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Il Tempo – Juan e Cicinho esclusi e scontenti

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Non convocati, acciaccati, non utilizzati o utilizzati fuori posto: bollono tante cose nel pentolone romanista. Assenze preventivate, come quelle degli incerottati Stekelenburg e Lamela, del convalescente Greco e di Okaka, e deliberate solo alla vigilia. Gago a casa per i postumi di un colpo al polpaccio rimediato con il Siena, Juan e Cicinho per altri motivi. Per precauzione, “perché – ha spiegato Luis Enrique – ancora non è in condizione e deve ancora raggiungere uno stato di forma superiore”, il primo, “per scusa (lapsus, ndc)…scelta tecnica” il secondo. Anche se Juan, già rimasto seccato per l’esclusione di giovedì, si ritiene prontissimo da qualche giorno e Cicinho, dopo esser stato provato tra i titolari (con Perrotta a fare l’intermedio a centrocampo) nella seduta di ieri, non se l’aspettava proprio di dover restare fuori. I due, però, ne hanno preso atto e ascoltato le motivazioni delle esclusioni dalla conferenza stampa, visto che per ora non sembra proprio che Luis Enrique sia molto propenso a spiegare simili decisioni ai diretti interessati con dei colloqui individuali. Almeno non nel giorno delle convocazioni, dato che Cicinho era già stato rimbrottato in precendenza su cosa aveva sbagliato giovedì. Tra i convocati, invece, ci sono Perrotta e Cassetti, due che venerdì hanno parlottato (sempre in modo garbato) privatamente con Luis Enrique. Cassetti ha chiesto perché non gioca più e il tecnico gli ha risposto che lo ritiene più centrale che esterno. Perrotta ha fatto notare che si trova molto meglio a fare il centrocampista piuttosto che il terzino. Oggi Luis Enrique gli darà ragione?
Il Tempo – Matteo De Santis

DiBenedetto: “Luis Enrique merita fiducia”

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Thomas DiBenedetto, a margine dell’incontro organizzato ieri dal club giallorosso, che ha accolto la squadra giovanile giapponese del Veigata Sendai, ha rilasciato una intervista a Roma Channel.
“Il mio umore è triste è molto triste per le persone del Giappone li ha colpite una grande tragedia, dobbiamo pensare a quanto siamo fortunati e allo stesso tempo dobbiamo aiutarli in ogni modo possibile per farli stare meglio. Il messaggio per i tifosi è “Roma non è stata costruita in un giorno? E’ un messaggio da mettere in testa ai tifosi, magari riascoltare la canzone più volte e più volte ancora, è la strada che i tifosi della Roma devono seguire. Dobbiamo supportare Luis Enrique perchè è un grande lavoratore, è una persona che sa competere, i tifosi lo hanno conosciuto da calciatore, è uno che lavora al meglio delle sue possibilità, ha bisogno di un po’ di fortuna. In un partita succedono tante cose magari c’è un infortunio cambia il piano della gara e lui deve prendere decisioni, i giocatori stanno lavorando in maniera incredibile per entrare nel sistema di giocoche però richiede tanto tanto allenamento per essere applicato come abbiamo visto in queste partite abbiamo avuto un calo. La speranza è che questo non succeda più in futuro e l’augurio e che noi riusciamo a segnare. Le altre grandi in difficoltà? Ogni situazione è differente, c’è chi ha problemi finanziari, chi cambia allenatore, chi cambia giocatori, ognuno deve risolvere i suoi problemi al meglio. Mi auguro che i tifosi anche di altre città prendano ad esempio la passione dei tifosi della Roma hanno per la loro squadra”.

Repubblica.it – Luis Enrique: “Anche se perdo a Parma non mi dimetto”

