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Da Ibarbo a Iturbe, il futuro passa dal gol

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Il Messaggero (U. Trani) – Per la Roma che, seminata dalla Juve nella corsa scudetto, adesso ha 6 giornate per riprendersi il secondo posto dopo il sorpasso della Lazio; per i suoi giocatori che stasera giocheranno la prima delle sei finali, da sfruttare per l’accesso diretto in Champions e per la possibile conferma nella prossima stagione, non avendo quasi nessuno la certezza di restare a Trigoria (giusto De Sanctis e d avice portiere) e per i suoi attaccanti che, scelti a turno da Garcia per la giostra giallorossa, continuano a far cilecca. I ritardi delle punte spaventano fino a un certo punto Garcia. Perché più il digiuno è lungo e di gruppo, prima qualcuno si sbloccherà.

BLOCCO TOTALE Le cifre degli attaccanti sono, però, fuori della norma. Ibarbo, ancora 0 gol in giallorosso, non segna dal 23 ottobre, contro il Napoli in campionato; Doumbia, pure lui senza reti nella Roma e quindi in serie A, ha fatto centro contro la Guinea, il 20 gennaio in Coppa d’Africa (l’8 febbraio ha trasformato poi uno dei rigori nella finale), mentre con il Cska Mosca il 29 novembre all’Ufa. La Roma aspetta soprattutto la fine del letargo di Gervinho e Iturbe: quello del primo, in campionato, ha avuto inizio il 30 novembre, rete all’Inter, mentre il secondo si è fermato il 5 ottobre contro la Juve. Gervinho l’ha comunque interrotto il 26 febbraio contro il Feyenoord in Europa League e Iturbe il 20 gennaio contro l’Empoli in Coppa Italia. Meno inquieti Ljajic e Totti anche perché sono imigliori realizzatori con 8 e 6 reti. Ultima firma del capitano in questo torneo il 19 aprile contro l’Atalanta (su rigore, però), a differenza del compagno che festeggiò l’8 febbraio contro il Cagliari e il 26 febbraio contro il Feyenoord in EuropaLeague.

ASSETTO CAMALEONTICO I 6 attaccanti sono nella lista dei 24 convocati. E fisicamente stanno tutti bene. Il Sassuolo, 11 punti nel girone di ritorno (solo il Cagliari, con 8, ha raccolto di meno), è l’avversario ideale per ripartire. E riscattarsi, anche perché all’andata, proprio contro la squadra di Di Francesco, cominciò la serie casalinga negativa (2 a 2, gaffe di De Sanctis e primo pari interno). Si va verso il turn over in corsa. Ibarbo punta alla conferma. La sorpresa può diventare Doumbia, il ballottaggio riguarda Gervinho e Ljajic: tutt’e tre, però, non sono psicologicamente al top. Ecco perché Totti può essere ancora titolare e se serve fare il trequartista nel 4-3-1-2: sabato ha giocato poco più di 50 minuti. Dietro non c’è Holebas (adduttori) e Cole adesso spera.

Garcia: «Roma, comando io»

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Il Messaggero (U. Trani) – «Qui decido solo io». Garcia tira fuori tutto il suo orgoglio per riprendersi la Roma. Il suo nervosismo è però evidente e non fa altro che confermare indirettamente quanto si sussurra da mesi a Trigoria: non ha più il controllo della situazione. Nello spogliatoio e in partita. Se ne sono accorti i dirigenti, vedendolo tenero nella gestione del gruppo. Così il francese spara (a salve, per la verità) in aria, anche per avvertire la truppa. A seguirlo almeno nelle 6 gare che restano.

LEADER MINIMO Solo due volte Rudi ha avuto la forza di riprendere in pubblico i suoi giocatori, dopo i pareggi con il Chievo al Bentegodi (8 marzo) e con l’Atalanta all’Olimpico (19 aprile), definendo la squadra «irriconoscibile e inquietante» (la prima volta) e «deconcentrata e senza voglia» (la seconda). In un paio di occasioni ha alzato la voce in privato, ma senza mai mettere in castigo nessuno. A parte le sculacciate a qualche giovane, da Jedvaj in su, risultano a tutt’oggi puniti Ljajic (per il mancato rientro in difesa con il Napoli l’anno scorso al San Paolo) e Nainggolan (per la bocciatura della condizione atletica di gran parte dei giallorossi, finita in una scomoda registrazione che ancora è d’attualità via etere). «Quando le cose non vanno, è facile dire che concedo troppo. Penso sempre positivo».

POSSESSIVO E PERMISSIVO «Il gruppo è mio e lo gestisco io». Ma il nuovo/vecchio slogan di Garcia avrà senso solo se la Roma, stasera a Reggio Emilia, ritroverà il successo con il Sassuolo decimato dell’ex Di Francesco. La striscia negativa degli ultimi e angoscianti 5 mesi rischia di rovinare quella che doveva essere la stagione della consacrazione per lui e i suoi calciatori: solo 27 punti in 19 gare (5 successi, 12 pareggi, 2 sconfitte). Il momento è delicato e anche per questo Rudi cerca di portarsi i giocatori dalla sua parte. E non in ritiro: «Tutte le decisioni sono mie. Prima ne parlo anche con il mio staff. Alla fine scelgo io che cosa fare. Possiamo frustarli, farli dormire nudi: ma a che serve? ». La rinascita del Napoli, dopo la clausura imposta da De Laurentiis, non gli fa cambiare idea: «Si prende un esempio che funziona, ma posso citarne dieci negativi. Al ritiro ho detto no: se vinciamo abbiamo fatto bene, se non vinciamo abbiamo fatto male. Funziona così, è la regola». Il tono è alto, quasi sgarbato. Senza essere interpellato, va dritto al bersaglio immobile di Doumbia, ripreso dalla tribuna di San Siro mentre segue la partita a bordocampo, senza muoversi per preparare l’ingresso in campo. «Questo pseudo-tifoso che ha filmato il riscaldamento, mi chiedo dove fosse nei quattordici in cui si è scaldato durante l’intervallo: questo è rovistare nella spazzatura. Gli ho detto di fermarsi, perché stava entrando Iturbe». Coccola il suo centravanti a digiuno. «Non vede l’ora di giocare. E di segnare ».

