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Derby, Da Costa: “Totti merita di battere il mio record”

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Dino Da Costa, bomber della Roma fra gli anni ’50 e ’60, ha parlato del derby di ritorno in programma oggi pomeriggio. L’ex attaccante italo-brasiliano, tuttora detentore del record di marcature, ben 11, nelle sfide contro la Lazio, auspica una vittoria dei giallorossi magari con un gol di Totti. Che a quota 8 reti segnate ai biancocelesti è l’unico che può insidiare il suo primato. Ecco le dichiarazioni di Da Costa:

Un augurio per questo derby?
“Ovviamente che lo vinca la Roma. Magari con un gol di Totti”.

Il capitano, con 8 gol, è l’unico che può raggiungere il suo record. Cosa prova?
“Non ne sono geloso, anzi spero che venga presto battuto. Chi meglio di di una bandiera come Totti?”

Un giudizio sulla nuova Roma.
“E’ una squadra giovane, di conseguenza anche inesperta. Deve migliorare la fase difensiva. Luis Enrique? Anche lui è giovane, viene dalla B spagnola e cimentarsi in un campionato difficile come quello italiano non è facile. Sembra avere le idee chiare, anche se io De Rossi a Bergamo l’avrei fatto giocare. Una multa per il ritardo poteva bastare”.

Che ricordi ha dei derby?
“Bellissimi: io segnavo sempre e la Roma vinceva. Ero un incubo  per il mio amico Lovati. Gli feci gol ovunque, in campionato e in Coppa Italia. Anche in un’amichevole a fine carriera: ricordo che quella volta se la prese molto. Ricordo un derby in cui vincemmo con un autogol di Janich provocato da un mio tiro. Quel gol, oggi, verrebbe assegnato a me”.

(Centro Suono Sport)

 

A Trigoria una scritta di minacce contro Alessandro Catapano

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Ieri su un muro del centro sportivo della Roma è comparsa la scritta: “Catapano ore contate. Tic toc”. La Roma ci ha spedito questa nota: “La AS Roma si dissocia da ogni forma di contestazione scritta o verbale che vada al di là dei confini di una civile polemica dialettica. Coerentemente con questa convinzione, è stata immediatamente cancellata una scritta dal tono minaccioso nei confronti di un giornalista della Gazzetta apparsa su un muro di Trigoria”. La Digos è stata informata dell’episodio.

Le nuove, inaccettabili, minacce al nostro giornalista Alessandro Catapano dimostrano come alcune frange estreme del tifo romanista continuino ad ignorare il diritto all’autonomia del lavoro dei giornalisti. La Direzione della Gazzetta, nell’appoggiare in toto l’operato di Catapano, chiede attenta vigilanza su tutta la vicenda da parte degli organi di polizia e da parte della stessa società AS Roma.

(Gazzetta dello Sport)

Roma-Lazio: i convocati di Luis Enrique. Fuori Perrotta

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Il tecnico giallorosso Luis Enrique, come si legge sul sito ufficiale asroma.it, ha diramato la lista dei convocati per il derby in programma oggi alle ore 15.00. Out Perrotta, mentre è stato aggregato il giovane Piscitella.

BORINI Fabio

CURCI Gianluca

DE ROSSI Daniele

GRECO Leandro

HEINZE Gabriel

JUAN

KJAER Simon

KRKIC Bojan

LAMELA Erik

LOBONT Bogdan

MARQUINHO

PJANIC Miralem

PISCITELLA Giammario

ROSI Aleandro

SIMPLICIO Fabio

STEKELENBURG Maarten

TADDEI Rodrigo

TOTTI Francesco

VALDES Josè Angel

Il Romanista – Whittle: “Totti è eterno come la Roma”

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“The King of Rome is not dead”. Questo è stato il tormentone dopo il derby di ritorno dello scorso anno. Le parole erano di Richard Whittle, telecronista nord irlandese di Al Jazeera, che commentò così il secondo gol di Totti nel derby vinto dalla Roma per 2-0. Il Capitano, ed era proprio un anno fa, rimase colpito dalle parole che il telecronista pronunciò per celebrare il suo gol, tanto che fece stampare la frase su una maglietta. Maglietta con cui celebrò la doppietta che, contro il Bari, gli permise di superare Baggio nella classifica dei marcatori di tutti i tempi in serie A. Dopo Roma-Milan dello scorso maggio il Capitano conobbe Richard Whittle e gli regalò la maglia, oggi potrebbero incontrarsi di nuovo visto che il telecronista inglese sarà di nuovo allo stadio per raccontare il derby.

Che effetto le ha fatto l’incontro con il Capitano?
“Mi ha fatto molto piacere ma sopratutto mi ha stupito. Non mi aspettavo tutto questo. È stata un frase che mi è venuta spontanea, non avevo preparato nulla. Sapevo che Totti veniva da un periodo non particolarmente bello e mi è venuto di commentare così il gol… L’incontro è stato fantastico, è stato molto gentile”.

