L’As Roma conferma la propria fiducia in Luis Enrique nonostante abbia perso il secondo derby consecutivo. Le parole di stima nei confronti dell’allenatore asturiano, non convincono però i bookmaker esteri, che considerando i risultati altalenanti della squadra giallorossa, quotano, come riportato da Agipronews sulla lavagna dell’agenzia Bet1128, l’addio dello Spagnolo, entro la fine della stagione stagione, alla Capitale a 4 volte la posta.
L’addio di Luis Enrique a fine stagione quotato a 4.00
Hernandez disponibile per la sfida contro la Roma
Il Palermo, dopo la sconfitta interna contro il Milan, è già al lavoro per preparare la sfida di sabato, contro la Roma di Luis Enrique. L’attaccante uruguayano, Abel Hernandez, come riportato dal sito ufficiale della società rosanero, palermocalcio.it, torna regolarmente ad allennarsi con il resto del gruppo, out invece il difensore Silvestre per lui solo fisioterapia.
Ag. Rosi: “Non ci aspettavamo l’esclusione al derby”
Davide Lippi, agente del calciatore romanista Aleandro Rosi, ha parlato dell’sclusione del proprio assistito al derby e dell’esperienza con Luis Enrique : “Non ci aspettavamo l’esclusione, il tecnico poi tiene tutti sulla corda e non si sa mai chi gioca fino all’ultimo minuto. Aleandro sta trovando spazio e siamo abbastanza soddisfatti. Io poi credo molto nel tipo di lavoro cominciato da questa società, a partire dalla società fino ad arrivare al tecnico. Ovviamente quando si cambia tanto, c’è bisogno di tempo, e Luis Enrique ne ha bisogno. Se si ha la pazienza di aspettare – dice a calciomercato.it – penso che riusciranno ad arrivare a grandi risultati. Penso sia corretto tenere Enrique per almeno due stagioni per completare il suo processo, poi nel calcio se non ci sono i risultati l’allenatore è il primo che ne paga le conseguenze. “.
Fenucci: “Risolto il rapporto di collaborazione tra As Roma e la dott.sa Mazzoleni”
Tramite il proprio sito internet ufficiale l’As Roma fa sapere la cessazione del rapporto di collaborazione tra la società giallorossa e la dott.sa Cristina Mazzoleni. Queste le parole al riguardo dell’amministratore delegato della società Claudio Fenucci: “Intendo rendere noto che, a seguito della riorganizzazione dei processi aziendali avviata in questi mesi, il rapporto di collaborazione professionale tra la dott.sa Cristina Mazzoleni e la A.S. Roma S.p.A. si è concluso lo scorso sabato 3 marzo 2012. L’A.S. Roma intende ringraziare Cristina Mazzoleni per l’attività svolta in tanti anni di lavoro e le augura le migliori soddisfazioni”.
Donati: “Con la Roma dovremo attaccare e difendere in 11”
Massimo Donati, centrocampista del Palermo prossimo avversario della Roma in campionato, ha parlato dell’imminente sfida con i giallorossi in conferenza stampa:“La Roma? Dovremo attaccare e difendere in undici, perché senza la giusta determinazione si va comunque in difficoltà. Se riusciremo a chiuderci bene e ripartire, sfruttando gli spazi che ci concederanno, allora potremo dire la nostra. Siamo una squadra votata all’attacco”.
Tommasi: “Il rigore ha deciso il derby”
Il presidente dell’Assocalciatori, Damiano Tommasi, parla del derby di ieri tra Roma e Lazio allo stadio Olimpico. Più che il risultato sembra aver fatto notizia l’atteggiamento razzista della curva Nord contro il difensore giallorosso Juan verso cui alcuni tifosi biancocelesti hanno intonato cori e fatto gesti discriminatori, oltre ai sonori “buuu” ogni volta che il giocatore prendeva palla, e non solo: “Purtroppo poche persone rischiano di rovinare uno spettacolo. È sempre la solita discussione: per la maleducazione di pochi ne pagano le conseguenze tutti. La presa di posizione da parte dei calciatori è stata chiara come sempre. La solidarietà della categoria è sempre all’altezza della situazione. Partita da fermare? Bisogna capire se è giusto fermare uno spettacolo a discapito di tutti oppure se è più giusto colpire quei pochi che si comportano in modo incivile”.
