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Vainqueur scherza: “Non aspettatevi la conferenza in italiano, non sono pronto adesso…”

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Vainqueur

Il nuovo giocatore della Roma, William Vainqueur, sarà presentato oggi alle 16 in conferenza stampa e sul proprio account Twitter ironizza: “Per favore non aspettatevi la conferenza in italiano, non sono pronto adesso. Haha“.

Napoli, Insigne: “La Roma ha fatto un grande mercato, ma sono passate solo due giornate”

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insigne-napoli

L’attaccante del Napoli, Lorenzo Insigne, ha parlato, ai microfoni di Radio Kiss Kiss Napoli, facendo il punto sul mercato e sul campionato in corso, parlando anche della Roma:

Inter e Milan si sono rinforzate, sarà un bel campionato. La Roma ha fatto un grande mercato, ma ancora è presto per parlare di favorite. Sono passate solo due giornate“.

Frosinone-Roma: navette a disposizione dei tifosi ospiti al termine della partita

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curva-sud-dibartolomei

Dall’emittente radiofonica ufficiale della Roma arrivano delle informative per i tifosi giallorossi che si recheranno sabato pomeriggio al Matusa per assistere alla gara contro il Frosinone.

Al termine della partita i sostenitori romanisti verranno accompagnati alle rispettive macchine da delle navette presenti fuori il settore giallorosso.

 

RomaRadio

Rogg (dg Fiorentina): “Salah? Ora è un giocatore della Roma con un transfer provvisorio, vedremo la decisione della Fifa a fine anno

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Roma_Salah

Il direttore generale della Fiorentina, Andrea Rogg, ha parlato durante la conferenza stampa di presentazione del nuovo giocatore viola, Kuba Blaszczykowski. Tra i diversi temi affrontati c’è spazio anche il caso Salah:

La posizione vera è stata espressa da Pradè. Oggi è un giocatore della Roma con un transfer provvisorio. La Fifa si esprimerà entro fine anno sul nostro ricorso dando ragione all’uno o all’altro“.

 

TMW

Mercato Roma, Ceballos in trattative con il Chelsea

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ceballos

Secondo quanto riportato dal quotidiano spagnolo Estadio Deportivo, il centrocampista del Betis Siviglia, Dani Ceballos, sarebbe molto vicino ad un accordo col Chelsea di Mourinho il quale lo porterebbe a Londra già a partire da gennaio.

Il giocatore era sul taccuino dei giovani talenti visionati dal nostro direttore sportivo Walter Sabatini.

Football Cares. In corso le aste di beneficenza con oggetto le maglie di Totti, Pjanic e Dzeko

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AS Roma maglie Dzeko Pjanic Totti

Football Cares, come informa l’account Twitter ufficiale della AS Roma, sono in corso le aste di beneficenza con oggetto le magliette dei giocatori giallorossi Francesco Totti, Miralem Pjanic e Edin Dzeko. Il ricavato andrà in favore dei rifugiati.

Frosinone-Roma, arbitra Gervasoni

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arbitro Mauro Gervasoni

Sono stati designati gli Arbitri, gli Assistenti, i IV Ufficiali e gli Arbitri Addizionali D’area che dirigeranno le gare valide per la terza giornata di andata del Campionato di Serie A 2015/16 in programma sabato 12 e domenica 13 settembre.

Questi gli ufficiali di gara designati per la partita Frosinone-Roma:

Arbitro Gervasoni
Assistenti: Paganesi-De Luca
IV Uomo: Preti
Assistenti di porta: Fabbri-Sacchi

 

Questo l’elenco completo delle designazioni:

EMPOLI – NAPOLI
BANTI
STALLONE – POSADO
IV: LONGO
ADD1: CELI
ADD2: LA PENNA

FIORENTINA – GENOA Sabato 12/09 h.18.00
DOVERI
TEGONI – DOBOSZ
IV: DI LIBERATORE
ADD1: RIZZOLI
ADD2: CHIFFI

H. VERONA – TORINO h. 12.30
IRRATI
VUOTO – DI VUOLO
IV: TONOLINI
ADD1: FABBRI
ADD2: SACCHI

INTER – MILAN h. 20.45
ROCCHI
GIALLATINI – PADOVAN
IV: DI FIORE
ADD1: ORSATO
ADD2: VALERI

JUVENTUS – CHIEVO Sabato 12/09 h.20.45
GUIDA
MARZALONI – PEGORIN
IV: RANGHETTI
ADD1: DAMATO
ADD2: DI PAOLO

LAZIO – UDINESE h. 18.00
CALVARESE
FIORITO – LA ROCCA
IV: CARBONE
ADD1: GIACOMELLI
ADD2: PEZZUTO

PALERMO – CARPI
GAVILLUCCI
COSTANZO – DE TROIA
IV: MARRAZZO
ADD1: RUSSO
ADD2: RIPA

SAMPDORIA – BOLOGNA
CERVELLERA
PASSERI – LO CICERO
IV: GALLONI
ADD1: MASSA
ADD2: SAIA

SASSUOLO – ATALANTA
MARIANI
BARBIRATI – PERETTI
IV: CARIOLATO
ADD1: DI BELLO
ADD2: MARESCA

 

