fattibile: «L’operazione Juventus può essere fatta anche altrove ed in maniera più avanzata, ma i sindaci sono sordi. Ora speriamo che a Roma si riesca. Vedo grande disponibilità sia da parte del sindaco Alemanno, sia del presidente della Provincia Zingaretti. Nel nostro paese la legge sugli stadi è stata voluta da tutti gli schieramenti indistintamente ma non si capisce perché non si riesce a portarla a casa. I diritti tv non potranno aumentare ancora molto. Va dato atto ad Infront di aver portato un grande risultato, ma c’è un limite fisiologico oltre il quale non si può andare. E per questo bisogna lavorare affinché il prodotto calcio sia sempre più spettacolare, come un grande film. Dobbiamo fare un salto di qualità e lo stadio è un elemento importante. È ora di superare il concetto degli stadi che vivono solo 90 minuti».
Il Romanista – D. Giannini

Corriere dello Sport – L’architetto Zavanella: “Roma, lo stadio secondo me”

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L’architetto Gino Zavanella è uno dei più importanti esperti italiani di stadi. Ha realizzato il nuovo impianto della Juven­tus, ha preparato i progetti per gli stadi di Roma e Palermo, oltre a quello di Viareggio. Ieri era a Trigoria per parlare con Fenucci, anche la nuova proprietà americana ha preso in consi­derazione il suo progetto. Ora è al lavoro anche per lo stadio di Mossul, in Iraq, voluto dal Governo. In tre mesi sono partiti i lavori. « In Italia non è proprio così… ».
Architetto, qual è la filosofia al centro dei suoi progetti?
«Lo stadio di calcio deve essere un luogo di incontro, di divertimento e di pace. Deve es­sere utilizzato sette giorni su sette, deve esse­re un impianto della città, patrimonio di tut­ti, non solo dei tifosi e deve avere attività col­laterali e alternative alla partita. Lo stadio lo chiamo Agorà, un luogo con tante funzioni dove la gente si incontra e può trascorrere l’intera giornata».
Lo stadio della Juventus è un esempio per le altre società che vogliono avere l’impianto di proprietà?
«E’ un punto di partenza, non di arrivo, la spe­ranza è che ce ne siano altri. Stadio senza bar­riere tra settori e tra gli spal­ti e il campo. Uno stadio al­l’italiana, con una capienza di 35000/40000 spettatori, servi­zi esterni, centro commercia­le. La Juventus ha ancora am­pi spazi da sfruttare per mol­te attività, per creare un pun­to di incontro. Nel Nord del­l’Iraq il ministero vuole uno stadio che sia il punto di incontro per le po­polazioni curda, sira e araba. Sorge sull’ac­qua, una laguna artificiale, con due anelli pe­donali, un sistema per rendere rapida e sicu­ra l’evacuazione. Completamente coperto, con negozi e parcheggi. In tre mesi siamo partiti, il ministero lo vuole come simbolo di pace e riunificazione».
A che punto sono gli altri suoi progetti?
«Palermo sta per partire. Alla Roma hanno il mio progetto, mi piacerebbe portarlo avanti. Lo stadio di Viareggio, con una capienza di 10000 spettatori darà lavoro a 350 persone, tra albergo, Spa, centro commerciale e nego­zi. I nuovi stadi creerebbero occupazione per imprese in crisi».
Il progetto della Roma, pre­sentato due anni fa, è ancora attuale?
«Certo, nella realizzazione sono stati fatti passi in avanti rispet­to a quello di Torino. Rispetto ad allora sono cambiati i mate­riali. Quello era un progetto pre­liminare che ha avuto un gran­de successo e che può essere portato avanti».
Quali sarebbero le innovazioni e i vantaggi rispetto all’Olimpico?
«La visibilità e i parcheggi. Le aree intorno all’Olimpico quando giocano Roma e Lazio sono intasate. Lì le squadre sono ospiti, non padrone di casa. Tutte le società si stanno muovendo per avere gli stadi di proprietà, so­no pronte a partire».
Quali sono i tempi tecnici per realizzare un nuovo impianto?
«Per quello della Juve ci sono voluti nove me­si per avere i permessi e 26 mesi per costruir­lo. Con la tecnologia più avanzata di oggi ci si impiegherebbe anche meno».
C’è una legge ferma da anni che blocca le iniziative delle società che vogliono costrui­re i nuovi impianti.
«Tutti si dovrebbero mettere una mano sulla coscienza per accelerare le procedure per avviare le realizzazioni. Il cal­cio italiano è rimasto indietro proprio per la mancanza di nuove strutture, più conforte­voli per il pubblico. La Juventus è in vantag­gio. Galliani ha detto che ha un gap enorme rispetto alle altre società. Uno stadio di pro­prietà porta decine di milioni di utili in più al­l’anno, a cominciare dagli sponsor».
Corriere dello Sport – Guido D’Ubaldo

