In principio fu Colantuono. Prima di Zeman, della Fiorentina e del Bologna, prima dei tatuaggi, dei venti gol in Liga e anche di quella Roma di cui oggi dice «mi ha riservato un’accoglienza calda, speriamo continui così…».
Prima di tutto per Pablo Daniel Osvaldo c’era Stefano Colantuono. Il tecnico romano, che domani pomeriggio sarà all’Olimpico con la sua Atalanta dei miracoli, era alla guida dei nerazzurri anche quando, nel gennaio 2006, a Bergamo arrivò un ragazzo appena ventenne sbarcato dall’Argentina. Corioni l’aveva pagato 1,6 milioni di euro all’Huracán per rinforzare una squadra che lottava per tornare in serie A. Inizialmente aggregato alla Primavera, il ragazzino ci mette poco per attirare l’attenzione di Colantuono, che se lo porta in prima squadra non appena vengono risolti i problemi di tesseramento (ci vuole qualche mese) e gli fa chiudere la stagione con tre presenze, un gol e la promozione in A.
Di quei primi mesi in Italia, Osvaldo conserva un ottimo ricordo e oggi che sta per incontrare da avversario il suo primo maestro ne parla quasi emozionato: «Ormai sono tanti anni che non gioco all’Atalanta – ha detto a Sky – e credo che sia la prima volta che ci gioco contro. Spero di fare una bella partita». Quando gli chiedono di Colantuono, l’attaccante non usa mezze misure: «Il mister? Un grande, anche se purtroppo l’ho avuto poco perché il mio transfer non arrivava mai dall’Argentina -ha spiega Osvaldo-. Ho giocato poco con lui, siamo stati insieme solo sei mesi, ma ho comunque dei ricordi molto belli: siamo saliti insieme in serie A».
Dopo quella risalita per Osvaldo sarebbe cominciato il lungo girovagare per l’Italia che l’avrebbe portato prima a Lecce – dove con Zeman avrebbe segnato otto gol in trentuno partite in serie B – e poi a Firenze e Bologna, ultima tappa della sua prima esperienza italiana. La seconda è cominciata poco più di un mese fa, ma in mezzo c’è stata la felice parentesi dell’Espanyol, che l’ha restituito alle scene internazionali come uno dei migliori attaccanti della Liga. «Le critiche di chi dice che mi hanno pagato troppo non mi interessano» ha detto dopo aver segnato a Parma il secondo gol in quattro giorni, quello che ha regalato a Luis Enrique la prima vittoria stagionale. Gli interessa solo fare gol, e pazienza se sulla sua strada troverà la squadra del suo vecchio maestro. «Voglio fare una grande partita» ha detto ieri. Contro l’Atalanta Luis Enrique dovrebbe confermarlo titolare in un tridente completato da Totti e Bojan, favorito su Borriello e Borini. Di come sia l’Olimpico quando urla il tuo nome dopo un gol, Osvaldo ha già avuto un saggio contro il Siena. Domani andrà a caccia del bis contro l’inizio del suo passato italiano. Senza rancore, chiaro.
Il Romanista – Valerio Meta
Roma-Atalanta – Schelotto: “Dobbiamo correre più di loro”
Roma-Atalanta – Matias Ezequiel Schelotto, ala della formazione lombarda, in una intervista alla Gazzetta dello Sport, si è soffermato sulla gara che vedrà i nerazzurri sfidare i giallorossi di Luis Enrique domani pomeriggio all’Olimpico: “Gara molto difficile, squadra con tanti campioni: dobbiamo correre più di loro. Solo così potremo centrare un altro risultato importante”.
Corriere dello Sport – DiBenedetto: “Presto tra i club più grandi”
Partiamo dal piano economico. A dipingere le linee di quello che sarà la nuova Roma è Thomas DiBenedetto in persona, presidente giallorosso. «Il nostro obiettivo a Roma – ha dichiarato il tycoon statunitense alla rivista ufficiale del club «La Roma» -è creare quella situazione di stabilità ai massimi livelli di cui beneficiano altri club in Italia e in Europa, e questo è possibile solo vincendo. Un progetto ambizioso, intermini di management volevamo la miglior scelta possibile».