Aia-figc.it

Contucci sulla curva sud: “Alla seconda violazione potrebbe esserci il Daspo”

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Curva_Sud_protesta

L’avvocato Lorenzo Contucci, legale che ha pubblicato sul proprio profilo facebook una multa indirizzata ad un tifoso che ha cambiato posto in curva Sud in occasione di Roma-Juventus, è stato intervistato questa mattina dal programma “te la do io Tokyo” in onda su Centro Suono Sport. Queste sono state le sue parole:

Lo scopo della prefettura, e non so se pure quello della società Roma, è avere tutti seduti al suo posto in fila ed ordinati”.Il problema della barriera in curva Sud che divide nettamente il settore è stato contestato anche dalla Uefa: “Allo stadio Olimpico sono stati creati due nuovi settori, la curva Sud lato Tevere e la curva Sud lato Monte Mario. La Uefa può dire ciò che vuole, ma se il governo prende certe decisioni non ci sta nulla da fare. Non credo che verranno le barriere durante le partite di Champions League”.

Il legale ha spiegato come contestare questo tipo di sanzioni: “Si richiamano le precedenti leggi sull’iter amministrativo, metterò a disposizione un modulo nel quale si spiegherà perchè è stato cambiato posto, ad esempio era sporco il seggiolino e non era possibile sedersi. La norma tra inoltre prevede che alla seconda violazione potresti essere sottoposto a Daspo. È come se prendessi due volte in un anno una multa e ti mettessero una sorveglianza GPS. Se dovessero applicare questa norma in Monte Mario chissà quanti vip e politici potrebbero essere daspati perchè cambiano posto per un motivo o per un altro”.

Questo modo di fare a cosa porterà?Il riflesso sarà sugli abbonamenti alla Roma per il prossimo anno, perchè i tifosi non si abboneranno più e compreranno il biglietto in modo tale che potranno sedersi dove vogliono insieme alla propria famiglia ed i propri amici. Spero che la Roma faccia qualcosa perchè questa è la goccia che fa traboccare il vaso”.

Losi: “Totti? Lo stanno gestendo bene. Scudetto? La palla va presa al balzo…”

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Giacomo Losi

Intervistato dall’emittente radiofonica Rete Sport, Giacomo Losi storico capitano della Roma e membro della Hall of Fame ha parlato in occasione dei suoi 80 anni. Queste le sue parole:

La prima gioia che ti viene in mente?
“La prima è: ‘vieni a Roma’. Avevo paura, non conoscevo questa grande e bellissima città. Roma è stata una sorpresa anche per me, non sapevo che sarei venuto qui, ma è stata una sorpresa bellissima”.

Che effetto le fa quando sente parlare di Roma come ambiente difficile da affrontare e da vivere?
“Mi fa un effetto particolare perché negli anni ’50 Roma era bellissima. Andavo in giro per conto mio per musei e piazze ed era bellissimo. Oggi ho un po’ paura, ma non solo Roma è così”.

I tifosi sono difficili?
“Sì, purtroppo sono cambiati anche i tifosi. Prima si comportavano in un’altra maniera anche quando le cose non andavano molto bene, molte volte. Era diverso il mondo. Ho vissuto diversi momenti ma in maniera eccezionale. Dalla guerra fino agli anni ’60, poi tutto è cambiato”.

Il tuo primo gol lo hai segnato in un Roma-Sampdoria 3-2 da ala sinistra…
“Stavamo perdendo 2-1 contro la Samp e mi saltò l’inguine. Il medico disse di sostituirmi ma rimasi in campo e mi misi all’ala, come si faceva una volta. Riuscimmo a pareggiare, non so come, con Manfredini, e poi a un quarto d’ora dalla fine attaccavamo solo noi. Su un calcio d’angolo riuscii ad anticipare il centro-mediano della Sampdoria e segnai il 3-2″.

Sei l’unico capitano della Roma che ha sollevato un trofeo europeo?
“Vero. Era pure un trofeo a cui in pochi diedero importanza (Coppa delle Fiere)“.

