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Il Romanista – Luis Enrique: Pari giusto

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Grande Bologna, Roma in difficoltà e risultato che considero giusto”. Non si nasconde, Luis Enrique, e sintetizza così i 90’ giocati, nel momento in cui gli si chiede di analizzare il perché di un pareggio non preventivato e, soprattutto, di una squadra, la sua, non all’altezza delle aspettative. “E’ vero – ammette, sia ai microfoni di Sky che in sala stampa. – E’ stata una partita tosta fin dall’inizio. Anche per il grande pressing del Bologna, che ha fatto il suo ottimo lavoro. Si vedeva facilmente che eravamo imprecisi e lenti. Abbiamo rischiato tantissimo nel primo tempo, perché non siamo stati capaci di combattere contro quel tipo di situazione, ma nel secondo abbiamo migliorato. Normale che si sia commesso qualche errore in una partita del genere. Nel momento migliore nostro, abbiamo preso gol. Ma anche dopo il pareggio, grandissimo, di Pjanic, la partita è rimasta comunque apertissima”.

Un atteggiamento, quello del Bologna, che potrebbe riproporsi con altre squadre. “E’ il panorama che vedremo sempre di più all’Olimpico. Con la squadra avversaria che si chiude dietro e aspetta la ripartenza”. Alla vigilia – gli fanno notare – aveva pronosticato un Lamela esplosivo e autore di una doppietta. Deluso? “No, avevo solo previsto male – risponde il tecnico. – La verità è che mi aspetto sempre il miglior rendimento da un giocatore, si tratti di Lamela come di qualsiasi altro titolare”. Anche Bojan non sembra aver avuto un impatto positivo sulla gara. “Dopo un pari o una sconfitta non mi piace parlare a livello individuale. Preferisco parlare invece di cosa dobbiamo migliorare a livello di squadra, perché è così che la si costruisce, sapendo che qualche volta si può soffrire, come è stato oggi. Si vede che mancano tantissime cose e su questo dobbiamo lavorare. I giocatori devono soprattutto imparare a convivere con il grande pressing che c’è intorno alla società. E che è normale in una squadra di questo livello. Ma è qualcosa che si supera solo con il lavoro e la voglia di fare, che è ciò che vedo ogni giorno nella mia squadra”. L’impressione è che si sia perso un treno utile per avvicinarsi al terzo posto. “Peccato, perché guardando i risultati delle squadre davanti a noi, è stata senza dubbio un’occasione persa, ma siamo solo alla prima giornata del girone di ritorno. E mancano ancora tantissime partite”. Teme una stagione nel segno dell’anonimato? “Spero di no. Spero che la squadra faccia ancora quello che ha fatto nell’ultimo mese. E poi, vedremo dove andrà”.

Non ha dubbi, invece, il tecnico, riguardo alla condizione fisica del gruppo. “Come l’ho vista? Bene, come al solito. Fino alla fine siamo stati vicini a vincere. Abbiamo creato almeno due-tre palle gol nitide, con Bojan e Fabio Simplicio, ma non siamo stati fortunati. Anche il Bologna ha creato le sue, ed è per questo che considero giusto il risultato”. Di sicuro, le avversarie sembrano aver preso le misure alla Roma. “Tutti sanno oggi come giochiamo. E noi faremo qualcosa in più per migliorare la nostra proposta. Continuo però a pensare che è più facile andare a vincere quando hai il controllo della partita. Quanta più qualità c’è e tanto più hai delle possibilità. Non sono molesto con la squadra, perché c’è sempre un avversario che può essere più bravo di te. Ma qui si entra in tema di analisi e controanalisi. E io non vengo a dire come combattiamo questo tipo di situazioni. Sulla lavagna è tutto facile, ma poi devo convincere i calciatori, perché sono loro quelli che trovano la soluzione dentro al campo”. Per chiudere, un giudizio su Stekelenburg. “Il nostro portiere è il primo giocatore, e deve saper giocare come qualsiasi altro. Abbiamo preso lui perché è un professionista. Ed è sempre un piacere – e soprattutto una garanzia, quando, attaccando, lasciamo ampi spazi dietro – avere un grande portiere”.

