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Destro, salta l’accordo tra Genoa e Siena

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Quando tutto sembrava deciso, è invece saltato l’accordo tra Siena e Genoa per risolvere la comproprietà di Mattia Destro. I due club ieri sera avevano raggiunto un accordo: 1,3 milioni più Rossettini e uno tra Rizzo e Mulas ai toscani per non riscattare al seconda metà di Destro. Secondo Gazzetta.it, il Siena oggi ha rilanciato, chiedendo più soldi, proprio nelle ore in cui si parla di una importante offerta della Roma.

Tuttosport – Il Torino fissa il prezzo per Ogbonna: 22 milioni

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Prosegue il pressing della Roma sul difensore del Torino Angelo Ogbonna, Sul prezzo del centrale della Nazionale il presidente granata Urbano Cairo ha alzato ulteriormente le richieste nelle ultime settimane: 22 milioni, una cifra che cancella le fantasie dei club interessati al ragazzo cresciuto nel vivaio granata.

Ma la Roma non molla e, secondo quanto riferisce il quotidiano sportivo, punta ad abbassare le pretese del club granata a 15 milioni e potrebbe inserire sul piatto in fase di trattativa le comproprietà di qualche giovane interessante. Possibili indiziati Giammario Piscitella e Federico Viviani. Il club giallorosso punta ad aprire il dialogo, nonostante il Toro sia propenso a trattenere il vicecapitano per almeno un’altra stagione. Si attendono sviluppi e ogni giorno, adesso, può rivelarsi propizio per l’incontro tra lentourage di Ogbonna e la dirigenza della Roma.
Tuttosport  

Kjaer: “Voglio la Roma, ma piaccio anche ad altri club”

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La Roma non ha esercitato il diritto di riscatto per Simon Kjaer. Il ds Sabatini vorrebbe che il Wolsburg rinnovi il prestito, questa volta a titolo gratuito. Il difensore danese, terminato il suo Europeo, è tornato a parlare del suo futuro su Twitter: “Molti di voi mi chiedono cosa sarà del mio futuro. Ancora non lo so. Voglio ancora restare alla Roma ma sono felice di sentire che anche altri club di altri paesi sono interessati”.

Il Romanista – Abbonamenti, da domani le Tribune

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La quiete dopo la tempesta. E probabilmente prima di una nuova piccola tempesta. E’ più o meno questo il cielo sopra la campagna abbonamenti della Roma. La prima tempesta è stata quella della vendita libera delle Curve, soprattutto della Sud,per la quale in molti hanno fatto “nottata” tra giovedì e venerdì. Una caccia alla tessera che si è conclusa (per il momento) domenica sera con il quasi “sold out”. Quasi, è bene precisarlo. Restano infatti ancora poche centinaia di posti nel cuore del tifo romanista. Posti, che verranno con ogni probabilità venduti in un battito di ciglia venerdì alla ripresa della vendita libera. Ieri intanto è partita la due giorni dedicata ai Distinti. Una giornata tranquilla, come da previsione. Perché si tratta storicamente di un settore nel quale non c’è la corsa all’abbonamento, ma piuttosto un lento riempirsi. Stasera alle 20 si chiuderà la fase dedicata solo ai Distinti. Domani alle 12 partirà invece quella relativa alle tribune: sia la Tevere, sia la Monte Mario. Ma è soprattutto dalla prima che a Trigoria ci si attende un buon incremento di tessere. Il motivo? Oltre alla voglia di vedere la Roma zemaniana e alla possibilità tramite la formula “Club Home” di non fare la famigerata tessera del tifoso, c’è anche la nuova formula pensata a Trigoria.

Quest’anno, infatti, è stata eliminata la differenziazione tra Tevere Laterale e Tevere Centrale. Nella prossima stagione ci sarà un solo prezzo: 850 euro (oppure 865 con la formula “Club Home”). Vale a dire meno della vecchia Centrale, che di euro ne costava 945, e più della Laterale, per la quale ne servivano 715. Lo scorso anno era decisamente maggiore il numero degli abbonati in Centrale, che quindi spenderanno un po’ meno, rispetto a quelli in Laterale. Che spenderanno sì un po’ di più ma a fronte della possibilità di posti migliori. Venerdì alle 12 si ricomincia. In quell’orario, infatti riaprirà la vendita libera per tutti i settori, Curve comprese. Venerdì, prima cioè del week-end, che col caldo di questi giorni spingerà i romani verso il mare. C’è da attendersi dunque che proprio venerdì ci possa essere una nuova accelerazione nelle vendite ai Roma Store. Quasi certamente arriverà il tutto esaurito per la Sud. Poi, dalla settimana successiva, la campagna dovrebbe procedere a ritmo costante fino all’inizio della stagione, salvo eventuali scossoni all’entusiasmo dati dagli acquisti che tutti i tifosi aspettano.
Il Romanista – Daniele Giannini 

Capozucca (ds Genoa): “Destro? Ancora nessuna offerta della Roma”

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La Roma va forte su Mattia Destro. Secondo le ultime voci di mercato, i giallorossi sarebbero disposti ad offrire 12 milioni di euro più alcune contropartite per l’attaccante del Genoa. Stefano Capozucca, ds dei rossoblù, non conferma tale indiscrezione: “Una offerta della Roma non è ancora arrivata- dice a gazzettagiallorossa.it. Non ho ancora incontrato Walter Sabatini”.

Caetano (dg Fluminense): “La Roma riscatterà Marquinho”

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Entro il 30 giugno la Roma è chiamata ad esercitare il riscatto per Marquinho. Dal Brasile la Fluminense aspetta notizie dal club giallorosso: “Tutte quello che sappiamo è che la Roma eserciterà il riscatto, altrimenti ci sono altre squadre interessate al giocatore”, le parole del direttore esecutivo del Fluminense Rodrigo Caetano a Globoesporte.

