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Poli, a voi Trigoria: il mondo Zalewski

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MILAN, ITALY - APRIL 23: Nicola Zalewski of AS Roma in action during the Serie A match between FC Internazionale and AS Roma at Stadio Giuseppe Meazza on April 23, 2022 in Milan, Italy. (Photo by Marco Luzzani/Getty Images)

Corriere dello Sport (G. D’Ubaldo) – La famiglia Zalewski è a Poli dal 1988. Il padre Krzysztof era contrario al regime politico del suo Paese e per questo decise di non rispondere alla chiamata per il servizio militare. In Polonia in quel periodo si viveva male e quindi decise di venire in Italia con sua moglie Ewa. In quella casa su via Roma nel 1992 è nata Jessica e dieci anni dopo Nicola. Sotto l’abitazione c’è una trattoria e lì il giovane calciatore firmò il suo primo contratto con Giovanni Ferro, titolare con Giampiero Pocetta dell’agenzia Gp Soccer.

Sergio Marazzo, responsabile del settore giovanile del Poli, ha visto passare lì anche Zalewski: “Aveva 6 anni, scendeva da casa con il pallone. Gli altri erano tutti più grandi, ma a volte mancava qualcuno e per arrivare a undici gli facevo fare il portiere. Quando ha cominciato a crescere e ha fatto vedere il suo valore, i dirigenti delle squadre avversarie ci dicevano di toglierlo perché altrimenti non ci sarebbe stata partita. Quando perse il posto in Primavera gli ricordai di restare umile e durante il lockdown è tornato ad allenarsi qui”.

Dal Poli andò allo Zagarolo e lì fu visionato da Stefano Palmieri, osservatore della Roma, che decise di portarlo a Trigoria per fare un provino. Bruno Conti lo prese subito. Sono esattamente 10 anni che Nicola è alla Roma ed ha fatto tutta la trafila dal settore giovanile alla prima squadra. Il suo primo allenatore nel club giallorosso è stato Pietro Donadio, poi c’è stata l’ascesa con FalsiniPiccaretta e De Rossi. Successivamente c’è stato l’esordio in Serie A con Fonseca e la semifinale di Europa League, mentre quest’anno ha già collezionato 19 presenze, di cui 13 in Serie A.

Zalewski è diventato titolare giocando esterno a tutto campo, ma in realtà nasce trequartista. In Nazionale esordì il 5 settembre scorso a San Marino, a 19 anni, 7 mesi e 13 giorni e tutta la sua famiglia era commossa in tribuna. Pochi giorni dopo questa data purtroppo il padre morirà all’età 54 anni.

Nicola ha scelto la nazionale polacca in suo onore. La sorella ha rivelato i momenti della scelta: “Papà non l’ha costretto, era legato all’Italia, ha passato più della metà della sua vita qui, ma il suo sangue è polacco”. Sul funerale: “Nessuno si aspettava Mourinho, c’erano anche i compagni di squadra ed i dirigenti. La vicinanza che la Roma ha dimostrato a mio fratello è stata incredibile. Nicola seppe della scomparsa di suo padre in ritiro prima del derby. L’allenatore gli consigliò di tornare a casa, ma lui decise di rimanere”.

Jessica ha poi commentato il possibile raggiungimento della finale di Conference League“Un pensierino ce l’ho fatto, vorrei andare con un’amica. Sarebbe emozionante, papà sarebbe andato”.

Un anno di Mourinho

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Roma's Portuguese head coach Jose Mourinho looks on prior to the Italian Serie A football match between AS Roma and Cagliari on January 16, 2022 at the Olympic stadium in Rome. (Photo by Filippo MONTEFORTE / AFP) (Photo by FILIPPO MONTEFORTE/AFP via Getty Images)

Il Tempo (A. Austini) – E all’improvviso tutto cambiò. Alle 15.09 di martedì 4 maggio2021 i romanisti hanno avuto un sussulto. Due giorni dopo l’ennesima sconfitta in campionato con la Sampdoria hanno letto queste parole: “José Mourinho sarà il nuovo Responsabile Tecnico della Prima Squadra a partire dalla stagione 2021-22“.

A quel tweet, per qualche istante, hanno creduto in pochi. Invece era tutto vero e segnava l’inizio di una nuova epoca. Perché comunque andrà a finire, la Roma di Mourinho sarà un capitolo di storia giallorossa. A un anno dall’annuncio a sorpresa, il risultato più tangibile è l’entusiasmo e la compattezza della tifoseria. Uniti dallo slogan, anzi l’hashtag #ConMourinhoPerLaRoma, tutti i tifosi, tranne rare eccezioni, lo seguono come un condottiero sin dal primo giorno, si “litigano” i biglietti per lo stadio e affidano a lui ogni speranza di poter cambiare il corso degli eventi.

Quanto ai risultati, la vera svolta non c’è ancora stata, ma più di un segnale sì. Il tecnico ha puntato su un gruppo ristretto di titolari, ha messo in un angolo tante “comparse”, ha lanciato Felix (e continua a crederci) e ha inventato Zalewski esterno a sinistra. Non è riuscito ancora a valorizzare Zaniolo, ma riesce a ottenere tanti gol da Abraham. Ha recuperato il rapporto con Mkhitaryan e rimesso al centro della squadra Smalling. Ha puntato su Cristante e bocciato Veretout. È partito dal 4-2-3-1 poi la svolta con la difesa a 3. Usa poco il turnover ma ha trovato una chiave per prevenire gli infortuni.

In 50 partite ufficiali giocate sin qui sotto la gestione Mourinho, la Roma ne ha vinte poco più della metà (26), ne ha pareggiate 11 e perse 13. Ha segnato 89 gole  ne ha subiti 59. È quinta in classifica a pari merito con la Lazio, è uscita ai quarti di Coppa Italia e, soprattutto, domani si giocherà la possibilità di disputare la prima finale europea dopo 31 anni. Alzare una coppa al cielo al primo anno farebbe entrare lo Special One nella leggenda romanista.

 

Quasi quattromila inglesi da controllare

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Leicester fans put on a pre-game display in the stands before the UEFA Conference League semi-final first leg football match between Leicester City and Roma at King Power Stadium, in Leicester, on April 28, 2022. (Photo by Oli SCARFF / AFP) (Photo by OLI SCARFF/AFP via Getty Images)

Il Tempo (E. Zotti) – Vigilia blindata per il Leicester di Rodgers. Il tecnico britannico ha scelto di preparare la semifinale con la Roma lontano dagli sguardi dei media italiani: questa mattina le Foxes svolgeranno la rifinitura in Inghilterra mentre la conferenza stampa andrà in scena al King Power Stadium e non all’Olimpico. Anche la consueta passeggiata sul terreno dello stadio, inizialmente programmata in serata, è stata annullata.

