Il Messaggero (G. Lengua) – “No Dybala no party”. Commenta così qualche tifoso la sconfitta dell’Argentina per 2-0 contro l’Uruguay, match a cui la Joya non ha preso parte rimanendo in panchina per tutti i 90 minuti di gioco. Le fragilità fisiche sono note e nessuno in nazionale ha interesse a rischiarlo se ci sono delle valide alternative. Inoltre, non sono passati inosservati i suoi ultimi tre mesi in cui ha fornito prestazioni raramente incisive e convincenti.

Per Mourinho è un giocatore chiave, colui che può connettere centrocampo e attacco, ed è l’unico che ha il guizzo e la fantasia per rendere la Roma imprevedibile. Qualità che non si sono viste né contro la Lazio né contro lo Slavia Praga. Perché? Probabilmente gioca con la paura di infortunarsi, non si sente libero di fare tutti i movimenti. Soluzioni non ce ne sono, se non utilizzarlo con il contagocce senza spremerlo troppo e dandogli la libertà di gestirsi e fermarsi al primo campanello d’allarme.

C’è poi da sciogliere il nodo contrattuale; infatti il suo contratto scade nel 2025 e al momento la società non ha dato mandato a Pinto di discutere il rinnovo. La prossima estate quindi potrebbe essere decisiva per il futuro di Paulo.