Il Romanista – Stadio, la Roma rispetta i tempi

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Il Campidoglio ha fretta. «Speriamo di avere presto, almeno dalla Roma, una risposta sulla zona dove costruire il nuovo stadio», è stato l’accorato appello del sindaco Alemanno, ieri a Radio Radio. Ma la Roma ha i suoi tempi, già annunciati, previsti, scadenzati: entro fine mese il club deciderà dove farlo. Sarebbe invece forse meglio mettere pressione alle forze politiche. Il disegno di legge sugli stadi di proprietà, emendato, è approdato in Commissione Cultura alla Camera, ma ci vorranno altre due settimane per ottenere il voto definitivo prima che la palla passi un’altra volta al Senato dove, a meno di altri colpi di scena, si procederà all’ultima votazione. Poi il ddl sarà legge. Finalmente. Il Comune aspetta la Roma, dunque. Forse temendo che l’inizio dei lavori per lo stadio di proprietà slitti a fine mandato, visto che lo stadio di proprietà è sempre stato un suo cavallo di battaglia, Alemanno si rivolge al club giallorosso per chiedere di «avere presto una risposta».

Ma a Trigoria non hanno fretta. Innanzitutto, perché ha dato l’incarico di individuare la zona a una delle migliori società al mondo in fatto di intermediazioni immoliari, la Cushman & Wakefield LLP. L’incarico, come ha chiarito la società in un comunicato, è stato conferito «sul territorio comunale di Roma». Escludendo così in partenza ipotesi fantasiose in base alle quali la Roma avrebbe potuto (o voluto) costruire lo stadio lontano dal Raccordo. In quello stesso comunicato, il club si premunì di sottolineare che l’advisor aveva «già attivato il processo di selezione delle opportunità presenti sul territorio cui seguirà una attenta analisi tecnica, che permetterà di arrivare ad una scelta definitiva entro Giugno 2012».

Adesso, quindi. Per la fine del mese l’analisi sarà terminata. L’ultima parola spetterà però, e naturalmente aggiungiamo, alla Roma. Ci sono una serie di soluzioni al vaglio. La valutazione sarà fatta sulla base di criteri logici e non per far arricchire qualcuno. L’area migliore sarà quella dove esistono già le cubature necessarie per fare uno stadio, e non per fare una città più uno stadio, come sognava Lotito per la sua Lazio. E poi la Roma non ha fretta perché aspetta, giustamente, anche l’esito dell’iter del disegno di legge. Il testo era rimasto nuovamente impantanato in Commissione Cultura alla Camera, dove si aspettava la nomina di un nuovo presidente. Adesso che c’è, bisognerà aspettare altre due settimane per ottenere che la Commissione voti il ddl in sede legislativa. Dunque, senza dover ripassare per l’esame dell’Aula, dove si sarebbe corso il rischio di altri emendamenti che avrebbero inevitabilmente allungato i tempi. A quel punto, il disegno di legge ripasserà al Senato. Pure qui in Commissione, pure qui per fare prima. Entro fine luglio, l’Italia avrà la sua legge sugli stadi di proprietà. Con almeno un paio d’anni di ritardo rispetto al previsto.
Il Romanista – Giacomo Dell’Artri 

Corriere dello Sport – Stekelenburg, vali la Roma? Ora dimostralo

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Gol, infortuni, espulsioni. E ora l’eliminazione dall’Europeo. Prima di quanto volesse, Maarten Stekelenburg ha chiuso la peggiore stagione della sua carriera.

VANTAGGIO – Non sarà un benefit da poco per la Roma, che lo scorso anno ha fatto tutta la prima parte della preparazione con Lobont. Stekelenburg si è aggregato al gruppo soltanto a inizio agosto, dopo che la lunga trattativa con l’Ajax si era sbloccata. Forse il peccato originale di un anno contorto è stato lì, nel ritardo accumulato in partenza. (…)

DENTRO O FUORI – Nel suo primo campionato italiano a peggiorare la situazione è intervenuto il calcio in testa di Lucio, alla seconda volta in serie A. Poi le difficoltà della squadra, spesso esposta alle intemperie. Poi ancora il problema alla spalla che gli ha suggerito di riposare per allontanare i dolori delle ultime settimane di campionato. Infine i due cartellini rossi che Bergonzi gli ha sbattuto in faccia per altrettanti falli da rigore, contro Lazio e Juventus. E’ andato tutto storto, insomma. Ma Stekelenburg è anche un portiere di esperienza, dal ricco curriculum e dalla grande abilità tra i pali: i compagni raccontano che in allenamento mostri un repertorio eccezionale. (…)

CONFERMATO – Nessuno si è pentito di averlo scelto. La fiducia ha resistito anche alle partite dell’Olanda, che torna a casa con zero punti e cinque gol incassati. Stekelenburg ha sbagliato contro la Danimarca ma per il resto è stato soprattutto sfortunato. Si è trovato di fronte Gomez e Ronaldo, non due pivelli. E ha confermato che questa non era la sua stagione. La prossima non potrà che essere migliore: un portiere della Roma non può entrare in campo 29 volte e concedere 40 gol. Con questi numeri, si poteva evitare di bussare all’Ajax e valorizzare le risorse interne.
Corriere dello Sport – Roberto Maida 

Gazzetta dello Sport – “Pentiti credibili”. Prima stangata a club e tesserati

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«Carlo Gervasoni e Filippo Carobbio sono credibili». Al di là della sentenza della Disciplinare sul primo procedimento di quest’anno sul calcioscommesse, è questo l’aspetto che emerge leggendo le 80 pagine del comunicato ufficiale. E non poteva essere diversamente. Confermate le nostre anticipazioni della vigilia. Ci sono quattro prosciolti, quattro radiati, due derubricati, ventuno società sanzionate (tra decisioni e patteggiamenti) con la conferma dei due punti di penalizzazione per l’Atalanta in A. Per il resto sanzioni pesanti tra i tre e i quattro anni con una sola sorpresa: per Marco Paoloni era stata chiesta una squalifica di sei mesi, ma la Disciplinare ha detto «quattro anni».