Oggi sarà allo stadio per commentare il derby?
“Sì, parto da Milano in mattinata. Non vedo l’ora. Il derby è fantastico”.

Ha pronta un’altra frase per domani?
“No (ride). È impossibile preparare qualcosa su Francesco. Lui è imprevedibile, un grande giocatore. È eterno come Roma”.

Cosa ne pensa del “progetto Roma”?
“Secondo me è un progetto interessante, bello. L’idea della Roma è importante per il calcio italiano. Sono pochissime le squadre in Italia che fanno giocare i giovani come fa la Roma. Vedo che giocano spesso giocatori come Lamela (19 anni), Bojan (21 anni), José Angel (22 anni) e Borini (20 anni) che a me piace molto”.

Cosa le piace di Fabio Borini?
“È un giocatore fantastico. Mi piace la sua mentalità, molto inglese. Non a caso ha giocato in Inghilterra. È arrivato al Chelsea giovanissimo e poi è andato allo Swansea in Championship aiutando la squadra gallese a salire in Premier. Ho visto la partita contro l’Atalanta, sul 4-1 Borini giocava come se il risultato fosse sullo 0-0. Gran bel giocatore. Ha la giusta mentalità”.

Oltre a Borini chi l’ha colpita di più nella nuova Roma?
“Lamela, Pjanic e tanti altri ma poi c’è Totti che il più forte di tutti, sempre. Quando gioca lui la squadra è più forte, gioca meglio. È come se si sentisse protetta dal suo capitano. Basta la sua presenza in campo per far stare più tranquilli i compagni”.

Dove deve migliorare questa Roma?
“Secondo me la Roma deve completare la rosa. Servono giocatori d’esperienza da mettere accanto ai giovani. Io prenderei almeno due difensori e un centrocampista che possa aiutare De Rossi in mezzo al campo”.
Il Romanista – A. F. Ferrari

Il Tempo – Panucci: un’emozione unica. “Non dimenticherò mai quel pallonetto di Totti a Peruzzi”

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Approdato nell’anno del secondo scudetto giallorosso, Christian Panucci ha indossato la maglia della Roma per otto stagioni. Il suo score da romanista parla di 229 presenze e 20 reti tra campionato e coppe. Dopo l’avventura al Milan, è stato il primo calciatore italiano in assoluto ad essere ingaggiato dal Real Madrid. Panucci, quindi, è uno che di derby e della Roma alla «spagnola» può parlarne con cognizione di causa.

Qual è il primo ricordo che le viene in mente quando si parla di derby?
“Il pallonetto di Totti a Peruzzi in quel 1-5 storico. Se ci ripenso mi vengono i brividi”.

È stato il suo derby più bello?
“Si, è stato fantastico. Ne ho giocati tanti ma quello è stato il più emozionante”.

Ci racconta un aneddoto legato a quella sera?
“Ricordo la corsa di Lima verso Montella dopo il quarto gol. Era così contento che lo colpì un pugno sull’occhio. Lo costrinse a uscire (ride ndr).

La settimana d’avvicinamento alla partita è più una carica o un peso?
“Dipende dal carattere che hai. Io mi caricavo”.

Due città con diversi modi di interpretare il calcio?
“Il derby della Capitale è unico, si vive dal lunedì alla domenica. I tifosi ti trasmettono qualcosa che da altre parti non si avverte. A Milano dura novanta minuti”.

E questo cosa comporta?
“Che devi vincere non solo per la squadra ma anche per i tifosi”.

C’è un episodio in particolare che ti ha legato fortemente a questa città?
“Ho visto gente piangere dopo una vittoria, è l’unico posto al mondo dove questo evento ti sposta l’umore di tutta la città”.

Compresi gli sfottò?
“Ma scherzi? Io mi divertivo troppo a sentire e a vedere quello che succedeva in città. Ogni romanista ha un amico laziale, se presa nel modo giusto diventa quasi una necessità (…)”.

Come arriva la Roma di Luis Enrique a questa partita?
“Non nel migliore dei modi. Ci arriva singhiozzando e questo crea ulteriore ansia nei tifosi”.

Darebbe un particolare consiglio a Totti e De Rossi?
“No, loro sono il derby stesso. Se sei romano lo senti di più, ma col tempo si matura l’esperienza anche in questo”.

