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La Gazzetta dello Sport – Buon Natale. Calcio totale, Roma solidale. È nata una stella?

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Qui Bologna, a voi Roma. “La partita più bella della stagione”. E il domani, d’improvviso, appare sotto una luce migliore. Come il cielo sopra la Roma, finalmente vuoto di nuvole. “Puntiamo ad un grande 2012″, ha annunciato come uno squillo di tromba Osvaldo. “Riporteremo la Roma dove le spetta, in alto”, gli ha fatto eco Totti. “Stiamo facendo un percorso, abbiamo una nostra identità, un’idea di gioco precisa”, ha ribadito ieri Franco Baldini. Ecco, sono bastate tre partite in fila perché il sogno di una diversità romanista, così orgogliosamente annunciata, si scoprisse ancora libero. “Benvenuti nel calcio moderno…”, Luis Enrique lo aveva annunciato già a Napoli. L’allenatore non si sente più solo, anzi ora quanti sorrisi e braccia intorno a lui.

La svolta – Quando è scoccata la scintilla? Lo ha svelato lui stesso mercoledì sera, riavvolgendo il nastro delle ultime due settimane. “Contro la Juventus. Quella sera abbiamo capito i nostri errori e dimostrato a tutti che è difficile batterci se giochiamo compatti, se tutti si sacrificano”. Quella sera, come dice Luis Enrique, la squadra nell’emergenza si è scoperta solidale, eccola la scintilla: “Da allora attacchiamo in undici e difendiamo in undici, pressiamo alto e ripieghiamo — racconta il tecnico —, così vincere diventa molto più facile”. Già, il passaggio dalla Roma solidale al calcio totale è venuto di conseguenza, “perché — ancora parole di Luisi ragazzi hanno capito che il gruppo viene prima delle ambizioni personali”. È il “noi” che prevale sull’ “io”, è il collettivismo cui Luis Enrique anelava dall’inizio della sua avventura. E coinvolge quasi tutti, anche chi era stato messo in un sottoscala. Taddei riciclato, Simplicio rilanciato, Juan resuscitato, sono i casi più eclatanti. Non per caso l’allenatore ha utilizzato 29 giocatori in questi primi mesi. “Non c’è una formazione definita, nemmeno in queste ultime partite — ha assicurato Luis Enrique —. Ho una rosa ampia e voglio sfruttarla. Avete visto Simplicio? Non l’ho portato nemmeno in ritiro e ora è uno dei migliori”. Insomma, c’è voluto un po’, ma adesso è davvero calcio associativo. “E lo hanno capito tutti, pure gli attaccanti. Anche loro ora hanno un atteggiamento diverso”.

Come si cambia – Anche nel cielo di Totti è tornato il sereno. Eppure, non ha ripreso a segnare. Eppure, continua a giocare lontano dalla porta, “ma ora la manovra passa da me e se la squadra gioca con questo spirito io sono felice lo stesso” e a Bologna è stato evidente, prima, durante e dopo la partita. Quel “tutti al mare” è stata la cartolina più bella della serata. Anche nel caso di Totti, bisogna chiedersi: cosa è cambiato dalla cena di Natale alla vittoria di Bologna? Come è passato dal quel “posso anche andare via” al “non vado proprio da nessuna parte”? Due partite vinte hanno avuto tutto questo potere? Chissà, magari un giorno si scoprirà che Totti, l’allenatore e i dirigenti hanno firmato un patto di ferro, di quelli “uniti per la Roma di Luis!”, e da quel giorno remano tutti nella stessa direzione. Di sicuro, la Roma con Totti in campo viaggia al doppio della velocità: 18 i punti conquistati dalla squadra di Luis Enrique nelle 9 partite 5 vittorie, 3 pareggi e 2 sconfitte disputate dal capitano, solo 6 nelle sette gare 2 successi e 5 k.o. disertate. Vorrà pur dire qualcosa, vero Luis?

La Gazzetta dello Sport – Alessandro Catapano

La Repubblica – La rinascita passa da Osvaldo. E Baldini elogia Luis Enrique

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Sette gol, più una bella rovesciata annullata ingiustamente, e la sensazione che Osvaldo sia uno dei segreti della rinascita romanista. Non solo per le reti, ma soprattutto per quella sua voglia matta di mettersi a disposizione della squadra, di lottare su ogni pallone, a costo di risultare irritante e “borbottone” nei confronti dei compagni. L’argentino, destinato a essere protagonista anche nella nazionale azzurra, è un passionale, uno che male digerisce le critiche ma che, c’è da giurarci, è l’ultimo a tirarsi indietro davanti alle difficoltà.
È a lui che Luis Enrique si aggrappa, mentre Baldini elogia il tecnico spagnolo. “Sta giocando nello stesso modo di inizio stagione — l’analisi del diesse al Romachannel — il possesso palla è rimasto lo stesso, e siamo calati contro Napoli e Juve solo perché sono due grandi squadre. Il tecnico è al suo primo anno e sta già andando al di là delle aspettative. Non si è italianizzato, soprattutto se si fa riferimento al vecchio concetto di catenaccio, non riesco a capire come lo si possa definire così”.
La squadra è in vacanza, una vacanza piuttosto lunga, visto che la ripresa degli allenamenti è prevista per il pomeriggio del 2 gennaio, a soli sei giorni dalla sfida casalinga con il Chievo. Fino a quella data ci sarà il margine giusto per provare a sottoscrivere il rinnovo contrattuale di De Rossi. La tempistica comincia a essere quantomeno preoccupante. “Mi avvalgo della facoltà di non rispondere — sorride Baldinial di là di questo, Daniele è una persona pura, con un’identità ben definita. È una persona di cui la Roma ha bisogno. Contro la Juve ha dimostrato di poter passare da mezzala, a interno, a difensore centrale, come pochi altri centrocampisti in Europa possono fare”.