Il Romanista – Mauro Macedonio

Il Messaggero – Frenata Roma, un punto e basta

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L’Olimpico si fida quasi per cento minuti. Di più no. Perché, pesata la prestazione, poi comunica direttamente e con sincerità il suo pensiero. Fischi a fine partita per la Roma: l’1 a 1 contro il Bologna, non piace al suo pubblico. (…). Il pari ci sta tutto e bisogna pure ringraziare Stekelenburg che evita la figuraccia ai compagni. Non serve però a nulla. La prima giornata del girone di ritorno che avrebbe potuto regalare un ruolo diverso ai giallorossi in campionato, considerando le sconfitte dell’Udinese e dell’Inter. Sarebbe stato possibile avvicinarsi alla zona Champions. Ora, invece, c’è il pericolo di vivere questa stagione nell’anomimato, dopo l’eliminazione dall’Europa League ad agosto e dalla Coppa Italia martedì scorso. (…)

La Roma del primo tempo è irriconoscibile. Anche se Totti ci prova subito e Gillet si fa riconoscere. Pioli, con molta umiltà, vuole cancellare la gara del 21 dicembre: a sentire il tecnico rossoblù, la peggiore della sua gestione. E, forse la migliore dei giallorossi. Tatticamente il Bologna si presenta meglio. E anche fisicamente. Con il 3-4-2-1, manda in tilt i rivali. Si affida alla marcatura personalizzata in difesa e a centrocampo, alla copertura delle fasce e, grazie alla maggior freschezza, al pressing offensivo su chi imposta. La Roma, con l’alibi dello sforzo infrasettimanale a Torino contro la Juve, balbetta in ogni reparto. E’ lunga e scontata. Spesso si fa trovare impreparata quando ripartono i giocatori offensivi del Bologna, soprattutto Di Vaio e Taider. I brividi più forti, dopo la mezzora, anche se al dodicesimo è bravo, per due volte Heinze, a impedire la conclusione a Di Vaio: Mudingayi, liberato da Garics, calcia centrale e fiacco; su corner di Diamanti Di Vaio sfiora di testa e Raggi buca a porta vuota sul secondo palo. Sono avvertimenti in una frazione che i giallorossi lasciano agli ospiti. Tra l’altro fanno cilecca quando arrivano in area: Borini è l’unico a concludere, ma sempre a lato. Taddei fa un tiretto di sinistro, bloccato da Gillet. Lamela non è in giornata: fatica nella fase difensiva, si nasconde al momento di ripartire e sbaglia i palloni più semplici. (…). A centrocampo solo Gago, nei primi quarantacinque minuti, resta lucido. Greco è come se non ci fosse, Pjanic è seguito a uomo da Perez. Sulle fasce spinge un po’ più Rosi di Taddei. (…)

La ripresa della Roma è lievemente migliore. Anche se il Bologna, a forza di presentarsi davanti a Stekelenburg, riesce a trovare il vantaggio. Juan fa un errore dietro l’altro. (…). Di Vaio, proprio su gaffe del brasiliano, arriva a saltare Stekelenburg, ma in questa circostanza Juan recupera e respinge il tiro del capitano rossoblù a porta spalancata. Raggi, invece di prendersela con Totti come farà a fine match, si pappa il secondo gol del pomeriggio: tocco moscio su punizione di Diamanti. Su lancio di Gillet, al dodicesimo, passa il Bologna: liscio di testa di Juan e Di Vaio si presenta solo in area a piazzare il sinistro incrociato dell’1 a 0. Luis Enrique, sbagliato il pronostico della vigilia quando aveva giurato sulla doppietta di Lamela, fa uscire l’argentino e Greco dopo un’ora, dentro Bojan e Simplicio. Sarebbero stati cambi provvidenziali, se i due non si fossero mangiati i gol per la vittoria. Anche perché Pjanic, punizione a giro di destro, firma in fretta l’1 a 1: è la prima volta, in quest’annata, che la Roma rimonta e non perde. Ma il Bologna è sempre vivace: Juan non intercetta un altro pallone per Di Vaio che però trova, sul destro facile, la manona di Stekelenburg.

