Il Messaggero – DiBenedetto: “Marchio d’amore”

«La Roma? Un’eredità dolorosa. Non abbiamo comunque niente da guadagnare a parlare male di Rosella Sensi. E qualunque cosa io possa dire, suonerebbe negativa verso di lei». Nella non risposta di Thomas DiBenedetto sul passaggio di consegne con la precedente proprietà – rilasciata in un’intervista al settimanale l’Espresso – c’è la volontà di proiettare la nuova Roma verso il futuro, senza però dimenticare il recente passato. L’aggettivo inglese «painful» – che letteralmente si traduce in doloroso, difficile, penoso – è un chiaro riferimento ai conti trovati, sul quale il nuovo presidente giallorosso preferisce non sbilanciarsi troppo. Un’allusione, tuttavia, che alimenterà qualche (inevitabile) polemica ma che DiBenedetto prova a cancellare poco dopo, con il verbo che i tifosi della Roma vogliono ascoltare: «Vincere».
L’imprenditore americano è più chiaro nel passaggio successivo: «Roma è in una posizione unica. La Chiesa cattolica è stata costruita qui e questo è il centro dell’universo per due miliardi di persone che considerano un obbligo visitare la città eterna prima o poi. Per arrivare a questo dobbiamo concentrarci sul marchio e svilupparlo, naturalmente a partire dalle vittorie in campo e il nostro staff, con Luis Enrique, Franco Baldini e Walter Sabatini, è in grado di farlo. Poi, come dicevo, è fondamentale che lo sviluppo passi anche attraverso il web». Proprio per questo motivo, la prossima settimana arriverà in Italia Shergul Arshad, prossimo digital strategy giallorosso (con un passato ai Toronto Raptors, squadra Nba) che si occuperà dell’apertura di un negozio on line del club e di una pagina ufficiale su Facebook e Twitter («Vogliamo investire sui social media e nel marketing di Internet»).
Un disegno di sviluppo intrigante, nel quale non si può dimenticare lo stadio di proprietà: «Speriamo di cominciare presto e di essere i prossimi sulla strada che ha aperto la Juventus con grande successo – spiega DiBenedetto – Con il sindaco Alemanno abbiamo avuto una discussione molto propositiva. E’ totalmente al nostro fianco e adesso stiamo valutando le opzioni sulle diverse aree. Ci sono vari developers locali che hanno espresso il loro interesse ad essere coinvolti con l’As Roma nell’operazione». Sulle date, però, non intende sbilanciarsi: «Il 2012? Noi speriamo proprio di sì ma bisognerà che ci sia la collaborazione di tutte le forze politiche». A partire dal premier: «Silvio Berlusconi ha avuto una carriera imprenditoriale di enorme successo – ricorda – ed è stato il primo ministro più longevo al governo. Per ottenere questi risultati ci vuole un individuo di talento. Sfortunatamente, adesso è alle prese con altri argomenti. E qui mi fermo».
A proposito delle istituzioni, in questo caso sportive, arriva l’apertura del presidente del Coni, Gianni Petrucci: «Metteremo a disposizione della Roma tutto ciò che potremo, perché è una società gloriosa e lo staff della Roma si è presentato nel modo giusto». Come cambiano i tempi: solamente qualche mese fa, 28 marzo, alcune parole dell’imprenditore americano – «L’Olimpico? Non è una struttura adatta, non gratifica la passione dei romanisti con le tribune troppo lontane dal campo, insomma ci vorrà uno stadio nuovo» – avevano provocato la risposta seccata del numero uno del Coni: «Non è partito col piede giusto. Può anche riempire Roma di stadi ma deve rispettare l’Olimpico. Non è ancora presidente e parte così: con questi presupposti, da parte nostra, non c’è grande entusiasmo».
Ora, invece – all’indomani dell’incontro che ha sanato le divergenze – l’entusiasmo sembra ritrovato: «Al presidente della Roma ho detto che non siamo contrari alla costruzione di uno stadio – ha precisato ieri il presidente del Coni – Nel frattempo abbiamo fatto presente che può sfruttare al meglio una realtà che già esiste, lo stadio Olimpico. Quando sarà approvata la legge sugli stadi è giusto poi che la Roma faccia il suo impianto. Faremo presto tante iniziative insieme». Un ultimo passaggio – «La Roma è intelligente e capisce che c’è l’opportunità di sfruttare una realtà che già c’è» – che sembra essere un chiaro riferimento al presidente della Lazio, Claudio Lotito. Ma questa, è un’altra storia, che già oggi – con il ritorno dei biancocelesti da Lisbona – potrebbe arricchirsi di un nuovo capitolo.
Il Messaggero – Stefano Carina

PER APPROFONDIRE LEGGI ANCHE

I più letti