ROMA- DiBenedetto ha voluto manifestare il suo amore per Roma: «Il mio essere italo-americano, cresciuto con un padre che era un supporter di qualunque cosa fosse italiana, mi ha molto condizionato nella scelta. Quando i miei partner del Fenway Sports Group hanno acquistato il Liverpool ho deciso che volevo fare qualche cosa per conto mio. E’ giunta l’opportunità legata alla Roma e ho capito che era il momento giusto. La mia prima volta a Roma è stata dopo la laurea, nel 1974, ho ricordi bellissimi. Roma è in una posizione unica, la Chiesa Cattolica è qui e questo è il centro dell’universoper due miliardi di persone che considerano, un obbligo visitare la Città Eterna: dobbiamo concentrarci sul marchio e svilupparlo, naturalmente a partire dalle vittorie in campo e il nostro staff, con Luis Enrique, Franco Baldini e Walter Sabatini, è in grado di farlo». Il marchio Roma, attualmente, è al 18º posto tra i club di calcio, ha un valore di 63 milioni di sterline. […]
ITALIA- Poi, in un’altra intervista rilasciata a «L’Espresso », il numero uno della Roma ha spiegato che non si è fatto spaventare dalla situazione economica italiana:«I problemi dell’Italia stanno nell’eccesso di burocrazia e nella legislazione del lavoro troppo rigida. Ultimamente si è aggiunta la crisi del debito. Il vostro punto di forza sono le condizioni delle famiglie, migliori che in altri paesi, grazie a questo siete capaci di sostenere la crisi meglio di altri». Non è mancato un pensiero sul Presidente del Consiglio:«Berlusconi ha avuto una carriera imprenditoriale di enorme successo ed è stato il premier più longevo. Per ottenere questi risultati ci vuole grande talento. Sfortunatamente, adesso è alle prese con altri argomenti. E qui mi fermo».
STADIO- A conferma della sintonia raggiunta con il Coni per sfruttare al meglio l’Olimpico in attesa della costruzione del nuovo stadio sono arrivate le parole del Presidente Petrucci:«Metteremo a disposizione della Roma tutto quello che potremo perchè è una società gloriosa e lo staff si è presentato nel modo giusto. Al presidente della Roma ho detto che non siamo contrari alla costruzione di uno stadio. Nel frattempo si può sfruttare al meglio una realtà che già esiste, l’Olimpico. La Roma è intelligente, ha capito, faremo tante iniziative insieme». […]
Corriere dello Sport – A. Ghiacci
Corriere della Sera – Lamela: “Il mio rientro è vicino”
Doveva essere il «botto» del mercato giallorosso, e invece fino ad oggi non ha collezionato nemmeno un minuto con la maglia della Roma. Colpa di una caviglia infortunata in estate durante il Mondiale Under 20 e che ha creato un caso diplomatico tra la società giallorossa e la federazione argentina.
Erik Lamela, però, è sempre più vicino al pieno recupero e la gara di domani contro l’Atalanta sarà probabilmente l’ultima che vedrà dalla tribuna dello stadio Olimpico. Ne è convinto il talento argentino che dalla sua pagina di Twitter rassicura tutti i suoi ammiratori, argentini (il messaggio si chiude con un «Forza River Plate») ma soprattutto romanisti.
«La caviglia sta molto meglio e in questi giorni mi sto allenando», le sue parole. Lamela è tornato a correre sul campo, le sue condizioni migliorano sensibilmente e ora potrà sfruttare al meglio la sosta del campionato per recuperare la forma migliore.
Alla ripresa del campionato Luis Enrique potrà contare su di lui, che può diventare il giocatore chiave nel 4-3-1-2 del tecnico spagnolo: Lamela nella posizione di trequartista potrebbe riavvicinare Francesco Totti alla porta avversaria. Un vantaggio che finora la Roma non ha potuto sfruttare.
Corriere della Sera – Gianluca Piacentini
Corriere della Sera – De Rossi a posto. Bojan dall’inizio, Stekelenburg forse
«Speriamo di fare una bella partita e che i tifosi continuino ad incitarci come hanno fatto finora». Pablo Daniel Osvaldo è il personaggio del momento in casa giallorossa, capace di passare in pochi giorni da «bidone» a eroe. I gol in questo senso aiutano, e lui ne ha segnati due consecutivi che hanno consentito alla Roma di conquistare quattro punti contro Siena e Parma. Non è per questo che sarà titolare domani pomeriggio (ore 18, arbitra Celi) contro l’Atalanta – è un ex, in nerazzurro ha collezionato 3 presenze e un gol in B – perché Luis Enrique gli ha dato fiducia anche dopo prestazioni poco convincenti.
La stessa fiducia che potrebbe tornare a concedere a Bojan Krkic, che dovrebbe tornare titolare. Non ci sarà Perrotta che ieri a Trigoria si è sottoposto ad esami che hanno scongiurato complicazioni per la caviglia infortunata. Si tratta di una forte distorsione, tornerà nel derby. Ci sarà De Rossi, che ieri è rimasto a riposo precauzionale. Stekelenburg si è allenato col gruppo e con l’Atalanta vuole esserci: i medici hanno dato il via libera per la sua convocazione. A questo punto un suo impiego è più che probabile, anche se come al solito Luis Enrique deciderà solo in extremis.
Corriere della Sera – Gianluca Piacentini
Corriere dello Sport – Brighi: “Roma ti batto, senza rancore”
Rancore? Mai. Ci si può lasciare dopo quattro anni e continuare a volersi bene. Matteo Brighi domani torna all’Olimpico da ex romanista ma non denigra chi l’ha prestato all’Atalanta.
« E’ stata una scelta mia – precisa -volevo cambiare aria e giocare con più continuità. Ed ora eccomi qua, felice del mio primo mese bergamasco». […]
Anche con Luis Enrique vi siete salutati cordialmente?
