Corriere dello Sport – Pallotta: “Libererò lo stadio dai teppisti”

James Pallotta Roma PR

La Roma e James Pallotta conquistano gli Stati Uniti. Come riporta l’edizione odierna delCorriere dello Sport,  il quotidiano con la più grande diffusione negli States, The Wall Street Journal, ha dedicato un articolo alla società giallorossa, definita in rampa di lancio, grazie alle iniziative del suo presidente. Naturalmente si è sottolineato il tema dello stadio, uno dei principali obiettivi di Pallotta. Proprio in merito alla “nuova casa” della Roma e al piano di sicurezza previsto dal nuovo impianto,l’imprenditore americano ha tracciato alcune linee guida, individuando il tipo di tifoso che vorrebbe nel suo nuovo stadio: “Basta con i fumogeni e i bengala allo stadio– ha detto Pallotta puntando l’attenzione su controlli più rigidi – voglio sì fan rabbiosi, ma più sensibili” . Il presidente non vuole tifosi violenti e apre le porte alle famiglie e ai supporter stranieri. ”Prima non avrei mai passato una domenica mattina a guardare il calcio– ha spiegato Pallotta – adesso sembra proprio che non ne possa fare a meno”. L’importante quotidiano statunitense, poi, sottolinea la popolarità in crescita di Pallotta a Roma. Il presidente viene salutato dai tifosi, ma va incontro anche alle critiche, soprattutto quando la squadra va male o in occasione ad esempio del cambio del logo: “Ma non li biasimo ha aggiunto – ci sono tanti posti dove i proprietari stranieri hanno avuto un inizio difficile o addirittura non sono riusciti ad andare avanti” . Fino a tre anni fa Pallotta non aveva mai assistito a una partita, adesso, partendo da un investimento di 12,4 milioni di euro assicura che la società giallorossa nel prossimo anno avrà una valutazione di oltre mezzo miliardo di euro, che potrebbe raddoppiare se, e si torna allo stesso punto, il nuovo stadio prenderà vita. E la realizzazione del progetto per il Wsj sarà un test per tutto il calcio italiano, perché finora tra scandali, corruzione, violenza e stadi obsoleti, solo Pallotta tra gli investitori americani (a differenza di quanto successo in Inghilterra) ha scelto l’Italia.

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