Le certezze Oltre alla credibilità di Gervasoni e Carobbio, la Disciplinare (presidente Sergio Artico, vicepresidente vicario Claudio Franchini, componenti Riccardo Andriani, Valentino Fedeli e Andrea Morsillo) ha anche confermato che per Padova-Atalanta c’è stata una combine per il pareggio e per questo Santoni è stato sanzionato con la radiazione e Doni e l’Atalanta hanno patteggiato. Altra certezza è la responsabilità oggettiva in caso di associazione che «trasmigra» anche col nuovo tesseramento e questo ha portato alle sanzioni per Siena, Sampdoria e Spezia per le «colpe» di Carobbio (la prima e la terza) e Bertani (la seconda), anche se la sua posizione è stata stralciata.

Prosciolti o derubricati Quattro tesserati: Shala e Coser (che rispondevano di illecito), Consonni e Sarri (deferiti per omessa denuncia). Due posizioni derubricate: Vincenzo Santoruvo (da illecito a slealtà) è sanzionato con sei giornate di squalifica per i fatti di Frosinone-Grosseto, e quella di Eduardo Catinali (da illecito a omessa denuncia e scommesse) sanzionato con nove mesi di squalifica (sei per la prima e tre per le seconde senza neanche l’aggravante delle ammende perché fatti commessi prima dell’entrata in vigore delle modifiche al Codice di giustizia sportiva).

Le società Le posizioni più pesanti erano a carico di AlbinoLeffe e Piacenza, ma la Disciplinare ha saputo equilibrare durezza e permanenza in vita delle società: 15 punti alla prima e 11 alla seconda che potrebbero non comprometterne il futuro rispettivamente in Prima e Seconda divisione. Il lavoro dell’avvocato Di Cintio ha favorito anche la riduzione della sanzione del Novara da sei a quattro punti. E possono essere soddisfatti anche i legali di Ancona (da -10 a -8) e della Reggina (da -6 a -4). Molto arrabbiati invece a Pescara e a Padova dove le posizioni, rispettivamente, di Nicco e Italiano hanno penalizzato di due punti i club.

L’appello Ora per i difensori (ma anche per la Procura federale) scattano i termini di presentazione degli appelli. La segreteria della Corte di giustizia federale sarà aperta per i prossimi quattro giorni per i depositi. I prosciolti potrebbero essere appellati dalla Procura, ma anche i derubricati e per questo solo venerdì si saprà quanti avranno effettivamente fatto appello. Poi ci saranno ulteriori due giorni per le «controdeduzioni». La Corte di giustizia federale a sezioni unite dovrebbe essere convocata tra il 2 e il 3 luglio.
Gazzetta dello Sport – Maurizio Galdi 

Gazzetta dello Sport – Destro, c’è l’asta

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Il cartellino di Destro oggi tornerà tutto del Genoa: intesa col Siena che non eserciterà il diritto di riscatto per la metà fissato a 1,3 milioni (ai toscani Rossettini più un giovane tra Rizzo e Mulas). E Preziosi ha ricevuto un’offerta sontuosa dalla Roma: 12 milioni cash più due giovani a scelta tra Bertolacci, Florenzi e Piscitella. Un’offerta che non spaventa i bianconeri che possono mettere sul tavolo soldi e i buoni rapporti con Preziosi. In questa casella va inserita la comproprietà di Immobile, rinnovata: il capocannoniere dell’ultima B vestirà la maglia rossoblù.
Gazzetta dello Sport – Brega – D’Angelo 

Il Romanista – Avanti!

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Una grande Italia guidata mai come ieri da un De Rossi, guerriero a tutto campo, ha piegato i pronostici e gli scettici. E andiamo avanti. Non sappiamo quanto riusciremo a protrarre il nostro Europeo. Ma la storia ci dice che, dopo i gironi spesso passati per il rotto della cuffia, la nostra nazionale cresce in convinzione e gioco. Speriamo sia così anche questa volta.

Al biscottino Spagna-Croazia non volevo proprio crederci. Ma è certo che nella testa di spagnoli e croati il pensiero di andare a giocarsi la partita solo nel secondo tempo c’è stato. Poi ha prevalso la squadra più organizzata e gli spagnoli sono passati in testa al nostro girone. Ci batteremo adesso quasi sicuramente o con la Francia o con l’Inghilterra. Ma la sorpresa potrebbe arrivare anche dall’Ucraina. Oggi sapremo come finirà il girone che ci interessa da vicino. Da sempre preferisco passare per secondo e giocarmela con i primi, nello sport e nella vita. Sono fatto così. I primi si credono più forti. E chi si sente più forte arriva allo scontro con più presunzione e con le difese immunitarie abbassate. Vorrei dunque affrontare l’Inghilterra se posso esprimere un desiderio. Con la Francia abbiamo già dato. E anche, certamente, ripreso con gli interessi.

Mi interessa vedermela con la Regina Elisabetta e i suoi sessanta anni di regno, e sbattergli addosso il ragazzone di venti anni tutto gossip, estro e classe. SuperMario potrebbe anche non reggere lo stress e farsi espellere immediatamente, cadendo nelle provocazioni inglesi. Ma spero che la sua conoscenza di quei difensori sia un’arma in più che Prandelli decida di utilizzare dal primo minuto. Per Motta e Diamanti nutro qualche dubbio. Ma lo terrò per me. Ma vedere De Rossi finalmente quasi nella sua posizione mi ha galvanizzato, emozionato e, contemporaneamente rattristato. Vedo sempre pochi romanisti in azzurro. Io Totti lo porterei sempre con me, anche al cinema. E Osvaldo, oltre a Borini, non avrebbe sfigurato.
Il Romanista – Stefano Romita 

France Football – Zeman: “Seguo quello che chiede il popolo!”

