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Taddei ospite mercoledì a Radio 2

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La società As Roma tramite il proprio profilo Facebook, annuncia che mercoledì 28 marzo, il centrocampista giallorosso Rodrigo Taddei sarà ospite della trasmissione “SuperMax” di Max Giusti, in onda su Radio 2. Questo il testo postato sulla pagine officiale della società capitolina: “Mercoledì 28 marzo Rodrigo Taddei sarà ospite a Radio2 nella trasmissione “SuperMax” di Max Giusti. I tifosi giallorossi maggiorenni avranno l’opportunità di partecipare come pubblico alla diretta (dalle 11 alle 12.30): basterà inviare una mail con i propri dati anagrafici a [email protected] inserendo l’oggetto “Taddei a Radio2”. I primi 20 che ci scriveranno entro le 14 di oggi prenderanno parte all’evento!

Allenamenti Roma – Assenti Bojan, Borini, Greco, Heinze, Kjaer, Marquinho, Osvaldo e Totti

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Dall’inviato a Trigoria – Marco Calò

La Roma si ritrova sui campi del centro tecnico Fulvio Bernardini due giorni dopo la sconfitta subita a San Siro contro il Milan, per preparare la partita di domenica (calcio di inizio alle 12.30) contro il Novara di Attilio Tesser.

14.00 – Entrano in campo i calciatori, molte le assenze: Lobont, Heinze, Kjaer, Cassetti, Greco, Marquinho, Borini, Osvaldo, Bojan e Totti non prendono parte alla seduta. Aggregati i giovani Matteo Ricci e Loic Nego.

14.10 – Inizia la seduta odierna con il consueto riscaldamento. Assenti anche Juan e Burdisso; il centrale argentino ha svolto un allenamento differenziato nel corso della mattinata.

14.25 – Tecnica individuale per il gruppo mentre Gago, Taddei, Rosi, e De Rossi si spostano sul campo B per svolgere lavoro defatigante.

14.35 – Vengono distribuiti i fratini per l’esercitazione tattica. Questi gli schieramenti:
Verdi: Viviani, Cicinho, Angel, Carboni, Simplicio.
Rossi: Nego, Ricci, Lamela, Frediani, Perrotta.
Pjanic playmaker con il fratino bianco

15.00 – Inizia la partitella a campo ridotto, stessi schieramenti dell’esercitazione tattica, si aggiungono i portieri Curci per i verdi e Pigliacelli per i rossi.

15.25 I giocatori lasciano il campo e si dirigono verso gli spogliatoi. Greco mette ora piede sul terreno e si dedica ad un differenziato.

FINE

SERIE A: ROMANOVARA (Stadio Olimpico – 1 aprile 2012 – ore 12.30)
INDISPONIBILI:  Burdisso, Juan, Cassetti.
IN DUBBIO: /
SQUALIFICATI: Heinze.
PROBABILE FORMAZIONE (4-3-3): Stekelenburg; Rosi, Kjaer, De Rossi, Taddei; Marquinho, Gago, Pjanic; Totti, Osvaldo, Borini.

Ag. Hernandez: “L’interesse della Roma è noto, ma Zamparini non lo vende”

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Vincenzo D’Ippolito, agente di Abel Hernandez, parla dell’indiscrezione che vorrebbe il suo assistito molto vicino alla Roma, e che lui avrebbe già trovato l’intesa con Walter Sabatini, per il trasferimento in giallorosso dell’attaccante del Palermo. Queste le parole di D’Ippolito a Rete Sport:
Quella dell’interessamento della Roma per Hernandez è una notizia vecchia. Sabatini è un ottimo dirigente e conosce bene Palermo, ma non so perché questa notizia sia uscita nuovamente adesso, io non ne so nulla“.
Sempre lo stesso agente comunica l’intenzione di Zamparini di non voler cedere Hernandez e che in passato ha rifiutato un’offerta di 18 milioni da partre dell’Arsenal, quindi se si vuole acquistare l’attaccante il prezzo si aggira intorno a quella cifra. Ecco le sue dichiarazioni a gazzettagiallorossa.it:
Sono arrivato ora dal Sud America e ovviamente la Roma non avrebbe potuto trattare il giocatore senza di me. Sabatini è un grande estimatore di Abel, ma da qui a dire che la Roma ha trovato un accordo con lui ce ne passa. A Sabatini piace e ne abbiamo parlato anche in passato, ma per quanto ne so io, Zamparini non lo vuole vendere. Sicuramente se ne può parlare questa estate. II prezzo? Lo scorso anno ci fu l’offerta dell’Arsenal di 18 milioni che venne rifiutata, il prezzo è quello“.

I risultati del settore govanile del weekend

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Sabato 24 e domenica 25 marzo si sono giocate tante partite di campionato con protagonisti i ragazzi del Settore Giovanile dell’A.s. Roma.

Ecco i risultati di tutte le gare ufficiali:

Sabato 24 Marzo:
Allievi Regionali 96, ROMA-Lupa Frascati 2-0
Giovanissimi Regionali 98, Cinecittà Bettini-ROMA 1-5
Giovanissimi Provinciali 99 B, ROMA-Ostia Mare L.C. “B” 4-0
Pulcini 2002, Tor de’ Cenci-ROMA 1-2

Domenica 25 marzo:
Primavera, ROMA-Crotone (da rinviare a data da destinarsi)
Allievi Nazionali 95, Delfino Pescara-ROMA 0-2
Giovanissimi Nazionali 97, ROMA-Ascoli 4-1
Giovanissimi Provinciali 99 A, Lazio-ROMA 0-0
Esordienti 2000, ROMA-Divino Amore Virtus 3-1

Hernandez-Roma: firma ad un passo?

