Home Blog Pagina 7276

Florenzi si sposa, Iturbe già in spiaggia a Ibiza

0

allenamento-florenzi

La Gazzetta dello Sport (C. Zucchelli) – La data spartiacque è il 18 giugno, quando Alessandro Florenzi sposerà la fidanzata Ilenia al Gianicolo: il jolly di Garcia ha invitato tutta la squadra, i sudamericani non ci saranno, gli italiani e molti europei invece sì, perché Florenzi è uno che si fa voler bene e in tanti hanno scelto di organizzare le vacanze in modo da potergli essere accanto, prima della luna di miele tra Stati Uniti e Polinesia.

MARE PROFUMO DI MARE Ci sarà Totti, che il giorno dopo brinderà ai 10 anni di matrimonio con Ilary, e che per le vacanze farà tappa a Sabaudia con puntate in Grecia (probabilmente), Sardegna e Merano, dove ogni anno si sottopone a un paio di giorni disintossicanti dal professor Chenot. Ci saranno anche Pjanic e Nainggolan, che sono con le nazionali, ma poi andranno in Sardegna e Spagna, col bosniaco atteso a Ibiza, dove potrebbe raggiungerlo Ljajic, anche lui ora a Belgrado: qualche sera fa era in un locale della capitale serba con Radonjic, ventenne di proprietà della Roma in prestito all’Empoli. Andranno al mare poi Paredes (prima del rientro in Argentina), Uçan (Bodrum), Sanabria(tornato da qualche giorno a Barcellona) e i greci Manolas e Torosidis, con quest’ultimo che si riposerà nella meravigliosa Thassos, nell’Egeo, mentre Holebas è in Germania.

PEOPLE FROM IBIZA Andrà anche lui al mare, ma per il momento è a Londra con la nuova fidanzata italiana, Cole, mentre De Sanctis dovrebbe dedicarsi a un po’ di relax tra Ischia e la Costiera. È già sul lettino, invece, Manuel Iturbe, che insieme alla fidanzata Guadalupe si sta rilassando in un hotel a 5 stelle a Ibiza, località Platja d en bossa. Tra qualche giorno tornerà dalla famiglia in Argentina, prima di essere in Italia i primi di luglio per il ritiro di Pinzolo. In Trentino dovrebbero esserci anche Strootman e Castan, per i quali si prevede un’estate di lavoro: l’olandese, come lo scorso anno, potrebbe fare sosta a Ibiza e sempre con il fisioterapista accanto, il brasiliano aspetta la nascita, imminente, della figlia e non si muoverà per ora da Roma. Tornerà prima di luglio, invece, Rudi Garcia: giovedì sarà a Londra, poi partirà per una meta top secret e sembra molto lontana. Scenari di mercato permettendo, il francese tornerà poi l’ultima settimana di giugno per preparare la nuova stagione.

Garcia-Sabatini prove di tregua

0

sabatini e garcia 0

Il Messaggero (S. Carina) – Rudi Garcia, confidando nelle parole di WalterSabatini non più tardi di 48 ore fa, «resterà alla Roma al 100%». E stavolta ci sono 17 milioni di buoni motivi (l’ingaggio al lordo del tecnico sino al 2018) per credere al ds. Tuttavia nel summit di domani con Pallotta, gli saranno chieste ulteriori spiegazioni sul j’accuse frontale degli ultimi giorni («Siamo la quinta forza economica della serie ADobbiamo vendere prima di comprare»; «L’importante è come si spendono i soldiminato i rapporti con la dirigenza e scalfito quelli con lo spogliatoio, anche se Rudi ieri si è visto a pranzo con Sabatini e qualcosa ha già spiegato (oggi la partenza della dirigenza per Londra). Prove di tregua, disgelo? Chissà.

UN UOMO SOLO E TESO – La mancata autocriticadel tecnico, è tornata indietro come un boomerang. Nonostante l’euforia del post-derby, parte del gruppo non ha gradito le sue parole. E da tempo ha iniziato ad avere qualche perplessità sul suo operato, non lesinando frecciate mirate durante la stagione. IniziòFlorenzi («Non so che ruolo ho»), è toccato poi a Nainggolan («Corro da solo»), Ljajic («Non sappiamo cosa fare De Rossi («Abbiamo fatto cagare a lungo») e per ultimo De Sanctis, lunedì notte a Tiki Taka: «Il bicchiere è mezzo vuoto. La società ha capito e visto quello che è successo e prenderà delle decisioni. Mi riferisco alla squadra, allo staff medico e a quello tecnico». Quest’ultimo, almeno fino ad una settimana fa, diretta emanazione di Garcia. Perplessità quindi acuite dal nervosismo dell’allenatore, chiuso in se stesso e lacerato dallo stress. Dentro Trigoria, lo hanno visto meno propenso al sorriso e al dialogo, puntiglioso e maniacale su ogni cosa, anche le più futili. Dal campo alla cucina, dalle scelte degli hotel a Roma (cambiati a seconda se si disputasse la Champions o il campionato) alla decisione del ritiro (poi rivisto in modo light). Tensione acuita nella settimana del derby: ha chiesto inizialmente di preparare la partita in Spagna e poi in Svizzera. Rimasto a Trigoria, un giorno ha cambiato tre volte il campo di allenamento, pretendendo che il figlio di Totti, tra lo stupore della squadra, si allontanasse nel momento delle esercitazioni tattiche.

Per carità, dall’esterno gli episodi raccontati possono strappare al massimo un sorriso. Dentro Trigoria, però, sono stati notati. Come non è passata inosservata l’involuzione tattica, il flop fisico e alcune scelte tecniche. È chiaro che la vittoria sulla Lazio e la qualificazione in Champions hanno in parte cancellato i dubbi. In parte, però, non del tutto.Garcia si presenterà a Londra con armi spuntate(non ha un club dietro) ma proverà a chiedere (lo ha già fatto con le dichiarazioni studiate a tavolino) di avere più potere decisionale. L’inizio non è stato dei migliori: sostituito un collaboratore fidato (Rongoni) con il preparatore Norman, il tecnico – che contesta la linea verde del ds – ha ‘incassato’ anche l’arrivo del baby Sergio Diaz. E non finisce qui: perché Mavuba, prendibile a costo zero, lo si è lasciato rinnovare col Lille, Ayew è in stand-by e Gervinho, il suo pupillo, è il primo sulla lista dei partenti.