Tommasi, nel corso del “Primo seminario di Alto Livello sulla Legalità nello Sport” in corso nella Scuola Superiore di Polizia di Roma e promosso dal Ministero dell’Interno, Interpol e Figc, ha inoltre rilasciato dichiarazioni sulla perforamnce clacistica delle due squadre nel match e sull’espulsione al 7′ del primo tempo dell’estremo difensore di Luis Enrique, Stekelenburg: “È stato un derby segnato da subito dall’episodio del rigore. La Roma ha tenuto testa come all’andata anche in inferiorità numerica poi ha vinto la squadra che ha spinto di più. È chiaro che la partita cambia, ma finchè esiste questa norma è questo il provvedimento da prendere”.
Giudice sportivo: 20.000 euro di ammenda alla Lazio. Un turno di squalifica per Stekelenburg
Il Giudice sportivo, dopo i cori razzisti partiti dalla curva nord, nei confronti del giocatore della Roma Juan, ha deciso per una multa di 20.000 euro nei confronti della società biancoceleste. Un turno di stop per il portiere giallorosso Stekelenburg dopo l’espulsione rimediata ieri. Queste le decisioni pubblicate sul sito legaseriea.it:
Ammenda di € 20.000,00 : alla Soc. LAZIO per avere suoi sostenitori, nel corso della gara, indirizzato reiteratamente ad un calciatore della squadra avversaria grida e cori costituenti espressione di discriminazione razziale; per avere inoltre, lanciato nel recinto di giuoco due petardi; entità della sanzione attenuata ex art. 14 comma 5 in relazione all’art. 13 comma 1 lettere a) e b) CGS, per avere la Società concretamente operato con le forze dell’ordine a fini preventivi e di vigilanza.
Ammenda di € 7.000,00 : alla Soc. ROMA per avere suoi sostenitori, nel corso della gara,
lanciato sul terreno di giuoco un bengala e, nel recinto di giuoco, una bottiglietta di plastica piena
d’acqua e numerosi petardi; entità della sanzione attenuata ex art. 14 comma 5 in relazione all’art.
13 comma 1 lettere a) e b) CGS, per avere la Società concretamente operato con le forze
dell’ordine a fini preventivi e di vigilanza.
STEKELENBURG Marteen (Roma): per avere commesso un intervento falloso su un avversario in possesso di una chiara occasione da rete.
Lesione di 2° grado del legamento collaterale mediale per Juan, stop di 45-50 giorni
Lesione di secondo grado del legamento corraterale mediale, questa la diagnosi riportata dalla risonanza magnetica, alla quale è stato sottoposto il difensore centrale della Roma Juan. Con un comunicato, pubblicato sul sito uffiailce dell’As Roma, asroma.it, la società giallorossa ipotizza uno stop di circa 45-50 giorni, con il calciatore che già nelle prossime ore iinizierà il lavoro di fisioterapia.
Arshad: “Triste per il derby, ma il marchio Roma sta crescendo”
Shergul Arshad, direttore del Digital Business della Roma, descrive sul suo profilo su Facebook la tristezza per la sconfitta nel derby di ieri pomeriggio, ma invita in parte all’ottimismo comunicando la crescita nel mercato mondiale del brand Roma. Queste le righe con cui Arshad ha parlato ai tifosi giallorossi:
“E’ il giorno dopo la sconfitta della Roma nel derby, che lascia profonda amarezza dentro molti di noi – discutibile il cartellino rosso all’ottavo minuto che ha cambiato la gara. Ma il sole è alto, il marchio Roma è in crescita e ci stiamo più che mai stabilendo nel mercato globale. Daje Roma!”
