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Kjaer: “Bravi col Palermo, importante non aver subito gol”

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Con Juan e Burdisso out fino al termine della stagione il danese Simon Kjaer ha l’occasione di riscattare una stagione condotta al di sotto delle aspettative. Schierato titolare al fianco di Heinze contro gli ex compagni del Palermo, il centrale della Roma ha voluto esprimere la soddisfazione per il risultato e la prestazione nel match contro i siciliani attraverso un messaggio pubblicato sul profilo Twitter personale:

“Sono contento di essere ritornato a Palermo, è stata una bella vittoria contro la mia ex squadra e, soprattutto, è importante non aver subito gol. Voglio ringraziare coloro che mi hanno scritto su Twitter per confortarmi prima e dopo il match, Forza Roma!”.

Zamparini: “Banti ha fischiato a favore della Roma”

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Non ha digerito la sconfitta del suo Palermo per mano della Roma il presidente Maurizio Zamparini. Nel mirino del patron rosanero è finito l’arbitro della gara Luca Banti, il cui operato è stato commentato così dal numero uno del club siciliano: “Non sono incavolato con lui tanto per la mancata espulsione di Heinze, in quell’occasione il giallo ci poteva stare, quanto per il suo costante atteggiamento tenuto nel corso della partita. Ha sempre fischiato a favore della Roma – osserva Zamparini a reterete24.it – e ha sventagliato ammonizioni in serie contro i nostri giocatori. Il suo atteggiamento non mi è piaciuto. Detesto Banti, ce l’ha con me e con il Palermo. Spero do non vederlo più arbitrare una nostra gara”.

Trigoria, due giorni di riposo per la Roma. Martedì la ripresa

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Dopo il successo riportato contro il Palermo i giocatori della Roma godranno di due giorni di riposo prima della ripresa degli allenamenti. L’appuntamento a Trigoria, per iniziare a preparare la gara di lunedì prossimo contro il Genoa, è fissato per martedì alle 14.

Roma, se segni per prima vinci !

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Se la Roma riesce a segnare prima delle avversarie, vince. Questa una strana statistica che emerge dalle gare fin’ora disputate dalla squadra capitolina. Analizzando le 13 vittorie stagionali, comprese le gare di Coppa Italia ed i preliminari di Europa League, si evince che la squadra di Luis Enrique riesce ad aggiudicarsi i tre punti con maggiore facilità se riesce a sbloccare il risultato per prima. Esempio recente la gara di ieri sera in casa del Palermo, dove la squadra è andata in vantaggio dopo due minuti con il gol di Borini e, seppur subendo gli attacchi della squadra rosanero, è riuscita a rimanere compatta e concentrata fino alla fine portando a casa il risultato. In soli quattro casi, infatti, la Roma non è riuscita ad aggiudicarsi la vittoria pur essendo andata in vantaggio per prima, nella fattispecie le partite contro lo Slovan Bratislava (Roma 1-1 Slovan, ’11 Perrotta, ’82 Stepanosvky), con il Siena ( Roma  1-1 Siena , ’22 Osvaldo, ’88 Vitiello), nel derby d’andata con la Lazio ( Lazio 2-1 Roma, ‘6 Osvaldo, ’51 Hernanes rig., ’91 Klose) e con la Juventus ( Roma 1-1 Juventus, ‘5 De Rossi, ’61 Chiellini).

Alla luce di questi dati, possiamo trarne la conclusione che la Roma è una squadra ancora giovane, incapace di tenere alta la tensione per tutti i 90′ entrando ancora più in crisi se l’avversario riesce a segnare per primo. Nonostante giocatori d’esperienza come Juan, Heinze, De Rossi, Gago, che comunque garantiscono sicurezza ai reparti, la tattica ultra offensiva portata avanti dal tecnico giallorosso mal si sposa con l’inesperienza di molti giocatori nella rosa della Roma, che si lasciano influenzare dall’atmosfera e dal peso della rete subita, entrando in confusione con troppa facilità. Lo staff tecnico della squadra capitolina dovrà, quindi, lavorare tantissimo per cambiare l’atteggiamento della squadra, che dovrà essere in grado, sia fisicamente che mentalmente, di ribaltare gli eventuali gol di svantaggio. Potrebbero sicuramente dare una mano due o tre innesti di spessore, un paio di terzini che sappiano coprire maggiormente e un centrale di centrocampo che possa eventualmente rimpiazzare i vari De Rossi o Gago in caso di loro assenze. La società dovrà lavorare con concentrazione durante la sessione estiva.

Corriere dello Sport – De Rossi: “Adesso vinciamole tutte per salire ancora”

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Lo spread dall’Europa non è aumentato, la Roma allontana il default tecnico e si tiene stretto il sesto posto che può valere le coppe. La reazione è importante, la prestazione incoraggiante, il futuro più eccitante. Daniele De Rossi finisce la partita abbracciando tutti: Lobont, che ha messo una bella pietra sulla vittoria, e Borini, che è stato un’altra volta la differenza della squadra. E poi rilancia le speranze dello spogliatoio: «Questa è una bella soddisfazione. Abbiamo giocato un ottimo primo tempo e poi siamo riusciti a portare a casa il risultato nonostante la sofferenza finale. Non è mica facile vincere su questo campo, al quale peraltro sono molto legato perché mi ha fatto esordire in Nazionale. Ora mancano undici giornate, proveremo a vincere tutte le partite come è successo qui a Palermo. So che è difficile ma niente è impossibile. Lavoriamo giorno per giorno e cerchiamo di ottenere sempre il massimo».

AMBIZIONI – Con altre undici vittorie, la Roma potrebbe ancora arrivare in Champions League. Ma al di là dei sogni, la felicità di De Rossi è per la reazione successiva al derby perso: «Avevamo preparato la partita in maniera veramente feroce, maniacale. Mi ero reso conto nel tragitto verso lo stadio, sul pullman, che avremmo dato una grande risposta sul campo. Ma la sconfitta contro la Lazio è stata particolare. Se giochi in dieci per un derby intero è difficile essere brillanti» . E adesso? Andiamo avanti volta per volta». (…)

LAMPADA – La felicità è anche negli occhi di Erik Lamela, che a Palermo ha ritrovato quella brillantezza e quell’imprevedibilità rimaste nascoste per troppe settimane. «Stavolta sono soddisfatto – spiega – sia per l’atteggiamento che per la vittoria della squadra. Il gol mi manca, so che devo ancora migliorare tanto, però sono giovane e ho tempo per segnare. In questo momento mi interessa soltanto che la squadra vinca. Venivamo da una settimana difficile, dopo questa trasferta siamo più tranquilli». Con il passare dei giorni si sta adeguando al ruolo di attaccante che gli ha disegnato Luis Enrique. (…) Nel suo futuro vede solo la Roma: «Sono felice qui, ho scelto una grande società e una città bellissima in cui mi trovo bene».