Gazzetta dello Sport – Fiducia DiBenedetto: “Credo in Luis Enrique”

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Questione di stile. «E il nostro — giura Thomas DiBenedetto — è differente. Capisco i tifosi, ma gli chiedo di pazientare, presto arriveranno i gol e le vittorie e allora tutti potranno riconoscersi nella Roma di Luis Enrique». Fiducia Ieri è scattato il cordone sanitario intorno all’allenatore spagnolo, molto provato dopo il brutto pareggio con il Siena, come se perfino lui mostrasse le prime crepe e mettesse in dubbio l’applicabilità del suo sistema alla Roma, e in generale al calcio italiano. Baldini lo ha chiamato da Londra, Sabatini e Fenucci gli hanno parlato a Trigoria, lui ne è uscito rinfrancato. E a sera, ospite dell’ambasciatore giapponese, alla prima uscita ufficiale da presidente in pectore deve ancora attendere il Cda di martedì, DiBenedetto lo ha blindato. «Ho piena fiducia nel tecnico, nella squadra e nei dirigenti», assicura a margine del ricevimento organizzato per festeggiare l’amichevole tra i Giovanissimi della Roma e gli Under 14 del Vegalta Sendai, colpiti dal terremoto di marzo.
«Tutti stanno facendo un duro lavoro — chiude DiBenedetto —, ma abbiamo tanti giocatori nuovi e ci vuole tempo perché riescano a integrarsi». Ma quanto ancora? Sollevati dalla prova di San Siro, riportati sulla Terra dal pareggio con il Siena, i tifosi si chiedono: è questo il livello della Roma? Dove ci porterà tutto questo possesso palla? Perché non tiriamo mai in porta? Il 4-3-3 è il modulo migliore per questi giocatori? Perché Totti fa il mediano? Sono alcune delle domande che ieri si è posta la città. Tutti uniti? La popolarità di Luis Enrique, che ha già schierato 5 formazioni e 24 titolari diversi, è ai minimi storici ma vacilla pure la fiducia nella squadra e nella nuova dirigenza. Anche qui, interrogativi inquietanti. I giocatori ci credono davvero? A parole sì, e in effetti anche sul campo si applicano. Magari non sempre come vorrebbe l’allenatore: ieri Luis Enrique se l’è presa con gli attaccanti anche Totti???, rei di fare i movimenti sbagliati.
Che la compattezza del gruppo cominci a sgretolarsi? Grattando, appunto, si scopre che Burdisso ha confessato di essere «preoccupato, perché negli ultimi 15′ non sentiamo più le gambe», mentre qualcun altro giura che gli è stato riferito di un arrivo di Delio Rossi in caso di sconfitta a Parma. Impossibile, la società ribadisce: comunque vada Luis Enrique sarà il nostro allenatore per tutta la stagione, a meno che non sia lui a dimettersi. Anche perché cacciarlo significherebbe sconfessare gran parte del progetto americano. Ma i dirigenti sono tutti convinti? I tifosi si chiedono pure questo: perché Baldini da Londra non dice una parola? È vero che Luis Enrique lo ha voluto solo lui, mentre Sabatini espresse subito perplessità? E ora? Certamente, le vie per uscire da questo vicolo cieco sono più d’una, anche per i dirigenti. Baldini ieri ha evidenziato a Luis Enrique il rischio che i giocatori avvertano il peso di questo progetto, il continuo riferimento al Barcellona, tutto sulle loro spalle e ne risultino schiacciati. Sabatini gli ha suggerito di affidarsi di più all’inventiva dei suoi calciatori, così impegnati nel possesso palla che non hanno nemmeno il coraggio di fare un cross dalla trequarti. Che ne dice Luis Enrique?
Gazzetta dello Sport – Alessandro Catapano