Una scelta adottata ufficialmente per ragioni di sicurezza legata alla pandemia – il regolamento Uefa non è stato violato – ma che rispecchia lo spirito con cui gli inglesi si stanno avvicinando alla sfida. Il campionato del Leicester non ha nulla da dire da oltre un mese e la possibilità di conquistare la Conference League rappresenta l’unica chance di dare un senso al finale di stagione, per questo il club ha scelto di non trascurare alcun dettaglio per evitare distrazioni.

Rodgers capirà soltanto oggi se potrà contare su James Maddison e Kiernan Dewsbury-Hall, rimasti entrambi in tribuna nella gara giocata domenica scorsa con il Tottenham: Maddison è alle prese con un fastidio all’anca mentre Drewsbury-Hall ha dovuto fare i conti con una contrattura al polpaccio.

Il Leicester sbarcherà nella Capitale oggi pomeriggio e si trasferirà direttamente in hotel, dove i giocatori rimarranno fino a tre ore prima della partita. Oltre a Vardy&Co. tra oggi e domani tra gli aeroporti di Ciampino e Fiumicino sono attesi più di 3500 tifosi inglesi che domani riempiranno poco più di metà settore ospiti. Nonostante all’andata non si siano verificati problemi tra i romanisti volati in Inghilterra e i tifosi del Leicester, l’allerta delle forze dell’ordine italiane rimane alta.

Da questa sera nelle zone considerate “più a rischio” (Colosseo, centro e i dintorni dell’Olimpico) verranno monitorare con la massima attenzione mentre domani verrà istituito un meeting point per i tifosi inglesi a piazza delle Canestre, nel cuore di Villa Borghese. Due ore prima del match le navette inizieranno a muoversi in direzione stadio. Il precedente dei quarti di finale con il Bodo Glimt in ogni caso lascia ben sperare: in quell’occasione infatti i tifosi norvegesi avevano trascorso diverse ore nel centro di Roma in totale tranquillità

Carica Rizzitelli: “Ora tocca a voi. È il momento di un’altra finale, la Roma giocherà in 12”

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Ruggero Rizzitelli former player of AS Roma during the Serie A match between Roma and Lazio at Stadio Olimpico, Rome, Italy on 26 January 2020. PUBLICATIONxNOTxINxUK Copyright: xGiuseppexMaffiax 26110027

Il Tempo (M. Vitelli) – Mercoledì 24 aprile 1991, stadio Olimpico. Sono passati trentuno anni dall’ultima semifinale europea vinta dalla Roma. Dopo lo 0-0 dell’andata, al ritorno i giallorossi superarono 2-1 il Broendby grazie alle reti di Ruggiero Rizzitelli e Rudi Voeller. Poi, in finale, fu l’Inter a vincere la Coppa Uefa, ma quella sera fu memorabile.

Rizzitelli, cosa ricorda di quella sfida con il Broendby?

Se torno indietro a quella sera sento ancora il tifo dello stadio. Una cosa incredibile. I romanisti ci spinsero “quasi fisicamente” verso la porta avversaria e quando Rudi segnò il gol decisivo a tre minuti dal fischio finale successe di tutto. Ci fu una vera esplosione, credo che i sismografi abbiano registrato una scossa di terremoto.

Domenica scorsa l’abbiamo vista sotto la Curva Sud.

Per me la Roma è amore, roba da brividi. E vedere ancora così tanti tifosi inneggiare al mio nome e cantare quel coro che mi caricava a mille è fantastico. Ancora di più se penso che sono passati trent’anni, la maggior parte dei tifosi che erano allo stadio domenica non mi hanno mai visto giocare dal vivo. Questo significa aver conquistato il cuore delle persone, per me è il massimo.

Giovedì arriva il Leicester City.

Una sfida super-importante per la storia di questa società. Sono convinto che con Mourinho la squadra abbia già fatto in questi mesi dei miglioramenti evidenti. Raggiungere la finale di Conference League sarebbe molto importante. È arrivato il momento di voltare pagina. Non voglio più essere citato per essere stato tra i giocatori che sono scesi in campo nell’ultima finale europea giocata dalla Roma. Sarebbe bello dover specificare che si trattava della Coppa Uefa.

Lo 0-0 dell’andata è un risultato che lascia tutto aperto.

Le squadre hanno le stesse percentuali di passare il turno. Pareggiare a Leicester è stato per la Roma un ottimo risultato. Non aver perso è fondamentale.

Che partita si aspetta?

Credo che il Leicester abbia fatto qualcosa di più della Roma nella partita di andata e quindi il fatto di aver portato a casa il pareggio è un buon segnale per il ritorno. Immagino che sarà una gara vibrante e ricca di emozioni. La Roma, però, ha un vantaggio: giocherà in dodici. Il pubblico, infatti, è l’uomo in più e sono convinto che anche questa volta saprà fare la sua parte.

 Chi può essere il giocatore decisivo? 

Per fortuna la rosa è molto competitiva, quindi ce ne sono diversi. Se devo fare un nome, dico Lorenzo Pellegrini. Ho l’impressione che nelle stagioni precedenti abbia un po’ faticato a causa della fascia di capitano ereditata da due totem come Totti e De Rossi. Quest’anno, invece, sta facendo benissimo, ha realizzato anche tanti gol importanti. Del resto, quando Mourinho a inizio stagione ha detto che avrebbe voluto avere undici Pellegrini, gli ha di fatto consegnato le chiavi della squadra. Sarei davvero felice se fosse lui a spedire la Roma in finale.

Abraham cerca il gol perduto, Zaniolo gioca

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ROME, ITALY - APRIL 14: Tammy Abraham with his teammate Nicolo Zaniolo of AS Roma celebrates after scoring the opening goal during the UEFA Conference League Quarter Final leg two match between AS Roma and FK Bodo/Glimt at Olimpico Stadium on April 14, 2022 in Rome, Italy. (Photo by Paolo Bruno/Getty Images)

Il Tempo (E. Zotti) – Domani sera la Roma avrà bisogno più che mai del suo bomber. Tammy Abraham non segna dalla gara di ritorno con il Bodo Glimt del 14 aprile: un periodo non proprio breve per chi si è presentato ai suoi nuovi tifosi come l’attaccante più prolifico di sempre alla prima stagione in giallorosso.

