La sera del 25 dicembre 2011, sui canali di Sky Sport, andrà in onda l’intervista al Capitano della Roma Francesco Totti.
Cristian Panucci, tra l’altro suo ex compagno di squadra, porrà diverse domande al numero dieci giallorosso.
La sera del 25 dicembre 2011, sui canali di Sky Sport, andrà in onda l’intervista al Capitano della Roma Francesco Totti.
Cristian Panucci, tra l’altro suo ex compagno di squadra, porrà diverse domande al numero dieci giallorosso.
Franco Baldini usa Roma Channel per salutare tutti i tifosi della Roma. Il giorno dopo la bellissima prestazione contro il Bologna, il direttore generale della società giallorossa parla al canale tematico del club del presente e del futuro della squadra, in netto miglioramento negli ultimi anni, specialmente dopo i 6 punti ottenuti, in trasferta, contro Napoli e Bologna. Queste le sue parole:
I RISULTATI POSITIVI – “E’ un momento positivo, ma non ci allarghiamo. Avevo visto delle cose positive anche a Udine e Firenze, il risultato ha questa capacità magica di dare la percezione dei fatti che avvengono sotto una luce positiva. E’ chiaro che il risultato, un risultato poi così positivo come quello ottenuto a Napoli, che è un avversario fortissimo Il risultato dà la percezione che qualcosa di buono sia stato fatto, anche se ottenuto con un pizzico di fortuna. Pure però quando il risultato non veniva, come a Udine e Firenze, a parer mio si poteva vedere l’identità di squadra e di gioco, che è l’obiettivo che si voleva ottenere, e questa si sta rivelando una base buona su cui continuare ad investire”.
LUIS ENRIQUE ITALIANIZZATO – “Luis Enrique si sta italianizzando? Bisogna vedere che cosa vuol dire, gli italiani giocano in maniera molto diversa. Se si intende un gioco “catenacciaro” non credo si possa pensare una cosa del genere, se invece si parla del fatto che nelle sfide con Juventus e Napoli ci sia stato un possesso palla inferiore rispetto agli avversari dico che in campo ci stanno anche gli avversari, e queste due squadre che ho citato sono molto forti.
Da quello che vedo io Luis Enrique sta cercando di fare lo steso gioco dall’inizio della stagione. E’ rimasto incontaminato, mi sembra abbastanza evidente, i terzini sono sempre molto alti. Poi è chiaro che anche lui sta facendo un percorso di crescita, non dimentichiamoci che anche per lui si tratta della prima esperienza in una panchina importante. Sta confermando comunque tutte le buone impressioni che avevamo, anzi, forse sta anche andando meglio di quanto ci aspettassimo, perchè ha retto molto bene l’impatto con Roma, che è una cosa molto difficile. Ci sono molte differenze tra Luis Enrique e Capello. Con Capello bisogna costruire una squadra per l’immediato, mentre con Luis Enrique si va verso una direzione diversa, qua alla Roma serviva costruire una cosa dal basso, serviva del sangue fresco, dove di freschezza non ce ne era tanto, trovare il giusto mix e costituire un’dentità di gioco diverso, visto che alla gente anche questo interessa. O trovi un gioco godibile o porti alla vittoria immediata, e non avendo noi la possibilità di farlo con sicurezza, noi abbiamo cercato di rendere attraente il nostro gioco, dare un’identità e poi, con i dovuti innesti, nel tempo renderla non solo bella, ma vincente“.
IL RITORNO A ROMA – “Il mio primo istinto nel ritorno a Trigoria è stato un istinto di sopravvivenza, non mi sono lasciato prendere dall’emozione, mi sono costretto a pensare alla risoluzione dei problemi, cioè alla ricerca della soluzione dei problemi. Ce ne sono ancora molti, non ci lasciamo impressionare dai risultati che iniziano ad arrivare.
LA CONFERENZA STAMPA DI PRESENTAZIONE – “Il giorno della mia conferenza poi c’è stato un incredibile diluvio su Roma, sembrava fosse quasi un segno del destino, ma non mi sono lasciato impressionare, sono riuscito ad arrivare a Trigoria ugualmente, magari poteva essere una pioggia che cacciava quanto di negativo ci fosse vicino alla Roma. Quella conferenza non è stata un’esperienza bellissima, ero molto emozionato, ho sempre avuto la percezione che qua è sempre meglio prima fare e poi parlare, però l’importanza del ruolo ti costringe anche a fare certe cose che vorresti rimandare. Fare delle promesse mi sembra quasi uno spot elettorale, appartiene ad una logica in cui non mi rivedo”.
INIZIATIVE PER I TIFOSI – “Ci sono più cosa da fare che da dire. Delle cose piccole sono anche già state fatte e spesso non sottolineate: per esempio la possibilità di acquistare i biglietti da qui fino alla fine del campionato senza dover andare in biglietteria, l’e-commerce, la vendita on-line dei biglietti, la riapertura del botteghino la domenica allo stadio. Sono tante piccole cose, ma che vorremmo possano ridare al calcio la propria fruibilità, la sicurezza, ciò che nel resto del mondo è la normalità. Personalmente me ne sono accorto quando ho lasciato l’Italia, andando in Spagna, e, ancora di più, quando sono andato in Inghilterra, si vive in un mondo in cui il giorno della partita è una festa. Quando ti accorgi che è così devi cercare di riproporlo anche nel luogo in cui lavori”.
I MOTIVI DEL RITORNO – “Ancora non riesco a trovare la vera motivazione per cui sono tornato a Roma, è stata istintiva, ma non serve trovarla, è solo la volontà di fare ciò che si vuole”.
LE ESPERIENZE ALL’ESTERO – “Sono stato molto fortunato, ho potuto lavorare in un club importantissimo come il Real Madrid e una federazione come quella inglese, ho colto queste opportunità. Al Real Madrid, Fabio Capello è stato sul punto di essere esonerato verso gennaio, poi grazie ad alcune decisioni, fatte tra gli altri anche da me, si è riuscito a preservarlo sulla panchina e, grazie a lui, è arrivata la vittoria del campionato. Con l’Inghilterra il momento migliore è stato il cammino di qualificazione ai Mondiali, mentre quello negativo è stata l’eliminazione dal Campionato del Mondo contro la Germania. L’esperienza all’estero è stata molto positiva, qui in Italia è sempre tutto più difficile. Questo è un posto dove non esistono mezze misure. Roma ti devasta, non hai mai un ora libera, appena ne trovi uno succede sempre qualcosa, con l’Inghilterra avevo molto tempo a mia disposizione. Il giudizio sul calcio italiano ancora non posso darlo, vedo solo la realtà del club Roma. Devo dire ultimamente la squadra viene accolta sempre bene, con simpatia, sarà perchè non siamo ancora competitivi. Gli attegiamenti del tecnico e della squadra, il loro fair play forse ci fa apparire più simpatici“.