« Certo. Non avevo alcun problema con lui o con il suo staff. Anzi, in quasi due mesi di lavoro in comune ho notato che Luis è un buon allenatore, con idee interessanti e un carisma notevole: sa coinvolgere tutti i calciatori nel modo corretto. Bisogna solo lasciargli il tempo di applicare il suo sistemadigioco».
E la nuova società che impressione le ha fatto?
« Ottima. Anche qui, vale il discorso della pazienza. Capisco che Roma abbia fame di vincere. Ma sono convinto che i dirigenti stiano facendo le cose giuste per portare la società in alto, dove merita ».
Eppure il suo procuratore Puzzolo ha parlato di incomprensioni…
[…]« Non mi sono mai lamentato, sono stato male interpretato, non so perchésiano uscite storie di insoddisfazione che non esistevano».
La Roma è più forte dell’anno scorso?
« Non saprei. La Roma da anni è una squadra forte. Avrebbe magari potuto vincere uno scudetto ma è sempre statanelle prime posizioni del campionato e anche in Europa si è fatta rispettare » .
Il suo rimpianto romanista è proprio lo scudetto mancato all’ultima giornata?
«Beh, è successo due volte… Una con Spalletti e una con Ranieri, in cui abbiamo pagato la sconfitta contro la Sampdoria. Ma non è un vero e proprio rimpianto. E’ una delusione, compensata da tanti altrimomentifelici».
Il più felice?
«La Coppa Italia e la Supercoppa vinte. Ma anche le vittorie in Champions League con Chelsea e Cluj, quando mi è capitato di segnare…».
Dei nuovi giocatori, chi l’ha colpita di più?
«Quelli dell’ultimo momento non li hoconosciuti. Bojan e Josè Angel invece sì e mi hanno impressionato: sono veramentebravi».
Sembra avere un po’ di nostalgia. A fine stagione torna alla Roma?
« Ho un contratto fino al 2014 ma in questo momento non ci penso. Sono completamente coinvolto nel progetto Atalanta. Alla Roma auguro di essere grande. […]».
Si aspettava un’Atalanta così pronta?
«Un po’ sì. L’idea era proprio quella di partire velocemente per cancellare l’handicap, una brutta zavorra. Siamo contenti ma sappiamo che c’è ancora tanto da soffrire».
Darà qualche soffiata a Colantuono sui limiti della Roma?
«Ma no, lui non ne ha bisogno. Credo che dovremo stare attenti al loro possesso palla, sperando che ci concedano qualcosa dietro. […]».
Corriere dello Sport – Roberto Maida
Il Messaggero – DiBenedetto: “Marchio d’amore”

«La Roma? Un’eredità dolorosa. Non abbiamo comunque niente da guadagnare a parlare male di Rosella Sensi. E qualunque cosa io possa dire, suonerebbe negativa verso di lei». Nella non risposta di Thomas DiBenedetto sul passaggio di consegne con la precedente proprietà – rilasciata in un’intervista al settimanale l’Espresso – c’è la volontà di proiettare la nuova Roma verso il futuro, senza però dimenticare il recente passato. L’aggettivo inglese «painful» – che letteralmente si traduce in doloroso, difficile, penoso – è un chiaro riferimento ai conti trovati, sul quale il nuovo presidente giallorosso preferisce non sbilanciarsi troppo. Un’allusione, tuttavia, che alimenterà qualche (inevitabile) polemica ma che DiBenedetto prova a cancellare poco dopo, con il verbo che i tifosi della Roma vogliono ascoltare: «Vincere».
L’imprenditore americano è più chiaro nel passaggio successivo: «Roma è in una posizione unica. La Chiesa cattolica è stata costruita qui e questo è il centro dell’universo per due miliardi di persone che considerano un obbligo visitare la città eterna prima o poi. Per arrivare a questo dobbiamo concentrarci sul marchio e svilupparlo, naturalmente a partire dalle vittorie in campo e il nostro staff, con Luis Enrique, Franco Baldini e Walter Sabatini, è in grado di farlo. Poi, come dicevo, è fondamentale che lo sviluppo passi anche attraverso il web». Proprio per questo motivo, la prossima settimana arriverà in Italia Shergul Arshad, prossimo digital strategy giallorosso (con un passato ai Toronto Raptors, squadra Nba) che si occuperà dell’apertura di un negozio on line del club e di una pagina ufficiale su Facebook e Twitter («Vogliamo investire sui social media e nel marketing di Internet»).