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E’ un artigiano con una reputazione immacolata. Un «orefice » nel suo genere, capace di capolavori partendo quasi da niente. Una referenza per i puristi del bel paese, e non solo. Ma non professa (per poco ancora…) nelle grandi metropoli. Per trovare la sua « bottega », ci si deve svegliare presto e puntare verso gli Appennini.Oltre 200 chilometri da Roma, tagliando la peninsola da Ovest ad Est. Sulla A14, bisogna uscire a Pescara-Nord e dopo qualche centinaio di metri avvinandosi ad una zona comerciale nuova di zecca, c’è una piccola strada che porta ad un parcheggio sterrato. Siamo arrivati a Zemanlandia ! E’ qui, al Centro Sportivo De Cecco di Poggio degli Ulivi, nella località di Città Sant’Angelo, 5 chilometri da Pescara, che ha « officiato » Zdenek Zeman per tutta la stagione 2011-12. Tre campi in erba sintetica (piu palestra e ristorante) per ideare la sua ultima creatura, il Pescara, appunto. Di questa squadra dal budget mini che sembrava destinata alla salvezza, lui ne ha fatto il campione di Serie B. E che campione : migliore attacco con 90 gol, +35 di differenza reti e 145 fra gol presi e segnati, altrettanti nuovi record per Zeman! Senza dimenticare che un suo pupillo (Verratti) ha partecipato allo stage pre-Europeo della Nazionale di Prandelli. Questo Pescara è il capolavoro che ha richiamato Zeman all’attenzione dei big della Serie A. Del resto, siamo all’ultimo giorno del tecnico italiano di origine boema a Pescara e l’emozione è molto palpabile, fra i tifosi e anche fra i collaboratori del tecnico. In fine dei conti, Zeman, che si appresta a firmare per due anni con la Roma, è l’unico a rimanere imperturbabile.

 Mr.Zeman, il Pescara ha vinto il campionato con 90 gol (top Serie B dopo SPAL 1949-50, 95 reti) e una differenza reti di +35. Ha polverizzato il suo record personale di gol in una stagione ed eguagliato quello della differenza reti. E’ la migliore delle sue stagioni, il suo capolavoro?
“Direi proprio di si. Questo è qualcosa di più rispetto ad altre situazioni. Soprattutto perchè era la mia prima stagione in questa società. Le altre volte, magari c’era voluto piu tempo. Come al Foggia, dove le cose migliori sono arrivate al secondo anno. E non subito: nel girone di andata eravamo anche stati ultimi in classifica. Anche perché se la squadra si applicava non riusciva in campo a fare quello che si proponeva. »
 Sbarcando in Abruzzo nell’estate 2011, si imaginava un risultato così?
 «No. Perché la squadra era piena di giovani, e a causa di qualche cessione complessivamente si era indebolita. Ma le cose sono andato presto per il verso giusto. A Pescara ho trovato condizioni ideali per lavorare bene. Dal campo sportivo dove la squadra si allena che è ottimale. Poi perchè ho trovato un gruppo di qualità, fatto di undici under e undici altri già parecchio più avanti con gli anni. I giovani si sono migliorati, i “vecchi” sono ringiovaniti !”
 
 C’è chi sostiene che oggi lei curi con maggiore attenzione la fase difensiva…
 «Ma non credo… Avvicinandosi al traguardo, i giocatori hanno sentito di più la responsabilità e sono stati particolarmente attenti. Di sicuro, nell’ arco del campionato abbiamo, vero, subiti molti gol, ma spesso a risultato acquisito, dopo cali di tensione comprensibili. Poi tanti altri gol causati da interpretazione discutibili da parte del guardalinee. » (divertito) « Per quanto riguarda i discorsi sul lavoro difensivo ed offensivo, non ne faccio un caso personale. Nel calcio esistono due fasi. Se chiedi al giocatore cosa preferisce fare quello risponde sempre: ‘’la fase offensiva’’. Quanto agli spettatori, secondo voi, cosa preferiscono ? La fase difensiva o offensiva ? Preferiscono vedere gol e spettacolo o qualcos’altro ? Evidentemente la squadra che va all’attacco piuttosto che i vari catenacci. Quindi seguo quello che dice e chiede il popolo !”
 
E’ tornata Zemanlandia?
 “Io direi di si se si considera Zemanlandia un calcio che fa spettacolo, che fa divertire. La gente si diverte quando vede i gol e quando vede qualche numero. Spero di averli accontentati.“
 Cosa c’è di simile e, al tempo stesso, di diverso rispetto al Foggia degli anni ’90? Nella costruzione ha seguito gli stessi metodi?
 “Come costruzione la squadra era abbastanza simile, anche se il Foggia era una squadra molto giovane, mentre a Pescara c’è anche gente di una certa età. Un’altra differenza è che in Puglia i giocatori erano quasi tutti di proprietà del Foggia, mentre qua molti in prestito…”
 