Davanti sbagliano anche i giallorossi. Totti potrebbe tirare, ma vede Bojan libero a centro area: tocco in laterale per lo spagnolo che però conclude centralmente e Gillet si salva respingendo. Pjanic lievita e, dopo uno slalom, calcia ancora in porta: Gillet si distende, ma non trattiene. Irrompe Simplicio che, a porta vuota, sbuccia il pallone e spreca sul fondo. E’ il ventunesimo: la Roma dura cinque minuti, come ritmo e pericolosità. Dalla rete del pari alla chance del brasiliano. Perrotta prenderà il posto di Pjanic che riceve una ginocchiata alla coscia. (…) La sterilità giallorossa dipende anche dal ritmo, sempre più basso, e dai singoli, spenti e stonati. Gago perde palla a centrocampo. Meno male che ha la forza per andare chiudere Taider sul più bello. Ai giocatori del Bologna, per tenersi stretto il punto, non resta che perdere tempo. Così l’Olimpico perde la pazienza. Ma pure con la Roma che lascia il campo bocciata dal suo pubblico.

Il Messaggero – Ugo Trani

Il Romanista – Pjanic: “Poco pericolosi”

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È stato senza dubbio uno dei migliori in campo. E non solo per quel gol su punizione, (una novità per la Roma, non certo per lui che a Lione di reti così ne faceva tante) che ha consentito quantomeno di pareggiare una gara che si era messa malissimo. È stato l’atteggiamento che ha tenuto per tutti i 90 minuti che ha fatto sì che Miralem Pjanic uscisse dal campo con gli applausi di tutto l’Olimpico. Oltre al gol, anche tanta classe – splendido il modo con cui ha lasciato sul posto tre difensori del Bologna sotto la Curva Sud prima di tentare il tiro col sinistro – e una grinta che è stata necessaria nei momenti più difficili della partita, quelli in cui il Bologna pressava a uomo e a tuttocampo. Il bosniaco, al terzo gol con la Roma – il primo su calcio da fermo -è in dubbio per Cagliari visto che è stato costretto a uscire dal campo per un problema alla coscia che, almeno ieri sera, ancora gli faceva molto male. Oggi si valuteranno le sue condizioni. Lui al Sant’Elia vuole esserci anche se non si sbilancia. Così come non si sbilancia nel giudicare la prestazione della Roma contro il Bologna, così diversa da quella del Dall’Ara di un mese fa. Poche parole, quelle dette dall’ex centrocampista del Lione a fine partita, ma lucide: “Loro hanno difeso molto bene. Noi abbiamo avuto alcune occasioni per passare in vantaggio, soprattutto dopo l’1-1, ma dovevamo essere decisamente più pericolosi. Il gol? Mi interessa fino a un certo punto, avrei preferito vincere questa partita. Non è stata una bella giornata”. C’è qualcosa, secondo Pjanic, da salvare nel pareggio casalingo contro la squadra di Pioli: “Il Bologna è un’ottima squadra, ma noi abbiamo fatto un buon possesso palla creando anche delle occasioni che potevamo e dovevamo sfruttare meglio. Noi – aggiunge – eravamo un po’ stanchi perché abbiamo giocato in settimana contro la Juventus mentre loro erano certamente più riposati. Questo aspetto si è fatto sentire nel finale anche se a conti fatti siamo stati noi la migliore squadra in campo. Adesso mettiamoci questo pareggio alle spalle e pensiamo a vincere la prossima partita”. Come detto, a Cagliari la sua presenza non è certa. Luis Enrique a lui rinuncia sempre malvolentieri ma, considerando che sabato prossimo all’Olimpico arriva l’Inter e che la sua esperienza è preziosissima – nonostante debba ancora compiere 22 anni – non verrà rischiato in alcun modo.

Il Romanista – Chiara Zucchelli

Corriere dello Sport – DiBenedetto: Stadio e scudetto

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E’ il giorno del futuro. Il giorno in cui la Roma riceverà nuova linfa, in termini economici, dall’aumento di capitale. La ricapitalizzazione darà forza a un bilancio che nel giugno dello scorso anno aveva chiuso con un passivo di oltre 30 milioni di euro. Oggi (a partire dalle ore 15) a Trigoria sono in programma assemblea degli azionisti e riunione del consiglio di amministrazione. E a Roma, da giorni, c’è anche il presidente giallorosso, Thomas DiBenedetto. Che in qualche modo ha rassicurato i tifosi romanisti: “Il nostro primo obiettivo? Vincere”. (…)