UNITI PER FORZA «Basta con le distrazioni: il bilancio lo faremo dopo l’ultima giornata, ora mi interessa la prossima partita». Si scalda ancora, e non è un caso, quando deve rispondere sul futuro di Totti. «Il capitano è sempre importante per noi, non fa niente che è uscito contro l’Inter. Ci aiuterà nella qualificazione per la Champions. Non serve parlare dei singoli, non voglio distrazioni». Garcia, forte dell’ appoggio della tifoseria, cerca di far quadrato pure con i suoi calciatori. Di concessioni ne ha elargite a tanti big che poi non lo hanno ripagato. A cominciare da Gervinho, deludente a Milano, nella notte del rientro da titolare: «Non conta guardarsi indietro: anche se fosse andato benissimo, bisogna fare ancora di più in questo finale di stagione. Vale per tutti gli attaccanti: possono fare meglio, con gol e assist». Pjanjc, sabato sera, lo ha aiutato in campo (assist per Nainggolan) e fuori (denunciando l’atteggiamento sbagliato della squadra in allenamento). Rudi, per non continuare con i figli e figliastri, ne sottolinea il lungo letargo: «Miralem è stato chiaro: bisogna dare tutto ed essere più efficaci. Mi è piaciuto, vuol dire che è tornato: il suo infortunio, durato quattro mesi, miauguro sia passato. Era carico. Spero che la squadra abbia capito. Deve usare la testa e il carattere.Siamo a un punto dal secondo posto che è da riconquistare. Lotteremo fino all’ultimo secondo della stagione. Con chi crede in questa squadra. Io sono il primo».

Scommesse, Ilievski conferma tutto: partite truccate e giocatori coinvolti

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CALCIOSCOMMESSE, ARRESTI DOMICILIARI PER MAURI E MILANETTOLa Rebubblica (G. Foschini/M. Mensurati) – Forse nemmeno gli investigatori dell’Interpol con cui Hristian Ilievski aveva condotto le trattative per il suo “ritorno” in Italia si aspettavano una collaborazione così utile all’indagine. Fatto sta che in poco più di 4 ore di interrogatorio davanti al Gip Guido Salvini e al procuratore capo Roberto Di Martino, lo “Zingaro” ha blindato i principali punti dell’inchiesta della procura di Cremona sul calcioscommesse.

1) Gli zingari — ha ammesso — non si limitavano a raccogliere informazioni, come avevano detto tutti gli altri arrestati, ma compravano giocatori e partite in tutta Italia e in tutte le categorie.

2) I soldi provenivano principalmente da Singapore, e li mandava Dan Tan, suo amico intimo, nonché capo assoluto dell’organizzazione, arrestato un anno fa dalla polizia di Singapore. Ilievski ha raccontato un episodio in cui ha ricevuto 200mila euro in contanti dai singaporegni per comprare gare italiane.

3) Le partite contestate agli zingari, comprese Lazio-Genoa e Lecce-Lazio, erano state truccate.

4) Per Lazio-Genoa Ilievski ha detto di aver incontrato i capitani Stefano Mauri a Formello (circostanza sempre negata da Mauri) e Oscar Milanetto nell’albergo dove alloggiava il Genoa.

5) Per Lecce-Lazio un ruolo chiave l’aveva avuto un’altra banda, quella degli ungheresi.

6) Bettarini, al tempo tesserato per il Chievo, non era un semplice scommettitore ma ricopriva un ruolo attivo.

Il racconto di Ilievsky, spiegano gli investigatori è ancora magmatico. Per vari motivi. Intanto perché, da quanto si è appreso, Ilievsky è stato attentissimo a non aggravare la posizione dei suoi complici più stretti, Zamperini e Gegic (con il quale condivide l’avvocato) ma soprattutto perché la sua improvvisa loquacità non è frutto di un pentimento ma solo della voglia di patteggiare una pena minima — due anni, e sospensione della pena — come lo Zingaro ha irritualmente dichiarato appena si è seduto davanti al gip. Ma la sua deposizione è ritenuta fondamentale. Le novità contenute nelle sue parole potrebbero portare anche alla riapertura dei processi sportivi.

Un’altra chance per Gervinho

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Corriere della Sera (G. Piacentini) – La sensazione è che Rudi Garcia ripartirà di nuovo da Gervinho. L’ivoriano è tra i calciatori finiti sul banco degli imputati non solo per la sconfitta di Milano contro l’Inter, ma per tutta la seconda parte di stagione giallorossa. «Quello che conta – le parole del tecnico – è il futuro e non quello che Gervinho ha fatto prima. Bisogna fare sempre meglio, fino alla fine della stagione, e non parlo solo di lui ma di tutti gli attaccanti: possono fare gol e assist, dando le risposte che servono già dalla gara col Sassuolo».

Proprio in attacco, il reparto in cui il tecnico ha maggiore scelta, ci sono i dubbi maggiori: dal ballottaggio dovrebbe essere escluso Florenzi, che giocherà ancora sulla linea difensiva, con Torosidis a sinistra. Insieme a Gervinho dovrebbe toccare a Ljajic, che ha recuperato dal problema ai flessori che lo ha tenuto fuori contro l’Inter e, a meno di sorprese (Doumbia?), ad uno tra Ibarbo e Iturbe, con Totti inizialmente in panchina.

Nomi e partite: lo Zingaro conferma di aver incontrato Mauri e Milanetto

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CALCIOSCOMMESSE, ARRESTI DOMICILIARI PER MAURI E MILANETTO
Corriere della Sera (G. Bazoli) – Lo «sfregiato» con la cicatrice sul volto ha iniziato a vuotare il sacco. Su tutto: i ripetuti contatti con i vertici dell’organizzazione che avevano base a Singapore, la rete di rapporti con i calciatori da corrompere, gli incontri di Serie A e B da truccare.

Hristiyan Ilievski, il capo degli «zingari» costituitosi lunedì dopo una lunga latitanza, sta collaborando. Probabilmente più di quanto gli stessi magistrati si aspettassero.
Ilievski ha raccontato la sua verità in quattro ore di interrogatorio davanti al gip Guido Salvini e alla presenza del procuratore capo Roberto di Martino. Una verità scomoda, la sua, per Stefano Mauri e Omar Milanetto, che il boss macedone ha detto d’aver incontrato prima di Genoa-Lazio del 14 maggio 2011, una delle partite più chiacchierate. Il primo nel ritiro laziale di Formello (ma la circostanza è negata da Mauri) e l’altro nella hall dell’albergo dov’era alloggiata la squadra genoana. Ilievski ha anche chiamato in causa (in riferimento a un episodio specifico) Stefano Bettarini e ammesso l’alleanza con gli «ungheresi», un’altra cordata di scommettitori, alla vigilia di Lecce-Lazio del 22 maggio 2011.

