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Sabatini: “Lamela ancora infortunato. Non avrebbe dovuto partecipare ai Mondiali Under 20”

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Walter Sabatini accusa la Federazione argentina per aver impiegato Lamela nonostante fosse infortunato: “Avevo chiesto all’Argentina di non farlo giocare – spiega il ds infuriato per la ricaduta alla caviglia del fantasista -. Questo probblema può portare ad una denuncia“. Lamela aveva disputate il Mondiale Under 20, stringendo i denti nonostante l’infortunio. L’argentino, dopo aver ripreso la preparazione a Trigoria, si è di nuovo bloccato.

Allenamenti Roma – Assenti Lamela e Stekelenburg. Differenziato per Perrotta

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Da Trigoria – Marco Calò

La Roma si ritrova al Fulvio Bernardini per la seduta di allenamento agli ordini di Luis Enrique dopo il pareggio interno contro il Siena di ieri. I giallorossi sono scesi in campo sul terreno C del centro tecnico per preparare la trasferta del Tardini di Parma di domenica sera: da verificare le condizioni di Pizarro, che ieri ha lasciato anzitempo il terreno di gioco per un mal di schiena. Assenti Stekelenburg, Lamela e Perrotta che nella gara di ieri contro il Siena ha riportato un trauma contusivo alla coscia. Pochi i tifosi presenti. Esposto uno striscione fuori dalle mura del Fulvio Beranrdini con scritto: “Daje Roma”.

Ore 10.55 – Inizia il riscaldamento con una corsa intorno al perimetro di gioco, subito seguito da streatching.

Ore 11.00 – Osvaldo e Borriello stanno lavorando all’inteno del centro tecnico. Pizarro si sta sottoponendo alle cure fisioterapiche.

Ore 11.05 – Il gruppo sta svolgendo un lavoro di tecnica individuale, mentre i portieri, Lobont Curci e Pigliacelli, lavorano a parte con Tancredi.

Ore 11.10 – I giocatori impegnati nel match di ieri si stanno spostando vicino alle panchine del campo C per svolgere un lavoro defaticante. Gli altri eseguono un esercizio di uno contro uno.

Ore 11.20 – Inizia la partitella a campo ridotto.
Rossi: Cassetti, Juan, Taddei, Rosi.
Gialli: Okaka, Bojan, Borini.
Verdi: Cicinho, Heinze, Simplicio.
A turno due squadre giocano contro.

Ore 11.35 – Luis Enrique distribuisce nuovamente i fratini ed inizia una partitella sei contro sei.
Verdi: Curci, Heinze, Cassetti, Rosi, Simplicio, Bojan.
Rossi: Pigliacelli, Cicinho, Taddei, Borini, Juan, Okaka.
Intanto Perrotta è sceso in campo per effettuare un lavoro differenziato. Anche Lamela è sceso in campo per un lavoro differnziato ma è rientrato subito negli spogliatoi.

Ore 11.50 – Termina l’allenamento. Solamente Cassetti, Taddei, Rosi e Curci sono ancora in campo. Tutti gli altri hanno fatto rientro negli spogliatoi.

FINE

Serie A: Parma-Roma (domenica 25 settembre, ore 20.45, Stadio Tardini)
Indisponibili: Stekelenburg, Lamela
Squalificati:
In dubbio: Juan, Pizarro, Perrotta, Greco
Probabile formazione (4-3-3): Lobont; Cicinho, Burdisso, Kjaer, Jose Angel; Gago, De Rossi, Pjanic; Osvaldo, Totti, Bojan.

Corriere dello Sport – Osvaldo: “Grazie Borriello”

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Era stato tra i migliori a San Siro, anche per Simon Kjaer ieri è stato un passo indietro. Il danese ha salvato un altro gol sulla linea, ma ci sono stati troppi svarioni in fase di­fensiva. La Roma ha subìto troppo: « Dovevamo chiudere il match, abbiamo ri­schiato troppo negli ul­timi quindici minuti. In ogni partita stiamo mi­gliorando e rimango convinto del progetto » .
SENZA VITTORIE – Tutti parlano del progetto, ma i risultati tardano ad arrivare. La squadra è poco incisiva in attacco: « Troviamo pochi spazi, manca l’ulti­mo passaggio. Abbiamo il miglior possesso di palla, manca solo l’ulti­mo passaggio ». Evita i gol fatti, for­se ha un passato da portiere: « No no (ride, ndr), non mi sono mai cimen­tato tra i pali ». (…)
L’AMBIENTE – I tifosi dimostrano di ap­prezzare il nuovo difensore giallo­rosso « Ho giocato solo due partite, non sono contentissimo perché non abbiamo vinto. Dobbiamo migliorare tutti ». Sabatini ha sem­pre creduto in lui e lo ha voluto fortemente. Ieri ha ha detto che il danese è fortissimo. Lui sente la fiducia della società: « Sì, sono molto contento. Io adesso voglio fare il mio lavoro e migliorare » .
QUANTI RISCHI – Il Siena ha avuto trop­pe occasioni e poteva anche vincere nel finale: « E’ vero, dobbiamo con­trollare meglio negli ultimi quindici minuti e non esporci così tanto al contropiede ». Il fascino dell’Olimpi­co è sempre qualcosa di speciale: « E’ stata emozionante la mia prima par­tita all’Olimpico in giallorosso. Non la dimenticherò. Peccato non sia ar­rivata la vittoria. Il gol del pareggio potevamo evitarlo, abbiamo lasciato al Siena troppe occa­sioni, ma dobbiamo es­sere positivi (…) Il tecnico ci ha detto di attaccare gli spazi, negli ultimi dieci minuti ci è man­cato un po’ di controllo sulla partita, ma dove­vamo provare a vincere. Il calo fisi­co? Subiamo troppi contropiede e al­la fine è arrivato il gol. Non posso es­sere contento del rtisultato, anche se ho salvato un gol sulla linea di porta » .
LA GIOIA – Osvaldo ha segnato il primo gol in giallorosso, ma non è servito per vincere: « Il Siena ha giocato molto coperto, noi abbiamo cercato di far circolare il pallone da un lato all’altro per aprire gli spazi. Ci siamo riusciti poche volte e abbiamo fati­cato, dobbiamo migliorare » . Un gol che potrebbe aiutarlo a sbloccarsi: « Sicuramente per noi attaccanti è sempre importante segnare in ogni modo. Ringrazio Borriello perché mi ha dato una splendida palla, speriamo di con­tinuare così » . Per Osvaldo si tratta del gol numero 9 in Serie A dopo quelli realizzati con le maglie di Fiorentina (5) e Bologna (3).
Corriere dello Sport – Guido D’Ubaldo