Nicchi: “Assurda la regola dell’espulsione con rigore”
Marcello Nicchi, ex arbitro ed oggi presidente dell’Associazione Italiana Arbitri, parla di una regola che da tempo è contestata, anche e soprattutto dalla Task Force Fifa, e che probabilmente verrà cambiata (se ne è discusso durante l’ultimo International Football Association Board del 3 marzo) dal prossimo giugno: quella dell’espulsione dopo aver fischiato il rigore.
Difendendo comunque la decisione di Bergonzi (“ha applicato il regolamento“), Nicchi ha espresso il proprio parere a margine del seminario sulla legalità nello sport presso la scuola superiore di polizia. Queste le sue parole riporta da adnkronos:
“La regola del rigore e dell’espulsione per il fallo da ultimo uomo è assurda, perchè così si rovinano le partite, come è successo anche nel derby di Roma. Bergonzi si è comportato bene perchè ha solo applicato il regolamento, ma è la regola che va rivista. Non si può confondere il fallo per cui è già previsto il rigore con una penalizzazione in tre tempi. Non è nello spirito del gioco“
Trigoria, il programma settimanale degli allenamenti della Roma
La Roma comunica, attraverso il sito ufficiale asroma.it, il programma settimanale degli allenamenti. La squadra si ritroverà martedì pomeriggio a Trigoria dopo il giorno di riposo concesso da Luis Enrique per preparare la partita contro il Palermo di sabato sera in Sicilia. Questo il programma:
5 marzo Riposo
6 marzo Allenamento ore 14
7 marzo Allenamento ore 14
8 marzo Allenamento ore 14
9 marzo Allenamento ore 14
10 marzo Serie A: Palermo-Roma h 20,45
11 marzo Riposo
Il Tempo – A Palermo in emergenza: Osvaldo fuori, Pjanic e Juan ko
Superato un derby da dimenticare in fretta, la Roma si avvicina alla trasferta di Palermo con ulteriori dubbi e meno certezze.
Dopo il giorno di riposo concesso da Luis Enrique, la squadra tornerà ad allenarsi domani alle 14 a Trigoria per preparare la sfida di sabato sera. Con Osvaldo e Cassetti out (sono squalificati per un altro turno), il tecnico spagnolo spera di non dover fare a meno anche di Pjanic e Juan, usciti malconci dal match dell’Olimpico. (…) Oggi il centrocampista sarà tenuto a riposo totale, se il dolore non scomparirà, martedì verranno svolti ulteriori controlli.
Saranno valutate invece nelle prossime ore le condizioni di Juan (distorsione e leggero trauma al ginocchio destro). Il brasiliano verrà sottoposto in giornata a degli esami specifici per valutare l’entità dell’infortunio.
Il Tempo – Adriano Serafini
La Gazzetta dello Sport – Quel rosso nel mirino. Rigore ed espulsione: eccessivo?
Neanche il tempo di discutere, o criticare, le decisioni dell’International Board, e subito tre casi scuola nel campionato italiano. Dopo il “gol fantasma” di Muntari non visto la settimana scorsa, tre episodi tutti ben giudicati dagli arbitri ieri. Anche se le polemiche — filosofiche più che altro, perché il regolamento parla chiaro — non sono mancate. 1) L’espulsione di Stekelenburg per fallo in area che impedisce chiara occasione da gol (derby Lazio-Roma). 2) I due “gol-non gol” di Borini e Sculli per fortuna convalidati nel derby romano e in Lecce-Genoa.
Tripla sanzione? Sì L’azione di Stekelenburg non lascia dubbi: Klose è in area e ha davanti soltanto il portiere. Insomma, chiara occasione da gol. Stekelenburg lo atterra nei sedici metri: da regolamento è rigore, espulsione e — terza sanzione —squalifica per un turno. Troppo? A sentire la Task Force Fifa (Beckenbauer, Albertini, Hierro…), la risposta è sì. A sentire i protagonisti in campo, idem. Non solo Luis Enrique: anche Reja e Marchetti giudicano eccessiva la triplice punizione, anche se un eventuale cambio della regola sarebbe entrato in vigore dal 1o giugno. Il bello è che la pensano tutti così: allenatori, giocatori, Task Force, Blatter. E allora perché la regola non è stata cambiata sabato?