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Il tempo per esperimenti e rivoluzioni è finito davvero. Classifica impietosa, sebbene divisa con il Milan, e manovra ancora arrugginita, pochi gol e nessuna vittoria nelle prime cinque gare ufficiali: i problemi della propria squadra li conosce bene anche Luis Enrique che, per questo, fissa i traguardi immediati, rimandando a giorni migliori le speranze per il futuro: “L’obiettivo è vincere a Parma”. Anche in caso di ennesimo flop, però, nessuna scelta drastica: “Non penso di dimettermi”.
“NON VENDO FUMO E NON MI DIMETTO”  –  Troppe cose non vanno, negli ingranaggi costruiti dal tecnico spagnolo. Che, però, non si nasconde: “Il responsabile di tutto quanto di negativo accade sono io. Quello che avete visto con il Siena non è il mio modello di gioco. Non vogliamo tenere la palla in una zona di campo non decisiva”. Ma con chi gli chiede se non sia presto per essere considerato un grande allenatore, Luis è altrettanto schietto: “Sono un buon allenatore. E lo dico solo perché sono modesto. Questa è una situazione difficile, ma non vendo fumo”. Anche per questo, a un addio anticipato alla causa giallorossa non ha alcuna intenzione di pensare: “Dimissioni?  –  si chiede sorridendo  –  No, non penso di dimettermi se perdo a Parma. E non chiedo fiducia, ma tempo”. Tempo per i giocatori, per lavorare, per ricostruire quello che fino ad oggi non è andato. La missione, in fondo, è fin troppo chiara: “Quello che cerco di creare è la migliore versione possibile della mia squadra”. Così come l’obiettivo dichiarato: “Il mio obiettivo è vincere a Parma. Non penso al futuro adesso, guardo il presente”.
“NON CAMBIO LA MIA IDEA DI CALCIO”  –  Al di là dei propositi, però, Luis Enrique deve fare i conti con il proprio, crescente, nervosismo, le primissime crepe in uno spogliatoio che inizia a farsi domande sulla scelta degli uomini (Perrotta ha mostrato apertamente al tecnico le proprie perplessità per l’impiego da esterno). E, soprattutto, la delusione del pubblico, che dopo gli applausi nella sconfitta con il Cagliari, ha fischiato il pareggio di giovedì e inizia, via etere, a contestare le scelte del tecnico.
“PER STRADA SOLO INCORAGGIAMENTI” – Costretto dunque ad affrontare il problema: “La gente è delusa? Senza dubbio. Ma per strada i tifosi mi dicono di non mollare, sono ottimisti. Mi piace l’atteggiamento dello stadio, non ci fischiano mai fino alla fine. E la squadra ha bisogno di questo”. Nonostante i dubbi anche dell’ambientò, L’allenatore di Gijon non intende studiare soluzioni alternative. Anzi: “Non ho intenzione di cambiare il mio credo calcistico  –  giura  –  continuo a cercare un calcio offensivo, anche se i numeri non mi piacciono. Credo che un bravo allenatore debba saper ottenere il massimo da ogni elemento”. Proprio per questo, però, lascia perplesso l’utilizzo di Totti sulla trequarti, o la collocazione in una zona troppo arretrata di De Rossi. “Totti dietro le punte ha libertà totale, De Rossi invece mi serve in quella posizione per costruire l’azione. Io voglio vedere la migliore versione di ogni singolo, di De Rossi e di Totti in particolare. Daniele e Francesco hanno un rendimento ottimo. A me non preoccupa la situazione dei singoli, ma sono preoccupato del gruppo”.
DIBENEDETTO PREOCCUPATO  –  Del gruppo è preoccupato anche DiBenedetto. Ieri sera, nel corso di un ricevimento nella residenza dell’ambasciatore giapponese organizzata per l’amichevole organizzata tra i Giovanissimi della Roma e l’under 14 del Vegalta di Sendai, città tra le più colpite dalla catastrofe dell’11 marzo scorso, il prossimo presidente ha garantito “Massima fiducia verso il tecnico e la squadra”, chiedendo “pazienza ai nostri tifosi”. Al termine della serata, però, il proprietario del club si è soffermato qualche minuto con l’a. d. Fenucci e l’avvocato Baldissoni per chiedere conto, nuovamente, dei motivi di un avvio stentato. Nessuna volontà di cambiare, solo il timore che la situazione si faccia di settimana in settimana più difficile. Anche per l’allenatore stesso. Una preoccupazione legittima.
Repubblica.it – Matteo Pinci

Parma-Roma – I giallorossi partono da Fiumicino. Totti: “Un tiro in porta? Speriamo”

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Parma-Roma – La squadra giallorossa partirà dall’aeroporto di Fiumicino verso il capoluogo emiliano con il volo AZ8066 delle ore 17.20. La squadra di Luis Enrique domani sera affronterà il Parma allo stadio Tardini per il quinto turno del campionato di serie A 2011/2012 alle ore 20.45.
16.40 – La squadra arriva all’aeroporto di Fiumicino. Circa 30 tifosi attendono i giocatori. Totti, Borriello e De Rossi si fermano per le foto egli autografi. Alla domanda “Ma lo facciamo un tiro?” il capitano giallorosso ha risposto “Speriamo”.
16.50 – La squadra si è imbarcata sull’aereo ed è pronta a partire verso Parma.