Decisioni che chiariscono la posizione della società: il tecnico è il responsabile della squadra ma rimane un dipendente. Le parti potranno a volte venirsi incontro (il terzino Digne, ad esempio, è un nome che mette d’accordo tutti) ma le decisioni spettano al club, come quella di sostituire il nuovo team manager che sarà Manolo Zubiria. Difficile a questo punto pensare ad un aut aut di Garcia se non ha una squadra pronto ad accoglierlo. A meno di colpi di scena, dunque, si continuerà con lui. Al contrario, la palla passerebbe a Sabatini. Emery sarebbe il candidato ideale ma il Napoli è avanti e il Siviglia non intende privarsene. Mazzarri piace ma non convince del tutto, Conte è ‘bloccato’ dalla Nazionale mentre Montella, finché il ds rimarrà alla Roma, difficilmente accetterà una sua chiamata. Anche per questi motivi, avanti con Rudi. Con la speranza che giovedì le parti trovino un’intesa che non sia una semplice tregua.

Garcia, oggi la Roma decide. Se salta, Sarri nome a sorpresa

0

FBL-ITA-SERIEA-ROMA-EMPOLI
Corriere della Sera (G.Piacentini) – Il quartier generale della Roma si è spostato di qualche migliaio di chilometri rispetto alla sede di Trigoria. Oggi infatti il presidente Pallotta riceverà negli uffici della Raptor di Londra lo stato maggiore giallorosso: la parte italiana – il d.g. Baldissoni, il d.s. Sabatini – e quella americana, composta dal Ceo Italo Zanzi, da Alex Zecca, e dal responsabile del progetto stadio, Mark Pannes.

Alla compagnia si aggregherà domani il tecnico Rudi Garcia, che raggiungerà la city direttamente da Parigi, dove si trova in vacanza. Si tratta di una riunione programmatica, minimizzano da Trigoria, ma che dopo le recenti parole del tecnico assume un significato diverso. Oltre ai punti all’ordine del giorno – budget per il prossimo mercato, cambi nello staff medico, atletico, nomina del nuovo team manager e naturalmente aggiornamento sul progetto stadio che dovrà essere presentato entro il 15 giugno in Campidoglio – si parlerà del futuro del tecnico francese.

Nonostante le rassicurazioni, infatti, la posizione di Garcia, che ha un contratto a 2.5 milioni netti a stagione fino al 2018, non è più così solida. In attesa di «misurare» l’arrabbiatura di Pallotta, che non ha gradito molti passaggi della conferenza pre-Palermo, la dirigenza si è mossa per non farsi trovare, eventualmente, impreparata.

Sondaggi ci sono stati con molti tecnici: da Conte(«Resterà in Nazionale fino al termine del contratto» ha dichiarato Oriali, team manager azzurro) a Montella, passando per Unai Emery, che però sta valutando un’offerta da 3,5 milioni a stagione del Napoli che la Roma non può pareggiare.

Ma la vera suggestione ha il nome di Maurizio Sarri: Sabatini ne ha parlato a lungo con l’agente valutandone pro (grande preparazione tattica e capacità di valorizzare i giovani) e i contro (totale inesperienza in società di prima fascia e nessuna abitudine ad allenare campioni). Un’idea simile, il d.s., l’aveva avuta con Stefano Pioli, prima di cedere alla piazza e virare su Zeman.

Rinnovo in vista per Handanovic ma con finestra sulla Champions

0

handanovic

La Gazzetta dello Sport (M. D. Vite) – Le prove tecniche di riavvicinamento (roba di inizio maggio) potrebbero avere un seguito entro il mese e non a brevissimo: oggi Samir Handanovic – per motivi diversi – è un po’ più convinto di firmare il rinnovo fino al 2019 alla cifra propostagli dall’Inter già da un mese, ovvero 2,7 milioni a stagione con bonus estendibili fino a 3 milioni totali. Tutto a posto allora? Quasi, perché la finestra potrebbe restare sempre aperta. La finestra Champions.

CASILLAS E ROBERTO Mentre dalla Spagna (l’emittente Onda Cero) rilancia l’ennesimo sondaggio interista su Casillas (al Real arriverà De Gea, Benitez non vuole perdere Iker che però potrebbe voler cambiare aria), ed emerge un altro sondaggio legato a Roberto (Olympiacos), ecco che con Handanovic tutto potrebbe prendere la strada del rinnovo ma con l’idea di restare all’erta: perché il mercato non dorme…

FINESTRA IMPROVVISA Per dire: se nel giro del prossimo mese dovesse liberarsi (anche il Manchester United, ai Preliminari, sta cercando) una porta importante, ecco che tutte le voci attuali avrebbero valore zero. L’opera di convincimento da parte di Roberto Mancini e del d.s. Ausilio va avanti da tempo, ma (ripetiamo) l’apertura di una finestra-Champions potrebbe riaprire tutti i giochi e portare altrove Handa.

CARRIZO-MIRANTE Le eventuali alternative (per la titolarità) sono sempre le stesse, da Cech a Romero e Mandanda fino al costoso Perin. Oggi – o al più tardi domani – anche Carrizo comunicherà la propria decisione: gli è stato offerto un rinnovo annuale ma lui tentenna e il tutto dipenderà anche dalla permanenza o meno di Handanovic. In caso di addio del secondo portiere (mentre Berni, il terzo, resterà) è già pronto Antonio Mirante, svincolatosi dal Parma, 31 anni. «I contatti con l’Inter ci sono stati – disse Mirante al Premio Gentleman –: sarei lusingato». Già.

Champions a rischio per le scommesse ? La Lazio è serena

0

maurii_l

La Gazzetta dello Sport (S. Cieri) – Allarme Champions per la Lazio? A lanciarlo è una notizia Ansa che riporta le dichiarazioni del segretario della Federbet Francesco Baranca. «La Lazio rischia l’esclusione dalle Coppe», dice Baranca. Il presupposto è che le confessioni del «pentito» Ilievski nell’ambito dell’inchiesta di Cremona sul calcioscommesse potrebbero portare alla riapertura del processo sportivo per le presunte combine di Lazio-Genoa e Lecce-Lazio del 2011. «Se si riaprisse il processo – continua Baranca – ci sarebbe il rischio per la Lazio di tornare a giudizio per responsabilità oggettiva. L’eventuale condanna porterebbe a una penalizzazione del club e a un’esclusione dalle Coppe». Il segretario di Ferderbet rilascia queste dichiarazioni nell’ambito della presentazione del Rapporto 2015 sulla manipolazione degli eventi sportivi che Federbet ha inoltrato al Parlamento europeo. Le considerazioni sui rischi della Lazio non fanno parte di questo rapporto (in cui c’è invece la segnalazione di quattro partite sospette del Catania di questa stagione ed altre di campionati esteri). Ciò nonostante tali affermazioni fanno il giro del web e alimentano le speranze di un «ripescaggio» europeo per Fiorentina (Champions) e Inter (Europa League).