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La Roma segue Abel Hernandez da molto tempo, poi da quando Walter Sabatini è diventato direttore sportivo del club giallorosso le voci si sono intensificate, visto che era stato proprio lui a portare “La Joya” al Palermo. Secondo quanto comunicato dal sito tuttomercatoweb.com tra l’accordo tra le due società ballerebbero circa 2 milioni di euro, mentre già ci sarebbe l’intesa con il procuratore dell’attaccante uruguaiano.

As – Bojan: “Spero ancora nella convocazione per le Olimpiadi”

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Sono trascorsi sei mesi dall’inizio della tua avventura in Italia. Le tue sensazioni?
Sono tutte positive. Dopo aver vinto quasi tutto in 12 anni a Barcellona, dovevo andare via. E’ arrivata l’occasione di essere ceduto alla Roma, dove c’era Luis Enrique che credeva in me. In Italia il calcio è vissuto in maniera passionale, sono molto esigenti”.

Ti manca il Barcellona?
Parlo ancora con i miei ex compagni, ma adesso  il mio posto è qui a Roma. Ho solo 21 anni e ho ancora molto da imparare“.

Hai la sensazione di essere cresciuto troppo in fretta?
Ho l’impressione di aver imparato molto, anche grazie ai momenti di difficoltà“.

E la filosofia?
E’ completamente diversa dalla Spagna. Le partite sono molto tattiche e chiuse, ma questo non impedisce di poter assistere a grandi incontri. I tifosi sono sensazionali. Ti amano alla follia, mi sento molto amato dai tifosi della Roma”.

Hai sempre parlato del tuo amore per il calcio.
Una cosa che non ho perso anche se è vero che vedo le cose in maniera differente”.

Vedi molte partite?
Tutte quelle che posso, comunque meno di quando ero piccolo”.

Cosa si dice in Italia di Mourinho?
Di tutto”.

E la tua opinione?
Sa gestire molto bene le situazioni. Quando la sua squadra non vince si parla di tutto meno che di calcio. Porta il dibattito dove vuole lui. Così è riuscito a coprire la differenza che c’è tra Barcellona e Madrid negli scontri diretti”.

E cosa dici di Guardiola?
Gli auguro ogni bene”.

E se tra poche settimane dovessi unirti alla Nazionale olimpica?
Non ho perso la speranza di andare ai Giochi di Londra. Ho giocato nelle nazionali giovanili da quando ero piccolo. Sarebbe un sogno. Nel calcio si sale e si scende, si entra e si esce. E’ la legge della vita”.

AS – Moisès Llorens

La Repubblica – E Totti finisce sotto processo, i tifosi divisi sul “cucchiaio”

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Il giorno dopo una partita che ha consegnato al passato le ambizioni di Champions della Roma, l’immagine rimasta negli occhi di tutti è il pallonetto con cui Francesco Totti ha mandato sopra la traversa l’occasione romanista di uscire da Milano con in tasca tre punti in più e un biglietto per il casello europeo. Un “Cucchiaio di legno”, per molti, quello del capitano. Intorno a cui guelfi e ghibellini della capitale tornano a dividersi: “A 36 anni dovrebbe fare come Del Piero e mettersi in panchina”, la voce più diffusa nell’etere e sui forum. Molte le critiche del giorno dopo, tra chi chiede le scuse per il “cucchiaio”, chi addirittura per il sorriso successivo immortalato dalle telecamere, chi semplicemente utilizza il pretesto per chiedergli di farsi da parte: “È stato peggio di Kjaer”.

Nulla di paragonabile agli attacchi personali ricevuti per strada dopo il rigore sbagliato con la Juventus, ma certamente un nuovo segnale di insofferenza di una parte della tifoseria: “È il più grande della nostra storia, ma è ora di voltare pagina”. E Francesco? Giustificazioni pubbliche per l’errore non ne ha cercate, nello spogliatoio ha però spiegato a Luis Enrique il perché di quel gesto motivandolo con un fastidio al flessore della coscia sinistra, che non gli ha consentito di avere l’appoggio per concludere in un modo diverso senza farsi male. Una spiegazione di cui non aveva bisogno chi invece ha scelto di schierarsi con lui: “Chi critica il capitano si vergogni”, l’opposizione articolata da chi difende Totti. Anche i numeri dividono: soltanto 4 reti in stagione per il numero dieci romanista, distribuite in appena due partite. Nessuna lontano dall’Olimpico. Ma la media punti racconta altro: perché in 9 incontri in campionato senza il capitano, la Roma ha perso 6 volte e marcia al ritmo di un punto a gara. Rendimento che sale a 1,7 di media a partita con lui in campo. Differenza sostanziale.

Totti a parte, però, è tutta la Roma che fatica a ritrovare se stessa. A Milano, per tutto il primo tempo, la squadra ha giocato chiusa dietro senza rischiare. Dopo il derby, durante una cena, i giocatori avrebbero condiviso la necessità di trovare in campo dei rimedi che consentissero di esporsi meno. Scelta condivisa poi con l’allenatore e che aveva pagato contro Palermo prima e Genoa poi. Ma oggi la Roma s’interroga sul problema del gol. Nelle ultime 7 gare, appena sei reti, con due soli nomi sul tabellino: quelli di Borini (4 gol) e Osvaldo (2). E da 10 anni la squadra non segnava così poco: 46 reti, meno solo nel 2002. Addio Champions, lontana 7 punti a 9 match dal termine. Sette mesi dopo il battesimo estivo, l’importazione del modello Barcellona a Roma è un traguardo lontano.

La Repubblica – Matteo Pinci

Corriere dello Sport – Roma, pronti più di 100 milioni!