Corriere dello Sport – DiBenedetto sta con Luis

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E’ partito il piano di internazionalizzazio­ne del marchio-Roma. Il primo passo ha avuto co­me finalità lo scambio culturale con il Giappone: il club giallorosso si è reso protagonista di un’iniziativa a sfondo sociale, ospitando i ragazzi del Vegal­ta Sendai, parecchi di loro sono stati colpiti duramente dal terremoto del marzo scorso. A Roma so­no arrivati i Giovanissimi, portati prima allo stadio Olimpico per assi­stere alla gara col Siena e poi fatti giocare con i pari età di Coppitelli ( 1- 1 il risultato dell’amichevole a Trigoria). Serata finale alla residen­za dell’ambasciatore giapponese in Italia, Masaharu Kohno. Presente praticamente tutta la dirigenza del­la Roma: dal presidente Thomas Di-Benedetto e l’amministratore delegato Fenucci, agli avvocati di fiducia Mauro Baldissoni e Joe Ta­copina. E ancora Bruno Conti e Tonino Tempestil­li. Si pensa allo scopo dell’iniziativa Roma-Giappo­ne, saluti, ringraziamenti reciproci, scambio di do­ni e belle parole. (…).
NUMERO UNO – Le parole più significative arrivano dal prossimo presidente giallorosso Thomas DiBenedetto: « Ho piena fiducia nell’allenatore, nei di­rigenti e nella squadra. Tutti, da Luis Enrique a Sabatini, stanno facendo un lavoro incredibile e penso che i risultati arriveranno presto» . Cosa che sperano anche i tifosi della Roma. Già, i tifosi, semplicemente la parte in causa più importante, sono loro l’asse portante del sistema calcio, a mag­gior ragione in una piazza come Roma, sponda giallorossa: « Capisco il loro dispiacere – ha conti­nuato DiBenedetto -ma credo sia molto importan­te che in questo momento i tifosi della Roma dimo­strinodi avere pazienza. (…). E quando arriveranno i gol, tutti potranno riconoscere il nuovo stile, abbiamo chiaro il nostro obiettivo».
JOE- L’avvocato statunitense Joe Tacopina è seria­mente candidato a far parte del prossimo CdA del­la Roma. Lui però, da queste parti, non è un inedi­to assoluto:«Ero allo stadio contro il Siena, ma non era la prima volta…» dice ridendo;«ci ero già stato quat­tro anni fa, fui invitato da Rosella Sensi ». Il legale ha raccontato la tensione vissuta sugli spalti durante la sfida tra i giallorossi e la squadra di Sannino:« Gli ultimi 4 minuti so­no stati terribili. DiBenedetto mi ha riempito di botte sulla gamba per il nervosismo, si era reso conto che stavamo suben­do, me lo ha detto». Anche Tacopina non sembra nutrire alcun dubbio sull’ormai famoso progetto-Roma:«Ci vorrà del tempo, ma ci sono giovani for­tissimi. Sabatini è un genio, ha condotto una gran­de campagna acquisti, prendendo giocatori di grande prospettiva come Pjanic. Il futuro è assicu­rato ». Un ultimo passaggio sul legame con la Ca­pitale:«Sulla targa, in America, mi sono fatto scri­vere Spqr. Non sono di qui ma mio padre è nato a Roma, amo questa città».
GIOVANI- Felicissimo di aver ospitato i ragazzi giapponesi anche il responsabile del settore giova­nile Bruno Conti: «Siamo felici, l’iniziativa è ana­data bene. Questi ragazzi hanno avuto la soddisfa­zione di assistere alla partita allo stadio e di gio­care con i Giovanissimi Nazionali a Trigoria, per passare dei giorni diversi rispetto a quelli che han­no vissuto con le loro famiglie durante il terremo­to.(…). Il calcio di ini­zio lo ha dato Luis Enrique, sono sicuro che la so­cietà continuerà con iniziative del genere» .
Corriere dello Sport – A. Ghiacci

Il Romanista – DiBenedetto: “Abbiate fiducia, i risultati arriveranno”