LAZIO SERENA La Lazio, però, è assolutamente tranquilla. «Le opinioni del sig. Baranca – sostiene una nota del club – in merito alle conseguenze che potrebbero interessare la Lazio, sono impressioni meramente soggettive, prive di alcun supporto probatorio e costituiscono una pura manifestazione personale senza alcun riscontro con elementi che possano contraddire le indagini svolte negli anni passati, concluse con le molteplici pronunce emesse dalla giustizia sportiva. Dichiarazioni come quelle del sig. Baranca costituiscono solo interventi di disturbo della quiete di cui hanno bisogno il club, i giocatori ed i tifosi». In effetti al momento non c’è alcuna avvisaglia di riapertura dei processi sportivi (per Lazio-Genoa e Lecce-Lazio ci sono già stati e il club non ha subito alcuna condanna, mentre Mauri è stato condannato per omessa denuncia). E, anche se fossero riaperti, i tempi per arrivare ad un’eventuale esclusione della Lazio (ammesso che sia condannata) sono strettissimi. Il tutto andrebbe fatto entro metà luglio.

Tra Garcia e la Roma c’è l’addio a Gervinho

0

verona-roma_garcia-gervinho

La Gazzetta dello Sport (A. Pugliese) – L’ appuntamento tra Pallotta e Garcia è per domani a Londra, anche se le grandi manovre sono già iniziate. Eccome. Almeno dalla famosa conferenza stampa del tecnico francese pre-Palermo, quella che ha aperto qualche crepa nel rapporto tra lui e la dirigenza giallorossa. Che a Londra sarà già oggi per parlare con Pallotta e preparare il summit di domani. Da dove si comincerà? Dalle strategie, dalla programmazione e dal mercato. Ecco, il primo scoglio verso la pace ufficiale è proprio questo, visto che la Roma è entrata nell’ottica di idee di cedere Gervinho. E vaglielo a spiegare, allora, a Garcia che sul piatto c’è anche questo, l’addio al suo pupillo.

CESSIONE NECESSARIA Garcia e Gervinho hanno un rapporto speciale avendo già lavorato insieme a Le Mans, Lille e ora a Roma. «Gli vedrete anche sbagliare gol e assist, ma io so che con lui in campo può succedere sempre qualcosa», ha detto spesso il francese. Ed è per questo che l’ha voluto e l’ha difeso ad oltranza davanti a tutto e tutti, anche quando Gervinho non si reggeva praticamente in piedi. Perché Garcia sa che l’ivoriano gli garantisce in fase offensiva quell’imprevedibilità che senza di lui fatica a trovare. Non è neanche un mistero, però, che Gervinho non fosse nei sogni della dirigenza giallorossa, con lo stesso Sabatini (ieri a pranzo proprio con Garcia, prime manovre di riavvicinamento) che più volte ha detto che fosse stato per lui probabilmente avrebbe fatto altre scelte. Esattamente come quelle che ha in mente adesso. Bisogna fare una cessione per sistemare i conti? Meglio Gervinho di Nainggolan e Pjanic, è il pensiero del d.s.. Ed è quello che diranno la dirigenza e Pallotta a Garcia, tanto anche per ribadire chi è che fa le scelte e chi è che decide organico e squadra.

IPOTESI FUTURE Gervinho è arrivato a Roma dall’Arsenal nel 2013 per 8 milioni (più 1,75 di bonus). Considerando che due anni sono già stati ammortizzati, una possibile cessione a 10- 12 milioni garantirebbe già una buona plusvalenza. Il Lille, tramite il nuovo tecnico Renard, ha già contattato il giocatore («Gli ho detto di tornare»), l’Al Jazeera è andata oltre con un’offerta di 14 milioni. Visto che di fatto in Premier Gervinho è un giocatore «bruciato», i mercati su cui può essere piazzato sono proprio il campionato francese o quelli asiatici, le nuove frontiere dove andare a guadagnare, arricchendo il proprio conto in banca.

BIG CONTROCORRENTE Bisognerà capire, però, come la prenderà Garcia. Di certo, non è un buon punto di partenza per il summit di domani. Proprio in un momento in cui il tecnico francese sembra perdere molti dei suoi punti di riferimenti. Così, mentre il francese ha parlato di grande stagione, due big come De Rossi e De Sanctis sono andati controcorrente. «Prendiamo per buono la qualificazione in Champions, ma non scordiamoci che a volte abbiamo fatto c….e», le parole del centrocampista; «Potevamo e dovevamo fare qualcosa in più, nessuno è stato all’altezza. E bilanci e fatturati non ci tolgono l’ambizione di vincere», quelle del portiere. Domani ne capiremo di più. Ma intanto Gervinho è un po’ più lontano…

Il successore? Chi può dirlo La prima mossa è di Michel

0

platini-blatter

La Gazzetta dello Sport (F. Licari) – Platini? Il principe Ali? Un mister X che spunterà in questi sei terribili mesi? Dire oggi chi saranno i nuovi candidati alla presidenza Fifa è semplicemente fantapolitica. Si possono soltanto ipotizzare scenari. Ma è innegabile che la prima parola spetti a Michel Platini. In fondo ieri è successo quello che, nelle frenetiche ore della vigilia del Congresso, il presidente Uefa aveva chiesto a gran voce. 1) Un rinvio delle elezioni di 6 mesi: di fatto è così. 2) Le dimissioni di Blatter: anche se queste sono una «promessa di», ci siamo. Manca il terzo punto, quello rivelato da Blatter parlando del whisky offerto dal francese: la presidenza onoraria. Se Blatter dovesse uscire pulito da questi 6 mesi, non sfuggirà.