Vecchio Board Intanto, perché il Board, prima di cambiare, ci mette 126 anni (la sua età, è nato nel 1886). E perché non sempre alle parole corrisponde la volontà politica. Da un anno la Task Force lavorava alla proposta: due sanzioni (rigore e ammonizione) bastano. A meno che non si tratti di fallo violento o di “parata” sulla linea di un giocatore.Ma quando la Fifa ha compilato il documento da presentare al Board, è spuntato un terzo caso da espulsione: “rosso” se il difensore che commette il fallo non può raggiungere il pallone. Il che avrebbe complicato tutto, lasciando troppo spazio all’interpretazione arbitrale (poteva arrivare sulla palla o no?) e alle polemiche.
Si cambierà Il “no” deciso è stato delle britanniche. Gli inglesi hanno addirittura rilanciato con una proposta più bizzarra: rigore più espulsione senza però squalifica. Un evidente non senso giuridico. Tutto resta comeprima anche se qualcosa, vedrete, succederà: se Blatter vuole evitare una crisi politica, o addirittura le dimissioni di Beckenbauer, dovrà riaprire il discorso presto. Altrimenti Albertini & c. si sentiranno inutili e manderanno al diavolo i prossimi inviti Fifa. Chissà, forzando un po’ la mano, il testo potrebbe rientrare nel Board straordinario di luglio.
Board straordinario Solo che il 2 luglio a Kiev, il giorno dopo la finale, l’agenda sarà già stracolma. Due punti: 1) gli arbitri di porta; 2) i test finali delle due tecnologie sul “gol fantasma“. Per gli arbitri sarà decisivo l’Europeo che farà da cassa di risonanza a errori e valutazioni giuste: la sperimentazione in Champions, purtroppo, conterà meno. E poi “occhio di falco” (sistema di proiezioni grafiche) e goalref (misto sensori/ pallone intelligente) da approvare o meno. I gol di Borini e Sculli, ieri, sarebbero stati oggetto di analisi tecnologica, ma è bastato un occhio umano attento. Più che i “gol fantasma“, una tantum, sono i fuorigioco i casi frequenti e difficili. Ma qui Blatter e Platini dicono “no!”.
La Gazzetta dello Sport – Fabio Licari
La Gazzetta dello Sport – Festa Lazio, rabbia Roma
Derby sull’orlo di una crisi di nervi. Due espulsi, otto ammoniti e un rigore con annesso cartellino rosso che spacca la partita e la consegna dopo appena otto minuti alla Lazio. Che vince con merito perché la sua difesa combina meno guai di quella della Roma. Tutto quasi come all’andata: là, il rigore trasformato come ieri da Hernanes e l’espulsione (di Kjaer) arrivarono all’inizio del secondo tempo dopo lo 0-1 di Osvaldo e poi ci pensò Klose; qui il vantaggio dal dischetto e l’espulsione di Stekelenburg che esclude subito Lamela (dentro Lobont) sono immediati come la veemente risposta della Roma che pareggia con Borini.Ma 80 minuti di inferiorità numerica, e una difesa colabrodo a prescindere, prima o poi si pagano. Giustiziere E’ il redivivo Mauri, da palla inattiva, una di quelle punizioni da metà campo che fanno fare bella figura ai reparti arretrati. I colpevoli, nell’ordine, Juan, Taddei e Lobont. Otto minuti conclusivi in ritrovata parità numerica, causa espulsione di Scaloni, non bastano alla Roma, da tempo esausta, per rimettere un’altra volta a posto le cose. La Lazio consolida così il suo terzo posto Champions che diventa solitario ed elimina dalla corsa la Roma. Derby e dimissioni sembrano diventati per Reja le chiavi giuste di una stagione indimenticabile. A Luis Enrique la sconfitta numero dieci, dodici contando le coppe, per il modo in cui è venuta sposta poco nei rapporti con la società, ma vaglielo a spiegare ai tifosi.