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«Ho piena fiducia nell’allenatore, nei dirigenti e nella squadra. Tutti stanno facendo un lavoro incredibile e penso che i risultati arriveranno presto. Capisco il dispiacere dei tifosi, ma chiedo loro di avere pazienza». Thomas DiBenedetto si espone in prima persona. E pur essendo il primo ad essere dispiaciuto della situazione giallorossa, chiede a tutti «ancora un piccolo sacrificio». Il futuro presidente romanista ieri sera era, insieme all’amministratore delegato Fenucci, all’avvocato Baldissioni, a Joe Tacopina, a Tonino Tempestilli e Bruno Conti, nella residenza dell’ambasciatore del Giappone nei pressi dell’Appia Antica ospite di una serata organizzata nell’ambito dell’iniziativa che ha portato in Italia la formazione calcistica giovanile del Vegalta Sendai, proveniente da una delle città maggiormente colpite dal terremoto e dallo tsunami dello scorso marzo. Dopo il deludente pareggio con il Siena di giovedì sera all’Olimpico,
DiBenedetto ha deciso di parlare. Giacca scura, cravatta, sinceramente emozionato nell’incontrare i ragazzi giapponesi insieme ai Giovanissimi della Roma (abbracciati e coccolati da Bruno Conti, che mister Tom ha definito “cavaliere”) DiBenedetto, dopo aver fatto i complimenti ai giapponesi per la loro capacità di reagire al terremoto, svelando tra l’altro di avere una parente di origine nipponica, non ha potuto evitare di parlare di Roma. Lo ha fatto davanti a microfoni e telecamere, con la speranza che il suo messaggio serva a dare un po’ di serenità a tutto l’ambiente: «Luis Enrique, Sabatini e tutte le persone che sono a Trigoria – ha spiegato – lavorano molto duramente per la Roma. Dobbiamo dar loro tempo, per consentirgli di trovare un giusto mix tra tutte le componenti che possa essere interessante ed eccitante. E sono sicuro che quando arriveranno i gol tutti se ne accorgeranno». Adesso però sembra difficile ridare entusiasmo a una piazza che ha appoggiato il nuovo progetto fin dall’inizio e che ora si trova alle prese con un avvio di stagione che definire deludente è poco: «Ho detto spesso – ha detto ancora DiBenedetto – che Roma non è stata costruita in un giorno e lo stesso vale per una squadra di calcio, anche se con tutti gli acquisti che abbiamo fatto nell’ultimo periodo è come se lo fosse. I giocatori si devono ancora conoscere, non è facile adattarsi, ma sono sicuro che presto tutto si sistemerà. Questa squadra – ha concluso – sta cercando di attuare sempre il proprio gioco, l’idea è quella giusta e la fiducia non deve mai mancare». Come DiBenedetto la pensa anche l’avvocato Joe Tacopina. Anche lui in giacca e cravatta, con spilla della Roma, racconta che «negli ultimi minuti di Roma-Siena, DiBenedetto mi dava quasi dei pugni sulle ginocchia tanto era nervoso per il risultato. Anche io ci sono rimasto male per il pareggio, esclusi gli ultimi minuti la squadra mi è piaciuta». La partita contro i toscani non ha segnato il debutto di Tacopina all’Olimpico: «C’ero già stato altre volte, quattro anni fa ero ospite in autorità. Mi aveva invitato una donna». Gli viene chiesto se la donna in questione fosse Rosella Sensi. Lui sorride e dice: «Yes. Quello però è il passato. Adesso vedo una società con un progetto ben chiaro, che nel giro di qualche anno darà risultati importantissimi. Luis Enrique mi piace, Sabatini credo che sia un genio e sono fiducioso per il futuro. Anche se…». Anche se? «Il pareggio col Siena proprio non ci voleva». Cosa ha detto quando c’è stato l’1-1? Tacopina sorride e lo dice in perfetto italiano. Peccato solo che non sia riferibile. Riferibile è invece il rapporto che confessa di avere con Roma: «Mio padre è romano, il calcio e questa città sono la mia più grande passione, la targa della mia auto inizia con Spqr. Può bastare?».
Il Romanista – Chiara Zucchelli