CAPELLO – “Con Capello abbiamo parlato più volte e credo che non tornerà in Italia, ha avuto già alcune offerte, anche ultimamente, e le ha sempre rifiutate. Poi nel calcio è sempre fondamentale dire “mai dire mai””.
GLI ARBITRI – “Il fatto di non parlare degli arbitri è fondamentale per costruire qualcosa di importante. Dalle altre parti è così. Cerchiamo di fare un calcio ‘depolimicizzato’ il più ‘svelenito’ possibile, se gli arbitri avranno meno responsabilità sarà anche più facile per loro”.
IL RAPPORTO CON FRANCO SENSI – “Quando è morto il presidente Sensi la prima cosa che ho fatto è stato prendere un aereo e venire a Roma per rendere omaggio alla sua salma. Se sono un dirigente è tutto merito suo: appena ho finito la mia carriera da giocatore ho iniziato a fare l’agente. Poi dopo aver fatto un paio di operazioni di mercato con la Roma (Paulo Sergio e Konsel), è iniziato un rapporto che mi ha portato a fare il dirigente e a laurearmi, visto che non sopportavo il fatto di dover correggere tutti coloro che mi davano del “dottore”, visto che qua a Roma si dà del “dottore” e dell’idiota con la stessa disinvoltura e naturalezza. Di Franco Sensi conservo cose meravigliose”.
CALCIOPOLI – “Di Calciopoli voglio parlare solo nelle sedi opportune”.
LA SOCIETA‘ – “La mentalità americana è stata fondamentale nella mia scelta. Dopo i colloqui che ho avuto ho sentito subito questo feeling e questa voglia di fare qualcosa di nuovo”.
I CAMBIAMENTI AL VERTICE DELLA ROMA – “Questo cambiamento all’interno della Roma con la crescita del ruolo di Pallotta non è stata una cosa fuori programma, lo si sapeva dall’inizio, quantomeno io lo sapevo da subito. DiBenedetto è stato il collante, colui che ha trovato dei soci per acquistare la Roma, lui è il presidente e bisogna sottolinearlo. I tempi sono quelli prestabiliti, non c’è mai stata la più lontanissima ipotesi che DiBenedetto non andasse più bene per questo ruolo. Poi se gli altri soci avessero voluto partecipare maggiormente con il lavoro nella società avrebbero potuto farlo, e Jim Pallotta l’ha fatto, inserendo nel Cda due suoi uomini”.
LA NORMALITA‘ -” Normale è rendere le cose meno importanti di quelle che possono sembrare. Se riusciamo a portare questa realtà, le cose miglioreranno”.
FRANCESCO TOTTI – E’ assurdo che io possa essere tacciato di non essere indulgente in maniera straordinaria verso il talento, e quando si parla di Totti si possono solo alzare le mani. Non posso essere descritto come uno che non è innamorato della classe visto che, come dico spesso, ho acquistato Cassano dopo essere stato a cena con lui tre volte”.
DANIELE DE ROSSI – “De Rossi l’ho trovato molto maturo. Un ragazzo che nonostante l’idolatria ha conservato la propria personalità, una persona che fa bene al calcio e alla Roma in particolare, io l’ho lasciato che era un ragazzino che poteva prendere qualsiasi direzione, e l’ho ritrovato uomo intelligente. Daniele è diverso da Gerrard e Lampard, e la partita contro la Juventus ha dimostrato che lui, a differenza degli altri due, può giocare ovunque. Sul suo contratto però preferisco non rispondere”.
PROMESSE PER L’ANNO PROSSIMO – “L’anno prossimo faremo delle cose”.
GLI AUGURI – “Auguro buon Natale a tutti i tifosi della Roma, e a tutte le loro famiglie, che vogliamo riportare allo stadio”.
La chiamano fonte Alfa: il super testimone dell’indagine Last bet, l’uomo che sa e potrebbe raccontare tutti i segreti del calcio scommesse in Italia. Come si truccano le partite, chi le trucca e quanto ci guadagna.
Un primo verbale, raccolto da un poliziotto che lo ha indicato senza nome come “fonte confidenziale”, è allegato alle circa seimila pagine depositate ieri dalla Procura di Cremona all’ufficio gip. “La fonte mi ha prospettato – annota l’ispettore – quanto segue: il fenomeno delle partite “truccate” sarebbe ben più ampio di quello emerso dalle indagini della Procura di Cremona e vedrebbe coinvolti giocatori, società e arbitri sia in serie A, sia in quelle minori”. (…)
Quando vengono taroccate le partite? “Tendenzialmente la fonte ha riferito che più o meno fino a tre quarti dei campionati possono intercorrere accordi tra alcuni giocatori di squadre avversarie per “aggiustare” i risultati delle partite, accordi che però non offrono garanzie assolute circa l’esito degli incontri, poiché intervengono tutta una serie di altre variabili imponderabili (l’impegno degli altri giocatori estranei alla combine, le decisioni arbitrali eccetera). Con l’approssimarsi della fine dei campionati, quando invece risultano più evidenti gli obiettivi delle squadre, entrano invece in gioco le società, i cui dirigenti a volte concordano gli esiti delle partite. In tal caso, al contrario, l’esito dell’incontro è praticamente sempre quello concordato, fatto questo che induce a ritenere che le società riescano in qualche modo a pilotare il comportamento dei propri giocatori e della tema arbitrale”.
Ma come si hanno le informazioni? “La fonte ha precisato che nel mondo degli scommettitori vi sono soggetti che hanno stretti rapporti con le società o con singoli giocatori i quali riescono a sapere con congrua anticipo quando una partita risulta truccata e sono pertanto in grado di effettuare scommesse; anche importanti in termini economici, su tali eventi. Naturalmente di tali vantaggi beneficiano anche tutti coloro che, in qualche modo, sono contigui ai predetti soggetti. La fonte ha parlato anche dell’esistenza di un’organizzazione criminale strutturata di slavi a suo dire molto potente in grado di alterare competizioni anche ai più alti livelli compresa l’Europa e la Champions League particolarmente attiva in Francia e Germania”. (…)
Dagli atti emergono poi una serie di dati interessanti: alcuni “zingari” erano il 10 aprile scorso, per esempio, in tribuna d’onore a San Siro per Inter-Chievo 2-0. Parlavano di quote e commentavano l’entrata in campo di Sneijder nel secondo tempo (quando l’Inter segnò i due gol) al posto del loro connazionale Stankovic. Negli atti ci sono poi riferimenti ad ex dirigenti del Pescara, che avrebbero direttamente parlato di partite, a un viaggio a Palermo dello “zingaro” Lazar (“pensava fosse anche truccata una partita dei siciliani”, ha raccontato un pentito), ai parenti di Gattuso (questa volta non il finto zio, ma un fantomatico zio ristoratore, anch’esso inesistente) e ombre sul campionato del Siena e quello del Novara, in B.