 I suoi detrattori, citando ad esempio Shalimov all’Inter, affermano che giocatori esplosi con lei incontrano poi delle difficoltà messi di fronte ad altri tipi di gioco…
 “Ma come si fa a sostenere questo ? Grazie alle mie squadre molti ragazzi sono arrivati in nazionale. Signori, Baiano, ma anche Rambaudi, Padalino, Di Matteo, Di Francesco e Fuser. E anche Chamot, diventato titolare nell’Argentina per parecchi anni e che mi ha seguito alla Lazio.”
 Quando lei si impose col Foggia dei miracoli era visto un po’ come un ufo, con quella sua idea di un gioco tutto di attacco. In una vecchia intervista anche suo zio Vycpalek, scherzando, disse che suo nipote era un po’ matto a voler fare quel tipo di gioco. Oggi si sono imposti allenatori come Guardiola, Bielsa ed altri che predicano un calcio di grande movimento che ha come obiettivo dichiarato quello di attaccare sempre. Si sente meno solo oggi?
 “Vent’anni fa non mi sentivo così solo perchè c’era il calcio di Sacchi. Vero che Sacchi facceva un gioco che partiva dall’organizzazione difensiva, ma comunque ha portato grandi novità. E comunque non ero un ufo. Sacchi lo era più di me quando era sbocciato, anni prima. Il gioco di Sacchi, basato sul collettivo, sulla collaborazione fra giocatori e la capacità di scambiarsi le posizioni, ma anche il pressing alto e la volontà di imporre il suo gioco nelle metà campo avversaria, era molto diverso dai canoni del calcio italiano.”
Oggi non sono in molti a rivendicare l’eredità di Sacchi. E’ sorpreso ?
 “No. Anche perché nel passato sono stati in tanti a provare ad imitarlo ed hanno fallito. Non era cosa semplice applicare la sua filosofia in contesti diversi da quelli di Sacchi al Milan. Poi credo che uno non si debba accontentare di copiare gli altri, così non si va lontani. Devi andare avanti con le tue idee, la tua visione tattica.”
Lei allena ad alti livelli da una ventina di anni. In questo periodo come giudica l’evoluzione tattica del calcio a livello internazionale?
 “Penso che, a parte poche eccezioni di squadre che cercano un certo tipo di calcio, come il Barcelona di Guardiola o la nazionale spagnola, tutte le altre stanno in campo soprattutto per non fare giocare l’avversario. E non sono affatto interessati a come giocano loro. Ad esempio il Chelsea che ha appena vinto la Champions o la stessa Inter del 2010. In questo senso penso che non ci sia stata un’evoluzione. Sono anche sorpreso perchè mi aspettavo che ci fossero più allenatori interessati a prendere strade diverse. »
 Un suo giocatore dei tempi della Lazio, Roberto Di Matteo, ha portato i Blues sul tetto d’Europa. Come giudica il suo percorso da allenatore e l’incredibile evoluzione di questa stagione che lo ha portato a vincere la Champions League?
 “Era un ragazzo serio, già da giocatore. Con tanta qualità. E penso anche come allenatore abbia i numeri per andare avanti. Il suo merito nella vittoria di Champions è stato quello di rigenerare alcuni giocatori chiave e di ridare stimoli a tutto il gruppo. Ha fatto tutto questo con la consapevolezza dei limiti della squadra. Ha giocato sulle debolezze degli altri, però ha vinto. Solo che per me non conta solo vincere. Il modo in cui si vince è altrettanto importante per me.”
Lei è in buona compagnia: Sacchi ha commentato la vittoria del Chelsea nello stesso modo: ’’contento per Roberto, ma a me non piacerebbe vincere cosi…’’
 “Si, perché, più che la vittoria in se, la mano dell’allenatore si vede nell’impronta che dà alla squadra. »
Il Barcelona di Guardiola riesce a tenerle su il morale ?
 “Da alcuni anni è la squadra migliore al mondo. Va anche detto che ha molti fuoriclasse, particolarmente Messi. Per certi versi è molto dipendente dall’argentino. Per come vedo io il calcio fa troppo possesso palla. Ma devo dire che hanno pure le loro buone ragioni per fare il possesso palla e per verticalizzare poco. Va anche detto che quando si hanno giocatari di questo livello, abituati a giocare insieme da tanti anni, uno si può permettere tutto. »
 Guardiola ha sempre dichiarato di aver studiato in modo particolare i tecnici italiani. Condivide quello che si dice in genere, ossia che gli allenatori italiani sono i più completi e competenti con la loro cura maniacale dei dettagli?
 “Se quando si parla di organizzazzione tattica, si pensa alla fase difensiva, al lavoro di copertura, a come fermare l’avversario, le sue fonti di gioco, sono, in effetti, da prendere ad esempio… »

L’ex tecnico del Barcellona ha anche ammesso di aver studiato a lungo anche gli altri sport per la sua formazione come tecnico. Cosa ne pensa e qual è la sua esperienza in merito, ricordando che lei da giovane ha praticato un numero notevole di discipline sportive?
 “Io ho preso molto dalla pallacanestro, che ho osservato tanto da ragazzo a Praga, soprattutto per le sue fase di contropiede. E ho avuto la fortuna di praticare l’hockey ghiaccio che ha come caratteristica principale la verticalizzazione. La differenza col calcio è che non si gioca sul piede ma soprattutto sul movimento e sugli spazi, poco sul palleggio. A parte i due portieri, i giocatori si muovono tutti a tutto campo.”
Cosa pensa del Real attuale di Mourinho e del modo di intendere il calcio del tecnico portoghese?
“Questa è una squadra che non gioca sempre allo stesso modo, mentre il Barcellona recita quasi sempre lo stesso copione. Il Real è capasce di radicali cambiamenti, può fare sia una gara chiaramente difensiva e chiusa, sia avere un’impostazione estremamente offensiva. Riesce a cambiare con facilità, grazie pure a delle straordinarie individualità. »

Dalla quasi totalità dei rappresentanti del mondo del calcio, comunque la si pensi sul suo conto, è considerato un grande maestro di calcio…
“Mi fa piacere! Mi rendo conto che un allenatore non potrà mai mettere tutti d’accordo, ma mi fa molto piacere ricevere questi apprezzamenti. Evidentemente alla gente piace il tipo di calcio che faccio, anche se non a tutti.”

