La Gazzetta dello Sport (F.M Ricci) – Suso prima della finale a Budapest:

Come sarà questa finale?

“Complicata, come ogni finale. E la cosa vale ancor di più contro questa Roma: mi aspetto una partita di massimo equilibrio che sarà decisa da dettagli minimi. Per noi la chiave sarà giocare con intensità dall’inizio, cercando di misurare il nostro impeto”.

Si aspetta una Roma molto chiusa?

“Beh, le squadre italiane sono rocciose per natura, sono abituate a giocare così perché ottengono risultati, e per questo dico che non sarà facile scardinare il sistema difensivo della Roma. Anche perché quello di Mourinho è un autentico squadrone. Prevedo un duello durissimo”.

Chiavi della gara?

“Partire bene, forti, concentrati al massimo. Nelle finali bisogna entrare in campo al 200%”.

Il Siviglia ha il suo 6 su 6 nelle finali di Europa League che fa paura agli avversari, a voi mette pressione?

“No, non la viviamo così. Ogni finale storia a sé. E poi anche Mou-rinho ha vinto le 5 finali europee che ha disputato no? Non siamo favoriti per aver vinto 6 Europa League. Ci siamo guadagnati un certo rispetto, però per me la favorita è la Roma, che come società ha mezzi superiori ai nostri”.

Però lo slogan della semifinale contro la Juve era “Nessuno la vuole più di noi, in riferimento all’Europa League.

“É chiaro che qui c’è una relazione speciale con questa competizione. È un legame viscerale”.

Mendilibar è riuscito dove Lopetegul e Sampaoli hanno fallito.

“Effettivamente.. Non ci sono dubbi, abbiamo vissuto un anno complicato. Siamo partiti con grandi aspettative: avevamo un’ottima squadra e venivamo da stagioni positive. Ma ci siamo trovati in una pessima situazione. E non riuscivamo a risalire”.

Cos’è cambiato con Mendilibar?

“Siamo passati alla difesa a 4, che è il nostro sistema abituale. E poi ci ha proposto un calcio più organizzato e semplice. I giocatori c’erano, la dinamica dei risultati positivi ci ha dato fiducia e tolto l’ansia che avevamo per tirarci fuori dalla zona retrocessione”.

Stiamo parlando davanti a uno degli slogan più sentiti e rappresentativi del Siviglia, il Nunca te rindas”, mai arrendersi.

“Si, il Siviglia si caratterizza per questo. Non ci diamo mai per morti e penso che le sfide contro United e Juve siano un buon esempio in questo senso. Siamo abituati a competere e dare tutto. Come in questa strana stagione iniziata in Champions, proseguita in zona retrocessione e chiusa da questa magnifica finale”.