Il Romanista – Stadio, adesso Mr Tom accelera

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DiBenedetto non si ferma un secondo. Non è nel suo stile. Due giorni fa l’incontro col sindaco Gianni Alemanno, la passeggiata nelle aree dove potrebbe essere costruito lo stadio, un briefing a Trigoria, il blitz sull’Aventino per visionare l’abitazione che dovrebbe ospitarlo durante i soggiorni romani e la cena da “Checco dello scapicollo”, noto ristorante in zona Laurentina, abituale teatro della mondanità giallorossa. Qualche ora di sonno per metabolizzare il jet lag e Mr Tom si è messo di nuovo in moto. La mattina di ieri è iniziata presto: colazione in albergo, rapida lettura dei quotidiani, qualche telefonata e via, in macchina, verso palazzo Altieri, monumentale edificio costruito a metà del 1600 e sede di tre colossi bancari: la Banca Popolare di Milano, l’Abi e, dulcis in fundo, Banca Finnat.
Al suo vertice c’è Giampietro Nattino, banchiere di fiducia di Francesco Gaetano Caltagirone e dei fratelli Toti – che sono interessati a rilevare il 20% del 40% dell’As Roma detenuto da Unicredit – e che, nel 2008, fu indicato dalla famiglia Sensi come deputato alla revisione dei conti di Italpetroli, la holding che controllava l’As Roma. Un istituto cui DiBenedetto potrebbe affidarsi a 360 gradi per il supporto nell’investimento edilizio per lo stadio. Per ora, le aree candidate sono Tor di Valle, Massimina, Guidonia, La Rustica e Tor Vergata. La prima, Tor di Valle, di proprietà della famiglia Parnasi, non avrebbe bisogno di un aumento di cubature e sarebbe quindi a basso impatto ambientale. Gli americani intendono rispettare le norme urbanistiche. Non vogliono uno scempio edilizio. Faranno uno stadio, non una città più uno stadio, come invece sognava di fare Lotito. Ma anche le altre zone sono in corsa.
Comunque, conclusa la visita a Banca Finnat, DiBenedetto ha consumato un pasto veloce e ha trascorso il pomeriggio nell’albergo che lo ospita, a via Veneto. Summit lavorativo con i suoi più stretti collaboratori (tra cui Claudio Fenucci, il ministro delle finanze romaniste) e nuovamente in auto, stavolta verso l’Olimpico per assistere alla partita col Siena. E Mr Tom si è visto, ieri, anche con lui. Anche con il presidente del club toscano, il costruttore Massimo Mezzaroma, che a Radio Manà Manàha dato la disponibilità a collaborare con gli americani: «La costruzione dell’impianto? Nel caso ci fosse l’opportunità, il nostro gruppo sarebbe pronto». L’agenda di DiBenedetto è fittissima. Il passaggio di due giorni fa in Campidoglio è stato solo il primo di una lunga serie. Presto, Mr Tom si incontrerà con il presidente della Provincia, Nicola Zingaretti. È infatti Palazzo Valentini che dovrà approvare eventuali varianti al Piano Regolatore Generale.
Intanto, secondo fonti vicine al magnate americano, oggi potrebbe esserci un incontro con l’architetto Sergio Zavanella. Con l’uomo che disegnò il progetto dello stadio Franco Sensi. DiBenedetto sta quindi accelerando. Si è calato molto rapidamente nei panni del presidente della Roma. Lo diventerà il 27 settembre, quando sarà cooptato nel Cda. Il 6 ottobre, poi, parteciperà a Londra a “Leaders in Football 2011”. Quel giorno segnerà il suo ingresso nel gotha del calcio internazionale.
Il Romanista – Daniele Galli

Corriere dello Sport – Borini: “Roma, manca un po’ di fiducia”

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Un gol è arrivato. Pure di una punta, un inedito in questa stagione, an­che se può sembrare sorprendente sotto­linearlo. Eppure stiamo qui a commenta­re un’altra delusione, un pareggio contro un Siena che, oltretutto, non è che avreb­be rubato qualche cosa se avesse vinto. (…) Come era successo a Milano nel quarto d’ora finale, si è lentamente sciol­ta fino a prendere il gol del pareggio da Vitiello che così potrà raccontarlo ai ni­potini.
TRIDENTE – Non c’è tridente, fin qui, che tenga. Luis Enrique prova a cambiarli, ma il gol e stavolta pure le occasioni per segnare, latitano. Al punto che gli attac­canti giallorossi che transitano nella zo­na mista dell’Olimpico, ti guardano con occhi che dicono molto. Ma parole zero. C’è Totti che passa accompagnato dal fi­do Vito Scala, saluta con una faccia che non sembra la sua, va via insieme all’av­vocato Antonio Conte che lo sta seguen­do, come altri giocatori, in alcune vicen­de legali. C’è Bojan che passa e fai fatica a vederlo perché non è che sia un gigan­te. C’è Osvaldo che sembra avercela con il mondo, forse perché sperava con il suo gol di poter brindare alla prima vittoria in giallorosso, un primo gol contro quel Siena che era stata anche la sua ultima vittima italiana nel 2009, maglia del Bo­logna. C’è Lamela che va via di corsa scortato dall’ufficio stampa. C’è Borriel­lo che preferisce tirare dritto. E c’è, alla fine, Fabio Borini che non può fare a me­no di provare a fare un’analisi di quello che non va in questa Roma in costruzio­ne. Ci mette poco a fotografare la situa­zione: «Ci manca la fiducia (…) I mo­vimenti dei tre attaccanti in allenamen­to li proviamo e riproviamo. Ci vengono bene, poi però in partita facciamo fatica. Contro il Siena, inoltre, abbiamo conces­so troppo al loro contropiede, rischiando di prendere gol in più di un’occasione, c’è bisogno di continuare ad allenarsi. Capi­sco che non è facile, ma ci vuole pazien­za perché sono convinto che il risultato arriverà e a quel punto penso che tutto dovrebbe diventare più semplice. Noi ab­biamo fiducia in questo modulo e in quel­lo che facciamo» .
SUBENTRATO – Dopo la partita di San Si­ro da titolare, ieri sera Luis Enrique ha sistemato Borini in panchina, per poi mandarlo in campo nella parte fi­nale della gara: « Sono venuto a Roma con fiducia, a Parma avevo trovato più di una difficoltà, qui le cose stanno an­dando bene almeno dal punto di vista del mio utilizzo. Però vorrei che que­sta Roma cominciasse a vincere. A Ro­ma se non vinci le partite è normale che arrivino i fischi. Verrà comunque il nostro momento e ci rifaremo. Il gruppo è unito e sta con l’allenatore. Usciremo da questo momento ». Spe­riamo.
Corriere dello Sport – Piero Torri

Il Tempo – “Avanti con lo spagnolo”