Con Herrera non fu un rapporto idilliaco, tanto che l’anno dopo te ne andasti
“Lui quando venne a Roma è venuto da me per sapere com’era l’ambiente ed era molto disponibile e disposto. Ho pensato: ‘Meno male che è arrivato qualcuno che ci farà vincere’. Ho fatto le prime 8 partite da capitano, come al solito. Dopo la terza sconfitta di fila, a Verona, lui incitava la squadra ad andare avanti. Io giocando stopper rimanevo sempre solo in mezzo a due cristoni di 1.90. A fine partita il mister disse: ‘Bravi, bravi’. Io gli risposi che non eravamo stati bravi. Da quel giorno non giocai più”.

I giovani, come gestirli? Ci si aspetta troppo da loro?
“Che loro siano diversi da quelli che eravamo noi come giovani da allora… Noi eravamo più facili da gestire, ora con radio, televisioni, giornali non hanno tempo di esprimere le loro qualità. Se c’è un ragazzo giovane che merita di giocare deve giocare. Noi invece, magari, andiamo all’estero a prendere stranieri, ma se continuiamo così si svuoteranno i nostri settori giovanili. Quella di oggi, diciamocelo, è un Italietta… Non gioca come dovrebbe giocare”.

Francesco Totti ti ha regalato la maglia quando superò il tuo record. Tu come lo gestiresti oggi Totti? Lo metteresti a Frosinone vista l’assenza di Pjanic?
“Credo che lo stiano gestendo abbastanza bene ultimamente. Lui serve ancora soprattutto come presenza. Lui è il più forte di tutti, è un ragazzo che anche se fa mezzora può inventare qualsiasi cosa. Io lo centellinerei ogni partita. L’allenatore sa se deve iniziare la partita o entrare in corso. Questo allenatore ha capito che Francesco serve ancora visto che un altro Totti non c’è in giro. Deve saperlo gestire. A Frosinone deve giocare, lui può far commettere degli errori agli avversari perché è un giocatore intelligente”.

Ce la facciamo quest’anno?
“La squadra c’è, mi ha molto convinto. La Juventus, rispetto lo scorso campionato, non sta in grandissime condizioni. La Roma è superiore all’Inter o alla Fiorentina, se non ne approfitti di questa Juve in queste condizioni… La palla va presa al balzo, altrimenti non la prendi più”.

Genoa, Preziosi: ‘Iturbe? Non parlo più con Sabatini’

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Enrico Preziosi

Calciomercato.com – Enrico Preziosi, presidente del Genoa, ha parlato all’emittente televisiva Tele Nord toccando vari argomenti e tornando anche sulla vicenda che riguardava Juan Manuel Iturbe.

Queste le sue parole: Aveva già salutato la Roma, voleva giocare contro l’Hellas: non parlo più con Sabatini da allora e mi preme sapere direttamente da lui a quattr’occhi il motivo della scelta. Quando stringo la mano a qualcuno, poi, mantengo la parola”.

Frosinone-Roma: tanti i “romanisti” tra i canarini

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stellone

Al cuore non si comanda! Potremmo dire così ma allo stesso tempo ribattere che comunque sia si tratta di professionisti. Sale la febbre per Frosinone-Roma di sabato alle 18:00 e tante sono le curiosità. Tante curiosità come tanti sono i “romanisti” all’interno della truppa canarina.

Sono giallorossi i vertici della società canarina, il presidente Stirpe e il direttore generale Ernesto Salvini. E’ uno storico supporters poi dei colori giallorossi il sindaco Ottaviani. Sono romani e romanisti il tecnico Stellone e gli esterni Paganini e Soddimo. Rosi e Verde infine sono praticamente cresciuti nella Roma.

Ci sarebbe da “preoccuparsi” per la sfida di sabato ma è questo solo un dettaglio. La verità è che tutti i sopra citati, nei loro rispettivi campi, sono dei professionisti. Ci sarà invece da preoccuparsi del divario tecnico al quale si cercherà di sopperire anche con la grinta e la giusta cattiveria agonistica!

 

Tuttofrosinone.com

Frosinone-Roma: la squadra ciociara oggi si allenerà al Matusa. Dubbi in difesa per Stellone

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Penultimo giorno di allenamenti prima della gara contro la Roma in programma appunto sabato alle ore 18:00 contro la Roma. La squadra di mister Stellone oggi si allenerà non più allo Sporting Club Ferentino come precedentemente comunicato ma bensì allo stadio “Matusa”. Appuntamento alle 17:00 e seduta rigorosamente a porte chiuse.

Ancora un ballottaggio deve essere risolto dal tecnico Roberto Stellone per quanto riguarda l’undici titolare che affronterà i giallorossi tra due giorni al Matusa. Si tratta dell’esterno sinistro basso, il “vecchio” terzino. In lizza sia Roberto Crivello che il nuovo arrivato Daniel Pavlović. Al momento però il tecnico Stellone da quanto filtrato, sembrerebbe orientato sul difensore arrivato in prestito dal Grasshopper. Non sarebbe però certamente una bocciatura per il palermitano Crivello ma andrebbe considerata invece più un’opportunità importante concessa ad uno dei più importanti giocatori arrivati dal calciomercato estivo. In percentuale Pavlovic 60% Crivello 40%.