Il Tempo – Roma a terra

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Un uomo solo. Di solito si sente così un allenatore in crisi di risultati. La lista dei potenziali sostituti cresce di giorno in giorno e alla fine sono in pochi a salvarsi dalla scure dell’esonero. Con Luis Enrique non è (e non sarà) così. La Roma non ha vinto una partita su cinque giocate, è già fuori dall’Europa, gioca un calcio noioso e vulnerabile eppure nessuno pensa a mettere alla porta lo spagnolo. Luis Enrique non è un uomo solo, ma in difficoltà. È questa la netta impressione che ha dato giovedì dopo la partita, percepita anche ieri da tutti quelli che ci hanno parlato. Baldini gli ha telefonato dall’Inghilterra e insieme a lui ha discusso dei possibili rimedi. Che serva una vittoria è chiaro a tutti: secondo il dg in pectore e l’allenatore il problema della squadra è soprattutto psicologico. Ma non è l’unico. L’attacco non funziona, la difesa è perforata a piacimento dagli avversari e le gambe non reggono: i cinque gol subiti finora sono arrivati tutti negli ultimi 22 minuti. Così Baldini si è spinto oltre, discutendo delle possibili varianti tattiche da provare nelle prossime partite. Sabatini ha fatto lo stesso, faccia a faccia con Luis Enrique a Trigoria, dopo aver parlato singolarmente con alcuni giocatori. Lo stesso Fenucci ha passato qualche ora insieme all’allenatore. Il ds e l’ad, che rispetto a Baldini vivono la quotidianità romanista, sono altrettanto preoccupati. Lo stesso vale per DiBenedetto. Ma nessuno, dalla cima ai piedi della società, ipotizza soluzioni drastiche. Sarà Luis Enrique, eventualmente, a farsi da parte. Il tecnico, seppur frastornato, prova ad andare avanti. Ieri ha parlato ai giocatori, alzando decisamente di più la voce rispetto agli ultimi post-partita. Qualche giovane che guardava il telefonino mentre lui catechizzava il gruppo gli ha fatto perdere la pazienza.
«Dobbiamo ritrovare allegria – ha detto, spalleggiato dal mental coach Lorente – e credere in quello che facciamo. Siamo troppo lenti, gli attaccanti non aiutano a recuperare la palla, facciamo troppi passaggi in orizzontale: così non siamo una squadra». Questo, in soldoni, il discorso fatto ai giocatori che continuano ad ascoltarlo, seguirlo e annuire. Forse il problema sta proprio qui. Nessuno se la sente di uscire dallo spartito, da un Totti mai così dedito alla causa fino all’ultimo dei ragazzini. Mai un guizzo, mai un movimento fuori dagli schemi. Anche chi gioca fuori ruolo si attiene allo spartito. I risultati, però, non arrivano e adesso ogni avversario fa paura. Domani c’è il Parma, poi l’Atalanta e meno male che il derby arriva dopo la sosta. Luis Enrique non intende cambiare. Il modulo resta il 4-3-3, il sistema di gioco identico, Totti (che a Parma potrebbe riposare) è il trequartista, gli attaccanti, che siano Osvaldo o Borini, devono partire larghi. L’allenatore continuerà a comunicare i convocati per le partite casalinghe il giorno della partita ma la cosa sta disturbando più di un giocatore. Dal gruppo compatto con l’allenatore iniziano a staccarsi i primi pezzi: Juan non ha ricevuto spiegazioni per la mancata convocazione di giovedì e ci è rimasto malissimo, Cassetti si sente l’ultima ruota del carro, Rosi e Simplicio sedotti e abbandonati, Heinze e Gago hanno capito di essere riserve, Borriello vorrebbe essere altrove. Anche la gestione dei portieri ha creato problemi. Tancredi aveva puntato su Curci, il tecnico ha preferito schierare Lobont. Per nascondere i problemi servono le vittorie, prima che l’anestesia di un ambiente incredibilmente quieto finisca il suo effetto. A Trigoria ieri è apparso uno striscione d’incitamento: «Daje Roma». I tifosi sono cambiati, adesso tocca a Luis Enrique.
Il Tempo – Alessandro Austini

DiBenedetto: “Fiducia a Luis Enrique, l’idea di gioco è quella giusta. Chiedo pazienza ai tifosi”

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Nella residenza dell’ambasciatore giapponese in Italia, la As Roma ha incontrato una delegazione Under 14 della squadra nipponica del Vegalta Sendai, che oggi ha affrontato a Trigoria la formazione dei giovanissimi nazionali giallorossi di Coppitelli. Alla manifestazione ha partecipato Thomas DiBenedetto accompagnato da Tacopina, l’avvocato Baldissoni e Bruno Conti. Queste le parole del presidente in pectore a margine dell’evento:

