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Emanuele Filippini: “Luis Enrique ottimo comunicatore. Totti? Un campione”

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Luis Enrique l’ho trovato interessante, fa tanto possessopalla ma soprattutto l’ho trovato utile dal punto di vista del carisma e dellacomunicazione. Quando parla si vede che è determinato nelle sue idee di gioco,si percepisce quello che vuole e lo trasmette alla grande. E’ un ottimo comunicatore”. Sono le parole di Emanuele Filippini ai microfoni di Radio ManàManà Sport 24 nella visita organizzata a Trigoria nell’ambito delle lezioni delcorso Master per l’abilitazione ad Allenatori professionisti di Prima categoria- Uefa Pro, indetto dal settore tecnico della Federcalcio.
Oggi a Trigoria mi sono salutato con De Rossi. Totti? Non l’ho visto, è un campione ed è molto simpatico”.

Il Romanista – Il nuovo Osvaldo che sogna Batigol

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Deve ancora compiere diciassette anni il primo acquisto del calciomercato invernale, ma ha già fatto in tempo a toccare le due sponde dell’Atlantico, giocare in Lega Pro contro avversari che avevano anche il doppio dei suoi anni, allenarsi accanto ai calciatori per cui faceva il tifo da bambino e arrivare in Nazionale. Non è uno come gli altri Jonathan Alexis Ferrante, Jonathan sulle distinte, semplicemente Alex quando ti stringe la mano. La Roma lo ha preso a gennaio dal Piacenza pagandolo quattrocentomila euro e l’ha aggregato alla Primavera nonostante sia in età per il campionato Allievi, ma le presenze raccolte fra Coppa Italia e Viareggio sono solo l’ultimo capitolo di una storia cominciata dall’altra parte dell’Oceano.

ESORDI 
«Sono nato a Buenos Aires – racconta Ferrante – e sono in Italia da sette anni. Quando sono arrivato ho iniziato subito a giocare, ho fatto tanti provini con l’Inter, ma la mia prima squadra è stata il San Colombano, una piccola società dove sono rimasto per due anni. Poi sono passato al Piacenza, con cui ho fatto Giovanissimi, Allievi e poi sono passato subito in prima squadra. È stato un bel salto, molto importante. Ho imparato tantissimo. Mi allenava Francesco Monaco, che mi ha aiutato tanto ad andare avanti e migliorare». Per permettergli di inseguire il suo sogno, la famiglia l’ha seguito dall’Argentina all’italia: «Sono tutti qui con me. Mia mamma è proprio argentina argentina, la famiglia di papà invece è italiana, anche se papà è nato in Argentina. Per il resto sono tutti italiani e anch’io ho preso la cittadinanza da lui. Diciamo che il calcio non è stato l’unico motivo del trasferimento, c’erano anche ragioni di lavoro. Però il mio allenatore in Argentina mi aveva consigliato di venire perché c’erano squadre interessate a me, l’Inter soprattutto, io allora giocavo nell’Argentinos Juniors, quando sono venuto qua ho iniziato in una squadra piccola perché non mi potevano tesserare, visto che avevo bisogno della cittadinanza e non ce l’avevo, Perciò sono rimasto per due anni al San Colombano, da lì c’è stato il Piacenza. Con l’Inter ho fatto tanti provini, ma non mi hanno mai tesserato, se avessero potuto credo che mi avrebbero preso».

VITA NOVA
 «Il trasferimento in Italia – prosegue – è stato un bel cambiamento, i ritmi di vita sono diversi, e anche quelli degli allenamenti. Là in Argentina è tutta tecnica, anche se adesso hanno iniziato a fare anche un po’ di lavoro fisico, ma quando ero piccolo prendevamo la palla all’inizio e non la lasciavamo più». Un po’ come Luis Enrique? «Sì, è vero! Io non ero abituato a quello che ho trovato qui, dove anche ai bambini insegnano la tattica. E poi qui a undici anni giochi nel campo a undici, mentre in Argentina fino a dieci anni devi giocare per forza nel campo da calcetto e lì impari molto la tecnica. Ho fatto sempre l’attaccante, qualche volta anche il trequartista. Quando sono arrivato in Italia mi hanno fatto entrare in un ritmo di gioco al quale io non ero abituato, non sapevo come fare. Là prendevo la palla e andavo da solo, qua invece volevano che giocassi molto di più con la squadra e se non passavo la palla si arrabbiavano. Ora mi sono abituato, anche se ancora non ho assimilato del tuttto». 

ROMA
 «Quando nel Piacenza sono arrivato stabilmente in prima squadra giocando anche da titolare, a un certo punto mi hanno detto che c’erano squadre che mi cercavano, oltre alla Roma c’erano Fiorentina, Napoli, Manchester City. Ho sentito parlare anche del Barcellona ma non so bene i dettagli, comunque l’interesse più forte era quello del City. Il Piacenza si trovava in un situazione complicata, la società stava per fallire. Io non avevo un contratto da professionista, mi aiutavano con i rimborsi spese e la mia cessione ha dato una mano per pagare gli stipendi ai miei compagni. Qui a Roma non vivo al pensionato, ho preso casa con i miei al Torrino, vicino a Totti. La scuola per il momento l’ho accantonata perché quando mi allenavo in prima squadra a Piacenza non riuscivo ad andarci. Per quest’anno smetto, poi quando mi sarò sistemato magari riprendo.