La Repubblica – Francesca Ferrazza

Corriere dello Sport – Borriello-Juve si mette in discesa

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Rimosso l’ultimo ostacolo per il passaggio di Marco Borriello alla Juventus: la società bianconera è pronta all’acquisizione temporanea solo in assenza di obblighi di riscatto, e la Roma fa sapere di essere disposta. Il progetto di Beppe Marotta, che già sei anni fa portò il centravanti alla Sampdoria e che nell’estate 2010 lo contese proprio ai giallorossi, rischiava d’aggrovigliarsi su questo punto, ma adesso la trattativa è spianata, legata semplicemente alle cessioni in attacco: in partenza Amauri Carvalho de Oliveira, che si è sempre allenato con la Primavera; Vincenzo Iaquinta, ormai estraneo ai programmi e infatti non convocato nemmeno in Coppa Italia; (…)

RISPARMIO – Il solo risparmio dell’ingaggio dell’italo-brasiliano permetterebbe di finanziare il prestito oneroso (1,5 milioni di euro) e l’ingaggio di Borriello per metà stagione (2 milioni senza contributi dalla Roma: questa è invece la condizione giallorossa), assicurandosi una soluzione offensiva in più nell’immediato e ponendo la prima pietra della rifondazione di giugno quando andrà via a parametro zero, destinazione Usa, anche Alessandro Del Piero. In organico rimarranno soltanto Fabio Quagliarella (la Juve smentisce seccamente lo scambio con Borriello rimbalzato in rete), Alessandro Matri e Mirko Vucinic, perciò il reparto dovrà essere implementato: sotto osservazione il gioiello dell‘International, Leandro Damiao, e i giovani Mattia Destro del Siena, Richmond Bokaye del Sassuolo, Manolo Gabbiadini dell’Atalanta e John Guidetti del Manchester City. Per il top player d’attacco si scomodano in verità i nomi di fuoriclasse che meditano l’addio ai loro club (da Gonzalo Higuain del Real Madrid a Fernando Torres del Chelsea, per il quale c’è addirittura chi immagina uno scambio immediato con Milos Krasic), ma fra tutte le candidature di oggi e domani la più concreta è quella di Borriello. Così sicuro di lasciare la capitale da aver cominciato il trasloco e così attratto dalla Juventus da spingere il presidente del Genoa Enrico Preziosi su altri obiettivi e nicchiare persino davanti alla proposta dell’Olympique Marsiglia. (…)

ADDIO – Pressoché inevitabile l’addio di Krasic: la Juve conferma di non voler svendere il serbo, ma il manager Dejan Joksimovic (“Unico procuratore di Milos”sottolinea a Tmw) dice senza mezzi termini che “il ragazzo andrà via dalla Juventus”. Poi aggiunge che il Chelseaè interessato al calciatore”, colorando indirettamente il sogno Torres. Seduzioni di mercato, con epicentro in attacco benché le priorità siano un difensore (Martin Caceres e Salvatore Bocchetti davanti a tutti) e un centrocampista (…)

Corriere dello Sport – R.Maida, A.Barillà

Il Romanista – Taddei, ovunque e comunque

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C’è stato un giorno, subito dopo Inter-Roma, che ha cambiato la stagione di Rodrigo Taddei. Spogliatoio di Trigoria, Luis Enrique parla alla squadra, siamo a metà settembre: il ritiro è alle spalle, Taddei in campo si vede poco e quando c’è, vedi San Siro, gioca in un ruolo per lui inedito, quello di terzino sinistro. All’inizio non è convinto poi però si adatta perché per lui l’importante è solo giocare a calcio. Luis Enrique se ne accorge e, davanti a tutta la squadra, cita e loda il brasiliano: “Uno – le sue parole – da prendere come esempio”.

Ma Taddei non dice sì. Non parla. Non risponde. Aspetta. Continua ad allenarsi sempre nello stesso modo. Anche da solo, come gli piace fare a fine seduta, quando rimane in campo a palleggiare spesso senza scarpini. Non gioca, Rodrigo, ma si ricorda ancora quel discorso di settembre di Luis Enrique. E’ quello che gli dà la forza di continuare a crederci. La sua occasione arriva sabato 5 novembre: a Novara, durante la riunione tecnica, quasi a sorpresa Luis Enrique comunica che sarà lui a giocare terzino sinistro. Ancora una volta. In maglia bianca – come ieri a Bologna – Taddei sfrutta al meglio l’occasione: la Roma vince, lui non brilla ma dà sicurezza alla squadra in un ruolo dove José Angel, ancora troppo giovane, non fornisce le stesse garanzie. Da quella sera Luis Enrique non lo toglie più.

Sempre in Emilia visto che allora, il primo maggio 2010, Taddei segnò a Parma. Mai immaginava, quel giorno in cui la Roma seguita da 10mila tifosi cercava ancora la forza di credere allo scudetto, che un anno e mezzo dopo si sarebbe ritrovato a fare il terzino sinistro. Non lo credeva lui e non lo credevano neanche le persone che gli sono accanto, le stesse che oggi si godono il suo momento di gloria e che lo aspettano a San Paolo per Natale. E’ partito ieri nel primo pomeriggio, tornerà subito dopo Capodanno ma queste feste non saranno di solo relax per lui: in Brasile lo aspetta il fratello preparatore atletico, già hanno stilato un programma di lavoro che prevede anche due allenamenti al giorno. D’altronde Taddei è così visto che, mare o montagna, gli amici raccontano che per lui è impossibile stare fermo. Il suo concetto di vacanza va quindi rivisto e corretto, soprattutto adesso che, dopo essere diventato uno dei fedelissimi di Luis Enrique, non vuole certo fermarsi.

OVUNQUE – Terzino destro o sinistro a questo punto poco importa, visto che da quando è alla Roma (stagione 2005-2006) Taddei ha giocato praticamente in tutti i ruoli. Gli mancano quello del portiere – anche se in allenamento ogni tanto lo fa – e quello del centrale di difesa, per il resto tutti gli allenatori che lo hanno avuto – Spalletti, Ranieri, Montella e Luis Enrique – uno spazio per lui in squadra lo hanno trovato sempre. Col tecnico toscano Taddei ha fatto prima l’esterno destro classico per poi diventare uno dei 3 alle spalle dell’unica punta nel 4-2-3-1 che ha fatto le fortune della Roma in quegli anni. Laterale o trequartista, era uno dei punti fermi della squadra. Ma non solo: Taddei, quando Totti era indisponibile, ha giocato anche come prima punta.

A centrocampo una maglia per lui si trovava quasi sempre o come esterno al posto di Menez o come intermedio, anche se una volta ha fatto persino il centrale (Roma-Palermo 4-1 del febbraio 2010 ). Con Montella, e il ritorno al 4-2-3-1 di spallettiana memoria, Taddei è tornato a fare quello che meglio gli riusciva e le parole dell’allenatore testimoniano la considerazione che aveva di lui: “Poche squadre si possono permettere un giocatore come Taddei— ha detto Montella dopo il derby — prezioso perché capace di fare le due fasi con eguale efficacia”. Guarda caso, lo stesso pensiero di Luis Enrique. Che una volta scoperta l’importanza di Rodrigo è tornato sui suoi passi e non lo ha più tolto dalla squadra. Venendo ampiamente ripagato.