Trapela che l’ex agente della polizia speciale macedone ha anche citato un nome inedito e un match nuovo rispetto a quelli usciti sinora dall’inchiesta. Nel suo mirino, poi, sono finiti tre calciatori prosciolti dalla giustizia sportiva, anche se figurano nell’elenco dei 130 indagati della procura di Cremona. L’ex super latitante investiva soldi suoi sia per corrompere i giocatori che per comprare informazioni, ma anche e soprattutto denaro ricevuto dagli asiatici. Un giorno, un loro intermediario gli consegnò in un aeroporto un trolley contenente 300 mila euro. L’interrogatorio riprende oggi perché, come ha detto l’avvocato di Ilievski, Luca Curatti: «C’è bisogno del secondo tempo e forse anche dei supplementari».
Intanto, l’inchiesta procede su altri versanti. Antonio Conte ha presentato in Procura una memoria tecnica e un memoriale privato. Con la prima i suoi difensori tentano di smontare l’accusa di frode sportiva, sostenendo che si è trattato al massimo di omessa denuncia. Nella seconda Conte entra nello specifico delle due partite che gli sono contestate durante il periodo in cui sedeva sulla panchina del Siena (con il Novara, 30 aprile 2011, e con l’Albinoleffe, 29 maggio 2011).
Di Martino ha proposto all’allenatore della Nazionale il patteggiamento, ma i legali hanno detto di no: il c.t. ha espresso il desiderio che la sua posizione venga definita separatamente da quella degli altri imputati. Si stanno valutando altre strade percorribili — il rito abbreviato o il giudizio immediato —, per saltare l’udienza preliminare davanti al gup. L’obiettivo del c.t. azzurro è chiudere il caso e lasciarsi tutto alle spalle in tempi brevi, prima degli Europei 2016.

De Santis accolto dai cori ultrà La mamma di Ciro «Per me è stato un altro dolore»

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Corriere della Sera (F. Fiano) – Si incontrano per la prima volta ma non incrociano lo sguardo. Antonella Leardi e Daniele De Santis, la madre di Ciro Esposito e il suo presunto assassino, insieme nell’aula del tribunale che ha rinviato a processo l’ex ultrà romanista con l’accusa di omicidio volontario. «È stato un momento duro. Quello che ho provato è simile a quello che si prova quando l’ostetrica ti prende il figlio appena nato», dice la donna. Non parla invece «Danielino», accompagnato dagli incoraggiamenti urlati da amici e parenti (allontanati per questo dai carabinieri). Sull’altra sponda lo zio della vittima, con la maglietta «Ciro vive». È passato quasi un anno da quel Napoli-Fiorentina, finale di Coppa Italia del 3 maggio scorso. Il passaggio dei pullman dei tifosi azzurri nell’area di Tor Di Quinto verso l’Olimpico, l’agguato con minacce e fumogeni da parte di De Santis e altri romanisti davanti al centro sportivo dove l’ex militante della curva sud giallorossa con legami nell’estrema destra, la rincorsa di Ciro con altri napoletani, la rissa e i colpi di pistola che costeranno la vita al 23enne dopo 53 giorni di agonia. Sarà processato con l’accusa di rissa aggravata anche Gennaro Fioretti, che era con Esposito. Mentre la posizione dell’altro tifoso azzurro, Alfonso Esposito, sarà valutata separatamente per un difetto di notifica (ma il processo sarà comunque unificato). De Santis, accusato anche di lesioni e porto abusivo d’armi, era in barella per le ferite al piede destro, rimasto schiacciato mentre provava a chiudere dietro di sé il cancello del Ciak Village. Rischia l’amputazione. La perizia del Racis dei carabinieri ha stabilito che fece fuoco con una Benelli a matricola trapanata e proiettili artigianali dopo essere finito a terra e ferito con quattro coltellate all’addome. Ciro Esposito fu raggiunto frontalmente da due proiettili esplosi da una distanza di 50 centimetri mentre era sopra di lui. Indagini ancora in corso, invece, su altri quattro romanisti che parteciparono al primo assalto. «La morte di Esposito — dice l’avvocato Angelo Pisani, che assiste la famiglia — è “l’imprevisto” in un piano nato per seminare il panico allo stadio e dare la colpa ai napoletani. De Santis ha ignorato la mamma di Ciro che provava a dargli una foto del figlio». «La decisione del Gup è stata da noi sollecitata e non subita nel momento in cui abbiamo chiesto il processo con rito ordinario», ribattono gli avvocati di Danielino, Tommaso Politi e David Terracina. Sullo sfondo l’eco degli striscioni romanisti contro la mamma di Ciro e il ministro dell’Interno, Angelino Alfano, che accusa: «Le società facciano fino in fondo il loro lavoro ed eliminino ogni compiacenza con le tifoserie violente». Le parole di distensione arrivano ancora una volta dalla signora Leardi: «Gli incitamenti a De Santis? Non li critico, non mi sento di farlo. Anche se è un assassino sono pur sempre i suoi parenti».

Garcia «Ritiri inutili: devo frustare i giocatori… Pianic un esempio» Ok, ma ha giocato rotto

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Corriere della Sera – La Roma sta male (2 punti nelle ultime tre giornate, 17 su 39 disponibili nel girone di ritorno), ma il Sassuolo sta peggio (un solo punto nelle ultime tre, 11 nel girone di ritorno, ha fatto peggio solo il Cagliari con 8). L’incrocio al Mapei Stadium ha un vero significato di classifica solo per i giallorossi, impegnati con Lazio e Napoli nella corsa alla zona Champions League. Gli emiliani sono nel limbo: sicuramente salvi ma lontanissimi dalla zona Europa League. Rudi Garcia è sembrato irritato dalla richiesta di molti tifosi per un ritiro punitivo («A cosa serve frustare i calciatori o farli dormire nudi per due notti?») e addirittura infuriato per il video di un tifoso a San Siro che mostrava un riscaldamento molto «fermo» di Doumbia; «È come rovistare nella spazzatura». La tensione dentro la Roma è tangibile. Il rilievo di Pjanic (foto) sui comportamenti in settimana non è piaciuto a qualcuno dentro Trigoria, Forse nemmeno al tecnico: «La squadra si allena benissimo. Mire ha voluto dire che bisogna dare tutto, essere più efficaci nelle gare che restano. Mi è piaciuto, vuol dire che Pjanic è tornato: il suo infortunio, che è durato quattro mesi, spero sia passato». Dicendo così il tecnico ha dato una notizia inaspettata: il bosniaco ha giocato almeno 15 partite, tra campionato e coppe, in condizioni precarie. Segno che la costruzione della squadra poteva essere fatta molto meglio

Tonelli alza la voce: «Denis è un vigliacco Procura condizionata»