“Piena fiducia a Luis Enrique , dirigenti e squadra. Chiedo ai tifosi di avere pazienza, la stessa pazienza che hanno avuto i giapponesi dopo il terremoto. Capisco il loro dispiacere, ma stiamo cercando di trovare il giusto mix tra giocatori e stile di gioco. Tutti stanno facendo un grande lavoro e si stanno impegnando tantissimo, l’idea di gioco è quella giusta i risultati arriveranno”.

Repubblica.it – Fiducia a Luis Enrique “Ma bisogna crescere subito”

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Dopo la deludente prestazione col Siena la Roma prova a ripartire anche se su Luis Enrique iniziano ad addensarsi nuvole scure. Tuttavia la proprietà ed i dirigenti non mettono in discussione l’allenatore.

LUIS ENRIQUE PROVATO – “Siamo con te, lavora sereno”. Non era necessario ribadirlo direttamente, perché a Luis Enrique arrivasse il messaggio. Ma nelle ultime settimane, l’astinenza prolungata da vittorie (nessuna dall’inizio di agosto ad oggi) e la fatica nel digerire i nuovi dogmi, hanno iniziato a farsi sentire per l’allenatore di Gijon, provato non poco da critiche e risultati. Per questo, prima dell’allenamento mattutino, Sabatini si è fermato qualche minuto con lui: battute, soprattutto, per provare a far scorrere la tensione accumulata dal tecnico anche nel corso della partita. Poi, nel pomeriggio, durante l’amichevole tra i giovanissimi della Roma e l’under 14 del Vegalta Sendai, anche l’a. d. Fenucci ha voluto parlare con lui: uno scambio di battute per ribadirgli il sostegno massimo al di là dei risultati, pur ammettendo che “C’è da migliorare, tanto e subito”. Anche a costo di cambiare qualcosa.

FIDUCIA DI CLUB E SQUADRA – Cambiare, ma senza farsi prendere dalla tentazione di stravolgere il progetto sportivo. Il pareggio interno di giovedì notte contro un avversario non certamente irresistibile, ha però messo la squadra di fronte a tutti i propri limiti: gioco scontato, scolastico, uno spartito asfittico in cui è mancata l’iniziativa dei singoli. Elementi su cui lavorare, e non poco, come ha spiegato l’allenatore alla squadra oggi nel consueto colloquio del giorno dopo. “Ma i risultati arriveranno, dobbiamo solo continuare a impegnarci”, la promessa di Luis a un gruppo che crede ciecamente nei metodi e nelle proposte della sua guida. Troppo, forse: si eseguono schemi e richieste, manca l’idea illuminante, la giocata rischiosa, come ha dovuto constatare di fronte ai suoi giocatori lo stesso tecnico.

ACCUSE – Su di lui pesano, però, anche altre accuse: incomprensibili le scelte di Perrotta esterno destro, seppur in una difesa molto elastica. La volontà di insistere su un Osvaldo che, a parte il gol, continua a deludere, lasciando inizialmente fuori Borini, tra i migliori a Milano e anche ieri. La decisione di rinunciare ancora una volta a Bojan per tutti i 90 minuti, rimangiandosi la richiesta di prenderlo “a qualsiasi costo” dal Barcellona. Solo alcune delle domande che si pongono in molti, aspettando una vittoria per scacciare i cattivi pensieri. “Non so quanto ci vorrà”, sospira Luis Enrique. Che non farebbe fatica a sposare il pensiero espresso da José Angel sul proprio Twitter per descrivere la gara con il Siena: “Una vera sofferenza”. Per ridare ossigeno al progetto sportivo, fischiato ieri anche dai 35 mila spettatori dell’Olimpico, servirebbe un messaggio diretto di chi a questa idea ha dato vita: Franco Baldini. Il 10 ottobre, giorno del suo (probabile) ritorno a Roma, sembra ancora troppo lontano.
Repubblica.it – Matteo Pinci

Stadio Roma, Fenucci incontra Zavanella a Trigoria. DiBenedetto vede Malagò in mattinata

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Torna in auge la questione dello stadio. Oggi a Trigoria Claudio Fenucci ha incontrato l’architetto Guido Zavanella per discutere il progetto, tuttavia non è stato confermato l’incontro tra Mr. Thomas DiBenedetto e Sergio Scarpellini, proprietario dei terreni in zona Massimina dove era stata individuata l’area per lo stadio ‘Franco Sensi’. Presente al meeting anche l’assistente di Walter Sabatini Frederic Massara. In mattinata il Tycoon americano ha incontrato anche Giovanni Malagò.

