Sanabria: “Sono molto giovane e quindi ho ancora bisogno di imparare molto. Mi ispiro a Totti, De Rossi e Keita. Sogno di giocare ancora in Serie A”

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BLEACHERREPORT.COM (traduzione integrale di F.Biafora)- A 17 anni, Tonny Sanabria, fece una mossa audace: nel novembre 2013 scelse di non accettare l’offerta di rinnovo del contratto del Barcellona, nel tentativo di accelerare la sua scalata nel mondo del calcio. Era nel club sin dal 2009, quando aveva 13 anni, ma l’ambizione spinse l’attaccante e il percorso per far parte della prima squadre dei blaugrana sembrava torbido. Tre mesi dopo firmò un contratto con la Roma, club di Serie A, dopo essere stato venduto per 4,5 milioni di euro nonostante la sua giovane età e l’inesperienza. Venne mandato in prestito al Sassuolo, visto che il club capitolino aveva raggiunto il numero massimo di giocatori extracomunitari da poter tesserare in quella stagione, diventando ufficialmente un giocatore giallorosso nell’estate del 2014.

Da allora Sanabria si è concentrato sulla voglia di raggiungere il successo ad ogni livello, delineando le sue ambizioni sia a livello nazionale e sia internazionale, segnalandosi anche come una delle stelle della Primavera che ha partecipato alla Uefa Youth League in questa stagione. “Il mio più grande sogno da calciatore è quello di continuare a giocare in Serie A e inoltre voglio giocare e vincere il Mondiale con la mia nazionale, il Paraguay“, le parole di Sanabria nell’intervista a Bleacher Report. L’attaccante può vantare cinque presenze con la nazionale maggiore, nonostante abbia compito da poco 19 anni, ciò dimostra che i ‘los Guaranies’ (soprannome dei giocatori paraguayani, ndr) hanno visto in lui le stesse qualità che vide il direttore sportivo Sabatini quando chiuse l’affare nel 2014. E’ stato eletto da tempo l’erede di Roque Santa Cruz per riportare la sua nazionale alla ribalta, dopo diversi anni di scarsi successi internazionali.

Il suo stile di gioco è quello tipico di un attaccante sudamericano: “Ho buone capacità tecniche, sono bravo nel gioco aereo e veloce sul campo“, dice Sanabria, che ha tutto per diventare l’incubo dei difensori. Il paraguayano vanta l’istinto classico del killer sotto porta ed è veloce sul terreno di gioco, può svariare sul campo e spesso crea situazioni di uno contro uno con i difensori. Gli piace ricevere la palla in velocità, in modo da girarsi immediatamente verso la porta, forse smentendo quanto appreso all’interno delle mura catalane della Masia. Non è timido nell’affare la sua voglia di vincere la Coppa del Mondo, guidando la sua nazionale verso la gloria, ma nel frattempo il suo intento è quello di fare colpo all’interno della Roma e di emulare tanti dei grandi professionisti che Rudi Garcia ha portato nel club.

Mi ispiro a diversi giocatori della Roma, inclusi alcuni veterani come Totti, De Rossi e Keita. Oltre a questi calciatori di classe mondiale, ammiro molto Paredes come persona“. Sanabria si allena duro, arrivando a Trigoria, il centro d’allenamento dei giallorossi, diverse ore prima dell’inizio delle sedute di lavoro e svolgendo del lavoro extra in palestra. Garcia ha imposto un alto livello di professionalità da quando è nel club capitolino e Sanabria ha abbracciato la causa.

Il percorso della Roma nella Youth League si è fermato alle semifinali di Nyon, dove è stata sconfitta da un impressionante Chelsea. Pur non avendo qualità elevatissime come Arsenal, Paris Saint-Germain, Liverpool o Real Madrid, i giallorossi sono arrivati alla final-four grazie al grande spirito ed etica del gruppo e alla voglia di dare tutto sul campo. Sanabria ha segnato una doppietta contro il Bayern Monaco, una squadra con talenti del calibro di Gianluca Gaudino, Sinan Kurt e Marco Hingerl e ha guidato la linea d’attacco in tutto il torneo. Nonostante la caduta al penultimo ostacolo, Sanabria continuerà a lavorare e spingere per un posto fisso nella prima squadra di Garcia, proprio ha fatto un altro giovane come Daniele Verde.

Sono molto giovane e quindi ho ancora bisogno di imparare molto“, ammette. “Posso dire che attraverso il duro lavoro e la fiducia in sé stessi è possibile raggiungere i propri obiettivi“. Dato che è un tale ragazzo ambizioso è difficile capire come il paraguaiano non abbia mostrato il suo potenziale in un ambiente così famoso per far crescere i giovani come al Barcellona.

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