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Facebook, Di Francesco in visita a Trigoria

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Eusebio Di Francesco, ex allenatore del Lecce ed ex giocatore giallorosso, ha visitato il centro sportivo Fulvio Bernardini di Trigoria per salutare vecchi amici e per caricare la sua ex squadra in vista del prossimo derby con la Lazio. L’ex centrocampista giallorosso si è concesso una foto con Francesco Totti, ripresa dalla pagina ufficiale di Facebook della Roma. I due sono stati i grandi protagonisti del derby giocato il 29 novembre 1998, Lazio-Roma 3-3, segnando rispettivamente il gol che diede inizio alla rimonta e quello del pareggio. Di Francesco ha indossato la maglia della Roma dal 1997 al 2001 e nella stagione 2005-2006 è stato team manager della Prima squadra.

Roma-Lazio, Mauri: “Vogliamo vincere”

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Stefano Mauri, dalle pagine del proprio sito ufficiale, ha parlato del derby di domani Roma-Lazio. Ecco le parole del centrocampista biancoleste: “Mi aspetto una partita combattuta, spettacolare, ricca di emozioni…e vogliamo vincere. Io mi sento in gran forma e spero di dare il mio contributo. Andiamo!”.

Twitter, Kjaer: “Vogliamo vendicarci del derby d’andata”

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Simon Kjaer, attraverso la sua pagina di Twitter, è tornato a parlare del derby di domani contro la Lazio. Queste le parole del difensore giallorosso:“Aspettando con ansia il derby di domani. Vogliamo vendicarci! Forza Romanisti! Forza Roma!”.

Allenamenti Roma – Tutti presenti eccetto Cassetti. Esposto striscione che recita: ‘Famoje male!’

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Da Trigoria – Marco Calò

A meno uno dal derby della Capitale la squadra giallorossa scende in campo sul terreno del centro tecnico ‘Fulvio Bernardini’ di Trigoria. Domenica arriva la Lazio e la Roma deve vincere per cercare di raggiungere il terzo posto in classifica. Luis Enrique non potrà contare sugli squalificati Osvaldo, Gago e Cassetti. Indisponibile Nicolas Burdisso. La seduta odierna è stata anticipata alle 11. Fuori dai cancelli del ‘Fulvio Bernardini’ campeggiano due striscionei che recitano ‘Famoje male!‘ e ‘Palla o gambe… senza tregua… fino alla fine‘.

11.05 – Il gruppo scende in campo.

11.13 – Torello con il gruppo unico dopo il consueto riscaldamento. Tutti in gruppo a parte il solito N. Burdisso che continua nella riabilitazione. Vistosa fasciatura alla mano destra per Simone Perrotta. Rientrati nel gruppo della Prima squadra anche Viviani e Piscitella dopo gli impegni delle nazionali di categoria.

11.25 – Il gruppo prova schemi offensivi.

11.40 – Vengono provati passaggi con cross da destra e da sinistra, con due uomini che vanno in area a concludere l’azione.

11.50 – Effettuati esercizi nell’uno-due con conclusioni in porta da fuori.

12.00 – La squadra è a colloquio attorno a Luis Enrique. Sabatini e l’avv. Baldissoni seguono l’allenamento dalla terrazza di Trigoria.

12.05 – Si provano i calci da fermo.

12.20 – Termina l’allenamento.

(FINE)

SERIE A: ROMA-LAZIO (Stadio Olimpico– 4 marzo 2012 – ore 15.00)
INDISPONIBILI: N. Burdisso.
IN DUBBIO: /
SQUALIFICATI: Osvaldo, Cassetti e Gago.
PROBABILE FORMAZIONE (4-3-3): Stekelenburg; Rosi, Juan, Heinze, Taddei; Marquinho, De Rossi, Pjanic; Borini, Totti, Lamela.

Il Romanista – Nocerina aspettando la Coppa

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Un girone fa era stata la partita del cuore di Giammario Piscitella. Oggi che lui non c’è – domani sarà in panchina nel suo primo derby con la prima squadra -, Roma-Nocerina(ore 14.30, diretta su Roma Chanel è una tappa di avvicinamento alla grande sfida di giovedì sera, quando allo Juventus Stadium sarà già andata della finale di Coppa Italia. Intanto c’è il campionato, un primo posto da consolidare, magari sperando in un mezzo passo falso della Lazio a Reggio Calabria, contro la squadra del grande ex Bongiovanni, due volte campione d’Italia in giallorosso.

La squadra di De Rossi ci arriva forte del bel successo di una settimana fa al Sant’Agata, che ha spazzato via ogni dubbio su possibili ricadute negative delle fatiche del Viareggio. E se Piscitella non potrà essere in campo contro la squadra della sua città natale (all’andata a vederlo c’era la famiglia al completo), al suo posto sulla fascia sinistra ci sarà un Nico Lopez in forma smagliante, come dimostrano i due gol messi a segno a Reggio nella gara del suo debutto in campionato. L’uruguagio si candida per una maglia da titolare anche oggi, tanto più che giovedì a Torino Piscitella dovrebbe tornare a dare man forte ai compagni per cercare la rivincita della sfortunata finale dello Stadio dei Pini. All’andata i giallorossi andarono a vincere facile grazie alle reti di Caprari, Tallo (doppietta) e dello stesso Piscitella. Oggi dei tre marcatori resta il solo Tallo e non è detto che sia lui a partire titolare al centro dell’attacco, visto che l’ivoriano è reduce da un lieve affaticamento che gli ha fatto saltare la trasferta di Reggio.