PLATINI-ALI Tocca quindi a Platini. Rinunciare a candidarsi, dopo tanto lottare, dopo essersi ritirato (soprattutto perché avrebbe perso), dopo aver guidato l’opposizione, sarebbe poco comprensibile. O forse no. Platini pensa davvero di avere altri compiti da svolgere in Uefa, a cominciare dal fair play finanziario fino alla polizia europea del calcio. E poi c’è il principe Ali di mezzo: al quale il francese ha offerto tutto il suo sostegno. Ieri il giordano si è in pratica ricandidato. Presentarsi al suo posto, dirgli di farsi da parte, sarebbe ufficializzare quello che è chiaro: Ali serviva solo a creare un’opposizione e togliere voti, non aveva un chance. Cosa può succedere allora? Di tutto. Anche un ticket Ali-Platini, col principe presidente e il francese che gli subentra. Fantapolitica.

E SE BLATTER… Poi: cosa faranno gli altri? Michael van Praag non ha forse più l’età, ha soltanto aperto il fronte. Figo, molto più giovane, con le sue prossime mosse spiegherà invece il valore effettivo della sua candidatura. E non dimentichiamo Blatter. Sì, lui, che potrebbe benissimo suggerire un candidato in continuità con il ruolo che sta cercando di ritagliarsi: il riformista al quale il sistema impedisce di lavorare. Da Jerome Champagne, l’ex nome civetta, in giù i nomi non mancherebbero. Blatter oggi controlla 133 voti…

QUALI REGOLE A proposito: un’ultima cosa. Pare si voti nel Congresso elettorale straordinario, tra dicembre e marzo. Quindi con le stesse regole di oggi. Non ci sarà un Congresso a stabilire prima un eventuale nuovo sistema elettorale? Sono ancora tanti gli interrogativi di questa folle giornata

Ora tocca a Scala gestire le riforme E’ il supervisore

0

domenico-scala-fifa

La Gazzetta dello Sport (F. Licari) – «Pensate alle vostre azioni e a cosa ne penserebbero gli amici, i parenti, il calcio. Serve un cambio culturale» è stato l’urlo pacato, e per questo ancor più assordante, di Domenico Scala al Congresso di Zurigo. Rivolgendosi a chi in nome della Fifa ha commesso reati penali, e reati contro il calcio, il presidente del comitato di controllo ha fatto l’ultimo disperato, inutile tentativo di restituire etica a un’istituzione che da tempo ha perso non solo l’etica. Pur nella tempesta di quei giorni, però, mai Scala avrebbe immaginato di doversi presentare in conferenza, dopo l’addio di Sepp Blatter, per spiegare che toccherà a lui guidare quest’araba fenice del processo di riforme. E che sarà lui al centro delle attenzioni da oggi al Congresso straordinario elettorale.

A CALCIO LA DOMENICA Nato a Basilea nel 1965, svizzero italiano, una moglie e due figli, Scala non ha un passato da calciatore: gioca a pallone, sì, ma con gli amici la domenica pomeriggio. Nel suo curriculum numerosi incarichi di prestigio, soprattutto con multinazionali farmaceutiche e alimentari, prima della chiamata della Fifa nel maggio 2012 giusto per il nuovo comitato. Laureato a Basilea in economia, con specializzazione in finanza aziendale, ha studiato anche a Londra (Business school). Parlando del suo ruolo a Zurigo, aveva detto: «È una supervisione e un controllo sulle attività della Fifa, che si cerca di far rispettare attraverso standard operativi». Incarico che ha dovuto affrontare molti ostacoli in questi ultimi anni.

Il cerchio si stringe dopo le accuse a Valcke Indagato pure il boss

0

Jerome-Valcke

La Gazzetta dello Sport (M. Iaria) – Un accerchiamento. Inesorabile, chirurgico, letale. Se Blatter, così baldanzoso nel venerdì della rielezione, è apparso scurissimo in volto ieri pomeriggio ad annunciare in mondovisione le sue dimissioni, un motivo ci sarà. E va rintracciato Oltreoceano, dove non a caso il New York Times nella nottata precedente aveva svelato il coinvolgimento diretto del numero 2 Jerome Valcke. E dove non a caso il network Abc, qualche ora dopo l’annuncio da Zurigo, ha rilanciato: Blatter è sotto indagine da parte dell’Fbi e della magistratura statunitense nell’ambito dell’inchiesta sulle mazzette del calcio mondiale. Eccolo, il cerchio che si chiude. Gli arresti di 7 dirigenti Fifa (e altri 7 indagati), una settimana fa, hanno prodotto un effetto a valanga. Come spiega una fonte alla stessa Abc, «ora che quelle persone vorranno salvare se stesse, ci sarà probabilmente la corsa a scaricare Blatter. Noi forse non saremo in grado di far collassare l’intera organizzazione, ma forse non ce ne sarà bisogno».

LETTERA GALEOTTA Il pressing degli Stati Uniti si è fatto sempre più feroce. L’avevano promesso gli inquirenti e stelle e strisce nel giorno della retata: «Siamo solo all’inizio». A 48 ore dal voto avevano sconvolto il Congresso srotolando una serie di 47 capi d’accusa tra cui corruzione, riciclaggio ed estorsione, perpetrati per 24 anni: in manette, tra gli altri, due vice presidenti Fifa, Jeffrey Webb ed Eugenio Figueredo. Non poteva finire lì, non potevano non sapere i chiacchierati vertici che hanno trasformato l’organismo di Zurigo in un bancomat, con un miliardo di dollari distribuiti nell’ultimo quadriennio alla “famiglia” del calcio mondiale, in nome del consenso. Qui, però, parliamo di tangenti bell’e buone. Come quei dieci milioni di dollari trasferiti dai conti Fifa a quelli di Jack Warner, ex presidente della Concacaf (confederazione del nord e centro America). Soldi, in realtà, del Sudafrica che – secondo l’accusa – erano il corrispettivo per i voti di Warner, del suo vice Blazer e di un terzo soggetto a favore del Mondiale sudafricano 2010. La Fifa, arrampicandosi sugli specchi, si è difesa così: «Nel 2007 il governo sudafricano ha deciso di investire 10 milioni di dollari nel “Diaspora Legacy Programme” e alla Fifa fu richiesto di prendere questi 10 milioni dal bilancio del comitato organizzatore dei Mondiali sudafricani e di destinarli ai Caraibi per un progetto finalizzato allo sviluppo del calcio». Ma due dei pagamenti sott’accusa sono stati effettuati prima della richiesta per quel fantomatico progetto: il 2 gennaio 2008 e il 31 gennaio 2008. La lettera, invece, è del 4 marzo 2008. Si tratta della missiva inviata dal presidente della federcalcio sudafricana Molefi Oliphant al segretario generale della Fifa Jerome Valcke, in cui si specificava che il famigerato progetto «doveva essere gestito e attuato direttamente dal presidente della Concacaf (appunto Warner, ndr) che avrebbe dovuto agire come fiduciario». È la pistola fumante che certifica il coinvolgimento del braccio destro di Blatter, checché ne dica la Fifa. E secondo il New York Times Valcke non si sarebbe limitato a quello ma avrebbe pure autorizzato il trasferimento dei 10 milioni di dollari. GLI

