I risultati non esaltanti della Roma non dipendono da Luis Enrique. L’agente Fifa Dario Canovi, che la scorsa estate lo propose a diversi club italiani, a Centro Suono Sport difende il tecnico asturiano: “Gli stanno attribuendo delle colpe che non ha. L’errore di Kjaer non è colpa sua. La Roma ha tre-quattro giocatori che non sono da Roma. Non sono all’altezza per conquistare la Champions. José Angel non è un grande giocatore. Il male della Roma sono i difensori centrali. Lo spagnolo sta cercando di costruire una mentalità e un metodo di gioco. Ha bisogno di giocatori che si sanno adattare. Il suo errore forse è stato quello di non cambiare tipo di gioco una volta resosi conto di non avere i giocatori adatti. I spagnoli sono testardi”.
Canovi (agente Fifa): “Il male della Roma? I difensori centrali”
Roma, Josè Angel: “Impressionato da De Rossi, Bojan ha grandi capacità”
Josè Angel è forse uno dei simboli della Roma di quest’anno. Era partito bene, meritandosi anche i complimenti di Daniele De Rossi, poi si è perso insieme agli alti e bassi della squadra di Luis Enrique. Lo spagnolo ha rilasciato un’intervista alla radio OndaCero.
“L’annata della Roma? All’inizio c’è stato qualche problema per trovare la compattezza di squadra e l’amalgama giusta. Ora ci sono dei miglioramenti anche se dobbiamo trovare la regolarità e credo che la troveremo con il tempo. Le voci di incomprensioni tra il tecnico e Totti non sono vere. Impossibile avere problemi con Francesco, è una persona umile”.
Poi un giudizio sull’amico Bojan, anche lui criticato per la stagione non esaltante: “E’ tranquillo, convinto delle sue capacità. Non gioca tantissimo ma quando entra fa sempre il suo alla grande, mettendo in mostra le sue grandi potenzialità”. Chi in Italia lo ha sorpreso invece “è sicuramente Daniele De Rossi, un giocatore fortissimo in tutto, e poi direi Boateng del Milan”. Su Milan-Barcellona invece non si sbilancia: “Non ci sono favoriti”.
Il Sole 24 Ore – Longarini bussa alla As Roma
Edoardo Longarini torna in pista per l’As Roma, dopo essere stato un possibile acquirente della societa’ giallorossa alla fine del 2010, quando la famiglia Sensi l’aveva messa in vendita. Alla fine la spunto’ l’americano Thomas Di Benedetto che ora controlla l’As Roma attraverso una holding gestita in partecipazione con Unicredit.
Ed è proprio con la banca che, secondo indescrezioni, Longarini starebbe trattando proprio con Unicredit per diventare azionista in vista del prossimo aumento di capitale da 80 milioni. L’ingresso di Longarini nella As Roma sarebbe tuttavia subordinato al via libera dell’azionista di riferimento, cioe’ l’americano Di Benedetto.
Il Sole 24 Ore
Roma, Taddei: “Luis Enrique, un grande motivatore”
Un Rodrido Taddei a tutto campo quello che è andato in voce questa mattina durante la trasmissione “Radio2 SuperMax” condotta da Max Giusti. L’esterno della Roma si dice un grande appassionato di “musica brasiliana, in particolare la samba” e rivela di sentirsi ormai parte della città in cui vive da sette anni. “Con due come Totti e De Rossi poi si parla in romanesco”. Di origini italiane, Taddei è stato spesso accostato alla nazionale azzurra, “ma ho preferito aspettare la chiamata del Brasile, anche se adesso ho cambiato idea avendo una fidanzata italiana”.
Una vita in giallorosso caratterizzata da tanti momenti belli e diversi gol da ricordare. “La rete più importante è stata quella in Champions al Real Madrid, il giorno prima del mio compleanno. La più bella al Cagliari in rovesciata”. Poi i tanti cambi di ruolo: da esterno d’attacco a terzino con Luis Enrique. “In Brasile, al Palmeiras, sono andato anche in porta dopo che il portere era stato espulso. Ho subito gol su rigore, ma da Romario“.
Nella folta colonia di brasiliani della Roma, Taddei è rimasto molto legato a Julio Sergio: “E’ un grande amico, mi è dispiaciuto molto quando è andato via. Anche Adriano è un ragazzo d’oro”. Infine un aggettivo per i tre allenatori che ha avuto alla Roma: Spalletti “matto”, Ranieri “un signore” e Luis Enrique “un grande motivatore”.