La maglia numero nove potrebbe così tornare a Gianluca Leonardi, a caccia del gol numero dieci in campionato. La Nocerina arriva alla sfida dopo l’1-1 casalingo contro l’Ascoli e ancora una volta punterà tutto sulla fantasia di Luca Bongiovanni, alla prima da ex a Trigoria. Per centrare la quindicesima vittoria in campioanto e restare l’unica squadra imbattuta d’Italia, De Rossi dovrà fare a meno di due titolari, Orchi in difesa e Matteo Ricci a centrocampo. Il primo è stato tenuto a riposo per un indolenzimento muscolare, che non dovrebbe comunque impedirgli di essere a disposizione contro la Juventus, il secondo non è al meglio per i postumi di un’influenza. Davanti a Pigliacelli – tornato ad allenarsi solo ieri dopo la trasferta in Israele con l’Under 19 insieme a Piscitella e Barba – rientra Loic Nego, pronto a riprendersi una maglia sulla sinistra, con Sabelli a destra, uno fra Romagnoli, Rosato e Carboni (19 anni oggi) e Barba al centro. In mediana rientra Verre, che ha saltato la nazionale per un piccolo infortunio, accanto a lui Cittadino. Sulla trequarti Ciciretti al centro, sugli esterni Politano e Nico Lopez, con Frediani prima alternativa, mentre in avanti toccherà a uno fra Leonardi e Tallo. A partita in corso potrebbe esserci spazio anche per Ferrante.
Il Romanista – Valerio Meta

Corriere dello Sport – Tutti i segreti di Roma-Lazio

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L’ormai famosa “proposta” non cambierà. L’immutabilità è parte integrante del calcio di Luis Enrique. In quel tipo di gioco non contano i fattori che di solito, nella storia del pallone di casa nostra, hanno inciso su tante scelte degli allenatori: avversario, minutaggio, risultato, impegni successivi. Calcio d’attacco, sempre e comunque, basato sul possesso-palla forsennato, tanto che finché il pallone non ce l’hanno gli altri i rischi saranno sicuramente minori. (…)

CHIAVI – Dati, classifiche di rendimento, numeri dei singoli: tra Roma e Lazio c’è grande equilibrio. Anche perché il gioco giallorosso, in termini di mole, ha pochi rivali. Il problema è la produttività, quella che poi porta ad ottenere i risultati, oltre che a sfiorarli e ad immaginarli. E infatti la Lazio ha 7 punti più in classifica. Il punto è proprio questo: se Luis Enrique riesce a trovare le poche contromisure che mancano alla sua squadra, i tifosi giallorossi cominceranno a divertirsi davvero. Il pubblico romanista spera che tutto ciò accada domani pomeriggio. Quando la Roma punterà soprattutto su due chiavi: concentrazione massima e continua per tutta la partita e sviluppo di gioco sulle corsie laterali. La testa, lo ha sempre sottolineato Luis Enrique, serve per sbagliare il meno possibile. (…)
DIFESA – I problemi della Roma potrebbero essere, come spesso accaduto in questa stagione, in difesa. De Rossi in questo senso è un valore aggiunto inestimabile: il mediano scala tra i centrali trasformandosi quasi in “libero” (la difesa in quel caso è a 3) e assicurando maggiore equilibrio a tutta la squadra. Reja però, come gli ultimi tecnici che hanno affrontato la Roma, sembra puntare sulla densità a metà campo, così da bloccare la rete di passaggi giallorossa. Poi pressing su Juan e Heinze, prime fonti di gioco giallorosse. (…)
CARATTERE – La differenza per la Roma, potrà farla anche il carattere. Dopo il pesante ko di Bergamo il nuovo percorso è a un punto decisivo: la maggioranza dei tifosi non sa più se sostenere oppure cominciare a manifestare dubbi. Chiaro che dall’esito del derby dipende tantissimo. Lo sa la squadra, lo sa il tecnico, lo sa la società. C’è l’idea, c’è l’identità, c’è la prospettiva. Ora però è tempo di cominciare a raccogliere qualcosa che possa dare soddisfazione al popolo giallorosso. Ne è consapevole anche il direttore sportivo Walter Sabatini, che pensa anche agli obiettivi:  «Il terzo posto dipenderà dal risultato di questa partita, ma anche se dovesse arrivare una sconfitta, la piazza non ci abbandonerà. Fino a oggi i tifosi hanno dimostrato di essere molto più maturi di noi, ma siamo una squadra capace di qualsiasi impresa. Stiamo facendo un percorso e arriveremo in fondo e non sarà il risultato di una singola partita a cancellare la Roma o a portarla nell’Olimpo»
Corriere dello Sport – Alberto Ghiacci

Il Romanista – Alemanno: «I tifosi spingano per lo stadio»

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«Credo sia arrivato il momento per fare arrivare da parte di tutti i tifosi una sollecitazione alle società per far partire veramente i progetti dei nuovi stadi». Così il sindaco Gianni Alemanno sulla questione dei nuovi impianti di Roma e Lazio. «È tanto tempo che i tifosi aspettano – ha aggiunto il Sindaco in Campidoglio – e moltissimi me lo stanno chiedendo da tempo. Ora sta ai presidenti dei club dare un segnale: che si parta davvero con la progettazione e la costruzione di questi nuovi stadi. L’Olimpico è bellissimo, davvero. È un grande stadio per l’atletica. Ma poter vedere una partita a bordo campo è davvero tutta un’altra cosa».