Regola sbagliata Dio ci salvi dall’International Board. Proprio sabato aveva bocciato, sbagliando, la proposta di eliminare la tripla sanzione, rigore, espulsione e squalifica. Niente da fare, si va avanti così. Il rigore c’è, anche se Bergonzi, lontanissimo, si fa aiutare dal guardalinee Niccolai. Il resto lo fa il regolamento. Klose è solo, dopo il disimpegno sbagliato di Heinze e l’imbucata di Hernanes, Stekelenburg cerca la palla ma prende il piede destro. Il designatore Braschi era stato chiaro, a suo tempo. Qui sta il rosso e l’inizio di un altro derby.
Cuore Roma – Luis Enrique l’aveva preparato limitandosi alla sorpresa Josè Angel preferito a Rosi,ma il problema è che cambiando l’ordine dei fattori il rendimento disastroso della difesa giallorossa non cambia. I ritorni di De Rossi e Totti dovevano dare la giusta carica temperamentale e lo hanno fatto. Colpita al cuore la Roma proprio col cuore reagisce, mettendo sotto una Lazio intimorita quasi quanto l’arbitro Bergonzi, che comincia a pasticciare coi cartellini (grazierà Biava dopo avergli riservato un primo giallo gratuito) e non la finirà più. Il pareggio è un premio a tanto ardore e a quel piccolo e micidiale attaccante che è Borini, il cui tap in dopo la traversa di Juan è ributtato fuori dalla porta da Biava. Ma qui non c’è il Romagnoli di Milan- Juventus: Copelli è bravissimo a chiamare il gol. Per tutto il primo tempo la Roma regge col suo 4-3-2 giocando su ritmi altissimi. Esagerati. E infatti, ripresa col fiato grosso, Marquinho per Pjanic, e dopo il 2-1 di Mauri, Bojan per Juan. Un avventuroso 3-3-3 che produrrà solo una palla gol contro le cinque-sei della Lazio.
Equilibrio Lazio – E’ la parola giusta e Reja la userà anche negli spogliatoi. Più che un 4-2-3-1 quello della Lazio è un 4-4-1-1, con Gonzalez e Mauri che per proteggere Scaloni e Garrido, difensori laterali dell’emergenza, restano bassi sulla linea di Ledesma e Matuzalem, i veri uomini-partita, sempre in controllo del centrocampo. Rispetto dell’avversario ma anche stratagemma per affondarlo con le ripartenze. L’1-0 è emblematico.Ma equilibrio è anche non stravolgere la squadra in omaggio alla superiorità numerica. Kozak e Alfaro stanno in panchina e lì restano ben oltre il 2-1 firmato Mauri. Che noi avremmo sostituito già da un po’. Bravo Reja a non farlo.
Razzismo schifoso – Non è un derby stravinto. A straperderlo, in compenso, quei deficienti che in curva nord riservano ripetuti cori razzisti a Juan. Un modo per farsi sempre riconoscere.
La Gazzetta dello Sport – Andrea Pugliese
Corriere dello Sport – Taddei: “Basta tacere sugli arbitri!”
Lo stile imposto da Baldini resiste anche dopo il derby ma le emozioni negative hanno rotto gli argini dell’indifferenza. La Roma stavolta è seccata per l’arbitraggio di Bergonzi. Non è soltanto l’espulsione di Stekelenburg ad aver provocato il disappunto dei dirigenti, ma anche la gestione dei cartellini gialli e un atteggiamento giudicato troppo permissivo nei confronti dei giocatori della Lazio, soprattutto Biava e Dias.
