Corriere dello Sport (Lorenzo Scalla) – Un fratellone. A volte un papà che sa essere comprensivo, tenero ma anche inflessibile se serve. Nemanja Matic ha preso sotto la sua ala protettiva i bambini di Mourinho. Fin dall’inizio. “Matic è il mio idolo”, ha detto Tahirovic dopo l’esordio, dopo aver colto consigli preziosi da un giocatore che ha ancora tanto da dare. La stessa cosa è successa con Bove, Volpato, Zalewski pure con chi ha sfiorato di striscio la prima squadra, come il croato Ivkovic, mediano di 17 anni che ricopre lo stesso ruolo del serbo. Matic, è una certezza, non si tirerà indietro neanche tra qualche giorno, quando la rosa iniziale sarà popolata da ragazzini che sognano a occhi aperti di scrivere una carriera di alto livello, con la Roma o in prospettiva fuori dai confini della città.

Matic è un pilastro di Mourinho, l’uomo che l’ha convinto in cinque minuti ad abbracciare il progetto giallorosso sul finire della carriera. Mourinho segue i giovani al Tre Fontane, li studia, li analizza, li coinvolge e poi li mette nelle mani del serbo, che prova a tenerli d’occhio dal campo. Insomma, il mediano è un allenatore aggiunto, anche a livello mediatico. In passato ha detto: “Attenzione a Volpato e Tahirovic diventeranno top players”. Una doppia benedizione.

Ma la fine è lontana, lontanissima. Dopo la stagione appena conclusa, non si può non considerare un titolare. E poco importa se tra un mese spegnerà 35 candeline. Il centrocampista è stato uno dei migliori in assoluto di questa Roma che ha sfiorato l’Europa League e quindi la qualificazione in Champions League. Lui rappresenta ancora un perno fondamentale. Del resto, è un muro che davanti alla difesa e fa ancora la differenza. Il rinnovo se l’è guadagnato scendendo in campo partita dopo partita, raggiungendo la quota minima di presenze (22) che ha fatto scattare il prolungamento automatico fino al 2024.