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La Gazzetta dello Sport (G. Cioni) – Lorenzo Tonelli, centrale difensivo dell’Empoli, stavolta si fa baluardo di se stesso. «The Wall», come lo chiama lo speaker dello stadio Castellani, innalza un muro di fronte alle accuse che gli sono piombate addosso dopo i pugni di German Denis. Il giovane difensore, 25 anni, famiglia di medici, si ritrova sui giornali non per i 5 gol all’esordio nel massimo campionato ma per un duello rusticano con l’attaccante atalantino, sfociato in uno dei post gara più caldi degli ultimi anni. «Non volevo parlare – dice al termine dell’allenamento – ma visto quello che viene detto e scritto non posso fare altrimenti. Io sono tranquillo, ecco perché avevo scelto il silenzio – aggiunge – anche perché, a differenza di altri, non avevo niente da giustificare. Ma dopo che sono uscite gravi accuse su di me e su quanto successo ho deciso di farlo». Ecco il «film» della sua conferenza di ieri, cui l’Atalanta – interpellata – non ha voluto replicare. LA PARTITA «Atalanta-Empoli era una gara importante – racconta Tonelli – uno scontro salvezza. Durante il match c’è stato nervosismo e devo dire che c’è stato dall’una e all’altra parte. Ci sono state anche provocazioni, anche queste da entrambi le parti. Ma al 90’ è tutto finito».

FINE GARA «In ogni caso, al termine della partita – prosegue il difensore – sono andato a salutare i tifosi, ho stretto la mano agli arbitri e sono andato diretto negli spogliatoi, senza aspettare Denis e senza minacciarlo davanti a suo figlio. Dicono che nel tunnel io lo abbia minacciato. Ma come è possibile? Lui stava parlando a Sky nell’intervista di fine gara e non potevo in nessun modo intercettarlo. Non ero nel tunnel ad aspettarlo e tanti giocatori possono testimoniarlo. Sono poi entrato nel nostro spogliatoio». IL CAZZOTTO «Dopo una ventina di minuti mi sento chiamare da fuori lo spogliatoio. Mi affaccio ed era Denis, lui fa finta di volermi parlare, gli vado incontro e mi dà un cazzotto, colpendomi sullo zigomo. Faccio un passo indietro per la botta e poi vado verso di lui: appena uscito dallo spogliatoio Cigarini mi blocca e Denis mi colpisce di nuovo, due volte sulla testa. La sensazione è che sia stato tutto concordato. A quel punto per bloccare la mia reazione si è messo in mezzo un dirigente dell’Atalanta che non conosco. Lui non mi ha fatto niente, ma siamo caduti. In quel momento si sono spente le luci e Denis è scappato come un vigliacco».

SCUSE MANCATE «Se l’Atalanta avesse porto delle scuse – conclude Tonelli – non sarebbe successo niente. Al contrario sono state inventate cose per giustificare quanto fatto da Denis infangando me. Fuori passa il messaggio che io ho minacciato lui e il figlio di morte e non mi va bene. Se fosse vero, sfido chiunque a dire che lui non avrebbe reagito subito a certe frasi». PROCURA «Vorrei davvero sapere come la procura ha trovato il coraggio di scrivere certe cose, anche dopo aver parlato con me. Se non hanno visto i fatti non possono farsi condizionare dalla situazione mediatica e quindi scrivere altre cose. La frase non c’è stata e non ci sarebbe stato neppure modo di dirla per come si è svolto il dopo partita perché, come mi è stato raccontato, dopo l’intervista Denis è corso negli spogliatoi: se così è andata come abbiamo fatto a incontrarci?».

Garcia va in guerra, ma la Roma è in bilico

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Soccer: serie A, Fc Inter-As Roma
La Gazzetta dello Sport (A.Pugliese) – Tutti in bilico. O quasi. È la situazione in cui si trova la Roma, che dovrà affrontare il rush finale, da stasera a Reggio Emilia fino al 31 maggio, con poche certezze future. Perché arrivare secondi è diverso da arrivare terzi ed ancora di più che arrivare quarti. E se i piani della società cambieranno inevitabilmente a seconda del piazzamento, anche le situazioni individuali, quelle dei singoli giocatori, sono legate all’obiettivo finale. Così, già nella partita di stasera Garcia si potrebbe trovare ad «andare in guerra», come ha detto spesso, con soli tre giocatori sicuri di restare nella prossima stagione: De Sanctis, Florenzi e Totti (tra l’altro, neanche titolari sicuri). Tutti gli altri, chi per un motivo chi per l’altro, questa certezza non ce l’hanno.

SULL’ALTALENA Il primo a non essere ancora però così sicuro del suo futuro, nonostante le conferme pubbliche di Pallotta, è proprio Garcia, la cui permanenza è legata a filo diretto al risultato finale. Al 90% resterà, l’unica variabile è un crollo verticale della squadra. «Il nostro obiettivo è ancora la Champions e per centrarla vogliamo arrivare secondi, non terzi — dice il tecnico francese — Fino all’ultimo secondo della stagione lotterò con chi crede alla Roma, in questa squadra. E io credo nei miei ragazzi». Già, i suoi ragazzi. Ma quanti resteranno? La difesa è tutta in bilico e l’unico che può restare è Manolas, anche se dall’entourage del greco filtra la possibilità di cambiare aria. Il resto sono tutti in sospeso (Maicon, Astori, Torosidis, Yanga- Mbiwa, Cole, Spolli e Balzaretti). Stesso discorso per il centrocampo, dove Keita ha il contratto in scadenza e deve ancora firmare, Nainggolan è in comproprietà ed ha il futuro legato alla Champions e De Rossi bisognerà capire cosa farà. Poi c’è Pjanic, legato a filo diretto a Garcia, proprio come Gervinho. Con Garcia resteranno, senza è da vedere. Infine l’attacco: Ibarbo difficilmente verrà riscattato, per Doumbia e Iturbe dovessero arrivare offerte verranno valutate eccome, Ljajic può rientrare in qualche scambio. Insomma, certezze per il futuro pochi, dubbi tantissimi.

VOGLIA E CORAGGIO A conti fatti, c’è la necessità di compattarsi, anche se il futuro non sarà più lo stesso. «Ma la squadra si allena benissimo», chiosa Garcia. Che poi si lascia andare ad una frecciata proprio a uno dei suoi prediletti, Miralem Pjanic, per le dichiarazioni post-Inter: «Penso che Mire volesse dire che dobbiamo essere più efficaci. Mi fa piacere, significa che è tornato. Dopo 4 mesi in cui non ha giocato al 100% a causa dell’infortunio, adesso ha voglia, come dimostrato dopo l’Inter. Questo farà in modo che lui per primo e poi i compagni diano tutto, usando testa, carattere ed orgoglio». Ecco, può essere la ricetta per garantirsi un futuro nella Roma. Per Pjanic, ma anche per tutti gli altri in bilico.