Parma-Roma, Colomba: “Luis Enrique? In Italia si punta sulla concretezza”

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Parma-RomaFranco Colomba, tecnico della formazione emiliana, ha parlato a Sky Sport della gara di domani sera e del tecnico giallorosso:Luis Enrique? Leggo queste esternazioni e questi metodi per mettere in difficoltà il tecnico che non sono corretti. Il calcio va vissuto per quello che è – ha dichiarato il tecnico a margine della conferenza stampa – , lui cerca di proporre qualcosa. Qui non c’è mai il tempo per farlo e bisogna andare alla ricerca della concretezza. Questo vale per lui come per me e tutti gli altri tecnici”.

Serie A, un minuto di silenzio per i militari caduti in Afghanistan

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Gianni Petrucci, Presidente del Coni, ha chiesto alle Federazioni sportive che sia osservato un minuto di silenzio  in tutte le manifestazioni sportive che si disputeranno in Italia nel fine settimana in memoria dei tre militari italiani caduti in Afghanistan.

Faccia a faccia fra Luis Enrique e Fenucci a Trigoria

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Claudio Fenucci e Luis Enrique hanno da poco un faccia a faccia fra le mura di Trigoria. L’incontro si è svolto al termine della partita fra gli under 14 giallorossi e i giapponesi del Sendai Vegalta.

Diritti tv, Camiglieri (Open Gate Italia): “Necessario trovare altri ricavi”

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Il nuovo accordo per i diritti tv che aumenteranno gli introiti per le società di Serie A non cambierà, tuttavia, la situazione dei bilanci in profondo rosso delle squadre. Lo pensa anche Tullio Camiglieri, presidente della Open Gate Italia (società che cura, tra l’altro, la comunicazione di Thomas DiBenedetto As Roma), secondo il quale «è necessario trovare altre fonti di ricavi, a cominciare dagli stadi». «Nel panorama dei ricavi delle società di calcio – spiega all’ANSA Camiglieri – i diritti tv assumono un valore sempre più importante. Questo espone le società a una forte dipendenza dai broadcaster e quindi anche ad uno squilibrio. L’ingresso di Mediaset Premium ha fatto sì che ci fosse più pluralità e maggiore competitività ma servono altre fonti di ricavo, e principalmente dagli stadi. Lo stadio – sottolinea – può diventare oltre che la casa della squadra, un luogo di aggregazione all’interno del quale ci possono essere elementi di attrazione per la collettività, oltre ad essere una fonte di ricavo per i club». Secondo Camiglieri la questione stadi è prioritaria e fattibile. «L’operazione Juventus può essere fatta anche altrove – sottolinea – ed in maniera più avanzata, ma i sindaci sono sordi. Or asperiamo che a Roma si riesca. Vedo grande disponibilità sia da parte del sindaco Alemanno sia del presidente della Provincia, Zingaretti». Camiglieri, evidenzia come ulteriori fonti di ricavo possano arrivare da merchandising e dal marketing ma è necessario che ci sia una difesa del marchio e la lotta alla contraffazione, temi già noti (che sono stati posti anche all’attenzione del tavolo istituzionale voluto da Coni, Figc, Lega di serie A con i sottosegretari alla presidenza del Consiglio Gianni Letta e Rocco Crimi, ndr), ribadendo la necessità di «tutelare tutte quelle che sono le fonti di sviluppo e ricavo. Nel nostro paese – sottolinea – la legge sugli stadi è stata voluta da tutti gli schieramenti indistintamente ma non si capisce perchè non si riesce a portarla a casa». Secondo Camiglieri (autore, tra l’altro di un libro «La grande avventura della Pay Tv») «solo i diritti tv non possono bastare. Ad esempio, va approfondito il tema del marchio Serie A. Bisogna valorizzare la Lega di serie A in quanto tale, in Italia ma soprattutto all’estero in modo da valorizzare anche i diritti tv oltre confine e trarne ricavi consistenti. C’è poi da valorizzare la rete, terreno fino ad ora poco sfruttato». «I diritti tv non potranno aumentare ancora molto – prosegue il presidente di Open Gate Italia – Va dato atto ad Infront di aver portato un grande risultato ma c’è un limite fisiologico oltre il quale non si può andare. E per questo bisogna lavorare affinchè il prodotto calcio sia sempre più spettacolare, come un grande film. Dobbiamo fare un salto di qualità e lo stadio è un elemento importante. È ora di superare il concetto degli stadi che vivono solo 90′ minuti». 