ALTRI FRONTI I guai per la Fifa non arrivano solo dagli Usa. Anche in Svizzera stanno indagando, in particolare sull’assegnazione del Mondiale 2018 alla Russia e di quello 2022 al Qatar. E in Brasile è sotto inchiesta Ricardo Teixeira, ex presidente della federcalcio locale e del comitato organizzatore del Mondiale 2014, accusato di riciclaggio, evasione fiscale, falsificazione di documenti pubblici e falso ideologico. L’input è partito dalla movimentazione di 147 milioni di dollari su vari conti bancari, tra il 2009 e il 2012. Altro personaggio chiacchierato, Teixeira. Si dimise nel 2012: ufficialmente per motivi di salute, ma qualcuno sussurra per i legami con un’agenzia che commercializzava i diritti della Seleçao

Blatter getta la spugna

0

Sepp-Blatter

La Gazzetta dello SPort (F. Licari) – I nove giorni che sconvolsero il calcio. Dal blitz dell’Fbi nel mega-hotel di Zurigo, mercoledì scorso, alle dimissioni, o meglio alla promessa di dimissioni, del gran capo nel drammatico pomeriggio di ieri. Sepp Blatter quella frase — «mi dimetto» — mai avrebbe voluto pronunciarla fino alla fine dei suoi giorni. Pronto mentalmente, ci scommettiamo, ad annunciare tra un paio d’anni che la sua missione non era finita e che sarebbe stato pronto per il sesto mandato. Quel giorno invece non arriverà. Annunciato da una misteriosa mail dell’ufficio stampa Fifa alle 16.37, che invitava a una ancor più misteriosa conferenza delle 18, poi in ritardo, Blatter si presenta nella sala stampa quasi vuota e dice che se ne va. Bum. Ma non è possibile che siano bastate le accuse al segretario Valcke, rimbalzate nella notte dagli Usa, per un gesto così estremo. Dev’essere successo qualcosa di più grave che, con tutta probabilità, scopriremo presto. Anche perché pare che Blatter sia indagato dall’Fbi. E il discorso cambierebbe.

DIMISSIONI A FINE ANNO Non sorride Blatter, non scherza, non ammicca con l’occhiolino. È cupo, ha gli occhi bassi, parla a bassa voce: «L’appoggio ricevuto non sembra essere condiviso da tutti nel mondo del calcio. Per questo offro la mia rinuncia. Prendo questa decisione per ripulire l’immagine della Fifa che, a fronte di sfide che non si fermano, ha bisogno di un profondo rinnovamento. Non voglio restare, adesso sono libero dai vincoli di un’elezione e sarò in grado di concentrarmi sulle profonde riforme». Una mossa strategica per salvare la faccia: mi hanno impedito le riforme, ora posso farlo con Domenico Scala, presidente delle commissione controllo, incaricato di gestire il processo (in bocca al lupo) che prevederebbe anche un limite di due mandati.

CONGRESSO ELETTORALE Però Blatter aggiunge che resterà in carica fino al Congresso straordinario che eleggerà il successore. Aspettare il Congresso normale, il 13 maggio 2016 a Città del Messico, sarebbe troppo. Ci sono tempi tecnici, gli Statuti prevedono quattro mesi per presentare piani elettorali e candidature, e Scala suggerisce una data tra dicembre e marzo. Così Blatter sarà ancora il numero uno, benché dimezzato, invece di cedere il potere al primo vicepresidente, il camerunese Issa Hayatou, in realtà neanche lui tranquillissimo per quello che sta succedendo.

QUANTI INTERROGATIVI Certo, la decisione a quattro giorni dall’elezione qualche interrogativo lo lascia. Per non dire delle interviste del giorno dopo nelle quali sfidava e quasi sfotteva Platini, dicendo «non dimentico» e minacciando ritorsioni. Con il potere in mano, anche le riforme dell’Esecutivo potrebbero essere guidate da Blatter, con nomina di un successore-erede. Ma in mezzo c’è l’Fbi che, pare, lo abbia inserito tra gli indagati (il pm svizzero, invece, ha confermato che il boss Fifa non è incriminato nell’inchiesta contro ignoti per associazione a delinquere e di riciclaggio di denaro sporco). Altra domanda: e perché Valcke non si è dimesso? In fondo nei corridoi Fifa si dice che già una volta, dopo il caso Visa-Mastercard, fu lui a essere sacrificato e in cambio, anni dopo, gli venne data la segreteria.

QUELLE MAIL Adesso c’è una lettera che incastra Valcke: era a conoscenza del famoso pagamento di 10 milioni di dollari dal Sudafrica a Jack Warner, in cambio del voto per la sede mondiale 2010, soldi inviati però dalla Fifa. E se c’era Valcke di mezzo come poteva Blatter non sapere? In passato il segretario qualche gaffe l’aveva commessa, tipo la mail con la quale rimproverava a Bin Hammam di voler comprare l’elezione 2011 come aveva comprato il Mondiale 2022 per il Qatar. Se non era motivo di dimissioni quello, chissà.

PLATINI: «CORAGGIOSO» Dice Platini: «È stata una decisione difficile, una decisione coraggiosa, una decisione giusta». Poche parole affidate al comunicato Uefa, seguite da centinaia di reazioni di amici e nemici, tutte in linea. Non poteva esserci altra strada. Anche per i russi, primi alleati, «una decisione coraggiosa». Sarà difficile togliere a Mosca il Mondiale 2018 — siamo sinceri, qualche rischio di Guerra fredda ci sarebbe — ma se l’inchiesta va avanti anche in Qatar tranquillissimi non saranno. Mentre gli sponsor accolgono la decisione con favore: per loro è un problema di immagine.

CONTRO OBAMA Fa sorridere che misfatti e cadute dipendano da federazioni senza grande tradizione calcistica. Se fondi e mazzette passano per Cayman e simili, è dagli Usa che arrivano le picconate per Blatter. Ma doveva aspettarselo: il Mondiale 2022 al Qatar, invece che agli Usa col miglior dossier, era stato preso male da Obama che gliel’aveva giurata. Le mazzette in giro per il mondo. Il rapporto Garcia vergognosamente secretato dalla Fifa (che aveva assolto tutti) anche se svelava tutte le miserie delle candidature 2018-22 (anche le perdenti). Infine le investigazioni Fbi, vere e proprie indagini di Stato svolte con una triangolazione evidente: federali, ministero della giustizia e media (il New York Times sa tutto con 24 ore d’anticipo).

