La sconfitta interna con il Viktoria Plzen ha fatto sicuramente male a Trigoria ed è stata vissuta come un passo indietro dopo la prestazione con l’Inter, l’intenzione però è di archiviarla subito senza fare drammi eccessivi per una partitaccia che non dovrà lasciare strascichi nel percorso di crescita. La gara con i cechi ha messo in mostra molti dei difetti già noti dei giallorossi, ancora deficitari nella produzione offensiva, carenti nella concentrazione nei primi minuti di gara (5 gol dei 7 subiti sono arrivati nella prima mezz’ora, soltanto con la Fiorentina è stato ribaltato il punteggio) e con i nuovi che devono inserirsi meglio nei meccanismi e dimostrare di più.
Gasperini non pensava affatto di arrivare alla fine di ottobre con un prodotto fatto e finito e sa che c’è da lavorare per tentare di replicare quanto visto a Bergamo. Ad esempio, negli ultimi giorni, si è discusso delle scelte di formazione, a volte apparse cervellotiche con numerosi spostamenti dei giocatori in ruoli per loro non abituali. Probabilmente qualche esperimento di troppo c’è stato, ma il ragionamento dietro a tale atteggiamento è quello di voler trovare delle alternative credibili allo «zoccolo duro». Da qui l’inserimento di Ziolkowski (N’Dicka sarà assente per la Coppa d’Africa), le occasioni concesse ad El Aynaoui (per evitare di sfinire Cristante e Koné) e lo spostamento di Wesley a sinistra per sopperire all’assenza di Angelino e ad uno Tsimikas deludente.
Di certo la cosa che risalta di più all’occhio è la pochezza dell’attacco, con dei problemi che non possono essere limitati a Ferguson (non copre l’area di rigore) e Dovbyk, fin qui davvero deludenti. La formazione fatica in toto a creare occasioni e anche con il Plzen l’unico gol è arrivato su calcio di rigore, con il portiere avversario quasi mai impegnato.
In attesa di possibili rinforzi dal mercato, la strada è di cercare maggiormente la via del gol, anche perché le squadre di Gasp si sono sempre esaltate giocando in vantaggio e con spazi molto più aperti. Da gestire anche la batteria degli attaccanti, con Dybala – c’è stato un chiarimento sulle parole post-partita della Joya – e Soulé che devono ancora ingranare in coppia. Tantissimo lavoro da fare, ma Gasperini non si dà per vinto.