FERRANTE FAMILY
 «I miei mi hanno sempre seguito, dall’Argentina al Piacenza e ora qui a Roma, al pensionato ci sono stato giusto una settimana, il tempo di fare il trasloco. Siamo io, mamma, papà e mio fratello di diciannove anni. In famiglia non ci sono calciatori. Qualcuno dalla parte di mamma ha giocato, ma a livelli bassi, io sono il primo a essere arrivato in nazionale. Diciamo che non ho preso da qualcuno in particolare, le cose che ho fatto me le sono guadagnate con tanto sacrificio».

IL CUORE 
«La Roma mi piace moltissimo come squadra, ma in Argentina tifavo el Boca. Quando mi sono ritrovato davanto Burdisso sono rimasto incantato. Era bellissimo, non mi era mai successo di incontrare un calciatore importante come lui che giocava nella mia squadra. Anche incontrare Heinze e Gago era come vedere non so che. E poi pure Lamela tifava Boca, pur giocando nel River… Burdisso è stato molto gentile, quando sono arrivato ci siamo presentati e mi ha detto di chiamarlo per qualsiasi cosa. Non me lo sarei mai aspettato da un giocatore arrivato, in fondo io sono solo un ragazzo della Primavera». IL CAMPO «Mi sono già allenato con la prima squadra ed è andata abbastanza bene. È stato quando c’erano tanti giocatori in nazionale la settimana prima del derby. Luis Enrique mi parlava in spagnolo, gli rimane più facile e io lo capisco benissimo. Mi diceva di giocare la palla, è un allenatore fortissimo, anche lui mi ha aiutato tanto. Al Piacenza era difficile, ma anche stare con loro non è facile per niente. Qui c’è un altro ritmo e il mister mi ha fatto sentire subito a mio agio». 

PRIMAVERA DI SOGNI
 «Mi dispiace non aver giocato la finale di Coppa Italia, ma dovevo pensare all’Under 17 (le qualificazioni europee, oggi l’ultima partita, ndr), all’Olimpico sarebbe stato bello, ti viene voglia se ti metti a pensare, ma la nazionale era ugualmente importante. L’Argentina? Mi avevano detto che forse mi avrebbero chiamato, ma alla fine sono qui. Il giorno che ho esordito in Primavera con la Roma ho fatto nevicare! A Milano (semifinale di ritorno di Coppa Italia contro il Milan, ndr) sono entrato bene, stavo per segnare e anche dopo ho avuto un’altra occasione, una di destro e una di sinistro. Anche al Viareggio stavo per fare gol alla prima partita, ho tirato e preso il palo, poi sulla ribattuta ha segnato Leonardi. Dalla serie C alla Primavera è molto diverso perché in C1 i ritmi sono più intensi, devi per forza pensare prima di ricevere il pallone, prima che ti vengano addosso. Poi là se salti un giocatore è palla o gamba, perché devi vincere, c’è pressione. Io c’ero quando quel tifoso è venuto al campo a Piacenza, ho pensato che ci menava tutti quanti (ride). Era abbastanza arrabbiato perché non stavamo vincendo, ma poi ha chiesto scusa a tutti». 

IO, DANI E BATI
 «Non sono uno che si emoziona tanto facilmente. Cerco di dare sempre il massimo, ho tanta voglia di giocare e quindi penso solo a quello, a volte provo tante giiocate anche se sono teso. Fuori dal campo? No, io calcio e basta! Adesso che non vado a scuola mi alleno a volte anche la mattina per conto mio. A chi mi ispiro? Il mio modello è sempre stato Batistuta. Ora sto nella stessa squadra di Osvaldo. Ci ho parlato una volta, in effetti abbiamo una storia un po’ simile. E anche lo stesso idolo..».

Il Romanista –

Il Romanista – AS Roma, Longarini ci riprova

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Solo un contatto. Uno dei tanti che Unicredit ha avuto per la cessione della propria quota in seno all’As Roma. È così che ieri a Piazza Cordusio definivano l’indiscrezione di stampa, del Sole 24 Ore per la precisione, secondo cui il proprietario della Ternana Edoardo Longarini sarebbe interessato a diventare azionista dell’As Roma.

Era già stato accostato alla società durante il procedimento di vendita. A detta del quotidiano, l’imprenditore avrebbe intenzione di entrare adesso dalla porta secondaria. Quella di Unicredit, che attualmente possiede il 40% di Neep Roma, la holding che controlla il club giallorosso e che per il restante 60% è in mano alla cordata americana presieduta da Thomas Richard DiBenedetto. Secondo Il Sole 24 Ore, «Longarini starebbe trattando con Unicredit per diventare azionista in vista del prossimo aumento di capitale da 80 milioni. L’ingresso di Longarini sarebbe tuttavia subordinato al via libera dell’azionista di riferimento. Cioè l’americano Thomas DiBenedetto». L’indiscrezione ha colto di sorpresa la sponda americana della Roma. Non perché ci sia un investitore interessato a subentrare in tutto o in parte alla quota della banca, quanto perché il nome dell’investitore è quello di Edoardo Longarini. Uno che un paio d’anni fa non riusciva a dare via le quote della Ternana perché la Procura di Roma gliele aveva pignorate dopo il fallimento di una sua azienda, la Edizioni Locali Spa.