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La sconfitta in casa del Milan, l’undicesima in campionato, ha lasciato l’amaro in bocca alla Roma. A tutta la Roma. Ma, come accaduto nelle dieci precedenti occasioni, nessuno ha in mente di mollare. In società, soprattutto. Rispetto al passato, forse perché si è all’inizio di un percorso nuovo sotto tutti i punti di vista, c’è una maggiore capacità di metabolizzarei passi falsi. Che non significa e non dovrà mai significare rassegnazione ma la sensazione che emerge raccogliendo le impressioni che circolano a Trigoria è che ora, soprattutto perché alcune battute a vuoto erano state messe in conto per il primo anno, si sappia immediatamente cosa fare. A tutti i livelli: comunicativo verso l’esterno e comportamentale all’interno. Ecco perché la nuova proprietà americana non si ferma e va avanti con i programmi fissati. Alcuni dei quali potrebbero subire delle variazioni. Uno su tutti: l’aumento di capitale e le conseguenze di questo passo. Negli States sono al lavoro da tempo sulla ricapitalizzazione. La novità? La quota di investimento della cordata statunitense: non più solo 80 milioni di euro, che comunque resterà la quota per il primo passaggio, ma 100 e più milioni sarebbero pronti per il futuro giallorosso. (…)

POSSIBILITA’  – Ma il rinnovato e maggiore impegno che hanno in mente Pallotta e soci – già allo studio e nel quale ci sarebbe anche la partecipazione del socio di minoranza Unicredit potrebbe aprire nuovi scenari. Come per esempio l’uscita dalla Borsa della Roma. Il  delisting sarebbe raggiunto proprio con l’aumento di capitale, per il quale è certa la partecipazione degli azionisti forti (cordata americana e Unicredit insieme detengono ora il 78% delle azioni giallorosse) cui potrebbero aggiungersi nuovi investitori, e non è per nulla certo l’impegno dei soci di minoranza, che a quel punto potrebbero vedere diluite le quote di proprietà. (…)

PROGRAMMA  – L’aumento di capitale è solo uno dei capitoli a cui si dedicherà James Pallotta quando arriverà a Roma, tra due settimane, nei primi giorni della settimana che va da lunedì 9 a domenica 15 aprile. In arrivo c’è anche il primo rapporto della Cushman & Wakefield che sta procedendo con la compilazione della  short list  di possibili siti, con pro e contro, dove poter costruire il nuovo stadio di proprietà. L’aumento di capitale è in programma entro il 31 maggio. Al massimo un mese più tardi si avranno le idee chiare anche sulle aree per lo stadio. Nuovi investimenti, nuova linfa per la Roma. Che si potranno tramutare in forze fresche anche per la squadra in sede del prossimo calciomercato. Che poi è la cosa che maggiormente si augurano i tifosi giallorossi.

Corriere dello Sport – Alberto Ghiacci

Il Romanista – Giù le mani dal Capitano: è sempre Diecisivo

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Con Totti la Roma ha fatto 35 punti in 20 partite (media 1.75). Senza Totti la Roma ha fatto 9 punti in 9 partite (media 1). Basterebbe questo, basta questo, a raccontare l’importanza per la Roma del suo Capitano. E invece no. Ancora una volta bisogna andare oltre. Senza nascondersi: Totti a San Siro ha giocato male. Fin dall’inizio si vedeva che non era al meglio e non gli è riuscito praticamente niente. E il riferimento non è solo a quel tiro a porta spalancata che avrebbe portato la Roma sul 2-0: Totti ha sbagliato anche altro. Emblematico un calcio d’angolo con un pallone dato corto a Marquinho che è finito dritto dritto nei piedi dei difensori del Milan. Da qui però a dire che “abbiamo perso perché abbiamo giocato in 10″ ce ne passa. Eccome. Totti non è di buon umore. E ci mancherebbe. I continui attacchi che subisce non lo toccano più di tanto (purtroppo è abituato) ed è piuttosto preoccupato per i risultati altalenanti della squadra e per i continui acciacchi fisici che lo tormentano.

Ha segnato solo quattro gol quest’anno, in trasferta non vede la porta da quasi un anno: non può essere felice. Ma è sempre Totti, anche in questo caso. Se a San Siro ha tentato il cucchiaio non è per spocchia, come qualcuno ha detto, o per mancanza di cattiveria. La scelta di tentare lo scavino al posto di un tiro potente nasce infatti da un fastidio alla gamba sinistra, la stessa che lo aveva costretto a saltare il Genoa. Il problema ha negato a Totti l’appoggio per caricare il tiro, lasciandogli come unica chance quella del colpo sotto a scavalcare Abbiati. Tanto più che, prima del tiro, il Capitano ha dovuto agganciare la palla molto alta sullo sbagliato rinvio avversario, stendendola tutta e sforzandola all’impossibile.

A conferma di questo c’è l’immagine di lui che torna verso il centrocampo toccandosi la coscia. Oggi sono in programma gli esami per verificare le sue condizioni, Francesco spera di esserci col Novara ma se non dovesse stare bene non rischierà. Altre volte in carriera lo ha fatto, altre volte è sceso in campo quando riusciva a malapena a correre. Eppure tutto questo adesso non conta più. Anche giustamente, perché Totti è il primo a non voler essere giudicato solo per quanto fatto in passatonuti in panchina per scelta tecnica) e Bergamo contro l’Atalanta. Serve altro? Forse sì.

E allora si possono analizzare le migliori partite stagionali della Roma: Totti c’era sempre. Vittoria a Parma, pareggio in casa con la Juventus, successi a Napoli e Bologna, successi contro Cesena e Chievo, vittoria contro l’Inter e a Palermo. Magari, per chi era abituato a vederlo segnare valanghe di gol e a fare giocate sempre decisive, tutto questo non basta. Ma chi ha modo di vedere le partite della Roma non può non accorgersi di quanto sia importante la sua presenza tattica, in un ruolo che ormai non sente più suo, quello di trequartista, che lo fa correre come e più di un ventenne e che è fondamentale per gli equilibri della squadra. Se così non fosse Luis Enrique, che non si può certo dire sia uno che guarda in faccia il nome o la carriera, non lo farebbe giocare sempre. Se Totti a San Siro è sceso in campo dal primo minuto non è perché lo ha preteso (anche questo è stato detto ieri) ma è perché l’allenatore della Roma, quello che manda in tribuna De Rossi per un ritardo di cinque minuti o che toglie lo stesso Totti davanti a 60mila persone per far giocare Okaka, ha ritenuto che fosse pronto e utile alla squadra. Così non è stato, almeno ieri, e si è visto. E lui è il primo a saperlo.