Corriere dello Sport – Roberto Maida

Primavera, Napoli-Roma 1-2. Reti di Frediani e Politano

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Dopo il successo contro la Juventus nella finale d’andata di Coppa Italia, la Roma Primavera ritrova il campionato. I ragazzi di Alberto De Rossi affrontano quest’oggi la delicata trasferta sul campo del Napoli.

NAPOLI : Crispino, Savarise, Nicolao, Celiento, Colella, Fideleff, Dezi, Palma, Scielzo, Sgambato (46′ Fornito), Tutino.
A disposizione: Capotosto, Allegra, Petrarca, La Torre, Esposito, Romano.
Allenatore: Sormani.

ROMA: Proietti Gaffi , Sabelli, Nego, Carboni, Romagnoli, Viviani, Frediani, Verre, Leonardi, Lopez, F. Ricci.
A disposizione: Marchegiani, Orchi, Cittadino, De Marco, Pagliarini, Politano, Ferrante.
Allenatore: De Rossi.

Arbitro: Cifelli (Campobasso). Assistenti Cordeschi e Cordeschi

Reti: 19′ Frediani (R), 71′ Politano (R), 83′ Tutino (N).

Il Tempo – Luis Enrique: “La strada giusta”

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Il viso tirato a fine gara mostra tutta la rabbia e la tensione accumulata nelle ultime settimane. Luis Enrique le scarica con un sorriso, un’iniezione di fiducia fondamentale dopo due sconfitte consecutive, ottanta giorni dopo l’ultimo successo ottenuto lontano dalle mura amiche dell’Olimpico. «Vincere a Palermo – attacca il tecnico – non è facile per nessuno, sono contento per l’atteggiamento mostrato nell’arco di tutta la gara. Abbiamo dimostrato che con la giusta attenzione si portano a casa i tre punti. Alla fine penso che il risultato sia giusto».

Alla ricerca di un equilibrio di squadra, l’allenatore spagnolo non nasconde di essere ancora lontano dalla quadratura del cerchio, ma avverte: «Se miglioriamo il nostro possesso palla sarà difficile batterci. Ci serviva un po’ di fiducia dopo due sconfitte consecutive, dobbiamo crescere ancora tanto. Il nostro obiettivo è mostrarlo già lunedì prossimo con il Genoa davanti ai nostri tifosi. Le squadre che ci affrontano si adattano a noi e cambiano il loro modo di giocare. Questo mi rende profondamente orgoglioso». Il calo fisico accusato dalla squadra negli ultimi venti minuti non trova consensi nel pensiero dell’asturiano: «Penso che non ci sia stata una flessione di condizione, potevamo chiudere la partita molto prima. Solo questo posso recriminare ai miei ragazzi. Se non la chiudi poi soffri. Un pizzico di fortuna l’abbiamo avuto nei minuti finali, ma questo fa parte del gioco».

Borini con il suo nono gol in campionato dimostra ancora una volta di essere decisivo, non soltanto per la straordinaria capacità realizzativa: «Adesso sembra che segni con qualsiasi pallone che tocca. Mi ha sorpreso tantissimo. Può diventare un giocatore di riferimento». Un Borini assistito al meglio da un ispirato Lamela: «Ha fatto un passaggio incredibile in occasione del gol, quella di oggi per lui è stata una gara completa. Vedo in lui delle giocate che non tutti fanno. Ha un gran carattere, e il carattere non si compra al supermercato. Con la sua voglia e la sua testa può diventare un grandissimo». La difesa giallorossa esce inviolata dal Barbera, Kjaer dimostra nel suo vecchio stadio tutte le sue potenzialità, conscio che queste ultime undici partite potranno con molta probabilità decidere la sua permanenza nella Capitale. Luis Enrique lo sa e contrariamente alle sue abitudini elogia il danese per la convincente prestazione: «Simon è stato un colosso. Lui ha bisogno di fiducia, la gara di Palermo ha dimostrato tutto il suo valore».

Infine, dopo le parole di Bojan che lo vedrebbe fisiologicamente come l’unico erede di Guardiola al Barcellona, Luis Enrique non si smuove di un centimetro e conferma ancora una volta la sua ferma volontà di rimanere nella Capitale: «Lo sapete come la penso, non ho mai chiesto niente a nessuno: ho parlato chiaramente. Rimarrò a Roma per la durata del mio contratto, ma forse anche 5 anni in più». Più chiaro di così…

Il Tempo – Adriano Serafini

Corriere dello Sport – Pjanic ci prova per il Genoa

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Un giorno di riposo. Luis Enrique ha deciso di concedere un po’ di relax alla squadra: con lo spagnolo dopo le partite è sempre così, perché «il recupero delle energie mentali è importantissimo» . E, per un finale di campionato che può riservare ben poco, alla Roma la testa servirà tantissimo. Intanto ieri è proseguito il lavoro per gli infortunati e gli squalificati che a Palermo non c’erano. A otto giorni dalla prossima sfida, quando la sera di lunedì 19 all’Olimpico arriverà il Genoa, il dubbio più grande riguarda il recupero di Pjanic. Il bosniaco è alle prese con la contrattura al flessore della gamba destra e i prossimi giorni di lavoro specifico saranno determinanti: si proverà ad unirlo al gruppo a metà settimana, ma non sarà facile. Pjanic arriva da settimane di impegni senza sosta, sfociati prima con il problema al quadricipite destro e culminati, domenica scorsa nel derby, con il problema all’altra gamba. (…)

RECUPERI – Torneranno invece a disposizione di Luis Enrique altri due centrocampisti. I problemi di Taddei (in realtà ormai difensore) e Perrotta non destano grandi preoccupazioni. Fastidio al polpaccio per Taddei, stesso problema ma alla coscia per Perrotta. Già da domani i due dovrebbero unirsi al resto del gruppo. Ieri a Trigoria hanno lavorato anche gli squalificati Stekelenburg, Osvaldo e Cassetti: scontata la giornata di stop imposta dal giudice sportivo – la seconda e ultima nel caso di Osvaldo e Cassetti – i tre saranno regolarmente a disposizione del tecnico.