Il Romanista – Il titolo di De Rossi e gli Strafalcioni
“Pivello”. “Un azzardo”. “Un signor nessuno della panchina”. Così è stato gratificato il signor Luis Enrique quando è diventato tecnico della Roma. Ieri a nove colonne gazzette e corrieri d’Italia incensavano in maiuscolo l’Idea dell’Inter, la scelta coraggiosa del lider Maximo Moratti di aver affidato l’Inter al trentaseienne Andrea Stramaccioni. Evidentemente la serie B spagnola conta molto meno di un mezzo campionato di Primavera. Invece non conta il fatto che Luis Enrique con il Barcellona B abbia fatto il record di punti e di piazzamento della storia di quel Barcellona, che questa cosa a Barcellona l’anno scorso era sentita, coltivata, perseguita. Ottenuta. Sono già chiacchiericcio i discorsi fatti da tutti sul fatto che tra campionato Primavera e quello di serie A passano maree di categorie e che tutti si auguravano di fare come in Spagna dove la differenza non è solo quella del “basta che se magna”. In Italia invece va così e ci vuole sempre qualcosa da far digerire senza fartene accorgere, per questo c’è la Milano da bere. Se la cantano e se la suonano. Si fanno i trofei internazionali a invito per vincerli e poi li chiamano “Prima edizione della Champions League giovanile”. Strafalcioni.
La Roma di Alberto De Rossi campione d’Italia vince la Coppa Italia davanti a 25.000 tifosi, dopo aver sfiorato il Viareggio. Dalla Coppa Italia Stramaccioni è uscito agli ottavi di finale, dal Viareggio pure. Ma nessuno qui critica Stramaccioni che a Roma ha già dimostrato di poter avere un grande futuro. E’ il contorno. Non sono nemmeno le nove colonne che lo beatificano (l’invidi anon può essere mai figlia di Roma) ma è il perché di quelle nove colonne, cosa reggono quelle colonne: sempre lo stesso Moloch che trasforma o schiaccia i cosiddetti “signor nessuno”. Ai bei tempi la chiamavano Industria Culturale, quella che fabbrica fenomeni per metterli in vetrina, smerciarli, per creare un costume, una retorica, una moda, in ultima istanza per creare conformismo e quindi consenso. Però stavolta è troppo immaginare Interello come la Comune di Parigi, il petroliere Fidel Moratti che marcia contro l’establishment cantando l’inno della Saras mentre presenta al popolo in giacca e cravatta azzurronera il suo delfino designato: Ernesto Stramaccioni Guevara. La Milano da bere, che tante volte è già andata bevuta, non può dare lezioni di niente, tantomeno di avanguardismo rivoluzionario. La patria dei campionati Tim vinti a tavolino e confezionati con l’INTERcettazioni di Calciopoli non può profumare di nuovo. Il sorriso di Moratti ha ancora bisogno di un buon semplice dentifricio. Già l’anno scorso la Roma aveva fatto di più scegliendo Vincenzo Montella che come allenatore aveva alle spalle soltanto un anno e mezzo di Giovanissimi. Adesso si critica la Roma di aver lasciato andare via Montella per aver scelto il futuro allenatore del Barcellona (A non B) e si beatifica l’Inter perché è arrivata al quinto tecnico cambiato dopo Mourinho. In tutto questo a Roma c’è ancora chi sceglie l’altra parte della storia, quella non ufficiale ma vera, quella fatta di padri e figli, di vento e non di sponsor, di mare e non di Pinetina. Si chiama Alberto De Rossi. E’ un signore e per questo non ha bisogno di nessun titolo: d’altronde basterebbe vedere la prole che ha lasciato al mondo per chiederne legittimamente la beatificazione.
Il Romanista – Tonino Cagnucci
Il Romanista – Pizarro, un gol col Manchester. Poi è sparito
Che fine ha fatto David Pizarro? Da quando ha lasciato la Roma per trasferirsi al Manchester City se ne sono quasi perse le tracce, tanto che con la sua nuova maglia biancoceleste con l’aquila sul petto ha giocato appena una manciata di partite tra Premier League e coppe. Rarissime apparizioni nelle quali è riuscito a segnare anche un gol, al Porto nel match dei sedicesimi di Europa League del 22 febbraio scorso che gli inglesi vinsero 4-0. Poi poco altro, come le sole tre gare in campionato, coincise con il calo della squadra, che è stata scavalcata in testa alla classifica dai rivali cittadini dello United, tornati in auge dopo la richiamata alle armi pedatorie dell’ormai ritirato Scholes.