I COMMENTI – In passato, tutti avevano volutamente dribblato i commenti sulle decisioni degli arbitri, preferendo non alimentare polemiche che possono minare la serenità di chi fischia. Ma questo Roma-Lazio aperto da un cartellino rosso borderline ha spinto Baldini e Luis Enrique a concedersi una leggera deroga dialettica. Baldini: “Il rigore su Klose ci poteva stare, perché lui se lo va a prendere scaltramente, ma l’espulsione di Stekelenburg è eccessiva“. Luis Enrique: “Mi piacerebbe una volta giocare un derby in undici contro undici…”, tornando sul rigore con espulsione di Kjaer, determinante per il risultato all’andata. E’ solo un momento di sconforto o la filosofia del fair play incondizionato sta per terminare? La sensazione è che la Roma non diventerà mai un grillo urlante (“Non siamo missionari, non critichiamo gli arbitri per non creare alibi a noi stessi” ha ripetuto Baldini) ma che presto la questione arbitrale verrà affrontata in Federazione e in Lega. Non c’è vittimismo da parte della società, in ossequio alla famosa rivoluzione culturale, solo l’esigenza di essere rispettati anche senza lamentarsi. Nessuna squadra di serie A ha tanti espulsi quanto la Roma (sono già otto) e questo è sorprendente, per una squadra che quasi sempre vince le partite del possesso palla.
LA SQUADRA – E se De Rossi preferisce evitare l’argomento, bollandolo come “non produttivo“, Rodrigo Taddei decide di attaccare sia Bergonzi che la politica educata della società: “Siamo solo noi a essere troppo buoni. Le altre squadre quando finisce la partita massacrano l’arbitro. Questo deve cambiare, sta diventando una cosa monotona e triste. Non capivamo quale regolamento seguisse Bergonzi: Bojan in un’azione ha preso una serie di calci ed è stato ammonito“. Queste frasi non sono piaciute ai dirigenti, che lasciano trapelare solo informalmente la loro irritazione per l’arbitraggio. Taddei, anzi, rischia una multa, perché sulle dichiarazioni la società non fa sconti: i commenti sugli arbitri vanno eliminati. A Siena, una twittata di Kjaer a proposito del rigore decisivo era stata stigmatizzata. E nel derby d’andata era toccato a Pizarro essere rimproverato per un’espressione molto dura rivolta a Tagliavento (“Non parlo dopo un furto“).
APPLAUSI – Dal punto di vista della prestazione, invece, i giocatori non sono stati ripresi. Né dai dirigenti né da Luis Enrique. In questa domenica di sofferenze sono considerati innocenti. La convinzione diffusa in casa Roma è che non si potesse fare di meglio per contrastare la Lazio con un uomo in meno per tutta la partita. E questo, agli occhi dei tifosi, è ancora più preoccupante.
Corriere dello Sport – Roberto Maida
La Repubblica – Luis Enrique: “Cosa ho fatto per meritarmi tutto questo?”
“Mancano dodici partite, io continuo a lavorare, almeno fino al termine della stagione”. Luis Enrique non intende mollare e neanche il secondo derby stagionale perso (1-2) sembra farlo vacillare. “Mi piacerebbe finire una partita in undici, anche se non parlo degli arbitri”. Non ne parla, ma si mostra piuttosto scosso dalle decisioni di Bergonzi, dall’espulsione di Stekelenburg arrivata dopo soli sette minuti. “Sono molto deluso, pensavo di poter vincere la partita, facendo del nostro meglio, ma tutto va via dopo pochi minuti: non so cosa ho fatto per meritare questa merda”. Se non lo sa lui, figurarsi i tifosi, ancora una volta costretti a doversi sorbire lo spettacolo di una squadra fragile e brutta da vedere. “Il giudizio sul mio lavoro lo daremo a fine stagione — si difende lo spagnolo — e non in base a una sola partita. Mi son meritato di finire almeno l’anno, solo per quello che ho vissuto. Mi rialzo, adesso, mancano 12 partite, anche se per essere una grande squadra ci manca tanto. Riprendiamo a lavorare”.