In attesa dell’esito dell’indagine, intanto, ieri è sfilato davanti al gip Guido Salvini l’ex preparatore dei portieri del Ravenna e amico di Cristiano Doni, Nicola Santoni. Ha ammesso le responsabilità, non citando mai né il capitano né i dirigenti dell’Atalanta, ma di fatto mettendoli nei guai: ha infatti detto che gli uomini vicini al bagno di Cervia (dove Doni è socio) gli avevano passato i soldi per corrompere i giocatori del Piacenza nel marzo scorso.
Repubblica.it – G.Foschini e M.Mensurati
Borriello e la Juventus sempre più vicini. Secono quanto riporta l’emitttente satellitare Sky, la società torinese infatti avrebbe offerto alla Roma 1 milione di euro per il prestito e 8 per il riscatto a fine anno. Sabatini ci starebbe pensando seriamente.
Walter Sabatini, direttore sportivo della Roma, e Pasquale Sensibile, ds della Sampdoria, secondo tuttomercatoweb.it si sarebbero incontrati nelle giornata di ieri per discutere del calciatore Pedro Obiang nel mirino dei giallorossi.
Il Palermo del neo allenatore Bortolo Mutti starebbe seriamente pensando al centrocampista della Roma David Pizarro. La valutazione del romanista è di circa 5 milioni di euro considerando anche che il contratto con i capitolini scadrà nel giugno 2013. Zamparini – secondo itasportpress.it, vorrebbe spendere di meno.
Dal suo profilo Twitter ufficiale, Tonin Llorente commenta così il momento giallorosso dopo la vittoria di ieri contro il Bologna: “Non tutto era un disastro dopo la partita a Firenze,nè oggi tutto e meraviglioso.Continueremo lavorando per migliorare”.
Bologna-Roma: tutte le dichiarazioni dei protagonisti
Luis Enrique a Sky:
“E stata la miglior partita, con equilibrio. Sono contento del lavoro dei ragazzi, dobbiamo continuare così. C’erano tanti giocatori in panchina, oltre agli indisponibili per infortunio. La rosa è la cosa più importante, lo dimostra lo stesso Simplicio, che non è venuto in ritiro e adesso è titolare. Cerco proprio questo dai miei calciatori. Oggi ho mangiato pandoro e panettone, sono riuscito a farcela, nonostante quelli che dicevano che non sarei arrivato a gennaio. Il rapporto con Totti? Con lui ho un rapporto speciale, ho giocato contro lui e il rapporto è diverso, ma ho un bel rapporto anche con gli altri. Non ho mai avuto problemi con Francesco. I miei calciatori devono pensare che il gruppo è più importante del singolo, in questo modo è più facile fare risultato. Oggi il Bologna poteva metterci in difficoltà e non abbiamo rischiato particolarmente. Il segreto del nostro lavoro? La partita conto la Juve ha dimostrato che per battere una squadra forte come loro, c’è bisogno di sacrificio. Tutti si devono mettere al servizio della squadra, quando si attacca e si difende in 11 è più facile per la squadra. Le grandi squadre fanno le fasi, offensiva e difensiva, tutti insieme. La strada è questa, mi fa piacere vederli così. Sono soddisfatto dei ragazzi. La cessione di Borriello? Questa è una domanda per la società. Se non gioca, tutto è possibile…”.
Luis Enrique a Mediaset:
“Una bellissima Roma? Si, oggi è stata una Roma più compatta, che ha creato tanto, che non ha quasi mai sofferto il Bologna, che comunque ripartitva pericolosamente. Dobbiamo continuare così. La sosta viene de maravilla. Credo che i ragazzi debbano passare del tempo con la famiglia, rilassarsi. E’ bello finire così quest’anno. Abbiamo trovato l’ossatura della squadra? No, direi di no. Dopo la Juventus c’è stato un punto in cui la squadra ha capito che dobbiamo giocare tutti insieme, che gli attaccanti devono aiutrare in fase difensiva e i difensori devono spingere in fase offensiva. Quando siamo più veloci ci sono meno tocchi, più fluidità e più facilità nell’andare in porta. Ora la squadra sta facendo tutto quello che deve fare e sono soddisfatto. Lamela, Totti e Osvaldo sempre titolari? No, assoluamente no. Giocherà chi sarà più pronto per la partita. Quando una squadra difende meglio attacca più velocemente, con più incisività. Simplicio, ad esempio: non l’ho portato in ritiro, sta facendo molto bene, ha fatto un gol, ha avuto la sua chance e l’ha sfruttata“.
Osvaldo a Mediaset:
“Questa è la vera Roma, manca ancora strada e lavoro ma è il modo giusto e la strada che vogliamo intraprendere. Non sempre riesce ma le ultime tre sono state belle partite, stiamo migliorando. Speriamo di fare ancora meglio nel 2012. Sono cresciuto come giocatore e come persona. Il mio momento è positivo, la squadra mi aiuta, i primi mesi sono stati buoni e speriamo di continuare così. Per noi è fondamentale nelle prime due azioni, poi andiamo meglio. Abbiamo giocatori di qualità. Auguri di buon natale”.
Totti a Sky:
“Un pò mi manca il gol, ma quando ci sono queste prestazioni, con la vittoria, va bene lo stesso. Mi sto mettendo a disposizione per la squadra, abbiamo un futuro. Abbiamo disputato la miglior partita della stagione, quando volevamo affondavamo e tenevamo nei momenti più difficili. Il Bologna stava abbastanza bene ma noi abbiamo giocato alla grande. Dove arriviamo? L’ho detto dopo Napoli: con questo spirito e carattere possiamo arrivare lontano, ma dobbiamo rimanere uniti. Fisicamente sto bene. Il mister vuole possesso palla e verticalizzazioni, quindi in questo ruolo per me è più facile mandare in gol i miei compagni. Ero abituato a giocare da prima punta fino allo scorso, ma l’importante è vincere. Il gol arriverà il prossimo anno, non ne faccio un’ossessione. Inzaghi e Del Piero giocano poco? Non so cosa succede nelle altre squadre, mi dispiace per loro. La contestazione? Mi è dispiaciuto per il rigore sbagliato, più di tutti, perché il momento era delicato. Ho preso questa responsabilità, è andata male ma ho accantonato tutto. Mi è dispiaciuto il modo in cui sono stato contestato, perché stavo con i miei figli e non volevo che lo vedessero, ma adesso basta il capitolo è chiuso”.
Totti a Mediaset:
“Oggi la miglior partita della stagione, riuscivamo a verticalizzare al momento giusto. Siamo stati un grande gruppo che voleva vincere e ha fatto di tutto per farlo. Dopo le tre sconfitte è stata molto dura. Ma ora godiamoci le feste in serenità. E’ un bel momento. Ora riusciamo a tenere palla tranquillamente, a verticalizzare come e quando vogliamo. Ora capiamo veramente cosa vuole il mister. Se volevo andare via? A casa, ma dove? So’ vecchio, non me se prende più nessuno. Al massimo vengo in studio da voi. C’è na poltrona libera?”.