Colpa della sfortuna ma anche della stanchezza visto che il numero 9 da inizio stagione ha giocato più di 3800′. Abraham, insieme a Rui Patricio e Mkhitaryan, è uno degli elementi imprescindibili della squadra di Mourinho per questo domani sera toccherà a lui cercare di trascinare la Roma verso la prima finale europea dopo oltre trent’anni.

Ad affiancarlo nel tentativo di scardinare la difesa del Leicester saranno Pellegrini e Zaniolo, anche lui a caccia di un’altra notte da sogno dopo la tripletta segnata ai quarti di finale. A spingere la squadra verso l’impresa ci saranno 60mila romanisti.

Tutti a disposizione escluso Mkhitaryan

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ROME, ITALY - MARCH 17: Henrikh Mkhitaryan of AS Roma reacts during the UEFA Conference League Round of 16 Leg Two match between AS Roma and Vitesse at Stadio Olimpico on March 17, 2022 in Rome, Italy. (Photo by Paolo Bruno/Getty Images)

Corriere della Sera (G. Piacentini) – Escluso l’infortunato Mkhitaryan, Mourinho avrà tutta la rosa a disposizione per la semifinale di ritorno di Conference League, giovedì sera – ore 21, arbitra il serbo Jovanovic – contro il Leicester. Per il portoghese, che parlerà oggi alle 17 insieme a Cristante, non dovrebbero esserci troppi dubbi di formazione.

Rispetto al Bologna rientreranno Abraham, Karsdorp, Zalewski, Pellegrini e Smalling, oltre a Oliveira che in campionato era squalificato. Davanti dovrebbe essere confermato Zaniolo al fianco del centravanti inglese.

Il Leicester arriverà nella Capitale solo nel tardo pomeriggio, dopo aver fatto la rifinitura e la conferenza stampa in Inghilterra. Sul fronte campionato, ieri il Giudice sportivo ha squalificato per un turno il preparatore dei portieri Nuno Santos, espulso con il Bologna.

Attacco o attesa? Per la prima volta un ritorno davvero in parità

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Roma's Portuguese manager Jose Mourinho gestures on the touchline during the UEFA Conference League semi-final first leg football match between Leicester City and Roma at King Power Stadium, in Leicester, on April 28, 2022. (Photo by Oli SCARFF / AFP) (Photo by OLI SCARFF/AFP via Getty Images)

Corriere della Sera (L. Valdiserri) – Sarà una novità tattica per la Roma ma anche per José Mourinho, che di notti europee ne ha vissute tantissime. Per la prima volta, visto che il regolamento sui gol segnati in trasferta è cambiato da questa stagione, la Roma affronta la partita di ritorno di una sfida a eliminazione diretta in assoluta parità con l’avversaria.

Che in questo caso è il Leicester, con in palio la finale di Conference League contro la vincente di Olympique Marsiglia-Feyenoord (andata: 2-3), in programma a Tirana il prossimo 25 maggio.

In questa edizione di Conference, la Roma ha affrontato negli ottavi di finale il Vitesse e nei quarti di finale il Bodo Glimt, tutte e due con gara di ritorno all’Olimpico. Contro gli olandesi partiva in vantaggio per la vittoria 1-0 in Olanda (gol di Sergio Oliveira) e contro i norvegesi in svantaggio per la sconfitta 1-2 (gol di Pellegrini). Piani tattici chiari.

Questa volta si inizia dall’1-1 di una settimana fa (gol di Pellegriniautogol di Mancini) ma il gol segnato in trasferta non dà più vantaggio. Si parte veramente da 0-0, l’unico “plus” per i giallorossi sarà l’Olimpico tutto esaurito e un tifo che ha paralizzato il Bodo Glimt ancor prima del fischio d’inizio.

Attaccare? Difendersi? Temporeggiare? Il vantaggio è che subire gol in casa non è più così terribile: si va ai supplementari anche con il 2-2, il 3-3 e così via. Lo svantaggio è che, fino all’anno scorso, il Leicester sarebbe stato costretto a correre qualche rischio in più per schiodare lo 0-0.

Mourinho ha sempre ammesso di essere un «risultatista» e non un «giochista». Prepara le gare, insieme al suo staff, con meticolosa precisione. Ha uno schema di base – negli ultimi mesi il 3-4-2-1 il 3-4-1-2 – ma è sempre ricco di soluzioni studiate ad hoc e mosse per neutralizzare i punti di forza avversari. Nella gara di andata il Leicester ha sofferto gli improvvisi ribaltamenti di fronte, da destra a sinistra e da sinistra a destra, visto che la squadra di Rodgers cerca sempre la pressione di più giocatori sul portatore di palla. È probabile che sia uno schema utile anche domani.

Ultrà Leicester, Centro blindato: tifosi inglesi scortati fuori dai pub

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LEICESTER, ENGLAND - APRIL 28: Leicester City fans hold up flags inside the stadium prior to the UEFA Conference League Semi Final Leg One match between Leicester City and AS Roma at The King Power Stadium on April 28, 2022 in Leicester, England. (Photo by Michael Regan/Getty Images)

Corriere della Sera (R. Frignani) – Alcuni sono già arrivati ieri pomeriggio, altri lo faranno oggi. E stasera a centinaia saranno nei pub del centro, fra Colosseo, Santa Maria Maggiore e Campo de’ Fiori. Le nutrite avanguardie della tifoseria del Leicester City in trasferta a Roma per la semifinale di Conference League di domani sera allo Stadio Olimpico. L’allarme è alto, come del resto era successo una settimana fa in Inghilterra: finora sono stati venduti ai tifosi inglesi 3.400 dei 3.500 biglietti a loro disposizione. Saranno tutti presenti allo stadio, settore Distinti Nord lato Monte Mario, a debita distanza dai romanisti.

Ma se all’Olimpico è difficile che possa accadere qualcosa, preoccupa invece lo scenario di questa sera e domani pomeriggio, prima del match. Il questore Mario Della Cioppa sta mettendo a punto il piano anti-violenza, con i contatti fra agenti della Digos e spotter (ovvero i colleghi della controparte) britannici, e nella giornata di ieri ha già emanato un’ordinanza preventiva con una serie di disposizione per prevenire contatti con gruppi di ultrà romanisti in giro per il centro.