Ma l’indiscrezione ha colto di sorpresa anche Unicredit. Quello con Longarini è stato un contatto. Ce ne sono stati diversi negli ultimi mesi e altri ce ne saranno nei prossimi. Teoricamente, se la banca avesse voluto, entro il 31 marzo 2012, e cioè entro dopodomani, Piazza Cordusio avrebbe potuto cedere il 75% della propria quota a uno o più investitori italiani. Lo prevede (anche) il documento sull’Opa obbligatoria lanciata a ottobre scorso. La condizione è che questo investitore «abbia ottenuto il gradimento da parte della DiBenedetto LLC». Non è un veto, ma una cosa simile sì. I criteri di valutazione da parte degli americani sono la reputazione dell’investitore, la sua stabilità finanziaria. E la sua strategicità. In sostanza, quanto prezioso possa essere per l’As Roma l’ingresso di quello specifico nuovo partner. È una facoltà, avvertono dalla banca, che non sarà esercitata. Se non altro per oggettivi limiti temporali. Quando Unicredit avrà individuato il soggetto al quale vendere parte della propria partecipazione, ne parlerà con l’azionista di maggioranza. Con gli americani. La scelta avverrà di comune accordo, non sarà mai unilaterale. Quanto al nome di Longarini, beh, non è che abbia mai acceso le fantasie della banca. Onestamente, e il patron della Ternana non s’offenda, nemmeno quelle dei tifosi della Roma.
Il Romanista – Daniele Galli

Corriere della Sera – Totti allarma la Roma. Nuovo stop per Osvaldo

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Dopo la poco felice prestazione di Milano, per gran parte dell’opinione pubblica (e una buona parte della tifoseria) Francesco Totti sembra diventato il problema principale della Roma. Sulle radio romane, sui siti internet specializzati e sui social network non si discute d’altro che della sua utilità in campo, della scarsa vena realizzativa (solo 4 gol in stagione) e della posizione in campo del capitano romanista, che ieri ha festeggiato 19 anni dal suo esordio in serie A (avvenuto a Brescia il 28 marzo del 1993). Un «compleanno» amaro, soprattutto perché Francesco ancora non sa se domenica potrà essere in campo nell’anticipo contro il Novara. Anche ieri, infatti, Francesco non si è allenato con il resto della squadra a causa di un problema alla coscia: per lui lavoro in campo, palestra e fisioterapia. Il copione è lo stesso di altre vigilie: lui sente dolore ma vorrebbe esserci. Deciderà, come sempre, Luis Enrique.

Ieri intanto Totti ha incontrato a Trigoria Roberto Baggio, a Trigoria per Master per l’abilitazione ad allenatori professionisti di prima categoria: una chiacchierata di una decina di minuti tra due vecchi compagni di Nazionale (seppure per poche partite) ma soprattutto due calciatori che hanno fatto la storia recente del calcio italiano. Come se non bastassero i dubbi su Totti (e le assenze certe di Burdisso, Juan, Borini, Greco, Lobont, Cassetti e dello squalificato Heinze) ieri si è fermato anche Osvaldo pochi minuti prima della fine dell’allenamento per un problema alla caviglia: nulla di grave, fanno sapere da Trigoria. Pienamente recuperato, invece, Kjaer.

Sono state rese note le date – nonostante la Roma non sappia ancora a quale competizione europea dovrà partecipare – della tournée che la formazione giallorossa sosterrà a luglio negli Stati Uniti: il 25 al Fenway Park di Boston, lo stadio dei Red Sox, si giocherà contro il Liverpool mentre per le gare di Chicago e New York (presumibilmente il 22 e il 28) gli avversari sono ancora da stabilire. «Uno dei nostri obiettivi prioritari – la soddisfazione di James Pallotta – è far crescere il marchio Roma negli Stati Uniti e questo ciclo di amichevoli sarà un grande passo in questa direzione. Non riesco a pensare ad un palcoscenico migliore che veder giocare la Roma all’interno di Fenway Park, nella mia città natale, in quello che sperò sarà solo uno dei tanti derby tra questi due grandissimi club».
Corriere della Sera – Gianluca Piacentini

Leggo – Longarini pronto ad entrare

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Edoardo Longarini torna a bussare alla porta della Roma. Potrebbe essere l’imprenditore marchigiano (in passato vicino all’acquisto del club) il partner italiano al quale Unicredit vuole cedere il 20% delle quote della società. Longarini ha già incontrato i vertici della banca promettendo di portare in dote il centro sportivo della Borghesiana (di cui è proprietario) che la Roma trasformerebbe nel quartier generale del settore giovanile. L’operazione potrebbe concretizzarsi a fine aprile ma è subordinata al giudizio della proprietà americana. Va ricordato come il patron della Ternana sia visto con diffidenza dalla tifoseria, che ricorda il coinvolgimento in Tangentopoli e la condanna in primo grado a 10 anni per truffa aggravata.

Gazzetta dello Sport – Baggio a Totti: ” Ti invidio per Luis Enrique”

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Tempo fermo. Ghiacciato in un abbraccio da storia del calcio.Francesco Totti e Roberto Baggio s’incontrano al bar del centro sportivo di Trigoria: 416 gol in Serie A a colloquio. Niente d’impegnativo. I monumenti parlano poco. Baggio, a Trigoria per uno stage organizzato dal corso allenatori di Coverciano, chiede al capitano della Roma se ha superato i problemi muscolari. Totti lo rassicura e allora il discorso vira su Luis Enrique. Una decina di minuti, quanto basta al capitano per spiegargli come si trovi a suo agio con il nuovo tipo di lavoro e a Baggio per concludere: «Ti invidio. Ai miei tempi si lavoravo più sul fisico e meno con la palla. Se avessi avuto un tecnico del genere, forse mi avrebbe allungato la carriera». Dopo i saluti, Baggio va a lezione, quella tenuta dallo stesso Luis Enrique agli allenatori, proprio mentre il c.t. Ferrara ufficializza:«Borini resterà nella Nazionale dei grandi».

