Il Messaggero – La Curva Sud offende la mamma di Ciro

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Si può morire due volte. Questo avrà pensato la signora Antonella Leardi, mamma di Ciro Esposito, tifoso napoletano scomparso in seguito agli scontri avvenuti nei pressi dello stadio prima della finale di Coppa Italia dello scorso anno tra Napoli e Fiorentina. In Sud appare uno striscione, una presa di posizione forte nei confronti della Leardi: «Che cosa triste…lucri sul funerale con libri e interviste!». Un invettiva verso la mamma di Ciro. Finiscono sotto accusa la signora Leardi e il suo libro che racconta proprio suo figlio. Quel “Ciro Vive”, il titolo, etichettato come un tentativo di fare soldi, quindi di «lucrare» sul «funerale». Magari non è stato visto come il modo per una mamma di tenere ancora in vita suo figlio ucciso, soprattutto considerando che, a quanto pare, la signora Antonella non guadagnerebbe nulla dalla vendita del libro. Punti di vista, ad ogni modo. Ma di sicuro la mamma di Ciro non ha gradito questo teorema dei tifosi, che qualche minuto dopo espongono un’altra scritta, un po’ meno visibile ma sempre dolorosa. «C’è chi piange un figlio con dolore e moralità e chi ne fa un business senza dignità. Signora De Falchi onore a te». Antonio De Falchi, romanista ucciso a San Siro poco prima dell’inizio di un Milan-Roma del 4 giugno 1989. Come a dire: la mamma di Antonio è meglio di quella di Ciro. Il tutto con il contorno dei cori verso i napoletani come “Vesuvio lavali col foco” e “Odio Napoli” che costeranno, come minimo, una multa alla Roma.

CHIUDETE L’OLIMPICO – La polizia è alla caccia dei responsabili degli striscioni, ma nel frattempo c’è chi ha trovato la soluzione di ogni male. «È ora di squalificare l’Olimpico. Il dolore di un avvenimento tragico ed innaturale come quello della perdita di un figlio non lo auguro a nessuno e non si commenta, specie in maniera così strumentale e offensiva da parte di chi dovrebbe augurarsi la pace e non l’odio. Rispettiamo Antonella, rispettiamo la famiglia Esposito, difendiamo Napoli, ma soprattutto, rispettiamo un angelo di nome Ciro per sanare tante ferite e mortificazioni allo sport», reclama da Napoli il legale della famiglia Esposito, l’avvocato Pisani. «Non commentiamo mai gli striscioni», la voce che arriva dai dirigenti della Roma. La mamma di Ciro disprezza e prega: «Affido chi ha scritto quegli striscioni nelle mani di Dio affinché possa cambiare il loro cuore. Mi sono sentita ferita da quelle parole, fa male sentire dire cose orribili su un figlio che si è perso». Il sindaco di Roma, Ignazio Marino, stigmatizza l’accaduto, «Un gesto da condannare. La maggioranza dei tifosi giallorossi si dissocerà». «Bella vittoria, orrendo striscione», il tweet sconsolato di Luca Di Bartolomei.

Il Messaggero – A.Angeloni

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