Come è già successo molte volte in passato, non si può escludere che gang di teppisti si mettano a caccia di ultrà del Leicester proprio nelle zone della movida. Non bisogna andare molto indietro nel tempo del resto: a metà marzo alcuni tifosi del Vitesse, in trasferta a Roma, sono stati assaliti e sono stati costretti a barricarsi in un pub vicino a via Cavour dopo essere stati circondati da alcuni giovani romanisti che hanno lanciato contro di loro tavoli, sedie e bottiglie.

Per questo motivo già da questa sera intere zone del centro, come di Trastevere e Testaccio, ma anche gli alberghi che ospitano gli ultrà inglesi, e quello della squadra, saranno presidiati dalle forze dell’ordine, come i locali notturni solitamente frequentati da ultrà britannici a Roma. Per questa mattina poi è in programma una riunione del tavolo tecnico della Questura per definire le misure di sicurezza, come anche le scorte per i tifosi del Leicester, compresi quelli della Baby Squad, che viene considerata il gruppo principale del tifo azzurro, già coinvolto in passato anche in scontri con gli esponenti di clan rivali.

Vista la posta in palio, sia per la Roma sia per gli inglesi – che nel 2016 hanno vinto la Premier League guidati dall’ex tecnico giallorosso Claudio Ranieri – anche l’ordine pubblico sarà quello delle grandi occasioni, visto che scenderanno in campo oltre mille uomini fra poliziotti, carabinieri, finanzieri e vigili urbani, fin da stasera . Da domani mattina invece bonifiche in tutta l’area dello stadio Olimpico e come anche del Foro Italico e in serata non si esclude la chiusura a tempo del lungotevere e di ponte Duca d’Aosta. Tifosi ospiti scortati su bus navetta da Villa Borghese.

Mourinho, mister di Coppa. Obiettivo: battere il Leicester per inseguire con la Roma l’ottava finale europea

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GENOA, ITALY - APRIL 03: José Mourinho head coach of Roma greets the crowd prior to kick-off in the Serie A match between UC Sampdoria and AS Roma at Stadio Luigi Ferraris on April 3, 2022 in Genoa, Italy. (Photo by Getty Images)

La Gazzetta dello Sport (M. Cecchini) – È una storia che parte da lontano, come quelle saghe familiari in cui c’è un ragazzo che sogna e a un certo punto si volta indietro, valutando con un sorriso ciò che ha realizzato. José Mourinho ci ha messo quasi un ventennio per costruire il piedistallo internazionale della sua fama, ma non è adesso il momento giusto per guardarsi alle spalle. Il presente, infatti, è un’ossessione, e quel presente adesso di chiama Roma-Leicester, la porta d’accesso alla ottava finale europea della sua carriera, cinque delle quali finite in trionfo.

Questa straordinaria cavalcata, che domani sarà santificata da un Olimpico tutto esaurito, ha avuto inizio esattamente un anno fa, il 4 maggio 2021, quando il club giallorosso annunciò al mondo, l’ingaggio dell’allenatore portoghese per cominciare un progetto triennale. Un progetto che portava con sé l’onere e l’onore di alimentare la leggenda destinata a muoversi per sempre insieme allo Special One.

A distanza di meno di cinque anni, la caccia è pronta a ricominciare, a patto che le “volpi” del Leicester lascino domani la loro pelliccia all’Olimpico. Per non lasciare nulla d’intentato, come suo costume Mourinho sta curando tutti i particolari, dalla battuta dei calci d’angolo ai penalty, visto che non si può escludere una conclusione oltre il novantesimo. La lista? AbrahamPellegriniZanioloOliveiraVeretout Cristante.

Una cosa è certa: lo Special One sa come si va in finale. Lo dimostra il fatto che, complessivamente, il tecnico portoghese ne ha giocate 25 – fra nazionali e internazionali – vincendone ben 17. Adesso, però, c’è ancora una volta l’Europa che lo attende e Mou è pronto a salire sull’ottovolante.

L’ottavo atto conclusivo di una manifestazione europea lo attende e lui potrebbe vedere inciso il suo nome per primo sulla coppa di Conference League che sarà inaugurata a Tirana il 25 maggio. Con queste premesse non può sorprendere che i tifosi della Roma credano di essere nelle migliore delle mani possibili per ritrovare una vittoria internazionale che manca esattamente da 50 anni (torneo Anglo-Italiano 1971-72). Un digiuno del genere meriterebbe una festa al Circo Massimo. E non ci sarebbe niente di più adatto per celebrare Mourinho I, imperatore di Roma.

Rodgers, vino da 535 euro in regalo. Come ricambia domani Mourinho?

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Roma's Portuguese manager Jose Mourinho (L) and Leicester City's Northern Irish manager Brendan Rodgers (R) shakes hands after the UEFA Conference League semi-final first leg football match between Leicester City and Roma at King Power Stadium, in Leicester, on April 28, 2022. - The game finished 1-1. (Photo by Oli SCARFF / AFP) (Photo by OLI SCARFF/AFP via Getty Images)

La Gazzetta dello Sport (A. Pugliese) – Non sarà un Domaine de la Romanée-Conti del 1945, il vino più costoso del mondo, 558mila dollari per una bottiglia. Ma resta uno dei rossi più prestigiosi in assoluto e anche il preferito di José Mourinho.

È il Barca Velha, il vino che Brendan Rodgers ha regalato a José Mourinho giovedì scorso, a Leicester. “Il migliore sul mercato, gli sarà costato tantissimo“, ci ha scherzato su l’allenatore della Roma. Esattamente 450 sterline, al cambio attuale 535 euro. Perché è un vino con un alto potenziale di invecchiamento, che vede la luce solo in annate straordinarie (fino al 2019 erano state 19 sulle 62 vendemmie di Casa Ferreirinha, l’azienda che lo produce sulle terrazze della regione del Douro, in Portogallo).

Del resto, l’amore di Mourinho per il buon vino viene da lontano, come la tradizione di regalarlo al tecnico avversario. E domani ricambierà, magari con il vino preferito da Rodgers, che con Mou ha passato 4 anni al Chelsea. Dove José aveva lanciato l’abitudine di scambiarsi una bottiglia con Ferguson, che nella sua casa del Cheshire ha oltre 800 bottiglie. “Il mio preferito è un toscano, il Tignanello”, ha detto Sir Alex.

Mourinho, quando divenne boss dello United, gli regalò proprio un Barca Velha, in una tradizione lanciata con il primo Chelsea di Mou. “Un giorno mi promise questo vino del Douro ma me ne portò un altro – disse Ferguson – Lo rimproverai, la volta successiva mi accontentò”.