Usa: sfida al Liverpool
 Intanto ieri la Roma ha ufficializzato le date della trasferta estiva dal 22 al 28 luglio negli Usa. I giallorossi giocheranno tre amichevoli: a Chicago, Boston e New York. Mentre si cercano avversari per il primo e il terzo match si parla di un team polacco e del Fulham, la seconda è già stata ufficializzata: al Fenway Park l’avversario sarà il Liverpool, nella cui proprietà detiene una quota di minoranza anche il presidente giallorosso DiBenedetto. «Uno dei nostri obietti prioritari — dice il socio forte James Pallotta – è far crescere il marchio Roma negli Stati Uniti e queste amichevoli saranno un grande passo.”Non riesco a pensare ad un palcoscenico migliore che veder giocare la Roma nella mia città natale, in quello che sperò sarà solo uno dei tanti derby tra questi due grandissimi club“. Detto che dall’Inghilterra anche Dalglish è «entusiasta» della sfida, non è escluso che l’ultima data della tournée possa saltare qualora la Roma dovesse giocare il preliminare di Europa League del 2 agosto. Mister Pallotta capirà. Forse.

Gazzetta dello Sport – Massimo Cecchini

Leggo – Roma, Paulinho è a un passo

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Dopo Dodò, arriva Paulinho. L’identikit «dell’acquisto di qualità» annunciato da Sabatini corrisponde al profilo del centrocampista brasiliano del Corinthians. Classe ’88 e già con un’esperienza in Europa (in Lituania e Polonia), Paulinho è un autentico pallino del ds giallorosso che già la scorsa estate fu a un passo dal suo acquisto, bloccato dalla mancata cessione di Barusso (entrambi sono extracomunitari). Dopo aver vinto il campionato col Corinthians, però, Paulinho ha manifestato la sua voglia di tornare nel nostro Continente. Desiderio raccolto dalla Roma che è stata più svelta di Valencia e Paris Saint Germain. Il costo del cartellino si aggira intorno i 6 milioni e appartiene per il 45% al fondo d’investimento Pao de Açucar, per un altro 45% al Banco BMG e per il 10% al Corinthians (con cui giocatore ha un contratto fino al 30 giugno del 2014).

Paulinho, che in passato è stato utilizzato sia come centrale di difesa sia come laterale di fascia destra, è considerato, al pari di Lucas del San Paolo, il centrocampista più promettente del calcio brasiliano. «Può giocare in diversi ruoli – spiega l’ex-difensore giallorosso Zago – possiede una grande tecnica ed è bravissimo negli inserimenti. La sua migliore dote è la duttilità tattica, ma negli ultimi mesi si è distinto nel ruolo di interno. È maturo per il calcio italiano. Somiglia a Marchisio». Per Paulinho, cercato in passato anche da Milan e Fiorentina, è arrivata il 30 dicembre la prima convocazione col Brasile. Del suo privato si conosce che è molto religioso, che è sposato dal giugno 2011 con Barbara (hanno una figlia di due anni, Ana Beatriz) e che ha una gran voglia di sfondare in Europa. «Lavoro sodo e spero che Dio mi aiuti», ha dichiarato recentemente il «Volante del Timao» (come è stato soprannominato in Brasile).
Leggo – Francesco Balzani

Il Tempo – Ora la Roma acquista soci

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La Roma allarga i suoi orizzonti. Le due anime che la governano, gli americani e Unicredit, presto potrebbero raddoppiare. Da una parte con l’imminente ingresso di nuovi partner nel consorzio istituito negli Usa che guida dall’alto il club – la AsRoma Spv Llc – dall’altra grazie alla cessione di una parte delle quote in mano alla banca.

Iniziamo da qui. Dai vertici di Unicredit è partito l’ordine di ridurre la partecipazione nel club: al momento il 40% di Neep, la società che controlla il 78% delle azioni di As Roma. Sabato scade il termine che consente alla banca di vendere liberamente fino a un massimo del 75% delle sue azioni a un partner italiano «qualificato». L’unica manifestazione di interesse di cui si ha notizia è quella avanzata da Edoardo Longarini, che dopo aver provato a prendersi la Roma lo scorso anno, ora offre l’utilizzo del suo centro sportivo alla Borghesiana in cambio di una partecipazione in Neep. Servirebbe il gradimento degli americani (e difficilmente ci sarebbe), ma la pista-Longarini è già stata bocciata dalla stessa Unicredit. Entro sabato, quindi, non accadrà niente.

È assai più vicino l’ingresso di uno o più soci nella «Llc». Allo studio della Raptor di Pallotta c’è un elenco di potenziali partner strategici. La precedenza verrà data a un gruppo asiatico per sbarcare su un nuovo mercato, ma non è escluso che a bordo salgano altri imprenditori americani. L’operazione si concluderà in concomitanza dell’aumento di capitale da 50 milioni che verrà «chiamato» dal cda entro il 31 maggio. Pallotta, l’ad Pannes e DiBenedetto torneranno a Roma ad aprile per definire le strategie. A Trigoria i dirigenti stanno preparando il budget per il mercato e non è escluso che i proprietari possano immettere altra liquidità nel club attraverso un finanziamento-soci in conto aumento di capitale: una sorta di anticipo su una futura ricapitalizzazione. In prospettiva c’è anche il «delisting» dalla Borsa visto che la Neep è destinata ad avvicinarsi al 95% delle quote di AsRoma. Dopo il primo aumento di capitale da 50, infatti, sono previste altre due tranche per totali 30 milioni.

