Corriere dello Sport (R. Maida) – Due campioni del mondo, due ex juventini: Dybala più Paredes, la Roma si affida a chi conosce bene Torino per battere il Torino. Paulino ha già indicato la via nel weekend di Pasqua, calciando algido il rigore della vittoria dopo qualche minuto di gioco. Fu, quello, l’unico tiro in porta di una partita un po’ pigra, con la squadra già proiettata verso l’Europa League nonostante una posizione di classifica ancora interessante.
Adesso, dopo la doppietta all’Empoli e l’accelerazione vincente di Tiraspol, Dybala cerca soprattutto continuità. Dal punto di vista fisico si sente benissimo, sotto l’aspetto atletico un po’ meno. Ma ha già detto a Mourinho che è pronto a dare il suo contributo. Non banale. Si gestirà come sempre, evitando rincorse inutili ai terzini, aspettando l’occasione propizia per inventare.
La Roma si augura che le sue fibre reggano al doppio impegno settimanale: prima Torino, poi Genova. Ma è meglio ragionare giorno per giorno, partita per partita. Fin qui Dybala, tra squalifiche e dolorini, è stato disponibile per soli 161 minuti su 450, praticamente un terzo del tempo, un totale inferiore alla media delle annate precedenti.
Torino può diventare per Paredes l’occasione di confermare il lineare percorso di crescita che dopo la sosta gli ha restituito il sorriso.
Al di là dell’autorete provocata a Tiraspol, che ha portato immeritatamente in vantaggio la Roma nel primo tempo, Paredes sta entrando nei meccanismi tattici della squadra aumentando la qualità del palleggio. Nel nuovo piano orchestrato da Mourinho sin dal primo giorno del ritiro estivo, che prevede un maggiore possesso palla e una paziente costruzione dal basso, un regista puro è quello che serviva a favorire le cosiddette “uscite” dalla difesa. Il rischio è non avere sufficiente copertura, perché di certo Paredes non ha le caratteristiche fisiche e temperamentali di Matic.