Un disegno di sviluppo intrigante, nel quale non si può dimenticare lo stadio di proprietà: «Speriamo di cominciare presto e di essere i prossimi sulla strada che ha aperto la Juventus con grande successo – spiega DiBenedetto – Con il sindaco Alemanno abbiamo avuto una discussione molto propositiva. E’ totalmente al nostro fianco e adesso stiamo valutando le opzioni sulle diverse aree. Ci sono vari developers locali che hanno espresso il loro interesse ad essere coinvolti con l’As Roma nell’operazione». Sulle date, però, non intende sbilanciarsi: «Il 2012? Noi speriamo proprio di sì ma bisognerà che ci sia la collaborazione di tutte le forze politiche». A partire dal premier: «Silvio Berlusconi ha avuto una carriera imprenditoriale di enorme successo – ricorda – ed è stato il primo ministro più longevo al governo. Per ottenere questi risultati ci vuole un individuo di talento. Sfortunatamente, adesso è alle prese con altri argomenti. E qui mi fermo».
A proposito delle istituzioni, in questo caso sportive, arriva l’apertura del presidente del Coni, Gianni Petrucci: «Metteremo a disposizione della Roma tutto ciò che potremo, perché è una società gloriosa e lo staff della Roma si è presentato nel modo giusto». Come cambiano i tempi: solamente qualche mese fa, 28 marzo, alcune parole dell’imprenditore americano – «L’Olimpico? Non è una struttura adatta, non gratifica la passione dei romanisti con le tribune troppo lontane dal campo, insomma ci vorrà uno stadio nuovo» – avevano provocato la risposta seccata del numero uno del Coni: «Non è partito col piede giusto. Può anche riempire Roma di stadi ma deve rispettare l’Olimpico. Non è ancora presidente e parte così: con questi presupposti, da parte nostra, non c’è grande entusiasmo».
Ora, invece – all’indomani dell’incontro che ha sanato le divergenze – l’entusiasmo sembra ritrovato: «Al presidente della Roma ho detto che non siamo contrari alla costruzione di uno stadio – ha precisato ieri il presidente del Coni – Nel frattempo abbiamo fatto presente che può sfruttare al meglio una realtà che già esiste, lo stadio Olimpico. Quando sarà approvata la legge sugli stadi è giusto poi che la Roma faccia il suo impianto. Faremo presto tante iniziative insieme». Un ultimo passaggio – «La Roma è intelligente e capisce che c’è l’opportunità di sfruttare una realtà che già c’è» – che sembra essere un chiaro riferimento al presidente della Lazio, Claudio Lotito. Ma questa, è un’altra storia, che già oggi – con il ritorno dei biancocelesti da Lisbona – potrebbe arricchirsi di un nuovo capitolo.
Il Messaggero – Stefano Carina
Il Romanista – De Rossi e Totti, gli onnipresenti
Totti, De Rossi, Perrotta, Pjanic e Osvaldo. In ordine di anni di militanza nella Roma, ecco i quattro giallorossi che dall’inizio del campionato di serie A sono sempre stati presenti dall’inizio di ogni match.
Cagliari, Inter, Siena e Parma. Il Capitano e il suo Vice guidano la truppa dei fedelissimi con 360 minuti a testa, ovvero tutti e quattro i match disputati dal primo all’ultimo minuto. Poi c’è il bomber italo-argentino con 350’, essendo stato sostituito all’81’ di Roma-Cagliari; segue il bosniaco che ha giocato 348’ in campionato essendo stato sostituito con il Parma al 78’ (dopo il pieno delle prime tre), ultimo ma pur sempre utilizzato con grande continuità è il mediano di origini calabresi, che di minuti ne ha giocati 343’, avendo dato forfait nel secondo tempo di Roma-Siena per un problema alla coscia. Daniele, che ieri ha ricevuto un meraviglioso attestato di stima dai tifosi, che hanno esposto fuori Trigoria uno striscione con scritto “Quando il gioco si fa duro, ce pensa Capitan Futuro”, in questo inizio di stagione sta mostrando una forma strepitosa. Dimagrito, fisicamente integro, mentalmente pronto, nemmeno la trattativa – quasi felicemente conclusa – per il rinnovo contrattuale lo sta distraendo.
Nel ruolo di jolly difensivo, piazzato davanti alla difesa, sta offrendo al pubblico romanista e non solo prestazioni da spellarsi le mani. E Totti? Guardatelo, 35 anni, due operazioni alle gambe, un passato di pubalgia, eppure non è mai uscito dal campo dall’inizio del campionato. Dopo la panchina a Bratislava (ha giocato il secondo tempo) e la sostituzione della discordia una settimana dopo, Luis Enrique non se ne è più privato. Non c’è un giocatore in serie A che attualmente, all’età di Francesco, abbia il suo minutaggio. Rimanendo nell’ambito dei numeri 10, ci riuscì Roby Baggio nel 2001/2002 (a febbraio avrebbe compiuto 35 anni), giocando sempre per quattro gare di fila e oltre. Domani, però, il quintetto dei sempre presenti si romperà, riducendosi purtroppo ad un quartetto. Simone Perrotta non ce la farà a scendere in campo, la caviglia fa male e c’è bisogno di tempo. Al suo posto ecco Pizarro. Ci sarebbe piaciuto includere nella lista anche Josè Angel, ma l’asturiano ha dovuto saltare l’Inter per colpa di un rosso un po’ troppo severo. Non fosse incappato in quella disavventura, oggi sarebbe Mister Presenze, con 6 gare consecutive senza mai uscire.