DIFESA Ancora out e ancora con un percorso lungo da affrontare, i due difensori centrali, Juan e Burdisso. I due sono alle prese con i problemi al ginocchio: distorsione per il brasiliano, post-operazione dopo la rottura dei legamenti per l’argentino. Il lavoro dello staff sanitario proverà ad accorciare i tempi delle complete ristabilizzazioni (…).

Corriere dello Sport – Alberto Ghiacci

 

Il Messaggero – Luis Enrique: “Così mi va bene”

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Luis Enrique stavolta può sorridere. «La cosa che più mi è piaciuta è stato l’atteggiamento giusto e l’attenzione nei novanta minuti contro una buona squadra che in casa gioca sempre bene», le sue parole. «Non era un campo facile, lo sapevamo. Dopo due sconfitte era normale che la squadra avesse poca fiducia, ma abbiamo fatto una buona gara». E ancora. «Il gol? È stata una giocata in cui abbiamo recuperato il pallone su un loro errore, Coco (Lamela, ndi) ha fatto un passaggio incredibile e Borini ha segnato. Fabio può diventare un giocatore di riferiento, per questa squadra. Adesso ogni pallone che tocca fa gol… È stata una giocata che ci ha dato tre punti per continuare a credere in noi stessi. La difesa stavolta è andata bene? La difesa e l’attacco non sono una linea ma fanno parte della squadra. E la squadra ha fatto tutto quello che doveva fare, e le faccio i complimenti».

Bojan le ha fatto i complimenti ma non gioca mai… «No, non è vero. Bojan ha giocato quando pensavo che dovesse giocare. Sta facendo un buon lavoro e sta migliorando le sue prestazioni». Gli chiedono di De Rossi, poi. «Lui si posiziona sempre in mezzo ai centrali. Ha giocato già da centrale puro contro la Juventus. Calciatori come lui possono giocare ovunque. Ma credo che il posto in cui si trova meglio è quello di regista, aiutando difesa e centrocampo». E gli chiedono anche di Lamela. «Credo debbano migliorare tutti e lo si può fare a qualsiasi età. Lamela è un calciatore incredibile che ha fatto una gara completissima. Ha forza e ha voglia di migliorarsi, è sempre pronto e fa cose che pochi altri riescono a fare». Finalino sul suo futuro. «Il mio contratto? Non chiedo niente a nessuno: ho parlato chiaramente, sapete cosa penso dei contratti degli allenatori… In molti mi vedono come un possibile successore di Guardiola al Barcellona? Cosa devo dire? Posso dire di essere contento di stare qui, che posso migliorare tanto qui… Serve la sincerità: ho tanti difetti ma sono sincero e questi giocatori lo hanno capito. Possiamo migliorare tantissimo, stiamo già aspettando la prossima gara all’Olimpico per proporre il nostro gioco davanti ai tifosi. Le squadre avversarie si adattano sempre al nostro sistema, gli avversari cambiano il loro modo di giocare per batterci e questo mi inorgoglisce, mi fa piacere».

Il Messaggero – Mimmo Ferretti 

Gazzetta dello Sport – Kjaer felice “Può essere la svolta”

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Felice pure lui. Simon Kjaer, danese di ritorno, finalmente una prova senza danni che può far guardare diversamente il futuro.«Tornare al Barbera è stato emozionante — racconta al termine della gara il centrale danese -, qui è cominciato il calcio per me». Sarà stato il luogo amico, ma a Palermo forse è cominciata un’altra stagione per Kjaer. Il suo obiettivo, certamente, è farsi riscattare definitivamente dalla Roma. «Ma se penso a come giocherò da qui alla fine del campionato, faccio soltanto il mio male. Devo restare concentrato solo sulla prossima partita da giocare, tutto qua. Sabatini mi conosce bene, lui alla fine della stagione farà le sue valutazioni con la società».

Smentisce, il danese, che il modulo di Luis Enrique metta in particolare difficoltà i difensori. «Anche perché davanti a noi gioca un certo De Rossi: con lui in campo ci sentiamo più sicuri e diventa tutto più facile». Infine, un augurio collettivo: «Che questa vittoria di Palermo rappresenti la vera svolta della stagione». E sarebbe pure ora.

Gazzetta dello Sport – Alessandro Catapano

Il Romanista – Roma concreta. Nel primo tempo difesa perfetta

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Buono l’approccio della Roma alla partita contro il Palermo, ordinata nella gestione del pallone, determinata nel pressing sugli avversari, ma sopratutto veloce e rapida nelle verticalizzazioni negli ultimi 20 metri; i tagli di Borini sono spesso premiati dai compagni e mettono in forte difficoltà la retroguardia rosanero che soffre la pressione avvversaria nelle fasi di ripartenza. La manovra romanista appare più spigliata e precisa del solito, senza sbavature nelle fasi di costruzione del gioco, ficcante negli improvvisi lanci verso la porta palermitana; l’intensità e la velocità del gioco romanista, la disponibilità di tutti i giocatori nel muoversi in sontonia con la squadra, consentono agli attaccanti romanisti di manovrare spesso e volentieri negli spazi e in velocità offrendo anche sprazzi di buon gioco. Mai in inferiorità numerica la difesa, supportata in ogni frangente dal ripiegamento non solo del centrocampo, ma anche del lavoro assiduo e costante degli attaccanti bravi nel far ritardare le ripartenze palermitane, consentendo il riposizionamento delle linee di difesa.

Solo il finale mette in una qualche apprensione Lobont, su fasi concitate e confuse nell’area romanista: in definitiva un primo tempo incoraggiante e di buon auspicio per affrontare le incognite della ripresa. Il rientro dagli spogliatoi trova un Palermo rinfrancato e più convinto nel tentativo di riprendere il risultato, costringendo a volte la Roma a difendersi con il coltello tra i denti nella propria area, e con il passare dei minuti ad operare quasi esclusivamente con contropiedi micidiali ma non decisivi, non riuscendo specie nel finale a mantenere il possesso palla e rallentare la pressione del Palermo.

Solo a tratti la Roma ripete le belle geometrie e la stessa padronanza di gioco così ben espresse nella prima frazione di gioco, patendo oltre misura la pressione dei centrocampisti rosanero; sa comunque soffrire l’undici giallorosso, coeso e raccolto quando serve, disposto al sacrificio anche con le punte prime a pressare gli avversari e a presidiare con attenzione le fasce. Una partita finalmente disputata con una certa omogeneità di applicazione nelle varie fasi di gioco e momenti di gara, sufficentemente coerente negli atteggiamenti e nelle attenzioni per tutto l’arco della partita, lasciando un’impressione di solidità e di compattezza così poche volte espresse in questo campionato.