Omicidio Esposito: De Santis rinviato a giudizio

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La Gazzetta dello Sport (A. Catapano) – Un omicida in lettiga. Una madre che non crede ai propri occhi e, qualche istante dopo, alle proprie orecchie. Una compagnia di parenti ultrà che applaude l’omicida al suo arrivo. Grida. Incita. «Forza Daniele». E così un’aula di tribunale diventa la curva di uno stadio. L’avvocato difensore, Tommaso Politi, smentisce: «Sono state solo piccole frasi di incoraggiamento per una persona alle prese con una drammatica vicenda giudiziaria». Sarà, ma la sensazione sgradevole resta. Si va comunque avanti. Antonella Leardi, che ogni giorno convive col dramma — indipendente da cosa sia accaduto prima degli spari, resta un’immensa tragedia — di aver perso un figlio di 29 anni uscito di casa per andare a vedere una partita di calcio, è piuttosto scossa. Non aveva mai incontrato prima l’assassino — anche qui, indipendentemente dal perché abbia premuto il grilletto, è lui ad aver sparato — di Ciro. Non ne aveva mai incrociato lo sguardo. E quando è avvenuto, ieri mattina, nell’aula 6 della Palazzina A del Tribunale di Roma, è stato traumatico. Anzi, «doloroso — spiega la signora Leardi con una metafora —, dello stesso dolore che si prova durante un parto, quando l’ostetrica ti prende il figlio appena nato. Seguirò tutto il processo — annuncia —, fin dalla prima udienza: lo devo a mio figlio».

DALL’8 LUGLIO Perché un processo si farà, di fronte alla Terza Corte d’Assise di Roma, nell’aula bunker di Rebibbia, a partire dall’8 luglio. Da ieri è ufficiale. Ci sono volute cinque ore perché il Gip Maria Paola Tomaselli, al termine dell’udienza preliminare e della camera di consiglio, accogliesse le richieste di rinvio a giudizio formulate dai pm Eugenio Albamonte e Antonino Di Maio dopo un anno di indagini. Daniele De Santis dovrà rispondere di omicidio volontario, con l’aggravante dei futili motivi (un colpo messo a segno dalla Procura), oltre che di lesioni e porto abusivo d’arma da fuoco. Una montagna di accuse che non spaventa i suoi legali, ai quali va dato atto di aver evitato la scorciatoia del rito abbreviato. «Noi questo processo lo abbiamo cercato», ribadiscono. A processo andrà anche l’ultrà del Napoli Gennaro Fioretti, rinviato a giudizio per rissa e lesioni: era nel gruppo di Ciro Esposito (fu ferito al braccio da una delle pallottole) e la sua presenza nel processo dimostra che per i pm qualcosa De Santis subì prima degli spari. Il processo dimostrerà se Gastone fu «soltanto » malmenato o anche accoltellato, come ipotizza la perizia del Racis. L’altro compagno di Ciro, Alfonso Esposito, sfrutta un difetto di notifica ed evita, per il momento, il rinvio a giudizio. La sua posizione è stralciata, ma i pm sono convinti di «recuperarla» entro l’8 luglio.

INTANTO GENNY Per un curioso scherzo del calendario del tribunale di Roma, oggi il celeberrimo Genny ‘a Carogna comparirà davanti al giudice Cinzia Parasporo, che potrebbe condannarlo per i reati di resistenza aggravata a pubblico ufficiale e di esposizione di materiale incitante alla violenza. Così almeno il primo capitolo di quel maledetto Napoli-Fiorentina sarà chiuso.

Alfano: «Vediamoci, ma i club rispettino gli impegni presi»

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Chigi - consiglio ministri
La Gazzetta dello Sport (A. Catapano) – Nemmeno 24 ore e la Figc passa all’incasso. «Incontrerò il Coni e le leghe del calcio e faremo il punto della situazione». D’accordo, l’annuncio del ministro Angelino Alfano arriva in coda ad un intervento radiofonico (al Gr Rai) in verità un po’ verboso, con nuova denuncia delle mancanze del calcio, ma in fondo Tavecchio ha ottenuto quello che voleva: riunire intorno al tavolo più autorevole (quello del Viminale) tutti coloro che nella lotta alla violenza da stadio possono, anzi devono dare il proprio contributo, e quindi lo Stato, il Coni e la Figc con tutte le sue componenti, compresi calciatori e, soprattutto, società. Sono loro, innanzitutto, a dover compiere il salto di qualità. «Facciano fino in fondo il proprio lavoro ed eliminino ogni compiacenza con le tifoserie violente», il monito di Alfano, che ricalca quanto auspicato il giorno prima da Tavecchio. «Le società — rincara la dose il titolare del Viminale — non hanno fatto quello che avevamo concordato di fare», ovvero «una migliore formazione degli steward» e «una più efficiente segmentazione dei settori che, senza ridurre il confort, avrebbe comunque aumentato la sicurezza. Noi, invece, abbiamo introdotto il Daspo di gruppo, aumentando tantissimo la sua estensione». E giù di seguito cifre e dati che dimostrerebbero come «da noi, ormai, avvengano meno incidenti che in Germania e Inghilterra». Parola di Alfano (proferita probabilmente perché soprattutto Renzi la intendesse), il quale poi, nel ribadire che comunque «nessuna tregua verrà concessa ai violenti travestiti da tifosi», ricorda a tutti i naviganti: «Non si può immaginare che tutto si risolva in un fatto della Polizia, del Governo, dello Stato. Noi siamo pronti ad andare avanti sulle cose che abbiamo fatto, ma ciascuno si deve assumere le proprie responsabilità».

E I CLUB? La Figc lo ha fatto per prima. Con due cose molte concrete: l’invito a incontrare il ministro, recapitato ieri al Viminale con una lettera in cui Tavecchio comunque sottolinea il grande lavoro delle forze di polizia; la costituzione della Figc come parte civile nel procedimento che si aprirà contro gli arrestati per le violenze di Toro- Juve. Ora mancano all’appello solo le società.