Non vacilla Luis Enrique e non vacilla la società, schierata a difesa del tecnico. “Siamo orgogliosi dell’atteggiamento che squadra e allenatore hanno avuto — spiega Baldini — giocare l’intera gara in dieci è stato dispendioso, non ha concesso nulla alla Lazio, salvo negli ultimi minuti. Abbiamo intrapreso una strada convinti di poter fare bene. Se non sarà possibile portare avanti questo progetto ne renderemo conto. L’arbitro? Continuiamo a non parlarne. Diciamo che il rigore ci poteva stare, ma è stato eccessivo espellere Stekelenburg”. E ancora: “Nessuno si aspettava traguardi più alti di questo, aggiungeremo qualcosa ogni anno per avere una progressione costante sulla qualità”. Cosa che auspica De Rossi. “La soluzione per vincere i campionati è mettere qualche campione, per far crescere il livello d’esperienza. Adesso è tutto deludente: perdere due derby, essere a 10 punti dal terzo posto, tutto quanto”. La squadra tornerà a lavorare domani pomeriggio per preparare la trasferta di sabato sera a Palermo.
La Repubblica – Francesca Ferrazza
Corriere dello Sport – Per la Lazio ci sarà una multa, ma non la squalifica del campo
Cosa rischia la Lazio per i buuu razzisti dei propri tifosi nei confronti di Juan? Una multa, magari forte, ma non di più. Non ci sono gli estremi per salire nella gamma delle sanzioni.
IL GIUDICE – L’art. 11 del Codice di Giustizia Sportiva sancisce la responsabilità delle società “per cori, grida e ogni altra manifestazione espressiva di discriminazione”. L’ammenda che si applica alle società di serie A va da 20 a 50 mila euro. Perché il club biancoceleste non ha precedenti né è recidiva. Fra l’altro, il giudice solitamente tiene comunque conto di quanto le società fanno per prevenire atti come questi, applicando le attenuanti generiche previste dal codice. Perché, in caso di recidiva o particolare gravità, un club potrebbe trovarsi a dover disputare una o più gare a porte chiuse, con alcuni settori dello stadio chiusi, fino alla squalifica del campo.
IN CAMPO – Corretto il comportamento dell’arbitro ieri in campo, due anni fa uscirono delle linee guida per gli arbitri fornite dall’Uefa sul comportamento da adottare: annuncio con l’altoparlante; nuova sospensione della gara (cinque, dieci minuti), con richiesta alle squadre di rientrare negli spogliatoi; sospensione definitiva del match, in accordo con le autorità presenti sul campo. A Bergonzi, ieri, è bastato seguire solo il primo step.
Corriere dello Sport
Il Messaggero – Borini non si ferma più, sette gol in otto partite
Ad una decina di minuti dalla fine, si è arreso. Alla fatica, prima ancora che alla sconfitta. Ha chinato il capo, ha fatto un respirone e, per la prima volta dal fischio d’avvio di Bergonzi, ha guardato gli altri correre. Fino ad un attimo prima, era stato lui a scattare mille volte da una parte all’altra del campo, anche rincorrendo pallone e avversari, al punto di far sembrare talvolta che la Roma stesse giocando in undici contro undici e non con un uomo in meno. E, non contento, Fabio Borini aveva segnato anche la rete del pareggio giallorosso, il suo ottavo gol in campionato, nono stagionale, il settimo nelle ultime otto partite.
Sognava di chiudere in maniera diversa una settimana che mai e poi mai potrà dimenticare, per via dell’esordio con la Nazionale di Cesare Prandelli: ha provato con tutto se stesso ad aiutare la Roma, ma (…) non c’è riuscito fino in fondo. Archivia il suo primo derby romano con una sconfitta e una prestazione da applausi, e non v’è dubbio che se fosse stato possibile avrebbe optato per il contrario. Se non altro, (anche) la partita contro la Lazio ha dimostrato, confermandolo, che la Roma ha messo a segno, i due tempi, un acquisto davvero azzeccato. Sebbene sia ancora giovane, Borini è uno di quelli su cui si può contare da subito.(…). Ha margini di miglioramento notevoli, ma vede la porta e, soprattutto, sfrutta le proprie qualità mettendole al servizio della squadra. Non gioca per se stesso, ma in funzione di un calcio collettivo.