Conferenza Luis Enrique: “Non è la Roma che voglio, ma non mi dimetto”

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Parma-Roma: la conferenza stampa di Luis Enrique. Il tecnico spagnolo ha incontrato i giornalisti alle ore 12.30 a Trigoria in vista dell’incontro di domenica sera (ore 20,45) allo stadio Tardini.
CALO ATLETICO – “Non sono preoccupato per la situazione fisica, è normale quando non arrivano i risultati. Non ho visto i miei calciatori fare allungamento, che invece ho visto negli avversari. Non sono preoccupato di questa situazione che è normale quando i risulati non arrivano. Non cambio formazione per questo anche se tre partite in pochi giorni sono tante”.
MODULO“Non cambio la mia visione di vedere il calcio, che è offensiva. I numeri sono negativi ma ribalteremo questa situazione. Diverso discorso è adattare il modulo alle caratteristiche dei propri giocatori. Un bravo allenatore sa fare questo. Uno spera sempre di inizare benissimo e che tutto sia più facile ma non si può decidere come iniziare. Io guardo avanti, prendo gli errori del passato e convinco i miei giocatori a continuare la strada del trionfo. Avere la palla per fare gol, è questo che dobbiamo fare. I miei giocatori sono preparati per farlo, contro l’Inter eravamo tutti bravissimi, tre giorni dopo non possono essere scarsi. Il bicchiere non è nè mezzo pieno nè mezzo vuoto, il bicchiere è a metà. Io sono ottimista e lavoriamo al massimo. Ancora non l’ho fatto al 100% visti i risultati ma il mio lavoro è ottenerli. Per assimilare un ruolo collettivo dipende sempre da tante situazioni diverse. I giocatori sanno cosa dobbiamo fare in attacco e in difesa, per farlo bene bisogna farlo al momento giusto e alla velocità giusta. Quella è difficile e dobbiamo farlo meglio. Contromosse delle piccole? E’ una situazione che conosco, il Siena non sembrava una squadra piccola, ma sembrava una grande che meritava la vittoria. Complimenti a Sannino. Questo è il mio lavoro e spero non succederà più. Noi pensiamo a pressare l’avversario alto e a tenere sempre la palla. Le soluzioni di contropiede le conosco bene, sono tre anni che lavoro con questo tipo di pressione, il mio lavoro è far capire ai miei giocatori come uscirne”.
PROBLEMI – “Voglio vedere la migliore versione di De Rossi, di Totti, di Osvaldo e di tutti. Di Francesco e Daniele vedo un rendimento ottimo, non sono preoccupato di due o tre giocatori ma della situazione generale. Io sono il responsabile di tutto quello che di male succede ma continuo a lavorare. Il mio modello di gioco non è quello visto a Siena, anche i giocatori lo sanno, ma non è facile fare le cose come noi vogliamo ma io continuo a lavorare sui punti che vanno male. Francesco ha una libertà totale, è un giocatore immaginativo e non lo scopro io, è il giocatore con più qualità della squadra. De Rossi ha la possibilità di giocare interno ma questo è il mio lavoro e lo faccio per la squadra. Tutto quello che cerco di cambiare e innovare è la migliore versione della mia squadra”.
ALLENATORE – “Sono un buon allenatore e per questo sono qui a Roma. Buono perchè sono modesto eh? (ride n.d.r.). Non vendo fumo, sono orgoglioso dei miei giocatori, del mio staff e della mia squadra. Devo migliorare tantissimo ancora”.
ATTACCO – “I miei esterni devono essere veloci, forti, bomber, tecnici e belli. E sono fortunato che tutti quelli che ho sono più o meno in questa condizione. Una volta che si è chiuso il mercato questa è la migliore squadra che ho e ho massima fiducia in loro”.
ERRORI – “In caso di sconfitta a Parma dimissioni? No, non lo penso. Errori ne sono stati fatti tanti, come la velocità della palla, ma questo è passato, Siena è dimenticata. Ora sono preoccupato per il Parma, per il suo contropiede e la sua forza in casa e la sua possibilità diu avere calci piazzati. Io non chiedo fiducia o tempo, ma solo tempo per i calciatori per assimilare ruoli e tattiche. Gli allenatori dipendono sempre dal risultato”.
GIOCO SCOLASTICO – “Con il Siena è stata una partita bruttissima, ma ho visto un grande atteggiamento dei miei giocatori. Sono il massimo responsabile di quello che non è piaciuto a Walter Sabatini e ai tifosi. E’ stata una partita orribile”.
INFORTUNI – “Gago è infortunato, ha un colpo forte al polpaccio. E’ escluso per questo motivo. Juan non è ancora al livello fisico che vogliamo e aspetto che si alleni in modo migliore. Cicinho invece è una scelta tecnica”.
BOJAN – “Lo vedo bene, non solo lui ma tutti quelli che possono giocare in attacco. Poi scelgo la migliore scelta secondo me. Tutti e 5 i calciatori faranno gol di sicuro, è il mio pensiero”.
INGAGGIO “Parlare dello stipendio in questo momento di crisi non va bene, se avevo vinto cinque partite non mi chiedevi dello stipendio. Pensavo di essere tra i meno pagati”.
OBIETTIVO – “Obiettivo è vincere a Parma. A lungo termine? Sempre vincere a Parma, guardo solo il presente”.
ENTUSIASMO – “Mi dispiace che la gente possa essere delusa. Ringrazio tutti i tifosi all’Olimpico e per le strade, mi parlano sempre di ottimismo e di non mollare. C’è entusiasmo, mi piace il loro comportamento. E’ normale che fischiano quando i risultati non vengono”.
CASSETTI – “E’ un professionista e un ragazzo incredibile. Io lo vedo più come difensore che come terzino anche se so che può fare tutti e due i ruoli. So che lui giocava lì come terzino destro lo scorso anno, è un’altra possibilità. Mi piacciono i calciatori che possono fare più ruoli e Marco è uno di quelli. Sono contento del suo contributo che dà nonostante non venga impiegato in questo momento, è un professionista esemplare, complimenti a lui”.

