La Gazzetta dello Sport (M. Cecchini) – Il tempo è una variabile di difficile valutazione. Per questo il conto alla rovescia verso la finale di Budapest contro il Siviglia è al tempo stesso lentissimo ed estremamente rapido. Tutto questo soprattutto per lui, José Mourinho, che ai dubbi di formazione deve aggiungere anche quelli relativi al proprio futuro che resta in bilico, nonostante un contratto (che non ricorda più nessuno) lo leghi alla Roma fino al 2024. 

Riteniamo, però, che l’allenatore portoghese sia estremamente sincero quando dice di essere concentrato solo sulla partita che potrebbe fare la storia del club, lasciando ai suoi agenti il compito di lavorare sotto traccia con Psg (soprattutto) e magari anche col Real Madrid. E se i Friedkin al momento sembrano essere coinvolti dall’attesa sportiva, ma distaccati dalle certezze che vorrebbe il tecnico, il popolo giallorosso – grazie al suo affetto – sta cercando di placare le tentazioni di addio dello Special One. Il Siviglia, però, adesso ruba la scena, con tutte le incertezze legate alle scelte.

Anche a centrocampo i giochi parrebbero fatti. Spazio ai totem Cristante Matic, che avranno il compito di fare filtro e impostare. Quale potrebbe essere la variante? L’utilizzo di un sistema di gioco assai abbottonato, il 3-5-1-1, con capitan Pellegrini in appoggio ad Abraham unica punta. In questo caso potrebbe trovare spazio in mediana Wijnaldum, capace di galleggiare fra le due linee, supportando il gioco offensivo della squadra. In corsa, se servirà, ci sarà posto ovviamente anche per Bove.

È il reparto con più dubbi. Il più importante è legato a Dybala, che ieri è tornato a sorridere. Si è allenato a parte, ma ha forzato, ricevendo buone risposte dalla sua caviglia sinistra malmessa. Oggi, quindi, potrebbe essere in gruppo. Morale: la sua convocazione non è neppure in discussione. A questo punto la palla passa a Mourinho, che dovrà decidere se utilizzarlo dall’inizio (anche se l’attaccante argentino non parte titolare da un mese e mezzo) oppure come arma in corsa, magari in previsione di possibili supplementari rigori.