De Rossi. Capitano e bomber, ora è la sua Roma

Corriere dello Sport (R.Maida) – Il gol nel suo caso non può mai essere una pretesa ma nelle ultime settimane almeno è diventato uno sfizio: mai Daniele De Rossi aveva segnato in tre partite consecutive e proprio grazie a un insolito contributo realizzativo ha concesso alla Roma la possibilità di restare incanalata nel percorso Champions. E allora quale migliore occasione per superare i propri limiti, anche nell’interesse della squadra? A Verona, una città in festa per il ritorno in A dell’Hellas, De Rossi si sente come nell’attico vista Castel Sant’Angelo dove abita: a casa propria.

VITTIMA – Specialmente quando affronta il Chievo, De Rossi è uno spray letale da utilizzare nel momento del bisogno. Per quattro volte ha dispensato il suo veleno d’area di rigore, e in tre casi proprio al Bentegodi. L’ultimo in una circostanza simile, la partita finale del campionato 2009/10 quando la Roma di Ranieri sfiorò lo scudetto e si trovò costretta a rientrare a mani vuote ma consolata dallo slogan dei tifosi, «chi tifa Roma non perde mai». A nessun’altra squadra De Rossi ha fatto così tanti gol in Serie A. In realtà ne ha segnati 6 all’Inter (e 4 anche al Catania) ma nel conto bisogna aggiungere quelli di Coppa Italia e Supercoppa Italiana. In campionato “vince” il Chievo.

COINCIDENZE – E’ un ritorno all’antico, sotto il profilo realizzativo. De Rossi si è stizzito, non molto tempo fa, quando gli è stato chiesto il motivo di un quantitativo di reti che è andato decrescendo con il passare delle stagioni. Prima del rigore calciato tra le polemiche del derby, che ha aperto il tris di gol, era a secco in Serie A addirittura da 18 mesi. «Spesso chi parla di calcio non sa distinguere il pallone da una noce di cocco» diceva sarcasticamente l’anno scorso, alludendo anche al fatto che giocando davanti alla difesa fosse più difficile essere pericolosi nell’area di rigore avversaria. Eppure era dal primo campionato giocato da mediano puro, con Luis Enrique allenatore, che De Rossi non segnava più di 2 reti: nel solo 2011/12 furono 4, nei successivi quattro altre 4 in totale. Anche nel 2012, per una coincidenza negoziale, era impegnato nella trattativa per il rinnovo del contratto in scadenza.

DIRITTURA – Sul fronte della continuità, e di un futuro designato da capitano della Roma, non ci dovrebbero essere sorprese: l’accordo per il prolungamento dovrebbe essere ufficializzato a breve con reciproca soddisfazione. Della società che non perde un giocatore ancora importante e un simbolo che può addolcire almeno un po’ l’addio di Totti. Del giocatore non si allontana dalla città e dalla famiglia che ha sposato per sempre. Ormai siamo davvero ai dettagli che alla fine potrebbero legare De Rossi alla Roma fino al 2019, quindi per due stagioni, con o senza estensione automatica vincolata alle presenze della prossima stagione.

RIVINCITA – Le tentazioni esogene ci sono state e in parte continuano a solleticarne la curiosità ma non sono state abbastanza forti da spingerlo lontano da Trigoria. E chissà che non sia il presidente Pallotta, atteso in Italia alla fine della prossima settimana, ad annunciare il rinnovo che già Monchi, nella sua prima conferenza stampa, aveva quasi anticipato. Volendo, De Rossi potrebbe rinviare di due anni l’esperienza negli Stati Uniti che l’amico Pirlo gli ha più volte suggerito. Se fosse andato via dalla Roma adesso, invece, avrebbe abbracciato un altro grande club. Ma rimarrà, sperando di giocare la Champions League con la maglia che ha baciato in pubblico, davanti alla Curva Sud, appena sei giorni fa. Sarebbe anche un modo di farsi perdonare l’espulsione dell’ultimo playoff con il Porto, che ha lasciato scorie visibili sul bilancio del club e sui ricordi dei tifosi.

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