E con quel vino Mou festeggia gli eventi speciali: compleanni, traguardi, vittorie. Insomma, quando c’è da stappare una bottiglia Mou sa cosa scegliere. Ma non il 21 dicembre 2017, quando il Bristol City eliminò lo United dalla Carabao Cup. Lee Johnson gli aveva regalato un Barca Velha, lui andò via adombrato. “Ma prima mi diede una bella maglietta personalizzata”, disse il tecnico del Bristol. Del resto, Mou festeggia solo quando si vince…

Tutto esaurito all’Olimpico, ma c’è allarme per gli inglesi

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LEICESTER, ENGLAND - APRIL 28: Leicester City fans wave flags and show their support after the UEFA Conference League Semi Final Leg One match between Leicester City and AS Roma at The King Power Stadium on April 28, 2022 in Leicester, England. (Photo by Naomi Baker/Getty Images)

La Gazzetta dello Sport (M. Cecchini) – Ormai il tutto esaurito all’Olimpico non fa più notizia. C’è stato con la Salernitana, con il Bodo, con il Bologna, ci sarà anche con il Venezia, ma quello di domani avrà un sapore completamente diverso. Non nascondiamolo: l’attesa è quella di una finale. Per certi versi la sfida al Leicester assomiglia a quella vista contro il Barcellona nel 2018, il 3-0 di una “remuntada” che ha fatto la storia giallorossa. Ma con due differenze di fondo.

Quattro anni fa in pochi credevano nell’impresa e tanta attesa era anche per vedere all’opera alcuni dei migliori calciatori del mondo, a cominciare da Sua Maestà Leo Messi. Stavolta invece sarà diverso. La squadra di Rodgers, ex “allievo” di Mourinho al Chelsea, non comincia la partita coi favori del pronostico.

Gli inglesi sono all’undicesimo posto in Premier League, al 69° nel ranking Uefa (contro l’undicesima posizione della Roma), hanno il loro giocatore più importante, Vardy, non al meglio della condizione e, soprattutto, giocheranno fuori casa in una vera e propria bolgia giallorossa, che di sicuro assorderà l’arbitro Jovanovic, serbo, che ha come unico precedente con i giallorossi proprio in questa stagione, il 3-0 interno col Trabzonspor. Sono attese, tra l’altro, anche delle coreografie speciali che santificheranno una notte che tutti vorrebbero indimenticabile (nel bene).

Ma anche”“le volpi” non saranno da sole. Ad accompagnare gli uomini di Rodgers – che ha qualche dubbio riguardo le condizioni fisiche di Maddison Dewsbury-Hall – ci saranno anche circa 3.500 tifosi inglesi, che procurano qualche apprensione alle forze dell’ordine per quanto riguarda la prevenzione di possibili incidenti.

All’andata, per fortuna, tra i sostenitori inglesi e i 1.600 tifosi giallorossi non è successo niente, e questo lascia ben sperare. Per prevenire, al solito, è già partita la macchina della sicurezza, con circa un migliaio di addetti pronti ad agire. Stamattina, inoltre, è previsto un altro tavolo tecnico in Prefettura, in coordinamento con la Uefa e la polizia inglese.

Il grosso dei tifosi inglesi arriveranno direttamente domani e saranno tutti convogliati a Villa Borghese, dove poi saranno condotti scortati all’Olimpico. I cancelli, secondo programma, dovrebbero aprire alle 18.30, ma non è escluso che si anticipi per consentire un flusso migliore, vista la grande affluenza prevista.

Insomma, la coesione fra l’universo giallorosso e la Roma sembra tornato ai tempi belli. Basti pensare che si sono registrare circa trecentomila richieste di biglietti per la partita. In tribuna, oltre al presidente Dan Friedkin, ci saranno anche i figli Ryan Corbin, affiancati da un nutrito schieramento di vip e politici. Morale: ci sono tutti gli ingredienti per vivere una notte che farà la storia della Roma. Sperando che qualche cane sciolto non decida di rovinare la festa.

Oltre 3.500 inglesi in viaggio. Davanti dubbio Vardy-Iheanacho

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BURNLEY, ENGLAND - MARCH 01: Jamie Vardy of Leicester City applauds their support after the Premier League match between Burnley and Leicester City at Turf Moor on March 01, 2022 in Burnley, England. (Photo by Alex Livesey/Getty Images)

Il Messaggero (S. Boldrini) – Ultime notizie dal mondo Leicester: 3.500 tifosi in viaggio verso Roma e un numero imprecisato di fronte alla televisione per seguire la sfida di Conference contro la banda di José Mourinho, in palio la prima finale europea della storia del club.

Il popolo delle Foxes è in subbuglio: l’attesa è paragonabile a quella della vigilia di Chelsea-Tottenham, gara che consegnò il 2 maggio 2016 il titolo inglese alla squadra di Claudio Ranieri.

Brendan Rodgers e la sua truppa sbarcano oggi a Roma. L’allenatore nordirlandese ha un dubbio: la coppia VardyIhenacho dall’inizio, oppure solo Vardy in partenza. DewsburryHall (problema al polpaccio) e Maddison (colpo all’anca) dovrebbe essere a disposizione.

Un anno romanista con Mourinho: lavoro, fede, tifosi e… arbitri

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Roma's Portuguese manager Jose Mourinho gestures on the touchline during the UEFA Conference League semi-final first leg football match between Leicester City and Roma at King Power Stadium, in Leicester, on April 28, 2022. (Photo by Oli SCARFF / AFP) (Photo by OLI SCARFF/AFP via Getty Images)

Il Messaggero (A. Sorrentino) –  Accadde un milione di tifosi fa. Oggi è un anno esatto. L’annuncio della Roma squarciò un pomeriggio sonnacchioso, di distratta pre-vigilia della semifinale di Europa League contro il Manchester United, su cui nessuno faceva grande affidamento dopo il 2-6 dell’andata. “La Roma è lieta di annunciare che José Mourinho sarà il responsabile tecnico della prima squadra…”. Bum. L’allunaggio era pronto.

Iniziava l’era-Mourinho, a spaccare in due la storia recente della Roma, a.M. e d.M.: avanti Mourinho e dopo Mourinho. José si manifestò solo due mesi dopo, nell’afa di luglio a Ciampino. A Trigoria saltò subito su una Vespa, ma almeno in quello l’avevano preceduto i murales.