Parma – Roma, statistiche

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L’ultima vittoria casalinga del Parma è anche l’ultima ufficiale ottenuta in assoluto dai gialloblu contro la Roma: risale all’8 maggio 2005 quando, in serie A, gli emiliani si imposero per 2-1 in casa. Nelle successive 12 sfide ufficiali, disputate tra Parma e Roma, lo score Š di 3 pareggi e 9 affermazioni giallorosse. Il Parma, tra vecchia e nuova stagione, è reduce da 4 vittorie casalinghe ufficiali consecutive, ottenute nell’ordine contro Inter (2-0), Palermo (3-1) e Juventus (1-0) nella serie A 2010/11, Grosseto (4-1) nella coppa Italia 2011/12) e ChievoVerona (2-1) nel campionato 2011/12. L’ultima squadra ad uscire imbattuta dal “Tardini” è stato il Bari che, il 3 aprile scorso in serie A, si impose per 2-1. L’ultimo gol ufficiale segnato dalla Roma in trasferta risale al 15 maggio scorso quando, in serie A, venne sconfitta per 1-2 in casa del Catania. L’autore del gol giallorosso fu Loria al 14’: da allora si contano i restanti 76’ di quel match, le intere partite in casa di Slovan Bratislava (k.o. per 0-1 in Europa League) ed Inter (0-0 in serie A), per un totale di 256’ di digiuno fuori casa.

Comunicato As Roma: info biglietti Roma – Atalanta

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Biglietti Roma – Atalanta. Tutte le informazioni necessarie per acquistare i tagliandi nel comunicato pubblicato dalla società:

Prevendita riservata ai  Titolari di AS ROMA CLUB PRIVILEGE non abbonati su tutti i posti disponibili: dalle ore 15.00 di lunedì 26 settembre 2011, presso tutti i punti vendita abilitati.
Prevendita libera:
– dalle ore 15.00 di martedì 27 settembre, alle ore 17.00 di sabato 1° ottobre 2011 (A.S. Roma Store).
– dalle ore 15.00 di martedì 27 settembre, alle ore 18.00 di sabato 1° ottobre 2011 (Ricevitorie LIS e Biglietteria Axel).

Parma – Roma, Leonardi: “Siamo in emergenza, ma dobbiamo dare il massimo”

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In vista del delicato match di campionato contro la Roma, l’amministratore delegato del Parma FC Pietro Leonardi, ha parlato a Sky della situazione della sua squadra: “Sappiamo che dobbiamo migliorarci. A Firenze abbiamo retto un tempo, ma dopo l’intervallo abbiamo preso gol dopo 40 secondi e siamo calati. È vero che avevamo tante assenze ma è una situazione da codice rosso perchè il campionato è più che complicato. Tutto l’ambiente, partendo da giocatori e allenatore, deve capire che dobbiamo essere più determinati perchè la strada è dura. Probabilmente abbiamo i nostri limiti, ma la squadra deve avere la certezza che solo dando il massimo si esce da questa situazione”.

Feliziani (resp. biglietteria Roma): “Il Carnet? Aspetteremo comunque il Cda”

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Carlo Feliziani, responsabile della biglietteria della Roma, in un’intervista a PagineRomaniste.com, espone la posizione della società sulla situazione del carnet. Ecco le sue dichiarazioni: “La determinazione è già affare concreto, pertanto la questione rappresenta già un dato di fatto. Il comunicato è uscito ieri sera, tuttavia aspetteremo gli esiti del CDA del prossimo 27 settembre perchè qualsiasi decisione verrà presa in quel contesto e in quella sede“.