Strano destino quello del Pek. Se ne va da Roma per andare a vincere qualcosa con la squadra del suo vecchio allenatore all’Inter e invece finisce col ritrovarsi ai margini anche di questa, che comincia a perdere mentre i rivali di sempre tornano a vincere anche grazie ad un centrocampista ben più avanti negli anni di lui, per di più richiamato dalla pensione! E pensare che in questi giorni abbiamo dovuto anche sentir rinfacciare alla Roma le cessioni illustri di gente come lui, Mexes, Vucinic e Borriello fatte, a dire dei soliti critici, solo per ridurre il monte ingaggi. Poi scopriamo che in pratica Pizarro non gioca mai neanche nel City, che Borriello lo imita nella Juve (…), mentre Vucinic si è svegliato solo nelle ultime partite dopo un letargo durato tutto l’inverno. E anche qui i fischi degli juventini delusi si sono sprecati, così come i rimbrotti rivolti alla società per l’ingente investimento effettuato in estate per strapparlo alla Roma. Quanto a Mexes, tornato in campo con il Milan dopo l’infortunio che gli capitò più o meno un anno fa, non bisogna mai dimenticare che il suo mancato rinnovo di contratto con la Roma non è imputabile a questa società, ma alla vecchia. E un giorno o l’altro qualcuno ci dovrà pur spiegare perché quel contratto non fu rinnovato, costringendo la Roma a perdere a parametro zero un giocatore che avrebbe fatto comodo a Luis Enrique.
Il Romanista – Franco Bovaio
Novara, Mazzarani: “Giocare nella Roma? Un sogno”
A quattro giorni dalla partita tra Roma e Novara parla Andrea Mazzarani, romano e romanista che adesso milita nel club piemontese.
“Giocare nella Roma? Sarebbe un sogno. Con Luis Enrique sopratutto – spiega il centrocampista a Radio Ies – perché fa giocare bene la squadra palla a terra e due tocchi. E’ ideale per il mio gioco. Totti è un idolo, da sempre”.
Roma, Kjaer: “Sono pronto per il Novara”
Simon Kjaer ha smaltito la botta alla caviglia ricevuta sabato scorso da Zlatan Ibrahimovic durante la partita Milan-Roma. E’ lo stesso difensore danese a darne notizia tramite la propria pagina Twitter: “Sono pronto per il Novara“. Kjaer farà coppia con De Rossi, vista la squalifica di Heinze.
Calcioscommesse, costituiti i “zingari” Saka e Ribic
Si sono costituiti questa mattina in Italia Vinko Saka e Alija Ribic, due croati coinvolti nell’inchiesta della Procura di Cremona sul calcioscommesse. Accusati di far parte del gruppo degli “zingari”, i due, appena sbarcati nel porto di Ancona, saranno identificati e in seguito interrogati a Cremona dal Gip Guido Salvini, che aveva emesso a giugno dello scorso anno un’ordinanza di custodia nei loro confronti per aver preso parte alle combine delle partite.
Corriere dello Sport – Montella e Stramaccioni in A. Nessuno come il vivaio della Roma
Scuola di giovani talenti. E scuola di allenatori. Non si ricorda un precedente di due tecnici cresciuti nel settore giovanile giallorosso ed arrivati a stretto giro di posta entrambi in serie A. E la vittima predestinata, loro malgrado, è stato un altro romano, Claudio Ranieri. Vincenzo Montella lo ha sostituito l’anno scorso sulla panchina della Roma dopo il Genoa, Andrea Stramaccioni su quella dell’Inter prim del Genoa.(…) E invece lo scudetto è riuscito a vincerlo solo Stramaccioni. Ora tutti e due guidano due squadre di serie A. Stramaccioni è stato appena investito da Moratti, Montella è il tecnico rivelazione di questa stagione in cui ha sposato il progetto del Catania (…)
CHE LABORATORIO! – La Roma davvero forma allenatori di qualità. A tutti i livelli. Alberto De Rossi completa assolutamente questo trio con un ruolo delicato e importante come quello di formatore dei giovani. Ha costruito giocatori e vinto titoli in questi anni (uno Giovanissimi, due Primavera e la Roma è campione d’Italia in carica, più la Coppa Italia da pochi giorni). Ha fatto una scelta precisa ritagliandosi questo ruolo di maestro dei ragazzi, il mondo in cui vuole continuare a lavorare. Quando si pose il problema della successione di Ranieri, ci fu un confronto di idee anche con lui: il risultato è stato che è rimasto dove era e ha portato a casa uno scudetto.