Sarebbero seguiti mesi molto mourinhani, e ci siamo ancora dentro, tra i suoi due grandi amori romani: Trigoria e il Vaticano, dove ormai è di casa, e chi ne conosceva l’ardente fede cattolica non è stupito. L’effetto più visibile della sua presenza, al di là delle polemiche di prammatica che l’uomo si trascina dietro come Linus la sua coperta, è lo stadio in amore: domani si supererà il milione di presenze in stagione, perché José ha sempre trascinato i suoi popoli.

L’uomo è rimasto lo stesso e anche l’allenatore: le solite 10 ore al giorno al campo, la rabbia sui giocatori che non lo seguono e le epurazioni, la cura certosina dei dettagli, gli Zalewski e gli Abraham che crescono, altri che non ci riescono, il gioco che non piace a detrattori e antipatizzanti (l’uomo divide per sua natura): e in effetti le squadre di José non rubano l’occhio, semmai vanno a fiammate, dalla cui intensità e frequenza si capisce se il suo lavoro è stato felice. In questa fase positiva, molti stanno ammettendo che però sì, Mourinho ha lavorato bene alla Roma, chi l’avrebbe detto.

Ma l’uomo sa che bisogna temere i doni dei Danai: sono pronti a rovesciare tutto e a infierire se, hai visto mai, domani sera finisse male. Del resto, già dopo Roma-Inter 0-3 c’era chi gli aveva dato del patetico, o del datato. Identica è rimasta la percezione che si ha di lui in Italia, a cominciare dai suoi vecchi amici arbitri, che non l’hanno mai digerito (ricambiati).

Alla lista ha aggiunto nomi nuovi, come i rampanti Rapuano Aureliano, e ovviamente Pairetto figlio di Pierluigi, al quale ha rivolto il gesto più iconico della sua annata, affinando quello già celebre delle manette: stavolta gli è bastato mimare un telefonino, ed ecco due giornate di squalifica.

 

Zaniolo bello di notte, dal Bernabeu alla tripletta con il Bodo: si scalda l’uomo di Coppe

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ROME, ITALY - APRIL 14: Nicolo Zaniolo of AS Roma scores the team's third goal during the UEFA Conference League Quarter Final leg two match between AS Roma and FK Bodo/Glimt at Olimpico Stadium on April 14, 2022 in Rome, Italy. (Photo by Paolo Bruno/Getty Images)

Il Messaggero (A. Angeloni) – È nato in una notte di metà settembre del 2018, al Santiago Bernabeu. Partita d’esordio in Champions della Roma di Eusebio Di Francesco. Uno stadio non qualsiasi per un giocatore non qualsiasi. Quella notte si è accesa una stella, Nicolò Zaniolo. A Madrid riflettori su quel ragazzo arrivato alla Roma quasi per caso (inserito nell’affare Nainggolan con l’Inter) e che oggi lotta per un futuro sempre qui ma non è detto che l’impresa gli riesca, forse quella è la partita più difficile: se ne parlerà a fine stagione, tra il gm Pinto e il suo procuratore Vigorelli.

Lui, Nick, al Bernabeu, ancora non sapeva: trequartista, esterno, mezz’ala. Tutti convergevano sulle sue doti tecniche, che nel tempo sono cambiate ma pur sempre confermate. Di Zaniolo si discute spesso l’atteggiamento, non le qualità calcistiche. Dopo il doppio infortunio consecutivo (al crociato), Nicolò si è irrobustito, ingigantito, la sua classe è stata scavalcata dalla potenza.

Ora a Roma è un titolare, non più una scommessa. Ma quella stella non si è ancora accesa definitivamente, è andata a intermittenza. Le Coppe però le sente, sono nel suo destino. Da quella sera al Bernabeu.

Di notte si è spesso acceso, anche nelle stagioni in cui è mezzo e mezzo, tipo questa. Nick, lo abbiamo visto con il Bodø, no? Tripletta. Alla Zibì Boniek, il bello di notte anni 80, quello che in campionato non convinceva ma poi ha fatto vincere alla Juve la Coppa delle Coppa e quella dei Campioni, seppur in mezzo a una tragedia.

E di notte brave Nicolò ne ha vissute anche in Champions, da ragazzino, appena diciannovenne. E non solo per quell’esordio improvviso, prima ancora di mettere piede in serie A, ma Zaniolo ha fatto centro anche in una serata di fine inverno di quella stessa Champions: allo stadio Olimpico, segna una doppietta contro il Porto, andata degli ottavi di finale di Champions League, 12 febbraio del 2019.

In Coppa, Nick si è spesso fatto valere. Basaksehir M’gladbach le sue vittime nell’Europa League 19-20, TrabzonsporZorya Lugansk Bodø quelle nell’attuale Conference. Ora c’è il Leicester, domani all’Olimpico. Il suo stadio – Mourinho permettendo – per un’altra notte magica. Quella finale.

Nainggolan: “Roma mia, ora facci sognare. La città merita un trofeo. Zaniolo devastante”

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Il Messaggero (A. Angeloni) – Radja Nainggolan ha sempre un pezzo di cuore qui, ieri è stato a Trigoria a salutare qualche amico. “Roma mi è rimasta dentro, sono tornato per alcuni impegni personali, un saluto veloce e ora torno in Belgio“.

Non vedrà la partita di Conference?

Vediamo, se riesco, torno volentieri.

La Roma è a un passo dalla finale.

Sono contento, non si vince da tanti anni. La piazza, i tifosi, meritano un successo. Senza stare a guardare se si tratti di Champions, Conference o altro. Bisogna tornare a vincere in qualche modo. E basta.

Lei non c’è riuscito.

È il mio grande rimpianto. La mia Roma era fantastica, una squadra con le palle, con grande qualità. Peccato essere andato via e senza vincere.

La notte con il Barcellona vi ha dato la sensazione di poter arrivare al traguardo?

Solo quella squadra poteva ribaltare un risultato negativo come quello di Barcellona.

Quando avete capito che si poteva fare?

Durante la settimana c’erano sensazioni positive, le abbiamo cavalcate ed è venuta fuori quella grande partita. In squadra c’era grande personalità, uomini veri.

Il Liverpool ha rovinato tutto.

Ecco, quella è una partita che mi piacerebbe rigiocare. Con il Var, chissà, magari l’avremmo vinta e saremmo andati in finale. Bastava vedere il mani di Alexander Arnold e sarebbe cambiato tutto.

Lei sbagliò un passaggio a inizio match e tutto si complicò.

Un retropassaggio leggero, peccato. Poi ho anche segnato, ma ormai era tardi. Ma io penso una cosa.

Dica.