Effetto derby Otto arresti e divieto di trasferta

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La Gazzetta dello Sport (A. Mauro) – Effetto derby Otto arresti e divieto di trasferta La Juventus potrebbe vincere il 31° scudetto questa sera. E festeggiare allo Stadium a ranghi completi. Ma se il titolo arrivasse invece nei prossimi giorni, la squadra di Allegri rischia di festeggiare senza parte dei tifosi. L’Osservatorio del Viminale, che si riunirà in giornata a Roma, vieterà le prossime trasferte ai tifosi bianconeri e granata, diretta conseguenza delle violenze nel derby. Settore ospiti deserto a Marassi, sabato contro la Samp. E possibile curva chiusa allo Stadium nei turni successivi. Sulla sponda granata vendita dei biglietti per Palermo-Torino riservata solo ai tifosi residenti in Sicilia (una sessantina i tagliandi venduti ai torinisti). Su richiesta dell’Osservatorio e della questura di Torino, Toro-Empoli è slittata di un giorno (da martedì 5 maggio alle 18.30 a mercoledì 6 maggio, ore 15), per evitare la concomitanza con Juventus-Real Madrid di Champions.

L’ATTESA La Figc, intanto, si costituirà parte civile (e sarà rappresentata in tribunale dall’avvocato Tito Lucrezio Milella, a cui ieri è stato conferito il mandato) per danno d’immagine contro i tifosi fermati per i disordini del derby. Il giudice sportivo non si è ancora espresso sull’eventuale chiusura della curva Sud dello Stadium (nel mirino le prossime due partite casalinghe Juve-Cagliari e Juve-Napoli, non ci sono stati i tempi tecnici per prendere una decisione prima della Fiorentina). In mancanza di responsabilità certe per l’episodio più grave (e che ha provocato 10 feriti), il lancio della bomba carta, ogni decisione sulle possibili punizioni a carico delle società è stata rinviata alle prossime ore. L’Osservatorio ha fatto pervenire alla Procura federale una nota in cui la Polizia avvisa che a breve l’indagine relativa alla bomba carta si chiuderà, ma al momento il procedimento coordinato dai pm Andrea Padalino e Antonio Rinaudo è in svolgimento. In Procura prosegue la visione dei filmati. L’ipotesi più accreditata (anche grazie ai video postati negli ultimi giorni sui social dai tifosi granata) è quella del lancio: dal settore ospiti juventino alla curva Primavera, se fosse confermata la Juve rischia la chiusura della curva Sud (per i prossimi due turni) e una multa salatissima. Super lavoro anche per la questura di Torino. IL BILANCIO Sale a 23 il numero di tifosi coinvolti nei disordini del derby: in totale sono 8 gli arresti, cinque effettuati nelle prime ore, tre nella giornata di ieri. Il primo per aver scavalcato la recinzione esterna dello stadio, un tifoso granata di 28 anni per aver lanciato un fumogeno verso il settore dei bianconeri e un altro torinista di 26 anni per resistenza a pubblico ufficiale e favoreggiamento; avrebbe aiutato un amico a fuggire dopo aver scavalcato la recinzione. Quindici i denunciati. Tra questi anche i due tifosi granata che hanno danneggiato il pullman della Juventus in via Filadelfia, entrambi individuati grazie all’analisi dei filmati a circuito chiuso del mezzo. Per 16 dei 23 tifosi è già operativo il Daspo, con pene inasprite per i recidivi (più di un ultrà era già stato oggetto di Daspo in passato) e possibile Daspo di gruppo per i granata responsabili dell’assalto al pullman juventino. Nessuna conseguenza per i 10 tifosi del Torino feriti nello scoppio della bomba carta, tutti dimessi nel giro di poche ore. Per i primi due, medicati alle Molinette, prognosi di cinque e sette giorni. Nessun problema per quello curato al Mauriziano per intossicazione da esalazioni di fumo, e i 5 in codice bianco al Cto. Qualche punto di sutura a coscia, spalle e viso, per gli ultimi due che sono rimasti qualche ora in osservazione al Cto-.

Formazione. Dubbi Totti-Ljajic e Gervinho-Iturbe. In difesa a sinistra si rivede Cole

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Il Tempo (E. Menghi) – Quando si è ritrovato senza Holebas, Garcia ha sempre schierato Cole dall’inizio. Lo stesso dovrebbe accadere oggi contro il Sassuolo, visto che il titolare della fascia sinistra è rimasto a Roma con un affaticamento agli adduttori. Solo una volta, in campionato, è successo che il greco desse forfait a gara in corso, contro il Napoli lo scorso 4 aprile, e in quel caso la scelta è ricaduta su Torosidis, che però era già in campo sulla corsia opposta, affidata al subentrato Yanga-Mbiwa. Rudi ha provato l’inglese tra i titolari nella partitella di ieri, perciò Torosidis potrebbe fare la riserva per la seconda volta consecutiva, visto che Florenzi è in vantaggio per il posto da esterno destro. Astori insidia Yanga-Mbiwa, che resta il favorito per fare coppia con Manolas.
Davanti Garcia potrebbe dare nuova fiducia a Ibarbo, Totti e Gervinho, ma Ljajic contende il posto al capitano e Iturbe all’ivoriano. Pjanic dovrebbe iniziare da mediano nel 4-3-3, con De Rossi e Nainggolan, e potrebbe fare il vice-Totti nel rombo a gara in corso, con l’innesto di Keita, che è stato gestito e convocato, ma dovrebbe partire dalla panchina.