 

Tuttofrosinone.com

Leali: “Frosinone-Roma? Vogliamo fare una grande partita, anche se ci sarà da soffrire. Loro sono dei campioni”

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Nicola Leali, portiere del Frosinone, è stato intervistato da Roma Talk Radio in vista del match con i giallorossi. Queste le sue parole:

Frosinone – Roma è una specie di derby, una gara attesa. Qual è l’umore all’interno dello spogliatoio?
“E’ la nostra prima partita contro una big. C’è tanta attesa e voglia di giocare una grande partita. Anche i tifosi aspettano questo confronto e ci stanno dando la carica”.

C’è differenza nella preparazione, in settimana, di una gara contro una big rispetto a quella con un avversario “più normale?
“L’atteggiamento è sempre lo stesso perché noi lavoriamo per noi, per il nostro futuro, per migliorare. Sappiamo però che sarà una gara molto difficile e ci sarà da soffrire”.

Tu giochi nel Frosinone ma sei di proprietà della Juventus, fin da giovanissimo ti hanno paragonato a Buffon. Nell’eventualità in cui Buffon dovesse lasciare la Juve, tu ti sentiresti pronto a prendere l’eredità sin da subito?
“Ti dico subito che uno-due anni sono tanto tempo. La Juve non è il mio pensiero attuale, il mio pensiero è quello di fare bene a Frosinone in questo momento”.

Cosa è più importante per un portiere giovane che viene chiamato da una grande squadra, giocarsela rischiando di fare la riserva oppure andare ad acquisire esperienza in squadre minori?
“Dipende dalle circostanze. Per quanto mi riguarda sempre meglio fare esperienza. Anche affiancare un grande portiere è un modo per fare esperienza, poi ognuno capisce quale dei due metodi è il migliore per crescere meglio e più in fretta”.

Escluso te e Buffon, qual è il miglior portiere della Serie A?
“Non saprei. I portiere della Serie A sono tutti bravi”.

Dovessi stilare una classifica, in che posizione metteresti l’attacco della Roma? Quale giocatore temi di più del reparto avanzato giallorosso?
“La Roma è una squadra di campioni. Se togli gli undici iniziali e ne metti altri undici il livello non si abbassa. Sceglierne uno mi risulta difficile. I giocatori comprati durante il mercato hanno innalzato ulteriormente il livello offensivo”.

L’assenza di Pjanic ti fa tirare un sospiro di sollievo sulle punizioni?
“Eh (ride, ndr), l’assenza di Pjanic è importante ma sono sicuro che arriverà qualcun altro di pericoloso alla battuta. Se le tira Totti, per esempio, la pericolosità rimane la stessa”.

A Roma c’è molta amarezza per come è stata gestita questa partita a livello di ordine pubblico. Com’è il clima lì nel frusinate? Avete sentito che i tifosi giallorossi residenti in Ciociaria non potranno andare allo stadio nel settore ospiti?
“Sinceramente non saprei cosa dire. So solo che lo stadio sarà pieno e questo è molto bello. So che non potranno entrare tutti e questo mi dispiace. Purtroppo il nostro stadio non è grande come l’Olimpico”.

Lo stadio Matusa è lo stretto della Serie A (3 metri), ma il più lungo (5 metri). Hai mai notato questa cosa?
“Si l’ho letta questa cosa. Si vede anche ad occhio nudo che è più stretto, perché tre metri sembrano pochi ma non lo sono. Speriamo che questa cosa ci dia una mano Sabato”.

Calciopoli, lo strapotere di Moggi

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La Repubblica (D.Del Porto) – Altro che potere. Era uno «strapotere esteso anche agli ambienti giornalistici e ai media televisivi che lo osannavano come una vera e propria autorità assoluta», quello esercitato da Luciano Moggi negli anni cui ricopriva la carica di direttore generale della Juventus. Lucianone, scrive la Cassazione, era «l’ideatore di un sistema illecito di condizionamento delle gare del campionato 2004-2005 (e non solo di esse) che porta il suo nome». A quasi dieci anni dalla bufera, le ombre di Calciopoli continuano dunque ad allungarsi sul mondo del pallone.

Martedì, il tribunale di Milano aveva motivato l’assoluzione di Moggi dall’accusa di diffamazione ai danni dell’ex presidente dell’Inter Giacinto Facchetti, ritenendo che l’ex dg juventino abbia esercitato un legittimo diritto di critica «sulla base di circostanze non inventate», vale a dire il «rapporto preferenziale» tra la bandiera nerazzurra e gli arbitri, anche se, sottolinea il giudice Oscar Magi, «certamente meno gravi delle sue»; ma per Moggi, sono arrivate ieri le severe motivazioni della sentenza della Suprema Corte che ha chiuso il processo di Napoli. Quasi 150 pagine dove si afferma che Lucianone, prosciolto per prescrizione dopo le condanne di primo e secondo grado, ha commesso i reati di associazione per delinquere e frode sportiva «in favore della società di appartenenza», la Juve, ottenendo anche vantaggi in termini di potere.