 

Ag.Cicinho: “Non sapevo della sua mancata convocazione”

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Parma-Roma, Cicinho non convocato per scelta tecnica – Dopo i pochi minuti giocati contro il Siena giovedì scorso, il laterale brasiliano non è stato inserito nella lista dei giocatori che domani sera affronteranno la formazione emiliana allo stadio Tardini. Ricardo Sarti, manager che cura gli interessi dell’esterno, ha parlato del momento del suo assistito: “Non ero a conoscenza della mancata convocazione – afferma a vocegiallorossa.it –  perché adesso non mi trovo a Roma. Sul rinnovo non ci sono novità, quando tornerò nella Capitale se ne potrà parlare”.

Primavera, Roma-Palermo 1-1: presente anche Luis Enrique

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Roma-Palermo Primavera –
La squadra di Alberto De Rossi, nella terza giornata del campionato Primavera, torna in campo dopo il pareggio con la Juve Stabia e la vittoria esterna con il Catania. Presente anche Luis Enrique che, terminata la conferenza stampa, è giunto a bordocampo per assistere al match. I baby giallorossi, però, non vanno oltre il pareggiano per 1-1 sul sintetico del campo A del Fulvio Berandini grazie alle reti di Caprari al 23′ pt e Bollino al 13′ st.
Le formazioni:
ROMA (4-2-3-1) : Pigliacelli; Sabelli (C), Rosato, Barba, Nego; Cittadino, Verre; Caprari, Ciciretti, Piscitella; Tallo.
A disp.: Proietti Gaffi, Ricci M., Ceccarelli, Spadari, Pagliarini, Politano, Leonardi.
All.: De Rossi.
PALERMO (4-4-2) : Micai; Caputo, Silvestri A., Prestia (C), Di Chiara; Sanseverino (C), Vassallo, Barberis, Bollino; Lores, Jara Martínez.
A disp.: Patania, Piscopo, Viscuso, De Vita, Rojas, Cristofari, Zerbo.
All.: Capodicasa.
Arbitro: Sig. Vincenzo Soricaro di Barletta.
Assistente 1: Sig. Pier Luigi De Rubeis de L’aquila.
Assistente 2: Sig. Emanule Mariani di Perugia.
Marcatori: Caprari al 23′ pt, Bollino al 13′ st.

Parma-Roma, Leonardi: “Per battere i giallorossi dobbiamo fare come il Siena”

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Parma-Roma, Pietro Leonardi, direttore generale della società emiliana, ha presentato la gara di domani sera contro i giallorossi di Luis Enrique. “Dobbiamo prendere esempio dal Siena, che ha una grande qualità: ha il gusto di stupire, indipendentemente dai calciatori che ha in formazione. E contro la Roma dobbiamo stupire anche noi – ha affermato Leonardi a Radio Radio – . Per ambizioni e obiettivi è una partita importante per noi quanto lo è per la Roma. Abbiamo bisogno di fare più punti possibili e il fatto di giocare in casa deve essere un vantaggio: se continuiamo ad avere difficoltà in trasferta come successo finora, in casa dobbiamo raccogliere il maggior numero di punti possibili”.

Ancelotti: “Voglio tornare ad allenare ma in Inghilterra”

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Carlo Ancelotti, ex allenatore del Chelsea, ha parlato del suo futuro in un’intervista al Daily Mail. Ecco le parole dell’ex centrocampista giallorosso: “Andrò a vedere gli allenamenti di Manchester United e Real Madrid, alleno da 15 anni ed è l’occasione per imparare qualcosa di nuovo. Ma voglio svegliarmi ogni mattina e andare agli allenamenti. Fin qui non è stato difficile, c’era l’estate, non c’erano partite, sono stato in vacanza. Ma ora è un pò strano per me. Amo Londra, amo l’Inghilterra, amo il calcio inglese, la sua cultura, l’atmosfera, la natura competitivà della Premier League. L’Inghilterra è il miglior Paese del mondo per il calcio. In Spagna ci sono solo due squadre, non c’è la stessa competizione, qui è diverso, ci sono tante buone squadre e devo ringraziare il Chelsea per avermi dato l’opportunità di lavorare qui. Se non fosse stato per il Chelsea non avrei vissuto questa esperienza”.