Quando la squadra è tornata a Fiumicino c’erano una decina di tifosi. Ovviamente (ovviamente?) è stato lui il più cercato. E lui si è fermato per foto e autografi. Poi è andato a casa e ha trascorso una domenica in famiglia. L’ideale per dimenticare le amarezze della notte milanese. L’ideale per ricaricarsi in vista della ripresa di oggi a Trigoria. Lui ci sarà, come sempre. Con buona pace di chi non aspetta altro che vederlo fuori dai giochi. Quel giorno deve ancora arrivare. Ed è pure parecchio lontano.

Il Romanista – Chiara Zucchelli

Il Romanista – A San Siro l’ennesimo torto!

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Fin dal suo primo giorno la nuova Roma lo ha detto chiaramente: niente commenti su direttori di gara e il loro arbitraggio durante le partite. Una posizione presa a inizio stagione e portata avanti fino a oggi. Una posizione che, dal punto di vista della società, è più che giusta per mantenere un alto profilo e per evitare i soliti piagnistei caratteristici di tante altre squadre di serie A. Non si può non sottolineare, però, che di errori arbitrali a danno della Roma ce ne sono stati. Anche a San Siro dove il pareggio è stato viziato da un fallo su Heinze.

Errori, dunque. E non sono stati pochi, se consideriamo che la Roma, senza quei torti, avrebbe almeno 4 punti in più. Almeno. Fatto di non poca rivelanza, dato che con quei punti sarebbe alla pari (se non poco sopra) con Napoli e Udinese. E a soli 3 punti dal terzo posto. Errori cominciati da subito e proseguiti a Milano, Torino, nei derby. Qui ne ricordiamo alcuni.

ROMA-CAGLIARI 1-2 – Già dalla seconda giornata di campionato (la prima giocata, in realtà) la Roma è stata penalizzata dalle disattenzioni dell’arbitro Gava. In occasione del gol del vantaggio del Cagliari, convalida il gol segnato da Daniele Conti nonostante il rossoblù abbia stoppato con il braccio il rinvio di José Angel. Ma non solo: pochi minuti dopo il direttore di gara espelle il numero 3 giallorosso per un fallo che avrebbe meritato solo il cartellino giallo.

INTER-ROMA 0-0 – Pessimo arbitraggio anche a San Siro: il difensore nerazzurro Lucio nel tentativo di raggiungere in area un lancio di Cambiasso, arriva in ritardo colpendo in pieno la tempia di Stekelenburg. Un fallo da espulsione che avrebbe dato alla Roma un uomo in più per quasi 75 minuti. Mazzoleni, però, estrae solo il giallo.

LAZIO-ROMA 2-1 – Nel derby d’andata Tagliavento sbaglia tutto, fin dall’inizio. La trattenuta di Kjaer è minima, Brocchi si butta platealmente: eppure il direttore di gara assegna il calcio di rigore che garantisce alla Lazio il pareggio.

ROMA-MILAN 2-3 – Anche Damato sbaglia tutto: sul primo gol del Milan, l’arbitro non vede una manata di Boateng. E proprio da lì nasce l’azione che porta i rossoneri in vantaggio. In più, il gol del momentaneo pareggio del Milan, siglato da Ibrahimovic, è viziato da un fuorigioco dell’attaccante.

JUVENTUS-ROMA 3-0 – Due decisioni, prese da Banti nella gara di Coppa Italia, che avrebbero potuto cambiare l’esito della gara. Dubbia la posizione di Borriello in occasione dell’azione del raddoppio di Del Piero. Nella ripresa Lamela scalcia Chiellini: niente da dire, gesto da rosso. Che meritava però anche il difensore bianconero per il fallo (non visto) commesso poco prima sull’attaccante argentino.

ROMA-LAZIO 1-2 – Oltre al rigore, Bergonzi sbaglia tutto. Matuzalem dà uno schiaffo a Borini con l’arbitro a due passi. Poi il rigore concesso alla Lazio per il contatto tra Klose e Stekelenburg. Penalty quantomeno dubbio, espulsione esagerata. Clamorosa, poi, l’ammonizione a Bojan: Biava lo stende, lo spagnolo cade e l’arbitro gli sventola il giallo per simulazione.

Il Romanista – Valentina Vercillo

Corriere dello Sport – In Francia siuri: Sissoko alla Roma

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La Roma su Moussa Sissoko. Lo scrivono in Francia, confermando un interessamento che era stato già manifestato l’estate scorsa. Francese di origine maliana, centrocampista di quantità ma anche di discreta qualità, Sissoko compirà 23 anni ad agosto e gioca nel Tolosa (25 presenze, 2 gol in questo campionato). (…) Ha già fatto sapere ai suoi dirigenti che non rinnoverà il contratto, in scadenza nel giugno 2013. Quindi è disponibile sul mercato a cifre inferiori rispetto a un anno fa: con meno di 10 milioni l’affare si chiude. Sabatini ci sta pensando ma non ha ancora deciso se affondare il colpo. Perché sempre a Tolosa ha messo gli occhi sul compagno e coetaneo di Sissoko, Franck Tabanou, esterno sinistro con un particolare talento per gli assist. L’altro nome che piace in Francia per il centrocampo è Yann M’Vila, classe ’90, del Rennes. Ma su di lui, che ha già fatto 18 partite e un gol in nazionale, la concorrenza è feroce e il prezzo preoccupante.