Immediata la replica del vicepresidente e assessore all’Urbanistica della Regione Lazio, Luciano Ciocchetti, che avalla l’invito di Alemanno, sottolineando però il fatto che «nessuna società ha ancora presentato un progetto vero nè al Comune nè alla Regione. Stanno aspettando tutti questa famosissima legge nazionale». Legge che al momento rimane ferma in Parlamento. «L’altro giorno ho partecipato a una riunione con la commissione di cui prima facevo parte – ha aggiunto – e credo che stiano lavorando finalmente alla determinazione di un testo che dovrebbe andare in legislativa alla Camera, se tutto va bene, la prossima settimana».

Per ora è tutto rimandato, dunque. Adesso la testa di tutti, dai tifosi ai garanti dell’ordine pubblico, è al derby tra Roma e Lazio, in programma domenica alle 15. «Mi auguro che non ci siano problemi di ordine pubblico di nessun genere – ha detto Gianni Alemanno a seguito della conferenza stampa di presentazione della Maratona di Roma, che si svolgerà il 18 marzo – e mi auguro soprattutto che ci sia un grande segnale di maturità da parte di tutte le tifoserie. Questo deve essere alla base di un bel derby»
Il Romanista – Valentina Vercillo

Il Messaggero – Lamela: “Gioco, segno e festeggio”

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Era lì lì per rompere il ghiaccio lo scorso 16 ottobre, poi più continuava a dire «sono pronto» e più Luis Enrique pensava di non farlo giocare. L’unica soddisfazione per Erik Lamela nella sfida di andata contro la Lazio fu solo panchina. (…). L’esordio con gol, la settimana successiva contro il Palermo, dopo appena sette minuti di gioco. Da quel momento, Lamela è diventato un titolare, un punto fermo. Lampi di classe, giocate a intermittenza, qualche sussulto e alcune pause (per qualcuno, di troppo): due gol all’attivo in campionato, per certe statistiche uno e mezzo e per mezzo si intende quello con il Napoli, più autogol di De Sanctis che non rete dell’argentino. Una rete in Coppa Italia contro la Fiorentina. Non è un bomber ma per tutti è un gran bel giocatore, un predestinato.(…)

Lamela non accetterebbe serenamente di saltare il secondo derby. «Espero poder convertir en el derby de Roma, ya que ese día en el partido va a ser mi cumpleaños numero 20!», ha detto l’argentino. Traduzione: «Mi auguro di poter segnare al derby, visto che sarà il giorno del mio ventesimo compleanno». Auguri. Domani il possibile esordio, il battesimo del fuoco il giorno del suo ventesimo compleanno. Erik sogna il regalo, non lo nega. Un gol nella scatola con tanto di fiocco rosso (e magari giallo) e tre punti in tasca. Un piccolo regalo, però, lo ha già ricevuto nel ritiro della nazionale Argentina: il suo amico Messi lo ha omaggiato con un paio dei propri scarpini. «Leo è un fuoriclasse, una grande persona, un grande capitano e un eccellente calciatore», dice. E lui sogna di emularlo, senza indossare quegli scarpini, troppo piccoli e non con lo sponsor giusto.
Lamela studia il derby, lo gioca alla play, ne parla con gli amici e a Trigoria chiede informazioni. A Totti, a De Rossi, ad esempio. Erik è un ragazzo molto introverso, non troppo emozionabile. (…) «L’ambiente è fantastico, l’atmosfera unica. Spero che tutto vada bene. I romani a Trigoria? Daniele e Francesco sono i primi tifosi, soffrono quando le cose non vanno bene, proprio perché ci tengono enormemente a questa maglia. Sono due veri leader in campo e si fanno sentire. Luis Enrique? È un vero amante del calcio, questo è ciò che lo rende unico». Unico. Come il derby.
Il Messaggero – Alessandro Angeloni

Il Messaggero – “Vi racconto il mio record”

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Allenatore professionista in attesa di sistemazione; opinionista in carriera; ballerino dilettante sotto i riflettori della tv. Marco Delvecchio, classe 1973, milanese con il cuore metà giallo e metà rosso, è l’uomo che ha segnato più gol nel derbydi Roma, nove. Un record impolverato ma che lo accompagna giorno per giorno (…)

 