Garcia scuote la Roma

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Il Tempo (A. Austini) – Bentornato Garcia. Carico, arrabbiato, voglioso di riprendersi il secondo posto. Se la Roma stasera, a Reggio Emilia in casa del Sassuolo, giocherà con lo spirito mostrato dall’allenatore alla vigilia, sarà più facile portare a casa la vittoria mancata nelle ultime tre partite. Il francese si presenta in sala stampa con l’intento di riportare un po’ d’ordine nel caos che regna attorno alla Roma. Sarà stato anche «attore», ma vederlo sbattere le mani sul tavolo mentre parla fa un certo effetto, visto che ultimamente le sue conferenze erano in linea con la «mosceria» della Roma sul campo.
La piazza inferocita si chiede perché la squadra non sia in ritiro. E Rudi sfrutta l’occasione per dire la sua. Con la fermezza dei tempi migliori. «Tutte le decisioni sono mie, compresa quella sul ritiro. Possiamo frustare i giocatori, farli dormire nudi ma a che serve? Voi dite che con il Napoli ha funzionato, però è solo un esempio. Posso citarne dieci per dimostrare che non va sempre così. Se vinciamo abbiamo fatto bene, se perdiamo male. È sempre facile parlare con il senno di poi e farlo quando i risultati non arrivano, ma è la regola del calcio».
Il video del riscaldamento di Doumbia a San Siro lo ha fatto infuriare. «Mi chiedo dove fosse questo pseudo-tifoso – attacca Garcia – che ha girato il filmato durante i 14 minuti in cui Seydou si è scaldato durante l’intervallo: questo è rovistare nella spazzatura».
Poi un messaggio al gruppo, disturbato dalle voci di mercato. «Non voglio distrazioni, bisogna concentrarsi sulla prossima partita che è sempre la più importante. Siamo a un punto dal secondo posto, l’obiettivo è qualificarci direttamente alla Champions, non difendere il terzo posto. Lotteremo fino all’ultimo secondo della stagione con chi crede in questa squadra e io per primo lo faccio». A sentire Pjanic, non tutti invece mostrano la stessa convinzione in allenamento. «La squadra lavora benissimo, Miralem ha solo voluto dire che bisogna dare tutto – spiega il tecnico – ed essere più efficaci nelle gare che restano. Mi è piaciuto, significa che Pjanic è tornato: il suo infortunio, durato quattro mesi, spero sia passato».
Inevitabile un passaggio su Totti, tra il chiacchiericcio sul rinnovo e la sensazione che in questo momento la Roma soffra un po’ la sua presenza. Garcia lo difende: «Il capitano è importantissimo per noi: l’ho sostituito nell’ultima gara ma ci aiuterà per qualificarci alla Champions. Sul rinnovo dovete chiedere a Sabatini. Faremo i conti alla fine dell campionato, a che serve parlare oggi dei singoli?».
Della prestazione di San Siro «salvo tante cose – prosegue Rudi – se giochiamo così le prossime partite le vinceremo. Bisogna solo migliorare l’efficacia nelle due aree».
Il Sassuolo evoca brutti ricordi. Il pareggio-beffa dell’anno scorso, quello dell’andata con i due gol regalati dalla Roma in avvio. «Non dobbiamo ripetere gli stessi errori – l’auspicio di Garcia – bisogna essere più cinici perché ci servono questi tre punti per la Champions». Il tempo è quasi scaduto.

Serie A, anticipi e posticipi dalla 34a alla 37a giornata. Il derby domenica 24 maggio alle 15

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Pallone Maxim Lega Serie A

La Lega Serie A ha reso noto il programma di anticipi e posticipi dalla 15esima alla 18esima giornata di ritorno.

15ª GIORNATA RITORNO (^)
Sabato 2 maggio 2015 ore 18.00 SAMPDORIA – JUVENTUS (*)
Sabato 2 maggio 2015 ore 20.45 SASSUOLO – PALERMO
Domenica 3 maggio 2015 ore 12.30 ROMA – GENOA
Domenica 3 maggio 2015 ore 20.45 NAPOLI – MILAN
Lunedì 4 maggio 2015 ore 20.45 CAGLIARI – PARMA
Mercoledì 6 maggio 2015 ore 15.00 TORINO – EMPOLI

16ª GIORNATA RITORNO (^)
Sabato 9 maggio 2015 ore 18.00 JUVENTUS – CAGLIARI (*)
Sabato 9 maggio 2015 ore 20.45 MILAN – ROMA
Domenica 10 maggio 2015 ore 12.30 CHIEVOVERONA – HELLAS VERONA
Domenica 10 maggio 2015 ore 18.00 EMPOLI – FIORENTINA (§)
Domenica 10 maggio 2015 ore 18.00 PARMA – NAPOLI (§)
Domenica 10 maggio 2015 ore 20.45 LAZIO – INTER
Lunedì 11 maggio 2015 ore 20.45 GENOA – TORINO

17ª GIORNATA RITORNO
Sabato 16 maggio 2015 ore 20.45 SAMPDORIA – LAZIO
Domenica 17 maggio 2015 ore 12.30 SASSUOLO – MILAN
Domenica 17 maggio 2015 ore 20.45 INTER – JUVENTUS
Lunedì 18 maggio 2015 ore 19.00 FIORENTINA – PARMA (§)
Lunedì 18 maggio 2015 ore 21.00 NAPOLI – CESENA (§)

18ª GIORNATA RITORNO
Sabato 23 maggio 2015 ore 18.00 PALERMO – FIORENTINA (#1)
Sabato 23 maggio 2015 ore 20.45 JUVENTUS – NAPOLI (#2)
Domenica 24 maggio 2015 ore 12.30 EMPOLI – SAMPDORIA
Domenica 24 maggio 2015 ore 20.45 MILAN – TORINO (#3)

(^) programma già pubblicato, aggiornato all’esito dei quarti di finale di UEFA Champions League e UEFA Europa League e delle indicazioni dell’Osservatorio Nazionale sulle Manifestazioni Sportive del Ministero dell’Interno relativamente a Torino-Empoli.

(*) anticipo disposto per impegni in UEFA Champions League.

(§) posticipo disposto per impegni in UEFA Europa League.

(#1) in caso di qualificazione della Fiorentina alla finale di Europa League, la gara Palermo-Fiorentina potrà essere anticipata a venerdì 22 maggio alle ore 20.45.

(#2) in caso di qualificazione del Napoli alla finale di Europa League e di disputa della finale di TIM Cup il 7 giugno, la gara Juventus-Napoli potrà essere anticipata a venerdì 22 maggio alle ore 20.45. In caso di disputa della finale di TIM CUP il 20 maggio e di mancata qualificazione del Napoli alla finale di Europa League, la gara Juventus-Napoli si disputerà domenica 24 maggio con inizio alle ore 20.45. In caso di spostamento della gara Juventus-Napoli a venerdì o domenica, sabato 23 maggio alle ore 20.45 si disputerà la gara Genoa-Inter.

(#3) in caso di disputa della gara Juventus-Napoli domenica 24 maggio con inizio alle ore 20.45, la gara Milan-Torino sarà programmata domenica 24 maggio con inizio alle ore 15.00.

Sanabria: “Roma è una città splendida e il pubblico è molto caldo. Domani vinciamo 2-0 o 2-1”

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Il giovane talento della Roma, Antonio “Tony” Sanabria, ha parlato della sua passata esperienza col Sassuolo, avversario della Roma mercoledì. Ecco le sue parole all’AS Roma match program:

Arrivato in Italia, i primi sei mesi li ha passati nella società neroverde, come si è trovato?

“Benissimo. Sono stato accolto molto bene dalla società, dai compagni e dall’allenatore. Mi è servito per crescere e fare esperienza”.

Ricorda l’emozione dell’esordio in A?

“Sì, ricordo bene il mio esordio ad Udine. Ho debuttato negli ultimi minuti. Quando il mister mi ha detto di scaldarmi e poi di entrare ho provato una emozione fortissima, ma poi toccata la prima palla tutto è passato e ho solo pensato a dare il mio meglio”.

Cosa ne pensa del tecnico del Sassuolo, Di Francesco?

“È un bravo allenatore, che sta facendo bene. Di Francesco fa giocare bene la squadra e si vede che lavorano duro. Meritano di rimanere in serie A, ma devono ricominciare a vincere da domenica prossima, non contro di noi”.

