Roma-Real Madrid 0-2: le pagelle. Under e Fazio da incubo, Zaniolo l’unico a mettere cuore. La situazione è diventata scottante

Pagine Romaniste (S.Indovino) – Stoppiamo la partita al minuto 45. Staremmo parlando di una Roma che se la gioca testa a testa con i campioni d’Europa in carica andando più e più volte vicino al gol. Se Under avesse segnato quella rete (era obiettivamente più difficile sbagliarlo), si potrebbe discutere di un altro match. E invece no, il turco sbaglia clamorosamente, i calciatori rimangono nello spogliatoio dopo il quarto d’ora di pausa e la disfatta si compie. I secondi 45 minuti sono di rara bruttezza, e generano una preoccupazione non indifferente. Vero, l’obiettivo degli ottavi è stato raggiunto ma è triste e sopratutto impossibile celebrarli in questa serata, in cui ancora una volta sono state evidenziate tutte le enormi fragilità di una squadra che non riesce proprio a venirne fuori.

ROMA

Olsen 5.5 – Si fa trovare pronto in determinate situazioni, ma è tra i protagonisti in negativo del primo gol subito, quando un suo rinvio piuttosto sbilenco mette in apprensione (seppur troppo facilmente) la difesa, favorendo Bale.

Florenzi 5.5 – Tanti chilometri sulla corsia ma molto fini a sé stessi. Non mette la qualità necessaria nelle sue giocate, ma è tuttavia da considerare la qualità degli avversari di fronte a lui in questa serata.

Fazio 4.5 – Un errore che pesa come un macigno nell’ottica generale della partita. Andare in svantaggio a inizio ripresa è una doccia fredda per la Roma, che da quel momento non è più in grado di riprendersi. Il Comandante che tanto bramiamo forse è rimasto in Russia.

Manolas 5 – La prima metà di gara è convincente e attenta: in situazioni di rischio è lui a metterci le pezze. Poi naufraga con tutto il resto dei compagni e nell’occasione della seconda rete subita si fa sovrastare troppo facilmente da Benzema.

Kolarov 5 – Un suo siluro dalla distanza fa gridare al gol i 60 mila dell’Olimpico, salvo poi spegnersi a lato. Ma è in difficoltà, come d’altronde tutto il resto dei compagni.

Cristante 5 – Come tutti i colleghi in campo, una buona prestazione nel primo tempo e una da incubo nei secondi 45 minuti. Nella prima metà di gara è abile anche nel vincere i contrasti, poi si spegne.

Nzonzi 5 – Non gira, e di conseguenza anche il centrocampo della Roma è piuttosto fermo. Soffre lo strapotere dei diretti avversari in quella zona del campo, che lo infilano spesso superandolo con la maggior qualità di cui sono dotati.

El Shaarawy s.v. – Qualche buono spunto, che può far presagire una serata positiva. Poi il doppio fastidio alla caviglia che lo costringe ad abbandonare il campo dopo appena 20 minuti.

Zaniolo 6 – Gli applausi del pubblico alla sua uscita dal campo sono la testimonianza di un qualcosa che ogni supporter vorrebbe sempre vedere: un giocatore che lotta per la maglia che indossa. Paradossale da dire, ma si dovrebbe ripartire dall’atteggiamento positivo e propositivo dimostrato dal classe ’99.

Under 4 – Duole dirlo ma è il protagonista in negativo della gara. Lui, che spesso ha brillato nonostante le defezioni giallorosse, oggi non c’è proprio. L’errore a mezzo metro dalla porta, con lo specchio spalancato, sarebbe entrato di diritto nelle rubriche ironiche della Gialappa’s Band. Da un suo cross totalmente errato parte il contropiede che si conclude col secondo gol subito.

Schick 5 – Non dimostra mai quel mordente che si vorrebbe sempre vedere in campo. Ci prova pure, con alcuni movimenti discreti, ma senza troppa fortuna e convinzione. Ha una palla d’oro sul piede destro ma Courtois è bravo a respingere la sua conclusione ravvicinata.

Kluivert 5 – Buona vivacità dopo l’ingresso in campo, poi di lui si ricorda solamente una conclusione non troppo pericolosa col sinistro. Con lo stesso piede, nel primo tempo, spreca una buona chance.

Coric s.v. – Un assaggio della prestigiosa competizione con la maglia della Roma.

Karsdorp s.v. – In campo a risultato ampiamente deciso.

Di Francesco 5 – Non ci siamo, ma proprio per niente. Vedere la Roma così confusa in campo è come un colpo piazzato con precisione dritto al cuore. Partita dopo partita sembra ripetersi sempre lo stesso copione: una mole di gioco a tratti positiva, ma una difficoltà nell’andare in gol al limite del paranormale. Poi, alla prima difficoltà, la squadra si scioglie come neve al sole. Non ci siamo.

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