Quindici derby, e nove reti, ma esordio con sconfitta.
«Esatto. Perdemmo (Lazio-Roma 1-0, 18 febbraio 1996) per un calcio di rigore di Signori a pochi minuti dalla fine, dopo che Lanna aveva incredibilmente fermato il pallone in area con una mano. Ancora oggi, ogni volta che incontro Marco, glielo rinfaccio».
E la sua prima rete?
«Inutile ai fini del risultato, perché la Lazio aveva già segnato tre gol (Roma-Lazio 1-3, 2 novembre 1997), ma importante per me perché al terzo tentativo ero riuscito a fare un gol nel derby. Da quel momento in poi, ho segnato cinque reti nelle quattro successive sfide alla Lazio».
L’incubo della Lazio, ecco come veniva definito.
«Giocavo bene i derby forse perché non sentivo la pressione della piazza. Entravo in campo, guardavo la curva, sentivo i cori, vedevo che alcuni miei compagni impallidivano o tremavano invece io restavo sempre tranquillo. Non una partita come le altre, ma quasi».
Una cosa normale per uno nato a Milano…
«Sì, se nello spogliatoio non ci fossero stati via via compagni come Giannini e Totti che mi hanno fatto una testa così…».
Motivo?
«Ho giocato anche il derby di Milano, e la vera differenza con Roma sta nel fatto che qui il derby – anche, anzi soprattutto in squadra – comincia un mese prima mentre lì dura soltanto il giorno della partita».
Quanto era particolare l’attesa del derby?
«Prima di ogni sfida alla Lazio venivano parecchi tifosi a Trigoria e ognuno di loro aveva una maglietta da regalarmi, una t-shirt che avrei dovuto indossare sotto la maglia da gioco perché erano convinti che avrei segnato. E io ogni volta chiedevo: ma come fate ad essere così sicuri? E loro: tu sei Supermarco. Hanno sbagliato raramente, a dire il vero».
Modesto…
«Quando arrivai a Roma, mi venne immediatamente detto che la partita più importante era il derby, che dovevo assolutamente segnare alla Lazio: non ho fatto altro che prendere alla lettera l’invito della gente…».
L’avversario più indigesto?
«Due, Stankovic e Nedved. Dejan poi l’ho conosciuto meglio, è un bravissimo ragazzo ma in campo era odioso. L’altro non faceva altro che lamentarsi, buttarsi per terra…».
Tutta un’altra storia con Nesta.
«Quando eravamo insieme in Nazionale, i compagni si divertivano a sfotterlo. Sandro fai il bravo, sennò chiamiamo Delvecchio…».
E lui?
«Lui mi diceva sempre: ricordati che sono stato io a farti diventare famoso».
Delvecchio, e quell’episodio con Capello?
«Ero fuori da mesi per una fascite plantare, eppure Capello mi mise nella lista dei convocati per il derby. Anche se in settimana avevo fatto solo due mezzi allenamenti. Saputa la cosa, Totti mi fa: me sa che questo è matto…».
E poi?
«Il giorno della partita, durante la riunione tecnica, Capello dà la formazione e mi mette tra i titolari. Totti mi guarda e mi fa: sì, questo è proprio matto… Andai in campo praticamente da fermo e segnai un altro gol alla Lazio».
Rimpianti da derby?
«Non averne vinto uno con Mazzone in panchina: avrei voluto vedere la sua faccia dopo una vittoria sulla Lazio».
Il compagno più teso prima di un derby?
«Anche se l’ho vissuto poco, De Rossi. Non apriva bocca per giorni, stava per conto suo, era nervosissimo».
Si dice che Borini sia il nuovo Delvecchio. È d’accordo?
«Mica tanto. Fisicamente siamo l’uno opposto dell’altro, ha un altro modo di correre rispetto al mio e in più lui gioca da punta mentre io dovevo fare il tornante. Forse ci accomunano perché lui in campo dà tutto se stesso come facevo io, ma tecnicamente siamo diversissimi».
Da allenatore, come farebbe giocare domani la Roma?
«Davanti Totti più Borini e Lamela, non ho dubbi».
Niente Bojan?
«No, sta dimostrando di non saper reggere la pressione di una piazza come Roma».
E da stella della tv, il derby che ballo è?
«Un paso doble, cioè una sfida continua, la ricerca esasperata dell’abbattimento dell’avversario. Ho reso l’idea?».
Il Messaggero – Mimmo Ferretti

Gazzetta dello Sport – La paura di Sabatini? “Controllata”

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Walter Sabatini insiste, e la città non lo capisce. Anche ieri ha battuto sullo stesso tasto. «Abbiamo una paura controllata di questo derby, ci aiuterà a radunare tutte le nostre qualità per imporci. L’importante è che la paura non diventi incontrollabile, perché sarebbe dannosa». Immediata pioggia di critiche dei tifosi sul d.s., che ha aggiunto: «È una sfida molto importante per noi, ma non la più importante. Il 3° posto? È un obiettivo ancora possibile, ma dipenderà proprio dal risultato di questa partita». Nel caso risultasse negativo per la Roma, il d.s. non teme reazioni della piazza. «I tifosi hanno mostrato più maturità di noi e hanno deciso di stare con la Roma. La piazza non ci abbandonerà».

Mentre il terzino José Angel, anche lui nel ciclone e probabile panchinaro, giura: «Abbiamo grande sete di rivincita, sarà una partita equilibrata. Della Lazio temo Klose, ma anche noi abbiamo grandi giocatori. Luis Enrique? Infonde certezze al gruppo». Chiusura dell’intervista sul tema doping: «In Italia c’è un controllo dopo ogni match, in Spagna non è così». Intanto, Nicolas Burdisso fa progressi. Fermo da novembre per la rottura del legamento e del piatto tibiale sinistri, dopo la visita di controllo effettuata ieri al ginocchio, il professor Cerulli che lo ha operato annuncia: «Il recupero sta andando oltre le più rosee aspettative».
Gazzetta dello Sport – Alessandro Catapano

Il Messaggero – Luis, la Lazio per salvare il suo progetto

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Luis Enrique viene amato o odiato a seconda dei risultati della Roma. Se la squadra vince, è un fenomeno. Se perde, un allenatore che non vale una lira. Non è ancora arrivato al punto di farsi amare (o odiare?) o anche solo sopportare indipendentemente dal verdetto settimanale del campo. Ecco perché non c’è un tifoso o un critico (onesto) che dica con certezza: Luis è scarso. Così come non c’è un tifoso o un critico che se la senta di affermare con sicurezza: Luis è uno bravo. Il suo rapporto con l’ambiente è in costante, precario equilibrio e un altro passo falso nel derby, dopo quello del 16 ottobre dello scorso anno, potrebbe costargli caro a livello di gradimento popolare. Perché la tifoseria può, in nome del Progetto, chiudere un occhio sull’eliminazione grottesca in Europa League o sulle tre pappine rimediate in coppa Italia dalla Juve oppure sulle nove sconfitte in campionato, con relativa modesta classifica, ma mal sopporterebbe un secondo ko contro la Lazio. (…)