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Stavolta è finita tra i fischi. Sacrosanti, perché una Roma così brutta li meritava. Il bonus della pazienza è esaurito, se ne sarà accorto in tribuna autorità anche DiBenedetto, seduto accanto all’avvocato Tacopina. Mr. Tom è uscito un’altra volta deluso dall’Olimpico, ma continua a lasciare ai dirigenti la massima libertà di azione: saranno Sabatini e Baldini a dover trovare le contromisure per superare una crisi ormai conclamata. DiBenedetto lavora su altri fronti: ieri ha incrociato Mezzaroma, oggi si vedrà con Malagò, in serata verrà ricevuto dall’ambasciatore giapponese, il 5 e 6 ottobre volerà a Londra per partecipare al forum internazionale sul calcio «Leaders in football». Tutto bellissimo, per carità, ma il lavoro più grosso e urgente è da fare sul campo. E non compete a lui. Luis Enrique perde certezze ma non la fiducia della società: si andrà avanti con lui. A tutti i costi.
Dopo il fischio finale il tecnico ha riunito il suo staff e i giocatori nello spogliatoio. «La squadra – dice Sabatini – sta cercando di fare quel che l’allenatore chiede. A volte ci riusciamo a volte no. Non abbiamo tranquillità nel proporre le giocate, abbiamo il braccino un po’ corto e ci manca sicurezza. L’assenza di vittorie ci condiziona. In allenamento si lavora, ma poi si gioca troppo in orizzontale e ci sbilanciamo troppo facilmente. Non bisogna perdere la convinzione sennò ci affossiamo. Dobbiamo migliorare, ci riusciremo».
Seguendo l’esempio di Totti, «perché – sottolinea il ds – quando uno della sua levatura fa uno sforzo come quello visto col Siena c’è da essere tranquilli: se gli altri seguono il suo esempio cresceremo sicuramente». Ci vorrebbe una scossa, quella che potrebbe dare Lamela. Ma quando? «Faccio una denuncia: avevo chiesto – accusa Sabatini – alla federazione argentina di non farlo giocare al Mondiale Under 20, non lo hanno fatto e ora ci ritroviamo un ragazzo infortunato. È penalizzante». Si attendono repliche.
Il Tempo – Alessandro Austini

Ranieri veste anche Montali di nerazzurro

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Claudio Ranieri vuole anche Montali all’Inter. Il testaccino si veste di nerazzurro e con lui anche il suo staff. L’ex tecnico di Roma e Juventus si circonda dei suoi storici collaboratori, gli stessi che lo seguirono nell’avventura bianconera e giallorossa. C’è però una novità e si chiama Gian Paolo Montali, come riporta Tuttosport. Coordinatore e ottimizzatore delle risorse umane dell’Area Sportiva dell’AS Roma, nel 2009, Montali diceva: “Non parlo ma ho progetti vincenti per la Roma“.
Ex ct della Nazionale maschile di volley, campione del mondo nonché ex consigliere nel Cda della Juventus, è stato considerato un intoppo per Sabatini che pose l’ultimatum per il ds nello scorso agosto 2011 “O io o Montali“. Non era considerato uomo di calcio; evidentemente Ranieri non è della stessa opinione.

La Repubblica – La Roma per ora è solo noia. Osvaldo illude poi il Siena fa 1-1

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Fischi per la nuova Roma di Luis Enrique, ancora a zero vittorie in 5 gare ufficiali. E anzi alla fine l’1-1 col Siena – davanti a Di Benedetto all’Olimpico accanto all’ineffabile Joe Tacopina – sta proprio largo agli alunni barcellonisti e troppo stretto ai toscani, che hanno avuto almeno sei-sette palle gol contro una Roma che fa solo teoria. E sembra ormai cominciare a difettare anche di cuore e carattere. Tutti impegnati a fare il compitino si perde l’essenza stessa del calcio. Unica consolazione giallorossa avere
gli stessi punti del Milan. Ma per il resto parole e bel calcio mai visto. Luis Enrique ha scelto come base la squadra che aveva discretamente impressionato – nel gioco, ma non certo nelle conclusioni – a Milano contro l’Inter, uno 0-0 anche un po’ svalutato, a posteriori, dai disastri combinati dalla squadra di Gasperini.
Confermato il Perrotta terzino a destra – a testimonianza che i terzini autentici come Cassetti e Rosi nella Roma finiscono nei palchetti dell’Olimpico -, mentre dall’altra parte al rientro José Angel. E in attacco confermato vicino a Totti Osvaldo, mentre per la prima volta Borriello ha strappato un posto da titolare. Più che parlare di possesso palla (66%) nella Roma si deve parlare di teoria, vuole spiegare al mondo come si gioca al calcio. A volte è interessante seguire la lezione del professore ma assai di più si sbadiglia. E per divertirsi bisogna aspettare le sfuriate del Siena. Sperduti a centrocampo i terzini – tanto che i senesi, furbi, lì si infilano con Grossi o Angelo soprattutto dalla parte di Perrotta – resta una difesa a tre visto che De Rossi si sistema tra Kjaer e Burdisso a comandare il fuorigioco, rinviare di tacco, e rimettere in moto l’azione. Quella della difesa a tre – caso Inter a parte… – è un teorema che gira molto tra i guardiolani. Col Valencia (2-2) infatti Guardiola ha schierato un insolito (per il Barcellona) 3-4-3, con Mascherano, Puyol e Abidal. E così De Rossi continua a essere paragonato ora a Busquets ora a Mascherano. Mentre Totti ormai non fa più l’attaccante ma il trequartista. E in più gli tocca rincorrere tutti, perfino intervenire come uno stopper in scivolata in difesa.
La Roma stavolta il gol lo ha pure fatto (primo tempo un tiro, un gol): lancio un po’ lungo a sinistra di De Rossi, José Angel che tiene palla e rimette al centro, Borriello che la intercetta a gamba alta per farla filare davanti alla porta, e Osvaldo che la devia in gol con un tiro dal basso verso l’alto, che un altro po’ e va fuori. Andando oltre il gol, catalogato come numero 2 in tre giornate di campionato e numero 3 nelle cinque partite di Enrique, la realtà è che il Siena di Angelo, Calaiò o Brienza – Sannino aveva ben sei giocatori diversi rispetto al ko di domenica contro la Juve, con centrocampo e difesa fortemente ridisegnati – può mettere in difficoltà anche i barcellonisti di Roma. Chissà se la teoria prevede di trovarsi davanti uno come Brienza che Messi non è ma è alto come lui (1,68) e riesce pure a incornare di testa un pallone che sibila proprio sopra la traversa di Lobont. Brienza, Calaiò, Angelo, Bolzoni e soprattutto Gonzalez – proprio l’attaccante argentino ha avuto una clamorosa occasione a porta vuota tirando di testa nel secondo tempo con Kjaer che ha salvato miracolosamente di coscia – hanno mirato certamente di più alla porta di Totti, per il quale ormai l’esercizio del tiro è ridotto alle punizioni. Il Siena non si è mai arreso alla Roma, anzi, l’ha contrastata e spesso sovrastata. Il gol di Vitiello dopo il palo di Brienza proprio nel finale è stato un vero e proprio atto di giustizia. L’Olimpico che se ne è reso conto ha salutato con i fischi l’uscita dal campo.
La Repubblica – Fabrizio Bocca