Totti a Roma Channel:
“Oggi abbiamo giocato la miglior partita della stagione, gran possesso palla. Abbiamo verticalizzato nei momenti giusti. Volevamo continuare questo trend positivo. Penso che stiamo dimostrando di essere una grande squadra. Ci siamo ripresi e dobbiamo continuare su questa strada. Siamo più sereni? Viene dall’interno. Il gruppo è unito e il mister ci trasmette tranquillità. I tifosi ci seguono sempre. Vogliamo riportare la Roma nei punti alti della classifica. Ci sono tanti giocatori forti. Non mi sembra il caso di citarne uno, per correttezza. Il gruppo è importante e con queste prestazione possiamo riprendere la nostra marcia. Tanti compagni tecnici? L’unico neo è che segno di meno ma mi diverto di più. Tocco tanti palloni e mi diverto”.
Greco a Roma Channel:
“Le due partite contro Juve e Napoli ci hanno dato fiducia. Oggi siamo contenti dei tre punti, fondamentali. Tutti facciamo le cose fatte bene e nel momento giusto. Tutti facciamo quello che ci chiede il mister. Dobbiamo pensare partita per partita. Dobbiamo migliorare per portare sempre il massimo. I risultati aiutano, quando arrivano con grandi squadre danno ancora più fiducia. Come mi sento? Bene, nel finale ho subito solo una distorsione alla caviglia”.
Juan a Roma Channel:
“Un peccato che ci sia la sosta proprio adesso? Sì, adesso siamo più abituati al lavoro di Luis Enrique. Vogliamo continuare a lavorare per tornare più forti. Cosa è cambiato nelle ultime 3 partite? Ci sono stati episodi contro di noi, contro la Juve abbiamo fatto una grande partita. Oggi per me abbiamo fatto la migliore prestazione del campionato. Il lavoro del mister? Siamo stati sempre convinti, adesso dobbiamo continuare così. Dobbiamo continuare con questa voglia di lavorare. Più equilibrio o più fiducia? Tutti e due, non dobbiamo dimenticare che è un progetto nuovo ed è sempre difficile. Adesso il gioco inizia a venire e tutte le giocate che proviamo riescono. Adesso dobbiamo continuare a lavorare per cercare di vincere più partite possibili. Simplicio? Anche lui sta recuperando la fiducia, ha giocato due partite consecutive e oggi ha fatto una grande partita“.
Pjanic in Mixed Zone:
“Penso di aver fatto una buona partita. Ho cercato di renderli utile alla squadra e tutti noi questa sera abbiamo fatto molto bene. Siamo in netta crescita. Stiamo finalmente mettendo in campo quello che il mister ci trasmette. La carica dei tifosi mi aiuta molto: a me come a tutti i miei compagni. Sicuramente stasera c’é stata la miglior Roma della stagione”.
Pjanic a Roma Channel:
“Imparato qualche parola d’italiano? Sì, oggi abbiamo fatto una grande partita, tutta la squadra ha giocato bene. Sono contento di aver giocato e di aver vinto perché molto importante per la squadra e per i tifosi. Sono molto contento (tutto in italiano, n.d.r.). La prestazione? Sono molto contento, dobbiamo seguire la filosofia del nostro tecnico. La squadra ha iniziato ad apprendere i meccanismi dell’allenatore”.
Taddei a Roma Channel:
“Sono contento per oggi, sono riuscito a fare gol che mi mancava da tanto. Adesso abbiamo dieci giorni di sosta e vogliamo tornare al massimo della condizione. Più difficile segnare da terzino? Ancora non mi sono scordato come si segna. Cerco di fare bene la fase difensiva ma quando posso cerco di spingere in avanti. Ho fatto tanti gol in Serie A? Non sono pochi per tutti i ruoli che ho fatto. Sono contento e speriamo nel nuovo anno di tornare con la stessa grinta e la stessa voglia. Stekelenburg? Grandissimo portiere. Anche la difesa. Danno tanta serenità. La squadra sta crescendo molto bene, speriamo di proseguire su questa strada“.
Jeremy Menez, trequartista del Paris Saint-Germain ed ex-Roma ha parlato del probabilissimo arrivo di David Beckham nel club parigino. Queste le dichiarazioni del giocatore a L’Equipe : “L’arrivo di Beckham è un bene per noi e per tutto il club. E’ un grande giocatore ed è il benvenuto. Non temo la concorrenza”.
Ottima prova della Roma nel recupero della prima giornata di campionato di ieri. 2-0 al Bologna e arrivederci al 2012. Ecco tutte le foto dell’incontro.
Sotto l’albero, la Capitale trova strenne di diversa consistenza. Le più belle,le più preziose, le scarta la Roma, che dopo troppi stenti trova una fase di gloria autentica. Va a Bologna e fa letteralmente strame di una delle squadre più in forma di questo periodo. Segna due gol, si porta appresso il peso di sempre, tante le occasioni mancate per un punteggio più rotondo, ma i segnali espressi contro Juve e Napoli trovano puntuale conferma. Ci sono i risultati, c’è soprattutto il gioco, produttivo oltre che spettacolare, accanto ai giovani che crescono, Lamela su tutti, la vecchia guardia si fa onore, Taddei che sblocca il risultato dopo diciassette minuti, Simplicio che sembra miracolato, un modello di continuità. Ancora in gol Osvaldo, ed è un gol di qualità, invece ha meno fortuna Totti che non riesce a segnare pur giocando ancora ad alti livelli. Gratifica Luis Enrique il sesto posto, alla pari con il Napoli, dal quale la Roma potrà ripartire al ritorno in campo, il futuro esprime promesse rosee. Che l’impresa del San Paolo non fosse dovuta a distrazioni dei rivali, lo testimoniano i sei schiaffi rifilati da Cavani e compagnia al Genoa, per una volta non fortunato. Molti più tiepidi festeggiamenti per la Lazio, per un’ora in vacanza anticipata e salvata per dai miracoli a ripetizione di Bizzarri, poi decide di svegliarsi, produce un finale di fuoco, ma la barricata di un Chievo ordinato e saggio resiste. Resta il conforto di un 4° posto molto solido. Dopo il quasi digiuno degli anticipi, lo zero a zero di Roma è un’eccezione.