RIUNIONI  – Nelle prossime ore, a Trigoria, i dirigenti si confronteranno con Luis Enrique anche sulle strategie di rafforzamento. La settimana scorsa Sabatini ha parlato di due o tre innesti di prima fascia. Ma la campagna acquisti della Roma potrebbe essere ancora più impegnativa, se le risorse e le occasioni lo consentissero. Luis Enrique ha bisogno di un centrocampista, certo, ma anche di due esterni e di un centrale di difesa di spessore. Isla a destra, Cissokho a sinistra e uno tra Garay e Otamendi in mezzo sarebbero gli uomini giusti. Ma sono modelli sotto osservazione: non sarà facile (anzi) prenderli tutti.

Corriere dello Sport – Romberto Maida

Allenamenti Roma – La ripresa lunedì alle 14

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La Roma comunica, attraverso il proprio profilo Twitter ufficiale, comunica che la ripresa degli allenamenti avverrà lunedì alle 14, in vista della partita di domenica alle 12.30 contro il Novara.

Il Messaggero – “Cucchiaio per forza”

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E il giorno dopo, la colpa è di Francesco Totti. È successo all’indomani di Roma-Juve (rigore parato da Buffon e vittoria svanita) e della partita di domenica a Milano quando, dopo cinque minuti del secondo tempo, Francesco avrebbe scelto di fare la cosa sbagliata. Così sussurra una (quasi) intera città, tra una twittata e un’altra o dando voce a qualche radio, pronta a raccogliere la delusione per una sconfitta evitabile. Quel cucchiaio, che in passato è diventato un libro, un dvd, un servizio televisivo, una fotografia, un marchio di fabbrica, ora è andato di traverso a molti. (…).

Totti, perché lo ha fatto? Come mai non ha liberato la potenza del suo destro? Non era meglio fare gol piuttosto che sprecare la chance del possibile 2 a 0? Certo, era meglio vincere che perdere, è sempre meglio vivere che morire. La vita è fatta di scelte, a volte non giuste, a volte obbligate. “Il mio primo pensiero non era quello di fare il pallonetto, ho pensato di tirare forte, magari di andare avanti qualche metro in più con la palla al piede”, racconta il capitano della Roma nel discusso “day after”. Francesco è nella sua casa al Torrino. Ha voglia di spiegare, nulla da rimproverarsi e quindi scende nei particolari. “Il problema è semplice da chiarire: ho avvertito un dolore alla coscia e non me la sono sentita di forzare il tiro, ho scelto la soluzione più leggera, lasciando stare la potenza per paura di strapparmi seriamente e stare fuori ancora per tanto tempo”. Ecco la spiegazione, ma forse non basterà. Totti in effetti ha finito il primo tempo con un dolore sotto la coscia, negli spogliatoi del Meazza lo ha fatto presente ai medici, che hanno pensato subito di non consegnarlo a Luis Enrique per il secondo tempo. Il capitano ha scelto di continuare, è andato in campo ed è successo quello che è successo. (…). Ma se avesse fatto gol in quel modo, oggi staremmo ad aggiornare i dvd e tutto il resto di cui sopra. “Detto questo, il cucchiaio l’ho sempre fatto e per me non è mai stato un problema, anzi. È un gesto tecnico che fa parte della bellezza del calcio”, conclude il capitano della Roma. Del resto Francesco Totti ha contribuito in tutti questi anni, con gol e giocate di altissimo livello, in giallorosso e in azzurro, a rendere più spettacolare l’intero movimento.

Ora, a quasi 36 anni, viene criticato perché non è più quello di prima. E l’errore gli si perdona meno. Se prima aveva solo numeri positivi, oggi non è così e improvvisamente diventa un peso. Se è vero che il capitano della Roma non segna in trasferta dal primo maggio scorso (a Bari, doppietta a Gillet), in questo campionato ha realizzato solo quattro reti (due al Cesena, e due con il Chievo su rigore), tutte a gennaio del 2012, in due sfide consecutive giocate all’Olimpico. Pochi per uno con i suoi numeri: 692 partite da professionista, 619 da titolare, 274 reti. Miglior marcatore italiano in attività. E ancora dati: la Roma con in campo il capitano, quest’anno ha giocato 20 partite, 10 le ha vinte, 5 le ha pareggiate, 5 le ha perse, senza Totti ne ha giocate 9 (contro Lazio, Palermo, Milan, Novara, Udinese, Fiorentina, Atalanta e due volte con il Genoa), 3 le ha vinte, 6 le ha perse. E domenica, quando al dodicesimo del secondo tempo, Luis Enrique lo ha richiamato in panchina, Milan-Roma era 1-1. I numeri di un problema chiamato Francesco Totti.

Il Messaggero – Alessandro Angeloni

 

Corriere dello Sport – Roma, secondo atto. A giugno si ricambia

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Al termine della partita con il Milan, come già aveva fatto in passato, il direttore sportivo giallorosso Walter Sabatini è stato chiaro su un tema: “Tutti sotto esame“.
Perché come fu dopo il secondo derby perso, quando la stagione prometteva poco altro per cui lottare, le partite che restano da giocare diranno chi merita di restare alla Roma. Dopo il ko con la Lazio mancavano dodici gare, le due successive vittorie con Palermo e Genoa avevano riaperto nuovi scenari: a oscurarli nuovamente è arrivata la sconfitta di Milano. (…) Luis Enrique, anche a San Siro si è capito chiaramente, andrà avanti per la sua strada. Il tecnico giallorosso, coadiuvato dalla società, tenta di capire chi potrà dargli in futuro le garanzie che cerca: professionalità, concentrazione, rispetto delle poche regole fissate, adattabilità tecnico-tattica al nuovo disegno di gioco. Che è sì cambiato nelle ultime settimane, tentando di puntare maggiormente sull’attenzione difensiva, ma che è pronto a tornare sulle basi di partenza: possesso-palla, calcio propositivo, d’attacco, indipendentemente dai fattori esterni come infortuni, squalifiche, risultato a gara in corso, impegni passati e futuri.
La nostra proposta“, ama chiamarla Luis Enrique. Sul mercato la Roma sarà impegnata in un’altra mezza rivoluzione, una sorta di secondo capitolo rispetto alla campagna che l’anno scorso ha portato a Trigoria undici giocatori nuovi. Da valutare ci saranno anche i possibili rientranti dai vari prestiti (Pizarro e Borriello su tutti) e i tanti giovani che sono in giro per l’Italia. (…)E allora ecco cosa può succedere agli attuali componenti dell’organico romanista tra poco più di tre mesi, a luglio, quando aprirà i battenti il calciomercato. Una cosa appare certa: il lavoro da fare, sia in entrata che in uscita, sarà tanto, almeno pari a quello fatto in questi primi nove mesi di nuova avventura.