APPUNTAMENTO – Parte della dirigenza giallorossa si è ritrovata ieri a mezzogiorno fuori dall’Olimpico, per inaugurare il nuovo spazio tutto romanista dedicato ai tifosi, grandi e piccoli, il “Cuore Sole Village”. Oggi invece saranno tutti impegnati in un passaggio fondamentale. Prima la delibera dell’assemblea dei soci, poi la ratifica del CdA. Sono arrivati nella Capitale anche i due nuovi membri del consiglio: Mark Pannes e Brian Klein si insedieranno prendendo il posto dei dimissionari Michael Ruane e Richard D’Amore. I frutti di quello che accadrà nel pomeriggio a Trigoria, saranno raccolti e visibili in bilancio solo tra qualche mese, tra aprile e maggio, perché l’iter del processo di aumento di capitale richiede diversi passaggi tecnici. Ecco Claudio Fenucci, ad giallorosso: “Il CdA è stato convocato, ma non ci sono particolari novità. Andiamo avanti come abbiamo sempre fatto. E l’aumento di capitale è già stato ampiamente annunciato”. (…)

OBIETTIVI – I soldi della ricapitalizzazione non serviranno né per il mercato, né tantomeno per il rinnovo contrattuale di De Rossi. Primo perché, come detto, i frutti si raccoglieranno non prima di qualche mese. Secondo perché sono capitali che serviranno alla sopravvivenza stessa del club, altrimenti messa a serio rischio. Sono stati stanziati 80 milioni di euro, lo step di oggi ne vedrà investiti solo un parte: la cifra che mancherà al totale di 80 sarà utilizzata più avanti.
E proprio a proposito del contratto di De Rossi, a un giorno di distanza dalla possibilità che il mediano abbia la possibilità di firmare con qualsiasi club senza incorrere in comportamenti non regolamentari, l’universo-Roma è ancora in attesa di novità. “Non bisognerà attendere molto” aveva detto martedì scorso a Torino il dg Franco Baldini, aggiungendo che “la situazione è delineata”. In tal senso, sono giorni importanti. E ieri il presidente DiBenedetto non si è espresso sul tema-De Rossi: “Non commento sul contratto del centrocampista, se ne stanno occupando i dirigenti”.

Corriere dello Sport – Alberto Ghiacci

Il Messaggero – Raggi, che insulti a Totti

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Va giù pesante Andrea Raggi, difensore centrale del Bologna. Se la prende con il capitano della Roma per l’infortunio che l’ha costretto ad uscire dal campo, qualche secondo prima che la partita finisse. Il calciatore rossoblù mette sotto accusa Totti per un colpo (apparso involontario) al tallone. “Cosa mi sono fatto? Perché sono uscito? Per colpa di quel pezzo di m… di Francesco Totti”, la bruttissima frase pronunciata in mix zone. Un attacco pesante, che segue il parapiglia scaturito negli spogliatoi con urla e qualche spintone fra giocatori.

Da parte di Totti non c’è stata nessuna replica alle pesanti accuse del difensore avversario. Che fanno il paio con le parole pronunciate alla vigilia da Alessandro Diamanti, e riferite alla facilità del capitano nell’essere una bandiera della Roma a dieci milioni di euro l’anno.

L’allenatore del Bologna, Stefano Pioli, preferisce sorvolare sul fatto, godendosi la soddisfazione sia per il risultato che per il gioco espresso (…) “Ovvio che la prestazione dei ragazzi mi soddisfa, in particolar modo dopo una partita del genere giocata contro una delle squadre che, a mio avviso, è inferiore a poche dal punto di vista del gioco”. Un ringraziamento particolare Pioli lo rivolge a Marco Di Vaio, che da alcune domeniche è tornato più che mai uomo decisivo nella corsa alla salvezza del Bologna: “Credo ci sia molto di Marco in questo pareggio, non solo per il gol realizzato ma per le occasioni che ha avuto e il sacrificio che costantemente mette al servizio della squadra. Fisicamente è in una condizione straordinaria”.

C’è tempo anche per un elogio a Taider. “Il ragazzo è giovane ma di grandi prospettive e adatto al calcio moderno. Mi spiace invece per il goal subito su punizione; non dovevamo commettere fallo perché la Roma sui calci piazzati sa essere letale”.