Premier League – Balotelli gol e il City è in testa

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Premier League – Il Manchester City supera l’Everton nella gara valida per la sesta giornata del campionato inglese e si porta momentaneamente al comando della classifica aspettando la gara dello United che nel tardo pomeriggio sarà impegnato sul campo dello Stoke City. All’Etihad Stadium finisce 2-0 con i gol di Balotelli e Milner. L’attaccante italiano ex Inter, entrato al posto di Dzeko dopo un’ora di gioco, ha sbloccato il risultato al 68′ con un destro da fuori area indirizzato all’angolino basso. Dopo il gol, Balotelli è corso in panchina ad abbracciare Roberto Mancini, tecnico dei ‘Citizens’. All’89’ Milner chiude l’incontro con un colpo dopo un assist di Silva.

Miccichè (vice-pres. Palermo): “Non mi sorprenderebbe vedere Delio Rossi sulla panchina della Roma”

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Guglielmo Miccichè
, vice presidente del Palermo, ha detto la sua, come riporta calciomercato.it, su un eventuale arrivo di Delio Rossi sulla panchina giallorossa. Secondo il dirigente rosa-nero, la Roma continuerà a credere nel progetto di Luis Enrique,  nonostante non lo sorprenderebbe vedere l’ex tecnico bianco-celeste sulla panchina dei giallorossi.

Parma-Roma: i convocati di Luis Enrique. Out Cicinho, Juan e Gago.

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Il tecnico giallorosso Luis Enrique ha diramato questo pomeriggio la lista dei convocati per il match di campionato allo stadio Tardini di Parma contro gli emiliani allenati da mister Colomba in programma domani sera alle 20.45. Esclusi Stekelenburg, Cicinho, Juan, Gago, Greco, Lamela e Okaka.

Questa la lista dei convocati:

BORINI Fabio

BORRIELLO Marco

BURDISSO Nicolas

CASSETTI Marco

CURCI Gianluca

DE ROSSI Daniele

HEINZE Gabriel

KJAER Simon

KRKIC Bojan

LOBONT Bogdan

OSVALDO Pablo

PERROTTA Simone

PIGLIACELLI Mirko

PIZARRO David

PJANIC Miralem

ROSI Aleandro

TADDEI Rodrigo

TOTTI Francesco

VALDES J. Angel

Righetti: “Alla Roma manca la fiducia in ciò che fa”

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Ubaldo Righetti, ex difensore della Roma, ora commentatore per Roma Channel e per la RAI, ha parlato della situazione giallorossa in un’intervista a Il Romanista. “Paura? Certo che c’è. Perché se lo ha detto lo stesso Luis Enrique vuol dire che lo ha avvertito, all’interno della squadra. Che ha dato finora grande disponibilità al tecnico, ma probabilmente ha difficoltà a tradurre sul campo quello che lui vuole. La vittoria sarebbe stata un palliativo. Non avrebbe risolto la situazione, visto che la prestazione non c’è stata. Sarebbe stata importante per i punti, ma solo per quelli. E neanche sul piano psicologico, perché sai che nella gara successiva potresti ripetere la brutta prestazione e non fare risultato. Al contrario, se la prestazione c’è, sai che puoi anche perdere o pareggiare una partita, ma prima o poi i risultati verranno. Solo la prestazione paga e può infondere sicurezza. Perché ciò che provi in settimana, lo vedi realizzato la domenica. Quando c’è la verifica, anche di ciò che hai fatto nell’intero periodo. Cosa manca? L’ha detto Luis Enrique: la fiducia in ciò che fai. Che non si compra certo al mercato. Ma puoi costruire solo lavorando. Quanto può incidere l’utilizzo di molti giocatori in ruoli per loro inediti? È una cosa che può verificare solo lui. Perché si può fare opera di convincimento presso i giocatori, almeno quelli che hanno più spirito di adattamento. Magari solo in alcune partite e non in tutte. Con Mourinho abbiamo visto Eto’o fare anche il terzino… Se è per questo, giovedì, il Capitano si è esibito anche in scivolata, da difensore… Ci può stare. L’importante è che resti un’emergenza e non diventi una costante. Perché prima di Totti ci sono altri dieci, dietro di lui, che possono fare quella cosa. E se Francesco arriva a contrastare nella propria area, vuol dire che qualcosa non va. Insomma, manca la verticalizzazione. Ma, soprattutto, la tranquillità. E solo il tecnico può metterci rimedio”.