Poi il passaggio alla Roma, come si trova nella Capitale?

“Sto bene qui. Mi sono ben integrato con i compagni. E poi la città è bellissima”.

Con la Primavera ha giocato la gara di andata di Coppa Italia, il derby; tra poco ci sarà il derby di campionato della prima squadra. Ha già avuto modo di capire che non è una gara come le altre?

“Sì, con la Primavera abbiamo vinto la gara di andata e dobbiamo fare bene per portare a casa la vittoria finale. La penultima di campionato contro la Lazio sarà importantissima ai fini della classifica, il pubblico è molto caliente qui a Roma e sono sicuro che sarà una gara bella da vivere”.

Il fatto di essere convocato sia con la Primavera che con la prima squadra, le pesa?

“No, anzi mi permette di fare sempre più esperienza. Sono sempre molto contento di farmi trovare pronto e non ho alcun problema a mettermi sempre a disposizione dove serve”.

Domani sera che gara sarà al Mapei Stadium?

“Sarà una gara difficile, noi dobbiamo andare e portare a casa i tre punti. Ci servono per conquistare il secondo posto che è alla nostra portata”.

Chi è il più forte del Sassuolo?

“Sono forti in attacco. Berardi è squalificato per fortuna, ma Zaza sa essere un attaccante davvero pericoloso”.

Quale giocatore potrebbe risolvere la partita della Roma?

“Tutti. L’importate è fare gol e può segnare chiunque”.

Garcia che consigli dà a voi calciatori giovani?

“Lui è un allenatore che lavora molto con noi giovani. Anche i giocatori più grandi si impegnano con noi. È un gruppo in cui si può imparare molto bene”.

Cosa c’era di diverso al Barcellona, dove è stato prima di venire in Italia?

“Il Barca è una società molto organizzata ed è stata per me una esperienza importante. Io ero nella seconda squadra, e spesso mi allenavo con il gruppo dei grandi. Sono stato bene in Spagna, avevo la mia famiglia che viveva con me e mi ha aiutato a non sentire la mancanza del mio paese”.

La sua famiglia la ha seguita anche qui?

“Sì, vivono a Roma con me. Mio padre è il mio primo tifoso e poi è molto onesto nel dirmi come ho giocato. Con loro vado in giro per Roma”.

Cosa in particolare le piace di Roma?

“Roma è una città splendida. Quando sono libero mi piace stare tranquillo e andare a passeggio in centro con la mia famiglia”.

E cosa ne pensa della cucina italiana?

“Mi piace moltissimo la pasta. La mangio sempre volentieri condita in ogni modo”.

Prima di salutarci… un pronostico?

“Non credo sarà una gara con molti gol, visto che le due squadre non possono perdere. Direi 2-0 o 2-1 per noi”.

Mercato Roma, Mazzarri per il dopo Garcia?

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mazzarri-garciaIn caso di mancata qualificazione Champions la panchina della Roma rischia di cambiare padrone. Garcia sarebbe sollevato dall’incarico con largo anticipo rispetto alla scadenza del contratto, prevista per il 2018.
Secondo quanto appreso da Calciomercato.com, la società presieduta da James Pallotta ha già individuato il successore del 51enne tecnico francese: si tratta di Walter Mazzarri, con l’entourage del quale ci sono già stati dei contatti preliminari.
L’ex tecnico del Napoli, esonerato durante la stagione in corso dall’Inter e sotto contratto con i nerazzurri fino al 30 giugno del 2016, di fronte all’ipotesi di allenare la Roma non avrebbe problemi a trovare un accordo per liberarsi dal club di Erick Thohir, che sarebbe ben felice di non doversi sobbarcare l’ingaggio del 53enne allenatore di San Vincenzo anche per la prossima stagione.

Ultras, Alfano: “Il nostro calcio è meno violento di quello tedesco e inglese. Le società non hanno fatto il loro dovere”

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Chigi - consiglio ministri

«Il nostro calcio è un calcio meno violento rispetto a quello, per esempio, di Germania e Inghilterra, secondo uno studio di un’importante università. Ma tutto questo non ci lascia tranquilli perchè noi non possiamo permettere a questi teppisti, travestiti da tifosi, di fare quello che hanno continuato a fare». Lo ha detto il ministro dell’Interno, Angelino Alfano, intervistato dal Gr Rai in onda stasera dopo gli episodi di violenza di domenica scorsa.

«Le società – sostiene Alfano – non hanno fatto quello che avevamo concordato di fare. Noi avevamo concordato una migliore formazione, una maggiore formazione degli steward, avevamo concordato una più efficiente segmentazione dei settori che, senza ridurre il confort, avrebbe comunque aumentato la sicurezza». «Adesso – annuncia – io incontrerò sia il Coni che le Leghe del calcio e faremo il punto sulla situazione. Ma noi abbiamo fatto una legge, facendo il Daspo di gruppo, facendo anche il Daspo con un aumento fortissimo della sua possibile estensione. Adesso le società facciano fino in fondo il loro lavoro ed eliminino ogni compiacenza con le tifoserie violente».
«Attualmente sono attivi 5.069 Daspo e di questi ben 1.742 sono stati emessi in questa stagione calcistica e in questa stagione calcistica i feriti tra i civili sono diminuiti, così come sono diminuiti i feriti tra le forze dell’ordine e financo tra gli steward» aggiunge il Ministro.

Sassuolo-Roma, i convocati di Di Francesco

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Il tecnico del Sassuolo Eusebio Di Francesco ha diramato la lista dei convocati per la sfida di domani sera contro la Roma.

Portieri: Pomini, Consigli, Pegolo.

Difensori: Longhi, Acerbi, Bianco, Fontanesi, Benucci, Cannavaro, Peluso, Natali.

Centrocampisti: Chibsah, Missiroli, Biondini, Taider, Mandelli, Brighi.

Attaccanti: Zaza, Sansone, Lazarevic, Floro Flores, Sereni, Floccari.

Mercato Roma, ag. Destro: “Potrebbe giocare in prestito al Milan anche l’anno prossimo”

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AC Milan v Parma FC  - Serie AMattia Destro e il suo futuro restano ancora avvolti nel mistero. Qualora il Milan non dovesse esercitare il riscatto del prestito dalla Roma l’attaccante ascolano potrebbe rientrare a Trigoria. A Gazzetta TV durante la trasmissione ‘calciomarket’  ha parlato il suo procuratore, Claudio Vigorelli:Mattia ha sposato il progetto Milan con grande entusiasmo. Potrebbe restare anche l’anno prossimo in prestito”.