Oggi, quella squadra, vincerebbe lo scudetto. In questo campionato può succedere di tutto, le prime della classe sono inferiori alla Juve dell’epoca e noi eravamo lì.

Che partita prevede domani?

La Roma non deve pensare a difendere. Ha bisogno di equilibrio. Non deve fare un’impresa. Se passa questa, il più è fatto: la Roma è più forte di Feyenoord e Marsiglia.

Chi può spostare gli equilibri?

Purtroppo non ci sarà: Mkhitaryan. Uno che ha strappi determinanti, ha la giocata, la qualità, ha forza. Devastante. Peccato non averlo a disposizione.

E Pellegrini?

Lui è forte, ha la giocata decisiva negli ultimi metri. E in più sa tirare i calci di punizione, gli angoli. Il gol può arrivare da lì.

Per il modo in cui si è inserito e per il rapporto con i tifosi, Abraham ricorda molto lei.

Pure lui è un lottatore. A volte troppo e perde lucidità, ma è molto forte.

E Zaniolo?

È un grande giocatore, devastante, ma la sua forza deve essere la forza di tutti. Spesso si perde nell’ultima giocata. Ma è una questione di età, dovrà crescere.

Di Mourinho che pensa?

Mi piace la sua sincerità, anche se a volte può avere effetti negativi sulla squadra. Però è un grande.

Chi regalerebbe della sua Roma a Mou?

Sono ancora legato a quel gruppo, non ne scelgo uno. Dico tutti.

Come va ad Anversa?

Bene, bene. Siamo una squadra giovanissima, io sono il più vecchio e certe volte devo mettere in riga qualcuno.

In Belgio fanno le pulci alla sua vita privata?

La mia vita è la mia vita. Mi devono lasciare in pace e guardare quello che faccio in campo. E finché sto così giocherò.

Leicester, rebus Zaniolo. E Mourinho tesse la sua rete

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Roma's Italian midfielder Nicolo Zaniolo looks on as he walks off the pitch after the injury during the Italian Serie A football match between SSC Napoli and Roma at the Diego Armando Maradona stadium in Naples on April 18, 2022. (Photo by Andreas SOLARO / AFP) (Photo by ANDREAS SOLARO/AFP via Getty Images)

La Repubblica (A. Di Carlo) – La notte con il Bodø/Glimt sembrava avergli spalancato le porte per un finale di stagione da assoluto protagonista, la tripletta con la quale aveva strapazzato i norvegesi appariva come l’antipasto del menù da preparare per il grande doppio appuntamento con il Leicester. E invece Nicoló Zaniolo ha compiuto nuovamente un passo indietro: a Napoli e con il Bologna ha dato la sensazione di esser fuori dal focus della gara, confermando i numeri di un campionato insufficiente per le sue potenzialità.

E in Inghilterra, sul manto erboso del King Power Stadium, ha offerto più sportellate agli avversari che giocate utili per i compagni. Per questo motivo, la sua presenza da titolare, nella tanto attesa notte dell’Olimpico, è l’unico dubbio che si porterà dietro José Mourinho.

Smalling tornerà al suo posto al centro della difesa, numericamente Sergio Oliveira prenderà il posto dell’infortunato Mkhitaryan e in attacco, logica vuole, che sia Zaniolo ad affiancare Pellegrini alle spalle di Abraham.

Ma lo Special One sta ragionando su un’ipotesi di formazione volta a dare meno facilità di lettura al Leicester. La prima ipotesi vede Vina sulla fascia sinistra, con lo spostamento sulla trequarti di Zalewski, pronto ad avanzare il proprio raggio d’azione all’interno di una zona di campo che conosce bene.

La seconda soluzione prevede l’inserimento di un centrocampista in più (Veretout), che completerebbe la mediana insieme a Cristante e Sergio Oliveira, con l’avanzamento di Pellegrini nel tandem offensivo accanto ad Abraham. Segnale che porta in direzione di un’iniziale panchina del 22 lo ha fornito il minutaggio avuto nella sfida con il Bologna: 90 minuti in campo, mentre diversi titolari hanno giocato poco più di mezz’ora, proprio in vista dell’impegno di coppa.

C’è poi un altro fattore di cui tenere conto: la gara può andare avanti fino ai supplementari e avere l’opportunità di giocarsi, a gara inoltrata, la carta Zaniolo può essere un’opzione interessante per le sorti della qualificazione. Dubbi, ragionamenti e valutazioni che proseguiranno fino a giovedì, quando la Roma di José Mourinho, in un Olimpico da sogno, si giocherà in 90 e più minuti le proprie chance di conquistare un posto nella finale di Conference League a Tirana.

Rizzitelli: “I brividi sotto la Sud. Mourinho è il top player, saprà trasmettere alla sua squadra le giuste motivazioni”

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Ruggero Rizzitelli former player of AS Roma during the Serie A match between Roma and Lazio at Stadio Olimpico, Rome, Italy on 26 January 2020. PUBLICATIONxNOTxINxUK Copyright: xGiuseppexMaffiax 26110027

Ruggiero Rizzitelli è tornato ancora una volta sotto la Sud con la sciarpa, commovendosi e urlando a più non posso verso la sua gente.

Prima di Roma-Bologna, “Rizzigo’” si è preso l’ennesimo attestato d’amore davanti i tifosi della Roma. Era un beniamino da calciatore, amato e osannato con un coro solo per lui: “Oh Rizzitelli, Rizzi-Rizzi-Rizzitelli gol”. Lo è anche oggi, nonostante siano passati circa 30 anni.

Non ha mai dimenticato o abbandonato il romanismo, lo dimostra ogni volta che può in un intervento pubblico in tv o quando è sugli spalti a sostenere la sua Roma. Una volta, durante un’intervista, versò lacrime sincere riguardando la foto della finale di Coppa Italia persa con il Torino.

Anche se ora è tornato a Cesena, sta vivendo l’attesa per Roma-Leicester come un romanista qualsiasi. Con ansia e trepidazione. Lui, che una semifinale europea l’ha vinta, lasciando il segno con un gol. Quel Roma-Broendby 2-1 del 1991, che è anche l’ultima volta in cui la Roma ha ottenuto l’accesso per una finale di coppa europea.

Sarà allo stadio giovedì sera?

“No, giovedì la vedrò da casa mia a Cesena. Sicuramente mi agiterò tanto davanti la tv…”.

Domenica, invece, che sensazioni ha provato sotto quel settore?

“Da brividi. Sono cose che purtroppo non puoi raccontare, le devi vivere. È indescrivibile. Ma c’è una cosa che mi stupisce e mi lascia senza parole…”.

