Il Messaggero – Punte e interrogativi

«Osvaldo? Incedibile a meno che…» non arrivi la classica proposta indecente. Il sentore che questa fosse arrivata c’è stato nei primi giorni di giugno quando un club russo si è mostrato molto interessato al centravanti. «Valutazione? 20 milioni», la replica da Trigoria. Una richiesta che è somigliata molto ad un no diplomatico. Anche perché nei giorni successivi è stato poi ufficializzato Zeman che l’italo-argentino lo conosce bene. Lo volle con sé a Lecce, dopo averlo visto giocare in Brescia-Atalanta del campionato Primavera di qualche mese prima. Il club salentino aveva in rosa Pellè e voleva puntare sulla valorizzazione del giovane centravanti. Quando venne chiesto un parere all’allenatore, la risposta fu drastica: «Pellè? Buono… ma io preferisco Osvaldo». E così il club lo accontentò. La seconda esperienza (2006-07) del boemo sulla panchina salentina (ce n’era stata già una nel 2004-05) durò lo spazio di 18 giornate, visto che poi venne esonerato per lasciare spazio a Papadopulo. Tanto bastò all’attaccante per segnare 7 delle 8 reti con le quali poi concluse la stagione.

Un feeling, quello tra Zeman e Osvaldo, che non si è spento. Nell’ultimo anno i due si sono sentiti almeno 3-4 volte al telefono. Al tecnico, l’italo-argentino piace per la sua duttilità: può infatti giocare nel tridente offensivo come esterno destro e centravanti. E a Roma farà lo stesso: l’idea di partenza, da verificare nei primi allenamenti di Riscone di Brunico, è avere Totti centrale e Osvaldo a destra. Ma quando il capitano rifiaterà non è escluso che al suo posto giochi proprio l’ex Espanyol. Non solo caramelle: il rimprovero che muoveva Zeman ai tempi di Lecce al calciatore era quello che si è sentito ripetere spesso anche dal suo entourage negli ultimi tempi: «Ti accontenti di essere bravo».

Ma che lo sia non è un mistero. E proprio per questo motivo, oltre all’unica richiesta pervenuta per il calciatore dalla Russia, ci sono stati, come spesso accade, timidi sondaggi. Osvaldo sarebbe il primo obiettivo dell’Atletico Madrid, qualora vendesse Falcao o del Valencia se il club iberico dovesse privarsi di Aritz Aduriz Zubeldia, richiesto dall’Atletico Bilbao. E poi c’è il Malaga. O meglio dire, ci sarebbe perché in questo caso manca anche il ‘timido sondaggio’. I contatti intrapresi da Baldini con il Real Madrid a fine maggio non hanno invece avuto seguito.

Tra l’altro l’orientamento della Roma è cambiare il meno possibile il reparto offensivo. A meno di clamorosi dietrofront rimarrà nella capitale anche Fabio Borini. Il discorso con il Parma è semplice: a Trigoria fanno leva su un accordo che risale a gennaio. All’epoca, infatti, la società gialloblù aveva bisogno di soldi e la Roma anticipò un’operazione (2,3 milioni per la metà) che invece avrebbe potuto effettuare in questi giorni. Dietro questo favore, Sabatini (da ieri a Milano per le comproprietà) ha strappato un gentlemen’s agreement per rinnovare la comproprietà a giugno. E così andrà, a meno che il Parma non ceda alla tentazione di vendere la sua metà (Inter, Psg o Liverpool alla finestra). In quel caso si andrà alle buste. Del resto, come per Osvaldo, tutto ha un prezzo.
Il Messaggero – Stefano Carina 

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