Libero di fare – sempre e comunque – ciò che vuole con il placet della dirigenza, Luis Enrique sa alla perfezione quale valore abbia la partita contro la Lazio e c’è curiosità per verificare se domani vestirà i panni del fenomeno o dell’allenatore normale, indossati finora con identica disinvoltura, dando per scontato che chiederà alla Roma di fare la consueta proposta di gioco. Una proposta che ha esaltato o fatto avvelenare i tifosi e che, in ogni caso, non ha mai avuto i connotati della continuità. O della regolarità, perché la nuova Roma dopo otto mesi di lavoro continua a giocare o bene bene oppure male male. (…)
Conoscendo l’opinione della dirigenza, Luis domani non rischia niente se non un ulteriore scollamento con la tifoseria: mica una cosa di poco conto, se ci pensate. Al tempo stesso, ecco la singolare sensazione, una vittoria non gli garantirebbe l’impunità futura, come accaduto in passato per altri protagonisti. Roma lo sta ancora studiando mentre lui si sta comportando come uno che ha già capito tutto. O meglio, come uno che tira dritto per la propria strada anche a costo di andare contro tutto e tutti. Un segno di personalità, è la risposta dei suoi ammiratori. Un segno di debolezza, secondo i suoi detrattori.
Oggi, prima dell’allenamento di rifinitura, Luis incontrerà i cronisti e racconterà la sua ennesima verità sul momento della Roma. Come al solito non svelerà nulla riguardo la formazione anti Lazio e di quel minimo che si farà scappare occorrerà tenerne conto nella giusta misura, essendo lui abituato ad affidarsi a una più o meno voluta pretattica. Totti è pronto, De Rossi pure e anche Perrotta smania, visto che c’è da sostituire lo squalificato Gago. L’importante, per tutti, sarà arrivare in perfetto orario domani mattina alla riunione tecnica.
Il Messaggero – Mimmo Ferretti

Il Romanista – Pjanic ok. Sorpresa Bojan?

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Come previsto Miralem Pjanic si è allenato col gruppo e la sua presenza per il derby non è più in bilibo. A questo punto la squadra che affronterà la Lazio domani pomeriggio sembra fatta per otto undicesimi. Tre sono i dubbi che Luis Enrique dovrà sciogliere dopo l’allenamento di stamattina (anticipato alle 11 e preceduto dalla conferenza stampa delle 10): chi sarà il terzo di centrocampoe chi tra Lamela, Bojan e Borini affiancherà Francesco Totti in attacco.

Partiamo proprio da qui: il Capitano ha ormai completamente smaltito il pestone all’alluce del piede sinistro rimediato tre giorni fa in allenamento e, dopo aver saltato la partita d’andata, domenica sarà regolarmente al suo posto. Accanto a lui dovrebbero esserci Lamela, che due giorni fa non si è allenato in campo ma solo in palestra per colpa di un ritardo aereo e che invece ieri era regolarmente al suo posto, e Borini, tornato ancora più carico e convinto del solito dalla convocazione in Nazionale. Bojan però scalpita: lo spagnolo, dopo il gol all’Inter di un mese fa, ha visto il campo col contagocce e aspetta la sua occasione.

Chi lo ha visto a Trigoria in questi giorni lo descrive come prontissimo, in questa settimana, approfittando anche dell’assenza dei compagni di reparto si è allenato bene, e spera di aver convinto Luis Enrique a dargli un’occasione. Sembra difficile, al momento, togliere la maglia da titolare a Borini, il capocannoniere della Roma con 8 gol stagionali (7 in campionato più 1 in Coppa Italia), più semplice potrebbe essere soffiarla a Lamela, che non ha giocato al meglio le ultime partite ma a cui però l’allenatore spagnolo rinuncia sempre a malincuore. Tra 24 ore la decisione. Così come tra 24 ore ci sarà la decisione in merito al centrocampo. Due posti sono sicuri, e ci mancherebbe altro: sono quelli di Daniele De Rossi, regista davanti alla difesa, e, come detto, Miralem Pjanic. In quattro si giocano l’altra maglia da intermedio: Greco, al momento favorito, Simplicio, Marquinho e anche Perrotta. Ognuno si gioca le sue carte: il primo è segnalato in gran forma, il secondo è una sorta di talismano delle stracittadine, il terzo è il nuovo acquisto che potrebbe anche essere utile con suo sinistro da fuori aerea e il quarto ha l’esperienza che in partite del genere conta eccome. La stessa esperienza ce l’hanno anche tutti gli altri sicuri del posto in difesa: Stekelenburg in porta, Rosi a destra, Taddei a sinistra e la coppia formata da Juan e Heinze al centro.

Panchina quindi, e non è una novità, per Kjaer e José Angel. Ieri la squadra si è allenata molto sugli schemi offensivi e sulle marcature nell’uno contro uno. Evidentemente, i ricordi di Miroslav Klose fanno ancora paura. Al Bernardini c’era il Ct dell’Argentina, Sabella.
Il Romanista – Chiara Zucchelli

Il Messaggero – Perrotta o Simplicio con De Rossi e Pjanic

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In quattro per una maglia. Con il recupero di Pjanic, che ieri ha svolto l’intera seduta senza avvertire nessun tipo di problema al retto femorale , e il rientro di De Rossi – puntualità alla riunione tecnica permettendo – l’ultimo posto a centrocampo, quello dello squalificato Gago, se lo contendono Simplicio, Greco, Perrotta e Marquinho. Il primo è il grande favorito. Ha recuperato dalla distorsione alla caviglia sinistra che lo aveva costretto ai box giovedì e con lui andrebbe a ricomporsi un trio che già molte volte è stato schierato da Luis.