Intanto, dopo l’accordo con Disney, arriva un altro passo concreto: Roma e Liverpool hanno annunciato l’amichevole del 25 luglio al «Fenway Park» di Boston. Per i giallorossi sarà una tappa intermedia nella tournée negli Usa che toccherà il 22 Chicago e il 28 New York, con avversari da definire (e date da confermare). «Non riesco a pensare – dice un raggiante Pallotta – ad un palcoscenico migliore che veder giocare la Roma nella mia città natale». La Champions, ad esempio: restano nove partite per crederci. Al momento, col sesto posto in cassaforte, il primo impegno ufficiale «rischia» di essere il preliminare di Europa League il 2 agosto.
Il Tempo – Alessandro Austini

Corriere dello Sport – Baggio e Totti, pura magia

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Il 28 marzo del 1993, mentre Totti debuttava in serie A a Brescia, Roberto Baggio aveva già giocato un Mondiale da protagonista e si avviava a vincere la Coppa Uefa con la Juventus. Esattamente 19 anni dopo, Totti e Baggio si sono incontrati nel bar del centro sportivo di Trigoria in occasione della visita alla Roma degli aspiranti allenatori della Federcalcio. Quattrocentosedici gol in serie A complessivi (211 Totti, 205 Baggio) uno accanto all’altro, in un metro quadrato di superficie. […]

IL COLLOQUIO – La chiacchierata è stata breve, perché Totti era indaffarato tra cure alla coscia infiammata e lavoro differenziato sul campo, ma piuttosto interessante. Baggio ha confidato a Totti di essere entusiasta dei sistemi di lavoro di Luis Enrique, tra tattica e preparazione atletica: «Se avessi incontrato un tecnico come lui, la mia carriera sarebbe durata di più…» ha detto, con un pizzico di nostalgia per i vecchi tempi.[…]. Totti ha confermato le buone sensazioni del “collega” a proposito di Luis Enrique, che dopo l’allenamento ha risposto alle domande degli studenti, e ha chiesto a Baggio di tornare presto a trovarlo.
RISPETTO – Chi ha assistito al colloquio racconta di un Totti emozionato, intimidito, quasi in soggezione rispetto al mito. Ma il ghiaccio è stato presto spaccato attraverso l’argomento calcio, che i due conoscono molto bene e vedono allo stesso modo: dalla parte della qualità e dello spettacolo. Totti in realtà da ragazzino amava più Mancini, per la classe abbinata al senso di appartenenza alla Sampdoria, e forse anche per una certa somiglianza nelle caratteristiche tecniche, ma ha sempre ammirato il carisma silenzioso di Baggio, che tra l’altro ha aiutato la Roma a vincere lo scudetto segnando un gol alla Juventus con la maglia del Brescia nella parte finale del campionato 2000/01.
SECONDA VOLTA – Amicizia tra i due non c’è mai stata, sia perché Baggio ha 45 anni e Totti nemmeno 36, sia perché i due hanno potuto giocare insieme soltanto una volta, in un’amichevole della Nazionale del 1999: Italia-Norvegia 0-0 a Pisa. In un certo senso, senza nulla togliere a Del Piero, si sono passati il testimone come simboli del numero 10 italiano. Ma la stima reciproca non è mai venuta meno con il passare degli anni. E a Baggio ha fatto piacere di essere sorpassato proprio da Totti nella classifica dei marcatori di tutti i tempi: è accaduto il primo maggio 2011 a Bari, nello stadio dove Baggio a Italia ‘90 conquistò il terzo posto mondiale segnando all’Inghilterra il primo gol della finale di consolazione. Un’altra coincidenza astrale nella galassia dei fuoriclasse.
Corriere dello Sport  – Roberto Maida

Il Romanista – Josè Angel: “Francesco è una persona umile, è impossibile non andare d’accordo con lui”

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Domenica col Novara toccherà di nuovo a lui. Dopo essere rimasto a guardare a San Siro per 90 minuti José Angel è pronto a riprendersi il suo posto da titolare sulla fascia sinistra al posto di Rodrigo Taddei che dovrebbe essere dirottato a destra mandando Rosi in panchina. Lo spagnolo, che nelle ultime apparizioni aveva mostrato qualche miglioramento rispetto alle prove negative di quest’inverno (proprio da Novara, nella gara d’andata, Taddei si era preso definitivamente il ruolo di terzino sinistro) spera che arrivi una nuova possibilità e intanto fa il punto della sua esperienza romana alla radio Ondacero. E respinge al mittente ogni accusa in merito ad eventuali problemi di ambientamento: «Sono state più chiacchiere giornalistiche che altro. E’ ovvio che all’inizio ci sia stato qualche problema per trovare la compattezza di squadra e l’amalgama giusta con i compagni. Ora però ci sono dei miglioramenti anche se dobbiamo trovare più regolarità. Io credo che col tempo arriverà».

Col tempo, magari, anche lui inizierà a capire come funziona il campionato italiano, diverso rispetto a quello spagnolo: «E’ vero – ammette – ci vuole un po’ per capirlo. Sicuramente il calcio del mio Paese è più tecnico, ma qui si impara molto soprattutto a livello difensivo. E’ una grande scuola e credo che a molti giocatori spagnoli piacerebbe confrontarsi con la serie A». Lui uno spagnolo che gioca in A ce l’ha in casa ed è Bojan, con cui José Angel da quest’estate condivide ogni attimo: «E’ tranquillo e convinto delle sue capacità – racconta ancora il difensore – Bisogna lasciarlo lavorare tranquillamente. E’ vero che non gioca tantissimo, ma quando entra fa sempre il suo alla grande e mette in mostra le sue potenzialità».Chi non ha bisogno di dimostrare nulla è Francesco Totti: José Angel spiega così il loro rapporto: «Con lui mi trovo bene, è impossibile non andarci d’accordo perché è una persona umile». Anche per De Rossi l’ex Sportin Gijon non lesina complimenti: «Chi mi ha impressionato di più nel calcio italiano? Daniele, perché è fortissimo in tutto. Un altro che mi piace molto è Boateng». Parlando proprio del rossonero, José Angel dice la sua anche sulla corsa scudetto: «Sarà una bella lotta. Il Milan con quattro punti in più è favorito anche perché ha una squadra piena di campioni, Ibra su tutti, ma la Juve non mollerà fino alla fine».