Il Romanista – G. Caccamo

Gazzetta dello Sport – Quel secchione del gol che non sbaglia un esame

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Trattandosi della Roma, viene facile chiamarlo Boro. Ma decisamente non gli rende giustizia, perché Fabio Borini è quanto di più lontano esista dal classico boro romano (un tipo sopra le righe, si potrebbe tradurre). Piuttosto, si direbbe un ragazzo preciso. E uno studente modello, di quelli che fanno tutti i compiti a casa e non sbagliano un’interrogazione. Hai studiato oggi? Sì. Sei pronto? Certo. E allora, prego. Parlami di… Sa tutto, ha imparato la lezione, praticamente un libro stampato.  Voto? Alto. Anche ieri sera, è rimasto in media. Nono gol in campionato, il decimo stagionale, sempre più capocannoniere della classe.


VERSO LA MATURITA’ – 
Un rendimento così alto da portarlo dritto in Nazionale, e pure lì l’interrogazione con Cesare Prandelli è andata più che bene. Tanto da far balenare nella testa del c.t. azzurro l’idea di portarselo in Polonia, all’Europeo imminente, e per Borini sarebbe come sostenere un esame di maturità. I compagni della Roma, intanto, dicono: fa schifo per quanto è secchione. In grande amicizia, certo. Ma fanno fatica a congratularsi con lui. Pure ieri, il Boro ha segnato, si è girato e per un istante ha visto il vuoto intorno a lui. Poi, qualcuno ha fatto lo sforzo, si è avvicinato, le classiche pacche sulle spalle, ma senza troppa convinzione.

CENE? NO GRAZIE… – Sta sulle scatole ai compagni? No, per carità. Ma un pizzico di diffidenza intorno a Fabio Borini si avverte. Sarà perché non ama gozzovigliare fino a tardi e alle riunioni tecniche arriva sempre in anticipo. O sarà per quell’aria da primo della classe, appunto, che ostenta, non per snobismo però, ma per timidezza. Borini è un tipo preciso e non a caso, nell’intervallo, in una di quelle interviste flash che non danno mai un titolo, esprime il seguente concetto: «Come al solito siamo fortissimi nel primo tempo, ma oggi siamo pure più attenti perché nelle ultime partite abbiamo concesso troppo». Una dichiarazione che non passerà alla storia del giornalismo, ma rivela il nuovo atteggiamento della Roma: finalmente giudiziosa, dopo tante imbarcate.

CREDERCI? SEMPRE – Anche se pure il Palermo in una delle sue versioni peggiori qualche brivido alla banda del buco romanista lo ha provocato, soprattutto nel secondo tempo. Tipico della Roma sedersi sugli allori, come quegli studenti che sanno di essere bravi e vorrebbero campare di rendita. Ieri l’hanno sfangata. Per le prossime interrogazioni, continuare a rivolgersi a Borini. Sarà pure secchione, ma senza di lui…

Gazzetta dello Sport – Alessandro Catapano

 

 

Corriere della Sera – Borini è la magia della Roma

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Erano arrivate alla partita come le due grandi ammalate (e deluse) del campionato: il Palermo che aveva preso otto gol nelle ultime due giornate (1-4 a Siena, 0-4 in casa contro il Milan) e la Roma che era uscita sconfitta per la seconda volta contro la Lazio. Ne sono usciti peggio i siciliani, al secondo capitombolo casalingo: i 3.938 paganti del «Barbera» hanno detto prima ancora dell’inizio ciò che la tifoseria rosanero pensa della stagione. La vittoria della Roma, invece, garantisce a Luis Enrique una settimana di lavoro meno avvelenata. Non era semplice ripartire dopo il derby, tanto meno con le assenze di Stekelenburg, Juan, Burdisso, Osvaldo e Taddei. Straordinaria, ma ormai è diventata abitudine, la prestazione di Fabio Borini. Per il gol, sicuramente, perché quando una partita finisce 1-0 è il merito principale, ma anche per l’immensa mole di lavoro che si carica sulle spalle. Un vero uomo in più. La convocazione in nazionale, che a qualcuno è sembrata affrettata, è stata invece il logico sbocco di un periodo magico in cui Borini ha segnato otto gol nelle ultime dieci partite. Sono bastati tre minuti per mettere in chiaro tutti i problemi della difesa rosanero, priva di Silvestre e Migliaccio.

Muñoz sbaglia il disimpegno centralmente e passa a Lamela, anziché a Donati: l’argentino (che proprio al Palermo ha segnato il suo unico gol italiano nella gara di andata, il 23 ottobre) serve un assist perfetto per Borini che batte Viviano sul primo palo. La Roma costruisce su quel gol un primo tempo di qualità, arrivando a sfiorare più volte il raddoppio. Ancora Borini e Lamela, l’attacco baby che Luis Enrique ha lanciato a tempo pieno, mettono in crisi una fase difensiva del Palermo imbarazzante. I fischi che lo stadio riserva a Muñoz, ogni volta che il difensore argentino tocca palla, non migliorano la situazione. Nella ripresa, Bortolo Mutti prova a scuotere la squadra: fuori Budan e Zahavi, dentro Hernandez e Ilicic. Lemosse pagano e il Palermo crea di più, anche se lascia alla Roma spazi invitanti. Ai giallorossi, però, e non da oggi, manca il colpo del ko e così, nel finale, il Palermo riesce a chiuderli in area e crea due chiare occasioni per il pareggio: prima è Lobont a togliere da sotto la traversa un tiro di Muñoz, a caccia di riscatto, e poi è José Angel a salvare a portiere battuto un tiro di Vazquez appena entrato. Ma il risultato è giusto. A fine gara gli abbracci di tutta la panchina giallorossa, Luis Enrique compreso, sono per Simon Kjaer. Sembrava fosse diventato il gatto nero della squadra, dopo i rigori provocati contro la Lazio nel derby d’andata e a Siena. Ieri, invece, forse rinfrancato dal campo dove aveva giocato le suemigliori partite italiane, è sembrato ritornare il difensore che aveva fatto innamorare di sé mezza Europa. Il Palermo attuale non è l’avversario giusto per fare titoli roboanti, però i tre punti sono pesanti. Da qui a fine stagione saranno proprio Kjaer e José Angel a dover dimostrare di essere da Roma. Borini e Lamela lo hanno già fatto.

