La Gazzetta dello Sport – Buon Natale. Calcio totale, Roma solidale. È nata una stella?

Qui Bologna, a voi Roma. “La partita più bella della stagione”. E il domani, d’improvviso, appare sotto una luce migliore. Come il cielo sopra la Roma, finalmente vuoto di nuvole. “Puntiamo ad un grande 2012″, ha annunciato come uno squillo di tromba Osvaldo. “Riporteremo la Roma dove le spetta, in alto”, gli ha fatto eco Totti. “Stiamo facendo un percorso, abbiamo una nostra identità, un’idea di gioco precisa”, ha ribadito ieri Franco Baldini. Ecco, sono bastate tre partite in fila perché il sogno di una diversità romanista, così orgogliosamente annunciata, si scoprisse ancora libero. “Benvenuti nel calcio moderno…”, Luis Enrique lo aveva annunciato già a Napoli. L’allenatore non si sente più solo, anzi ora quanti sorrisi e braccia intorno a lui.

La svolta – Quando è scoccata la scintilla? Lo ha svelato lui stesso mercoledì sera, riavvolgendo il nastro delle ultime due settimane. “Contro la Juventus. Quella sera abbiamo capito i nostri errori e dimostrato a tutti che è difficile batterci se giochiamo compatti, se tutti si sacrificano”. Quella sera, come dice Luis Enrique, la squadra nell’emergenza si è scoperta solidale, eccola la scintilla: “Da allora attacchiamo in undici e difendiamo in undici, pressiamo alto e ripieghiamo — racconta il tecnico —, così vincere diventa molto più facile”. Già, il passaggio dalla Roma solidale al calcio totale è venuto di conseguenza, “perché — ancora parole di Luisi ragazzi hanno capito che il gruppo viene prima delle ambizioni personali”. È il “noi” che prevale sull’ “io”, è il collettivismo cui Luis Enrique anelava dall’inizio della sua avventura. E coinvolge quasi tutti, anche chi era stato messo in un sottoscala. Taddei riciclato, Simplicio rilanciato, Juan resuscitato, sono i casi più eclatanti. Non per caso l’allenatore ha utilizzato 29 giocatori in questi primi mesi. “Non c’è una formazione definita, nemmeno in queste ultime partite — ha assicurato Luis Enrique —. Ho una rosa ampia e voglio sfruttarla. Avete visto Simplicio? Non l’ho portato nemmeno in ritiro e ora è uno dei migliori”. Insomma, c’è voluto un po’, ma adesso è davvero calcio associativo. “E lo hanno capito tutti, pure gli attaccanti. Anche loro ora hanno un atteggiamento diverso”.

Come si cambia – Anche nel cielo di Totti è tornato il sereno. Eppure, non ha ripreso a segnare. Eppure, continua a giocare lontano dalla porta, “ma ora la manovra passa da me e se la squadra gioca con questo spirito io sono felice lo stesso” e a Bologna è stato evidente, prima, durante e dopo la partita. Quel “tutti al mare” è stata la cartolina più bella della serata. Anche nel caso di Totti, bisogna chiedersi: cosa è cambiato dalla cena di Natale alla vittoria di Bologna? Come è passato dal quel “posso anche andare via” al “non vado proprio da nessuna parte”? Due partite vinte hanno avuto tutto questo potere? Chissà, magari un giorno si scoprirà che Totti, l’allenatore e i dirigenti hanno firmato un patto di ferro, di quelli “uniti per la Roma di Luis!”, e da quel giorno remano tutti nella stessa direzione. Di sicuro, la Roma con Totti in campo viaggia al doppio della velocità: 18 i punti conquistati dalla squadra di Luis Enrique nelle 9 partite 5 vittorie, 3 pareggi e 2 sconfitte disputate dal capitano, solo 6 nelle sette gare 2 successi e 5 k.o. disertate. Vorrà pur dire qualcosa, vero Luis?

La Gazzetta dello Sport – Alessandro Catapano

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