Il Romanista – Cento biglietti venduti per Parma

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Per ora non decolla la prevendita biglietti per la sfida di domenica sera contro il Parma (calcio d’inizio ore 20.45). Secondo fonti provenienti dalla società emiliana, infatti, fino a ieri sera sono stati stampati appena un centinaio di tagliandi.
Una cifra irrisoria se messa a confronto con gli anni belli in cui la tifoseria romanista poteva muoversi liberamente e accompagnare i propri beniamini in giro per la Penisola. Anni in cui non c’erano i cosiddetti “figli e figliastri”. Adesso, però, la storia racconta un’altra realtà e l’ennesima limitazione del Casms, il comitato di analisi per la sicurezza sulle manifestazioni sportive, che ha imposto il divieto di acquisto ticket ai residenti nella regione Lazio (esclusi, ovviamente, i possessori dell’As Roma Club Privilege), come sempre, ha creato numerosi disagi. Alla squadra in primis e, di conseguenza, anche a coloro che non potranno godersi il viaggio nella terra del prosciutto. E che viaggio. Parma, da sempre, sia per ragioni di (relativa) vicinanza geografica, sia per motivi enogastronomici è un must per chi “macina chilometri con la Roma in fondo al cuore”.
Fatto sta che, salvo impensabili miracoli, sugli spalti del Tardini non si potrà rivedere la cornice che, ad esempio, scortò (e spinse) Totti e compagni nell’anno dello scudetto, quando Gabriel Batistuta, con una doppietta, mandò in visibilio lo straripante settore ospite. Tempi da lacrimuccia, purtroppo. Detto ciò, per chi volesse e ne avesse la possibilità, la vendita di biglietti proseguirà fino alle 19 domani nelle ricevitorie della rete di vendita Lis Lottomatica, “biglietteria calcio ospiti” presenti sul territorio nazionale e consultabili sul sito www.listicket.it. Il costo? 25 euro per la curva ospiti. Inoltre, per coloro che non sono ancora materialmente in possesso della tessera del tifoso, esibendo la ricevuta di avvenuta richiesta accompagnata dal documento di riconoscimento, sarà comunque possibile comprare un posticino allo stadio. Sempre a condizione che non ci siano motivi ostativi. In parole povere, se l’acquirente non è soggetto a Daspo o colpevole, negli ultimi cinque anni, di atti violenti durante manifestazioni sportive.
Il Romanista – Piergiorgio Bruni

Il Romanista – Non mollate ora

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Per riuscire le rivoluzioni hanno bisogno di verità. Ed è per questo che i tifosi della Roma stavolta hanno fischiato e non applaudito. Hanno fischiato un pareggio quando dieci giorni prima avevano applaudito una sconfitta. Se volete è un altro segnale di maturità: qui nessuno ha mai creduto alle favolette del mulino bianco, semplicemente perché nessuno alla Roma sta vendendo favolette da mulino bianco. Tutto il contrario. Per riuscire le rivoluzioni hanno bisogno di non fare rima con le illusioni, per questo le parole di Luis Enrique a fine partita fanno bene e sono quasi un’eco di quei fischi: «Non abbiamo fatto bene con la circolazione della palla, non siamo riusciti a far arrivare bene il pallone dentro l’area. Dobbiamo migliorare il nostro impegno abbiamo avuto un po’ di paura. Le conclusioni non sono positive. Io sono il massimo responsabile di quello che succede in campo». Poi ha aggiunto una cosa: «De Rossi e Totti sono un esempio su come bisogna affrontare adesso la situazione».
De Rossi e Totti sono la Roma. E di conseguenza giocano: senza paura, fino all’ultimo, non smettendo di crederci. Neanche ora. Soprattutto adesso. Se De Rossi a Milano era stato il mare, ieri – in una partitaccia del genere, in una serataccia simile – Francesco Totti è stato quasi commovente: nel gioco dei ruoli di questa Roma in laboratorio, ieri lui ha fatto anche il terzino e un rilancio dentro l’area da centrale, non ha mai smesso di correre per gli altri, di cercare di farli segnare. Lui che nell’haka romanista prima della partita sta al centro e grida Daje e lo fa fino all’ultimo fallo laterale. Non è un caso che De Rossi e Totti vengano dalla Sud. Probabilmente avrebbero fischiato anche loro. Di questo hanno bisogno le rivoluzioni. Perché anche questo è amore.
Il Romanista – Tonino Cagnucci

Corriere dello Sport – Adesso Totti continui con gli inviti a cena

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Mica solo gli sportivi devono brindare per quella benedetta cena che Totti ha organizzato in una trattoria della Tuscolana, invitando tutti i compagni di squadra. S’erano già visti al campo ma alla fine dell’allenamento è serpeggiato un invito che a tutti è sembrato scontato. Allora alle otto. Perchè? Perchè Francesco ci ha invitato, una rimpatriata. Non era una rimpatriata. Era un invito a cena e basta. Avreb­be pagato Totti. E perchè? Perchè gli andava di fare così e a tutti è sembrato naturale andare perchè nel­l’invito c’era un assist fantastico per andare in gol. Quel gol del cuore che tutti avevano chiesto a Totti, da quando era nato lo screzio tra lui e il nuovo alle­natore, preso male dal capitano ma poi digerito be­ne. Benissimo. E in questa bottega, visto che proprio da questa buona gente era partito l’invito, come una speranza per restituire alla squadra lo spirito del quale essa aveva bisogno, si è brindato con commo­zione. Totti ha espresso con facilità quel sentimento che tra la gente semplice dei borghi della capitale al­berga da secoli. Quel cosiddetto ‘core de Roma’ che al di là di tutti gli screzi possibili, sul più bello emer­ge e rende la disputa un fuoco di paglia e i conten­denti, fratelli. A cena si sono ritrovati assorbendo in un lampo lo spirito di questa popolare romanità espressa così bene da Totti ed anche dalla sua com­pagna, quell’Ilary che probabilmente gli ha dato una spinta generosa perchè facesse quello che ha fatto. aturalmente nessuno sa dire quale sarà il desti­no della squadra. Ma tutti sanno che all’interno di questo clima accarezzato da un venticello che si chiama ‘volemose bene’ lo spagnolo lavorerà me­glio. E che questo clima così bene raccontato dagli stornelli che s’odono d’estate nei vicoli di Trastevere ove si spandono mille trattorie di strada, favorirà una eccellente resurrezione del gruppo. Durante la cena organizzata da Totti non sono emersi problemi né qualcuno ha rivangato gli screzi passati. Si è man­giato ridendo e si è capito che solo così il gruppo si sarebbe cementato. Lo spirito che Totti ha sparso tra i suoi compagni era talmente palpabile e gradevole che in un lampo lo hanno capito tutti, qualunque fos­se la lingua che ognuno di loro parlava. A Roma gli stranieri fanno presto ad ambientarsi, bastano i ta­volini d’una buona trattoria, bastano le proposte del padrone che sa bene quali tasti toccare di fronte ad una banda di ragazzi dotati di buon appetito e la complicità discreta d’un buon cannellino dei Castel­li romani. Totti ha fatto il miracolo esaudendo un so­gno della gente ed ha segnato davvero il gol del cuo­re, che tutti gli chiedevano. utto questo per il bene della Roma, cioè la squa­dra alla quale il gruppo appartiene. E per il bene del giovane allenatore spagnolo il quale probabil­mente ha capito prestissimo quant’era grande il re­galo che Totti indirettamente gli faceva. Un’allegria costruttiva fatta di simpatia scambiata da tutti con tutti. Di serena consapevolezza d’essere nel mezzo di tanti problemi con la possibilità di superarli anche grazie ad una sintonia comune e intensa come quel­la dei ragazzi della Roma. Fors’anche tante trasmis­sioni televisive dedicate ai dibattiti politici che spri­gionano quasi sempre fuochi carichi d’ira, dovrebbe­ro essere precedute da cene conviviali in luoghi co­me quello che Totti ha scelto sulla Tuscolana. Sareb­be più gradevole vederli e certamente sarebbero, per il nostro bene, più redditizi per il Paese.
Corriere dello Sport – S. Neri