Corriere della Sera – Luca Valdiserri

Il Tempo – Ossigeno Puro

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Tre punti non belli ma importanti soprattutto per la testa di questa Roma disfatta, che fatica a restare in piedi per novanta minuti e dopo un bell’avvio esce con l’elmetto dalla Favorita di Palermo: arriva finalmente il primo successo in trasferta del 2012. Una Roma più attenta dietro rispetto al passato, ma ancora altalenante e schizofrenica, capace di alternare un ottimo primo tempo (se le partite finissero al 45’ la Roma sarebbe seconda in classifica) e una ripresa in netto calo che stavolta però non coincide col crack finale. Libera da pressione, con una stagione che ormai non ha più nulla da dire, la Roma sembra riuscire a muoversi meglio, a portare in fondo il suo gioco e verticalizzare come raramente gli era riuscito nel corso di quest’annata difficile. Almeno questo è quello che appare per 45 minuti, prima del calo fisiologico della ripresa.

Forse il problema principale di questa Roma è tutto qua: non ce la fa a tenere per una gara intera la stessa intensità in questo gioco, davvero molto dispendioso, preteso dal tecnico giallorosso. Ma non può essere solo un problema di gambe… Comunque, nonostante le assenze pesanti arrivate proprio nella settimana post-derby, la squadra di Luis Enrique sembra stringersi attorno al suo tecnico e crederci nuovamente. La differenza la fa probabilmente la voglia di dimostrare qualcosa in primis a se stessi, ma anche la ritrovata compattezza di un gruppo che ha capito quanto importante siano queste ultime partite per il futuro: e non solo per quanto riguarda la classifica. Pesa l’assenza dei due centrali titolari in difesa, ma Kjaer forse consapevole di avere, inevitabilmente, fiducia a lungo termine, gioca una partita attenta e senza rischiare granché.

Complice anche un De Rossi formato maxi (almeno nel primo tempo, poi cala anche lui) che copre tutto e c’è sempre quando là dietro quando serve una mano. A centrocampo Greco tiene a malapena un tempo al posto dell’infortunato Pjanic: altra qualità. La certezza in attacco è ancora Borini, ormai capocannoniere staccato della Roma a quota 10 gol stagionali (7 gol nelle ultime 8 partite, 9 totali in campionato): segna sempre lui e con un Lamela mascherato da rifinitore tutto diventa più facile. Tre minuti per il primo gol giallorosso che parte dai piedi di Totti e si concretizza sull’asse Lamela-Borini: fantastico il tunnel smarcante dell’argentino su Munoz per il giovane attaccante italiano che infila Viviano. Ma la Roma commette l’errore di non chiudere la partita ed è costretta a giocare l’ennesima ripresa con l’elmetto in testa.
Finale da infarto con il Palermo tutto in avanti ma stavolta la difesa giallorossa tiene. Tre punti che fanno classifica, ma soprattutto morale.

Il Tempo – Tiziano Carmellini


Il Messaggero – Borini esalta la Roma

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L’attaccante è il simbolo di una squadra che ha carattere e si ritrova nel momento più delicato. Luis Enrique, per interrompere la striscia negativa in trasferta e per lasciarsi alle spalle le due sconfitte di fila, disegna la Roma senza guizzi e, più che in passato, con scelte mirate.

Le otto assenze, anche se pesanti, non si notano. In porta c’è Lobont, abbastanza presente quando c’è da guidare la linea arretrata. Dietro i quattro difensori disponibili: Rosi a destra, fin troppo esuberante, e a sinistra Josè Angel, per una sera finalmente attento e lineare. In mezzo Kjaer che, tornando a Palermo, ritrova convinzione e sicurezza e va meglio del suo partner Heinze. A centrocampo, De Rossi pensa all’interdizione, a destra rientra Gago mentre a sinistra c’è il mancino Greco. Davanti il tridente migliore del momento. Con una variante: Lamela a sinistra e Borini che parte da destra. Totti è in mezzo e, come al solito, fa girare il pallone, da regista offensivo. La partenza di Lamela indirizza il match. L’argentino è in serata e spaventa subito il Palermo che dietro è in emergenza più della Roma.

Lobont si fa trovare pronto su qualche palla sporca, evitando la presa perché il vento può tradirlo. L’unica parata, prima dell’intervallo, su sinistro da fuori di Mantovani, comunque centrale, alzando sopra la traversa. Davanti il Palermo non si accende: il 4-3-1-2 è statico, manca il ritmo. Mutti, tra i due tempi, rivede il reparto avanzato: fuori Zahavi e Budan, dentro Ilicic e Hernandez che poi sono i titolari. La Roma, pur non rinunciando al possesso palla, è meno frenetica. Nel senso che rinuncia quasi totalmente al pressing alto. Aspetta come abitualmente fanno gli avversari quando incrociano i giallorossi. Luis Enrique se lo può permettere, contando sulla velocità, nelle ripartenze, delle due ali Borini e Lamela. Nella ripresa i due concluderanno, sui rispettivi lati e per primo l’argentino, sull’esterno della rete. In mezzo un intervento in due tempi di Lobont su tiro centrale di Ilicic. Il portiere giallorosso più tardi perde un pallone perché ostacolato da Kjaer, ma con il corpo si butta tra i piedi di Miccoli respingendo la conclusione ravvicinata. Lobont è grande sulla girata di Munoz, deviando ancora sopra la traversa. Simplicio per Gago durante l’assalto finale del Palermo che perde la terza partita consecutiva.

Il Messaggero – Ugo Trani

Corriere dello Sport – La Roma in coro: “Non finisce qui”

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A fine partita le facce della Roma sono più serene, come di qualcuno che si è tolto un peso. I giallorossi sono tornati a vincere dopo due sconfitte consecutive, ottenendo i tre punti in trasferta che mancavano da quasi tre mesi, precisamente dal 21 dicembre dell’anno scorso (Bologna-Roma 0-2). Ovvio, quindi, che alla domanda più semplice il direttore generale Franco Baldini risponda con un sorriso. «Come sta?» , «Eh… meglio…» . Il peso che se n’è andato, appunto. Poco più in là, di fronte a uno schermo da 40 pollici, il direttore Walter Sabatini riguarda con attenzione le azioni salienti della partita, la “sua” partita, tra la Roma con cui ha appena rinnovato per un’altra stagione il contratto e il Palermo alla crescita del quale ha dato un grande contributo.