Daniele Conti: “L’esultanza contro la Roma non era una provocazione”

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Daniele Conti, centrocampista del Cagliari, in un’intervista rilasciata alla Gazzetta dello Sport, ha parlato del suo passato in giallorosso.
“La partita che non avrei mai voluto perdere? Contro la Roma l’8 febbraio 2006, vincevamo 3-2, perdemmo 4-3 con 2 rigori di Totti, il secondo al 91′. L’esultanza contro la Roma? Io esulto così perché sto qui da 13 anni e ci tengo a questa maglia. Non è stata una provocazione. Anche se mi avevano dato fastidio gli sfottò dei miei migliori amici che mi hanno massacrato con i messaggini. Papà rifiutò un bel po’ di soldi per restare a Roma. Io non ci ho mai pensato. Cosa ha lasciato in eredità mio padre? L’umiltà”.

Allenamenti Roma – Assente Lamela. Totti, De Rossi e Perrotta abbandonano il campo

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Da Trigoria – Marco Calò

La Roma si ritrova al Fulvio Bernardini per l’allenamento di rifinitura agli ordini di Luis Enrique in vista della delicata trasferta di Parma. Unico assente il calciatore argentino Erik lamela. Pochi i tifosi presenti. Esposto uno striscione fuori dalle mura del centro tecnico con scritto: “Ora più che mai… sola non sarai!“.

10.35 – I giocatori entrano in campo, dedicandosi subito alla fase di risveglio muscolare. Assenti Stekelenburg, Lamela, Greco e Okaka. Regolarmente in gruppo Pizarro e Perrotta che, nella seduta di venerdì mattina, si erano limitati a svolgere un lavoro differenziato.

10.45 – Il gruppo si dedica ora al torello ludico, mentre i portieri Lobont e Curci lavorano a parte con il preparatore sulle uscite basse. Il ds Walter Sabatini e l’ad Claudio Fenucci seguono da bordo campo la seduta d’allenamento.

11.10Luis Enrique tiene spesso a colloquio la squadra, interrompendo il gioco. Stekelenburg lavora a parte sul campo B sotto l’occhio vigile dell’addetto al recupero infortunati Luca Franceschi. Ci sono circa una ventina di tifosi fuori dai cancelli del centro sportivo.

11.21 – Mentre Luis Enrique distribuisce i fratini, Totti, De Rossi e Perrotta si dirigono verso gli spogliatoi. I tre campioni del mondo non parteciperanno all’esercitazione tattica. Anche Borriello abbandona la seduta. Nessun problema fisico per i giocatori che sono usciti anzitempo.

11.25 Luis Enrique divide il gruppo in due squadre e ordina un esercizio sul possesso palla. Ecco le formazioni:
Rossi: Cassetti, Juan, Kjaer, Rosi, Pizarro, Borini, Osvaldo.
Gialli: Cicinho, Heinze, N. Burdisso, Josè Angel Valdes, Simplicio, Taddei, Bojan Krkic.

11.35 -Termina la seduta d’allenamento. Greco sta completando il lavoro differenziato con una corsa intorno al perimetro di gioco mentre il resto del gruppo rientra negli spogliatoi.

FINE

Serie A: Parma-Roma (domenica 25 settembre, ore 20.45, Stadio Tardini).
Indisponibili: Stekelenburg, Cicinho, Juan, Gago, Greco, Lamela e Okaka.
Squalificati: /
In dubbio: /
Probabile formazione (4-3-3): Lobont; Rosi, Kjaer, N. Burdisso, Josè Angel Valdes; Pjanic, De Rossi, Pizarro; Osvaldo, Totti, Bojan Krkic.

Serie A: l’Inter di Ranieri vince 3-1 a Bologna

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Ranieri vincente all’esordio sulla panchina dell’Inter – La squadra nerazzurra ha sconfitto 3-1 il Bologna al Dall’Ara nell’anticipo pomeridiano della quinta giornata di serie A. Decidono i gol di Pazzini (39′) nel primo tempo e di Milito (36′) su rigore e Lucio (42′) nella ripresa. A nulla è valso il gol del momentaneo pareggio segnato nel secondo tempo da Diamanti (21′) dagli 11 metri. I rossoblù hanno chiuso in 10 uomini per l’espulsione di Morleo, autore del fallo da rigore.

Corriere della Sera – Gago e Cicinho subito. Dubbio Borini-Bojan

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Lavoro di scarico per i giocatori scesi in campo col Siena, allenamento normale per gli altri. La Roma ha ripreso a lavorare ieri mattina a Trigoria in vista della gara di domani sera a Parma (ore 20.45 arbitra Orsato di Schio). Al «Tardini» scenderà in campo una squadra diversa da quella che ha pareggiato con i bianconeri. Cicinho in difesa dovrebbe prendere il posto di Perrotta, a centrocampo una maglia dovrebbe toccare a Gago (nella foto) e a fargli spazio potrebbe essere Pizarro (ha un dolore alla schiena) mentre in avanti con Totti e Borriello toccherà a uno tra Bojan e Borini.
(…) Luis Enrique dovrebbe convocare anche Juan, che ormai si allena con il gruppo da due settimane consecutive ed è pienamente recuperato. Se dovesse rimanere fuori sarebbe esclusivamente per scelta tecnica. Ieri si è rivisto in campo anche Lamela, ma solo per pochi minuti prima di tornare in infermeria a fare fisioterapia.
Corriere della Sera – G. Piacentini