Il Tempo – La squadra ha paura

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Un quarto d’ora nello spogliatoio con il suo staff (che lo ha poi seguito in conferenza stampa) prima delle parole. Luis Enrique ha voluto rinfrancare la sua Roma traumatizzata dall’ennesimo pari. Diverso rispetto a quello con l’Inter.«Ovvio che sono deluso – attacca Luis Enrique a caldo – la squadra ha fatto tutto quello che doveva, ha fatto il nostro gioco, ma non rischiamo nel finalizzare. Il Siena ha fatto una seconda parte di gara molto buona, ma noi abbiamo avuto problemi di circolazione della palla». Ma non sembra preoccupato, semmai già concentrato sulla prossima sfida, perché la strada giusta secondo lui è questa. «Non c’è un problema che mi preoccupa – spiega – mi preoccupa tutta la situazione, la mancanza di fiducia che possono avere i giocatori perché i risultati non arrivano: il calcio non è una scienza esatta. Quindi il mio lavoro sarà confortare i miei giocatori finché non arriverà la vittoria: che non arriva per molti motivi, ma soprattutto perché la squadra ha paura. Abbiamo bisogno di una vittoria e arriverà».
Il calcio italiano non sembra essere un trauma per il tecnico asturiano alle prese con una Roma che inizia ad assomigliargli ma non ancora del tutto. «In Spagna succede lo stesso, ma in questo caso siamo ancora lontano da quello che voglio. Però resto fiducioso e tra 72 ore c’è un’altra partita importante. Il mio lavoro sarà quello di recuperare mentalmente la squadra e migliorarla». Un elogio ai romani del gruppo: «Totti e De Rossi sono giocatori importanti che hanno dato tutto e devono essere da esempio: hanno dimostrato come ci si deve comportare in certe situazioni. Francesco ha libertà assoluta all’interno del ruolo di attaccante e l’ho visto pressare altissimo: noi facciamo quel gioco ed è ovvio che facendolo rischiamo. Dobbiamo solo migliorare. Quanto servirà? Non lo so, questo è un passo indietro rispetto a Milano, vedremo. Comunque il responsabile di tutto sono sempre io».
Il Tempo – Tiziano Carmellini

Corriere della Sera – Lucho non si nasconde: “Sono preoccupato”

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«Mi preoccupa la mancanza di fiducia che i giocatori possono avere per la mancanza di risultati. Nel secondo tempo abbiamo avuto un po’ di paura e questo è normale perché non arriva la prima vittoria. È una situazione in cui dobbiamo migliorare. Anche ieri i tifosi sono stati splendidi». Se dopo il pareggio a Milano con l’Inter c’era ottimismo sulle possibilità della Roma di risalire in campionato, lo stop di ieri con il Siena ha riportato tutti con i piedi per terra.
La formazione giallorossa dopo cinque gare ufficiali è ancora alla ricerca della prima vittoria. «Le conclusioni – le parole del tecnico a fine gara – non possono essere positive, la squadra ha fatto tutto quello che poteva fare ma non riusciamo a finalizzare con tutti i giocatori come vogliamo. Il Siena ha fatto un secondo tempo importante e noi abbiamo avuto qualche problema nella circolazione di palla e ad arrivare dentro l’area».
La formazione giallorossa ha avuto ancora una volta un possesso palla superiore ma è stato il Siena ad avere le occasioni migliori. «Tutti quelli che ci affrontano giocano in contropiede, succedeva anche in Spagna. Siamo lontani da quello che vogliamo ma rimango fiducioso, il mio lavoro sarà quello di recuperare tutta la squadra e di motivarla al meglio». E per farlo si affiderà ai senatori, con Totti e De Rossi in prima fila, ma senza sottrarsi in alcun modo alle sue responsabilità. «Io sono il massimo responsabile di quello che succede in campo, non c’è nessun dubbio su questo. Sono stato chiamato per insegnare un tipo di calcio e se non ci riesco è colpa mia. Francesco e Daniele sono un esempio di come si deve affrontare questa situazione e questo mi fa essere ottimista».
Ha fatto molto discutere la scelta del tridente «pesante», con Borriello e Osvaldo esterni mentre Borini, tra i migliori a Milano, è entrato solo a partita in corso. «Mi piace la voglia che ci mette Borini ma anche Francesco e Marco e lo hanno fatto bene, hanno pressato sui centrocampisti e sui difensori. Adesso è una situazione particolare, non c’è neanche la fortuna, che nel calcio serve sempre».
Poca voglia di parlare tra i giocatori a fine gara. Uno dei pochi a fermarsi in zona mista è proprio Borini. «Bisogna essere pazienti e io dovrò averne più degli altri perché sono più giovane. È il mio primo campionato e mi ha aiutato molto giocare in Inghilterra. Lì il pressing era immediato e ad alta intensità». C’è rammarico, invece, nelle parole di Kjaer. «Dovevamo chiudere la partita, abbiamo rischiato troppo negli ultimi quindici minuti. Abbiamo il miglior possesso palla ma ci manca l’ultimo passaggio. La nota positiva è che miglioriamo partita dopo partita e resto convinto del progetto».
Il Corriere della Sera- Gianluca Piacentini