Pronostico e uomo derby?
“Nessun pronostico, ma non voglio essere banale, dico Stekelenburg”.
Il Tempo – Adriano Serafini

La Repubblica – Reja insegue Eriksson, 14 anni dopo

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Alle 15 di oggi pomeriggio, inizierà il derby numero 170 della storia della capitale: Roma-Lazio, 82° confronto in cui i giallorossi saranno i padroni di casa. Situazione indigesta per la Lazio, che insegue da 14 anni un successo nell’Olimpico “romanista”: l’ultima volta nel ‘97-’98, stagione dei 4 derby vinti con Eriksson in panchina. Ci riproverà oggi, anche se dovrà fare i conti con un bilancio non certo favorevole: nelle 169 gare disputate sin qui, la Roma è in vantaggio per 63 vittorie a 46.

Avversario, oltre al campo, un orario che negli ultimi anni ha portato fortuna ai colori giallorossi. Da quando nel ‘93-’94 la pay-tv è sbarcata nel calcio imponendo orari serali ai match clou, il derby di Roma (in campionato) si è giocato alla luce del sole soltanto 13 volte: 5 le vittorie romaniste, soltanto 3 i successi laziali. L’ultimo risale all’aprile 2009: 4-2 nel sabato di Pasqua. A Roma è invece ospite indesiderato il pareggio: da 10 gare, infatti, la stracittadina della capitale termina senza che i club si dividano la posta. L’anonimo 0-0 del 2007 l’ultimo “X”. Netta inversione di tendenza, rispetto alla moda degli anni Novanta, con i 7 pari in fila tra il ‘90 e il ‘93. E se la Roma vuole tornare a vincere dopo i 5 successi di fila — miglior striscia di sempre — tra 2009 e 2011, la Lazio insegue l’en-plain stagionale che le manca dal poker del ‘97-’98.
La Repubblica – Matteo Pinci

Il Messaggero – Quelle vigilie alla camomilla

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Dall’acqua santa alla birretta, dalla camomilla alla barretta di cioccolato al latte. C’è chi si tappa dentro casa per una settimana, chi si fa un doppio segno della croce, chi entra in campo sempre con il piede destro, chi con il piede sinistro, chi bacia Gesù, la Madonna o qualsiasi santo.

Da Liedholm a Capello, da Di Bartolomei a Totti, ognuno ha il suo rito: chiamiamole scaramanzie. È quel “non è vero ma ci credo” che fa parte di ognuno di noi. Difficile pensare che gente come José Angel, Bojan e Lamela facciano gesti scaramantici prima di un derby. Difficile, anche perché non sanno a fondo cosa significhi giocare una partita come questa. Tutti però, per non sbagliarsi, prima della partita si mettono in cerchio abbracciati. Fa strano pensare come il posato Di Bartolomei, chiuso in una stanza con il suo silenzio, amava mangiarsi una barretta di cioccolato al latte prima di ogni partita, derby compreso. Portava bene, diceva. Ma era anche buona, vagli a dare torto.

E Giannini? Lui era talmente teso che aveva bisogno di una camomilla la sera prima del derby: il bisogno diventa abitudine, l’abitudine diventa rito scaramantico. Guai se il papà di tutti, Giorgio Rossi, non gliela portava: una volta gli ha dato il tè. Apriti cielo. S’è innervosito prima di berlo. E Totti? Francesco in questa settiman a ha scelto di non parlare: all’andata lo ha fatto e ha portato male. Poi, nei giorni che precedono la sfida con la Lazio, il capitano non esce di casa. È teso, non gli va di parlare, vuole solo rilassarsi in famiglia. E l’altro capitano, De Rossi? Lui entra in campo e si fa due segni della croce. Sempre. Velocissimi. Un bacio verso il cielo e via. Montella era molto tranquillo, ma da buon napoletano, era avvezzo a qualche scaramanzia-religiosa: gli bastava baciare l’immagine sacra della sua catenina. Il re delle scaramanzie, Liedholm. Bagnava con l’acqua santa, che gli mandava la mamma di Perinetti, le maglie prima di ogni partita. Ecco un derby, la bottiglia si rompe nello spogliatoio.

Al festino si aggregava Rizzitelli, un altro che i derby li sentiva un bel po’. Bere per dimenticare, il motto. La Roma di Zeman attuava una scaramazia di gruppo: faceva sempre il riscaldamento sotto la Sud (ha cominciato dopo i quattro derby di fila persi ovviamente…). E la Roma di Capello? Il tecnico di Pieris faceva finta di niente, diceva di non essere scaramantico ma lo era a livelli estremi, quasi come Liedholm.
Il Messaggero – Alessandro Angeloni

Gazzetta dello Sport – Totti a caccia del nuovo gol. E di Delvecchio

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Alla fine, viene da pensare per fortuna che c’è lui. Anche perché i numeri sono impietosi e dicono che senza Francesco Totti la Roma quest’anno ha perso 6 volte su 8. Così, se i laziali si augurano che sia un bel settebello, i romanisti sperano di festeggiare con un suo gol. “Vincerà la Roma 1-0 con un gol del capitano”, è la previsione di Vincent Candela, uno rimasto nei cuori giallorossi. Del resto, sarebbe un bel modo per festeggiare il suo 34° derby (30° in campionato).

