Tuttosport (S. Campanella) – Si sente in famiglia. Lo dice più di una volta. Ma allo stesso tempo non nasconde l’emozione pura di fame parte. Di essere tra le protagoniste dell’European Golden Boy nel ruolo di presidente del Board delle Leggende, a cui è affidato il compito di assegnare alcuni dei premi (Golden Player Man, Golden Player Woman, Best President e Best Manager).

L’eleganza di Lina Souloukou, ceo della Roma, sta anche nel suo vestito verde come nelle sue parole efficaci quando racconta la rilevanza di questo premio vi sta con gli occhi di un addetto ai lavori: “Questo premio è importante perché garantisce visibilità a tutti, non solo ai giocatori, ma anche ai club e alle Federazioni. L’evoluzione presentata quest’anno, con un Index che si basa su un preciso algoritmo, corrisponde all’evoluzione del calcio stesso, in cui l’analisi dei dati diventa sempre più determinante per minimizzare i rischi e aiutare noi dirigenti a prendere le decisioni migliori. I numeri non mentono. Poi, proprio come accadrà per l’elezione dell’Absolute Best, è altrettanto importante il fattore umano, che aggiunge l’esperienza e completa il lavoro per il reclutamento”.

A proposito di reclutamento… se lei dovesse scegliere un vincitore che le piacerebbe aver scoperto non avrebbe dubbi nel rispondere Zalewski, il Golden Boy Web 2022: “Lo scorso anno ero rimasta molto colpita dalla quantità di voti che aveva ricevuto, poi quando sono arrivata a Roma ho capito il perché… Ho capito la scelta strategica della proprietà, che intende fare del settore giovanile una delle principali fonti per la prima squadra. La proprietà della Roma negli ultimi anni ha fatto molti investimenti sul vivaio, migliorando le strutture, ottimizzando le ore di allenamento, rinnovando il convitto che ospi ta i nostri ragazzi. Tutti fattori che hanno permesso a tanti giovani di esordire in prima squadra, cui contribuisce il fatto di avere un allenatore che sa sviluppare queste qualità, proprio come nel nostro caso… Penso a Bove, ma sono 13 quelli che si contano negli ultimi tre anni. Tutto questo per dire che dietro al premio di Zalewski c’è un lavoro preciso e strategico dell’intero club”.

Il suo sguardo poi sconfina oltre l’Italia, con un monito alle Leghe per favorire lo sviluppo del proprio brand e, quindi, del calcio: “E importante che ciascuna Lega sia aperta all’opportunità di fare proprie idee innovative ed esperienze che provengono anche dall’estero per favorire lo sviluppo del calcio“. Un po’ come fa l’European Golden Boy l’altra famiglia italiana di Lina Souloukou.