PER IL CALCIO «Lascio per il bene del calcio», dice Blatter, mentre la Fifa difende Valcke dalle accuse sul pagamento dei 10 milioni. Ma questo è il giorno più duro per il gran capo, dopo 34 anni (17 da segretario, 17 da presidente) al vertice. E chissà cosa succederà adesso, visto che per l’Fbi «siamo soltanto all’inizio». Ne succederanno di cose, prima del Congresso.

«La Lazio rischia l’esclusione dalle coppe»

0

mauri

Il Tempo (G. Baldinacci) – «La Lazio rischia l’esclusione dalle coppe europee». A lanciare l’allarme è Francesco Baranca, segretario di Federbet, organismo nato per contrastare i fenomeni di manipolazione dei risultati nello sport. Secondo Baranca a mettere in discussione il risultato ottenuto dai biancocelesti sarebbero le dichiarazioni di Hristiyan Ilievski, il capo degli «zingari», sulla base delle quali la giustizia sportiva potrebbe decidere la revisione del processo sull’incontro Lazio-Genoa del 14 maggio 2011 per il quale il capitano biancoceleste Stefano Mauri venne squalificato 6 mesi per omessa denuncia. «Se si riaprisse il processo ci sarebbe il rischio per la Lazio di tornare a giudizio per responsabilità oggettiva – afferma il responsabile Federbet – un’eventuale condanna porterebbe a una penalizzazione del club e all’esclusione automatica dalle Coppe come prevede il regolamento Uefa» (sarebbe la Fiorentina, in tal caso, a giocare i preliminari di Champions League). Scenario disegnato durante la presentazione del rapporto Federbet sullo scorso campionato. Ci sarebbero in serie B quattro partite sospette, che vedono tutte il Catania protagonista. Si tratta di Trapani-Catania 2-2 (16-11-2014), Catania-Trapani 4-1 (11-4-2015) Catania-Ternana 2-0 ( 24-4-2015) e Catania-Cittadella 2-3 (16 -5-2015).

Spunta la mail con la tangente del Sudafrica

0

Jérôme_Valcke_Fifa

Il Tempo (S. Pieretti) – Sipario. Joseph Blatter si è dimesso. Il presidente della Fifa ha indetto nuove elezioni per il 16 maggio del 2016. Ieri l’ex colonnello svizzero dopo gli ennesimi sviluppi dell’indagine portata avanti dall’Fbi ha sventolato bandiera bianca. «La Fifa ha bisogno di una profonda ristrutturazione – ha dichiarato Blatter – per questo ho convocato un collegio elettivo straordinario per far sì che venga nominato un nuovo presidente». Blatter sarà il reggente fino alla fine del 2015, poi si farà da parte. Il prossimo 16 maggio la Fifa avrà un nuovo presidente. «Non sarò fra i candidati, ma parteciperò all’organizzazione del prossimo congresso». Game over. Si chiude un capitolo lungo 40 anni, iniziato nel 1975 e proseguito dal 1998 con la carica di presidente.

Gli inquirenti dell’Fbi, dopo i sette arresti effettuati a Zurigo la settimana scorsa, nelle ultime ore avrebbero scoperto ulteriori movimenti di denaro legati a tangenti e a voti di scambio. Nel mirino Jerome Valcke, numero due della Fifa che nel 2008 avrebbe autorizzato il pagamento di 10 milioni di dollari sul conto di Jack Warner, (ex capo dell’associazione per il Nord e il centro America) in cambio del voto per favorire l’assegnazione del Mondiale 2010 al Sudafrica. «Né il segretario generale Jerome Valcke, né alcun dirigente della Fifa sono coinvolti nell’attuazione di quel progetto – afferma la Fifa – nel 2007 il governo sudafricano ha deciso di investire 10 milioni di dollari nel progetto Diaspora Legacy Programme.

Alla Fifa fu richiesto di prendere questi 10 milioni di dollari dal bilancio del comitato organizzatore dei Mondiali sudafricani e di destinarli ai Caraibi per un progetto sullo sviluppo del calcio. Versione poco credibile, smascherata dalla Press Association che ha pubblicato un documento del 2008 in cui la South African Federation con una lettera indirizzata alla Fifa, fornisce le coordinate dell’imminente trasferimento bancario. Il segretario generale Fifa Valcke nega qualsiasi coinvolgimento. «Non avevo il potere di farlo». Chi, allora?

Lo scandalo è di livello mondiale. Ieri la giustizia brasiliana ha aperto un’inchiesta sull’ex presidente della Federcalcio Ricardo Teixeira per frode, riciclaggio e falsificazione di documenti. L’ex numero uno avrebbe versato su vari conti bancari 147.3 milioni di dollari tra il 2009 e il 2012. Teixeira è stato presidente del comitato organizzatore della Coppa del mondo 2014, membro del comitato esecutivo della Fifa nel 2010, ed è stato tra i protagonisti principali dell’assegnazione delle prossime Coppe del Mondo del 2018 e 2022 a Russia e Qatar. A pensar male si fa peccato, ma a volte ci si indovina.

Incorreggibile Blatter: lascia ma resta

0

blatterIl Tempo (F. Zurina)Joseph Blatter non è più il presidente della Fifa. Anzi lo è ancora. Per qualche mese, forse un anno. Ha annunciato le dimissioni ma non immediate, sembra un politico o politicante italiano, lascia ma raddoppia, se ne va ma resta. Ma stavolta Blatter sente puzza di bruciato, l’incendio dell’Fbi ha portato lo scompiglio nella real casa di Zurigo, quella sporca mezza dozzina di arrestati è una vergogna mondiale, trasmessa in televisione, gli americani se ne fottono del politically correct, se devono mettere le manette a qualcuno approfittano delle telecamere e delle camere di albergo, se è Strauss Khan meglio, se si tratta di un alto dirigente del calcio mondiale ancora di più. Per il momento Blatter è salvo, innocente, puro e duro. Ma sotto i suoi piedi il pavimento mostra cedimenti, le tavole non hanno tutti i chiodi ben piantati, il danaro sporco puzza, l’evasione fiscale e le mazzette fanno girare gli zebedei agli investigatori della Federal bureau of investigation ma anche ai rivali dell’Uefa. Platini ha scritto un comunicato di pochissime parole ma sono una sventagliata di mitra: «Decisione difficile, coraggiosa, giusta», come a dire, bravo ma lento, potevi pensarci prima, caro herr Sepp, potevi presentarti già con le dimissioni in mano ed evitare questo epilogo da commedia dell’arte.