Valanga di gol su tutti i campi, rimonte rocambolesche, congedo con grande divertimento per tutti. Appuntamento a gennaio con due capoliste a braccetto, non occasionalmente quelle che la stagione stava chiaramente indicando come le favorite per il titolo. Sapeva bene, il Milan, che in nessun caso avrebbe potuto mantenere il primato solitario che il raid di Cagliari gli aveva regalato. Poteva affiancarlo o scavalcarlo la Juve, poteva raggiungerlo l’Udinese, il pari bianco nell’attesa sfida del pomeriggio ha confortato la prima ipotesi, alla ripresa si presenteranno alla pari sulla linea di partenza. Al Friuli è mancato lo spettacolo, del resto il risultato finale era quello più gettonato, a confronto le due migliori difese del campionato, nove gol concessi dall’Udinese, appena due di più la capolista, già gratificata per avere conservato l’imbattibilità, unica a riuscirvi nell’élite del calcio europeo. Poche concessioni all’eleganza e alle propensioni offensive, il livello dell’impegno è stato onorato soltanto dalla straordinaria intensità, pressing alto per comune vocazione, grande attenzione alla fase difensiva, pochissime le occasioni, diligenti ma non protagonisti Buffon e Handanovic, i due migliori portieri del torneo. Meglio la Juve nel primo tempo, timide le ripartenze dei friulani perché Di Natale era abbandonato a se stesso, ma le iniziative di Matri e Pepe, ben sorretti da Pirlo e Vidal non producevano sconquassi. Nella ripresa più convinte le iniziative dell’Udinese, alla fine gli innesti di Quagliarella e Del Piero da una parte, di Floro Flores dall’altra non hanno modificato la sensazione che non ci sarebbero stati vincitori. Giusto sottolineare, come ha fatto Guidolin alla fine, che l’Udinese era alla terza uscita impegnativa in sei giorni, questo spiega qualche prestazione sotto tono di giocatori altrimenti da ribalta, su tutti Asamoah. Ha lasciato giocare molto Tagliavento, pochissime e irrilevanti le sviste. Da parte del campionato, auguri e arrivederci al 2012, anche se è un futuro dietro l’angolo: due anticipi per sabato 7 gennaio, la Lazio apripista con il Siena all’Olimpico per l’«happy hour».
La Roma protagonista del pomeriggio domenicale, evento raro per i giallorossi. Gioca qualche scherzo strano, la collocazione del recupero della prima giornata, magari il Chievo potrebbe essere tentato di concedersi una lunga vacanza romana, visto che dopo la sfida di ieri sera con la Lazio, alla ripresa sarà nuovamente di scena sullo stesso campo, stavolta contro l’opposta sponda capitolina. Per tutte le prime della classe, un approccio morbido, calendario comprensivo verso la schiera dei patrizi che devono smaltire, in quantità maggiore rispetto alla plebe, tortellini e golosi dessert. Con la Lazio, anticipa anche l’Inter, il Parma in notturna al Meazza, routine per la Juventus a Lecce, magari qualche apprensione in più per il Milan a Bergamo.
Il Tempo – Gianfranco Giubilo
Signore e signori, la nuova vita di Rodrigo Taddei. Un esterno a tutta fascia coi fiocchi, da fare invidia ai migliori interpreti del ruolo. Quelli che giocano a sinistra, maggiormente, ma il brasiliano ha già dimostrato di saper fare lo stesso anche a destra. Per uno come lui, fa poca differenza, tanto che alla vigilia della trasferta di Bologna era in ballottaggio con Rosi. Da ieri sera però, le gerarchie sono cambiate ufficialmente: Taddei è l’esterno sinistro titolare, Josè Angel dovrà faticare un bel po’ per riprendersi il posto. L’esterno del calcio che la Roma pratica accompagna l’azione, partecipa al giro-palla, è tecnicamente dotato per contribuire alla lunga fase di possesso, non va necessariamente sul fondo a cercare il cross, piuttosto aspetta il triangolo da chiudere con il compagno vicino. (…)
MERITO – Perché ci ha messo a solidità difensiva da terzino vero, che contrasta e riparte. Nella sua zona ha comandato lui. E poi il grande merito del gol del vantaggio. I tifosi della Roma lo sanno: Taddei può fare tutto e ha il colpo nei piedi, come quello di ieri, un destro sfoderato con una coordinazione chirurgica; Gillet sbaglia, ma il pallone arriva con la giusta potenza e spunta all’ultimo minuto tra mille gambe. (…) E ora la Roma, in quella posizione non ha più bisogno di rinforzi, almeno fino alla prossima estate. «Dobbiamo insistere per raggiungere il nostro obiettivo» aveva detto alla fine del primo tempo. E alla fine di una grande partita, condotta con la tranquillità che ha soltanto chi è sicurissimo delle sue doti, Taddei ha esultato con il resto dei compagni.
ELOGI – Luis Enrique da settimane elogia il comportamento di Taddei. Non ha fatto una piega quando non era preso in considerazione, ha aspettato il suo turno impegnandosi in allenamento. Con forza, grinta: proprio quello che il tecnico spagnolo vuole. Per l’allenatore non ci sono gerarchie, gioca chi dimostra di avere “fame”, chi suda nel lavoro giornaliero, allenamento dopo allenamento. E così è andata per Taddei, che a inizio stagione sembrava ai margini, destinato a lasciare la Roma già a gennaio, al massimo l’estate prossima. «Ma io faccio il lavoro che amo, in una delle città più belle del mondo, a Roma sono sempre e sto benissimo» aveva detto qualche tempo fa. E la conferma si è vista in campo, non appena ha avuto la possibilità di mostrare il suo valore. «Una Roma fortissima, mai capitato di vedere una squadra che domina così per 90 minuti» ha sentenziato l’avversario di ieri, e tifoso della Lazio, Marco Di Vaio.(…)
GOL – Ne ha fatti tanti, di gol, dal suo arrivo a Roma. Belli, meno belli, tutti sentiti: l’esultanza con quella mano che va sotto la maglietta a mimare il cuore che batte. Una gioia che in campionato mancava da tempo, da quasi 600 giorni (599 per l’esattezza): il primo maggio del 2010, al Tardini di Parma, Taddei sfruttò un assist geniale di Totti per colpire di testa e mettere dentro il gol del raddoppio romanista (Parma-Roma 1-2). Ieri, sempre in Emilia, è andata quasi allo stesso modo: Totti ha messo in mezzo una punizione, che però la difesa del Bologna ha respinto, la palla è arrivata nella zona di Taddei, ma era a mezza altezza; il destro del brasiliano è andato su, per colpire la palla dall’alto verso il basso e non rischiare di spedirla in curva.
Corriere dello Sport – Alberto Ghiacci
Marco Borriello e la Juve sono sempre più vicini. La conferma indiretta viene proprio dall’a.d. bianconero Beppe Marotta. «Borriello è un ottimo giocatore – ha conferma ieri a Sky prima di Udinese-Juve -. Come ho già detto, noi staremo attenti a sfruttare eventuali opportunità che il mercato offre, fermo restando il grande merito che va riconosciuto a questo gruppo». Quasi a fargli eco ieri sera a Bologna l’a.d. della Roma. Claudio Fenucci, ha lasciato la porta aperta: «Abbiamo tante offerte per Borriello».
