Stadio della Roma, parere non favorevole dal Campidoglio. Diverse criticità e carenze nel progetto

In data odierna, l’amministrazione comunale di Roma Capitale ha consegnato alla Regione Lazio le valutazioni sul progetto dello Stadio della Roma. ‘Il parere unico di Roma Capitale sul progetto definitivo dello Stadio della Roma – si legge nel documento – è non favorevole‘. Il parere in oggetto è consultabile all’indirizzo web www.regione.lazio.it/rl/trasparenzastadio. Lo comunica in una nota la Regione Lazio.

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Il Comune di Roma boccia il progetto definitivo per la realizzazione dello stadio della Roma a Tor di Valle presentato al Dipartimento di Programmazione e attuazione urbanistica di Roma Capitale nel maggio 2016 e integrato nel corso della Conferenza di Servizi indetta dalla Regione Lazio. La bocciatura è legata a molteplici criticità d’ordine generale. Ma non tutte le porte sono chiuse, perché lo stesso Campidoglio lascia una chance importante, ovvero indica le condizioni per arrivare successivamente ad un parere favorevole. Immediate le reazioni, comunque improntate alla cautela: “E’ un parere amministrativo e non politico quello del Comune di Roma, giunto poco fa alla Regione Lazio. Un parere che pone delle condizioni, ma non ci sarebbero pregiudiziali al progetto“. Viene fatto rilevare che nel testo pubblicato dal sito della Regione Lazio infatti, ci sono delle condizionial via libera” degli uffici urbanistici. E a breve ci sarà un incontro fra le componenti per identificare le migliorie da apportare al progetto per trovare un terreno comune tra le diverse opinioni espresse negli ultimi mesi. Intanto però vale quanto detto dal Campidoglio attraverso le sue diverse strutture chiamate in causa nell’esame della corposa documentazione.

Tornando alla decisione del Campidoglio, sono molteplici gli aspetti generali per i quali c’è stato pollice verso: sicurezza (stradale e idraulica); carenza di funzionalità (viabilità, parcheggi, trasporto pubblico); carenza documentale e/o di contenuti (sempre viabilità, parcheggi e trasporto pubblico, commercio, ambiente, urbanistica, edilizia, strutture, opere idrauliche, tutela dei beni in carta per la qualità, strutturale, espropri). Nel dettaglio, sul piano della sicurezza alla voce stradale sono state rilevate “numerose situazioni in cui non possono ritenersi garantite le condizioni di sicurezza, con particolare riferimento alla circolazione stradale sia veicolare che pedonale“. E vengono indicate – con valore peraltro non esaustivo – alcune situazioni di criticità per la sicurezza, “assolutamente non trascurabili e che non consentono l’approvazione del progetto definitivo“. Per esempio i tronchi di scambio, ritenuti di insufficiente lunghezza; le localizzazioni di uscite dai parcheggi in curva; la concentrazione di accessi/uscite da diversi parcheggi, anche multipiano, con elevati rischi di intasamenti ed accodamenti all’interno del multipiano (non è detto nella determinazione del Campidoglio ma è evidente che una eventuale tale situazione di intasamenti in un multipiano sarebbe ad altissimo rischio per la sicurezza, ndr). E ancora: eccessiva concentrazione di varchi su rotatorie; commistione di ingressi a parcheggi di flussi veicolari non compatibili per visibilità e manovrabilità (bus e moto), ubicati in curva e non fisicamente separati per le due diverse tipologie di mezzi; percorsi pedonaliche non garantiscono – dice il Campidoglio – la sicurezza dei pedoni soprattutto in fase di esodo dallo stadio“; promiscuità di accessi veicolari dell’utenza e delle merci (riferimento a AS Roma Superstore).

Quanto all’idraulica, l’attuale classificazione dell’area, determina “la non compatibilità, ai fini della variante urbanistica, con le condizioni di pericolosità idraulica dell’area“. Di conseguenza anche le autorizzazioni edilizie, commerciali, sportive, dello spettacolo che deriverebbero dal via libera al progetto definitivo “sono subordinate alla ridefinizione del perimetro delle zone che interessano le aree di sedime dell’interventi in questione, soggette a rischio per eventi idraulici“, nonché delle fasce fluviali e conseguente declassificazione. Quanto alla carenza di funzionalità, viene lamentata una “inadeguatezza dimensionale” delle aree per il capolinea del trasporto pubblico locale di piazzale Tarantelli (stazione ferroviaria Tor di Valle della Roma-Ostia Lido) in relazione alla aumentata domanda da e verso le aree in questione; inoltre, c’è una “sottostima dei flussi di traffico” nello studio fatto in materia di trasporti, “anche in relazione a diversi scenari possibili di ripartizione modale tra trasporto pubblico e privato“; c’è una “compromissione” del raggiungimento dell’obiettivo strategico di agevolare l’accesso al sistema tangenziale costituito dal GRA; viene evidenziata la necessità di ottimizzazione/revisione dell’ubicazione degli accessi e delle uscite dei parcheggi, dei percorsi interni delle varie sezioni degli stessi; carenza anche nella previsione di installazione di tornelli all’ingresso e uscita di alcuni parcheggi. Per la parte relativa invece alla carenza documentale, il Campidoglio rileva che “nonostante le reiterate richieste di integrazione documentale” persistono ancora “numerose carenze sia di documentazione sia di contenuti nella documentazione presente“. E vengono quindi segnalate – anche qui “a titolo indicativo e non esaustivo” – le diverse criticità, come ad esempio la mancanza del progetto definitivo o di specifico accordo con la Regione Lazio, proprietaria dell’infrastruttura, per il potenziamento della linea ferroviaria Roma-Ostia Lido, oppure le carenze nelle ipotesi assunte alla base dello studio trasportistico (ad esempio lo scenario di partite giocate il mercoledì sera) o nella ripartizione modale nei giorni festivi; carenza della progettazione della ‘ciclabilità‘ quale componente della mobilità. Quanto al capitolo commercio, ad esempio la Grande Struttura di Venditanecessita di espressa deroga” da parte della Regione Lazio; permane poi “una criticità relativa alla configurazione di Centro commerciale” con riferimento ad altre attività commerciali. E per quanto riguarda invece gli espropri, “non sono stati forniti gli aggiornamenti della documentazione catastale” relativa alle modifiche dei tracciati stradali consegnati il 25 gennaio scorso per consentire la verifica della eventuale necessità di una integrazione delle procedure espropriative.

Questo quindi in sintesi il perché della bocciatura da parte del Campidoglio che però, come detto, lascia aperta ancora una porta e dice che le condizioni per arrivare al parere favorevole sono definite dall’elaborazione delle modifiche/integrazioni progettuali necessarie ad assicurare “adeguati livelli di sicurezza stradale, veicolare e pedonale“, adeguati “livelli di servizio” delle infrastrutture stradali; completare la documentazione progettuale con le elaborazioni mancanti; “colmare le carenze di contenuti rilevate“, oltre che dalla “ridefinizione del perimetro delle zone, che interessano le aree del sedime dell’intervento in questione, già soggette a rischio per eventi idraulici, nonché delle fasce fluviali e conseguente declassificazione“.

Agi

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