Il Messaggero (G. Lengua) – La coppia d’attacco Dybala-Lukaku sarà destinata a rubare l’occhio. Domani i riflettori saranno puntati tutti lì, perché alla fine il calcio è anche spettacolo. Non sempre la tattica è valorizzata, ma senza una difesa impermeabile gli sforzi offensivi rischiano di essere vani. Nella passata stagione i tre che componevano il reparto arretrato erano una garanzia, quest’anno hanno fatto acqua da tutte le parti.

Sono gli effetti del mercato in cui la cessione di Ibañez (e Matic) ha stravolto meccanismi ed equilibri. Non solo, c’è anche la regressione di Smalling che ha tolto la terra da sotto i piedi a chi era abituato a vederlo puntuale in ogni intervento. E invece, con la Salernitana non ha sbarrato la strada a Candreva sulla rete del vantaggio consentendogli di andare al tiro di destro anziché spostarlo sull’esterno. Con il Verona, ha fatto lo stesso errore sulla rete di Ngonge, ma a posizioni invertite. Colpa parziale sull’azione del rigore concesso al Milan, in cui non ha chiuso in tempo il passaggio di Giroud per Loftus-Cheek che si è insinuato in area andando a cercare il contatto con Rui Patricio.

Errori dovuti probabilmente a un modo di giocare diverso rispetto allo scorso anno con una linea meno coperta per l’assenza di Matic, una diga davanti alla difesa. Per correre ai ripari Mourinho sta cercando di integrare il prima possibile Ndicka che potrebbe già esordire con l’Empoli o al più tardi contro lo Sheriff in Europa League. Due partite semplici all’apparenza, ma che nascondono insidie. Perderne o pareggiarne anche una su due rischierebbe di aprire una crisi.

L’ex Eintracht sta facendo fatica a capire la manovra difensiva, nonostante si stia allenando con la squadra da inizio preparazione. È stato evidente nelle amichevoli pre-stagionali in cui ha subito le imbucate degli attaccanti anche di squadre modeste. Per adesso Mourinho non lo ha promosso, anzi ha lanciato una frecciata a Tiago Pinto che ha scelto di sacrificare Ibañez: “Mi fanno male certe analisi su Roger, è stato fantastico per noi pur avendo sbagliato qualche partita”.

I problemi della difesa, però, passano soprattutto da Smalling che sta vivendo un periodo di appannamento. Fresco di rinnovo contrattuale fino al 2025 a 3,5 milioni a stagione, è riuscito a scardinare le rigidissime policy giallorosse che non prevedono prolungamenti così alti per giocatori di 33 anni. L’eccezione in questo caso è stata doverosa visti i risultati dell’ultimo biennio. A Trigoria sperano si tratti solo di una falsa partenza.