Il Messaggero – Federico Vespa

Corriere della Sera – Un altro Bologna manda a monte i piani della Roma

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Il 21 dicembre 2011 la Roma giocò a Bologna una gara perfetta: 2-0 e dominio in campo. Un mese più tardi i giallorossi hanno faticato a pareggiare in casa contro lo stesso avversario, perdendo quella che Luis Enrique stesso ha definito “una grande occasione” visti i risultati di Udinese, Inter e Napoli nella corsa all’Europa che conta.

Cosa è cambiato in così poco tempo, in questa strana replica dovuta allo sciopero che fece saltare a fine agosto la prima di campionato? In sintesi, tre cose: 1) gli allenatori italiani possono fallire completamente una partita, difficilmente due; 2) le partite si “giocano” quasi sempre prima che l’arbitro fischi l’inizio; 3) ci sono limiti oggettivi, di qualità e di tempo, che rendono la Roma un bel progetto ma ancora da rifinire. Questo per dire che il risultato è stato giusto e che, anzi, se c’era una squadra che doveva vincere ieri era il Bologna.

Pioli era stato contattato quest’estate da Walter Sabatini, che era rimasto molto colpito dalle idee dell’allenatore. Poi la Roma ha scelto Luis Enrique, ma Sabatini aveva consigliato Pioli al Palermo, dove purtroppo si era scontrato con le lune di Zamparini. Messo in gravissima difficoltà prima di Natale, ieri Pioli ha cambiato modulo e idea di gioco. Ha rischiato con la difesa a tre ma ha infoltito il controcampo e messo sempre pressione sulle fonti di gioco della Roma. Ne ha ricavato un punto, parecchie occasioni da gol e una buona prova di gruppo, con il giovane Taider sugli scudi. Ne sentiremo parlare, la Juve ne ha già preso la metà. Il gol di Di Vaio è arrivato alla terza clamorosa occasione. Non è stato un caso.
La Roma ha fatto un passo indietro. Non è stata la squadra dove si difende in 11 e si attacca in 11, come vuole Luis Enrique. Non era quella delle quattro vittorie consecutive in campionato. Le polemiche dopo la “notte brava” di mercoledì hanno sicuramente affaticato la mente ancor più dei muscoli. Il migliore è stato Stekelenburg, sulla stessa linea di un Pjanic a cui vanno date più responsabilità sui calci piazzati: è stato studente di Juninho Pernambucano, a Lione.
Si rigioca subito, dopodomani. Per la Roma può essere un’arma a doppio taglio: una vittoria a Cagliari sgonfierà la pressione, ma per vincere bisogna fare chiarezza su come ritornare la squadra dell’uno per tutti e tutti per uno.

Corriere della Sera – Luca Valdiserri

Il Romanista – Marquinho è della Roma

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Oggi tutti al lavoro a Trigoria. La squadra alle 14 per l’allenamento, i dirigenti già dalla mattina alle prese con gli ultimi due giorni di mercato. L’obiettivo è quello di sfoltire la rosa, come ammesso da Luis Enrique sabato a Trigoria, ma anche quello di mettere definitivamente nero su bianco l’acquisto di Marquinho. L’accordo con la Fluminense è stato raggiunto sabato notte: trecentomila euro per il prestito oneroso da qui a giugno, cinque milioni per il riscatto. Il giocatore firmerà un quadriennale da un milione netto a stagione. Per l’annuncio mancano solo alcune firme dal Brasile che, verosimilmente, dovrebbero arrivare in queste ore. Sempre dal Brasile la Roma si aspetta che arrivi un’offerta per Cicinho, uno dei quei giocatori che non rientra più nei piani dell’allenatore. Anche ieri non è stato convocato così come Pizarro. Per lui è sempre viva la pista Juventus, l’unica destinazione che il cileno accetterebbe. Non intende andare all’estero e neppure a Palermo o Firenze (dove, tra l’altro, è stato preso un suo omonimo) e se in queste 48 ore i bianconeri non dovessero chiudere resterà a Roma almeno fino a giugno. Oggi poi Caprari diventerà ufficialmente un giocatore del Pescara.