Quale?

“Il fatto di trovarmi davanti a tanti ragazzi, che probabilmente il mio nome l’avranno sentito solo dai loro genitori o visto in qualche video su YouTube. Loro 30 anni fa non c’erano o erano appena nati. Sentirsi amato così, da generazioni trasversali, è meraviglioso”.

Si è pure scattato un selfie, tipo Totti.

“Ho immortalato il momento…”.

La partita di giovedì di Conference le fa tornare indietro un po’ i ricordi al 1991, Roma-Brondby?

“Beh, pure stavolta ci si gioca tutto all’Olimpico. Come se fosse una finale secca. Le possibilità di qualificazione sono pari per entrambe le squadre, la Roma in più potrà contare sul fattore di uno stadio esaurito tutto per lei. E non è poco”.

Uno stadio così pieno e passionale cosa può trasmettere nella testa dei giocatori durante la partita?

“Non sempre è facile gestire tante emozioni quando si è in campo. Io conto sull’enorme esperienza del nostro allenatore, che ha vinto ovunque e sa cosa fare in momenti come questi. Tipo come gestire l’emozione, l’adrenalina. Mourinho è il top player, saprà trasmettere alla sua squadra le giuste motivazioni. Ma già ha inciso tanto, basta vedere le partite e l’atteggiamento ogni partita”.

A cosa fa riferimento, in particolare?

“Beh, al fatto che la squadra non molli mai un centimetro fino al novantesimo e oltre. Ha recuperato e vinto diverse partite a tempo scaduto, proprio per questa caratteristica di restare sul pezzo fino alla fine. Non è un caso. Lo spirito giusto c’è. In altri anni andava a finire male dopo un episodio negativo, un gol subito. Quest’anno le reazioni ci sono state sempre, anche in partite magari perse, ma dove la voglia non è mai mancata”.

asroma.com

Zaniolo: “Bellissima emozione il primo gol all’Olimpico, tutto lo Stadio canta il tuo nome. Totti è una leggenda”

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Roma's Italian midfielder Nicolo Zaniolo reacts during the Serie A football match between AS Roma and Salernitana at The Olympic Stadium in Rome on April 10, 2022. (Photo by Filippo MONTEFORTE / AFP) (Photo by FILIPPO MONTEFORTE/AFP via Getty Images)

Nicolò Zaniolo, attaccante della Roma, ha partecipato all’As Roma Junior Reporter rispondendo a qualche domanda di alcuni piccoli tifosi. Le sue parole:

È vero che mangi verdure?

Chi te l’ha detto? Si, le mangio ma non mi piacciono tanto

Che musica ascolti?

Mi piace la musica italiana, i Maneskin ad esempio…

Quale emozione hai provato al primo gol all’Olimpico?

Bellissima emozione, con tutto lo stadio che canta il tuo nome, è il sogno che avevo da bambino.

Cosa ne pensi di Totti?

È una leggenda, un campione, l’idolo di tutti i romanisti e non solo. Provo tanta ammirazione per lui. Ogni tanto mi rivedo i suoi video, era veramente forte.

Come hai fatto a diventare così alto?

Bella domanda. Da bambino ero molto basso, poi in un anno ho preso 13-14 centimetri.

Hai fatto altri sport oltre al calcio?

Ho fatto un anno di tennis, ma ero veramente scarso quindi ho proseguito col calcio.

Quanto porti di scarpe?

44.

Quale era la tua materia preferita a scuola?

Ginnastica.

In che ruoli giochi?

Attaccante, esterno, mezz’ala, non si capisce bene. Secondo te?

Damiano dei Maneskin su Roma-Leicester: “Sono più che teso. Sto già sudando”

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Member of Maneskin rock band and Roma's supporter Damiano David holds a scarf before the Italian Serie A football match between AS Roma and Genoa at The Stadio Olimpico in Rome, on February 5, 2022. (Photo by Tiziana FABI / AFP) (Photo by TIZIANA FABI/AFP via Getty Images)

Damiano David, cantante dei Maneskin e tifosissimo della Roma, è stato intercettato dalla stampa al margine dell’evento della presentazione di una proposta di legge sulla vulvodinia. Queste le sue parole su Roma-Leicester:

Se sono teso per la partita? Scherzi? Di più! Sto già sudando“.

Roma-Leicester, Ferdinand: “Sarà una battaglia entusiasmante. Che vinca il migliore”

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LONDON, ENGLAND - MAY 13: Les Ferdinand is seen prior to the Sky Bet Championship Play off semi final 1st leg match between Fulham and Reading at Craven Cottage on May 13, 2017 in London, England. (Photo by Harry Hubbard/Getty Images)

Les Ferdinand, ex attaccante del Leicester, è intervenuto ai microfoni di Teleradiostereo per parlare della gara di ritorno della semifinale di Conference League.

Ferdinand, che idea si è fatto della partita di andata?
“Non ho visto la gara di giovedì, ma ho rivisto le immagini. Ovviamente è un buon risultato per la Roma. Credo loro avessero messo in conto di non tornare in Italia con una vittoria e penso sia un punteggio molto positivo dopo la gara”.

Il grande dubbio per le Foxes sarà l’impiego di Vardy dal primo minuto…
“Jamie è stato fuori dalla squadra quasi tutta la stagione causa infortunio. Sono certo che il Leicester senza di lui ha perso parecchi gol. Rodgers sa che, quando un giocatore è fuori per molto tempo, ha bisogno di alcune gare per ritrovare ritmo. Probabilmente lo ha fatto giocare più di quanto potesse all’andata, se non partirà dall’inizio mi aspetto possa entrare a gara in corso nel match di ritorno a Roma”.

La pressione dell’Olimpico può mettere in difficoltà il Leicester?
“Non sono sicuro che i calciatori inglesi possano soffrire la pressione dell’Olimpico giovedì, ma è una semifinale decisiva per la stagione, perciò la pressione sarà grande e andrà affrontata da entrambe le squadre. Bisogna giocare al massimo per raggiungere il risultato. C’era qualche dubbio su Abraham e il suo addio alla Premier, ma penso che stia molto bene a Roma e che ami giocare lì”.

Chi va in finale?
“Reputo che la Roma sia favorita per la finale, gioca in casa, davanti al suo pubblico. Hanno Mourinho, che ha giocato diverse finali in carriera. Sarà il maestro contro il suo allievo Rodgers: sarà una battaglia entusiasmante, vinca il migliore!”.