Perotti: “Chelsea? Sapevamo di poter vincere. C’è voluto del tempo ma i risultati ora si vedono. Mondiale? Me lo gioco adesso, darò il 100%”

L’attaccante esterno della Roma Diego Perotti ha rilasciato alcune dichiarazioni riguardo il suo momento d’oro e la strepitosa vittoria contro il Chelsea in Champions LeagueL’argentino, fresco di convocazione con l’albiceleste, ha commentato così questo periodo, dopo che la passata stagione lo ha visto tra luci e ombre. Queste le sue parole ai microfoni di Sky Sport:

3-0 al Chelsea. Un grande risultato, te lo aspettavi?
Non un 3-0 però si, sapevamo di poter vincere. Avevamo fatto una grande partita là a Stamford Bridge, ribaltare il 2-0 iniziale penso sia stato più difficile che vincere 3 a 0, perché una volta che abbiamo segnato il primo gol all’inizio si è messo tutto un po’ più facile. Non ci aspettavamo un risultato con tanti gol, però pensavamo di farcela a vincere e alla fine siamo pure riusciti a far divertire i nostri tifosi e a dimostrare che la squadra c’è.

E’ giusto parlare di rivoluzione Di Francesco?
Lui ha messo il suo. Qua avevamo una maniera di lavorare diversa da quella che lui voleva quando è arrivato. Quelli che hanno iniziato a lavorare con lui da Pinzolo magari lo hanno capito prima, rispetto a quelli che sono arrivati dopo per la Nazionale. Lui ha messo la sua maniera di lavorare, il suo modo di pressare e il suo gioco. Non è facile cambiare modo di giocare, passando da un allenatore all’altro e ci vuole tempo, ma adesso penso che i risultati si stiano vedendo.

Qual è la differenza fra Spalletti e Di Francesco?
Prima di tutto con Spalletti passavamo da una difesa a tre a una a quattro, Di Francesco non cambia gli piace il 4-3-3 e gioca così sempre, fino ad ora. A me chiede molto di prendere palla e buttarmi dentro tra le linee e quello con Spalletti non lo facevo quasi mai.

La linea di pressing è più alta?
Si anche, vuole una squadra sempre corta  e stretta. Con il passare delle partite abbiamo iniziato a farlo e molto bene e sta dando risultati.

Parliamo di te. Sei rinato con questo nuovo calcio, ti senti migliorato rispetto al passato?
Quando uno non gioca con continuità è difficile. Anche entrare per 10-15 minuti non è facile. Giocare sempre non si può perché siamo in tanti e quello l’ho capito. L’anno scorso, nella seconda parte di stagione non ho giocato molto perchè con il cambio modulo Nainggolan è stato spostato in avanti e ha fatto benissimo e la squadra vinceva. A me non restava che allenarmi e farmi trovare pronto ogni volta che venivo chiamato. Era una scelta dell’allenatore che magari non mi vedeva in un buon momento e ha scelto altri compagni. Quest’anno la chiave è che mi sento bene fisicamente, ho fatto un bel ritiro e anche in Argentina avevo fatto un po’ di preparazione, a 29 anni non puoi presentarti senza aver fatto nulla. Poi i risultati comandano, quando vinci stai bene.

Senti aria di Mondiale?
Dopo sei anni mi hanno richiamato, vuol dire che Sampaoli ha visto qualche partita. Io me la gioco adesso con le amichevoli che ho davanti, dopo la Fiorentina, mi gioco il 90% di possibilità di andare. Non mancano molte partite, la mia possibilità è adesso e me la giocherò al 100%.

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