Il Romanista – Valeria Valeri
Corriere dello Sport – Roma, Bojan torna di moda
Forse non pensava che potesse essere così difficile. Aveva lasciato il Barcellona, casa sua, perché vinceva senza sentirsi importante; aveva seguito Luis Enrique alla Roma perché era convinto di essere l’interprete ideale del modello di calcio alla catalana. E invece dopo due partite di Europa League e una di campionato si è ritrovato in panchina, solo e abbandonato. Il sorriso fresco da ventunenne si è trasformato in una maschera di dubbi. […]
Luis Enrique lo ha provato tra i titolari, alla destra di Totti e di Osvaldo. E anche la logica fa credere che sia arrivato ( o meglio tornato) il suo turno, dopo tre esclusioni consecutive e i segni di risveglio mostrati nei ventuno minuti di Parma.
DIFFICOLTA’ -Se si può sussurrare dopo un complesso mese di partite, Bojan ha deluso. Non si è ancora impadronito dei meccanismi della Roma. Lui, veloce come un neutrino e creativo come un poeta, è andato a sbattere contro i problemi di ambientamento che l’inseparabile amico Josè Angel sembra avere già risolto. Chissà che non sia stato proprio il piccolo incidente stradale capitato in settimana a scuoterlo (fosse uno shock positivo…). Luis Enrique gli ha dato fiducia a tempo pieno contro lo Slovan Bratislava, lo ha schierato con il Cagliari, poi lo ha tirato fuori dal mischione degli attaccanti. In un paio di settimane, da pargolo dell’allenatore è finito incoda alle preferenze tecniche: solo 80 minuti giocati in campionato. Molto meno di Totti ( 360, tutti) e Osvaldo (350), ma anche di Borini (181) e Borriello (109), che fino al 30 agosto non dovevano neppure soggiornare a Trigoria. Stravolgimenti inattesi. E pesanti da accettare, considerando che nell’ultima Liga i minuti giocati sono stati 953, una media superiore rispetto a quella romanista: 25 minuti a partita contro 20. […]
PRECEDENTI -No, meglio aspettare. Anche perché è la sua carriera da bimbo precoce a invocare pazienza. Bojan è un diesel. Nel Barcellona 2007-08, campionato in cui è arrivato a 10 reti, ha segnato il primo gol all’ottava giornata ( e alla quinta presenza) contro il Villarreal. L’anno dopo si è sbloccato addirittura alla ventisettesima, con la doppietta all’Almeria ( peraltro lì si è fermato). Nello scorso campionato spagnolo i primi gol si sono visti il 20 novembre, ancora accoppiati, ancora contro la povera Almeria. Soltanto nella stagione 2009-10 Bojan ha segnato alla prima giornata: un gol nel 3-0 al Gijon di Josè Angel. Ma poi è rimasto affamato fino alla ventottesima giornata, chiudendo il campionato a 8 reti.
Corriere dello Sport – Roberto Maida
Gazzetta dello Sport – Luis Enrique a sorpresa, Roma più forte in difesa
Storie di caschi protettivi, di coperte sempre troppo corte, probabilmente di luoghi comuni che restano appollaiati sulle spalle come avvoltoi golosi. Nella Nucs giallorossa (Nuova Utopia Collettivista Spagnola) varata da Luis Enrique c’è una didascalia che sembra accompagnare la sua venuta nel nostro mondo (ipotizzato) di catenacciari. Ovvero, è un allenatore che fa segnare valanghe di gol alle proprie squadre, ma ne fa subire quasi altrettanti. Vero? Ebbene, in questo inizio di campionato la Roma racconta altre cifre. Cioè, se l’attacco è inaspettatamente stitico (3 gol segnati in 4 partite), la difesa — orfana per giunta da oltre due gare del titolare Stekelenburg — tutto sommato è più solida di quanto ci si aspettasse: solo 3 le reti subite, tenendo conto che contro Inter e Parma la porta è rimasta inviolata.
Numero spagnoli Insomma, non proprio il marchio di Luis Enrique, visto che nella scorsa stagione il suo Barcellona B (3° nella classifica finale) ha avuto al passivo 62 gol, segnandone però ben 85. Tanto per dare un metro di paragone, le altre formazioni di vertice hanno fatto registrare questi passivi: Rayo Vallecano 48, Granada 47, Elche 42. Occhio però alle generalizzazioni. Nella stagione precedente (2009-2010) i ragazzi di Luis Enrique centrarono la promozione in Seconda Divisione con uno score così composto: 65 reti realizzate e solo 35 subite. E allora? Allora meglio sentire come ha spiegato l’allenatore il suo lavoro. «Non è questione di uomini, ma di atteggiamento di tutta la squadra. Noi proviamo ad andare a cercare palla con un pressing molto “alto” e questo può aiutare tutti i giocatori del reparto arretrato».
