Corriere dello Sport (J. Aliprandi)Benfica, Bayern Monaco, Swansea, Lille, Paris Saint Germain e adesso Roma. Renato Sanches ha giocato in grandi club, ha girato mezza Europa e ha già vinto tanto. Dodici trofei, niente male. Nonostante l’esperienza il centrocampista ha soltanto ventisei anni: un grande affare per la Roma, il pallino di Tiago Pinto potrà essere una vera sorpresa se il fisico non lo tradirà più.

I primi segnali stagionali non sono stati promettenti con la lesione che lo ha fermato contro Verona e Milan, ma adesso Renato si sente bene e non vede l’ora di dare il suo supporto a una squadra che ha già cominciato a chiamare famiglia: “Ho 26 anni e sono già passato in diverse squadre – ha detto a Dazn -. È un momento di maturità per me, un momento in cui avere un po’ di stabilità. Non cambiare troppe volte squadra è importante e sono felice di aver giocato in tutte le squadre dove sono stato perché ho fatto davvero molta esperienza. Ho già vinto diversi titoli in Germania, Francia, Portogallo, sono sempre situazioni dove vai ed impari, ma credo di essere arrivato ad un punto della carriera in cui sono più maturo per avere un po’ più di stabilità e per poter far vedere il mio calcio”.

Renato Sanches adesso vuole mettere un freno agli infortuni, vuole tornare a divertirsi e a essere decisivo. Gia quei venticinque minuti giocati all’esordio contro la Salernitana hanno mostrato non solo le sue abilità ma anche la sua duttilità nel gioco di Mou. Le sue verticalizzazioni, la sua fisicità e le sue imbucate saranno fondamentali per il centrocampo giallorosso privo di un giocatore dalle sue caratteristiche (Bove è quello che più si avvicina a lui).

“Abbiamo diversi tipi di giocatori con caratteristiche diverse, credo sia importante avere una squadra che abbia tanta varietà a centrocampo. Aouar è il giocatore che mi piace di più. Abbiamo giocatori con molta qualità e sono convinto che questo sta davvero un bene affinché il mister abbia diverse scelte tattiche. È sempre più facile quando hai un allenatore portoghese, è la nostra lingua, è più semplice capire quello che lui vuole e quel lo che mi chiede come giocatore. Sentire l’appoggio dell’allenatore e parlare la stessa lingua è sempre molto importante perché percepisci le cose in un modo differente ed entra molto più velocemente nella testa del giocatore”.

Fiducia nei propri mezzi e in quelli della squadra, Sanches ha bene in mente cosa puntare in questa stagione: “Fare una buona stagione e aiutare la squadra a conquistare titoli, sono i nostri obiettivi”. E poi c’è la stracittadina: “Un derby è sempre un derby… In Portogallo siamo abituati a dire che giochi per vincerlo. Sono le partite della città e quando la rappresentiamo dobbiamo sempre lottare per raggiungere il successo”. Per guadagnare i tre punti e far felici i tifosi: “Per ogni giocatore è sempre importante sentire l’appoggio dei tifosi. Penso che con una tifoseria del genere venga molto più semplice volere ogni vittoria e dare tutto per la squadra”.