CHI RESTA – Undici. Praticamente sicuri di restare alla Roma. A partire da Stekelenburg, che tra qualche incertezza ha comunque dimostrato di essere un validissimo portiere. Con lui, probabilmente, resterà il secondo Lobont, stimato da tutti anche fuori dal campo. In difesa resterà Burdisso, al quale sarà data l’opportunità di tornare al top dopo l’infortunio al ginocchio. Poi De Rossi e Totti, i due capitani, romani e romanisti, storia della società. Anche Taddei ha dimostrato di possedere le doti che chiede Luis Enrique: ha aspettato il suo turno e il suo rendimento è stato lodevole. Poi Gago e Pjanic, che faranno sicuramente parte della lista dei prossimi centrocampisti. In attacco, oltre a Totti, confermatissimi Osvaldo, che a 26 anni ha ancora ampi margini di miglioramento, Borini, il migliore dei nuovi, capocannoniere stagionale e Lamela, uno dei migliori prospetti del calcio mondiale.

CHI PARTE – Sul capitolo delle partenze a Trigoria saranno fatte profonde riflessioni. Due gli addii sicuri: Cassetti e Cicinho termineranno a fine giugno la loro esperienza giallorossa visto che entrambi sono arrivati alla naturale scadenza del contratto. Un pensiero andrà fatto anche su Curci, ormai relegato al ruolo di terzo portiere. Le ambizioni del ragazzo cresciuto a Trigoria e la possibilità di trovare qualche club interessato al suo cartellino saranno decisivi nella possibilità di lasciare, stavolta definitivamente, la Roma (non bisogna dimenticare che dal Lecce può tornare Julio Sergio). Poi, due brasiliani. Le avventure di Juan e Simplicio sembrano arrivate al capolinea, per motivi diversi. Il difensore ha estimatori in Brasile e potrebbe cedere al richiamo del suo Paese. Il centrocampista invece non rientra più nei piani e, come fu l’estate scorsa, si tenterà di trovargli una sistemazione.

IN BILICO – In bilico. Ancora da valutare. Sono almeno otto gli attuali giallorossi che sono nella situazione di color che son sospesi. Prima di tutto Kjaer: la Roma deciderà di trattenerlo solo se il Wolfsburg dovesse rispondere sì all’opzione di rinnovo del prestito (stavolta gratuito, dopi i 3 milioni dell’estate scorsa). Nessuna intenzione di spendere soldi, tantomeno i 7 milioni fissati per il suo riscatto. Da valutare anche Bojan, da cui tutti, Luis Enrique su tutti, si aspettavano di più. Gli esterni Rosi e Josè Angel dovranno giocare tutte le carte in questo rush finale. Così come anche Greco: il suo contratto è stato rinnovato da poco ma non mancano le società che sarebbero pronte ad acquistarlo. Per Marquinho servirebbero 4,5 milioni, difficile oggi fare un a previsione sul brasiliano, che a Milano non ha sfigurato. Infine Perrotta: ormai ai margini, ha un altro anno di contratto. Il club parlerà con il giocatore tentando di trovare una soluzione.

Corriere dello Sport – Alberto Ghiacci

Leggo – Guardiola scarica Bojan. Lo spagnolo resterà in giallorosso

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Il Barcellona liquida Bojan con qualche mese di anticipo. Il club catalano, proprietario del cartellino del 21enne, sarebbe infatti disposto a cedere a titolo definitivo l’attaccante spagnolo alla Roma per una cifra vicina agli 8 milioni che aggiunti ai 12 già versati dal club giallorosso la scorsa estate, farebbero salire l’esborso totale a 20 milioni. La metà, rispetto agli iniziali 40 milioni richiesti dal Barça alla Roma per il riscatto da esercitare entro giugno 2013.

L’arrivo di Neymar, l’esplosione di Tello e la brutta stagione dello spagnolo in giallorosso hanno convinto Guardiola a fare a meno del giocatore cresciuto nella Cantera. Nonostante il rendimento altalenante di questa stagione, quindi, Bojan è destinato a restare ancora nella capitale. Ora però Sabatini e Luis Enrique dovranno capire se lo spagnolo crede ancora che Roma sia la piazza giusta per il suo rilancio. Domenica contro il Novara, intanto, Bojan potrebbe trovare la sua prima maglia da titolare in questo 2012 viste le precarie condizioni di Borini (problema muscolare al flessore della coscia sinistra). In difesa, De Rossi sostituirà lo squalificato Heinze.