PROTAGONISTI Lobont tra i pali, Kjaer al centro della difesa. Tra i protagonisti della vittoria del Barbera ci sono anche loro due. Hanno faticato e aspettato, le occasioni per mettersi in mostra, soprattutto per Lobont, non sono state tantissime. Ora però è arrivato il momento in cui il sacrificio è ripagato: «Io decisivo? – chiede il portiere romeno – No, lo sono stati tutti. E ringrazio chi mi ha dato l’opportunità di giocare in una grande squadra come la Roma». Nel calcio di Luis Enrique il portiere è chiamato a giocare più avanti, spesso con i piedi. Ma il ruolo del portiere non è più come una volta, adesso è quasi come un giocatore». (..) Per Kjaer invece, Palermo vuol dire anche tanti ricordi: «Qui il calcio per me è cominciato, è stata una bella esperienza. Ora sto bene a Roma anche se ci sono state un paio di partite in cui non ho reso al meglio» . La Roma dovrà decidere se spendere 7 milioni a fine stagione per riscattare il difensore danese: «Io faccio il mio, mi alleno sempre per fare del mio meglio, tra tre mesi vedremo» .

MANCINO – Né Marquinho, né Simplico. A centrocampo Luis Enrique, per completare la linea con De Rossi e Gago, ha scelto Leandro Greco: «Una partita fondamentale per noi perché venivamo da due settimane difficili. Il risultato credo sia meritato» . Il mediano romano analizza la partita del Barbera: «Nel primo tempo siamo stati nettamente superiori, nel secondo abbiamo sofferto. Il nostro obiettivo è quello di pensare al Genoa e di portare a casa altri tre punti. Non possiamo fare calcoli, dobbiamo fare più punti possibili. La stagione non è già archiviata, assolutamente (…)».

Corriere dello Sport – Alberto Ghiacci 

Palermo-Roma, le pagelle

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di Lorenzo Pompili

Lobont 6,5: Molto bene tra i pali, meno quando deve fare le uscite o impostare l’azione. Comunque fa il suo, e lo fa molto bene, salvando il risultato più volte.

Rosi 6: Partita ordinata del terzino romano, che pensa soprattutto a non distrarsi in fase difensiva. Nel finale appare molto stanco.

Heinze 6,5: Alla prima partita senza Juan, forse sentendosi maggiormente leader della linea difensiva, sfodera una bellissima prova, con molti interventi puntuali e riuscendo in molte occasioni a vincere i duelli aerei con gli attaccanti rosanero.

Kjaer 6,5: Sarà che si giocava al Barbera, lo stadio che lo ha reso celebre a livello europeo, sarà che adesso i giocatori della Roma sentono meno il peso delle responsabilità, ma il biondo danese oggi sembrava essere tornato il solido e attento difensore centrale che aveva impressionato con la maglia del Palermo.

Josè Angel 6,5: Probabilmente la migliore prova del terzino spagnolo in maglia giallorossa. Riesce a fornire una prova importante soprattutto nella fase difensiva, e questa forse è la notizia migliore della vittoria romanista.

Greco 6: Gioca un buon primo tempo senza sbagliare quasi niente e cercando, con personalità, spesso il passaggio più difficile azzeccando la scelta. Cala nella ripresa. Dal 79′ Marquinho s.v.: Pochi minuti per sfiorare il primo gol in serie A.

De Rossi 6: Svolge il suo solito ottimo lavoro di filtro davanti alla difesa, ma oggi sono tanti, anche troppi, gli errori in fase di impostazione.

Gago 7: Partita sontuosa del centrocampista argentino, che con grande classe detta i ritmi dell’azione della Roma. Come il resto della squadra, cala nel finale di gara. Dall’89’ Simplicio s.v.: Entra per giocare il recupero.

Borini 7,5: Trova la decima rete in questa fantastica stagione (è comunque la prima in serie A). Riesce ad evitare la linea del fuorigioco del Palermo  e a trasformare lo splendido passaggio di Lamela nell’1-0 che alla fine decide la partita. In più corre e si danna dal primo minuto fino al novantesimo prendendo sempre in velocità gli avversari. Un vero peccato che l’azione con cui si libera di due difensori dia solo l’illusione del gol a tanti tifosi romanisti.

Totti 6: Svaria su tutto il campo dimostrando una buona tenuta fisica (smentendo chi gli aveva detto in settimana che giocava con una gamba sola). Non prova mai il tiro dalla distanza e sbaglia alcune decisioni nel finale della gara.

Lamela 6,5: Torna sui livelli dell’inizio della sua avventura romana, quando aveva conquistato tutti i tifosi della Roma. Geniale l’assist per il gol di Borini con tunnel su Munoz, e prova a bissarlo pochi minuti dopo sbagliando la misura. Lotta e corre abbinando la sua classe sopraffina. Dall’80’ Bojan s.v.: Tanta velocità e tanta voglia, ma troppi errori, soprattutto nelle scelte.

Luis Enrique 6,5: Oggi le sue scelte si sono rivelate tutte giuste, e il primo tempo della sua Roma si avvicina di parecchio a quello che il tecnico spagnolo vorrebbe vedere ogni partita. La squadra nella ripresa soffre un po’, ma crea tante occasioni per il raddoppio.

Totti: “Tre punti preziosi”

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Francesco Totti, attraverso il proprio sito ufficiale, ha commentato la vittoria della Roma per 1-0 sul Palermo. Ecco le parole del capitano: “Giocare in casa del Palermo non è mai facile: lo dicono chiaramente i risultati, visto che in questo campionato loro hanno sempre fatto molto bene al Barbera. E lo dice anche la storia recente, poiché erano diversi anni che non riuscivamo a vincere sul loro campo. Abbiamo segnato presto e questo è sempre importante. Poi però c’è stato parecchio da lottare, soprattutto nel secondo tempo quando i nostri avversari sono usciti fuori in maniera più convinta alla ricerca del pareggio. Si tratta di un successo che ci porta 3 punti preziosi, sia per la classifica che per accrescere le nostre convinzioni in vista delle prossime giornate”.

Palermo-Roma 0-1: tutte le interviste. Luis Enrique: “Tre punti per continuare a crederci”. De Rossi: “Proveremo a vincere tutte le partite rimanenti”

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Palermo-Roma: tutte le interviste dei protagonisti al termine dell’incontro vinto dalla formazione giallorossa per 1-0.