In realtà i due club sono orientati ad un’intesa per un prestito dell’attaccante che non rientra nei piani di Luis Enrique. Prima, però, la Juve deve trovare una sistemazione ai suoi attaccanti a fine corsa. Per Amauri c’è un discorso più avviato con il Genoa. Più fluida la situazione per Iaquinta: c’è stato un contatto con il Parma, ma potrebbero arrivare offerte dall’estero. E, poi, c’è Luca Toni: per lui c’è una pista che porta negli Stati Uniti. Ma è presto per individuare una soluzione.
Gazzetta dello Sport – Carlo Laudisa
La fiondata di Osvaldo fu Cipolla è un colpo di cannone dopo una prova orchestrale: non c’è un interprete che stecchi, uno strumento fuori tempo, è tutto un concerto di violini, trombe, tamburi e tuono finale. Due a zero, tutti a casa. Siamo solo al 45′, termine del primo atto, standing ovation romanista, la Roma ha già fatto spettacolo. Mai così padrona del campo, mai così bella sul palco. Il più grande primo tempo della nuova era rende il grande freddo bolognese più sopportabile e allieta il Natale giallorosso: panettone più digeribile per i tifosi, torrone più morbido per Luis Enrique.
Canti, balli, feste Quello che viene dopo, sposta poco. Secondo atto in surplace, la Romaarriva in porto per inerzia, gigioneggiando, tanto le viene tutto facile, qualche peccato di superficialità non consente di arrotondare il risultato, l’unico a rammaricarsene è Totti, ancora a secco. Comunque è uscito dal campo col sorriso, intorpidito dal gelo, ma già pregustando il caldo di una meta esotica. «Tutti al mare» cantava il capitano mentre abbandonava il Dall’Ara. «Non ho segnato, lo farò contro il Chievo. Ma sono felice lo stesso quando la Roma gioca e vince in modo così autorevole: ora riportiamo questa squadra dove le spetta, in cima alla classifica». Già, c’è aria di festa nello spogliatoio giallorosso. Rodrigo Taddei sta vivendo una nuova vita da terzino e un periodo magico, sempre più dentro la Roma di Luis Enrique, ieri perfino in gol, il primo di questo campionato. Non segnava in Serie A da 598 giorni. «Non mi sono dimenticato l’odore del gol – sorride -, stiamo vivendo tutti un grande momento, torneremo dalla sosta al massimo della condizione, e intanto abbiamo fatto un bel regalo di Natale ai nostri tifosi».
Cartellino Osvaldo ha continuato a timbrare il cartellino: risorto a Napoli, devastante a Bologna, dove è arrivato il settimo gol stagionale. «Ho concluso l’anno alla grande, spero di continuare così nel 2012. La squadra è cresciuta, ora siamo molto più sicuri di noi stessi. Qui, a Bologna, abbiamo giocato una grande partita, non so se sembravamo il Barcellona, ma certamente il pallone ce l’abbiamo avuto sempre noi». Pure Miralem Pjanic gongola. «Dopo la partita saltata per squalifica, era importante per me vincere questa sera. La squadra cresce, la filosofia del mister la sentiamo sempre più nostra. Manca ancora tanta strada, ma i meccanismi ormai sono quelli giusti».
Peccato «Cominciamo a raccogliere i frutti – gli fa eco Juan -, era normale dopo quattro mesi di lavoro. Ma abbiamo avuto sempre fiducia nelle capacità di Luis Enrique, anche quando i risultati non arrivavano». Insomma, grande finale di 2011, grande speranza per il 2012. Il Natale benedetto arriva nel momento meno opportuno, forse: più che festeggiare, la Roma avrebbe continuare a giocare, tanto ha trovato l’assetto giusto. «Davvero è un peccato – chiosa capitan Totti -, ci avevamo preso gusto, anch’io…».
Gazzetta dello Sport – Alessandro Catapano
Non è stato un vertice di mercato vero e proprio ma una sorta di visita di cortesia tra vecchi amici. Anche se, conoscendo i protagonisti, sicuramente si sarà parlato di calcio. E di giocatori. Ieri, a far visita a Sabatini e Baldini nell’albergo della Roma, c’era Pasquale Sensibile, direttore sportivo della Sampdoria.
La Roma, che punta a inserire in pianta stabile in prima squadra Viviani, aveva fatto più di un pensierino su Obiang ma se dovessero restare sia Simplicio, sia Greco e Pizarro sembra difficile che per lui possa esserci spazio. La situazione dei tre centrocampisti è comunque in divenire: il brasiliano potrebbe restare – Luis Enrique lo avrebbe espressamente richiesto – mentre sembrano in bilico il cileno (che non intende trasferirsi in Spagna al Malaga) e Greco, anche se ieri il suo agente, Bozzo, ha detto che ci sono «buone possibilità per il rinnovo del contratto» in scadenza a giugno. Greco avrebbe chiesto intorno agli 800mila euro, la Roma sta valutando anche perché sul giocatore c’è – ci sarebbe – un interessamento della Juventus. E qui entrano in ballo Borriello e Quagliarella: i bianconeri, interessati al romanista, vorrebbero inserire nella trattativa l’attaccante che Conte non considera indispensabile nel suo gioco ma la Roma non è interessata. E’ disposta a trattare per Borriello – anche se la Juve ancora non si è esposta direttamente – ma non intende, almeno per ora, accettare contropartite. (…)
In tutto questo quadro vanno quindi inserite le parole del dg della Juventus Marotta, che ieri è tornato a parlare di mercato: «Borriello è sicuramente un buon giocatore, ma ancora non abbiamo parlato con la Roma. Non possiamo permetterci di andare oltre un certo budget, motivo per cui siamo pazienti nell’affrontare l’argomento calciomercato». Paziente è anche l’ad giallorosso Fenucci che, prima della partita di Bologna, ha detto: «Borriello ha diverse richieste, cercheremo di trovare una soluzione. Dobbiamo pensare a sfoltire la rosa». Tra i giocatori che potrebbero andar via al momento, secondo la Roma, non c’è Heinze, che pure, almeno stando a sentire le parole del presidente del Lanus, starebbe pensando a un ritorno in Argentina.
Il Romanista – Chiara Zucchelli
«Il panettone e il pandoro l’abbiamo mangiato, e in tanti avevano detto che non ci sarei arrivato». È soddisfatto Luis Enrique perché ha avuto le risposte che aspettava. Alla vigilia aveva chiesto alla Roma la stessa intensità e le motivazioni messe in mostra col Napoli e con la Juventus. «È stata la gara più completa di questa squadra. C’è stato grande equilibrio nelle due fasi, siamo entrati in campo nel migliore dei modi e abbiamo avuto tante palle gol». Dopo tanti esperimenti Lucho sembra aver trovato la quadratura del cerchio. «Non è la squadra base perché mancavano tanti giocatori. Per me è più importante la rosa, ci sono giocatori che hanno dimostrato di poterci stare: l’esempio è Fabio Simplicio, il lavoro ti dà la possibilità di entrare nella squadra titolare».
