Roma, le 10 sfide da vincere

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Corriere dello Sport (R.Maida) – Dieci questioni aperte, piene di incognite e di fascino. Dieci sfide per la nuova Roma che oggi, calendario alla mano, entra ufficialmente nella nuova stagione: la squadra si raduna il 7 luglio a Trigoria ma Sabatini è già al lavoro per renderla più bella mentre un impressionante pool di specialisti si sta dando da fare per costruire una struttura che possa essere efficiente anche nel tempo, attraverso lo stadio di proprietà e l’ingresso di nuovi partner commerciali. Dal campo alla panchina, dal mercato agli uffici dell’Uefa, sarà un anno di calcio appassionante per la Roma, che si avvia con fiducia verso l’esame imminente: lo spareggio europeo per l’entrata in Champions League, con il carico di aspettative e tensioni che rappresenta. Una faccia avrà la Roma in Champions, un’altra in caso di retrocessione nell’Europa League. Sarà bene arrivare pronti al duello più tosto dell’estate.

LA CAMPAGNA ACQUISTI  – Quel che è fatto è fatto: ora comincia il mese in cui Sabatini può aprire il portafogli. Nel frattempo il direttore sportivo della Roma è diventato fan della divertente pagina Facebook “Sabatini acquista cose” ispirata alle sue frenetiche attività di mercato. Da oggi si può davvero parlare di acquisti anche se l’unico annuncio di questo fine settimana potrebbe essere il portiere Alisson, atteso a Roma nei prossimi giorni. Dalla prossima settimana invece, occhio ai colpi: non sarà una campagna acquisti stile Paris Saint-Germain ma Sabatini conta di consegnare a Spalletti i rinforzi che servono per cominciare la stagione con il playoff di Ferragosto. Se poi la Roma riuscirà a qualificarsi per la Champions League, obiettivo fondamentale sul piano finanziario, i tifosi potranno sognare l’arrivo di almeno un grande calciatore. Un centrocampista o un attaccante. Ma adesso, come si è intuito dalle ultime mosse, la priorità è completare la difesa indebolita dall’infortunio di Rüdiger.

L’ASSALTO ALLA JUVE – Il trasferimento di Pjanic alla Juventus sembra uno schiaffo ai sogni: come colmare un divario già piuttosto ampio dopo aver ceduto il giocatore migliore alla squadra migliore? Ma il calcio non è una scienza esatta, non sempre sottrarre significa affievolire. Basta saper salire sui treni giusti, come direbbe Spalletti, «perché in giro ci sono tanti calciatori bravi». E allora, di fronte a un gap economico e tecnico già denunciato tra mille polemiche lo scorso anno da Rudi Garcia, la Roma deve affidarsi alla libertà delle idee. Si vende per comprare, d’accordo, ma magari qualche volta nei fatti il saldo si dimostra attivo. Facile pensare al Leicester, che ha messo sotto i top team inglesi vincendo il campionato costruendo con calma il suo progetto. Ma c’è un esempio di programmazione persino più simile a quello della Roma: l’Atletico Madrid, guidato da dirigenti capaci e da un allenatore tosto, ha saputo riciclare giocatori senza perdere competitività. Ha vinto e quasi vinto. Così si fa.

L’ULTIMO ANNO DI TOTTI – Arriverà alle nozze d’argento con la Roma realizzando uno dei suoi desideri dichiarati: giocare fino a 40 anni. Francesco Totti li compirà a stagione iniziata, il 27 settembre, con la felicità e l’orgoglio di un caso quasi unico nella storia del calcio italiano. Come Maldini, chiuderà la carriera giocando 25 stagioni con lo stesso club. Uno e uno soltanto. Dopo aver sbriciolato praticamente tutti i record, gli resta ancora un traguardo: superare Javier Zanetti al secondo posto della classifica di presenze in Serie A, dietro proprio a Maldini che non è raggiungibile essendosi arrampicato a quota 647. Totti è a 601, Zanetti a 615. La grande curiosità per l’ultima recita di Totti, per la quale la Roma e gli sponsor stanno preparando iniziative commerciali molto attrattive, è di natura tecnica: dopo sette anni tornerà a seguire la preparazione di Spalletti, con il quale certi dissapori sembrano stati accantonati. Riuscirà Totti a essere ancora l’uomo in più della Roma?

LA CHAMPIONS – E’ inutile sdrammatizzare: le prospettive della Roma nel breve e nel medio periodo dipendono in gran parte dalla qualificazione alla Champions League, che grazie al fantastico girone di ritorno della squadra è diventato possibile. Ballano circa 50 milioni da iscrivere nel prossimo bilancio. L’appuntamento è fissato per il 16/17 agosto, giorno dell’andata del playoff che vale come test d’ingresso al tabellone principale, ma la società seguirà con trepidazione il sorteggio di Nyon, nella sede dell’Uefa, in programma il 5 agosto. In teoria, anche se la Roma quasi sicuramente partirà tra le squadre che non sono teste di serie a causa di un ranking bassino (in questo momento il club è quarantunesimo nella classifica europea a squadre), soltanto il Manchester City fa davvero paura tra le candidate. Il resto delle teoriche avversarie, dal Villarreal al Porto, dall’Ajax allo Shakhtar Donetsk (peraltro le ultime due devono ancora qualificarsi), è alla portata della Roma.