Qualora invece il tecnico spagnolo fosse preoccupato maggiormente dalla mancanza di punti di riferimento che fornirà la Lazio e la conseguente densità che ci sarà in mediana, ecco che le quotazioni di Perrotta e Greco sarebbero in netto rialzo. L’incursore calabrese non parte titolare dal 4 dicembre (Fiorentina-Roma) e ultimamente non ha trovato molto spazio. (…). L’alternativa, sarebbe rappresentata da Greco. Rimane poi Marquinho: il brasiliano a Bergamo ha dimostrato di non essere ancora pronto ma con Luis Enrique (che ha anticipato l’allenamento odierno alle ore 11) non è esclusa la conferma. (…)
Il Messaggero – Stefano Carina

Il Messaggero – “Pronto per la Lazio”

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David Thorne, ambasciatore degli Stati Uniti in Italia, si alza e raggiunge la prima fila dell’aereo che riporta Daniele De Rossi e Fabio Borinida Genova a Roma.

[…] In mezzo a campioni e giovani, Fabio si è infilato di prepotenza. Con 8 gol, 7 in campionato e 1 in Coppa Italia, è il miglior marcatore stagionale della Roma. Assente Osvaldo, sarà lui il bomber di riferimento contro la Lazio.
Borini, all’andata saltò il derby per infortunio. Come se lo immagina?
«Mi appresto a viverlo come l’ultima gara giocata, la prima in azzurro».
In che senso?
«Sono molto curioso. Non ho mai giocato un derby. Sarà una grande novità e dovrò farmi trovare pronto».
E’ stato al Chelsea. Londra è città di derby. Nemmeno lì ne ha mai vissuto uno?
«No. Ma, comunque, i derby londinesi non hanno niente a che vedere con quello di Roma. Non possono essere paragonati alla sfida di domenica all’Olimpico. Qui sono un’altra cosa».
Ha esordito in azzurro. La sua è una stagione d’oro davanti alla porta, come mai mercoledì ha fatto cilecca?
«Colpa dell’emozione. Ma ci sta. Ho avuto due-tre chance e non le ho sfruttate. Per come sono fatto, il gol mi è mancato. Entrare in corsa, però, non è mai facile. Come sempre ho cercato di dare tutto».
Si sente solo generoso?
«E’ una mia caratteristica. Con Prandelli ho fatto l’ala. Nessun problema, non mi dispiace fare l’esterno. Importante per me è trovare spazi in avanti».

Quanto è stato importante Luis Enrique per Borini?
«Devo tutto a lui. Mi ha dato fiducia anche quando ero infortunato. Anche Ferrara, però, mi ha aiutato tantissimo».
Come si comporta l’asturiano con il gruppo?
«Inflessibile, severo a suo modo. Ma le regole le sanno tutti. Ha grande carattere. E carisma».

Quindi non è stata una sorpresa per voi l’esclusione di De Rossi, domenica a Bergamo?

«Se ci sono le regole, le dobbiamo rispettare. Ho spiegato che a me non sarebbe accaduto perché arrivo venti minuti prima. Ma ho detto così per stemperare la situazione che era stata un po’ ingigantita. Daniele, tra l’altro, mi aiutato molto durante la gara contro gli Usa, mi suggeriva che cosa fare. Mi incitava».

Non ha sentito la pressione di una piazza particolare come quella di Roma?
«No. Mi sono, però, isolato dentro una bolla, senza ascoltare le radio e leggere i giornali. Penso a fare il mio lavoro, perché so che è un ambiente complicato».
Che cosa le ha detto Luis Enrique dopo la convocazione in Nazionale?
«Mi ha mandato un sms per complimentarsi».
Quale il prossimo obiettivo?
«Penso a una partita alla volta. Essere entrato nel gruppo azzurro è una grande soddisfazione, ma la svolta nella mia carriera sarebbe la convocazione per l’Europeo».
Il Messaggero – Ugo Trani

Corriere dello Sport – C’è Juan, la Roma sorride

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Il segnale di una ritrovata importanza gli è arrivato direttamente dalla panchina, nel secondo tempo di Atalanta-Roma. Con la squadra ormai disarmata e in pugno a un avversario magnanimo, Juan è stato sostituito da Luis Enrique. Avrebbe rischiato di farsi male, prima della settimana del derby, ma soprattutto avrebbe rischiato l’ammonizione che sarebbe costata la squalifica. Mai richiamo fu più gradito.