Daniele De Rossi a Sky Sport:
“Mancano ancora tante partiite e vincerne tante e’ tutto quello che dobbiamo fare. O almeno provarci. Oggi abbiamo fatto un primo tempo importante, abbiamo sofferto un pochino nel finale ma era normale fosse così.  Bella partita e un abella soddisfazione. Concentarti in difesa? Non è l’idea di Luis Enrique ma di chiunque: se non sei attento, se non sei sveglio e anche smaliziato fai fatica, qualsiasi sia l’allenatore o la mentalità della squadra. Se poi dormi come è successo a noi qualche volta alla fine non ottieni punti. Bisogna vincere più partite possibile. Se le vinciamo tutte non lo so dove arriviamo perciò noi proviamo a vincerle tutte come stasera. E’ una cosa difficile ma ci proviamo, nulla è impossibile. Luis Enrique rimane per altri 5 anni? Penso sia una buona notizia. Poi da qui a cinque anni troppe cose possono succedere e troppe idee possono cambiare. Sia da parte sua che della società. Può essere un’ottima notizia, dopo sette  mesi di prova, un periodo troppo breve per valutare un allenatore”.

Daniele De Rossi a Mediaset Premium:
“Risveglio dopo il derby? Il derby è stato particolare, era il secondo che perdevamo. Ci vuole più continuità e questo era un campo difficilissimo. Come vedo la squadra? Con un’attenzione maniacale, sin dall’arrivo, sin dal pullman, chissà che da qui non cambi qualcosa, che sia di buon auspicio”.

Luis Enrique a Sky Sport:
“E’ l’atteggiamento giusto e l’attenzione nei 90 minuti contro una buona sqaudra che in casa gioca sempre bene. Abbiamo fatto una bella gara. Borini? E’ stata una giocata in cui abbiamo preso il pallone su palla persa. Coco ha fatto un passaggio incredibile e Fabio ha segnato. Una giocata che ci ha dato i tre punti per continuare a crederci. La difesa e l’attacco non sono una lineea ma fanno parte della squadra. La squadra ha fatto tutto quello che doveva e gli faccio i complimenti. Bojan? No mai giocare no. Bojan ha giocato quando considero che deve giocare. Sta facendo un buon lavoro e sta migliorando le sue prestazioni. Saremo più forti con tutti i calciatori. Adesso la squadra è così. De Rossi? Ha giocato già da centrale con la Juventus. Calciatori come lui possono giocare ovunqnue. Ma credo che il posto in cui si trova meglio è regista aiutando difesa e centrocampo. E’ stata una gara completa da parte di tutti. Terzini bassi? Si guardando questo equilibrio di cui abbiamo bisogno un pò per cercare di mettere in difficoltà l’avversario. E’ uno dei campi più difficili della serie A e sapevamo che se non avessimo fatto una partita completa sarebbe stato difficilissimo. Il calo nell’intervallo? Dovremo vedere ogni partita sul piano individuale. La squadra avversaria ha fatto un pressing più alto e chiuso di più. Potevamo chiuderla ma non lo abbiamo fatto ma sono davvero contento. Lobont? Deve fare il libero. E’ il nostro primo attaccante e il primo difensore. Per come giochiamo il portiere deve uscire dalla porta. Si allenano per questo con Nanni e Tancredi. Gli faccio i complimenti è un grande professionista e un grande uomo sempre pronto per la squadra e oggi ha fatto vedere di essere un grande calciatore. Lamela? Credo debbano imparare tutti e lo si piuò fare a qualunque età. lamela è un calciatore incredibile che ha fatto una gara completissima. Ha forte e ha voglia ed è sempre pronto”.

Luis Enrique a Mediaset Premium:
“Non era facile e lo sapevamo, dopo due sconfitte è normale che la squadra fosse dubitosa sulla fiducia. Nel 1° tempo siamo stati superiori, ma nel 2° è stato più difficile perchè hanno messo giocatori più di qualità in avanti. Il rinnovo? Io non chiedo mai niente, lavoro ogni settimana per migliorare la squadra, ho parlato chiaramente di quello che penso dei contratti degli allenatori e sono contentissimo di essere a Roma. Il Barcellona? Cosa devo dire? Sono contentissimo di essere a Roma e sono convinto di poter migliorare qui la mia prestazione. I risultati della Roma dipendono sempre dalla Roma? Per me è un complimento questo, è una soddisfazione per me perchè l’avversario deve adattarsi a noi. Io voglio fare i complimenti a Kjaer, ha bisgono solo di un po’ di fiducia, oggi ha fatto una bella gara ed è stato uno dei più importanti. Ritrovata la fiducia durante la settimana? Non mi ricordo niente di quello che ho detto, ma lavorare sulla testa dei giocatori è il massimo, bisogna fargli capire gli errori che commettiamo, ci vogliono parole di sicnerità. Io ho tanti difetti ma sono sincero, e i giocatori lo hanno capito. Aspettiamo la prossima partita dell’Olimpico per ritrovare il nostro tifo e finire la stagione nel modo migliore. Oggi il Palermo aveva uno come Balzaretti e ci ho messo Borini che ha tanta qualità per fare il taglio in diagonale, per me non è un problema che cambino posizione l’importante è che in fase difensiva siano ai loro posti”.

Luis Enrique a Rai Sport:
“Abbiamo fatto una buona partita, continuiamo cosi. Loro avevano giocatori pericolosi come Hernandez e Ilicic, la vittoria nostra è meritata. Tutte le squadre avversarie hanno qualità, noi dobbiamo migliorare molto. Partita brutta? Ma io firmo a fare le partite come oggi. Lamela? Stiamo parlando di un classe ’92, ha tutto per essere uno grande. Certo può migliorare tanto ma ciò che mi piace è la sua personalità che non si compra al mercato. Può crescere tantissimo, fa giocate che non vedo fare a nessun altro. Il mio futuro? Ho detto che sicuramente rispetterò il contratto poi vedremo”.

Luis Enrique a Roma Channel:
“Bello, dovrebbe essere sempre così. La concentrazione deve essere altissima, oggi partita completa su questo piano, abbiamo fatto la nostra partita come al solito, sono contento del rendimento e del controllo della partita. Però non abbiamo chiuso una partita che sembrava tutta per noi. Ma non dimentichimo che è un campo difficilissimo. Se abbiamo creato difficoltà alla squadra è perchè abbiamo fatto cose importanti. E sono contentissimo per quei giocatori in discussione, Kjaer e Josè in primis. Kjaer è stato un colosso, sono contento di tutti e due, faccio i complimenti, a tutti, anche a Lobont che si è fatto trovare pronto. Lobont? Modernissimo. Una punizione a cui abbiamo lavorato questa settimana è quella di lui che lancia lungo. I calciatori devono giocare ma anche parlare con l’allenatore e dire cosa pensano di certi schemi. E’ stata una settimana molto importante per questo. Questo risultato spero sia un punto di inflessione per la prossima partrita, che spero giocheremo a un livello molto alto. Heinze? Si, lui mi piace, ricorda me quando ero giocatore. Mi sento benissimo con tutti i ragazzi, ognuno ha la sua personalità, ma ci deve essere un rapporto tra allenatore e calciatori. Se dopo otto mesi non sei un pò più vicino…Ma non è comunque una scienza esatta, ci sono uomini, momenti, avversari. Ma in generale si, si vede. Non so se riesce a capire ma quella di andare in qualsiasi stadio al mondo a far la nostra proposta si vede. Poi gli errori sono sicuramente da migliorare. Ma l’idea che voglio io è questa, fare sempre la nostra partita, essere una squadra che difende sempre lontano dalla sua porta”.