Il Romanista – E. Masetti

Il Messaggero – Osvaldo, un altro stop: problemi alla caviglia. Ma con il Novara ci sarà

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Osvaldo si ferma ancora. Trauma distorsivo alla caviglia destra e lavoro interrotto. Ma lo staff medico tranquillizza Luis Enrique. Il centravanti non è a rischio per la gara di domenica contro il Novara. Intanto Kjaer ha ripreso ad allenarsi con i compagni e De Rossi ha fatto le prime esercitazioni tattiche da centrale difensivo. Per Totti, invece, solo corsa, a parte: «Sto bene, penso di farcela», ha detto a Baggio che si è informato sulle sue condizioni fisiche e che ha seguito la lezione di Luis Enrique agli allenatori presenti a Trigoria per lo stage organizzato al settore tecnico della Figc. Una curiosità che chiama in causa la poca attenzione della difesa giallorossa, reparto che il diesse Sabatini dovrà per forza migliorare nel prossimo mercato:la Roma è la squadra in serie A che ha la percentuale più alta di gol subiti in area (97%).

Il Messaggero – Stefano Carina

 

Corriere dello Sport – L’Europa dei più grandi vale 20 milioni

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Questione di gloria, questione di soldi. A medio termine la Roma punta a rendersi indipendente dalla qualificazione alla Champions League, ma nel primo anno di gestione americana avrebbe necessità di giocarla per sistemare un bilancio che farà registrare un passivo pesantissimo alla fine della stagione: era 27,1 milioni al 31 dicembre, potrebbe raddoppiare alla fine dell’esercizio.

INTROITI – Nel progetto di crescita dei ricavi, che va accompagnata ad una drastica riduzione degli stipendi dei calciatori, il terzo posto è ossigeno puro perché incrementa il fatturato di Trigoria di circa il 30 per cento. Per il solo preliminare di agosto, tra diritti televisivi e incassi al botteghino, possono entrare 4-5 milioni, a cui va aggiunto eventualmente un piccolo contributo di solidarietà dell’Uefa destinato ai club eliminati nelle qualificazioni. Ma il bello viene in caso di partecipazione alla fase a gironi, privilegio di 32 squadre: solo per i premi dell’Uefa entrerebbero 7,2 milioni di euro come benvenuto , e poi 800.000 euro per ogni vittoria e 400.000 euro per ogni pareggio. Poi ci sono i diritti tv e gli sponsor che vengono distribuiti tra le società secondo il cosiddetto market pool , cioè il valore commerciale di ogni Paese, e gli incassi derivanti dalla vendita dei biglietti. Complessivamente, anche in caso di girone chiuso all’ultimo posto si superano i 20 milioni. Se poi si supera la prima fase, la torta dei ricavi cresce ulteriormente: 3 milioni per gli ottavi, 3,3 per i quarti, 4,2 per le semifinali, 5,6 per la finale e 9 per la squadra vincitrice, sempre escludendo incassi al botteghino, diritti tv e pubblicità. […]
EURO B – Ma anche l’Europa League, il traguardo più semplice per la Roma, non merita affatto di essere trascurata: in caso di piazzamento in semifinale, garantisce almeno 15 milioni di euro di ricavi. Ovviamente non siamo ai livelli della Champions, ma nemmeno alla modestia della vecchia Coppa Uefa. […] Lo scorso anno il Villarreal, arrivando tra le prime quattro, ha messo a bilancio 9 milioni escluso il botteghino. E il Porto, che ha vinto il torneo, ha superato gli 8 milioni (la cifra è più bassa perché il mercato spagnolo “tira” più di quello portoghese). Ma la Roma, per il solo playoff dell’agosto 2011 contro lo Slovan Bratislava, ha incassato 785.000 euro al botteghino più quasi mezzo milione di diritti televisivi. Con un tifo come quello romanista, se la squadra dovesse arrivare molto avanti in Europa League, certi record d’incasso potrebbero essere polverizzati. Anche per questo vale la pena di non restare fuori dal calcio internazionale, che la Roma non ha mai mancato dal 1998 a oggi.

Corriere dello Sport – Roberto Maida

Champions League: pareggio tra Milan e Barcellona. Bayern, un passo in semifinale

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Nella gara dei quarti di finale di Champions League, il Milan di Allegri tiene testa al Barcellona campione del mondo guidato da mister Guardiola0-0 è il risultato del match, che segna un passo in avanti nella crescita, nella stima e nel confronto con il Barça. Questo è stato il terzo incontro tra le due squadre che si ritroveranno di nuovo al Camp Nou dove la squadra di Allegri avrà 2 risultati su 3 a favore per il passaggio in semifinale, in quanto un pareggio con gol basterebbe per qualificarsi.

Nell’altra gara di giornata, il Bayern Monaco vince per 2-0 in casa del Marsiglia grazie ai gol del solito Mario Gomez ( 44′) e Robben (69′). Con questo risultato la squadra tedesca ipoteca la qualificazione per le semifinali.