La Cassazione conferma la validità dell’impianto dell’indagine dei carabinieri di Roma (all’epoca diretti dal maggiore Attilio Auricchio, oggi capo di gabinetto del sindaco di Napoli) e coordinata dai pm Filippo Beatrice, Giuseppe Narducci e Stefano Capuano. Le intercettazioni hanno portato alla luce «un mondo sommerso» che ha finito per «sconvolgere l’assetto del sistema calcio fino a screditarlo e minarlo nelle sue fondamenta». La Corte ripercorre la «poliedrica capacità» dell’ex dg della Juventus di «insinuarsi sine titulo nei gangli dell’organizzazione calcistica ufficiale», le sue «incursioni» negli spogliatoi degli arbitri con le quali «esercitava un potere di interlocuzione aggressiva e minacciosa». Dai giudizi che Moggi esprimeva sui media e in tv, «potevano dipendere le sorti» di arbitri o calciatori.

Nella sentenza, non mancano stoccate per il presidente della Lazio Claudio Lotito (per il quale il reato di frode è prescritto) ritenuto protagonista di una «congerie di telefonate compromettenti». Ad esempio quando l’allora vicepresidente federale Innocenzo Mazzini lo rassicura per la «mediazione» operata presso i designatori Paolo Bergamo o Pierluigi Pairetto. «Così come – si legge ancora – avevano avuto esiti positivi interventi di persone estranee all’ambiente calcistico»: l’attuale sottosegretario alla Giustizia Cosimo Ferri e l’allora presidente della Camera Gianfranco Fini (entrambi estranei all’inchiesta). Le «manovre pressorie» contestate a Lotito rappresentano, per la Cassazione, un «fenomeno degenerativo». Ce n’è anche per Diego e Andrea Della Valle, patron della Fiorentina (anche per loro il reato di frode è prescritto): si sarebbero «accostati a quel sistema di potere che li aveva emarginati e in definitiva danneggiati».

Gli “aiuti” di Fini per salvare la Lazio dalla retrocessione

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Il Tempo (M.Villosio) – Tra gli aiuti eccellenti strappati da Claudio Lotito per garantire la salvezza alla Lazio nel campionato 2004-2005 ci fu anche quello di Gianfranco Fini. È una delle verità giudiziarie scolpite dalla Cassazione nelle motivazioni alla sentenza sul processo Calciopoli. Oltre alla «congerie di telefonate compromettenti» e di «pressioni» esercitate dal patron della Lazio «sul mondo arbitrale», gli «Ermellini» scrivono chiaramente che nell’evitare la retrocessione del club «avevano avuto esiti positivi interventi di persone estranee all’ambiente calcistico quali» Cosimo Maria Ferri, attuale sottosegretario alla giustizia, e Gianfranco Fini, l’ex presidente della Camera – tifoso biancoceleste – che nel 2005 era ministro degli Esteri e vicepresidente del Consiglio.

La Cassazione, nelle 139 pagine che hanno messo il sigillo alla lunga e controversa vicenda di Calciopoli, vedono nelle «sviste arbitrali» in «favore della società romana» durante le partite Lazio-Chievo e Lazio-Parma il frutto degli sforzi di Lotito. E anche se il processo al patron laziale si è concluso per prescrizione ancora prima di giungere davanti alla Suprema Corte, si soffermano sulle «prove inequivocabili» dei suoi interventi sul mondo delle giacchette nere «in un contesto di lotte intestine per la nomina a Presidente della Figc tra l’uscente Franco Carraro e l’aspirante emergente Giancarlo Abete». Sottolineando anche come l’allora vice presidente della Figc, Innocenzo Mazzini, sia stato intercettato mentre assicurava a Lotito che la sua «mediazione» era riuscita ad assicurare alla Lazio un occhio di favore da parte dei designatori arbitrali Bergamo e Pairetto. Le «manovre pressorie» di Lotito e il suo comportamento vengono definiti «fenomeno degenerativo». Nessuno sconto neanche ai fratelli Della Valle, che per salvare la Fiorentina – scrivono i giudici – vanno infine «a Canossa», ovvero si «accostano a quel sistema di potere che li aveva emarginati e in definitiva danneggiati: non dunque con il proposito di garantirsi l’imparzialità delle decisioni arbitrali per riparare ai presunti torti subiti in precedenza, ma una sorta di accondiscendenza versa un sistema di potere che li garantisce per il futuro attraverso scelte arbitrali oculate pilotate».