Il Tempo – Si rischia brutto. Allora è meglio un «minestraro»

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Sarò rimasto ai vecchi tempi. Con la tessera della Roma Junior club andavo in curva Sud, ero felice quando i giallorossi facevano una rete più degli avversari, deluso quando accadeva il contrario. Sarò un nostalgico, ma nello sport conosco un solo progetto: la vittoria. Il resto sono chiacchiere, anzi buffonate. Così a mala pena trattengo l’insulto quando sento dei sapientoni spiegare che al mascellone spagnolo va dato tempo e che in fondo la Roma ha sempre fatto più possesso palla degli avversari. Ma vogliono prenderci per i fondelli? Vince e diverte chi segna, non chi addormenta il pubblico, non gli avversari, con inutili e stucchevoli passaggetti a centrocampo. Apriamo gli occhi: il re è nudo. Luis Enrique fa quasi tenerezza, non ci ha capito niente. Non conosce i giocatori della Roma e il calcio italiano. Ma allora perché è stato preso? Perché ha visto da vicino il Barcellona giocare? Chi affiderebbe una macchina di Formula Uno a chi è stato solo ai box Ferrari?

Lui non si preoccupa dei giocatori che ha, bravi o meno, ma del metodo. Un trequartista lo fa giocare terzino, l’attaccante italiano più prolifico lo mette a centrocampo e a volte in difesa. Un terzino, ora si chiama esterno basso, ma è la stessa cosa, lo fa giocare centrale e poi non lo usa nel suo ruolo. Ha due attaccanti centrali e li mette sulle ali. Un trequartista, giovane e forse acerbo e gli dà le chiavi del centrocampo. Sostituisce Pizarro, l’unico che in mezzo al campo qualcosa capisce, per far posto a un mamozzo che a Madrid sono stati felici di regalare. L’importate è il progetto. E gli altri fanno festa. Pensate se alla prima della Scala a qualcune venisse in mente di mettere un tenore a fare il baritono, un basso il tenore. Farebbero il pieno di ortaggi. Se Ranieri avesse ottenuto i risultati dello spagnolo, lo avrebbero linciato. Lui però è un «minestraro», uno che cerca di ottenere il meglio dagli ingredienti a disposizione. Gli hanno affidato la Roma in corsa e solo per un episodio sfortunato contro la Sampdoria non ha vinto uno scudetto. Ci ha esaltato e fatto sognare. C’è da scommetere che archiviato il progetto Gasperini, riporterà l’Inter in alto. Senza magie o alchimie, ma mettendo a posto gli elementi. Ma è un «minestraro» dicono quelli dal palato fine. Così andiamo avanti con i progetti, con le statistiche sul possesso palla e su altre corbellerie simili. Un bravo allenatore è quello che sa far rendere al massimo quel che ha a disposizione, non chi vuole illuderci che una cipolla sia un tartufo.

Così, se non lo cacciano o non impara subito la ricetta dell’amatriciana, Luis Enrique ci porterà in serie B, contento di avere il record di possesso palla. Anzi il pallone se lo porterà anche a casa. E il prossimo anno potremmo sfidare il Crotone o il Pescara. In B ho visto giocare la Lazio, mai la Roma, e non voglio vederla. A me interessa vincere le partite. Dei filosofi del progetto della sconfitta non so che farmene, datemi un «minestraro», almeno non mi lascerà a digiuno.
Il Tempo – G. Sanzotta

Corriere della Sera – Roma, la panchina di Luis Enrique non traballa. DiBenedetto: «Presto un nuovo stile di gioco»

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La Roma di Luis Enrique è una squadra in crisi di gioco prima ancora che di risultati. Il pareggio interno col Siena è stato accolto nella capitale come una sconfitta e dopo l’apertura di credito iniziale nei confronti dell’allenatore spagnolo, ora la pazienza dei tifosi sembra messa a dura prova. In cinque partite ufficiali tra Europa League — non era mai successo che i giallorossi uscissero ai preliminari — e campionato, la Roma ha raccolto tre pareggi e due sconfitte, ha segnato solo tre gol e ne ha subiti cinque contro avversarie (sulla carta) non irresistibili come Slovan Bratislava, Cagliari e Siena. Paradossalmente l’unica buona prestazione è stata quella contro l’Inter, subito ridimensionata dai risultati dei nerazzurri che hanno fatto addirittura peggio.