 

 

Repubblica.it – Totti incontra Baggio “Ti invidio Luis Enrique”

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Un caffè per un abbraccio. Nove anni dopo l’ultima volta, Francesco Totti e Roberto Baggio tornano a salutarsi: ieri si erano soltanto sfiorati, oggi – il giorno del diciannovesimo anniversario del debutto di Totti in serie A – i due hanno potuto stringersi la mano a Trigoria. Proprio mentre sul campo Osvaldo si fermava per una distorsione alla caviglia destra che, però, non pregiudicherà la sua presenza domenica contro il Novara.

AVREI VOLUTO UN TECNICO COME LUIS” – Un incontro nella sala bar di Trigoria. Per sorridersi e parlare. L’ultima volta era accaduto all’Olimpico, un RomaBrescia senza reti del febbraio 2003, una vita fa. Quel giorno Francesco Totti non aveva ancora violato quota cento reti in serie A, Baggio aveva da poco superato le 190: oggi che l’ex Divin Codino è il presidente del settore tecnico di Coverciano e Francesco ha soffiato su 36 candeline, condividono il traguardo, superato, dei 200 gol in serie A, unici insieme agli irraggiungibili Piola e Nordahl, ma anche a Meazza e Altafini, a riuscire nell’impresa. Un incontro affettuoso, tra due monumenti del calcio italiano, in cui però si è parlato molto di Spagna: soprattutto, dei metodi importati a Roma da Luis Enrique (nuovo saluto con lui e breve lezione sui metodi di allenamento ai partecipanti del Master Uefa pro) che Totti ha potuto raccontargli anche dal suo punto di vista, quello del fuoriclasse all’interno dello scacchiere “alla catalana“. Tra l’altro nel ruolo, quello di trequartista, che ha esaltato anche le caratteristiche dell’ex “collega“. Che non ha nascosto, parlando con Francesco, il suo entusiasmo per quanto visto in questi giorni. “Mi sarebbe piaciuto essere allenato da un tecnico come Luis Enrique“, ha detto al capitano romanista. Che ha risposto con sorriso. Ad interromperli, flash e quaderni che gli inservienti e il personale di Trigoria ha chiesto ai due di firmare, sulla stessa pagina, uno vicino all’altro. In un personalissimo olimpo calcistico tricolore.

Mentre Totti e Baggio sorseggiavano il loro caffè, in campo si fermava Daniel Osvaldo. Un movimento sbagliato a pochi minuti, non più di cinque, dalla fine dell’allenamento. La caviglia che si gira, la caduta, il ghiaccio, la paura. Distorsione alla caviglia, abbastanza per lasciare con il fiato sospeso Luis Enrique. Non più di qualche minuto, però. Perché lo staff medico ha escluso immediatamente lesioni: solo un lieve dolore, che già domani dovrebbe essere scomparso consentendogli di tornare ad allenarsi con il gruppo. Senza Borini, costretto ai box per 3 settimane, un sospiro di sollievo. Intanto, il Liverpool annuncia un’amichevole per il 25 luglio al Fenway Park di Boston contro la Roma.

Repubblica.it – Matteo Pinci

Comunicato As Roma – A luglio amichevoli di lusso in America. Pallotta: “Così crescerà il nostro marchio negli USA”

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L’As Roma, con un comunicato apparso sul proprio sito ufficiale, asroma.it, ha reso note le date delle amichevoli cui la squadra giallorossa prenderà parte nel corso della tournée estiva in America. Ecco il testo integrale pubblicato sul sito del club:

Chicago, Boston, New York. Saranno queste le città che ospiteranno le amichevoli estive di lusso della Roma nel prossimo mese di luglio. Si comincerà domenica 22 a Chicago e si finirà sabato 28 a New York, contro avversari da definire. In mezzo, mercoledì 25, ci sarà una sfida dal sapore particolare a Boston, contro il Liverpool, un’altra squadra di proprietà “bostoniana”. La società inglese appartiene infatti al Fenway Sports Group e la partita si giocherà proprio al Fenway Park di Boston, lo stadio dei Boston Red Sox. “Uno dei nostri obiettivi prioritari – ha detto James Pallotta, uno dei proprietari dell’As Roma – è far crescere il marchio Roma negli Stati Uniti e questo ciclo di amichevoli sarà un grande passo in questa direzione. Non riesco a pensare ad un palcoscenico migliore che veder giocare la Roma all’interno di Fenway Park, nella mia città natale, in quello che sperò sarà solo uno dei tanti derby tra questi due grandissimi club”.
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Roma-Novara, Morimoto: “Quando ero a Catania segnavo sempre ai giallorossi”

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Takayuki Morimoto, attaccante del Novara, prossimo avversario della Roma, parla in conferenza stampa della partita che si giocherà all’Olimpico alle 12.30 di domenica. Per il giapponese, quest’anno autore di 3 reti in 13 partite, la sfida ai giallorossi ha un sapore particolare, visto che sono la sua vittima preferita, infatti dei 18 gol in serie A ben 4 sono stati segnati alla Roma. Queste le parole di Morimoto:
Quando ero a Catania, segnavo sempre contro la Roma e non nascondo che per me è una partita importante, anche se non so ancora quanto spazio riuscirò a ritagliarmi. Ovviamente la mia speranza è quella di giocare e di offrire un contributo alla causa“.