Il Romanista – Chiara Zucchelli

Corriere della Sera – Osvaldo, nel nome di Batigol

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In pochi mesi è riuscito a far ricredere gli scettici, che lo avevano bollato come un bidone ancora prima che mettesse piede a Roma. Daniel Pablo Osvaldo, marchigiano (il suo bisnonno è originario di Filottrano, un paese in provincia di Ancona) nato a Buenos Aires — il suo slang è il più divertente che si possa ascoltare a Trigoria — è tra le note più positive della Roma di Luis Enrique. Non solo per i gol — 7 finora, ha già battuto il suo record in Italia — ma soprattutto per il carattere che ha dimostrato.

In sei mesi sono cresciuto come uomo e come calciatore”, ha dichiarato al termine della gara contro il Bologna. Vero. Perché da quando è arrivato nella capitale Osvaldo ha dovuto affrontare più di una sfida. La prima è stata quella con chi lo ha preceduto. “Come si fa a cedere Vucinic a 15 milioni e prendere Osvaldo a 18?”. È stato questo il ritornello che lo ha accompagnato durante le sue prime uscite, quando in tono ironico veniva chiamato “Er cipolla”, a causa della sua pettinatura. Soprannome che Osvaldo non deve aver apprezzato più di tanto perché, oltre a cominciare a segnare con continuità, si è sciolto i capelli per somigliare a quello che era il suo idolo da bambino, Gabriel Omar Batistuta, al quale dopo ogni gol dedica una mitraglia.

Qualche buccia di banana però l’ha calpestata: la prima è stata la maglia “Vi ho purgato anche io”, mostrata nel derby. La seconda, molto più grande, è stata la rissa con Lamela negli spogliatoi del Friuli e la conseguente “squalifica” da parte di Luis Enrique. Da quell’episodio poteva finire stritolato, ne è invece uscito rafforzato. La sua reazione si è vista in mezzo al campo: con i gol a Napoli e Bologna, ma soprattutto con la prestazione contro la Juventus, dove per la prima volta ha fatto vedere cosa intende Luis Enrique quando dice che vuole vedere una squadra che attacca e difende in undici.

Tra i più penalizzati dal suo exploit c’è Marco Borriello che un anno fa, di questi tempi, aveva segnato 12 gol e riconquistato la maglia azzurra. Ora anche quella gli è stata sfilata da Osvaldo, che è riuscito a convincere anche Cesare Prandelli, un altro che lo aveva prematuramente bocciato a Firenze. Anche per questo Borriello andrà via dalla Roma a gennaio. Lo vuole la Juve, che sembra pronta a pagargli il lauto ingaggio (5.4 milioni lordi) e offrire alla Roma un milione per il prestito e otto per il riscatto (che però a Torino non vogliono obbligatorio). La Roma preferirebbe cederlo all’estero (Tottenham o Marsiglia). Rimarrà per i prossimi cinque anni Leandro Greco, che ha trovato l’accordo (500 mila euro l’anno più bonus) per prolungare il suo contratto in scadenza. In attesa di quello di Daniele De Rossi.

Corriere della Sera – Gianluca Piacentini

Corriere dello Sport – Dalle Maldive agli Emirati: Totti porta tutti al mare

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La valigia sul letto è quella di un lungo viaggio. Lungo poche ore di volo (e anche pochi giorni) ma piacevole, perché dentro quella valigia ci sono costume, telo da spiaggia e crema solare. Dopo la Befana si tornerà a sgomitare per un posto in Champions, per ora le stelle della Serie A pensano a ritagliarsi un posto al sole dove trascorrere le vacanze di Natale, magari (chi può) allungando le ferie fino a Capodanno. (…). Ma chi parte non ha dubbi: sole e spiagge, un’estate da cercare ad altre latitudini per dimenticare il freddo e la fatica dei primi quattro mesi di campionato. Tutti al mare, insomma. Come suggeriva il ritornello intonato da Francesco Totti mercoledì sera nel gelo del Dall’Ara, dopo il 2 a 0 con cui la Roma ha fatto festa a Bologna. Il capitano giallorosso ha rispolverato una vecchia canzone di Gabriella Ferri, diventata subito tormentone su YouTube. Aveva due buoni motivi per sorridere e cantare, Totti: il 2 a 0, appunto, e una prenotazione già in tasca per un resort alle Maldive dove volerà assieme alla moglie Ilary Blasi e ai due figli.

TUTTI AL MARETotti al mare, tutti al mare. Alle Maldive, per esempio, il capitano della Roma potrebbe incontrare il laziale Diakitè, magari giocare un curioso derby sulla sabbia. Va molto forte anche Dubai come meta: Paolo Cannavaro andrà ancora a trovare il fratello Fabio, ma questa volta si porterà dietro anche Morgan De Sanctis. I due giocatori del Napoli potrebbero incrociare un altro romanista, Miralem Pjanic. Senza dimenticare che proprio al caldo di Dubai andranno a lavorare durante la sosta sia Juve che Milan. Da quelle parti, tornando ai calciatori, si farà vedere anche Riccardo Montolivo, trascorrerà qualche giorno insieme alla sua Cristina Dal Pin in Oman. Per un clima più mite di quello della Capitale, però, può andare bene anche la Spagna. Lionel Scaloni volerà a Malaga, mentre il romanista Marco Borriello, dato di passaggio a Milano e poi Napoli, è annunciato in partenza per Ibiza.(…)

MONTAGNA O CITTA’ – Non mancano le scelte controcorrente tra chi partirà per le ferie. Marco Di Vaio, il capitano del Bologna, opta per la neve delle Dolomiti: a Ortisei, una delle sue mete preferite, questa volta porterà anche Diamanti, suo compagno in rossoblù. Per Daniele De Rossi, invece, si profilano delle vacanze in America: una bandiera giallorossa negli States. Vacanze in città, ma in Italia, per tutti gli altri: Chiellini via twitter ha aggiornato parenti e amici sull’arrivo a Livorno, Di Natale tornerà a Empoli, sua città d’adozione. Pato aspetterà i suoi familiari a Milano – allertate le riviste di gossip – mentre Ibarbo ne approfitterà per scoprire Cagliari e la Sardegna. (…)

CONFETTI E BIBERON – Per qualcuno saranno vacanze speciali. Larrondo tornerà in Argentina, ma per sposarsi: il Siena gli ha concesso qualche giorno extra. Chi non è alle prese con i confetti, avrà da fare con biberon e pannolini: Pazzini mercoledì è diventato papà con l’arrivo di Tommaso; a casa Lauro ieri è arrivato Mattia e dunque si resta tutti a Cesena, niente vacanze a Ischia come sempre.

