La Repubblica (M. Juric) – Prima Svilar con le sue parate. Poi il ritorno al gol di Abraham. La Roma, si salva a Napoli grazie ai suoi estremi. Il portiere e l’attaccante. Il pareggio allo stadio Maradona arriva quando forse non ci credeva più nessuno. Sesto gol stagionale dei giallorossi dopo il 90esimo e 2-2 in extremis contro gli azzurri di Calzona. Un punto fondamentale nella lotta Champions che a quattro giornate dalla fine si fa ancora più agguerrita. I giallorossi mantengono il quinto posto in classifica a quattro punti di distanza dal Bologna quarto.

Il presente racconta una Roma stanca ma orgogliosa che a Napoli riesce a strappare il pareggio dopo un secondo tempo dalle mille emozioni. A partire dal vantaggio di Dybala, arrivato a quota 17 gol in stagione (14 in Serie A) che dopo Lazio e Milan, torna a segnare. Da cecchino, con il dodicesimo gol consecutivo su rigore da quando è nella Capitale. Il gol che accende la partita. E le fortune del Napoli.

Che prima trova il pareggio con un tiraccio di Olivera (deviazione decisiva di Kristensen) e poi il gol del 2-1 con il rigore di Osimhen. Arrivato sull’ennesima amnesia stagionale di Renato Sanches. Confuso e maldestro nel tentare di recuperare il pallone dai piedi di Kvaratskhelia. Calcio, fallo e rigore. Ancora una volta. Una lezione forse troppo severa per la Roma messa in campo da De Rossi, capace di non soffrire troppo la maggiore freschezza atletica del Napoli. Anzi, in più di una occasione brava a mettere in difficoltà la difesa azzurra.