NEL MIRINO – Nel derby d’andata Francesco non c’era, complice il problema muscolare al flessore della coscia che l’ha tenuto fuori per un bel po’. Ecco perché oggi ci tiene da matti, anche per rimettere le cose a posto e pareggiare la sfida con Klose (che decise quella gara sul filo della sirena). E poi per spostare la bilancia dalla sua parte, visto che il bilancio nei derby è di perfetta parità: dieci vittorie e dieci sconfitte in campionato, che diventa 12-12 considerando anche la Coppa Italia. Considerando come era iniziata (nei primi dieci Francesco ne perse ben 7, pareggiando gli altri tre), va bene anche così. E se dovesse arrivare un gol, per Francesco ci sarebbe da festeggiare anche l’ennesimo record della sua carriera, visto che diventerebbe il giallorosso più prolifico nella storia del derby (è ad un passo dalle 9 reti di Delvecchio e Da Costa). Del resto, forse, non è neanche un caso che l’ultima vittoria giallorossa in una stracittadina porta la sua firma: 2-0 il 13 marzo 2011, con una rete su punizione e una segnata su calcio di rigore.

QUANTE SFIDE – È chiaro che nella sfida di oggi pomeriggio Totti dovrà vincere più di un duello. Prima di tutto quello con Dias, al centro della difesa, ma soprattutto quello con Ledesma, il centrocampista della Lazio che si «abbasserà» per cercare di limitarne estro, fantasia e giocate. E poi quella a distanza con Klose, con cui tornerà a sfidarsi 536 giorni dopo la gara di Monaco di Baviera, Champions League, in cui il Bayern Monaco affondò la Roma per 2-0 (gol nel finale di Muller e proprio Klose). Quella era la terza volta che Totti si incrociava con il centravanti tedesco, in precedenza c’erano state le due vittorie conseguite con la nazionale (tra cui la storica semifinale di Dortmund, nel 2006). Ed allora, invece, che settebello, che oggi arrivi un bel tris.
Gazzetta dello Sport – Andrea Pugliese

Il Messaggero – All’Olimpico in cinquantacinque mila

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Come era prevedibile, non ci sarà il tutto esaurito. Tuttavia il colpo d’occhio che presenterà lo stadio Olimpico nel pomeriggio sarà certamente di primo livello. Tra abbonati (poco più di diciottomila) e biglietti venduti, saranno circa cinquantacinquemila i tifosi che non mancheranno all’appuntamento con il derby.

Esauriti da giorni i settori popolari, curve e distinti, senza contare la Tribuna Tevere – dove per le limitazioni decise ad inizio settimana, i biglietti sono acquistabili solamente dalle donne, dagli under 14 e over 65, dai non deambulanti e dagli invalidi al 100% con accompagnatore – sono rimasti a disposizione almeno tremila tagliandi di Monte Mario, lato nord, mentre il lato sud, quello riservato ai tifosi della Roma, c’è una disponibilità di almeno millecinquecento biglietti. Come stabilito dalla Questura, potenziato il numero degli steward che saranno affiancati anche da personale in borghese della Polizia per assicurare i controlli al prefiltraggio ed al filtraggio e confermata l’apertura anticipata dei varchi allo stadio alle ore 12.
Il Messaggero – Stefano Carina 

Il Tempo – Torna il derby romano

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Gioca in casa per calendario la Roma, ma anche se la Lazio ha tradizione nettamente sfavorevole nei panni dell’ospite, non vince in campionato da quindici anni, parliamo di un dato del tutto occasionale, in realtà il fattore campo non è determinante in questo tipo di sfide.

E dunque, fatto salvo l’equilibrio che costituisce l’abituale etichetta, è la Lazio a reclamare il favore del pronostico, e sia pure in termini non certamente clamorosi. A premiare la scelta sono le cifre della classifica, sette punti di vantaggio per i laziali, un terzo posto condiviso con l’Udinese per l’obiettivo che anche la Roma vorrebbe perseguire. Un confronto affascinante, la Roma è giovinezza e fantasia, con tutti gli alti e bassi che queste caratteristiche impongono, la Lazio oppone collaudata solidità e soprattutto quello spirito pratico che l’ha proiettata, già dalla scorsa stagione, nelle zone privilegiate della graduatoria. Vigilia interpretata con eleganza e signorilità da due tecnici che sul piano umano hanno puntualmente suscitato consensi. Curioso il loro destino, in comune gli sbalzi di umore e le divisioni delle rispettive tifoserie, anche le divisioni delle rispettive tifoserie, anche se le opposizioni restano in chiara minoranza. Comprensibile che Luis Enrique incontri difficoltà, il progetto affidato ai giovanissimi e la filosofia legata a un gioco sempre propositivo, non conquistano quella parte del tifo che guarda soltanto al risultato, non importa come, non proprio un atteggiamento onorevole, ma ognuno è libero di pensarla secondo personali propensioni.