Corriere dello Sport – Ettore Intorcia

Il Messaggero – Heinze ha pensato all’addio, Borriello è sempre più Juve

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Gabriel Heinze ha chiesto di andare via. Non è accaduto ora ma dopo che i ladri il 6 novembre scorso gli hanno svaligiato casa. E non è un caso, quindi, che dopo il River Plate, anche il Lanus negli ultimi giorni sia in attesa di una risposta da parte del difensore. Nel frattempo l’umore dell’argentino è migliorato: dopo lo shock per il furto subito e i dissidi avuti con Luis Enrique, Heinze ha ritrovato il posto in squadra e ora anche i risultati gli sorridono. Come è noto, nel suo contratto esiste una clausola che prevede un rinnovo automatico di un anno dopo 25 presenze. In questi giorni, insieme alla famiglia, prenderà una decisione, in ogni caso la Roma non lo farà partire.

Chi ha già deciso da tempo di andare via è Borriello. Il dg Marotta vorrebbe regalarlo alla Juve già per Capodanno ed è disposto ad offrire alla Roma 2 milioni per il prestito. La formula contrattuale prevede un diritto di riscatto (fissato attorno ai 7,5 milioni) per giugno anche se poi grazie ai classici gentlemen’s agreement fra i club, il diritto fra qualche mese somiglierà molto a un obbligo. Ieri è circolata la voce anche di uno scambio con Quagliarella.

Cassetti lo vuole la Sampdoria. Per muoversi il difensore ha chiesto un anno e mezzo di contratto. Più difficile convincere Pizarro che piace a Palermo e Malaga mentre Cicinho tornerà in Brasile. La Roma vuole definire il riscatto di Borini. Per questo motivo indirizzerà Okaka al Parma.

Il Messaggero – Stefano Carina

Lotito, dimezzata la multa per il “tintinnio di manette”

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La Corte di Giustizia della FIGC ha parzialmente accolto il ricorso di Claudio Lotito. Il patron biancoceleste, multato il 26 novembre scorso per la frase sul “tintinnio di manette” pronunciata dopo Lazio-Juve (LEGGI LA NOTIZIA), si è visto dimezzare l’ammenda, del valore iniziale di 30mila euro, comminatagli dalla Commissione Disciplinare Nazionale della federazione. Anche la società capitolina, multata per responsabilità oggettiva, ha ottenuto “lo sconto” di 15mila euro.

Scandalo Calcioscommesse, sono 200, e in tutta Europa, le partite indagate

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Sono almeno duecento le partite sospette. Non vengono risparmiati neanche i preliminari di Champions League ed Europa League, formando un giro vorticoso di decine di milioni di euro, diversi campionati di paesi europei presi di mira: più va avanti, più l’inchiesta sul calcioscommesse della procura di Cremona porta alla luce una realtà che giorno dopo giorno mina alle radici la credibilità del mondo del pallone.

Secondo quanto riportanto dall’Ansa, l’indagine, andata aventi per mesi, sull’organizzazione internazionale che gestiva la manipolazione delle partite, anche in Italia, con la complicità di giocatori corrotti, gli investigatori italiani sono entrati in contatto con le polizie di mezza Europa e hanno avuto accesso agli atti delle indagini che i rispettivi paesi hanno condotto sul fenomeno delle scommesse clandestine. Quello che emerge da questi contatti – contenuti negli atti allegati all’ordinanza di custodia cautelare del gip Salvini – è un quadro particolarmente allarmante, dove soprattutto i campionati minori sono terra di conquista per organizzazioni come quella capeggiata dal singaporiano Eng Tan Seet e di cui facevano parte a pieno titolo, secondo la procura di Cremona, anche calciatori ed ex calciatori tra cui Signori, Doni, Sartor, Gervasoni. L’esempio più eclatante di questa teoria è l’inchiesta della procura della città tedesca di Bochum che ha portato a diversi arresti ed alla scoperta di una rete turco-croata, collegata a quella di Seet, in cui compare anche Almir Gegic, l’ex giocatore del Chiasso sulla cui testa pende un mandato d’arresto della procura di Cremona che lo ritiene figura di spicco del gruppo degli ‘zingari‘.

Dopo la prima fase dell’inchiesta ‘Last Bet‘, le autorità tedesche hanno contattato i colleghi italiani, per condividere le informazioni. Secondo quell’indagine l’organizzazione avrebbe manipolato o tentato di manipolare almeno 200 incontri dei campionati minori – equivalente ai nostri di Lega Pro e Primavera – di Germania, Ungheria, Bosnia, Slovenia, Croazia, Svizzera, Francia e ovviamente Italia. Ed anche alcune partite dei preliminari di Champions League e di Europa League. Il pentito tedesco Marjio Cvrtak non lo dice chiaramente, ma cita ad esempio le partite dell’ex Coppa Uefa Dinamo Zagabria-Nk Domzale e Galatasaray-Bellinzona. Anche la “fonte confidenziale” della squadra mobile di Bologna che ha parlato di partite truccate anche in A da giocatori, società e arbitri, ha raccontato dell’esistenza “di un organizzazione criminale strutturata di slavi molto potente in grado di alterare competizioni anche ai più alti livelli compresa l’Europa e la Champions League, particolarmente attiva in Francia e Germania“. Le autorità tedesche hanno passato le informazioni ai colleghi italiani dopo i primi arresti. Nell’inchiesta cremonese, infatti, compare Almir Gegic, figura centrale anche in quella della procura di Bochum. Dello ‘zingaro‘ parla anche l’altro pentito, Wilson Raj Perumal, arrestato e condannato in Finlandia. “So che ha buoni contatti con Tan Seet Eng – dice agli inquirenti italiani quando lo sentono – ha giocato in Svizzera a Chiasso nel 2008 e 2009 quando il singaporiano Eswaramoorthy Pillai possedeva una parte della società. Eng e Pillai manipolarono varie partite del Chiasso a quell’epoca. Pillai aveva un buon ascendente sulla squadra ed era capace di manipolare facilmente i risultati delle partite. Eng si occupava delle scommesse rispettive. A mio parere, Pillai era il primo manipolatore venuto in Europa. Tan Seet Eng ha detto che Gegic aveva buoni contatti in Italia e a San Marino. Sono sicuro che Eng è riuscito ad avere un contatto diretto con Gegic e lui sia servito a Eng per prendere contatto con diverse persone in Italia”.