Corriere dello Sport – Fabio Massimo Splendore
Corriere dello Sport – Sanogo: “Si, la Roma vuole Sissoko”
La Roma e Moussa Sissoko. Continuano le tappe di avvicinamento. Non che il centrocampista francese di origini maliane sia necessariamente «il calciatore di qualità a cui siamo vicini» del quale ha parlato Sabatini. Ma certo che ora gli elementi per un futuro insieme cominciano a essere parecchi. L’ultimo è arrivato ieri, con le parole di Bakary Sanogo, zio e agente di Sissoko: «Confermo che la Roma si sta interessando al giocatore, anche se non sono stato contattato direttamente ma tramite un intermediario» . Conferma vera e propria quindi. Che segue le indicazioni dalla Francia, che da giorni danno per fatto l’affare. Va detto che ora le priorità del mercato giallorosso riguardano soprattutto la difesa. (…) E allora coincidono anche i tempi, perché il direttore sportivo giallorosso è da sempre abituato a muoversi con largo anticipo. E nel caso di Sissoko, «seguito da altri club italiani, ma anche spagnoli, inglesi e tedeschi» conferma il procuratore, serviva proprio entrare in azione con i tempi giusti.
CARATTERISTICHE – Come Vieira. In pratica ciò che la Roma cerca per la linea mediana della prossima stagione, un giocatore con caratteristiche che possano integrare quelle dei centrocampista già presenti: grande prestanza fisica, capacità di recuperare palloni, sostanza e buona corsa, senza disdegnare una discreta tecnica. Moussa Sissoko, 23 anni ad agosto, ha il contratto in scadenza al termine della prossima stagione, nel 2013. L’agente ha ribadito però che «al momento direi proprio che quest’estate partirà, visto che per ora non abbiamo ricevuto segnali per il rinnovo e non è nell’interesse del Tolosa perderlo a parametro zero» . Il centrocampista del Tolosa è chiaramente attratto dalla prospettiva di giocare in Italia: «A patto, ovviamente, che si tratti di un club importante» . Sabatini lo segue da un anno e oggi potrebbe acquistarlo a fronte di una spesa di 7-8 mlioni di euro. Ultimo elemento? Le parole del compagno di squadra Mauro Cetto, che a gennaio è passato dal Palermo al Tolosa: «E’ dotato di una forza impressionante, è altissimo e anche se ha solo ventidue anni gioca titolare da cinque stagioni, quindi ha già tanta esperienza. Se la Roma cerca un giocatore in grado di fare la differenza e che possa sfruttare benissimo le ripartenze, Sissoko è l’ideale».
Corriere dello Sport – Alberto Ghiacci
Gazzetta dello Sport – Vai Destro, sms alla Roma: “Che bello giocare assieme a Borini”
Il mercato della Roma potrebbe virare presto verso Genova, sponda rossoblù. Per Palacio, è ovvio, da sempre uno dei pallini di Walter Sabatini (ieri, in proposito, il presidente del Genoa Enrico Preziosi ha glissato così sulla vicenda: «Palacio alla Roma? Abito a Genova e so quanto Rodrigo sia nei cuori dei tifosi genoani, preferisco non rispondere», risposta che ha il sapore di una piccola conferma). Ma anche per Mattia Destro, il cui cartellino è a metà tra Siena e Genoa, e che è un altro dei giocatori che piacciono (e tanto) al d.s. giallorosso.
Amici Ieri – Destro era a La Borghesiana per il ritiro della Nazionale Under 21, oggi giocherà l’amichevole contro il Frosinone. Con lui, doveva esserci anche Fabio Borini, messo fuori causa dall’infortunio ai flessori della gamba sinistra. «Fabio è un grande amico, ha grandissime qualità e le sta dimostrando anche a Roma, gli faccio i miei complimenti — dice Destro dal ritiro azzurro —. Abbiamo caratteristiche diverse. Se mi piacerebbe giocare con lui? Certo che mi piacerebbe, è un amico, oltre che un compagno di squadra, ritrovare gli amici fa sempre piacere. Ci siamo sentiti per telefono, dopo l’infortunio». (..) Anche perché Destro è nel mirino giallorosso, perfetto per lo scacchiere di Luis Enrique (per caratteristiche) e per il progetto del club giallorosso (per età). Sarebbe l’ennesima svolta verso le stelle del futuro, o possibili tali. E se dovesse arrivare anche Palacio, si potrebbe ricomporre la stessa situazione di Genova, quando nella scorsa stagione Rodrigo fece da chioccia a Mattia. Certo è, però, che non sarà facile che Preziosi si privi di entrambi. In più, su Destro (…) c’è anche la Juventus…
Dal boemo – Ma a La Borghesiana c’è anche un altro giovane nel mirino della Roma da oramai un anno. È Marco Verratti, 19 anni, centrocampista del Pescara di Zeman. «Sono anni che ho molte richieste di mercato — dice il giocatore — L’anno del fallimento sono stavo vicinissimo alla Roma, poi quando è entrata la nuova società ho deciso di rimanere a Pescara. Lì sono cresciuto, non volevo andarmene nel momento più difficile. Poi se in futuro arriverà una grande squadra, è il sogno di ogni giovane. Spero si avveri». La Roma, del resto, l’ha già sfiorata. «Non so chi mi aveva segnalato ai giallorossi, ho sempre parlato con Bruno Conti. Sono stato anche un paio di volte a Trigoria…». Altri – Se Destro e Verratti sarebbero ottimi investimenti, Sabatini continua a guardare ovunque. Dodò è oramai fatto, anche se in quel ruolo il d.s. tiene ancora d’occhio pure Tabanou, del Tolosa. La stessa squadra di Moussa Sissoko (…) Staremo a vedere, Sabatini è lì. Con un occhio anche in Olanda, dove gioca un certo Christian Eriksen, fantasista danese di 19 anni.