A Luis Enrique mancheranno gli squalificati: ancor più di quella di Osvaldo, pesa la rinuncia a Gago, geometra di qualità e complemento perfetto per il reparto illuminato da De Rossi e Pjanic. Come sempre il tecnico asturiano potrebbe riservare sorprese, come il rilancio di Greco ipotizzato ieri a Trigoria, ma è pensabile che a centrocampo possa ritagliarsi finalmente uno spazio Perrotta, da tempo ai margini, a meno che non si voglia privilegiare lo stellone che puntualmente accompagna le apparizioni di Simplicio nelle stracittadine. Un’ultima annotazione, che solleva lo spirito: si gioca alla luce del sole.
Il Tempo – Gianfranco Giubilo

Corriere della Sera – Luis nel derby prova a riprendersi la Roma perduta

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Il 22 febbraio — stiamo parlando del 2012 e non del 2010 — Edy Reja rassegnava via fax le sue dimissioni, respinte dal presidente Claudio Lotito che, brandendo il contratto come una spada, lo ha costretto a tornare indietro. Il 25 febbraio — sempre 2012 — a Luis Enrique fu chiesto, nella conferenza stampa pre Atalanta-Roma, se fosse tentato dalla panchina del Barcellona, in caso di addio di Guardiola. L’asturiano rispose: “Onorerò il mio contratto con la Roma (biennale con opzione per la terza stagione, ndr). La maggioranza della piazza giallorossa tirò il fiato.

Benvenuti al derby di Roma, la città dove in dieci giorni può cambiare tutto: Reja è tornato il re della Lazio, Luis Enrique è nel mirino. La Lazio affronta in tutta tranquillità il derby, forte del terzo posto e della vittoria all’andata. La Roma è stata squassata, a Bergamo, dalla punizione inflitta a De Rossi, presentatosi con qualche minuto di ritardo alla riunione tecnica e mandato in tribuna. Peccato che la partita, poi, sia finita 4-1 per l’Atalanta. La Lazio non sta benissimo: ha perduto 4 delle ultime sei partite (Genoa, due volte Atletico Madrid in Europa League e 1-5 a Palermo), faticando a vincere le altre due (3-2 al Cesena, in rimonta da 0-2, e 1-0 alla disastrosa Fiorentina dei giorni nostri). La Roma, però, sta peggio: sette punti sotto la Lazio, nove sconfitte in campionato e undici stagionali, fuori da Coppa Italia, Europa League. Si dice che nel derby sia favorito l’underdog, ma la Roma non sembra un gruppo che si fortifichi nelle difficoltà. Luis Enrique ha dovuto, suo malgrado, tornare sul caso De Rossi: “I calciatori hanno una mentalità individuale, mentre l’allenatore pensa alla squadra. È normale che sia così. Per me conta sia il campo sia quello che succede fuori dal campo. Forse sono troppo convinto delle mie idee, ma sono fatto così. Per tanta gente sono dettagli stupidi, per me no”.

La Roma non avrà Osvaldo, Gago e Cassetti squalificati, più il lungodegente Burdisso. Il ballottaggio del giorno è Lamela o Bojan. L’idea di molti è che, in caso di sconfitta, si parlerà di fallimento. Luis Enrique lo sa: “I risultati marcano quello che ha fatto l’allenatore. Vedremo a fine stagione e mi prenderò la mia responsabilità, come faccio ogni giorno”. La Lazio è serena, nonostante gli otto assenti: Brocchi, Cana, Konko, Lulic, Radu, Rocchi, Stankevicius e Zauri. Reja non ha molta scelta, ma non è detto che sia un male. E poi ha recuperato Mauri che, tra le linee, può essere il giocatore che fa saltare la difesa della Roma.

Reja, l’uomo che prima del derby camminava sui pezzi di vetro, adesso sorride: “Vincere agli ultimi secondi il mio primo derby è stato l’apice della mia carriera, ma ora voglio il bis. I tre punti saranno fondamentali per allontanare un avversario tosto per la Champions, dare sicurezza allo spogliatoio e regalare soddisfazioni ai nostri tifosi”. I giocatori della Lazio passeranno la notte in ritiro, a Formello. Quelli della Roma si ritroveranno a Trigoria solo stamattina. Luis Enrique non ha scelto la via «populista», gliene va dato atto. Il gruppo lo ricompenserà?
Corriere della Sera – Luca Valdiserri