Gioca in difesa, lo spagnolo, solo quando si parla di Marco Borriello, non convocato per Bologna e ormai in uscita («Ha diverse richieste – le parole dell’a.d. Fenucci – cercheremo di trovare una soluzione»). «Decide la società, io sono l’allenatore. Se non gioca è tutto possibile». Totti è rimasto ancora una volta a secco, ma non può essere un caso che da quando è tornato titolare la Roma ha ricominciato a girare. «Con Francesco ho un rapporto speciale, lui non è mai stato un problema per me. Faccio sempre quello che credo sia meglio per la squadra, cerco di far capire a tutti che i grandi campioni fanno parte di una squadra. Quando i giocatori pensano tutti allo stesso modo è più facile fare risultato».
La pensa così anche lo stesso Totti. «Mi manca il gol, ma quando ci sono queste prestazioni va bene lo stesso. L’importante è vincere, il gol arriverà sicuramente, non è un’ossessione. Mi sto mettendo al servizio della squadra come ho sempre fatto. Questa squadra ha grandi prospettive per il futuro, credo che abbiamo disputato la miglior partita della stagione, abbiamo gestito bene la situazione, siamo stati superiori in tutto. L’ho detto dopo Napoli, se continuiamo con questo spirito e questa cattiveria possiamo arrivare veramente lontano. Il mister vuole tanto possesso palla e verticalizzazioni, ho più facilità a mandare in gol i miei compagni. Il rigore sbagliato con la Juve? Il più dispiaciuto ero io. Non ho mai pensato di andare via, mi è dispiaciuto essere contestato davanti ai miei figli ma il capitolo è chiuso».
Gol numero sette in campionato per Daniel Osvaldo. «Sono molto contento – le sue parole al termine della gara – per quello che sto facendo. In questi sei mesi a Roma sono cresciuto come calciatore e come uomo, i compagni mi hanno aiutato tantissimo. Ora giochiamo meglio e siamo più sicuri di noi stessi e più contenti. Dal punto di vista personale per ora sta andando bene, speriamo che il 2012 sia altrettanto buono. Come il Barcellona? Non esageriamo ma se giochiamo così andremo lontano anche se la strada è ancora lunga».
Corriere della Sera- Gianluca Piacentini
Per raccontare Bologna-Roma (0-2) non si può non partire dalla fine. E non, o meglio non solo, da tutti i giocatori insieme sotto al settore dei tifosi romanisti. Non da Luis Enrique che dà uno schiaffo in testa al suo vice, Moreno, adeguandosi a quello che fanno i giocatori in mezzo al campo. Non dai saltelli di Llorente, dagli abbracci dei dirigenti in tribuna, dal sorriso di Tacopina che fa il segno di vittoria. Per raccontare Bologna-Roma non si può non partire dal sorriso così tanto romanista di Francesco Totti che, dopo aver cercato in tutti il primo gol stagionale, torna verso gli spogliatoi cantando per tutto il campo “Tutti al mare”. E la Roma lo porta davvero il sole e il mare nel gelo di Bologna. Lo porta grazie a una prestazione perfetta, fatta di possesso palla, improvvise accelerazioni, due gol (Taddei e Osvaldo), tante occasione intercettate da Gillet e pure un paio di parate importanti di Stekeleburg. Un dominio lungo 95 minuti, che consegna a Luis Enrique la seconda vittoria di fila, il settimo punto in tre partite e, soprattutto, un Natale sereno. (…)
Al 17’ la Roma passa meritatamente in vantaggio: punizione di Totti, la difesa del Bologna respinge corto, il pallone arriva sul vertice sinistro dell’area dove è appostato Rodrigo Taddei che calcia di destro, il pallone rimbalza davanti a Gillet che però non riesce a bloccarlo. Uno a zero e solito cuore sotto la maglia che batte per il brasiliano. Da una fascia all’altra: ci prova anche Rosi che si libera bene di Morleo e lascia partire un destro che sfila però lontano dalla porta. La Roma continua a macinare gioco, ancora con Simplicio e Rosi va di nuovo alla conclusione ma Gillet è attentissimo. E Luis Enrique, in panchina, si sbraccia con Lamela, l’unico ad essere ancora un po’ fuori dal gioco. La partita va avanti piuttosto spigolosa, in particolare Ramirez è nervosissimo e De Marco lo grazia un paio di volte. Così come Osvaldo grazia Gillet: Morleo, pressato da Totti (che gioca defilato sulla destra), passa indietro al portiere, l’argentino si avventa sul pallone, dribbla il numero uno del Bologna ma il suo tiro sfiora a lato. (…)
Il quale, a fine primo tempo, è protagonista di un gesto quasi più bello del gol: si avvia verso il tunnel degli spogliatoi, si lega i capelli, vede Lamela qualche metro dietro di lui. Si ferma, sorride, lo aspetta e lo abbraccio. Fine. E inizio del secondo tempo, che vede la Roma in campo con gli stessi undici. Il copione non cambia: Totti e compagni fanno la partita, il Bologna è retto solo da Gillet che, dopo sei minuti, manda in angolo una splendida punizione calciata ancora dal Capitano. Dopo un quarto d’ora ci prova Lamela che, da posizione defilata, tenta un pallonetto: buona l’idea, meno l’esecuzione. La Roma entra nell’area del Bologna con una facilità imbarazzante e Osvaldo, col sinistro, manca il 3-0 per una questione di millimetri. Così come Totti, di testa, servito ancora dal numero 9. Il Bologna si affaccia per la prima volta in area romanista al 20’ con Diamanti, ma Stekelenburg è bravissimo a farsi trovare pronto. Al gol va ancora vicina la Roma, di nuovo con Osvaldo, che poi viene preso a calci dai giocatori del Bologna che poi resta in 10 per l’espulsione di Portanova. La porta del Bologna sembra essere stregata per Totti il cui destro, su assist di tacco di Osvaldo, termina ancora una volta fuori.
Il Romanista – Chiara Zucchelli
Adesso la Roma esagera. Il secondo successo di fila, 2 a 0 contro il Bologna, è la più bellla prestazione del nuovo corso. Luis Enrique ottiene al Dall’Ara la quarta vittoria esterna raccogliendo i frutti del suo lavoro da perfezionista.