Intanto prosegue il lavoro degli investigatori. Interrogatorio di garanzia oggi per Luigi Sartor, che davanti al gip Guido Salvini, su ordine del quale è stato arrestato nell’ambito dell’inchiesta cremonese, si è avvalso della facoltà di non rispondere. Il suo legale, Antonino Tuccari, ha spiegato che la scelta di non rispondere è motivata dal fatto che Sartor non ha potuto incontrare in precedenza l’avvocato stesso, come disposto dal giudice: “Si tratta di una violazione che sarà fatta valere nelle sedi opportune, ovvero davanti al Tribunale del Riesame“.

Sensibile (ds Samp): “Ho incontrato Baldini e Sabatini, ma non farò operazioni di mercato con loro”

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Pasquale Sensibile, ds della Sampdoria, nega la possibilità di operazioni di mercato nella finestra di gennaio con la Roma. Negli utimi tempi si erano diffuse delle voci circa l’interesse dei giallorossi per il giovane Obiang dei blucerchiati e dell’eventualità, per Marco Cassetti, di andare a Genova per giocare le ultime stagioni da professionista. Queste le parole di Sensibile a calciomercatoweb.it, che comunque ammette un incontro con i dirigenti della Roma:
Ieri sera ero a Bologna con Sabatini e Baldini, ma solo per gli ottimi rapporti personali che mi legano al ds della Roma, ma sono da escludere operazioni di mercato con i giallorossi durante la sessione di gennaio. Per quanto riguarda Obiang posso solo dire che Sabatini è sempre molto attento agli ottimi calciatori ed Obiang lo è senza dubbio

Ag. Taddei: “Rodrigo è un guerriero che non molla mai”

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La rinascita di Rodrigo Taddei, l’addio di Mirko Vucinic, il futuro di Julio Sergio. In una lunga intervista il procuratore Alessandro Lucci ha parlato dei suoi tre assistiti, svelando i retroscena legati al loro rapporto con la Roma.

Su Taddei, utilizzato poco da Luis Enrique all’inizio della stagione, reinventato terzino sinistro, in seguito, dal tecnico spagnolo:
“Conosco da tantissimo tempo Rodrigo ed è un ragazzo eccezionale. Non avevo alcun dubbio che anche questa volta avrebbe reagito centrando l’obiettivo. E’ un guerriero che lotta, si esalta e non molla mai soprattutto quando le cose non vanno per il verso giusto. Si è reinventato terzino prosegue Lucci alla redazione di calciomercato.it – dopo aver giocato praticamente in tutti i ruoli del campo eccezion fatta per quello di portiere e difensore centrale. Ha dato ulteriore prova delle sue qualità tecniche, della sua duttilità tattica, della sua generosità”.

Prima di questa rinascita, avevate pensato di lasciare la Capitale? 
“Rodrigo non ha mai pensato di lasciare la Roma anche quando tutto andava storto ed era impiegato pochissimo. Semmai, ero stato io a valutare questa ipotesi: anche quando non giocava, molte società me lo chiesero, soprattutto alcune molto importanti della Premier. Anche con la Roma rimanemmo che ci saremmo incontrati verso dicembre-gennaio per discuterne. Lui però non ne ha mai voluto sapere ed è andato dritto per la sua strada. Ora ovviamente tutto è cambiato”.

Julio Sergio tornerà a Trigoria, a giugno, terminato il prestito al Lecce. Quale sarà il futuro del portiere?
“Credo che a volte capiti che finisca un percorso professionale ed è quanto successo tra Julio Sergio e la Roma. La società giallorossa ha deciso di ripartire da un nuovo bravissimo portiere e il mio assistito è andato in prestito in Puglia. Il prossimo giugno tornerà alla base e sarà mia premura incontrare la Roma per trovare una soluzione: Julio Sergio ha ancora un contratto fino al 2014 ma escludo che possa rimanere nella Capitale. La nostra volontà è quella di trovare una sistemazione definitiva che possa accontentare ambo le parti”.

Quali motivazioni hanno spinto Vucinic, quest’estate, a dire addio alla Roma per approdare alla Juventus?
“Quella con la Roma è stata una bellissima storia ma come spesso capita nella vita così come nel calcio, le storie finiscono. Non c’era più quell’entusiasmo tanto da parte di Mirko quanto della piazza nei suoi confronti ma sono cose che succedono. In quel momento ha deciso di andare alla Juventus nonostante avesse attirato l’interesse di tantissimi altri club di primissima fascia sia italiani che esteri. A convincerlo oltre al blasone della società, la fermezza con cui Conte lo voleva e l’entusiasmo di questo progetto. Si è ambientato molto in fretta ed è molto soddisfatto della scelta fatta, così come la dirigenza bianconera lo è del suo rendimento”.

Roma-Cesena possibile anticipo al sabato

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La Lega ha ha fatto sapere, attraverso un comunicato ufficiale, il quadro degli anticipi e posticipi dell’ultima giornata di andata e delle prime due di ritorno.

Roma-Cesena, valida per la diciannovesima giornata, potrebbe giocarsi sabato 21 alle ore 18, qualora la formazione allenata da Luis Enrique, riuscisse a guadagnare l’accesso ai quarti di finale di Coppa Italia.

Ecco il quadro completo di anticipi e posticipi:

19ª GIORNATA ANDATA

Sabato 21 gennaio 2012 ore 18.00 ROMA – CESENA o CAGLIARI – FIORENTINA (*)
Sabato 21 gennaio 2012 ore 20.45 ATALANTA – JUVENTUS
Domenica 22 gennaio 2012 ore 12.30 BOLOGNA – PARMA
Domenica 22 gennaio 2012 ore 20.45 INTER – LAZIO

1ª GIORNATA RITORNO

Sabato 28 gennaio 2012 ore 18.00 CATANIA – PARMA
Sabato 28 gennaio 2012 ore 20.45 JUVENTUS – UDINESE
Domenica 29 gennaio 2012 ore 12.30 FIORENTINA – SIENA
Domenica 29 gennaio 2012 ore 20.45 MILAN – CAGLIARI o PALERMO – NOVARA (§)
Domenica 29 gennaio 2012 ore 20.45 CHIEVO – LAZIO (ç)