Blatter ha voluto giocare contro tutto e contro tutti, a settantanove anni ha creduto di essere un duce eterno ma gli ultimi fatti e misfatti lo ha messo a nudo. Ora non è affatto detto che lascerà definitivamente la poltrona con tutti i pulsanti del potere. Blatter è uomo astuto, furbo, intelligente, acido e perfido. Nel corso di questi anni si è liberato di alcuni collaboratori che avevano intuito e scoperto il malaffare, addirittura Garcia, non Rudi allenatore romanista, ma Michael J., il capo degli investigatori della stessa Fifa che aveva scoperto i guai. Il tempo delle mele va a concludersi. Blatter ha capito di essere circondato da cortigiani e non amici, da collaborazionisti e non collaboratori. Se ne è infischiato per gli ultimi quattro anni del suo quarantennale rapporto con la Fifa ma adesso ha deciso di fermarsi, di riflettere e di fare slittare ai prossimi mesi la svolta. Da dicembre a marzo il comitato straordinario si occuperà di trovare i candidati che porteranno alla svolta. Nell’attesa sarà lui stesso, il dimissionario, a costruire la casa del Grande Fratello e a provvedere alle nomination e alle espulsioni. L’Uefa è alla finestra, Platini non si muove, conosce l’arte del play maker, sa quali debbano essere i tempi per intervenire. Il suo candidato sconfitto, il principe di Giordania, Al Hussein, si è prontamente ristabilito e ha annunciato di ricandidarsi al soglio. Si possono prevedere mesi di grandi lavori sotterranei, settore nel quale Blatter e i suoi fidati sono abilissimi, come dimostrano questi quarant’anni di storia. Gli ultimi fuochi sono stati anche patetici da sceneggiata napoletana, con la partecipazione della figlia Corinne all’accorata in difesa del padre.

Blatter stesso ieri ha detto che non vuole perdere tempo. Strano, se così fosse avrebbe potuto salutare e sparire da tempo, per il bene suo e della Fifa. Non lo farà, almeno per quanto riguarda l’ufficio di Zurigo. Non sarà comunque presente alla finale di champions league tra Barcellona e Juventus. Michel Platini lo ha invitato ufficialmente già sapendo che la poltroncina dell’Olimpia Stadion resterà vuota e sarà occupata da un altro personaggio. Buon segno per Buffon e Pirlo che già nel 2006, in quello stadio, non videro Blatter nel momento della consegna della coppa.

Mercato Roma. Priorità a Garcia, ma se dovesse saltare nella lista di Sabatini ci sono Emery, Bielsa e Pochettino

0

FC Dnipro Dnipropetrovsk vs Sevilla FC

Sono ore di fibrillazione per Unai Emery. Il tecnico basco ha sul piatto la proposta del Napoli, dopo che anche il Milan ci aveva pensato concretamente, prima di incassare il no di Ancelotti. Emery sta valutando la proposta di De Laurentiis, ma al contempo sente di avere un debito di riconoscenza con il Siviglia, che a sua volta teme di perdere il condottiero che ha portato a casa due Europa League consecutive. Al di là della fedeltà agli andalusi, la proposta del Napoli, per quanto riguarda l’ingaggio, è più del doppio rispetto a quanto attualmente l’allenatore percepisce al Siviglia, aspetto da tenere in debita considerazione. Il Napoli non ha ancora incassato una risposta positiva, ci riproverà, la fiducia sale e scende col trascorrere delle ore, ma è evidente che lo stand by non potrà prolungarsi, Emery è circondato da mille pensieri. Trova conferma il fatto che nei riguardi di Emery ci sia un gradimento da parte della Roma, che lo apprezza moltissimo (nella lista di Sabatini ci sono anche Bielsa, vicino al rinnovo con il Marsiglia, e Pochettino) ma tutto dipenderà dall’imminente incontro a Londra per stabilire il futuro di Garcia, cui va la priorità.  Lo riporta Pedullà.

Mercato Roma. Lunedì incontro Sabatini-Cagliari per Nainggolan: sensazioni positive sul riscatto

0

AS Roma's Radja Nainggolan celebrates after his team scores during their Italian Serie A soccer match against Empoli at the Carlo Castellani stadium in Empoli September 13, 2014. REUTERS/Alessandro Bianchi (ITALY - Tags: SPORT SOCCER)

La Roma prova a trattenere Radja Nainggolan. Walter Sabatini giovedì incontrerà il Presidente Pallotta per programmare il futuro societario, poi venerdì farà ritorno in Italia. E la prossima settimana sarà tempo di mercato. Lunedì possibile un incontro tra il ds giallorosso e il collega del Cagliari, Stefano Capozucca. Si parlerà della comproprietà di Radja Nainggolan, sensazioni comunque positive sulla permanenza del centrocampista alla Roma, con rinnovo fino al 2020. Contestualmente si parlerà anche di Ibarbo e Astori. Per l’attaccante si va verso il riscatto, ma le parti potrebbero scegliere di rinnovare il prestito per un altro anno. Da valutare invece la posizione di Astori. Tutto sarà più chiaro da lunedì, quando il Cagliari potrebbe già avere un nuovo allenatore. Maurizio Sarri dell’Empoli è in pole.

Mercato Roma. La Fiorentina vuole Destro se parte Mario Gomez

0

milan-roma-destro

In attesa di conoscere il futuro per la panchina, con la posizione di Montella sempre più in bilico, la Fiorentina è già attiva sul mercato per rinforzare la rosa per la prossima stagione. Il primo obiettivo è quello di puntellare l’attacco, con una punta di peso. In dubbio il futuro di Mario Gomez, che potrebbe salutare Firenze. L’eventuale idea per sostituire l’attaccante tedesco può essere Mattia Destro, che dopo una seconda parte di stagione al Milan, condita solo da tre gol in in quindici presenze (tra cui uno proprio alla Fiorentina), potrebbe valutare una nuova proposta per rilanciarsi. Nessuna trattativa per ora con l’attaccante di proprietà della Roma, ma solo un’idea.