Difesa argentina Istruzioni per l’uso: parlando di difensori, il primo riferimento è per i due centrali. E adesso, passato l’innamoramento per Cassetti e vista la svagatezza (a volte) di Kjaer, prende sempre più quota l’accoppiata argentina composta da Burdisso e Heinze, in attesa che Juan (immalinconito per non essere stato convocato col Parma), dopo la salute recuperi anche la migliore condizione atletica.
Voglia Stekelenburg A proposito di rientri, c’è da segnalare che domani contro l’Atalanta potrebbe tornare titolare Marteen Stekelenburg, assente dal terribile scontro con Lucio di due settimane fa. Lo staff medico lo dà per guarito, anche se gli ha consigliato l’uso di un caschetto protettivo in stile Cech. L’olandese, pur insofferente all’optional (e infatti non è detto che lo userà), vuole esserci, anche se questo significherebbe la sua automatica convocazione con la sua nazionale, cosa che per certi versi la Roma sarebbe felice di evitargli. Deciderà Luis Enrique, chiamato a coltivare una doppia speranza: che la difesa continui ad essere solida e, nello stesso tempo, che l’attacco si sblocchi davvero.
Curiosità: per trovare una Roma che nelle prime 6 gare (perciò considerando anche le due di Europa League) non aveva segnato mai più di un gol bisogna risalire al 1995-96. Sulla panchina giallorossa sedeva Carlo Mazzone: proprio sicuri che lui e Luis Enrique appartengano a universi totalmente distinti?
Gazzetta dello Sport – Massimo Cecchini
Gazzetta dello Sport – DiBenedetto: “Sensi? Un’eredità dolorosa”
I conti con il passato — «Abbiamo ricevuto un’eredità dolorosa — dice —, ma non abbiamo niente da guadagnare a parlar male della Sensi, qualunque cosa possa dire suonerebbe negativa» — e lo sguardo dritto nel futuro: «Vogliamo portare la Roma ai massimi livelli e restarci».
Strategie Due interviste in un giorno, è l’uomo del momento. Il neo presidente della Roma Thomas DiBenedetto si concede a l’Espresso e alla rivista ufficiale del club. Più politico e interessante il primo intervento (con stoccata a Berlusconi: «Al momento sfortunatamente è impegnato su altri fronti, e qui mi fermo…»). Al settimanale l’imprenditore di Boston racconta quale sarà il core business della sua azienda. «Roma è in una posizione unica, è il centro dell’universo per due miliardi di persone. La mia sfida è trasformare i clienti affascinati dalla città in tifosi di calcio. Per arrivare a questo dobbiamo concentrarci sul marchio e svilupparlo». Concetti rivoluzionari a Trigoria. L’azienda Roma è all’anno zero, come testimonia il report di Brand Finance Plc pubblicato ieri: il club giallorosso è 18° in Europa, il suo marchio vale «solo» 63 milioni di sterline, a distanza siderale dal Manchester United, capolista a 412. Come recuperare il gap? «Sarà fondamentale il web — spiega DiBenedetto: dagli Stati Uniti abbiamo portato a Roma gente con profonde radici italiane per investire sui social media e nel marketing di Internet».
Uomini Shergul Arshad, Mark Pannes e Sean Barror: sono i nomi dei manager americani attesi a Roma tra domani e lunedì, DiBenedetto ha posticipato tutti gli incontri istituzionali alla seconda metà di ottobre per riunirsi con gli uomini spediti dal socio Pallotta. Con loro affronterà anche la questione stadio, «e speriamo di essere i primi a seguire la Juventus, mi auguro già dal 2012. Alemanno è dalla nostra parte e ci sono diversi imprenditori locali interessati, ma avremo bisogno della collaborazione di tutte le forze politiche». Bilancio in perdita, aumento di capitale urgente, Opa da lanciare tra un paio di settimane: ieri la Consob ha chiesto ai dirigenti della Roma le informazioni necessarie a sbloccare la pratica (e il club ha ricevuto la visita di Covisov e Deloitte). L’agenda di DiBenedetto (e del socio UniCredit) è piena e gravosa. «Di sicuro, però, bisogna prima di tutto incominciare a vincere — chiede il presidente — e il nostro staff, con Luis Enrique, Baldini e Sabatini, è pronto a farlo». Altrimenti, di che parliamo?
Gazzetta dello Sport – Alessandro Catapano
La Roma punta Isla per gennaio, ma l’Udinese non vuole cedere il giocatore
La Roma punta Mauricio Isla. Il giocatore dell’Udinese e della Nazionale cilena è in cima alla lista di preferenze di Walter Sabatini, che sarebbe pronto, secondo quanto riportato da itasportpress.it, ad investire ben 12 milioni di euro per il terzino, che andrebbe a completare perfettamente la rosa della Roma.