Italia U21-Frosinone: in campo Florenzi, a segno Antei. Ferrara: “Borini? Ormai sta con i grandi”

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Buon test per l’Under 21 azzurra allenata da Ciro Ferrara che ha chiuso la tre giorni di stage a Roma con una vittoria per 5-3 sul Frosinone. Nella cinquina rifilata alla formazione di Lega Pro è andato a segno anche Luca Antei, passato in prestito dalla Roma al Grosseto, mentre nel secondo tempo è entrato in campo l’altro “giallorosso” Alessandro Florenzi (centrocampista in prestito al Crotone). Al termine della gara il c.t. azzurro ha commentato la promozione nella nazionale maggiore di Borini. Ecco le dichiarazioni di Ferrara: “Credo che Borini sia seduto al tavolo dei grandi e che con noi non lo rivedremo più. Ovviamente – sottolinea il selezionatore partenopeo – gli auguriamo tutte le migliori fortune perché è un ragazzo splendido che merita tutto il bene possibile”.

Il 25 luglio amichevole Roma-Liverpool al Fenway Park di Boston. Dalglish: “Sarà fantastico”

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Durante la tournèe americana che la Roma farà quest’estate è in programma un’amichevole, a Boston, contro il Liverpool. La partita si disputerà, secondo quanto comunicato dal sito ufficiale del club inglese, fcliverpool.tv, il 25 luglio al Fenway Park, lo stadio della squadra di baseball Boston Red Sox.

Della gara contro i giallorossi negli USA ha parlato l’allenatore del Liverpool, Kenny Dalglish, sul sito dei Reds: “Abbiamo giocato alcuni match divertenti contro la Roma nel passato, in particolare nel 1984, anno della finale di Coppa Campioni. Perciò sarà fantastico”. John W. Henry, numero uno del Fanway Sports Group, si è mostrato entusiasta dell’iniziativa. Ecco le sue parole: “Durante i suoi 100 anni di storia, il Fenway Park ha ospitato alcune delle maggiori competizioni, e un match tra Roma e Liverpool, due delle più conosciute squadre al mondo, è un modo per festeggiare questo anniversario”.

Ulivieri: “Il miglior calcio della Roma è stato con Spalletti. Luis Enrique è un buon tecnico”

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Renzo Ulivieri, presidente dell’associazione allenatori e responsabile del settore tecnico di Coverciano, ha parlato ai microfoni di Roma Channel. Il nuovo progetto della Roma con la cordata americana e con il lavoro del tecnico asturiano hanno consentito un rinnovamento nel panorama del calcio italiano: “Siamo grati alla Roma per l’ospitalità e la disponibilità che ci ha dato. C’è stato un confronto con una scuola diversa dalla nostra, quella di Luis Enrique. La scuola italiana ha bisogno di confrontarsi col mondo esterno. Dopo le vittorie ci siamo un po’ fermati“.

Luis Enrique ha portato la sua professionalità favorendo il calcio italiano e le squadre che, attraverso il gioco della sua Roma, possono conoscere quello del Barcellona: “La differenza è di concetto, la scuola spagnola parte dal gioco e tira fuori tutto il resto: la preparazione atletica, la tecnica e la tattica, ma costruiscono tutto sul gioco. Bisogna essere convincenti con i calciatori, Luis Enrique lo è, la squadra gioca il calcio che lui sta insegnando“.

Renzo Ulivieri prosegue la sua intervista facendo riferimento all’importanza della figura del tecnico e porta l’esempio dell’Udinese“Ci vuole una società che stia dietro al progetto, ci sono momenti in cui avanzi e momenti in cui ti fermi, poi ci vogliono calciatori che seguano. Quando intraprendi una strada nuova non sei obbligato a farlo, se lasci alla prima difficoltà non sei serio. L’Udinese di Guidolin partì con 5 sconfitte, poi i risultati si son visti. Non c’è pazienza, ci si fa prendere dalle difficoltà, ma ci sono società che sanno tenere la barra dritta. Giovani moda passeggera o un’esigenza? E’ un’esigenza quando cambi mentalità e filosofia di gioco. Un calciatore di una certa età può opporre resistenza, il giovane ti segue”.

In risposta alla domanda su pronostici in merito a chi vincerà lo scudetto, Ulivieri parla del Milan di mister Allegri ma dice anche che la Roma migliore è scesa in campo con Spalletti, sebbene Luis Enrique sia un tecnico valido: “La Roma ha anziani che seguono, abituati a farlo da Spalletti, con cui la Roma ha giocato il calcio più bello degli ultimi anni. Nella gara contro il Milan la partita l’ha fatta la Roma, ha cercato di imporsi. Poi la differenza si vede, il Milan ha fatto due gol, un palo e una traversa. Questo dice che ci sono anche i valori individuali. Chi vince lo scudetto? Dipende dalla Champions, il Milan può vincere anche giocando male, la Juve quando gioca bene a volte non riesce a vincere”.

In conclusione Renzo Ulivieri ribadisce l’importanza del gioco di Luis Enrique per portare in Italia l’esempio del Barcellona che questa sera sarà in campo contro il Milan: “Milan-Barcellona impresa impossibile? No, perché Luis Enrique ha fatto scuola. Gli allenatori italiani sanno come opporsi al gioco del Barcellona, sul piano tattico la partita sarà bella. Il Milan cercherà di far giocare di piede il portiere del Barça così come quello della Roma. Mourinho ha detto andando in Spagna che avrebbe rimpianto la guerra tattica tipica del nostro campionato”.

Trigoria: Totti-Baggio, incontro da 10!

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Nel corso della seconda giornata di visita del corso per allenatori promosso dalla FIGC nel centro sportivo del “Fulvio Bernardini”, è avvenuto l’incontro tra Roberto Baggio e Francesco Totti, due tra i più grandi numeri dieci della storia del calcio italiano e internazionale. Come informa il sito uffiiciale della Roma, asroma.it, sono impressionanti le cifre dei due fuoriclassi: se si sommano le loro reti segnate nella sola serie A, hanno realizzato ben 416 marcature (205 per Baggio e 211 Totti).