Gazzetta dello Sport – Fiducia DiBenedetto: “Credo in Luis Enrique”

Questione di stile. «E il nostro — giura Thomas DiBenedetto — è differente. Capisco i tifosi, ma gli chiedo di pazientare, presto arriveranno i gol e le vittorie e allora tutti potranno riconoscersi nella Roma di Luis Enrique». Fiducia Ieri è scattato il cordone sanitario intorno all’allenatore spagnolo, molto provato dopo il brutto pareggio con il Siena, come se perfino lui mostrasse le prime crepe e mettesse in dubbio l’applicabilità del suo sistema alla Roma, e in generale al calcio italiano. Baldini lo ha chiamato da Londra, Sabatini e Fenucci gli hanno parlato a Trigoria, lui ne è uscito rinfrancato. E a sera, ospite dell’ambasciatore giapponese, alla prima uscita ufficiale da presidente in pectore deve ancora attendere il Cda di martedì, DiBenedetto lo ha blindato. «Ho piena fiducia nel tecnico, nella squadra e nei dirigenti», assicura a margine del ricevimento organizzato per festeggiare l’amichevole tra i Giovanissimi della Roma e gli Under 14 del Vegalta Sendai, colpiti dal terremoto di marzo.
«Tutti stanno facendo un duro lavoro — chiude DiBenedetto —, ma abbiamo tanti giocatori nuovi e ci vuole tempo perché riescano a integrarsi». Ma quanto ancora? Sollevati dalla prova di San Siro, riportati sulla Terra dal pareggio con il Siena, i tifosi si chiedono: è questo il livello della Roma? Dove ci porterà tutto questo possesso palla? Perché non tiriamo mai in porta? Il 4-3-3 è il modulo migliore per questi giocatori? Perché Totti fa il mediano? Sono alcune delle domande che ieri si è posta la città. Tutti uniti? La popolarità di Luis Enrique, che ha già schierato 5 formazioni e 24 titolari diversi, è ai minimi storici ma vacilla pure la fiducia nella squadra e nella nuova dirigenza. Anche qui, interrogativi inquietanti. I giocatori ci credono davvero? A parole sì, e in effetti anche sul campo si applicano. Magari non sempre come vorrebbe l’allenatore: ieri Luis Enrique se l’è presa con gli attaccanti anche Totti???, rei di fare i movimenti sbagliati.
Che la compattezza del gruppo cominci a sgretolarsi? Grattando, appunto, si scopre che Burdisso ha confessato di essere «preoccupato, perché negli ultimi 15′ non sentiamo più le gambe», mentre qualcun altro giura che gli è stato riferito di un arrivo di Delio Rossi in caso di sconfitta a Parma. Impossibile, la società ribadisce: comunque vada Luis Enrique sarà il nostro allenatore per tutta la stagione, a meno che non sia lui a dimettersi. Anche perché cacciarlo significherebbe sconfessare gran parte del progetto americano. Ma i dirigenti sono tutti convinti? I tifosi si chiedono pure questo: perché Baldini da Londra non dice una parola? È vero che Luis Enrique lo ha voluto solo lui, mentre Sabatini espresse subito perplessità? E ora? Certamente, le vie per uscire da questo vicolo cieco sono più d’una, anche per i dirigenti. Baldini ieri ha evidenziato a Luis Enrique il rischio che i giocatori avvertano il peso di questo progetto, il continuo riferimento al Barcellona, tutto sulle loro spalle e ne risultino schiacciati. Sabatini gli ha suggerito di affidarsi di più all’inventiva dei suoi calciatori, così impegnati nel possesso palla che non hanno nemmeno il coraggio di fare un cross dalla trequarti. Che ne dice Luis Enrique?
Gazzetta dello Sport – Alessandro Catapano

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