Però che impatto! Zeman è sempre citato. Anche nella serie che France Football ha dedicato ai 30 grandi tecnici che hanno innovato la storia della storia del calcio lei c’è. Cosa pensa di aver lasciato, pur senza aver conquistato grandi titoli ai massimi livelli ?
“Io ho un’opinione diversa rispetto alla maggioranza. Quasi tutti sono convinti che a vincere siano gli allenatori. Io invece penso che a vincere sono le società, e se uno non ha alle spalle una società forte è difficile ottenere dei titoli. E’ da vedere se certi allenatori che vincono nelle grande piazze, sarebbero capaci di farlo in realtà meno forti. Spesso accade che non vincano più…”
Quali erano i suoi maestri ?
 «A Praga, sia nelle giovanili dello Slavia che all’università, ho avuto la fortuna di conoscere allenatori e professori che mi hanno fatto capire e scoprire tante cose. Più in avanti, il mio grande modello nel calcio di alto livello è stato Stefan Kovacs. Aveva idee modernissime e un grande senso del collettivo. Come me veniva da una scuola calcistica che si chiamava ancora danubiana, dove già c’era l’idea del collettivo, di lavorare insieme. Solo che lì si giocava a ritmi bassi. Io ho voluto giocare ad altri ritmi, più alti.”

Come reagisce alla nuova ondata di scandali ? Che idea s’è fatto di questo ennesimo capitolo del calcioscommesse?
 “Questo discorso nasce da un problema di fondo. Nel senso che il calcio per molti è diventato solo un grande business. Di queste cose se ne è parlato a lungo, mi auguro che per una volta si decida di intervenire per fare un calcio diverso. Semmai mi sorprende un po’ che calciatori di primo piano si ritrovino in mezzo. Perchè capisco che il giocatore di serie C che non riceve da mesi lo stipendio possa avere delle tentazioni… sia chiaro non lo giustifico, anzi lo condanno, ma almeno lo capisco. Chi proprio non riesco a capire sono i giocatori famosi e ben pagati… Io ai ragazzi dico sempre: ‘’continuate a fare calcio per passione, anche ad alto livello. Non mettendo sempre il guadagno al primo piano. Il segreto è la passione. ” E’ il mio modesto contributo per provare a cambiare la mentalità. Prendete uno come Francesco Totti. Ecco un esempio di giocatore ha sempre vissuto il calcio allo stesso modo : quando era un giovane sconosciuto e oggi che è il fuoriclasse che conosciamo».
 Lei manda spesso messaggi di stima a Francesco Totti, venendone ricambiato con altrettanta stima e affetto.
«Si, abbiamo un buon rapporto. E dire che per molti anni non ci siamo visti per niente ! Ma si vede che ad entrambi è rimasta l’ottima impressione reciproca che abbiamo avuto quando abbiamo lavorato assieme ».
Nel 1998, lei aveva fatto sensazione con le sue denuncie sul calcio nelle farmacie. Pensa di avere pagato per questo ? Ritiene che la sua carriera sia stata condizionata negativamente?
“E’ quello che sostengono in molti. C’è stato un lungo periodo in cui sono stato contattato da tanti presidenti, anche di squadre importanti. Solo che un giorno mi cercavano e volevano parlare con me. Qualche giorno dopo cambiavano idea. Evidentemente un certo sistema ha prodotto una reazione quando nel ’98 ho cominciato a denunciare le cose che non andavano.”
A detta di molti, il presidente Sensi molto a malincuore fu costretto a non rinnovarle il contratto. A suo dire, il Palazzo gli “impose” il suo allontanamento, altrimenti non gli sarebbe stato consentito di vincere il titolo. C’è qualcosa di vero in questa ricostruzione?
“Io sono convinto di si. Sono convinto che gli sia stato proprio suggerito questo.
 
E dopo lo scoppio di Calciopoli nel 2006 è cambiato qualcosa ?
«I presidenti hanno continuato a chiamarmi spesso per poi sparire il giorno dopo…»
 
Magari le cose sono cambiate un po’, visto che sta per tornare alla Roma…
(la firma non è ancora ufficiale, Zeman si limita a sorridere, e riprende il discorso fatto prima) « Per tanto tempo mi sono chiesto come mai tanti dirigenti mi cercavano, parlavano bene di me e poi non mi facevano lavorare ! » (una volta presentato a Trigoria, Zeman aggiungerà : « Voglio tanto bene alla Roma. Se il moi ritorno avesse messo questo club in difficoltà, non avrei firmato. Non mi considero, come ha affermato qualcuno, un Jedi che vuole fare trionfare il bene ovunque, ma uno normale. L’obbiettivo è regalare emozioni e divertimento alla gente con un calcio che piace.»)
France Football – Felici-Notarianni 

Leggo – Abbonamenti a quota 20.000 Curva Sud già esaurita

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Il primo acquisto arriva sugli spalti. La campagna abbonamenti della Roma ha infatti registrato nelle ultime ore un piccolo record: dopo 4 anni, il numero degli abbonati ha superato la soglia di tesserati della stagione precedente (quasi 3mila rispetto ai 16.800 dello scorso anno). Praticamente esaurita la Curva Sud (mancano una decina di tagliandi) si sta raggiungendo a piccoli passi la vetta dei 20 mila. «Ma si punta almeno a 25 mila» fanno sapere da Trigoria forti dell’entusiasmo della piazza per l’arrivo di Zeman e dell’opportunità di vendere l’abbonamento senza far sottoscrivere la tessera del tifoso, grazie all’introduzione del voucher elettronico. Un dato in controtendenza rispetto all’ultimo decennio.