Un attaccante moderno, un rompiscatole, un generoso: nelle ultime settimane si sono sprecate le etichette per inquadrarlo per bene, però la faccenda non è ancora arrivata alla parola fine. Ogni volta, del resto, Borini regala una novità e visto che ha un contratto con la Roma fino al 2016 avrà tempo per stupire ancora.
Il Messaggero – Mimmo Ferretti
Corriere dello Sport – Juan e Pjanic Ko: niente Palermo
Come spesso capita, la sfortuna si accanisce su chi è in difficoltà: nella domenica in cui consegna il secondo derby alla Lazio, la Roma perde Juan e Pjanic per infortunio. Tutti e due, con ogni probabilità, salteranno la trasferta di sabato prossimo a Palermo.
IL BRASILIANO – Juan si è fatto male in un contrasto aereo con Klose, nel primo tempo. E nella ripresa, in occasione del salvataggio sul contropiede di Hernanes, ha sentito un’altra fitta al ginocchio destro: si tratta di una distorsione. Esclusa l’ipotesi più grave (lesione al crociato), la risonanza magnetica che verrà effettuata nelle prossime ore accerterà i danni alla capsula, al menisco e ai legamenti. Al suo posto, contro il Palermo, tornerà titolare Kjaer, che tra l’altro è un ex.
IL BOSNIACO – Pjanic invece ha un problema muscolare alla coscia sinistra. Dopo i problemi dei giorni scorsi all’altra gamba, si è bloccato nel secondo tempo del derby ed è stato costretto a chiedere il cambio. “Temo uno stiramento” ha confessato prima di allontanarsi dallo stadio Olimpico. I medici di Trigoria lo esamineranno probabilmente domani, per valutare l’eventuale lesione.
I RIENTRI – La Roma riprenderà il lavoro domani alle 14. La buona notizia è il ritorno di Gago, che ha scontato la squalifica. Ancora fuori invece Osvaldo e Cassetti (…)
Corriere dello Sport – Roberto Maida
Corriere della Sera – Pensare al presente e (troppo) al futuro
Alla Lazio è riuscito quello in cui la Roma ha completamente fallito: vivere una sola dimensione, quella del presente. Nessun fronzolo, nessun sogno, nessuna concessione alla parte “ideale” del calcio: solo sostanza. Non è poco, soprattutto se si considera che al tecnico Edy Reja mancavano otto giocatori e che la panchina era ridotta ai minimi termini. Potrebbe essere poco per un salto di qualità definitiva nel futuro, ma questa è una parola che al presidente Claudio Lotito non interessa. Ed è difficile dargli torto, con due derby vinti su due e con il terzo posto in solitario. La Roma, invece, è rimasta nella terra di nessuno, pagando caro e pagando tutto. L’errore più grande, adesso, sarebbe buttare tutto all’aria e rinunciare all’idea che ha comunque portato giovani dal sicuro futuro come Fabio Borini, l’argentino Erik Lamela e il bosniaco Miralem Pjanic a giocare da titolari praticamente per tutto il campionato. Però si deve comprendere il tifoso che oggi si sente umiliato da una stagione disastrosa (10 sconfitte in campionato, subito fuori dalla Europa League e presto dalla Coppa Italia). Qualcosa deve cambiare. Difficile dire se l’allenatore oppure i giocatori. Chi scrive pensa i secondi, ma il dibattito è aperto. Dal derby della gioia biancoceleste e della depressione giallorossa escono così due domande “temporali“. La Lazio si deve chiedere come dare un futuro a un presente bello ma che rischia di essere un po’ miope. La Roma deve imparare a vivere l’attualità e non solo il progetto. Inutile dire che si viva molto meglio con la prima domanda che con la seconda. Lo ha già spiegato, con dovizia di particolari, il risultato.
Corriere della Sera – Luca Valdiserri