Gazzetta dello Sport – Andrea Pugliese
Totti Soccer School, terminato il corso di calcio integrato
Si è concludo questo week-end il “2° Corso di formazione e aggiornamento di calcio integrato”, organizzato dalla Totti Soccer School. Tecnici, istruttori e dirigenti di diverse realtà sportive hanno ricevuto l’attestato dalle mani del presidente della società romana, Riccardo Totti. “Ringrazio tutti coloro che hanno permesso la realizzazione di questo corso, ma soprattutto i partecipanti. È stato un momento formativo molto importante”.
Leggo – Sta male anche Kjaer. Col Novara De Rossi-Rosi centrali
Heinze è squalificato, Juan e Burdisso sono infortunati e nemmeno Kjaer sta bene. La Roma si scopre indifesa proprio nel reparto più sotto accusa di questa strana stagione, quello arretrato. Contro il Novara, domenica all’ora di pranzo, potrebbe non bastare quindi l’arretramento di De Rossi per tamponare le tante assenze, anche se da Trigoria c’è ottimismo riguardo il recupero del danese che, sabato a San Siro, ha rimediato un brutto pestone da Ibra sulla caviglia sinistra. Dolore e gonfiore non sono ancora passati. Dopo il compleanno passato con la fidanzata e gli amici a cui ha brindato «con un bicchiere di buon vino» (come ha scritto su Twitter), il danese ieri ha lavorato soltanto in palestra anche se lo staff medico prevede un suo rientro col gruppo entro le prossime 48 ore.
«Almeno lui ce l’abbiamo», scherzano da Trigoria. Ma se il dolore alla caviglia non dovesse passare Luis Enrique sarebbe costretto a spostare Rosi al centro della difesa, al fianco di De Rossi. Cassetti, infatti, anche ieri dopo pochi minuti di allenamento ha gettato la spugna: il dolore al tendine del gionocchio destro non è ancora passato. Kjaer, però, deve recuperare anche psicologicamente dopo l’erroraccio di San Siro e le parole di Sabatini che, due giorni fa, ha dichiarato: «Non abbiamo ancora deciso se riscattarlo o meno», lasciando intendere che la Roma difficilmente farà affidamento sul danese nella prossima stagione. L’arretramento di De Rossi intanto porterà cambiamenti anche a centrocampo, dove Viviani potrebbe ritrovare una maglia da titolare come regista davanti a Gago e Pjanic. C’è cauto ottimismo anche per quel che riguarda Totti anche se Luis Enrique è intenzionato a concedere un turno di riposo al capitano.
Leggo – Francesco Balzani
Il Tempo – Quattro colpi per il futuro
Quattro. Come I Fantastici Quattro o i quattro dell’Ave Maria. Forse, anzi sicuramente, saranno pure di più. Per il momento, però, è meglio pensare, storpiando il titolo di un noto film di Massimo Troisi, che la nuova Roma voglia ricominciare da quattro. A Trigoria, in fondo, lo si diceva già in tempi meno sospetti, intorno a febbraio, che i lavori in corso erano indirizzati almeno a quattro innesti di qualità. Uno è stato preso, per gli altri tre si continua a lavorare. Il primo dei quattro, quello già acchiappato dal cacciatore di talenti Sabatini, è Dodò. Il brasilianino ha firmato dei moduli brasiliani per il trasferimento e sarà il terzino sinistro della Roma del futuro. Non a caso, ai vari procuratori e agenti di mercato che negli ultimi mesi gli proponevano soluzioni di tutti i tipi per la fascia mancina, Sabatini ha sempre risposto di essere già a posto. Con Dodò, appunto. Se a sinistra la Roma scommette a costo zero, a destra gli piacerebbe spendere qualcosa per Isla. L’Udinese, per il momento, non ha idea di fare sconti (nonostante l’infortunio), lo valuta non meno di 15 milioni e punta a creare un’asta. Il cileno, infatti, piace anche all’Inter, al Napoli, al Chelsea, al Manchester City, al Psg e a un paio di club spagnoli. La Roma, però, può contare sul gradimento del giocatore. Un aspetto, quest’ultimo, che a Trigoria contano di saper sfruttare al momento di sedersi a un tavolo con l’Udinese. Il terzo dei quattro sarà un centrocampista che vada ad incastrarsi alla perfezione con De Rossi e Pjanic.