Uno studio di LaRoma24.it testimonia infatti come negli ultimi anni lo stadio Olimpico abbia vissuto una crisi senza precedenti: dal milione di spettatori annui del 2001-2002 (media di 59,400 spettatori a partita) si è arrivati gradualmente ai 688 mila della scorsa stagione (media 36,219).
Leggo – Francesco Balzani 

Il Messaggero – Punte e interrogativi

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«Osvaldo? Incedibile a meno che…» non arrivi la classica proposta indecente. Il sentore che questa fosse arrivata c’è stato nei primi giorni di giugno quando un club russo si è mostrato molto interessato al centravanti. «Valutazione? 20 milioni», la replica da Trigoria. Una richiesta che è somigliata molto ad un no diplomatico. Anche perché nei giorni successivi è stato poi ufficializzato Zeman che l’italo-argentino lo conosce bene. Lo volle con sé a Lecce, dopo averlo visto giocare in Brescia-Atalanta del campionato Primavera di qualche mese prima. Il club salentino aveva in rosa Pellè e voleva puntare sulla valorizzazione del giovane centravanti. Quando venne chiesto un parere all’allenatore, la risposta fu drastica: «Pellè? Buono… ma io preferisco Osvaldo». E così il club lo accontentò. La seconda esperienza (2006-07) del boemo sulla panchina salentina (ce n’era stata già una nel 2004-05) durò lo spazio di 18 giornate, visto che poi venne esonerato per lasciare spazio a Papadopulo. Tanto bastò all’attaccante per segnare 7 delle 8 reti con le quali poi concluse la stagione.

Un feeling, quello tra Zeman e Osvaldo, che non si è spento. Nell’ultimo anno i due si sono sentiti almeno 3-4 volte al telefono. Al tecnico, l’italo-argentino piace per la sua duttilità: può infatti giocare nel tridente offensivo come esterno destro e centravanti. E a Roma farà lo stesso: l’idea di partenza, da verificare nei primi allenamenti di Riscone di Brunico, è avere Totti centrale e Osvaldo a destra. Ma quando il capitano rifiaterà non è escluso che al suo posto giochi proprio l’ex Espanyol. Non solo caramelle: il rimprovero che muoveva Zeman ai tempi di Lecce al calciatore era quello che si è sentito ripetere spesso anche dal suo entourage negli ultimi tempi: «Ti accontenti di essere bravo».

Ma che lo sia non è un mistero. E proprio per questo motivo, oltre all’unica richiesta pervenuta per il calciatore dalla Russia, ci sono stati, come spesso accade, timidi sondaggi. Osvaldo sarebbe il primo obiettivo dell’Atletico Madrid, qualora vendesse Falcao o del Valencia se il club iberico dovesse privarsi di Aritz Aduriz Zubeldia, richiesto dall’Atletico Bilbao. E poi c’è il Malaga. O meglio dire, ci sarebbe perché in questo caso manca anche il ‘timido sondaggio’. I contatti intrapresi da Baldini con il Real Madrid a fine maggio non hanno invece avuto seguito.

Tra l’altro l’orientamento della Roma è cambiare il meno possibile il reparto offensivo. A meno di clamorosi dietrofront rimarrà nella capitale anche Fabio Borini. Il discorso con il Parma è semplice: a Trigoria fanno leva su un accordo che risale a gennaio. All’epoca, infatti, la società gialloblù aveva bisogno di soldi e la Roma anticipò un’operazione (2,3 milioni per la metà) che invece avrebbe potuto effettuare in questi giorni. Dietro questo favore, Sabatini (da ieri a Milano per le comproprietà) ha strappato un gentlemen’s agreement per rinnovare la comproprietà a giugno. E così andrà, a meno che il Parma non ceda alla tentazione di vendere la sua metà (Inter, Psg o Liverpool alla finestra). In quel caso si andrà alle buste. Del resto, come per Osvaldo, tutto ha un prezzo.
Il Messaggero – Stefano Carina 

Corriere dello Sport – Dallo stadio al bilancio: i giorni caldi della Roma

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Aumento di capitale, chiusura del bilancio, consiglio di amministrazione, scelte strategiche. Cominciano giorni frenetici per la Roma, intesa come società, alle prese con le scadenze di fine giugno. Ancora non arrivano certezze sulle potenzialità finanziarie del club e sul terreno dove la proprietà intende costruire il suo stadio. Ieri il sindaco Alemanno ha chiesto celerità a proposito della famosa short list, il documento atteso entro il 30 giugno: conterrà quelle due o tre aree edificabili su cui il comune dovrà esprimersi. Ma per il momento, al di là di qualche ipotesi su Tor di Valle (favorita) e Malagrotta, la Roma non si sbilancia.

Di sicuro, si allungano i tempi: se un paio di mesi fa il gruppo americano era convinto di trasferirsi nella nuova casa a partire dal campionato 2015-16, adesso bisognerà aspettare almeno un altro anno. Sperando che nel frattempo entri in vigore la legge sugli stadi, che per l’investimento della Roma è fondamentale. Tempi incerti anche sulle procedure dell’aumento di capitale, la cui prima tranche di 50 milioni doveva partire molti mesi fa ma è stata continuamente rinviata (ritardi tecnici, spiegano). Intanto il mercato è fermo: nessun acquisto è stato annunciato a due settimane esatte dal raduno.
Corriere dello Sport – Roberto Maida 

Gazzetta dello Sport – Borini, che intrigo. Ma Roma e Parma sono d’accordo

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Un intrigo? No, ma potrebbe anche diventarlo. È quello che gira intorno a Fabio Borini e che agita un po’ i sonni di Parma e Roma (più quelli dei giallorossi, francamente). Oggi Sabatini e Leonardi si vedranno a Milano e cercheranno una soluzione, anche se per i due club la soluzione già c’è: rinnovo della compartecipazione, come deciso a gennaio, quando il prestito con diritto di riscatto (a 7 milioni di euro) venne trasformato in comproprietà. E allora dov’è il problema? È che a puntare i piedi potrebbe essere lo stesso Borini, che sembra non entusiasta di restare «a metà» tra le due squadre. Vorrebbe essere acquistato, ovviamente dalla Roma, visto che il presidente emiliano Tommaso Ghirardi è stato già chiaro: «Fabio non tornerà a Parma».