Leggo – Francesco Balzani

Corriere dello Sport – Kjaer, il tunnel è infinito

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Errori, cali di concentrazione, disattenzioni. Prestazioni da ricordare? Giusto un paio. Sfortuna, anche. Ma comunque l’impatto di Kjaer con il mondo-Roma è stato un mezzo disastro: seconda volta nel campionato italiano, dopo i due anni di Palermo e la stagione in Bundesliga al Wolfsburg, da dimenticare. Ultima prova arrivata sabato a Milano, quando gli imbarazzi del difensore danese sono valsi occasioni per il Milan, fino al gol del vantaggio rossonero, quello decisivo. Ma quanto è costato in termini di punti Kjaer alla Roma? Senza contare le possibilità di vittoria, si può affermare che in almeno cinque sconfitte c’è lo zampino del centrale danese: se consideriamo il pareggio, il conto parla di cinque punti. Non tanto, solo cinque pari, con cui oggi la Roma sarebbe a quota 49, in vantaggio di un punto su Napoli e Udinese, a sole due lunghezze – e non a sette – dal terzo posto della Lazio. (…)

ERRORI – Il tocco con la mano sulla spalla di Brocchi, lo scorso 16 ottobre, ha dato il via alla serie di errori di Kjaer. La Roma era in vantaggio, la Lazio pareggiò su rigore trovandosi poi con l’uomo in più (il danese fu espulso) e vinse la partita. A Udine altra serie di insicurezze, fino alla rincorsa di Di Natale, partito in velocità alle spalle del difensore, lo strappo alla coscia nel tentativo di recuperare e il gol incassato a 10’ dal termine. Anche a Cagliari una dimostrazione di scarsa sicurezza di Kjaer, nella pessima prova di tutta la squadra. A Siena, entrato da sei minuti, a inizi secondo tempo Kjaer ha atterrato Destro in area, con un intervento figlio di palese indecisione nei tempi di entrata. Infine, la nottataccia di San Siro, conclusa con un contrasto su Ibrahimovic, sulla riga di porta prima del gol del milanista, non all’altezza di un fisico come quello del difensore romanista. Niente vittorie quindi ma solo pareggi: se fossero arrivati cinque punti in più oggi l’aria sarebbe diversa per tutti, per Kjaer soprattutto.

COPPA ITALIA – Anche in Coppa Italia, Simon Kjaer è riuscito a lasciare il segno in negativo. Perché nella notte di Torino, il 24 gennaio, quando la Roma perse 3-0 allo Juventus Stadium, i voti del giorno dopo sembravano avere un unico vero colpevole: sempre lui. (…)

Corriere dello Sport – Alberto Ghiacci

Corriere della Sera – Totti si scopre più solo. Roma adesso lo critica

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I risultati della domenica hanno reso ancor più amaro il sabato della Roma. La sconfitta contro un Milan mai così abbordabile si mescola alla vittoria della Lazio e ai pareggi di Napoli, Udinese e Catania. Tutte hanno guadagnato punti rispetto ai giallorossi nella corsa all’Europa. Ma c’è qualcosa di ancora più doloroso che guardare la classifica: è la triste stagione di Francesco Totti. Il capitano è fermo a 4 gol: due doppiette a inizio 2012, due rigori contro il Chievo e due gol su azione contro il Cesena, l’ultima in classifica. Poco. Pochissimo. Per trovare un Totti non in “doppia cifra” bisogna risalire al campionato 2001-2002 (8 gol in 24 presenze) e per una quota più bassa addirittura al 1995-96 con 2 reti in 28 presenze. Ma aveva soltanto 19 anni. Il clamoroso errore al terzo del secondo tempo, quando la Roma era in vantaggio per 1-0 e poteva chiudere la partita, è finito in tutte le discussioni dei tifosi.

Solo una minoranza si è schierata con Totti, ricordandosi quante sono le partite che ha fatto vincere ai giallorossi. Molti di più quelli che l’hanno criticato, soprattutto per la scelta di cercare un “presuntuoso cucchiaio” anziché “tirare normalmente in porta“. C’è anche chi ha voluto leggere un’accusa nelle parole di Luis Enrique nel dopo gara: “Ci manca determinazione nel finalizzare le occasioni create“. Si discute anche sul ruolo di Totti: troppo lontano dalla porta per molti. Nello schieramento di Luis Enrique, però, è quella la posizione che lascia più libertà e richiede un po’ meno sacrificio in fase difensiva. Totti, però, sembra intristito nel nuovo ruolo. Lo ha accettato, ma non lo sente suo. E quando non si è convinti al 100% è più facile prendere una decisione sbagliata. Discorso a parte per le condizioni fisiche. Totti non è sembrato al top e dopo la gara era muscolarmente affaticato. C’è chi ha ventilato l’ipotesi che abbia scelto il “cucchiaio” perché non poteva caricare il tiro sulla gamba sinistra. Così fosse, la cosa sarebbe gravissima: o Luis Enrique ha rinunciato alla legge del “gioca chi sta bene” o Totti ha nascosto all’allenatore una condizione fisica che non gli permetteva di stare in campo.

Oggi, alla ripresa degli allenamenti a Trigoria, ne sapremo di più. Stesso discorso per Borini, che risente di un affaticamento ai flessori. In vista di Roma-Novara (domenica alle 12,30) Luis Enrique è chiamato a dare molte risposte. Vista la squalifica di Heinze e l’emergenza assoluta in difesa toccherà a De Rossi scalare sulla linea di Kjaer. Per le altre maglie non ci sono padroni sicuri.