Uno che piace tantissimo è Christian Eriksen, ventenne danese dell’Ajax con dichiarate simpatie romaniste nate davanti ai videogiochi, seguito da mezza Europa (Manchester United e Milan in testa) e valutato non meno di 15 milioni. L’unico problema, oltre al prezzo non proprio modico, riguarda il livello di compatibilità con De Rossi e Pjanic. La Roma, però, continua ugualmente a seguirlo con molta attenzione ma non trascura altre soluzioni. Dal Brasile, infatti, continuano ad annotare dei movimenti romanisti per i «soliti» Casemiro del San Paolo e Paulinho del Corinthians. Sabatini, però, non perde d’occhio altri due suoi vecchi pallini francesi come Yann M’Vila, che il Rennes sembra ormai rassegnato a cedere in estate, Moussa Sissoko del Tolosa (…) e il suo compagno Etienne Capoue. Il quarto del gruppo, invece, nasce da una pazza – ma non completamente impossibile – idea: Luis Suarez. Un operatore di mercato ha fatto sapere alla Roma che a giugno l’uruguaiano, causa vicenda Evra, vorrebbe e dovrebbe lasciare il Liverpool e la Premier. Il costo del cartellino, per ora, è intorno ai 25 milioni. Le alternative si chiamano Nilmar, Palacio, Destro ed Hernandez. La Roma, però, non si fermerà a quattro: è ancora a caccia di un centrale di rango e negli ultimi giorni è stata segnalata sul fronte balcanico per i vari Markovic, Tomic e Jankovic.
Il Tempo – Matteo De Santis
Gazzetta dello Sport – «Questa Roma di Luis mi piace» Parola di Baggio
È una di quelle volte in cui vorremmo che il tempo, più che saggezza, ci regalasse un’altra occasione, una storia in più da raccontare. C’è Roberto Baggio ai bordi del verde brillante dei campi di Trigoria. Allora è bello immaginare cosa succederebbe se i suoi anni non fossero 45, se capelli e pizzetto non fossero nobilmente brizzolati, se le ginocchia non fossero ormai cigolanti. Troppi «se» per andare lontano. Meglio accontentarsi del presente, dell’affetto con cui lo accoglie la Roma aprendo le porte a lui e tanti altri apprendisti allenatori—in stage—dal passato variamente noto (Bertotto, Carbone, Cauet, Festa, Lorenzini, Mangia, Giunta, Pecchia, Rastelli, Zauli, Ze Maria, Emanuele Filippini).
Lui & Totti Sembrerebbe andare in scena una sorta di Baggio Day,manon è proprio così. Innanzitutto manca l’incontro (assai mediatico) fra il Divin Codino e capitan Totti. I due non s’incrociano, perché il cannoniere giallorosso svolge allenamento differenziato. Peccato, main una immaginaria classifica di notizie, sarebbe gradita anche una chiacchierata tra Baggio e Luis Enrique, reduci entrambi da quel quarto di finale del Mondiale 1994 che regalò gloria all’azzurro e gomitata allo spagnolo, ma stavolta va in scena solo un saluto e una stretta di mano. L’anticipo della chiacchierata di oggi, quando l’allenatore giallorosso salirà in cattedra per spiegare il suo calcio, avendo lasciato per il primo giorno la vetrina ai suoi collaboratori Rafel Cabanellas (preparatore) e Robert Moreno Gonzalez (vice).
Lui & Luis La stima per Luis Enrique, comunque, filtra lo stesso. «Il suo tipo di calcio mi piace, ho trovato l’allenamento e il suo metodo di lavoro che impiega molto interessante», ha raccontato Baggio agli amici. È nel mondo del pallone da troppo tempo per non sapere come la scommessa romanista sia complicata,maai dirigenti giallorossi il Pallone d’Oro dell’Anno di Grazia 1993 ha detto «di non mollare, perché il calcio italiano è conservatore per natura». E ci sarebbe bisogno di proposte che privilegiano lo spettacolo come vuole fare la Roma, sia pure con esiti oggettivamente non irresistibili. Sarà questo il calcio del futuro, il Verbo di Baggio allenatore? È presto per scoprirlo, anche perché forse lui stesso deve scoprire dentro di sé se ha motivazioni abbastanza forti da spingerlo ad entrare in una centrifuga feroce com’è il nostro calcio. Che cambia gli uomini fin dentro l’anima. E non risparmia neppure i monumenti.