Di Marzio

Mercato Roma. Sabatini alla carica per Digne: proposto un prestito con diritto di riscatto a 11 milioni

0

digne-psg

Secondo posto in cassaforte, ma un velo di delusione per non aver lottato per obiettivi più prestigiosi durante la stagione. La Roma allora è già al lavoro per il prossimo campionato, in cerca di rinforzi soprattutto in difesa. Tra i pali è stato proposto Roberto, portiere classe ’86 dell’Olympiacos. Potrebbe essere il giocatore spagnolo il secondo di De Sanctis per la prossima stagione. Roberto si, ma non solo. La Roma è scatenata, ed è tornata alla carica anche per Lucas Digne del PSG. Il giovane terzino francese, ha sin qui trovato poco spazio nella squadra di Blanc, chiuso da Maxwell e potrebbe partire. Sabatini ha proposto un prestito con diritto di riscatto a 11 milioni per portarlo a Roma. Il Paris-Saint Germain chiede almeno 15 milioni. Trattativa che va avanti. Roma attivissima sul mercato, Roberto e Dignè i nomi caldi.

Di Marzio

Mercato. Cuadrado può tornare in Italia: Roma e Inter alla finestra per il colombiano del Chelsea

0

juan-cuadrado_3196483b

Un addio al Chelsea ad un passo, Cuadrado (ri)vede l’Italia. Ancora. Dopo l’esperienza positiva alla Fiorentina, il colombiano può tornare in Italia. Nei prossimi giorni ci sarà un incontro tra l’agente Alessandro Lucci e il Chelsea, perché Cuadrado ha trovato poco spazio con Mourinho. L’Inter è molto interessata ma attenzione alla Roma, in particolar modo se Gervinho dovesse andar via. Se ne parlerà. Ma l’Italia è nel suo destino, e Inter e Roma sono alla finestra.

Di Marzio

Federbet: “La Lazio rischia l’esclusione dalle Coppe europee”

0

FBL-ITA-SERIEA-ROMA-LAZIO

Il sofferto 4 a 2 al Napoli e le celebrazioni dei 10 mila domenica sera a Formello? Forse inutili. La vittoria che vale una Champions e la festa che l’hanno coronata potrebbero trasformarsi in un lutto: a lanciare l’allarme sul futuro europeo della Lazio è Francesco Baranca, Segretario generale di Federbet, Federazione internazionale che lotta contro il martch-fixing che oggi al Parlamento europeo ha presentato il suo rapporto 2015. La Lazio rischia l’esclusione dalle Coppe, afferma Baranca, chiudendo un ragionamento che inizia con la fine della latitanza di Hristiyan Ilievski, meglio conosciuto come il capo degli ‘zingari’. “Se ne parla da alcune settimane, ossia da quando Ilievski ha deciso di tornare in Italia e di parlare ai magistrati di Cremona, racconta Baranca a margine della conferenza stampa di questa mattina all’eurocamera in cui sono state denunciate oltre 50 partite truccate in Europa, dai preliminari di Europa League fino al campionato svedese, passando per 4 incontri del Catania in Serie B e altri 8 tra Lega Pro e Coppa di Lega Pro.

Le deposizioni del montenegrino Ilievski, uno dei tasselli chiave dell’inchiesta lanciata dalla procura di Cremona nel 2011, sembrano inchiodare il capitano biancoceleste Stefano Mauri – e quindi potenzialmente il club romano – ben più di quanto non abbia fatto la giustizia sportiva con le sue sentenze del 2013. Allora la condanna per Mauri fu di 9 mesi di squalifica per omessa denuncia: 6 mesi per la combine Lazio-Genoa del 14 maggio 2011 e 3 per Lecce-Lazio del 22 maggio 2011, pena poi ridotta a 6 mesi dal Tnas, che escludeva l’ipotesi di reato per il match con i salentini. In entrambi i casi il tribunale sportivo assolveva la Lazio da qualsiasi responsabilità oggettiva verso quanto fatto dal suo tesserato, alla società veniva comminata una multa di 40 mila euro per Lecce-Lazio. “Ora le cose potrebbero cambiare”, spiega ancora Baranca, “se il tribunale sportivo deciderà, sulle evidenze raccolte dai pm di Cremona, di procedere ad una revisione del processo esiste la seria possibilità che la Lazio non venga ammessa alle prossime competizioni europee. Il tutto gira intorno alla responsabilità oggettiva. Se i giudici dovessero riscontrare la responsabilità oggettiva della Lazio per la partita con il Genoa, allora scatterebbe la sanzione”.

In caso di responsabilità oggettiva la squadra incorrerebbe in una penalizzazione in campionato e non potrebbe inoltre essere iscritta alle competizioni europee, così prevedono le regole dell’Uefa. Nel 2013 il club di Lotito riuscì ad evitare l’annata di Coppa in bianco anche grazie al fatto che la giustizia sportiva posticipò la sua sentenza, comunque positiva per il club, a dopo la scadenza dell’iscrizione alle liste Uefa. Questa volta le cose potrebbero cambiare visto che le affermazioni di Ilievski sembrano dare ragione ai pm di Cremona ben più di quanto non abbiano fatto le sentenze della giustizia sportiva. “Federbet ha collaborato con la polizia di Cremona, fornendo elementi importanti per indagare su Lazio-Genoa, ora aspettiamo di capire come intendono agire i pm e quindi i giudici sportivi”.

espresso.it

Mercato Roma. Pronta l’offerta per Zappacosta: Sabatini vuole bruciare Napoli e Fiorentina. L’Atalanta chiede 7 milioni

0

zappacosta-atalanta

Ultime sul mercato di casa Roma: la società giallorossa, scrive TuttoAtalanta.com, ha pronta un’offensiva per assicurarsi, prima della concorrenza le prestazioni di Davide Zappacosta, laterale classe ’92 dell’Atalanta tra le rivelazioni del campionato appena conclusosi. L’alternativa calda resta Bruno Peres del Torino, mentre su Zappacosta ci sono anche Fiorentina e Napoli.

La Fiorentina piomba su Davide Zappacosta. I viola, alla ricerca di un laterale destro, hanno messo nel mirino il terzino dell’Atalanta e della Nazionale italiana Under 21. Il classe ’92 è seguito anche dalla Roma, ma il responsabile dell’area tecnica Angeloni sta accelerando per portare l’ex Avellino in Toscana. Almeno sette i milioni richiesti da Percassi per cedere il proprio gioiello. Lo riporta gazzetta.it.