2ª GIORNATA RITORNO

Martedì 31 gennaio 2012 ore 20.45 PARMA – JUVENTUS
Mercoledì 1 febbraio 2012 ore 18.00 ATALANTA – GENOA
Giovedì 2 febbraio 2012 ore 20.45 NOVARA – CHIEVO

(*): anticipo al sabato della gara della società (Roma o Fiorentina) che affronterà la Juventus nei Quarti di Finale della TIM Cup
(§): posticipo alla domenica sera della gara della società (Milan o Novara) che disputerà i Quarti di finale della TIM Cup
(ç): posticipo aggiuntivo alla domenica sera disposto nel caso di qualificazione della Lazio ai Quarti di finale della TIM Cup

 

Totti andrà al mare. Milan e Juventus negli Emirati per una mini-tournèe

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Francesco Totti, che ieri ha portato la sua Roma al successo a Bologna, nonostante non sia andato a segno, ha festeggiato cantando in campo a fine partita “tutti al mare“. Il numero dieci giallorosso, come riporta l’Ansa, è ancora indeciso fra Maldive, Seychelles o Mauritius.

Diego Forlan tornerà in SudAmerica. Pato rimarrà a Milanello, mentre Adrian Mutu raggiungerà la Repubblica Dominicana.

Paolo Cannavaro, assieme al compagno Morgan De Sanctis, ‘portierone’ degli azzurri di Mazzarri, passeranno le feste al caldo di Dubai. Negli Emirati Arabi finiranno anche Milan e Juventus, ma non per ferie bensì per lavorare.

Il Catania volerà a Malta. Vacanze in montagna, sulle Dolomiti, per Alessandro Diamanti e Marco Di Vaio mentre Serse Cosmi sarà in Umbria.

Preziosi esonera Malesani, il Genoa affida la panchina a Marino

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Alberto Malesani non è più l’allenatore del Genoa. Sulla panchina della società rossoblu si sederà Pasquale Marino, l’anno scorso tecnico del Parma, da cui è stato esonerato il 3 aprile scorso. Decisiva, per l’esonero di Malesani, la sconfitta 6-1 subita dal Genoa a Napoli nell’ultimo turno di campionato.

Bojan: “Sono già a Barcellona per le vacanze. Buone feste a tutti!”

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Ecco le parole di Bojan Krkic, apparse su Facebook e Twitter, per augurare buone feste a tutti: “Ciao! Sono a Barcelona per passare il Natale con la mia famiglia. Spero che possiate passare questi magici giorni con le persone che amate. BUONE FESTE!“.

Maglia e stadio: MyRoma scrive alla società

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MyROMA informa che in data odierna ha inviato alla AS Roma una lettera, frutto di un confronto tra i Soci durante la recente Assemblea Generale, scritta al fine di richiedere di affrontare dei temi ritenuti fondamentali per poter proseguire questo processo di rinnovamento e trasformazione: la maglia della AS Roma e lo Stadio.

E’ una lettera che tocca diversi punti, ma i principali sono quelli di realizzare una maglia che sia rispettosa degli esatti colori di Roma e l’uso che ne viene fatta. La Roma deve sempre giocare con la prima maglia a meno che, in trasferta, motivi cromatici non rendano necessario utilizzare la seconda: non è pensabile vedere la Roma giocare al Bernabeu con la maglia nera.

Per quanto attiene allo stadio, MyROMA ritiene doveroso iniziare un confronto per indirizzare l’idea che vedrà la realizzazione della nostra futura “casa” e pertanto è fondamentale ascoltare le esigenze dei propri tifosi. Come punto di partenza MyROMA chiede che la Curva Sud sia realizzata, come negli stadi in Germania, come “Standing Area“.

Cassetti piace alla Sampdoria, incontro Sabatini-Sensibile

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Recuperato il terreno perso in classifica, dopo la falsa partenza in campionato, le attenzioni della Roma si spostano sul fronte calciomercato. Sabatini ha il compito di accontentare le richieste  di Luis Enrique, rendere più snella la rosa, vendendo i giocatori in esubero. Tra questi figura Marco Cassetti su cui avrebbe messo gli occhi la Sampdoria. Nell’incontro andato in scena tra Sabatini e il d.s. doriano Sensibile, come riporta Sky Sport, si sarebbe parlato del laterale destro italiano. E’ tutta da valutare la disponibilità del calciatore a scendere di categoria.

Repubblica.it – Totti rilancia il progetto: “Grandi cose nel 2012”

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Un panettone sulle paure autunnali. “Tutti al mare“, canta Totti sorridente lasciando il campo di Bologna, stesso sorriso di Luis Enrique quando rivendica il suo primo “successo” romanista: “Avete visto che ho mangiato il panettone?”. L’allenatore asturiano arriva al check point invernale ribaltando l’immagine che lo aveva accompagnato fino a due settimane fa, quando appariva stanco, fragile, quasi vinto. Oggi mostra il ghigno di chi sa di aver iniziato a mostrare qualcosa di bello: gioco convincente, identità chiara, capacità di controllare la partita, soprattutto due gol e una prestazione da grande squadra. Con il club giallorosso tornato a infilare risultati (7 punti tra Juve, Napoli e Bologna) e prestazioni maiuscole (2 vittorie di fila in trasferta), anche il campionato ha ritrovato una grande protagonista.

“GRANDI COSE NEL 2012” – Presto per dire se la “splendida utopia” sognata da Luis Enrique e dirigenti in estate, si sia improvvisamente materializzata sull’orizzonte romanista. Se a Napoli aveva ritrovato risultato e prestazione di altissimo profilo, la Roma a Bologna ha scoperto la propria vera identità: possesso palla rapido (67 per cento), dominio territoriale schiacciante, una valanga di conclusioni verso la porta. Unico neo, le tante occasioni sciupate. “La partita più completa della mia squadra“, il pensiero di Luis Enrique, confermato anche da Totti: “La miglior gara, siamo stati superiori in tutto“. Convinzione con cui la Roma rilancia la propria sfida a una classifica che ancora fatica a regalare sorrisi. “Ma nel 2012 penseremo a fare grandi cose“, la promessa del capitano. Il nuovo anno inizierà con 4 appuntamenti – Chievo, Fiorentina in coppa Italia, Catania e Cesena – in due settimane che chiuderanno il girone di andata. E che potrebbero davvero regalare una Roma nuovamente protagonista in campionato, al pari dell’Inter restaurata da Ranieri. Le due sfidanti del 2010, arrugginite da un 2011 molto più che a corrente alternata, tra i propositi del nuovo anno hanno messo al primo posto una parola: rilancio.