Gazzetta dello Sport – De Rossi cerca il colpo di spugna sulle polemiche

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Se il batticuore da derby vi consente di allargate l’orizzonte, vi accorgerete che storia e geografia raccontano come il matrimonio tra Roma e Spagna in passato abbia portato bene. La massima espansione dell’Impero, infatti, si raggiunse proprio sotto un imperatore nato nella penisola iberica, precisamente vicino all’attuale Siviglia. Cioè, fatti i debiti paragoni con l’universo pallonaro, è come se circa 5,5 milioni di kmq fossero amministrati da Luis Enrique e guidati sul campo dai consoli Francesco Totti e Daniele De Rossi. Ecco, all’andata dopo 38 minuti il centrocampista azzurro si è ritrovato l’unico romano in gioco in una sfida che, perciò, a quel punto di Capitale aveva solo il (vibrante) contorno.

VOGLIA DI SERENITA’ – Stavolta sarà diverso. Oltre a Totti, De Rossi potrebbe essere scortato anche da Rosi e Greco, mentre sull’altra sponda tocca a Candreva esporre i suoi quarti di romanità. Impressioni? In una partita già carica di tanta tensione, non è detto che ce ne sia strettamente bisogno. Nell’era Spalletti, ad esempio, a Trigoria girava voce che lo staff tecnico ritenesse come De Rossi (soprattutto) perdesse il 50% delle potenzialità proprio perché sentiva troppo questa partita. Adesso il vento sembra cambiato. Non a caso nello spogliatoio, stavolta, si sussurra che l’azzurro sia cresciuto anche in questo. È sereno, dicono tutti. E se lo dimostra al termine di una settimana del genere, significa davvero che qualcosa è cambiato. Dopo il fattaccio di Bergamo — l’esclusione comminatagli dall’allenatore causa ritardo alla riunione tecnica — il suo caso avrebbe destabilizzato psicologicamente tanti, soprattutto alla luce della pesante sconfitta (4-1). Invece De Rossi, dal ritiro della Nazionale, prima si è assunto le proprie responsabilità e poi ha difeso Luis Enrique. Con una postilla: “Occorre pensare al derby perché è una partita troppo importante”.

CACCIA AL GOL –  Proprio vero. Per questo, se si volesse disegnare il lieto fine perfetto a tinte giallorosse di questa storia con vista sul derby, occorrerebbe che De Rossi segnasse un gol decisivo. Finora il suo malinconico bilancio è di una rete incastrata in un 4-2 per la Lazio da dimenticare. Un acuto che vale punti, invece, avrebbe senz’altro un sapore diverso, unico. Quanto basta per sognare una corsa sotto la Sud ed un abbraccio stretto a Luis Enrique. Come a dire, non ci sarà più l’Impero, ma Roma e Spagna stanno sempre bene insieme.
Gazzetta dello Sport – Massimo Cecchini

Anticipo 26^ giornata – Ibrahimovic show. A Palermo finisce 4-0 per il Milan

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Il Milan stravince il primo degli anticipi della 26^ giornata di campionato. Gli uomini di Allegri si sono imposti per quattro reti a zero su un Palermo che nulla ha potuto dinanzi allo straripante Zlatan Ibrahimovic, autore di una tripletta. Nella seconda frazione di gara, il brasiliano Thiago Silva ha calato il poker. Stasera (20.45) la Juventus ospiterà il Chievo di Verona.

Roma-Lazio: Lamela indosserà gli scarpini regalati da Messi

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Domenica Erik Lamela indosserà un paio di scarpini regalati, per l’occasione, dalla stella del Barcellona Leo Messi. ‘La Pulce’ avrebbe regalato gli scarpini a Lamela subito dopo la vittoria dell’ Argentina contro la Svizzera come  ‘premio’ per la convocazione con la nazionale maggiore.
Goal.com 

Roma-Lazio: le probabili formazioni

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Si avvicina il derby capitolino numero 138 in campionato. Nel match di domenica pomeriggio (ore 15.00, stadio “Olimpico”), Luis Enrique non potrà contare su Cassetti, Gago e Osvaldo squalificati dopo la trasferta di Bergamo. Pienamente rientrati gli allarmi relativi a Totti e Simplicio; il capitano, dopo il pestone subito da Cicinho nella seduta di mercoledì scorso, non ha accusato ulteriori problemi al piede sinistro. Il centrocampista brasiliano, uscito anzitempo nell’allenamento di giovedì, ha recuperato dalla distorsione alla caviglia.