(…) La partita potrebbe durare all’infinito, il gruppo si diverte a creare chance sull’onda barcelonista. Il punteggio è bugiardo, tra sprechi e parate di Gillet. Peccato che arrivi la sosta di Natale, proprio ora che i calciatori ci stavano prendendo gusto. Come previsto, Luis Enrique, pur schierando nel recupero della prima giornata la diciottesima formazione diversa in 18 gare ufficiali, cambia solo un giocatore e per dieci-undicesimi conferma la squadra di domenica sera al San Paolo: dentro Pjanic per Greco. Gli è piaciuta troppo la Roma che ha vinto con merito contro il Napoli per andarsi a complicare la vita contro il Bologna quartultimo in classifica. L’asturiano ha ragione, perché la squadra, con la miscela perfetta tra giovani e senatori, riesce a fare addirittura meglio. Nel primo tempo è straripante. Non solo si porta avanti di due reti, ma il dominio è assoluto, offrendo il meglio del repertorio dell’idea di calcio del tecnico di Gijon: possesso palla (68 per cento, 11 in più che al San Paolo), verticalizzazioni, pressing alto, terzini che avanzano e attaccanti che difendono. Il ritmo è pazzesco e produce una raffica di occasioni. Totti calcia subito di sinistro, ma Gillet para.
Al diciassettesimo il capitano batte una punizione da destra, Perez rinvia di testa e Taddei, appostato al limite dell’area, conclude al volo di destro nell’angolo scoperto: uno a zero e primo gol stagionale del brasiliano, il più bravo della serata. Il Bologna, a parte qualche tentativo di Diamanti e Di Vaio, assiste all’esibizione dei rivali. Il 4-3-2-1 di Pioli è fragile, forse leggero in alcuni interpreti come il mediano Casarini, sostituito nell’intervallo con Mudingayi. Con tre passaggi la Roma arriva spesso al tiro: Taddei per Totti che allarga per Osvaldo. Velo del centravanti e botta di destro Simplicio che indirizza centralmente: Gillet respinge. Osvaldo, ex rossoblu, rientra fin dentro l’area giallorossa. Spazza di testa e di piede. Prende pure un giallo per aiutare Rosi, in difficoltà contro Diamanti. Ma è proprio l’italoargentino a chiudere la partita. Ci prova prima, al trentanovesimo, su regalo di Morleo, retropassaggio corto, scartando anche Gillet, con palla depositata però a porta vuota sull’esterno della rete. Ci riesce un minuto dopo. E’ una delle azioni più belle della serata. Tocco in profondità di Pjanic per Totti che acchitta il pallone a Osvaldo un metro dentro l’area: destro potente sul palo scoperto per il 2-0 e la settima rete del centravanti che impugna il mitra davanti ai tifosi giallorossi presenti al Dall’Ara. Pjanic, De Rossi e Simplicio insistono con il tiqui taca e Totti, regista offensivo, dirige l’orchestra asturiana.
Pioli, oltre a Mudingay, comincia la ripresa anche con Gimenez per Ramirez. Ma la giostra giallorossa resta accesa. I compagni vogliono far segnare Totti, a digiuno da sette mesi. Il capitano inizia la caccia al gol con una punizione piazzata vicino al palo: Gillet in angolo. Osvaldo manda al tiro Lamela: ancora bravo il portiere del Bologna. Sempre l’italoargentino: cross per Totti e colpo di testa a lato. Diamanti chiama alla parata anche Stekelenburg che, sbilanciato, devia in angolo. Luis Enrique fa un po’ di turn over in corsa: Bojan per Lamela, a metà tempo, e a seguire Greco per Pjanic. Cade in area Kone, contrasto con Rosi. Portanova esagera con le proteste: espulso al trentaduesimo. Pioli toglie Kone: ecco Antonsson. In superiorità numerica la Roma non si placa. Totti va al tiro altre due volte. Niente da fare, appuntamento al 2012.
Il Messaggero – Ugo Trani
E’ festa Roma. Perché a Bologna è arrivata una vittoria importante, che permetterà di trasccorrere con serenità le vacanze di Natale. A tutti: società, tecnico, squadra e tifosi. E infatti a fine partita, negli spogliatoi, i volti erano quelli della soddisfazione. Baci, sorrisi, abbracci. I dirigenti che vanno incontro ai giocatori faticano a trattenere la gioia: i tre punti presi al Dall’Ara danno nuova linfa al progetto-Roma. L’idea è stata elaborata, portata avanti, ha vacillato, rischiato di naufragare e infine è rinata, dopo il pareggio con la Juventus, tra Napoli e Bologna. E ora tutti ci credono di più. A partire dal capitano, Francesco Totti. Ci ha provato e riprovato a trovare il primo gol stagionale, ci è andato vicino di un soffio, non ci è riuscito. Ma alla fine è stato uno spettacolo lo stesso: usciva dal campo ballando e cantando «tutti al mare, tutti al mare…» nonostante il clima fosse molto più da montagna. (…)
GIOIA – Era felice il capitano. Ha sorriso amaramente quando la palla non è entrata, in una delle tante occasioni avute: «Mi manca il gol ma sono contento lo stesso. Mi metto al servizio della squadra che ha grandi prospettive. Prima o poi segnerò, sicuramente. Non ne faccio un’ossessione…» (…) «Abbiamo disputato la partita migliore della stagione. Affrontavamo una squadra che stava bene e siamo stati superiori, abbiamo gestito la situazione. Se continuiamo così andremo molto lontano. Ma è importante restare uniti» . Totti al centro della Roma. Con un ruolo nuovo rispetto al passato, né centravanti né trequartista. Regista d’attacco: «Mandare il gol i compagni è una cosa che mi riesce abbastanza facilmente. A livello fisico sto bene, tutto gira intorno a me, cerco di mettermi a disposizione. Ero abituato a giocare prima punta, però l’importante è vincere» .
FUTURO – Il numero dieci giallorosso non finisce mai di stupire. E’ alle spalle anche l’amarezza accumulata per la mini-contestazione subita a seguito dell’errore dal dischetto contro la Juventus: «Ci ero rimasto male, mi era dispiaciuto soprattutto perché stavo con i miei figli, non volevo che sentissero queste cose. Io accetto tutte le critiche, quando sono da solo possono dirmi tutto. Volevo segnare e vincere ma i rigori si possono sbagliare. Era un momento delicato e mi sono preso la responsabilità. Purtroppo è andata male, ora penso al futuro. Lontano da Roma? Non ci ho mai pensato, il capitolo è chiuso. E poi so’ vecchio, dove volete che vada, al massimo posso andare a casa, non me se prende più nessuno… (ride, ndr)». Il capitano, nei momenti di difficoltà come in quelli di tranquillità, prende per mano il gruppo: «Siamo sereni perché sappiamo di essere un gruppo forte e unito. Ieri volevamo vincere e lo abbiamo fatto. Il mister ci dà tranquillità, i tifosi ci seguono sempre, vogliamo riportare la Roma in alto. E ora godiamoci le feste».
Corriere dello Sport – Alberto Ghiacci