La Stampa – La Roma di Luis Enrique non sa vincere: solo pari contro il Siena

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La Roma resta in balia della maledizione di inizio stagione. E dei fischi. A 2′ dalla fine il Siena rimanda la prima festa dell’era americana: Thomas DiBenedetto – seduto in tribuna all’Olimpico – resta di sasso come Luis Enrique, quando Vitiello trova l’1-1, dopo che Osvaldo aveva provveduto a spezzare il maleficio del gol: fino a ieri i giallorossi non avevano portato a segno nessun attaccante.
«È giunta l’ora di vincere», aveva annunciato il tecnico alla vigilia. Missione rimandata. Lo spagnolo, tuttavia, difficilmente farà passi indietro: il turn over che questa volta ha premiato Borriello; la ricerca di un gioco armonioso che pure spesso si inceppa e lascia agli avversari pericolose praterie; il ruolo di Totti e quello di De Rossi, sempre più trequartista il primo, sempre più difensore il secondo. Sono tutti elementi che se mischiati fanno ancora della Roma un oggetto misterioso. Il passo falso sul campo coincide con una doppia smorfia sul fronte societario: il ds Sabatini va duro sulla Federazione argentina, rea di aver impiegato ai Mondiali Under 20 Lamela, anche se infortunato (“Un problema che può costituire una denuncia”); mentre il Viminale ha bloccato l’iniziativa del carnet di biglietti da offrire senza la Tessera del Tifoso.
La Stampa – Simone Di Segni

Il Messaggero – Tom non sorride, l’Olimpico è tabù

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Due frenate in appena 24 ore. La prima era nell’aria e riguarda lo stop dell’Osservatorio all’iniziativa sulla speciale card composta da 16 biglietti (per assistere alle restanti gare casalinghe della Roma) acquistabile senza la Tessera del tifoso.
A Trigoria erano pronti per partire oggi con la vendita ma il Viminale ha bloccato (per la seconda volta) il progetto in extremis, affermando che questo «pur essendo meritevole di ulteriore approfondimento, dovrà essere sottoposto a più approfondite analisi dopo un periodo di piena applicazione delle regole stabilite nel protocollo d’intesa» (siglato dal Ministro dell’Interno, dal Coni, dalla Figc e dalla Leghe di Serie A, B e Lega Pro, in data 21 giugno 2011). La sensazione è che la chiusura sia parziale solamente a parole ma sostanziale nei fatti, almeno per questa stagione. Il club giallorosso è rimasto molto seccato dalla decisione e gioco forza «ha sospeso temporaneamente il servizio. As Roma, tuttavia, non comprendendo le motivazioni delle determinazioni – si legge in una nota della società – si riserva di comunicare per proprie decisioni a margine del prossimo cda». Non è escluso che il club possa rivolgersi al Tar.
La seconda frenata, invece, ha sorpreso un po’ anche se va considerata come uno slittamento meramente tecnico. Riguarda l’offerta pubblica di acquisto obbligatoria totalitaria (Opa) della cordata statunitense, avente ad oggetto le oltre 43,5 milioni di azioni ordinarie della As Roma quotate sul mercato. Da quanto si è appreso ieri da un comunicato della Neep Roma Holding, questa «slitterà di 15 giorni, a far data dal 16 settembre 2011. Tale sospensione si è resa opportuna al fine di permettere alla Consob di acquisire ulteriori informazioni tra cui i dati contenuti nel progetto di bilancio d’esercizio della As Roma al 30 giugno 2011 che sarà oggetto di approvazione da parte del Consiglio di Amministrazione nell’adunanza del 27 settembre 2011». Un rinvio che non dovrebbe quindi allarmare più di tanto. Martedì, infatti, sarà approvato il bilancio d’esercizio al 30 giugno del 2011 da parte del cda che eleggerà anche DiBenedetto presidente per cooptazione e rinnoverà il consiglio. Prima di effettuare l’Opa dunque si è preferito integrare la documentazione con questo prospetto. Due stop che non hanno scalfito il buon umore iniziale di DiBenedetto che in mattinata aveva incontrato l’imprenditore Massimo Mezzaroma. Arrivato allo stadio attorno alle 20,15 – accompagnato dai legali Baldissoni e Tacopina – il proprietario del club giallorosso ha salutato in rapida sequenza Cappelli, il presidente del Coni, Petrucci, i politici Granata, Crimi, e De Lillo. Ancora una volta, nelle vesti di proprietario della Roma, ha visto la squadra di Luis Enrique non vincere. Oggi proverà a dimenticare: assisterà a Trigoria all’amichevole fra la squadra dei giovanissimi nazionali e i pari età del Sendai che ieri erano presenti all’Olimpico per Roma-Siena, insieme all’ambasciatore nipponico a Roma Masaharu Kohno che stasera riceverà DiBenedetto presso l’ambasciata giapponese.
Il Messaggero – Stefano Carina

Corriere della Sera – La Roma si illude, il Siena la punisce

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ROMA – E’ una strada difficile e in salita quella di Luisd Enrique. La sua nuova Roma mostra di seguirlo, di voler imparare un gioco offensivo e spettacolare. Ma i gol sono pochi e i risultati non vengono. mentre la manovra rimane lenta. E così il Siena, nel recupero della quarta giornata, strappa un punto all’Olimpico con pieno merito.
POSSESSO PALLA – Al gol di Osvaldo, segnato al 26′ del primo tempo su azione di Borriello, risponde Vitiello al al 44′ della ripresa: segna ribattendo in rete il pallone che Brienza aveva calciato benissimo da fuori area, colpendo in pieno il palo. In mezzo alle due reti una partita comandata nel possesso palla dai giallorossi. Ma caratterizzata anche da almeno quattro occasioni da gol per i toscani guidati da Sannino, ben organizzati in difesa e pronti a manovre veloci di ripartenza, in particolare nella ripresa. In due casi una gran parata di Lobont e un intervento in extremis di Kjaer avevano impedito il pari dei bianconeri. Alla fine arriva un 1-1 che lascia la Roma a fondo classifica, come le altre grandi del campionato in difficoltà in questo avvio, Inter e Milan. Gli stessi punti di un ottimo Siena, che ha meritato ampiamente il risultato conquistato contro la Roma.
Corriere della Sera