Gazzetta dello Sport – Massimo Cecchini
Il Romanista – Da Higuain a Suarez ecco i mister X
Dodò è preso, Isla è vicino, Sissoko non è lontano. E poi ci sono una serie di elementi sotto osservazione, sondaggi, ammiccamenti. Mezzi obiettivi come Palacio ed Eriksen e mezzi sogni di primavera, come il baldiniano Higuain, il calciatore di spessore invocato da De Rossi, poi caldeggiato anche da Baldini e due giorni fa anche da Sabatini. Proprio nell’intervista concessa due giorni fa a Radio Ies, il capo del mercato giallorosso ha lanciato l’amo: «Siamo vicini all’acquisto di un giocatore importante, di grande qualità». Il silenzio obbligato di Sabatini sul nome, il mister X appunto, accende inevitabilmente la fantasia dei tifosi. Qualche certezza c’è, però. Per esempio, che Baldini non è volato negli Usa solo per formalizzare l’accordo con la Disney o per conoscere tutti i soci della cordata a stelle e strisce. No. O meglio sì, è andato soprattutto per quello. Ma negli Stati Uniti ha anche chiesto il placet dei quattro grandi soci, specie quello di Pallotta, per la somma da investire nel prossimo mercato della Roma. La cifra? Tra i 35 e i 40 milioni. Al netto delle cessioni, si intende.
Perché l’anno scorso la proprietà ha investito 40 milioni, lievitati a poco più di 70 milioni con i trasferimenti. Su tutti, quelli di Vucinic e Menez. A chi si riferiva Sabatini? Chi è il mister X? Vediamo. Proviamo a mettere ordine, ricomponiamo i tasselli del mosaico. Tra le altre certezze c’è che la Roma proverà a coprire cinque ruoli. Servono due esterni che sappiano difendere e attaccare, due centrali difensivi, un centrocampista e un attaccante. Il primo acquisto, che però non è stato ancora ufficializzato, è Jose Rodolfo Pires Ribeiro. Alias Dodò. Tanta corsa, tanto carattere, tanta qualità. Potrebbe occupare la casella di terzino sinistro, un ruolo al momento ricoperto da José Angel e Taddei. Solo uno dei due dovrebbe restare. Il vero problema è al centro della difesa. Burdisso resterà. La Roma vorrebbe trattenere Heinze, ma deciderà Gabriel. Uno tra Juan e Kjaer partirà, con il brasiliano fortemente indiziato. Occorrono un paio di rinforzi, pedine di spessore. Sabatini è alla ricerca di un Samuel della situazione, tanto per capirci, anche se sembra il mercato dei centrali difensivi offra poco ai livelli che interessano alla Roma. E cioè quelli alti.
L’ultimo nome uscito è quello di Sebastian Prodl, difensore austriaco del Werder Brema. «Nel campionato italiano, ci sono circa cinque squadre interessate a lui», ha spiegato il suo manager Herald Werner a fastweb.it. Un altro giocatore seguito è Rhodolfo del San Paolo. Costa 6 milioni, ma sul difensore c’è anche il Napoli. Per il ruolo di esterno destro, alto e basso, ma anche per quello di interno di centrocampo, è in pole Mauricio Isla dell’Udinese. È un vecchio pallino di mercato, lo era già con Pradé ds. Adesso potrebbe arrivare. Alla Roma piace molto il ventenne Christian Eriksen dell’Ajax. I rapporti con gli olandesi si sono normalizzati la scorsa estate con l’acquisto di Stekelenburg. E questo potrebbe agevolare un eventuale trasferimento. Pro: Eriksen è un dichiarato tifoso della Roma. Contro: interessa a mezza Europa. Il prezzo del cartellino dipenderà proprio da questo, da chi e da quanti saranno i club effettivamente disposti a prendere il centrocampista. In Francia però insistono: la Roma è a un passo da Moussa Sissoko, stella di centrocampo del Tolosa. (…)
Stando ad alcune indiscrezioni, la Roma starebbe seguendo la pista Suarez, punta del Liverpool veloce e dotata di un ottimo dribbling. In cima alla lista c’è Destro del Siena, che a Roma verrebbe di corsa. Poi c’è Palacio. Ieri, Preziosi ha fatto capire che le possibilità che resti al Genoa sono pochine. «Abito a Genova – ha detto il presidente a Teleradiostereo – e so quanto Palacio sia nei cuori dei tifosi. Quindi alla domanda preferisco non rispondere. In nessun senso». Tra gli attaccanti che a Sabatini piacciono da tempo, occhio a Hernandez. «Sarebbe una bella cosa andare in una grandissima squadra come la Roma e giocare con grandi campioni», ha spiegato l’attaccante a gazzettagiallorossa.it, «ma il mio presente ora è il Palermo e penso solo a quello».