LE CURVE – Recuperare il contatto con i tifosi è una delle missioni che la Roma si è assegnata in vista della prossima stagione. Il problema delle barriere divisorie, che ha svuotato la Curva Sud, ha provocato inevitabilmente delle conseguenze sulla squadra, che per diciassette partite di campionato su diciannove (esclusa la prima, Roma-Juve, e l’ultima, Roma-Chievo) ha giocato all’Olimpico senza la spinta del suo tifo organizzato. Le trattative che la società ha svolto in questo periodo con i nuovi vertici della Prefettura e della Questura non hanno portato ad alcuna decisione anche se le barriere sono state facilmente rimosse in occasione del concerto di Vasco Rossi. La Roma proverà a chiedere di toglierle anche in occasione delle partite della squadra. E nel frattempo si gode un discreto risultato della campagna abbonamenti, che sta marciando in linea con i numeri degli anni passati. Buon segno, in tempi di proteste popolari.

IL BILANCIO – La prima fase del mercato della Roma, monopolizzata dalle cessioni, si è chiusa senza l’esito sperato: la trattativa per Iago Falque e Ljajic al Torino non si è ancora conclusa. Questo significa che il bilancio della società, chiuso ieri sera, presenterà qualche sofferenza. Difficile quantificarla, visto che l’approvazione del bilancio stesso è rimandata all’autunno, ma è possibile che i conti non siano perfettamente in linea con le richieste Uefa dopo il patteggiamento sul fair play finanziario. Da Trigoria sull’argomento trapela molta tranquillità, la stessa che aveva manifestato il presidente Pallotta nell’ultimo viaggio romano. I dirigenti sono convinti di aver dato prova di un percorso virtuoso e che, una volta di fronte alla commissione dell’Uefa, riusciranno a dimostrare di non meritare punizioni severe. E’ comunque scontata, nel caso probabile di disavanzo superiore ai 30 milioni nel biennio, una sanzione pecuniaria: i 4 milioni che erano stati sospesi l’anno scorso.

IL NUOVO STADIO – L’elezione del sindaco di Roma ha riacceso il dibattito politico sullo stadio di Tor di Valle. La posizione di partenza dei Cinquestelle, rappresentati in Comune da Virginia Raggi, era piuttosto oltranzista sulla materia, come confermano le prime dichiarazioni del futuro assessore all’urbanistica Berdini. Ma negli ultimi tempi il Movimento è sembrato più aperto al dialogo. La Roma spera prima di tutto che il progetto definitivo arrivi velocemente alla Regione per avviare la conferenza dei servizi, dove comunque il Comune potrà presentare le sue eccezioni. Ma sarebbe un passaggio fondamentale verso la posa della prima pietra, che negli auspici di Pallotta porterebbe all’inizio dei lavori entro la fine della stagione calcistica. La sensazione è che in questa vicenda ancora tanti capitoli debbano essere scritti, a cominciare dalla conformità del nuovo progetto alla delibera sul pubblico interesse dell’assemblea capitolina.

LO SPONSOR – Per tre stagioni di fila la Roma ha giocato senza sponsor sulla maglia: si tratta di un danno economico stimabile in circa 30 milioni, che non sono pochi per una società che ha dovuto confrontarsi con una serie di difficoltà finanziarie. Per questo il gruppo di lavoro nominato da Pallotta, sotto la guida dei manager Laurent Colette e Kaithlin Colligan, sta stringendo i tempi per offrire alla Roma un prezioso partner commerciale: il mercato cinese è quello più fiorente, sotto questo profilo, ma i professionisti del marketing della Roma stanno cercando risorse anche nei paesi arabi, tra Emirati e Qatar. Parallelamente, Pallotta sarebbe felice di accogliere nuovi soci nella cordata che ha acquisito la Roma cinque anni fa. In passato c’erano stati contatti con il gruppo cinese di Wang Ljianlin, stimolato dalla banca Unicredit. Ma poi il miliardario ha deciso di investire sul 20 per cento dell’Atletico Madrid, pagato 45 milioni di euro.

LA STRUTTURA – Nonostante molte perplessità, Sabatini ha accettato di onorare il contratto che lo lega alla Roma fino al 30 giugno 2017. Ma ha già assicurato che, comunque vada, questa sarà la sua ultima stagione da direttore sportivo a Trigoria. Nel frattempo Spalletti ha preferito non promettere niente sul futuro nella Roma, giurando di volersi giocare la conferma nella prossima stagione. La società però ha bisogno di stabilità e di continuità, dopo tanti errori e tante rivoluzioni. Per questo Pallotta, che ha affidato tutta la gestione della Roma al direttore generale Baldissoni, comunicazione compresa, si aspetta l’organizzazione e la programmazione che nell’ultimo anno per i dubbi dirigenziali (Sabatini va via anzi resta) e la crisi tecnica (Garcia esonerato a gennaio) sono mancate. Se Sabatini e Spalletti lasceranno la Roma, la Roma deve saperlo in fretta per non trovarsi troppo tardi davanti al fatto compiuto.

I RINNOVI – C’è chi va, c’è chi resta. E quelli che restano, soprattutto se sono forti e richiesti, vanno accontentati nelle loro pretese per evitare che le tentazioni li distraggano dal quotidiano. E’ il caso di Nainggolan e Manolas, per i quali la Roma ha rifiutato importanti offerte inglesi, tra Chelsea e Manchester United, per un totale di oltre 60 milioni di euro. Sabatini ha già parlato a entrambi, rassicurandoli: rivedrà il loro contratto, aggiornandone lo stipendio verso l’alto. A Manolas, che tra i titolari è uno di quelli meno pagati, l’aumento era già stato promesso l’estate scorsa, a prescindere dalle offerte, mentre nel caso di Nainggolan il forcing del Chelsea ha consigliato alla Roma di discutere un contratto firmato solo un anno fa. Situazione speciale infine riguarda Strootman: il suo contratto scade nel 2018 e sarà prolungato di una stagione. Dopo due anni abbondanti di sofferenza la Roma conta di aver ritrovato un campione.

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