Corriere della Sera – Luca Valdiserri

Il Messaggero – La maledizione dei flessori: sono già 14 i Ko muscolari

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C’è il rischio di perdere il conto. Con gli ultimi due infortuni muscolari riportati da Greco e Borini – e senza voler considerare l’affaticamento accusato sabato da Totti (che sarà valutato in giornata, alla ripresa degli allenamenti) – quella che a Trigoria è stata ribattezzata la maledizione del flessore, ha colpito per la quattordicesima volta in stagione. Un po’ troppo per una squadra che gioca una gara alla settimana, essendo stata eliminata già nel mese d’agosto dall’Europa League e che in coppa Italia ha disputato appena un paio di partite con Fiorentina e Juventus. Fatto sta che l’elenco dei calciatori che si sono dovuti fermare per un problema muscolare di questo tipo sembra non avere fine. Ha iniziato in ritiro Cicinho (addirittura per due volte: sia alla coscia destra che a quella sinistra), poi in rapida sequenza è stato il turno di Juan, Pizarro, Borriello, Borini (2 volte), Lobont, Pjanic, Totti, Osvaldo, Greco e Kjaer. Se a questi si sommano anche gli ulteriori stop di Greco (lesione retto femorale) del difensore danese, di Pjanic e del capitano (tutti e tre per una lesione al bicipite femorale) il totale degli infortuni muscolari sale a diciotto (e sperando che l’affaticamento di Totti sia solo di lieve entità). Se non è un record, poco ci manca, anche perché se alcuni club in Italia (…) hanno avuto un maggior numero d’infortunati durante l’anno (ad esempio il Milan), questi sono stati soprattutto di origine traumatica e non muscolare. Senza contare, poi, che Luis Enrique sin dall’inizio ha deciso di attuare una rotazione continua degli uomini con l’impiego per gran parte della stagione dell’intera rosa a disposizione. Decisione che avrebbe dovuto limitare il numero dei guai muscolari, anziché aumentarlo.
Nonostante questo, con l’infortunio alla sola regione dei flessori, si potrebbe stilare una formazione da mandare in campo: Lobont in porta, difesa a tre con Cicinho, Juan e Kjaer, mediana di qualità formata da Pjanic, Totti, Greco e Pizarro e attacco esplosivo con il trio Osvaldo-Borriello-Borini. Un dato abbastanza anomalo che il tecnico asturiano più volte ha tenuto a precisare come non sia da attribuire al lavoro che viene svolto durante la settimana. Tuttavia dubitare, a questo punto, è quantomeno lecito.

Il Messaggero – Stefano Carina

Corriere dello Sport – Totti e Borini, dubbio Novara

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Oggi pomeriggio la ripresa degli allenamenti Trigoria. All’appuntamento, fissato per le ore quattordici, Luis Enriqueparlerà alla squadra, come sempre fa dopo il giorno di riposo successivo alle partite. Sarà analizzata ovviamente la sconfitta di Milano. Il tecnico spagnolo ha apprezzato l’atteggiamento della squadra, ma le solite disattenzioni, le stesse che spesso in passato proprio Luis Enrique ha definito “errori infantili”, saranno fatte notare al gruppo. (…)

VALUTAZIONI – Andranno valutate le condizioni di diversi giocatori. A partire da Francesco Totti. Il fastidio alla gamba sinistra, che arriva da un’elongazione al flessore, non è scomparso del tutto. E anzi, dopo la partita in casa del Milan, nella quale il capitano giallorosso non è andato in campo al top della forma, è tornato a farsi sentire. Problemi alla coscia sinistra anche per Borini, uscito dal match di San Siro per un affaticamento. Anche le condizioni di Pjanic, partito in panchina, andranno valutate. Per Totti e Borini non sono esclusi esami strumentali. Per quanto riguarda Heinze, invece, vista la squalifica arrivata per l’ammonizione presa da diffidato, la Roma prenderà tutto il tempo necessario: l’argentino sarà fatto riposare per il dolore all’anca che si porta dietro da dieci giorni. E’ pronto per tornare a lavorare con il gruppo Greco, che all’ultimo momento, prima delle convocazioni, era stato costretto a dare forfait per Milano. (…)

Corriere dello Sport – Alberto Ghiacci

La Gazzetta dello Sport – Roma a due facce: Europa in salita per colpa degli scontri diretti

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La battuta più amaramente efficace l’ha regalata un tifoso giallorosso tanto deluso quanto informato:

Luis Enrique fa er fenomeno, meno male che a noi ce pensa sempre Vincenzino Montella”. Detto che a San Siro, a nostro parere, lo spagnolo non ha combinato disastri, come ignorare che l’indimenticato Aeroplanino ha concesso un punto sui 6 disponibili a Lazio, Napoli e Inter, teoriche rivali della Roma per la zona Champions?

Bojan & Gago – Già, perché anche dopo la sconfitta di San Siro c’è voglia di scacciare i fantasmi. Non a caso ieri Bojan e Gago hanno sbriciolato su Twitter i loro pensieri. “Sono molto triste per il gioco di ieri”, dice l’ex madridista. “Abbiamo lottato e giocato bene contro la capolista. La differenza l’ha fatta Ibra. Ora daremo tutto fino alla fine”, commenta l’ex del Barcellona. (…) Non è un caso, forse, che la squadra di Luis Enrique abbia raccolto 8 punti sui 27 a disposizione contro Milan, Juve, Lazio, Napoli, Udinese e Inter (…). Sintetizzando, verrebbe da dire: Roma grande con le piccole e piccola con le grandi, se questo non apparisse una ovvia generalizzazione.

Infortuni & Preparazione – Più preciso, invece, è il dato che sabato sera ha posto su fronti diversi Luis Enrique spagnolo e Walter Sabatini: possibile che vedere la Roma in testa alla classifica dei primi tempi (55 punti) e penultima in quella dei secondi (30) non significhi nulla? Per l’allenatore è solo una curiosità, per il d.s. invece no. Domanda: c’è forse una preparazione da mettere a fuoco. Su questo tema poi s’innesta il discorso relativo agli infortuni. Se gli stop per i flessori sono quasi un caso (…), in generale i guai muscolari sono stati 19 (compresi quelli accusati da Borini e Totti a San Siro, ancora da valutare), senza contare che le giornate perse dai giallorossi proprio per infortunio assommano ormai a 131, anche perché Luis Enrique non è allenatore che mandi in campo giocatori a rischio. Risultato: Roma 5a in questa sventurata classifica, con l’aggravante però di aver dovuto giocare (a differenza di Milan e Lazio, ad esempio) solo i preliminari in Europa e appena due turni di Coppa Italia.

Qualità I titoli di coda, perciò, sarebbe ingeneroso lasciarli solo all’autocritica di Sabatini (“evidentemente sul mercato si è sbagliato qualcosa”). Al di là della tattica, il lavoro a Trigoria dovrà crescere. Perché “il primo anno l’obiettivo è raggiungere la zona Champions”. Parola di Bojan a San Siro. Probabile che qualcuno gliel’abbia detto, no?

La Gazzetta dello Sport – Massimo Cecchini