Accordo Roma e Parma, del resto, erano d’accordo da gennaio, quando agli emiliani serviva liquidità e la Roma accelerò un processo che sarebbe altrimenti nato successivamente: con 4,6 milioni di euro comprò Borini, rigirando poi il 50% del cartellino al Parma (2,3 milioni). Nell’accordo la Roma avrebbe poi dovuto pagare gli altri 2,3 milioni entro il 2014, con un contratto al giocatore a salire (dai 2,7 milioni della prossima stagione ai 3,4 del 2015-16). Quell’accordo (nato quando Borini era ancora un giovane di belle speranze e non il Borini arrivato in azzurro e all’Europeo) Roma e Parma hanno intenzione di rispettarlo, anche perché ci sono altre cose in ballo (Pigliacelli ha firmato per il Parma, Okaka andrà in comproprietà ai ducali e qualche altro giovane potrebbe passare dalla Roma al Parma). Ma se Borini si impunta, allora son dolori…

Rischio buste Senza la firma del giocatore (su cui ci sono Psg e Liverpool, con l’Inter che resta alla finestra), l’accordo non si fa. E allora il rischio è di arrivare alle buste il 22 giugno, con Roma e Parma che cercheranno di monetizzare: il Parma per prendere il giocatore e poi eventualmente venderlo, la Roma per avere un nazionale a un prezzo più basso o — in caso contrario — incassare una bella cifra da rigirare poi sul mercato. I giallorossi sono pronti a investire circa 4 milioni di euro per l’altra metà, non di più. Ma è chiaro, questa vicenda sta bloccando il mercato in entrata per quanto riguarda gli attaccanti (Destro resta la prima alternativa). Non si andrà invece alle buste per Florenzi, con Sabatini che oggi incontrerà il Crotone e troverà l’accordo. Il centrocampista tornerà alla Roma, che dovrebbe dare ai calabresi la metà di Pettinari (apprezzatissimo dai rossoblù) più un conguaglio di 1-1,5 milioni. Considerando, però, che Florenzi era giallorosso e che il Crotone si è preso la metà per soli 250 mila euro, non proprio un’operazione doc.
Gazzetta dello Sport – Andrea Pugliese 

Domani incontro tra la Roma e il Parma per Borini

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Domani incontro tra i dirigenti della Roma e quelli del Parma per parlare della comproprierà di Fabio Borini. Tra le due società mancherebbe ancora l’accordo sul prezzo del cartellino così l’ipotesi di arrivare alle buste è ormai quasi una certezza. Come riportato da Sky Sport però questa soluzione non piacerebbe all’attaccante emiliano che ha più volte espresso il desiderio di rimanere nella Capitale.

Italia-Irlanda la formazione ufficiale degli azzurri

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Oggi l’Italia si gioca la sua permaneza agli Europei contro l’Irlanda di Giovanni Trapattoni. Alla squadra di Cesare Prandelli occorre una vittoria e sperare che nella partita tra Croazia e Spagna non si verifichi la possibilità del “biscotto”. Questa la formazione che scenderà in campo questa sera alle 20.45 allo stadio comunale di Poznan come riportato da raisport:

Buffon, Abate, Barzagli, Chiellini, Balzaretti, Marchisio, Pirlo, De Rossi, T. Motta, Di Natale, Cassano.

Seydoux (pres. Lille): “Non vendiamo Debuchy”

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E’ nelle grandi manifestazioni internazionali che i giocatori migliori si fanno conoscere al mondo. Tra i diversi calciatori da segnalare ad Euro 2012 c’è il terzino della Francia e del Lille Mathieu Debuchy. Il presidente del club transalpino Michel Seydoux, stanco delle voci di una presunta cessione dell’esterno, ha precisato quanto segue:

“Per quanto riguarda Debuchy, probabilmente è partita una guerra sul piano della comunicazione. Voglio specificare che noi non siamo una società pronta a vendere. Ovviamente – spiega il presidente a lavoixdunord.fr – è comprensibile che Debuchy piaccia e sia richiesto, ma vi assicuro che Mathieu fa parte dei nostri piani e non lo cediamo”.

Ag. Brighi: “Penso che la sua avventura nella capitale sia finita”

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Vanni Puzzolo agente del centrocampista della Roma Matteo Brighi ha parlato a proposito del futuro del suo assistito rivelando di un suo possibile addio alla Capitale. Queste le sue parole:

Futuro a Roma?
In cuor mio speravo e contavo che potesse rientrare nelle idee di Zeman, ma non ho segnali in questa direzione, quindi presumo che la Roma farà altre valutazioni, ho la sensazione che la sua esperienza nella capitale possa essere finita. Non ho parlato con Sabatini, parleremo giovedi o venerdi“.

L’Atalanta?
In teoria l’Atalanta credo non sia rimasta contenta della stagione appena conclusa, anche se il calciatore è stato male, è stato pagato come un tassello di primo piano, quindi non credo che l’Atalanta ripunti su di lui“.

Altre opzioni?
Qualsiasi soluzione che la Roma ci proporrà saremo contenti, per il debito di riconoscenza che abbiamo verso la società che ha puntato su di lui. Non ho avuto segnali da Napoli, sicuramente Brighi ha un ingaggio alto e solo 7-8 squadre in serie A si possono permettere di sostenerlo. La Fiorentina potrebbe essere un opzione gradita, ma il calciatore nella sua carriera ha sempre accettato qualsiasi posto dove può essere ben voluto, se è Roma meglio, altrimenti va bene tutto.