La Roma 18esima squadra al mondo per valore del marchio. Il Manchester United guida la speciale classifica
Il Manchester United è la prima squadra di calcio al mondo per valore del marchio, stimato in 412 milioni di sterline. Secondo quanto riportato da bloomberg il podio viene completato dai due maggiori club spagnoli: il Real Madrid, con un valore pari a 401 milioni di sterline, che precede il Barcellona, il cui brand vale circa 392 milioni. La prima squadra italiana è il Milan, che è settima con 170 milioni, e viene subito prima l’Inter, ottava, con 164. La Roma è al diciottesimo posto della classifica, e il suo marchio viene valutato 64 milioni, mentre la Lazio è trentesima grazie ai 34 milioni di stima del marchio.
Sensibile (ds Samp): “Il tempo darà ragione a Sabatini per l’acquisto di Lamela”
Pasquale Sensibile, direttore sportivo della Sampdoria, ed ex collaboratore di Walter Sabatini ai tempi in cui il ds della Roma lavorava a Palermo, ha parlato delle operazione che hanno portato nella Capitale Erik Lamela e Ricardo Alvarez all’Inter, assicurando di essere sicuro della bontà di questi due acquisti. Queste le sue dichiarazioni a tuttomercatoweb.com:
“Non sta a me dire se Lamela ed Alvarez siano stati pagati troppo oppure no. Penso a mettere il becco nelle operazioni che faccio e non riesco a fare. Sono sicuramente due giocatori giovani, molto forti, abituati ad un calcio che spesso sottovalutiamo. Questi ragazzi si trovano a giocare partite in cornici con sessanta-settantamila spettatori. Inter e Roma hanno strutture importanti, e questo lo dico al di là del mio affetto per Walter Sabatini. Il tempo darà ragione a chi ha voluto condurre queste operazioni. Giampaolo Montali è un profilo di assoluto valore. Un grandissimo uomo di sport. Quando un uomo inizia un percorso in uno sport che non è il suo e accumula esperienza in club come Juventus e Roma, penso che nulla gli si debba precludere. Poi ha dimostrato con i fatti di saperci fare, perché quando si ha cultura di sport, si sanno gestire le problematiche a qualsiasi livello“.
Roma-Atalanta, le ultime dai campi
ROMA: STOP SIMPLICIO, IN ATTACCO PROVATI TOTTI-BOJAN-OSVALDO: Emergenza a centrocampo per Luis Enrique. Il tecnico asturiano, secondo quanto riporta l’Ansa, in vista dell’anticipo di sabato all’Olimpico, non potrà contare sui lungodegenti Greco e Lamela (che nel frettampo ha informato i tifosi della Roma della sua salute scrivendo su Twitter: “la caviglia sta molto meglio“), e difficilmente riuscirà a recuperare Perrotta che oggi ha svolto fisioterapia assieme a Okaka, Gago e De Rossi, che comunque non è in duvvio per la sfida contro i nerazzurri. Nel corso dell’allenamento odierno, inoltre, anche Simplicio è stato costretto a fermarsi avendo riportato una distorsione alla caviglia sinistra la cui entità deve ancora essere valutata. Stekelenburg è invece tornato ad allenarsi regolarmente col gruppo, ma dovrebbe restare ancora a riposo. Infine in attacco è stato provato il tridente Totti-Bojan-Osvaldo.
ATALANTA: RIENTRA MORALEZ, IN DIFESA CONFERMATO BELLINI: Rientra Maxi Moralez. Per sfidare Luis Enrique, Colantuono dovrebbe riproporre la stessa formazione che ha sconfitto il Novara, con un’unica variazione: Maxi Moralez riprenderà il suo posto alle spalle di Denis. In difesa sarà confermato Bellini, mentre Peluso si accomoderà in panchina. A centrocampo fiducia alla coppia centrale Cigarini-Brighi. Sono tre gli indisponibili, che hanno continuato il lavoro a parte: Ferreira Pinto, Lucchini e Pettinari. Mancherà inoltre anche Carmona, convocato dalla nazionale cilena. La squadra, con i 22 giocatori convocati, è partita nel pomeriggio per Roma.
Tiribocchi (Atalanta): “Non c’è mai stato niente di concreto tra me e la Roma. Con i giallorossi dovremo stare attenti”
Simone Tiribocchi, attaccante dell’Atalanta, parla della sfida tra la sua squadra e la Roma di sabato pomeriggio. Il calciatore , nato a Colleferro, nella provincia della Capitale, e da sempre tifoso del club giallorosso ha dichiarato:
“Conoscevo da tempo le qualità di Denis, so che può dare tanto. Mentalmente siamo partiti bene, con la cattiveria giusta per fare più punti possibili e ci stiamo riuscendo, speriamo di continuare a far bene. Di un mio passaggio alla Roma se ne è parlato molto- ha detto a Centro Suono Sport -, ma di concreto non c’è mai stato nulla, anche se avrebbe fatto piacere sia a me, che alla mia famiglia. Per quello che riguarda le polemiche di questa estate legate a Totti posso dire che molte volte si creano delle situazioni che credo sia meglio evitare, Francesco mi basta vederlo giocare la domenica per smentire le critiche, è molto forte non c’è dubbio. Abbiamo preparato abbastanza bene la partita, ma andremo più nel dettaglio domani in allenamento pre partita, sappiamo bene del possesso palla della Roma, è una partita difficile, staremo attenti. La squadra di Luis Enrique è una squadra che deve ancora capire molto, ha un allenatore che presenta moduli diversi rispetto al campionato italiano, bisogna aspettare anche perchè si vede che i ragazzi hanno voglia di fare“.