Stadio della Roma: “Il nostro sogno è costruire la migliore Curva Sud in Europa”

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Tramite il profilo Twitter dello Stadio della Roma sono arrivate alcune dichiarazioni sul nuovo impianto giallorosso: “Vogliamo costruire la Curva Sud migliore d’Europa. Il vostro show, il vostro entusiasmo e la vostra voce saranno la sua anima“.

Roma, turn over invisibile

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garcia

Il Messaggero (A.Angeloni) – Che Roma vedremo dopodomani a Frosinone? Negli occhi di tanti tifosi, o almeno nella maggior parte di loro, è rimasta la splendida partita disputata contro la Juventus e sabato vogliono rivedere la stessa squadra. Ma in mezzo ci sono state le partite della Nazionale e dopo Frosinone, la Roma dovrà giocare con Barcellona e Sassuolo, Come sempre avviene in questi casi, ci si chiede: è giusto mandare in campo sabato una formazione che tenga conto degli altri impegni immediati? Tener conto significa cambiare, uomini, modulo, o entrambi. Non ci sono certezze, ma il dibattito è aperto. Ci sono pro e contro qualsiasi scelta si faccia. Parliamone, perché il turnover è sempre un’opinione.

TESI – La logica porta a pensare che Garcia faccia bene a far riposare alcuni suoi elementi di spicco, con lo scopo di tenerli buoni per la sfida con il Barça in Champions, specie quelli che sono stati impegnati nella doppia partita con le Nazionali, vedi Dzeko, Salah, Gervinho, mentre Florenzi ha giocato poco, così come De Rossi. Tenere fuori Dzeko ha un senso? Sì. Darebbe modo a Garcia di pensare e provare una Roma vecchie maniere, cioè senza centravanti ma con Totti e con due ali, magari come Iturbe e Gervinho (o Salah, o Iago Falque). L’assenza di Pjanic aprirebbe le porte a gente come Vainqueur o Uçan, e questo servirà a De Rossi di restare al centro della difesa: una soluzione che consentirebbe a Castan e Ruediger (per motivi diversi) di riposare ancora e trovare la condizione migliore in vista del proseguo della stagione. Del resto, sostiene il partito del “turn-over sì”, il Frosinone si può battere anche con le seconde linee (ammesso che in un grande club esistano). Garcia potrà ragionare anche sui minuti, concedendo meno spazio del solito a gente come Nainggolan, che di solito non si risparmia, qualsiasi maglia vesta, o Keita, anche per questioni di età. Ci sono ovviamente giocatori come Digne e Manolas, che al momento non hanno alternative pronte e sono costretti a tirare il carro fin da subito. Ma siamo a inizio stagione e certi sforzi si possono chiedere.

ANTITESI – Poi c’è il partito del “no al turn-over”. E’ il gruppone che in testa proprio la sfida con la Juve e per loro quella squadra non va toccata. Almeno finché regge. E Pjanic? Si sostituisce con un centrocampista come De Rossi o con uno tra Vainqueur e Uçan. Il rischio, in questo caso, non è preservare i calciatori insostituibili dalle fatica, ma anche da un piccolo infortunio che magari ti impedisce di saltare l’appuntamento in Champions. Garcia vuole far riposare Dzeko? E se poi la Roma non dovesse vincere? Sarebbe un problema. Quindi dentro tutti, la Roma con il suo centravanti, con i suoi due esterni alti e magari senza Totti. In difesa tutti i soliti, con De Rossi ancora al centro. Perché, una squadra che vuole vincere lo scudetto, ritiene più importante la sfida con il Frosinone che non quella di tre giorni dopo contro il Barcellona. E ci sta. Il turnover calcolato non dà garanzie. Ma pure qui siamo all’opinione.

SINTESI – L’impressione è che Garcia voglia cambiare davvero poco, l’unico problema è la sostituzione di Pjanic, che probabilmente sarà coperta con De Rossi o Uçan. Davanti è prevedibile la presenza di Totti, che giocherà dietro Dzeko e Salah. In difesa, se De Rossi giocherà a centrocampo verrà rischiato Ruediger o riproposto Castan. A destra Florenzi, che per Rudi è il terzino titolare, a sinistra Digne. E Vainqueur? Garcia al momento lo considera il vice Nainggolan, così come Uçan è quello di Pjanic, con Keita e De Rossi in alternanza. A Dzeko difficilmente rinuncia in questo momento. Del resto, Garcia ha dichiarato che Edin e Totti possono giocare insieme. Vedremo. C’è un’ipotesi alternativa: 4-4-1-1 con Florenzi e Iago Falque sulle fasce (Maicon esterno basso) e Totti dietro Dzeko.

