Gazzetta dello Sport – Osvaldo e Totti in coro: “Ora più sicuri di noi”

La fiondata di Osvaldo fu Cipolla è un colpo di cannone dopo una prova orchestrale: non c’è un interprete che stecchi, uno strumento fuori tempo, è tutto un concerto di violini, trombe, tamburi e tuono finale. Due a zero, tutti a casa. Siamo solo al 45′, termine del primo atto, standing ovation romanista, la Roma ha già fatto spettacolo. Mai così padrona del campo, mai così bella sul palco. Il più grande primo tempo della nuova era rende il grande freddo bolognese più sopportabile e allieta il Natale giallorosso: panettone più digeribile per i tifosi, torrone più morbido per Luis Enrique.

Canti, balli, feste
Quello che viene dopo, sposta poco. Secondo atto in surplace, la Romaarriva in porto per inerzia, gigioneggiando, tanto le viene tutto facile, qualche peccato di superficialità non consente di arrotondare il risultato, l’unico a rammaricarsene è Totti, ancora a secco. Comunque è uscito dal campo col sorriso, intorpidito dal gelo, ma già pregustando il caldo di una meta esotica. «Tutti al mare» cantava il capitano mentre abbandonava il Dall’Ara. «Non ho segnato, lo farò contro il Chievo. Ma sono felice lo stesso quando la Roma gioca e vince in modo così autorevole: ora riportiamo questa squadra dove le spetta, in cima alla classifica». Già, c’è aria di festa nello spogliatoio giallorosso. Rodrigo Taddei sta vivendo una nuova vita da terzino e un periodo magico, sempre più dentro la Roma di Luis Enrique, ieri perfino in gol, il primo di questo campionato. Non segnava in Serie A da 598 giorni. «Non mi sono dimenticato l’odore del gol – sorride -, stiamo vivendo tutti un grande momento, torneremo dalla sosta al massimo della condizione, e intanto abbiamo fatto un bel regalo di Natale ai nostri tifosi».

Cartellino Osvaldo ha continuato a timbrare il cartellino: risorto a Napoli, devastante a Bologna, dove è arrivato il settimo gol stagionale. «Ho concluso l’anno alla grande, spero di continuare così nel 2012. La squadra è cresciuta, ora siamo molto più sicuri di noi stessi. Qui, a Bologna, abbiamo giocato una grande partita, non so se sembravamo il Barcellona, ma certamente il pallone ce l’abbiamo avuto sempre noi». Pure Miralem Pjanic gongola. «Dopo la partita saltata per squalifica, era importante per me vincere questa sera. La squadra cresce, la filosofia del mister la sentiamo sempre più nostra. Manca ancora tanta strada, ma i meccanismi ormai sono quelli giusti».

Peccato
«Cominciamo a raccogliere i frutti – gli fa eco Juan -, era normale dopo quattro mesi di lavoro. Ma abbiamo avuto sempre fiducia nelle capacità di Luis Enrique, anche quando i risultati non arrivavano». Insomma, grande finale di 2011, grande speranza per il 2012. Il Natale benedetto arriva nel momento meno opportuno, forse: più che festeggiare, la Roma avrebbe continuare a giocare, tanto ha trovato l’assetto giusto. «Davvero è un peccato – chiosa capitan Totti -, ci avevamo preso gusto, anch’io…».
Gazzetta dello Sport – Alessandro Catapano

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