Il Romanista – Carnet, le big dicono no

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«Servono più approfondite analisi». Non saranno svolte mai. È solo una scusa elegante. Ora è ufficiale, il Viminale ha bocciato il carnet della Roma. Sarebbe stata determinante la pressione delle tre Grandi della Serie A.
Milan, Inter e Juventus si sarebbero schierate contro. Una vendetta per il cambio di politica della Roma sui diritti tv, che ha voltato le spalle alle big per schierarsi con la stragrande maggioranza della Serie A? Fantascienza? Sarà. Il pacchetto per le 16 gare interne doveva essere messo in vendita oggi. Formalmente – bellissimo – mica sembra una bocciatura tout court.
L’Osservatorio sulle manifestazioni sportive – si legge – «ha valutato la proposta della Roma, ma ha ritenuto necessario riesaminare l’iniziativa, che è meritevole di ulteriore approfondimento, dopo un periodo di piena applicazione delle regole stabilite nel protocollo d’intesa».
La premessa è che, a detta dell’Osservatorio, bisogna tenere conto «dei risultati straordinari conseguiti nell’ultimo campionato, conclusosi con “incidenti zero”, confermati anche in questa prima parte della stagione, da attribuirsi in larga parte all’entrata in vigore della tessera del tifoso». Come a dire, se la Roma introduce una card prepagata che può essere comprata anche dai non tesserati, si scaglia contro il sistema. Senza contare – è sempre la lettura dell’Osservatorio – che «l’introduzione di una ulteriore card potrebbe ingenerare incertezze a livello nazionale». Incertezze? E quali? Il progetto della Roma conteneva solo certezze. Il carnet avrebbe presentato la foto del titolare e non sarebbe stato venduto ai daspati e a chi fosse stato condannato per reati da stadio negli ultimi cinque anni.
Era scritto tutto nei minimi dettagli. Nulla era stato lasciato al caso. Il paradosso di questa storia, di questo pasticcio all’italiana, è che la componente dell’Osservatorio legata alle forze dell’ordine era d’accordo con la Roma. Avevano collaborato assieme, seppure sottotraccia. Ad affossare la proposta della società di lanciare un pacchetto di 16 partite all’Olimpico è stato il mondo dello sport. La Lega Pro non è stata disponibile al dialogo, ma pure la Lega di A si è messa di traverso. Milan, Inter in prima fila, e la Juve subito dietro, avrebbero fatto sapere, nelle opportune sedi, che erano contrarie all’iniziativa della Roma. Malignando, si potrebbe pensare a una ripicca per il riposizionamento della Roma americana sullo scacchiere della Lega. Sotto la gestione Unicredit-Sensi, il club aveva sostenuto Milan, Inter, Juve e Napoli nella battaglia per l’assegnazione della fetta dei diritti tv legata ai bacini d’utenza. Una scelta che DiBenedetto ha giudicato invece controproducente. Secondo qualcuno, è fantasia. Ma poi quel qualcuno si è messo a ridere: «Una ripicca? Chissà…».
E ora? La risposta della Roma non si è fatta attendere. Vendita del carnet sospesa «per spirito di responsabilità», si legge sul sito. La società, però, «non comprende le motivazioni della determinazione» e «si riserva di comunicare le proprie decisioni a margine del prossimo Cda, il 27 settembre». C’è la possibilità di ricorrere d’urgenza al Tar. C’è chi in seno all’Osservatorio glielo ha caldamente sconsigliato. Suggerendo invece di passare per la Lega e il Consiglio Federale. Una strada, però, lunga e tortuosa.
Il Romanista – Daniele Galli

Il Tempo – Ancora lunga la strada da percorrere

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Appuntamento rimandato con la prima vittoria, vantaggio sfumato a pochi istanti dalla fine, ma per la Roma questo è un punto guadagnato. Bilancio delle occasioni nettamente a favore di un Siena ottimamente disposto, miracoli di Lobont e Kjaer, alla Roma rimane la supremazia di uno sterile possesso di palla, ci sarà tanto da lavorare per trovare incisività e soprattutto velocità, sempre prime le maglie bianconere sui palloni vaganti. Ancora un generoso Totti, sprazzi di luce da Josè Angel, qualche inserimento di Pjanic, Osvaldo più presente del solito, ma insomma siamo lontani dal completare i lavori in corso. Luis Enrique stavolta aveva privilegiato l’attacco di peso, ma non è che Borriello e Osvaldo trovassero il modo di far valere la loro stazza, palloni in area pochi e prevedibili, manovra lenta e qualche errore in disimpegno che il Siena ha rischiato di punire con le ripartenze rapide orchestrate da Brienza. Più che per Brkic, ansie per Lobont, grande parata sul colpo di testa di Brienza, prima che arrivasse finalmente il gol, avviato da Josè Angel per lo splendido arresto in corsa di Borriello, sul cross basso Osvaldo ha dovuto soltanto spingere. Ma non sarebbe bastato.
Esaurito dunque, con qualche vittima illustre sul campo, tecnici mandati a spasso e squadre mandate allo sbaraglio, il doppio turno di spezzatino, ecco subito un intenso fine setttimana. E sarà ancora la Roma a chiuderlo, domenica sera al Tardini di Parma. Ma già domani, tra pomeriggio e sera, avremo tre delle preventivate protagoniste chiamate alla prova d’appello, per smaltire delusioni più o meno intense, lo zero in casella dell’Inter e del Napoli, il punticino di un Milan il cui bilancio è avvilente. Nerazzurri a Bologna, campioni e napoletani in casa, ad attendere rispettivamente il Cesena a zero e la Fiorentina a un punto dalla vetta. Pomeriggio festivo con trasferte toste che coinvolgono, in ordine di classifica, il Genoa a Verona, l’Udinese a Cagliari, la Juventus a Catania. Confronto equilibrato all’Olimpico, Lazio e Palermo tentano di trovare immediata conferma alle belle prove dell’ultimo turno.
Il Tempo – Gianfranco Giubilo

Corriere dello Sport – Sabatini contro l’Argentina: “Lamela era infortunato”

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Il ds della Roma: «Il ragazzo ha partecipato indebitamente al mondiale Under 20, ha dovuto giocare sull’infortunio e ha pagato un conto salatissimo e, devo dire, lo stiamo pagando anche noi». ROMA – Nel pre partita del match dell’Olimpico, ai microfoni di Sky Sport, il Direttore Sportivo della Roma Walter Sabatini ha parlato della situazione di Lamela, ancora alle prese con problemi fisici, mettendo sotto accusa l’Argentina per la gestione del talento durante il Mondiale Under 20. «Per Lamela abbiamo un problema e, magari, quello che dirò costituirà una sorta di denuncia, ma il ragazzo ha partecipato indebitamente al mondiale Under 20. Era infortunato, per lo meno, in partenza poteva farlo, ma poi ha giocato sull’infortunio ed ha pagato un conto salatissimo e, devo dire, lo sta pagando anche la Roma. Sono molto inquieto per questa vicenda, perché avevo chiesto alla federazione argentina di non schierarlo, Invece, il ragazzo è stato mandato in campo sull’infortunio e oggi fa fatica a riprendere una condizione accettabile, la caviglia lesionata è ancora sofferente. Non siamo molto contenti di questa storia, è una vicenda che ci vede molto penalizzati ma, soprattutto, vede penalizzato il ragazzo». Chiederete un indennizzo? «Devo dire che quando si fanno operazioni con la federazione argentina, la federazione stessa chiede il pagamento anticipato delle tasse, noi l’abbiamo già fatto, ma non abbiamo ancora a disposizione il giocatore. Francamente, il mio dispiacere è rivolto, più che altro, al ragazzo, perché si sarebbe potuto inserire più in fretta, bruciando un po’ le tappe nel capire le situazioni di gioco e le richieste dell’allenatore. Adesso, è ancora ai margini, è un ragazzo del ’92, lo aspettiamo, ovviamente».
Corriere dello Sport