COSI’ IN CAMPO – Con Stekelenburg tra i pali, il tecnico della Roma dovrebbe affidarsi ad una linea difensiva composta da Rosi, Juan, Heinze e Taddei. A centrocampo De Rossi e Pjanic sono certi di una maglia dal primo minuto, mentre Simplicio e Marquinho vanno al ballottaggio per la terza scelta. In attacco rientra Totti, che ha scontato un turno di squalifica contro l’Atalanta, affiancato da Borini e Lamela. Solo Bojan, segnalato in ottima forma, potrebbe insidiare il posto da titolare all’ex River Plate. Ecco le probabili formazioni di Roma-Lazio, gara della 26a giornata di Serie A:

ROMA (4-3-3): Stekelenburg; Rosi, Heinze, Juan, Taddei; Simplicio, De Rossi, Pjanic; Lamela, Totti, Borini.
A disposizione: Lobont; Kjaer, Josè Angel, Marquinho, Greco, Piscitella, Bojan.
Allenatore: Luis Enrique.
Indisponibili: Burdisso.
Squalificati: Cassetti, Gago, Osvaldo.
Diffidati: Juan.

LAZIO (4-5-1): Marchetti; Scaloni, Biava, Dias, Garrido; Ledesma, Matuzalem, Gonzalez, Hernanes, Mauri; Klose.
A disposizione: Bizarri, Diakitè, Sbraga, Zampa, Candreva, Kozak, Alfaro.
Allenatore: Edy Reja.
Indisponibili: Brocchi, Cana, Konko, Lulic, Stankevicius, Zauri, Rocchi.
Squalificati: /
Diffidati: Candreva, Dias, Hernanes, Radu.

Conferenza stampa Luis Enrique: “Siamo prontissimi per domani. I nostri tifosi ci daranno una carica in più”

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Dal ‘Fulvio Bernardini’ di Trigoria la conferenza stampa integrale di Luis Enrique.

ROMA-LAZIO –Il derby rappresenta qualcosa di speciale. Non si gioca solo per i tre punti. Tutti lo aspettano. Non è la partita più importante della mia carriera. La stiamo preparando al 100%. Loro sono forti, sono davanti a noi. Sono ottimista, i tifosi ci daranno una spinta in più. Per strada sento calore intorno a me. Siamo pronti. Domani si giocherà con il cuore, con la passione. Possiamo arrivare ancora tra le prime tre, ma domani è troppo importante vincere. Dobbiamo scendere in campo con lo spiriro delle ultime quattro gare giocate in casa. Vincere è fondamentale. Abbiamo il tifo dalla nostra parte. Non dobbiamo fermarci neanche un minuto. A volte c’è paura a volte no. Sono fiducioso. L’aria che respiro intorno a noi è buona. E’ importante per tutti, soprattutto per me. La partita può essere decisa dai singoli così come dal gruppo. Questo è un derby diverso dagli altri. Reja è un grande allenatore, sta facendo bene. Siamo una buona squadra, ma dobbiamo ancora migliorare. Non credo nella fortuna. Non è un anno di transizione“.
DE ROSSI –Non leggo i giornali, non li leggerò questa settimana. Non ho problemi con nessun calciatore. Non siamo d’accordo in tutto, ma lottiamo per gli stessi obiettivi. La squadra va costruita dentro e fuori dal campo. Forse sono troppo convinto delle mie idee. Al mio arrivo ho dettato le mie regole e nessuno mi è venuto contro. I dettagli sono importantissimi“.
STAGIONE –Alla fine della stagione tireremo le somme“.

 

 

Roma-Lazio: i convocati di Edy Reja

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Roma-Lazio: i convocati di Edy Reja. Il tecnico biancoceleste ha diramato la lista dei convocati in vista della sfida di domani (ore 15:00) allo stadio Olimpico contro la Roma. Ecco l’elenco completo dei convocati:

PORTIERI: Berardi, Bizzarri, Marchetti
DIFENSORI: Biava, Diakitè, Dias, Garrido, Sbraga, Scaloni
CENTROCAMPISTI: Candreva, Gonzalez, Hernanes, Ledesma, Matuzalem, Mauri, Zampa
ATTACCANTI: Alfaro, Kozak, Klose

Repubblica.it – “Al derby senza paura può essere la svolta”

