Corriere dello Sport – Adesso Totti continui con gli inviti a cena

 

Mica solo gli sportivi devono brindare per quella benedetta cena che Totti ha organizzato in una trattoria della Tuscolana, invitando tutti i compagni di squadra. S’erano già visti al campo ma alla fine dell’allenamento è serpeggiato un invito che a tutti è sembrato scontato. Allora alle otto. Perchè? Perchè Francesco ci ha invitato, una rimpatriata. Non era una rimpatriata. Era un invito a cena e basta. Avreb­be pagato Totti. E perchè? Perchè gli andava di fare così e a tutti è sembrato naturale andare perchè nel­l’invito c’era un assist fantastico per andare in gol. Quel gol del cuore che tutti avevano chiesto a Totti, da quando era nato lo screzio tra lui e il nuovo alle­natore, preso male dal capitano ma poi digerito be­ne. Benissimo. E in questa bottega, visto che proprio da questa buona gente era partito l’invito, come una speranza per restituire alla squadra lo spirito del quale essa aveva bisogno, si è brindato con commo­zione. Totti ha espresso con facilità quel sentimento che tra la gente semplice dei borghi della capitale al­berga da secoli. Quel cosiddetto ‘core de Roma’ che al di là di tutti gli screzi possibili, sul più bello emer­ge e rende la disputa un fuoco di paglia e i conten­denti, fratelli. A cena si sono ritrovati assorbendo in un lampo lo spirito di questa popolare romanità espressa così bene da Totti ed anche dalla sua com­pagna, quell’Ilary che probabilmente gli ha dato una spinta generosa perchè facesse quello che ha fatto. aturalmente nessuno sa dire quale sarà il desti­no della squadra. Ma tutti sanno che all’interno di questo clima accarezzato da un venticello che si chiama ‘volemose bene’ lo spagnolo lavorerà me­glio. E che questo clima così bene raccontato dagli stornelli che s’odono d’estate nei vicoli di Trastevere ove si spandono mille trattorie di strada, favorirà una eccellente resurrezione del gruppo. Durante la cena organizzata da Totti non sono emersi problemi né qualcuno ha rivangato gli screzi passati. Si è man­giato ridendo e si è capito che solo così il gruppo si sarebbe cementato. Lo spirito che Totti ha sparso tra i suoi compagni era talmente palpabile e gradevole che in un lampo lo hanno capito tutti, qualunque fos­se la lingua che ognuno di loro parlava. A Roma gli stranieri fanno presto ad ambientarsi, bastano i ta­volini d’una buona trattoria, bastano le proposte del padrone che sa bene quali tasti toccare di fronte ad una banda di ragazzi dotati di buon appetito e la complicità discreta d’un buon cannellino dei Castel­li romani. Totti ha fatto il miracolo esaudendo un so­gno della gente ed ha segnato davvero il gol del cuo­re, che tutti gli chiedevano. utto questo per il bene della Roma, cioè la squa­dra alla quale il gruppo appartiene. E per il bene del giovane allenatore spagnolo il quale probabil­mente ha capito prestissimo quant’era grande il re­galo che Totti indirettamente gli faceva. Un’allegria costruttiva fatta di simpatia scambiata da tutti con tutti. Di serena consapevolezza d’essere nel mezzo di tanti problemi con la possibilità di superarli anche grazie ad una sintonia comune e intensa come quel­la dei ragazzi della Roma. Fors’anche tante trasmis­sioni televisive dedicate ai dibattiti politici che spri­gionano quasi sempre fuochi carichi d’ira, dovrebbe­ro essere precedute da cene conviviali in luoghi co­me quello che Totti ha scelto sulla Tuscolana. Sareb­be più gradevole vederli e certamente sarebbero, per il nostro bene, più redditizi per il Paese.
Corriere dello Sport – S. Neri

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