Corriere dello Sport – Roma, non basta Osvaldo. Solo un pari col Siena

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Il primo gol del centravanti con la maglia giallorossa non basta alla squadra di Luis Enrique per cogliere la prima vittoria in campionato. All’Olimpico, davanti al presidente DiBenedetto, non si va oltre l’1-1 contro i toscani, bravi a credere fino all’ultimo nel pari, arrivato a due minuti dal 90′ con Vitiello dopo un palo di Brienza.
ROMA – Da pirandelliana, in cerca d’identità a San Siro contro l’Inter, a incompiuta. E’ la Roma di Luis Enrique, a cui non basta il primo gol di Osvaldo per cogliere la prima vittoria in campionato. All’Olimpico, davanti al presidente DiBenedetto, i giallorossi non vanno oltre l’1-1 contro un Siena coriaceo, capace di credere fino in fondo nel pari dopo essere andato sotto nel primo tempo, e a un soffio dal 90′, con un 3-4-3 disegnato da un sapiente Sannino, trova il gol del pari con Vitiello dopo il palo di Brienza. E a conti fatti, le occasioni da gol pendono molto di più dalla parte dei toscani, frutto del gioco verticale e delle loro ripartenze veloci piuttosto che dalla parte dei padroni di casa, che continuano nella rivoluzione spagnola del possesso palla continuo ma continuano anche a risultare sterili e poco precisi negli ultimi venti metri.
OSVALDO SEGNA, DI BENEDETTO OSSERVA – Due conclusioni di Osvaldo prima e Calaiò poi scaldano la partita che si infiamma al quarto d’ora: Grossi ha una prateria sulla sinistra, rientra per crossare e piazza il pallone sulla testa di Brienza, che colpisce in tuffo: riflesso provvidenziale di Lobont. Reazione Roma con Borriello, che di destro conclude un contropiede iniziato e rifinito da Totti: palla alta. Il capitano giallorosso gioca a tutto campo. Luis Enrique scambia di fascia Osvaldo e Borriello, che libera subito il sinistro alla prima occasione: palla deviata che si appoggia sulla parte superiore della rete. Ritmi alti, la Roma si presenta nella metà campo avversaria con otto, nove uomini alla volta, creando e offrendo molto allo stesso tempo. E per la prima volta in campionato i giallorossi vanno in vantaggio. È il 25′, José Angel trova lo spazio per il cross che Borriello addomestica in area piccola per consegnare a Osvaldo il facile tap in, quasi uno stop sbagliato, a porta vuota. Primo gol in giallorosso per l’attaccante, arrivato per 17 milioni di euro dall’Espanyol quest’estate, sotto gli occhi del presidente DiBenedetto.
CALAIO’ SFIORA IL PARI – Il gioco offensivo della Roma lascia il Siena schiacciato in difesa ma pronto a fare male in velocità: Calaiò ha la palla buona per l’1-1 ma il suo diagonale di sinistro non è preciso abbastanza e sibila solamente vicino al palo di Lobont. I toscani non offrono spazi alla ragnatela che Totti e Pizarro costruiscono a ridosso dell’area avversaria, il numero 10 ci prova da fuori un paio di volte ma si vede ribattere le conclusioni mentre Borriello si danna e litiga con Contini e Kjaer giganteggia in difesa, chiudendo bene sulle palle alte e sulle ripartenze avversarie. Primo tempo che si chiude senza recupero, con il Siena che perde Angelo per un problema muscolare: Mannini non è neanche in panchina, Sannino cambia: dentro Gonzalez, un’altra punta. SANNINO SURCLASSA LUIS ENRIQUE- Anche Luis Enrique effettua una sostituzione nell’intervallo: fuori Pizarro, dentro Gago, più sostanza e muscoli al centrocampo giallorosso. Gonzalez si presenta al 5′ della ripresa con un sinistro dal limite, alto sulla traversa. Il Siena spinge, Bolzoni scarica una cannonata dal limite al termine di un’azione tambureggiante dei bianconeri, sfera a lato. Cambio di fronte e Osvaldo scalda i pugni di Brkic. Emozioni a non finire, al 10′ ancora Bolzoni sfrutta una torre di Gonzalez e di testa manda a lato da pochi metri. Sull’azione Kjaer viene colpito dall’avversario in maniera involontaria alla tempia, il danese (il migliore dei suoi, la sua chioma bionda e le sue chiusure ricordano il miglior Mexes) rientra in campo senza problemi. L’Olimpico ringrazia Totti con un boato e uno scroscio incredibile di applausi quando il capitano rincorre un avversario pressando come un mediano, intanto Sannino passa al 3-4-3, inserendo Terzi per Grossi, mentre Luis Enrique sostituisce Borriello con Borini. Il cambio di modulo dei toscani sarà una mossa decisiva.
MIRACOLO KJAER, BEFFA VITIELLO – La partita, nonostante il possesso palla possa far pensare il contrario, è ancora apertissima e il Siena ha un’occasione incredibile per il pareggio: cross sul secondo palo per la torre di Calaiò che serve Gonzalez tutto solo, colpo di testa a botta sicura dell’attaccante ma il danese, piazzato sulla linea di porta, respinge la conclusione salvando la Roma e il vantaggio. Luis Enrique è preoccupato, il Siena è molto più pericoloso in avanti e il tecnico giallorosso continua instancabile a guidare i movimenti dei suoi difensori. Sannino prova l’ultima carta, l’esterno Rossi, per un finale incandescente, mentre Cicinho rileva un Perrotta infortunato: Pjanic sfiora il 2-0 con un siluro dai venti metri, Gonzalez non è da meno dopo una cavalcata dalla sua metà campo conclusa con un diagonale di sinistro a lato di un niente, poi arriva l’1-1: Brienza si destreggia sulla lunetta dell’area di rigore e poi scarica il destro, palo e sulla ribattuta Vitiello fulmina un incolpevole Lobont a due minuti dal 90′. Nel recupero un colpo di testa di Osvaldo fa gridare al gol ma la palla si spegne a lato di pochissimo, poi un’uscita imprecisa di Brkic e un disimpegno sbagliato di Rossi fanno trepidare la Sud ma senza esito: è l’ultima occasione del match. Cinque partite ufficiali, tre pareggi e due sconfitte con l’Europa già salutata: l’impressione è che la Roma resti un’orchestra senza assoli, un’incompiuta appunto, che deve essere completata alla svelta se si vuole puntare a scalare le posizioni in classifica, dove i giallorossi sono fermi a due punti in tre giornate. Come l’avversario di stasera.
Corriere dello Sport – Vladimiro Cotugno