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Teso, come chi sa che la partita di domenica potrebbe fornire l’identikit finale della stagione della sua Roma. Luis Enrique però al peggio non pensa e, senza preoccuparsi di contraddire pensieri e parole del ds Sabatini, lancia un avviso, alla propria squadra prima che agli avversari: “Non deve esistere la paura”.
“NESSUNA PAURA, STUDIAMO COME FAR MALE ALLA LAZIO” – Che abbia annusato un certo timore da parte dei suoi giocatori, Luis? Difficile, anche perché non fa mistero di quali siano stati i propositi del suo lavoro in questi giorni: “Per tutta la settimana ho pensato solo a come fare male alla Lazio”. Quasi un remake dello striscione con cui i tifosi avevano accolto la squadra a Trigoria: “Famoje male”. In fondo, anche l’integralismo tattico di Luis, anche la sua intransigenza etica, deve inchinarsi di fronte a una sfida diversa da tutte le altre: il derby è una partita unica, stimolante, e la squadra è prontissima per domani, in un derby anche gli infortunati sono prontissimi”, ammette orgoglioso. Costretto ad ammettere, poi, come la ricetta per vincere passi anche per la razionalizzazione dell’evento: “Questa partita si gioca con il cuore e la passione, ma controllando testa ed emozioni”. Emozioni: le stesse che hanno spinto un dirigente “inquieto” come Sabatini a sbilanciarsi dicendo di avere “moderatamente paura” di questa partita. Idea rigettata dall’asturiano: “La paura non deve esistere – spiega – conosciamo le difficoltà ma sono ottimista e fiducioso. In questa stagione la Roma può arrivare terza o settima, ma domani può essere la gara della svolta. Perché è un derby, ma anche perché la Lazio è un avversario diretto per al Champions League o la Uefa”. Una gara fondamentale, allora. “Ma non è la più importante della mia carriera”. Perdere, però, porterebbe la Roma a dieci punti dal terzo posto: “Ma questa è un’ipotesi, se vinciamo andiamo a meno quattro. E poi vediamo cosa succede, io mi prendo le mie responsabilità”.
“AVANTI CON LE MIE IDEE” – Responsabilità non ha paura di prendersene neanche sul caso De Rossi. L’esclusione del regista a Bergamo ha continuato a far discutere per tutta la settimana. Luis non torna indietro, anzi: “Per diventare una squadra campione i dettagli sono importantissimi. I calciatori hanno una mentalità individuale, pensano prima a se stessi e poi alla squadra. L’allenatore pensa all’opposto, deve pensare al gruppo. Quando sono arrivato ho chiesto solo il rispetto di due regole e nessuno mi ha detto di no. Se adesso sbaglio, sbaglio con la coerenza delle mie idee”. Idee che però non hanno pregiudicato la fiducia dell’ambiente, almeno a sentire il tecnico: “Quando giro per strada, anche se giro poco, sento solo cose buone”. Anche per questo si affida ai tifosi anche in vista di domani: “Contro la Lazio giochiamo in casa e tre quarti dello stadio tiferà per noi. Questo è importante per la fiducia”.
DUBBIO BOJAN-LAMELA, INCOGNITA A CENTROCAMPO – Fiducia che però dovrà scontrarsi con le solite assenze pesanti. Ma se l’assenza di Osvaldo, che priverà la Roma del suo miglior giocatore del girone di andata, non sembra spaventare troppo grazie all’esplosione di Borini, al ritorno di Totti dal primo minuto e alla possibilità di scegliere tra Lamela e un Bojan dimenticato da troppo tempo in naftalina, più difficile sembra sostituire l’altro squalificato, Gago. Con De Rossi che, ritardi permettendo, tornerà al centro della mediana romanista, e un affaticato Pjanic al suo fianco, si giocano una maglia Simplicio, Marquinho e Greco, con l’incognita Perrotta. Il centrocampista manca in campo dal primo minuto addirittura dal 4 dicembre a Firenze. Difficile che Luis possa rivedere tre mesi di convizioni nella notte che potrebbe scrivere senza troppi margini di replica l’esito della stagione romanista. “Ma io i conti li faccio alla fine”, continua a ripetere il tecnico. L’esito del match di domani potrebbe già dirgli di che tipo di responsabilità si tratti.
Repubblica.it – Matteo Pinci 

Twitter, Marcos Lopez: “24 ore all’ora X, non dobbiamo dimenticare che noi siamo la Roma”

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Marcos Lopez, ex collaboratore di Luis Enrique che ha lasciato Trigoria da qualche mese, attraverso Twitter ha dichiarato: “24 ore all’ora X, non dobbiamo dimenticare che noi siamo la Roma. Forza Roma!”.

Roma-Lazio, Marquinho: “Dobbiamo vincere il derby per la Champions”

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Marquinho, il neo acquisto giallorosso, si appresta a vivere il suo primo derby. Il centrocampista brasiliano ha parlato della gara di domani pomeriggio in un’intervista a ‘O Globo’: “Sarebbe il mio secondo match dal primo minuto contro la Lazio, in un “classico” che muove la città. L’apprensione qui è molta, vista la pressione che abbiamo per andare nel gruppo che lotta per i primi tre posti che valgono la Champions. Oltre a questo, il nostro avversario ha sette punti di vantaggio in confronto a noi. Dobbiamo vincere il derby, avvicinarci a loro in classifica e guadagnare morale per entrare nella lotta per il posto Champions. E’ con questo obiettivo che entrerò all’Olimpico, con molta volontà di iniziare a farmi un nome qui in Europa. Lazio? Stanno facendo una bella stagione e hanno giocatori talentuosi e consacrati. Hernanes è in un ottimo momento, per non parlare di Klose, attaccante che fa goals come pochi”.