TOTTI L’EQUILIBRATORE – Quello della Roma, è iniziato nel segno di Francesco Totti: non certo un caso che dal giorno del rientro dal primo minuto, contro la Juventus, la squadra abbia ritrovato gioco, idee, reti e una capacità di dominare la partita che nelle settimane precedenti aveva dimenticato. Una sola sconfitta nelle 8 gare con il numero 10 in campo, 5 i k. o. in altrettanti match senza di lui. Numeri limpidi: e se contro il Napoli Francesco era tornato ad agire da falso centravanti, a Bologna ha ritrovato la posizione di inizio stagione. Un trequartista più portato ad aiutare il centrocampo e impostare l’azione, che a concluderla. “In quella posizione posso far giocare in verticale la squadra creando palle gol per i miei compagni“, l’ammissione di Totti. La ricerca del primo gol stagionale continua, ma con la certezza che “in questo ruolo tutto gira intorno a me, posso essere più utile alla squadra”. Per Luis, forse persino indispensabile.

UNICA SPINA: IL RINNOVO DI DE ROSSI – Via libera e rompete le righe, ieri sera a Bologna: appuntamento direttamente al 2 gennaio per staff e giocatori, che ne approfitteranno per tornare a casa o godersi il caldo dei tropici, con in tasca una tabella di lavoro stilata dal tecnico e la promessa di mantenere un’attenzione particolare all’alimentazione. L’unico pensiero che la Roma si porterà in vacanza è il rinnovo di Daniele De Rossi. Da tempo si parla di un accordo vicinissimo tra il regista e il club. Eppure, l’annuncio di un prolungamento che farebbe stappare le bottiglie con qualche giorno d’anticipo sui festeggiamenti del capodanno manca ancora. Lecito essere in pensiero: con l’inizio del nuovo anno, De Rossi sarebbe libero di discutere con chiunque il proprio trasferimento a costo zero in estate. Poi, a partire dal 2 febbraio, potrebbe arrivare anche il sigillo di una firma con l’addio definitivo al club del suo cuore. Per questo, la Roma vorrebbe fare in fretta, dovendosi scontrare però con gli interessi dell’agente del giocatore, che continua a chiedere la luna. Una partita nella partita, che non aiuta di certo la Roma. “La firma arriverà quando troveremo l’accordo che adesso non c’è“, la confessione dell’a.d. Fenucci. La speranza è che a Natale anche i procuratori diventino più buoni.

Repubblica.it – Matteo Pinci

A Natale andrà in onda su Sky l’intervista a Francesco Totti

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La sera del 25 dicembre 2011, sui canali di Sky Sport, andrà in onda l’intervista al Capitano della Roma Francesco Totti.

Cristian Panucci, tra l’altro suo ex compagno di squadra, porrà diverse domande al numero dieci giallorosso.

Baldini: “Il mio Luis incontaminato…”

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Franco Baldini usa Roma Channel per salutare tutti i tifosi della Roma. Il giorno dopo la bellissima prestazione contro il Bologna, il direttore generale della società giallorossa parla al canale tematico del club del presente e del futuro della squadra, in netto miglioramento negli ultimi anni, specialmente dopo i 6 punti ottenuti, in trasferta, contro Napoli e Bologna. Queste le sue parole:

I RISULTATI POSITIVI – “E’ un momento positivo, ma non ci allarghiamo. Avevo visto delle cose positive anche a Udine e Firenze, il risultato ha questa capacità magica di dare la percezione dei fatti che avvengono sotto una luce positiva. E’ chiaro che il risultato, un risultato poi così positivo come quello ottenuto a Napoli, che è un avversario fortissimo Il risultato dà la percezione che qualcosa di buono sia stato fatto, anche se ottenuto con un pizzico di fortuna. Pure però quando il risultato non veniva, come a Udine e Firenze, a parer mio si poteva vedere l’identità di squadra e di gioco, che è l’obiettivo che si voleva ottenere, e questa si sta rivelando una base buona su cui continuare ad investire”.

LUIS ENRIQUE ITALIANIZZATO – “Luis Enrique si sta italianizzando? Bisogna vedere che cosa vuol dire, gli italiani giocano in maniera molto diversa. Se si intende un gioco “catenacciaro” non credo si possa pensare una cosa del genere, se invece si parla del fatto che nelle sfide con Juventus e Napoli ci sia stato un possesso palla inferiore rispetto agli avversari dico che in campo ci stanno anche gli avversari, e queste due squadre che ho citato sono molto forti.
Da quello che vedo io Luis Enrique sta cercando di fare lo steso gioco dall’inizio della stagione. E’ rimasto incontaminato, mi sembra abbastanza evidente, i terzini sono sempre molto alti. Poi è chiaro che anche lui sta facendo un percorso di crescita, non dimentichiamoci che anche per lui si tratta della prima esperienza in una panchina importante. Sta confermando comunque tutte le buone impressioni che avevamo, anzi, forse sta anche andando meglio di quanto ci aspettassimo, perchè ha retto molto bene l’impatto con Roma, che è una cosa molto difficile. Ci sono molte differenze tra Luis Enrique e Capello. Con Capello bisogna costruire una squadra per l’immediato, mentre con Luis Enrique si va verso una direzione diversa, qua alla Roma serviva costruire una cosa dal basso, serviva del sangue fresco, dove di freschezza non ce ne era tanto, trovare il giusto mix e costituire un’dentità di gioco diverso, visto che alla gente anche questo interessa. O trovi un gioco godibile o porti alla vittoria immediata, e non avendo noi la possibilità di farlo con sicurezza, noi abbiamo cercato di rendere attraente il nostro gioco, dare un’identità e poi, con i dovuti innesti, nel tempo renderla non solo bella, ma vincente“.

IL RITORNO A ROMA – “Il mio primo istinto nel ritorno a Trigoria è stato un istinto di sopravvivenza, non mi sono lasciato prendere dall’emozione, mi sono costretto a pensare alla risoluzione dei problemi, cioè alla ricerca della soluzione dei problemi. Ce ne sono ancora molti, non ci lasciamo impressionare dai risultati che iniziano ad arrivare.