Calciopoli. Il giudice: «Pure l’Inter faceva lobby sui fischietti»

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facchetti

La Gazzetta dello Sport (F.Ceniti) – Piani molto diversi, ma stesso condominio. Hanno fatto discutere le parole scritte del giudice della quarta sezione penale di Milano, Oscar Magi, per motivare l’assoluzione in primo grado di Luciano Moggi dall’accusa di aver diffamato Giacinto Facchetti, morto nel 2006, dopo alcune frasi pronunciate nella trasmissione tv «Notti magiche» del 25 ottobre 2010. L’ex d.g. della Juve aveva parlato di «telefonate» fatte da Facchetti ai vertici arbitrali e relative alle «griglie» e di una «richiesta» da parte dell’allora presidente nerazzurro «a un arbitro di vincere la partita di Coppa Italia col Cagliari». Insomma, Moggi adombrava movimenti illeciti anche dell’Inter, tenuta fuori da Calciopoli. Tesi sempre respinta dal club, mentre Gianfelice Facchetti (potrebbe fare appello alla sentenza) proprio per difendere l’onorabilità del padre aveva querelato l’ex dirigente bianconero.

MOTIVAZIONI Moggi era stato assolto a luglio (il pm aveva chiesto una condanna a 10 mila euro di multa), ma le motivazioni sono state depositate lo scorso martedì, 24 ore prima di quelle su Calciopoli. Il giudice spiega come le telefonate tra Facchetti e alcuni fischietti «costituiscono un elemento importante per qualificare una sorta di intervento di lobbing da parte dell’allora presidente dell’Inter nei confronti della classe arbitrale» e sono «significative di un rapporto di tipo amicale» e «preferenziale» con «vette non propriamente commendevoli». Per Magi le frasi pronunciate da Moggi «contenevano con certezza una buona veridicità, o comunque sono state pronunciate nella ragionevole opinione che contenessero una dose di verità». Non vi è dubbio, infatti, secondo il magistrato, che «le intercettazioni prodotte dalla difesa Moggi e recuperate dal processo di Napoli» danno conto di un «rapporto preferenziale» che Facchetti manteneva coi designatori dell’epoca.

IL RICHIAMO A PALAZZI E qui Magi fa capire come è arrivato a questo convincimento: cita le conclusioni esposte nel 2011 da Stefano Palazzi, procuratore della Figc, che prese in esame proprio il comportamento tenuto da Facchetti e dall’Inter dopo aver avuto le intercettazioni di quegli anni particolari. Palazzi stigmatizzò «duramente» le «evenienze probatorie» che non sfociarono in un processo sportivo contro l’Inter solo perché i reati erano prescritti. Magi spiega di non volersi addentrare nella «giustizia sportiva», ma chiarisce che per il processo penale «Moggi, nel citare le vicende di Facchetti, ha riferito cose vere o verosimili anche se certamente meno gravi delle sue. Ha quindi esercitato un legittimo diritto di critica, ma non può ritenersi che il comportamento di Facchetti possa in qualche modo essere accostato a quello di Moggi nell’ambito penale».

Ciofani: “Frosinone-Roma? Non partiamo affatto battuti”

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La Gazzetta dello Sport (M. Di Rienzo)Frosinone-Roma di sabato al Matusa vivrà anche sul duello a distanza tra due giganti in campo: il bomber dei padroni di casa Daniel Ciofani (190 cm per 82 kg) e l’ariete dei giallorossi Edin Dzeko (193 cm per 85 kg). Due giocatori che di gol ne hanno fatti sempre a grappoli.

DUELLO – «Va bene il duello a distanza con Dzeko, però mi intriga soprattutto quello con la Roma – ammette alla vigilia l’attaccante del Frosinone – . Peraltro in questi giorni ci hanno accostato come caratteristiche. Può darsi, solo che Dzeko ha giocato sempre ad alti livelli, mentre il sottoscritto ci si affaccia da quest’anno. Sinceramente il paragone mi sembra un po’ forzato». Sulla carta, la squadra di Garcia appare ovviamente in netto vantaggio, ma Ciofani a tal proposito sottolinea: «Quella giallorossa è una formazione imbottita di campioni, però giocando in casa potremo contare sulla spinta dei nostri tifosi. Per gli altri non è facile giocare al Matusa perché è uno stadio che crea un’atmosfera particolare, con la gente molto vicina al rettangolo verde».

ARMI – Non basterà l’atmosfera, comunque, per fronteggiare la corazzata di Garcia. «È così – concorda la punta centrale del Frosinone che sabato farà il suo esordio in Serie A dal primo minuto – . Per cercare di salvare quantomeno la pelle, contro la Roma dovremo usare le nostre solite armi, cioè spirito di sacrificio, corsa e il pronto aiuto al compagno. Ma soprattutto non dovremo deprimerci se durante la partita ci saranno momenti di difficoltà sotto l’incalzare degli avversari. L’atteggiamento mentale sarà fondamentale per cominciare a fare punti».