Mondonico: “Totti è il miglior giocatore italiano, non metterlo al centro del progetto è un insulto al buon senso”
Queste le parole di mister Mondonico a Centro Suono Sport:
ROMA-ATALANTA – “Molto ardua. Quella di Colantuono è un squadra aggressiva, che schiera un solo attaccante e il resto della squadra a copertura della propria porta, pronto a ripartire. L’Atalanta non poteva far altro che cominciare forte per impedire alla penalizzazione di diventare un ostacolo insormontabile. Tra l’altro i nerazzurri sono in un momento molto felice: stanno bene di testa e fisicamente e non avranno timori reverenziali. Prevedo un bel test per la Roma“.
PROGETTO ROMA – “Non so, per ora posso solo dire che la Roma non mi ha convinto. Mi ricordo che qualche anno fa era molto in voga il “modello Ajax”, per cui nei settori giovanili non si andava a prendere i ragazzi bravi, ma quelli dotati fisicamente, convinti che la loro stazza li avrebbe resi grandi calciatori. Solo il Barcellona può giocare il tiqui-taca: perché ha undici calciatori in grado di farlo. Esattamente. Totti, De Rossi e Pizarro potrebbero essere perfetti, ma tutti gli altri che fanno della corsa e degli inserimenti le loro armi migliori, con il tiqui-taca vengono messi in difficoltà. Più tempo ci si mette ad arrivare in porta, più la squadra avversaria può coprirsi meglio“.
TOTTI – “Certo. Sta benissimo, come mai in carriera. Anche contro il Parma si è reso protagonista di due recuperi fantastici: ha stimoli, voglia, fiato. Totti è il miglior giocatore che abbiamo in Italia e bisogna costruire la squadra intorno a lui. Chi ha avuto idee diverse da queste, ha pagato di tasca sua. Non si può pensare di tenere un giocatore del suo calibro in panchina. Guai! Assolutamente. Non farlo giocare è insulto al buon senso“.
LUIS ENRIQUE – “Non so rispondere. Perrotta e Taddei, giocando da esterni bassi, ce l’hanno messa tutta, ma le loro caratteristiche sono altre. Se gli togli gli inserimenti, elimini il 50% delle loro qualità. E’ vero che tutti possono giocare in tutti i ruoli, ma bisogna anche vedere se in questo modo riescono a dare il meglio di loro stessi“.
DiBenedetto pensa al futuro, Luis Enrique all’Atalanta
“Il nostro obiettivo a Roma è creare quella situazione di stabilità ai massimi livelli di cui beneficiano altri club in Italia e in Europa, e questo è possibile solo vincendo“. Il messaggio di Thomas DiBenedetto non ammette fraintendimenti. E tra le idee che ha in mente il tycoon di Boston c’è anche quella di sfruttare fascino e attrattiva della Capitale, magari, come batte l’Ansa, abbinando il tour al Colosseo a una gara della Roma: “La mia sfida imprenditoriale è trasformare i clienti affascinati dalla città in tifosi di calcio. Per arrivare a questo dobbiamo concentrarci sul marchio e svilupparlo, naturalmente a partire dalle vittorie in campo“. Compito questo che spetta a Luis Enrique e alla squadra che, dopo un avvio di stagione per nulla convincente, sono adesso in cerca della continuità di risultati in seguito al pareggio col Siena e al primo successo in campionato col Parma.
Roma-Atalanta, i convocati di Colantuono
L’Atalanta, tramite il proprio sito ufficiale, www.atalanta.it, ha comunicato i 22 giocatori convocati da Stefano Colantuono per la trasferta di Roma. Ecco la lista:
Bellini
Bonaventura
Brighi
Capelli
Caserta
Cigarini
Consigli
Denis
Ferri
Frezzolini
Gabbiadini
Manfredini
Marilungo
Masiello
Minotti
Moralez
Padoin
Peluso
Polito
Raimondi
Schelotto
Tiribocchi
Domani alle ore 12.30 conferenza stampa di Luis Enrique
Venerdì 30 settembre 2011, alle ore 12.30, il Responsabile Tecnico Luis Enrique incontrerà i giornalisti in conferenza stampa a Trigoria alla vigilia dell’incontro di campionato contro l’Atalanta che avrà luogo sabato. La conferenza stampa sarà trasmessa in diretta su Roma Channel (canale 234 di Sky).
(asroma.it)

