Il Romanista – Daniele Galli
Corriere dello Sport – Osvaldo: “Roma, ci penso io”
Pollice alzato, dubbi finiti: gioca. «Sto bene, è tutto ok, contro il Novara ci sarò». Daniel Osvaldo ha voluto rassicurare i tifosi alla fine dell’allenamento che lo ha riportato nel gruppo dei giocatori sani. Lunedì si era concesso uno stop per recuperare da un affaticamento muscolare. (…)
LA SERIE – Sarebbe stato un disastro perderlo proprio adesso che ha ripreso a segnare: due gol consecutivi contro Genoa e Milan dopo un inizio di anno da incubo tra infortunio e squalifica, una condizione atletica tornata sui livelli autunnali. Contro il Novara, Osvaldo avrà la possibilità di superare nuovamente Borini (andato ko) nella classifica dei marcatori della squadra: i due sono appaiati a quota 9 – ma Borini ha segnato anche una rete in Coppa Italia -, il numero 9 ora punta la doppia cifra. (…)
CON IL CAPITANO – Ci sarà anche Totti, per la prima volta in carriera contro il Novara. Tradito dal terreno scivoloso di Milano, sta curando l’affaticamento a una coscia ma tra oggi e domani rientrerà in gruppo. A meno che Luis Enrique non decida di rinunciare al suo capitano, con una specie di “punizione” per un cucchiaio inappropriato, la Roma dovrebbe proporre l’attacco che meglio ha funzionato in questa tribolata stagione: Totti con Osvaldo e Lamela. (…)
RISCATTO – Proprio Lamela ha qualcosa da farsi perdonare: negli ultimi tre mesi ha mostrato solo un centesimo delle sue qualità e, anche se difeso pubblicamente da Luis Enrique, contro il Milan è stato retrocesso in panchina. Non solo: una volta entrato in campo al posto di Gago, ha partecipato in maniera un po’ indolente allo sfortunato finale di partita. L’infortunio di Borini gli restituisce una possibilità importante per impossessarsi di un ruolo definitivo nella Roma. Non gli restano più tante occasioni per evitare un aggettivo scomodo: acerbo.
LA SPINTA – Sempre che Luis Enrique non decida di lanciare Bojan, costantemente escluso nelle ultime dieci partite. A San Siro si è alzato prima lui di Lamela dalla panchina, quando Totti e Borini sono stati costretti a uscire. Sono cambiate le gerarchie tra gli attaccanti? All’andata, Bojan sbloccò il risultato con un impatto devastante sulla partita nel secondo tempo. Potrebbe essere lui la grande sorpresa di Luis Enrique.
Corriere dello Sport – Roberto Maida














Riecco la politica. La Roma ne sentiva la mancanza. In attesa di sapere a giugno dall’advisor, la Cushman & Wakefield, quale sia la zona migliore per costruire il nuovo stadio, interviene nuovamente il Campidoglio. Per annunciare che «non sarà proprio così facile» farlo. Sono parole di Alessandro Cochi, il delegato del sindaco Alemanno alle Politiche dello Sport di Roma Capitale. «Quando ci indicheranno una o più zone – spiega a romanews.eu – saremo pronti a fornire informazioni logistiche riguardanti le opzioni che ci presenteranno. La Roma ne prenderà atto e farà le sue valutazioni. Ma vorrei ricordare che per fare uno stadio ci vogliono l’ok della Regione, della Provincia e di Roma Capitale. Non è proprio così facile». Curioso. Perché è proprio per evitare polemiche che la Roma si è affidata a un esperto mondiale in materia. La Cushman & Wakefield, appunto. L’impressione è che Cochi voglia lanciare un messaggio alla Roma. Il delegato pare voler sottolinea il ruolo primario, fondamentale quasi, del Comune di Roma nel procedimento: «L’advisor (…) dovrebbe indicare le zone in cui è più consono costruire lo stadio. E’ un’operazione interamente privata. Ovviamente il Comune, come da programma elettorale, ha tutta l’intenzione di procedere a quella che potrebbe essere la conferenza dei servizi. L’iter prevede che poi il progetto passi all’urbanistica, al tavolo del Sindaco, quindi in consiglio e in giunta. E ci si confronterà, visto che la costruzione di uno stadio coinvolge una serie di argomenti tra cui quello delle cubature».