Losi, da Soncino il «Core de Roma»

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losi curva sud

La Gazzetta dello Sport (C.Zucchelli) – Giacomo Losi nasce a Soncino, in provincia di Cremona, il 10 settembre 1935. Con la Roma ha giocato in totale 386 partite di campionato, conquistando il soprannome «Core de Roma», dopo che Walter Chiari lo presentò così durante una trasmissione televisiva. L’ex giocatore giallorosso ha vinto 2 coppe Italia e una coppa delle Fiere, ad oggi unico trofeo internazionale del club.  Nascere in provincia di Cremona, trasferirsi a Roma, scegliere di viverci una vita: «Perché di più belle non ce n’è». E oggi che quella vita arriva a una tappa importante, 80 anni, dire: «I bilanci li lascio agli altri, io preferisco i ricordi». Tutti, anche quelli che vorresti non avere. Giacomo Losi festeggia un compleanno importante e ripercorre, in 8 domande, una per ogni decade, tutte le tappe della sua vita.

Lui che sognava «di fare il ciclista» e che da ragazzino amava Coppi, poi ha scelto di fare il calciatore.
«Sì, perché Coppi era un mito, ma io andavo in piazzetta o all’oratorio a giocare a calcio appena riuscivo a costruire una palla di pezza. Alla fine ha prevalso quella rispetto alle due ruote».

A 13 anni l’amore per il calcio… 
«In quel periodo ho creato una squadra nel mio paese, la “Virtus”. Abbiamo ordinato delle magliette a Brescia, ce le hanno portate nerazzurre come l’Inter, pagate con la nostra paghetta. I pantaloncini li ho cuciti io, che facevo il sarto da mia zia».

A 19 anni l’arrivo a Roma…
«Con tanto di contratto firmato nella sala d’aspetto della stazione di Bologna. La Cremonese ci ha guadagnato 7 milioni, così sono iniziate le mie grandi storie d’amore: quella con la Roma e quella con mia moglie. Abitavo a via Quintino Sella, la vedevo mentre andava a comprare il latte, ci siamo innamorati e sposati. Sono nati due figli, meravigliosi. Me ne è rimasto solo uno, Daniela è morta 9 anni fa. Nessun genitore dovrebbe sopravvivere ai propri figli, dovevo andarmene io al posto suo».

In quegli anni diventa «Core de Roma» perché rimane in campo da infortunato… 
«In realtà il soprannome non è nato dopo il Roma-Sampdoria in cui ho segnato da infortunato, ma qualche giorno prima durante “L’oggetto misterioso”, con Walter Chiari. Lui mi introdusse proprio così: “Ecco a voi Giacomo Losi, er Core de Roma”. Sarei rimasto a vita, ma Helenio Herrera ha deciso che non ero più utile e quindi sono andato alla Tevere Roma per una stagione, poi ho smesso».

E ha iniziato a fare l’allenatore, nel 1976 era a Bari quando nasce Totti… 
«Uno dei ragazzi migliori che ho incontrato nella vita. E non parlo del calciatore, quello lo conosciamo tutti, anche se mi stupisco che si parli solo della sua tecnica e mai della sua fisicità. È diverso da me, io ero un giocatore più d’impeto, ma la classe sua me la sognavo. E mica solo io, è uno dei giocatori più forti di sempre. Un generoso, anche, avrebbe meritato una carriera più vincente. Io, all’inizio ero più egoista, i primi allenatori mi dicevano: “Sei un ottimo difensore, ma ricordati che ci sono anche gli altri compagni”».

Per questo si rivede più in De Rossi? 
«Sì, lui è più istintivo, come me. Però io mi rivedo tanto in Florenzi. Lo vedo migliorare di partita in partita, ha voglia di imporsi. Il dinamismo che ha lui ce l’avevo io, ha un piede buono, insomma, ha tutte le qualità per fare una grande carriera».

Ce le ha anche suo nipote, che gioca nella Lupa Roma? 
«È un difensore, gioca terzino destro. È alto, molto più di me, ed è tra i più piccoli della squadra. È un ’97, avrà tempo di crescere, il mio Marco, e di vedere se il calcio sarà la sua vita, come lo è stato per la mia».

Ottanta anni, 3 scudetti su 3 della Roma visti: che regalo si aspetta oggi Losi? 
«Dalla Roma mi aspetto il quarto scudetto, la squadra mi sembra costruita per vincere, Garcia adesso avrà il compito più difficile. Troppo banale come risposta? Ve l’ho detto che io ho la Roma come una seconda pelle, da loro voglio davvero solo questo come regalo…».