Luis Enrique non è ancora riuscito a trasmettere la sua idea di gioco alla squadra ma la colpa che gli viene maggiormente imputata è quella di utilizzare troppi giocatori fuori ruolo: Perrotta e Taddei esterni bassi, Borriello e Osvaldo esterni nel tridente e soprattutto Totti così lontano dalla porta non convincono. Il tecnico ha il pieno appoggio della società. Il prossimo presidente Thomas DiBenedetto gli ha rinnovato la sua fiducia: «sta facendo un grande lavoro — ha detto — capisco il dispiacere dei tifosi, ma presto avremo un nuovo stile di gioco». In sintonia il direttore generale in pectore Franco Baldini (il suo arrivo è atteso entro la metà di ottobre, quando l’Inghilterra sarà qualificata per l’Europeo) e il direttore sportivo Walter Sabatini. Tutti hanno confermato che Luis Enrique rimarrà al suo posto anche se i risultati non miglioreranno. Forse è proprio questa la rivoluzione culturale promessa quando si è insediata la nuova società, ma il modello Barcellona per il momento è lontano anni luce.
Corriere della Sera – G. Piacentini

Il Romanista – Luis Enrique: “Siate liberi”

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La forza della normalità. E quella dell’allegria, di sentirsi «liberi in mezzo al campo» perché la vittoria «è a portata di mano». Luis Enrique, dopo una notte quasi insonne, raduna la squadra prima dell’allenamento. Nessun confronto serrato però, nessun faccia a faccia tra l’allenatore e i giocatori, ma un semplice e normale colloquio post partita. Perché la Roma in questo momento ha bisogno di normalità. E spensieratezza. La stessa che i giocatori avvertivano a Riscone, quando si tenevano per mano e quando correndo col pallone tra i piedi erano pronti a mettersi alle spalle la stagione negativa appena trascorsa. Lo sono ancora, anche se la mancanza di risultati inizia a pesare. Luis Enrique lo ha capito, ne ha parlato al telefono con Franco Baldini (il suo arrivo è previsto a metà ottobre, la sera del derby dovrebbe essere allo stadio) e poi con Fenucci e Sabatini a Trigoria. Col ds ha addirittura scherzato perché quest’ultimo, essendo uomo di campo, capisce che questo è il momento di provare ad allentare la tensione.

Nessuno a Trigoria minimizza quello che sta succedendo (l’eliminazione dall’Europa League e appena due punti in campionato non fanno piacere a nessuno) ma l’intenzione di tutti è responsabilizzare la squadra, cercando però di non mettere troppo sotto pressione i giocatori. Perché, come ha ammesso lo stesso Sabatini dopo il pareggio contro il Siena (vissuto da tutto l’ambiente come una sconfitta) «questa squadra ha il braccino, manca di arroganza». Serve una vittoria, serve scrollarsi di dosso la tristezza di queste ultime settimane, serve che gli abbracci non ci siano più solo prima della partita ma anche durante e dopo. L’allenatore non è in discussione, la società gli è accanto ogni giorno di più, ma ottenere un buon risultato domani sera al Tardini diventa fondamentale. Per tutti. Ecco perché Luis Enrique, che sia in pubblico sia in privato difende la squadra assumendosi tutte le responsabilità, ai giocatori ha chiesto con forza di «reagire, perché la strada è quella giusta. Dobbiamo stare uniti e vincere». E’ l’unico modo che la Roma ha per sbloccarsi, visto che poi, dopo il Parma, ci sarà la sfida con l’Atalanta all’Olimpico e il derby.

Luis Enrique, che insieme al suo staff ha studiato a lungo il Parma di Colomba, non ha avuto colloqui individuali con i giocatori, anche se, come tutti a Trigoria (e non solo) è rimasto incantato dalla prestazione di Francesco Totti. Novanta minuti diversi da quelli che il Capitano è solito fare, ma incredibili come intensità. I recuperi al limite dell’area romanista, il pressing e i passaggi per i compagni sono stati una delle poche note liete di una serata per il resto da dimenticare. Sabatini lo ha voluto elogiare pubblicamente, convinto che da un campione del genere tutti gli altri possano soltanto prendere esempio. E allora, nel momento più difficile, la Roma si aggrappa ai piedi santi e all’anima del suo Capitano, quello che al Parma ha fatto gol spesso e volentieri, che contro il Parma si è preso record e un indimenticabile scudetto. Sarà lui a guidare ancora una volta la Roma in campo mentre in panchina Luis Enrique, con la squadra comunque dalla sua parte, è chiamato a una delle sfide più difficili della sua carriera. Fosse per lui – ha confidato a chi gli è accanto – entrerebbe in campo insieme ai suoi giocatori, ma il suo ruolo adesso è diverso. «Serve soltanto vincere». La forza della normalità parte da questo.
Il Romanista – C. Zucchelli