 

Greco a Roma Channel:
“Era una partita fondamentale, venivamo da due settimane difficili. Il risultato è meritato. Nel primo tempo siamo stati superiori e potevmo sfruttare meglio delle occasioni, nel secondo abbiamo sofferto ma visto il periodo va bene così. Il nostro obiettivo è quello di pensare al domani, domani avremo riposo e lunedi riprendiamo. Poi penseremo al Genoa e a fare i tre punti. Non possiamo fare calcoli perchè siamo indietro. Dobbiamo fare piu punti possibili. Stagione archiviata? Assolutamente no, oggi lo abbiamo dimostrato. Quando giochi a Roma c’è pressione, è inevitabile. Oggi nel primo tempo abbiamo giocato bene come in tante altre partite precedenti, siamo una squadra che non ha continuità ma stiamo scontando un processo di crescita. Ma questo non significa lasciare tutto al caso. Cercheremo di vincerle tutte e a fine campionato vedremo. I calci piazzati? Abbiamo deciso di non fare come al derby dove ci difendevamo troppo bassi”.

Lobont a Sky Sport:
“Siamo contenti di questa partita perchè dopo il derby  abbiamo vinto su un campo non facile come quello di Palermo. Dobbiamo fare i complimenti a  tutti quelli che sono entrati in campo e quelli che sono venuti a Palermo. La Roma ha dimostrato di sapersi rialzare dopo ogni caduta. Il mio ruolo? Se avete visto negli ultimi tempi il ruolo del portiere è cambiato nel calcio. Ora si usa moltissimo come giocatore in campo. Anche se abbiamo sofferto nel secondo tempo abbiamo fatto bene. Ci siamo difesi bene e ci siamo aiutati in campo prendendo i frutti: ovvero tre punti importanti”.

Lobont a Roma Channel:
“Decisivi sono stati tutti, tutti quelli che sono venuti a Palermo. Voglio ringraziare tutti quelli che mi hanno dato l’opportunità di giocare in una grande squadra come la Roma. Il ruolo? Ultimamente il calcio è cambiato tanto, il ruolo del portiere è cambiato, ora è un giocatore in campo. La vittoria? Importantissima. Abbiamo passato una settimana non buona dopo il derby ma tutti abbiamo lavorato sodo e abbiamo preso alla fine i frutti del nostro lavoro. Dimentichiamo però questa partita e pensiamo al Genoa. I tifosi sono stati sempre vicini alla squadra, alla grande, anche quando le prestazioni non erano granchè. All’Olimpico c’è una sensazione particolare, non ti dico nel derby. La Roma mi da tutto, prima di Cagliari ho detto che sono orgoglioso di far parte di questo gruppo meraviglioso, che mi da fiducia. Adesso dobbiamo pensare in avanti, a Genoa. Prepariamo sempre le partite per vincerle”.

Lamela a Sky Sport:
“L’importante era la vittoria. Mi è piaciuto l’atteggiamento con cui abbiamo giocato. Il ruolo? Faccio quello che mi chiede l’allenatore e quello di cui ha bisogno la squadra. Se preferisco fare il trequartista? Si ma ripeto che faccio quello che mi chiede l’allenatore. Mi manca il gol? Si è una cosa che mi manca. Ma ho tempo e sono giovane per farne. Messi? Un fenomeno, ma non è vero che mi ha regalato gli scarpini”.
Lamela a Roma Channel:
“L’importante è che abbiamo vinto. Una settimana difficile, era importante tornare alla vittoria, per fortuna ci siamo riusciti. Per fortuna le cose vanno sempre meglio, ma devo ancora migliorare e mi alleno per raggiungere cose importanti con la squadra. Felice a Roma? Si, molto felice. Sono in un grande club e in una città molto bella”.

Kjaer a Sky Sport:
“Io sono venuto qui per la voglia di giocare. Qui il calcio per me è cominciato. E’ stata una bella esperienza. E’ stata una cosa speciale per me tornare. Per me Delio Rossi è un grande allenatore e sono contento delle sue parole. Penso a ogni partita piano piano e speriamo che arrivi al livello a cui devo arrivare. Il riscatto? Lo deve decidere lui. Io faccio il mio. Ogni giorno arrivo all’allenamento per fare il mio meglio; secondo me se penso da qui a tre mesi faccio solo il mio male. Io penso a lavorare e tra tre mesi vedremo. Abbiamo lavorato tanto in settimana per trovare una soluzione dietro per non prendere contropiedi. Il Palermo nel secondo tempo è arrivato con un’altra voglia ma abbiamo vinto e secondo me abbiamo fatto bene anche la fase difensiva. De Rossi? E’  importantissimo. Lui copre davanti e devi pensare solo allo spazio dietro. Il modo di difendere per me è ottimo ma De Rossi è importantissimo”.

Kjaer a Mediaset Premium:
“Mi hanno dato fiducia e oggi mi è andata bene. Io faccio il mio lavoro tutti giorni, sono stato tranquillo, e faccio il mio lavoro. L’Europa è un obiettivo per noi, facciamo il nostro lavoro per stare più in alto in classifica. Lavoriamo in allenamento e a volte va bene e altre no. Ma non guardiamo solo al risultato, non significa tutto. La Roma? Alla fine la maglia della Roma è un piacere, è una grande società con una grande storia”.

Palermo-Roma, Borini: “Ora dobbiamo stare attenti”

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Fabio Borini, nell’intervallo della partita Palermo-Roma, ha commentato i primi 45 minuti della squadra giallorossa, in vantaggio grazie ad una sua rete. Ecco le parole di Borini a Sky Sport: “Siamo più attenti perché abbiamo concesso tanto nelle ultime partite e bisogna stare ancora più attenti adesso che le fatiche si iniziano a sentire. La durata dell’incontro? E’ proprio lì che bisogna fare la differenza adesso. E cambiare atteggiamento subito dall’inizio”.