LA CONFERENZA STAMPA DI PRESENTAZIONE – “Il giorno della mia conferenza poi c’è stato un incredibile diluvio su Roma, sembrava fosse quasi un segno del destino, ma non mi sono lasciato impressionare, sono riuscito ad arrivare a Trigoria ugualmente, magari poteva essere una pioggia che cacciava quanto di negativo ci fosse vicino alla Roma. Quella conferenza non è stata un’esperienza bellissima, ero molto emozionato, ho sempre avuto la percezione che qua è sempre meglio prima fare e poi parlare, però l’importanza del ruolo ti costringe anche a fare certe cose che vorresti rimandare. Fare delle promesse mi sembra quasi uno spot elettorale, appartiene ad una logica in cui non mi rivedo”.

INIZIATIVE PER I TIFOSI – “Ci sono più cosa da fare che da dire. Delle cose piccole sono anche già state fatte e spesso non sottolineate: per esempio la possibilità di acquistare i biglietti  da qui fino alla fine del campionato senza dover andare in biglietteria, l’e-commerce, la vendita on-line dei biglietti, la riapertura del botteghino la domenica allo stadio. Sono tante piccole cose, ma che vorremmo possano ridare al calcio la propria fruibilità, la sicurezza, ciò che nel resto del mondo è la normalità. Personalmente me ne sono accorto quando ho lasciato l’Italia, andando in Spagna, e, ancora di più, quando sono andato in Inghilterra, si vive in un mondo in cui il giorno della partita è una festa. Quando ti accorgi che è così devi cercare di riproporlo anche nel luogo in cui lavori”.

I MOTIVI DEL RITORNO – “Ancora non riesco a trovare la vera motivazione per cui sono tornato a Roma, è stata istintiva, ma non serve trovarla, è solo la volontà di fare ciò che si vuole”.

LE ESPERIENZE ALL’ESTERO – “Sono stato molto fortunato, ho potuto lavorare in un club importantissimo come il Real Madrid e una federazione come quella inglese, ho colto queste opportunità. Al Real Madrid, Fabio Capello è stato sul punto di essere esonerato verso gennaio, poi grazie ad alcune decisioni, fatte tra gli altri anche da me, si è riuscito a preservarlo sulla panchina e, grazie a lui, è arrivata la vittoria del campionato. Con l’Inghilterra il momento migliore è stato il cammino di qualificazione ai Mondiali, mentre quello negativo è stata l’eliminazione dal Campionato del Mondo contro la Germania. L’esperienza all’estero è stata molto positiva, qui in Italia è sempre tutto più difficile. Questo è un posto dove non esistono mezze misure. Roma ti devasta, non hai mai un ora libera, appena ne trovi uno succede sempre qualcosa, con l’Inghilterra avevo molto tempo a mia disposizione. Il giudizio sul calcio italiano ancora non posso darlo, vedo solo la realtà del club Roma. Devo dire ultimamente la squadra viene accolta sempre bene, con simpatia, sarà perchè non siamo ancora competitivi. Gli attegiamenti del tecnico e della squadra, il loro fair play forse ci fa apparire più simpatici“.

CAPELLO – “Con Capello abbiamo parlato più volte e credo che non tornerà in Italia, ha avuto già alcune offerte, anche ultimamente, e le ha sempre rifiutate. Poi nel calcio è sempre fondamentale dire “mai dire mai””.

GLI ARBITRI – “Il fatto di non parlare degli arbitri è fondamentale per costruire qualcosa di importante. Dalle altre parti è così. Cerchiamo di fare un calcio ‘depolimicizzato’ il più ‘svelenito’ possibile, se gli arbitri avranno meno responsabilità sarà anche più facile per loro”.

IL RAPPORTO CON FRANCO SENSI – “Quando è morto il presidente Sensi la prima cosa che ho fatto è stato prendere un aereo e venire a Roma per rendere omaggio alla sua salma. Se sono un dirigente è tutto merito suo: appena ho finito la mia carriera da giocatore ho iniziato a fare l’agente. Poi dopo aver fatto un paio di operazioni di mercato con la Roma (Paulo Sergio e Konsel), è iniziato un rapporto che mi ha portato a fare il dirigente e a laurearmi, visto che non sopportavo il fatto di dover correggere tutti coloro che mi davano del “dottore”, visto che qua a Roma si dà del “dottore” e dell’idiota con la stessa disinvoltura e naturalezza. Di Franco Sensi conservo cose meravigliose”.

CALCIOPOLI – “Di Calciopoli voglio parlare solo nelle sedi opportune”.

LA SOCIETA‘ – “La mentalità americana è stata fondamentale nella mia scelta. Dopo i colloqui che ho avuto ho sentito subito questo feeling e questa voglia di fare qualcosa di nuovo”.

I CAMBIAMENTI AL VERTICE DELLA ROMA – “Questo cambiamento all’interno della Roma con la crescita del ruolo di Pallotta non è stata una cosa fuori programma, lo si sapeva dall’inizio, quantomeno io lo sapevo da subito. DiBenedetto è stato il collante, colui che ha trovato dei soci per acquistare la Roma, lui è il presidente e bisogna sottolinearlo. I tempi sono quelli prestabiliti, non c’è mai stata la più lontanissima ipotesi che DiBenedetto non andasse più bene per questo ruolo. Poi se gli altri soci avessero voluto partecipare maggiormente con il lavoro nella società avrebbero potuto farlo, e Jim Pallotta l’ha fatto, inserendo nel Cda due suoi uomini”.

LA NORMALITA‘ -” Normale è rendere le cose meno importanti di quelle che possono sembrare. Se riusciamo a portare questa realtà, le cose miglioreranno”.

FRANCESCO TOTTI – E’ assurdo che io possa essere tacciato di non essere indulgente in maniera straordinaria verso il talento, e quando si parla di Totti si possono solo alzare le mani. Non posso essere descritto come uno che non è innamorato della classe visto che, come dico spesso, ho acquistato Cassano dopo essere stato a cena con lui tre volte”.

DANIELE DE ROSSI – “De Rossi l’ho trovato molto maturo. Un ragazzo che nonostante l’idolatria ha conservato la propria personalità, una persona che fa bene al calcio e alla Roma in particolare, io l’ho lasciato che era un ragazzino che poteva prendere qualsiasi direzione, e l’ho ritrovato uomo intelligente. Daniele è diverso da Gerrard e Lampard, e la partita contro la Juventus ha dimostrato che lui, a differenza degli altri due, può giocare ovunque. Sul suo contratto però preferisco non rispondere”.

PROMESSE PER L’ANNO PROSSIMO – “L’anno prossimo faremo delle cose”.

GLI AUGURI – “Auguro buon Natale a tutti i tifosi della Roma, e a tutte le loro famiglie, che vogliamo riportare allo stadio”.