FUORI DISCUSSIONE – Quel cambio è la prova che Juan contro la Lazio giocherà, nonostante la frenesia di Kjaer che spinge dalle retrovie per meritare un posto scacciacrisi. Dopo l’infortunio di Burdisso e gli acciacchi che ne hanno frenato la partenza, Juan è tornato un elemento indispensabile per la difesa. Luis Enrique non può rinunciare a un difensore della sua esperienza e della sua qualità nella fase più delicata della stagione, che mette in gioco il futuro della Roma. Nei primi tempi tra capo e giocatore non c’è stato feeling professionale: Luis Enrique pretendeva un’intensità di allenamenti che Juan, nazionale brasiliano ultratrentenne, non aveva mai provato. Ma la stima non è mai venuta meno. Nella testa dell’allenatore, anzi, la coppia centrale di base della Roma sarebbe stata Juan-Burdisso. (…)
LE DECISIONI – Domani il partner di Juan dovrebbe essere ancora Heinze: Juan ha giocato dall’inizio le ultime undici partite di campionato, mentre Heinze nello stesso periodo è rimasto fuori soltanto una volta. Non ci saranno sorprese, sempre che nelle prossime ore non succeda qualcosa che convinca l’allenatore a stravolgere la difesa. E così Juan arriverà a dodici partite di fila: da due anni, causa fastidi a muscoli e ginocchio, non giocava con tanta continuità. (…)
I PRECEDENTI – La sua partecipazione alla sfida con la Lazio è incoraggiante anche da un punto di vista statistico. Perché Juan, acquistato nell’estate 2007 dal Bayer Leverkusen, ha vinto cinque derby su sei nella Roma: ha perso soltanto (2-3 al 92’!) il 19 marzo 2008, in cui regalò un rigore a Rolando Bianchi. Per il resto, da queste partite ha ricevuto soltanto gratificazioni. (…)
EMOZIONE – Nonostante la freddezza apparente, l’atteggiamento disincantato, Juan riconosce l’unicità del derby. Conosceva l’atmosfera accesa di Flamengo-Fluminense a Rio de Janeiro, ha imparato la passione dei tedeschi per Bayer-Colonia, ma Roma-Lazio è un di più.  «Mi sono accorto dalla prima vigilia, cinque anni fa – ha raccontato –  di cosa significhi questa partita. Totti e De Rossi sono romani e la sentono, ma anche noi. Proveremo a vincerlo per fare contenti i tifosi: sarebbe importantissimo anche per la classifica e per i nostri obiettivi»
Corriere dello Sport – Roberto Maida

Derby, Josè Angel: “Abbiamo sete di rivincita”

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Il terzino della Roma Josè Angel, a -2 dal derby capitolino, si è concesso ai giornalisti spagnoli di Eurosport. Il numero 3 giallorosso ha parlato della stracittadina di domenica prossima per poi spaziare su altri temi: da suo inserimento nella nuova realtà italiana al rapporto con Luis Enrique, per finire alle differenze tra Liga e Serie A.

IL DERBY: “Abbiamo una grande sete di rivincita sia per la sconfitta all’ultimo minuto subita all’andata sia per l’ultimo bruciante ko contro l’Atalanta. Entrambe le squadre vengono da un momento particolare ed è difficile trovare una favorita. E’ una gara molto importante ma non decisiva. Mi aspetto una partita equilibrata anche se a mio avviso la chiave per spuntarla è avere il controllo del possesso palla. Se saremo bravi a fare questo avremo buone chance di portare a casa il derby”.

ATTENTI A KLOSE: “Il tedesco è una grandissimo giocatore, dobbiamo essere concentrati in difesa e impedirgli di fargli arrivare palloni invitanti in mezzo all’area dove è micidiale. Anche la Roma però ha tanti giocatori che possono risolvere questa sfida mi riferisco a Totti, Osvaldo, Pianjc e Lamela. Erik non lo conoscevo ma ha stupito tutti qua in Italia: è rapido, forte, poderoso. Entro un paio d’anni prevedo sarà uno dei giocatori più importanti d’Europa”.

LUIS ENRIQUE: “A Roma ogni giorno va meglio rispetto al precedente anche se i ritmi e lo stile sono assai differenti. La gente qui è veramente malata per il calcio e ha un amore viscerale per la squadra. Il mister? Luis Enrique è un ottimo tecnico, lo ha dimostrato al Barça B e anche qui a Roma sta facendo buone cose. Ha un idea molto chiara di calcio e la trasmetta ai suoi calciatori. Questo è molto importante perché infonde certezze al gruppo”.

LIGA-SERIE A: “Si tratta di due campionati molto differenti. Ci sono grandi giocatori sia qui che in Spagna però in Italia tutte le partite sono complicate e il livello di competizione è molto alta. Nella Liga la lotta per il primato è ridotta a Barça a Real, in Italia non è così ci sono almeno quattro o cinque squadre che possono contendersi il primato. Il doping? Su questo tema gli italiani sono decisamente più sensibili che in Spagna. Ogni weekend in cui c’è una partita c’è un controllo. In Spagna non è così”.

 

Repubblica.it – Simplicio: “Nessuna paura”. Bojan favorito su Lamela

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Io non ho paura“. Fabio Simplicio sembra quasi smentire il proprio direttore sportivo quando, dal Campidoglio, smonta in una parola l’ansia da derby di Sabatini, che aveva confidato di avere “moderata paura” della sfida. Il centrocampista brasiliano, invece, è anche pronto a candidarsi: “Nelle tre volte in cui ho giocato contro la Lazio sono sempre stato importante per la squadra“. Un gol e due rigori procurati, nelle stracittadine della scorsa stagione, soprattutto 3 vittorie su 3. Non abbastanza per convincere Luis Enrique a regalargli una maglia nella partita d’andata, persa al 93′ con un lampo di Klose. Chissà se avrà imparato la lezione.

SIMPLICIO, L’UOMO DERBY SI CANDIDA – Stavolta, a dire il vero, Simplicio potrebbe davvero scendere in campo dal primo minuto. Anche perché l’assenza dello squalificato Gago costringerà l’allenatore asturiano a ridisegnare il centrocampo. E Simplicio, rimasto fuori dalla lista dei convocati sia contro il Parma che a Bergamo per far posto a un Marquinho lontanissimo dall’essere in forma campionato, è il nome scelto più spesso per sostituire l’argentino arrivato in estate dal Real Madrid. Con Pjanic perfettamente recuperato, con De Rossi che dopo l’esilio in tribuna di Bergamo è tornato a sorridere e guiderà il centrocampo, una maglia sembra inevitabilmente destinata a finire sulle spalle del brasiliano. Che la paura da derby non sa neanche cosa sia: “È una parola che non fa parte del nostro vocabolario, vincerà chi sarà più concentrato. Cosa mi preoccupa dei biancocelesti? Nulla. Siamo sereni e stiamo bene per affrontare questa partita al massimo“. Anche perché vincere potrebbe voler dire riaprire il terzo posto: “Ci proveremo fino all’ultimo, il campionato è strano, ci sono ancora tante partite e può succedere di tutto“. Ma il brasiliano non è l’unico a candidarsi per una maglia.

