Il Messaggero (A. Angeloni) – Una sensazione forte: non ci annoieremo. Non rivivremo quel triste tira e molla di metà novembre, quando Maurizio Sarri e José Mourinho decisero di aspettarsi, di vincere senza osare, per poi non vincere proprio. Non ci annoieremo perché prevarrà il desiderio di superarsi, quello che muove la palla in avanti e non indietro, quello che può rendere fenomenale un uomo qualunque e i derby di Coppa Italia sono pieni di eroi (quasi) per caso, da Tonino Di Carlo a Fabio Simplicio, per non dimenticare di Senad Lulic, diventato personaggio mitologico per il popolo laziale dopo aver deciso la finale del 2013.

Mou, questo derby, se lo sente addosso, più di altri vissuti nel recente passato. Queste sono le sue partite, quelle da dentro o fuori, come una finale e di queste un po’ se ne intende, dove non si molla un centimetro e lui certe notti le sa preparare, le crea, le anticipa, ci si arrotola. Meglio puntare a un trofeo, che non porta soldi ma che Mou quasi preferirebbe, visto che l’eventuale Champions lui (forse) nemmeno la giocherebbe.