BOJAN SCALPITA, LUIS CI PENSA – Novanta minuti da spettatore, seppure in panchina, a Bergamo. Prima, soltanto 116 minuti in 6 gare, spezzoni o poco più, tutti da subentrato. La vita romana di Bojan non deve somigliare a come l’aveva immaginata in estate, quando per scappare da Barcellona aveva scelto di soddisfare l’attesa di Luis Enrique, che intorno a lui voleva costruire il reparto avanzato della sua prima Roma. L’ultimo match da titolare in campionato nel nubifragio di Catania (gara sospesa), poi in coppa Italia nella disfatta di Torino con la Juve. Poi, per tutto il resto dell’inverno, è rimasto sotterrato da quella neve di cui si è sorpreso così tanto riempiendo twitter e facebook con una collezione di scatti degna di un’esposizione fotografica. Ora che la neve s’è sciolta e che la temperatura torna a scaldarsi, lo spagnolo sembra pronto ad abbandonare social network e playstation per tornare in campo. Luis Enrique ci pensa, lui è segnalato tra i più vivi in allenamento. Chissà che alla fine il guru asturiano che tanto aveva spinto per averlo non scelga di preferirlo a Lamela, a cui tanto piacerebbe festeggiare il compleanno sul campo, dopo averlo anticipato ricevendo in regalo da Messi gli scarpini della tripletta della “Pulga” alla Svizzera. Non saranno la sua taglia, ma chissà quanto vorrebbe indossarli per giocare il suo primo derby romano. Eppure, Luis pensa ad altro: la rivincita di Bojan.

SABATINI: “ULTIMO TRENO PER IL TERZO POSTO” – Una cosa è certa: stavolta anche Luis sa di non poter sbagliare scelta. Anche Sabatini, stamane in Campidoglio per inaugurare l’iniziativa “Roma e Lazio contro razzismo e antisemitismo“, ha voluto ribadire quanto per la Roma di oggi il match sia di importanza cruciale: “Il terzo posto dipenderà dal risultato di questa partita, ma anche se dovesse arrivare una sconfitta, la piazza non ci abbandonerà“. Più una richiesta che una certezza. Anche se fino a oggi “i tifosi hanno dimostrato di essere molto più maturi di noi. È vero, abbiamo una moderata paura, che sta crescendo con l’avvicinarsi della partita. Ma ci servirà per raccogliere e mettere in campo tutte le nostre risorse, energie e qualità“. Il direttore sportivo confida in uno di quei lampi di grande Roma visti in questa stagione: “Siamo una squadra capace di qualsiasi impresa. Stiamo facendo un percorso e arriveremo in fondo, ma non sarà il risultato di una singola partita a cancellare la Roma o a portarla nell’Olimpo“. L’Olimpico, quello sì, l’aspetta.

Repubblica.it – Matteo Pinci

Intitolazione strada a Franco Sensi, Pomarici: “La zona potrebbe essere Aurelia”

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il Presidente dell’Assemblea Capitolina Marco Pomarici, durante un evento in Campidoglio, ha risposto alle domande in merito l’intitolazione di una strada romana all’indimenticato Presidente della Roma Franco Sensi. Queste le sue parole: “La parte logistica sta terminando il suo percorso e anche la zona è stata individuata, dovrebbe essere l’Aurelia – continua Pomarici come riportato da Omniroma – Mi piacerebbe che l’inaugurazione della strada coinvolga sia la vecchia società sia la nuova“.

A riguardo ha parlato anche il vicecapogruppo Pd di Roma Capitale, Fabrizio Panecaldo: “Positivo il fatto che stia proseguendo l’iter di intitolazione della strada al Presidente dell’As Roma Franco Sensi, proprio a due giorni di distanza dal derby capitolino propongo all’amministrazione comunale di procedere alla dedica di una strada della capitale anche allo storico Presidente della Lazio Umberto Lenzini“. Continua, tramite l’agenzia adnkronos: “Lunedì presenterò una mozione in assemblea capitolina,  per ricordare colui che ha portato la prima volta nel dopoguerra lo scudetto nella città di Roma“.

Roma Primavera-Nocerina, in diretta dalle 14.25

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L’As Roma tramite il suo profilo ufficiale Twitter, comunica che la partita della Roma Primavera allenata da Alberto De Rossi, contro la Nocerina sarà trasmessa in diretta sul canale telematico giallorosso RomaChannel, a partire dalle 14.25.

Prof. Cerulli: “Burdisso sta recuperando in fretta, è un professionista scrupoloso”

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Il Prof. Giuliano Cerulli, dopo la visita di controllo al centro di Arezzo della Let People Move, al difensore della Roma Nicolas Burdisso, operato lo scorso novembre a cause delll’infortunio rimediato con la nazionale argentina, ha dichiarato: “Il recupero di Burdisso sta andando oltre le più rosee aspettative. E’ un professionista scrupoloso, seguito per il recupero da uno staff tecnico e medico di straordinaria preparazione“. Secondo quanto riportato dal sito ansa.it lo staff medico del professore, pronostica un ritorno in campo dal parte dell’argentino per la fine di maggio.