Chi non andrà via da Trigoria è Marco Cassetti: il difensore da qualche giorno ha ripreso ad allenarsi col gruppo ma anche lui contro il Bologna è rimasto a casa. Difficile venga portato al Sant’Elia dove non dovrebbe esserci neanche Daniele De Rossi. Il centrocampista, ieri in tribuna, sta sempre meglio ma l’obiettivo suo e dello staff tecnico è quello di averlo a disposizione sabato contro l’Inter. A Cagliari potrebbe non esserci anche Miralem Pjanic, uscito ieri per un colpo alla coscia. Oggi verranno valutate le sue condizioni ma se dovesse ancora avvertire dolore (che ieri dopo la partita era ancora molto forte) al suo posto, con Gago e Simplicio, giocherà uno tra Greco e Perrotta. Per il resto mercoledì sera Luis Enrique schiererà la miglior formazione possibile, senza pensare al big match di sabato contro l’Inter: visto il pareggio di ieri la Roma deve vincere, senza permettersi altri passi falsi.

Il Romanista – Chiara Zucchelli

Corriere dello Sport – Che bello il Villaggio Roma

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In attesa delo stadio di proprietà, la nuova Roma ha voluto pensare di rendere l’Olimpico più godibile. Da mesi si parlava con il Coni, proprietario dell’impianto del Foro Italico, per cercare una serie di soluzioni che potessero trasformare un po’ la domenica del pubblico giallorosso: qualcosa di più simile a ciò che succede in Inghilterra, in Spagna, o in America, dove la giornata della partita è condita da tutta una serie di eventi più o meno grandi che permettono alle famiglie di vivere un’esperienza diversa. La Roma è partita con il “Cuore Sole Village”, inaugurato ieri con il taglio del nastro da parte del presidente Thomas DiBenedetto. L’ad Fenucci è felice: “Iniziativa realizzata insieme al Coni. In questo momento l’attesa della partita è più divertente e si crea un clima di maggiore serenità, anche perché lo stadio deve essere un luogo sicuro”. Anche il presidente del Coni, Gianni Petrucci, ha dato il suo ok: “È il primo passo verso un’importante sinergia tra Coni e Roma. Quando ho incontrato DiBenedetto ho avuto subito l’impressione che potessimo fare cose importanti insieme, e con l’aiuto di Fenucci abbiamo già realizzato questo primo obiettivo. Altri ne verranno nei prossimi mesi”.

SPETTACOLO – L’inaugurazione ha riscosso successo. In tanti hanno voluto partecipare all’apertura del nuovo spazio tutto giallorosso. DiBenedetto era accompagnato dai consiglieri Baldissoni, Pannes e Klein. Una folta folla ha accompagnato il numero uno giallorosso nel giro del villaggio. Giochi gonfiabili dedicati ai bambini, biliardini, subbuteo, musica, spettacoli e balletti. Le famiglie si sono divertite, tanti i bambini che correvano tra un’attrazione e l’altra. Poi una partita a subbuteo tra l’ad Fenucci e il consigliere Baldissoni, poi compagni di squadra anche a biliardino. L’urlo “daje Tommeee…” dedicato a DiBenedetto ha reso tutta l’idea del legame romano-americano che sta nascendo, tra tifosi e nuove iniziative dedicate a loro ma figlie di una cultura legata allo sport che in Italia non c’è. DiBenedetto è stato anche chiamato “Tommasino”, che nelle memorie dei tifosi era un altro Thomas, vale a dire il tedesco Haessler. Il “Cuore Sole Village” ha aperto alle 12, tre ore prima del fischio di inizio di Roma-Bologna. L’iniziativa andrà avanti per tutte le partite interne dei giallorossi.

Corriere dello Sport – Alberto Ghiacci

Il Messaggero – Juan: “Rischiamo troppo”. Borini: “Alla cena non c’ero”

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Pacato ma diretto, come del resto è il personaggio in questione. Una analisi, quella di Juan, che non va sottovalutata: “Oramai sanno come giochiamo (…) ed è chiaro che le squadre che affrontiamo provano a metterci in difficoltà. Noi cerchiamo sempre di uscire palla al piede ma con i giocatori del Bologna che pressavano alto, era difficile. Non ci hanno permesso di farlo e la manovra ne ha risentito. Dobbiamo lavorare per risolvere queste difficoltà, forse dietro rischiamo troppo”. (…) “Alla fine, guardando l’Inter, è un punto recuperato ai nostri avversari, anche se mi dispiace perché potevano essere tre. A Cagliari andiamo per vincere”.

Sui rischi eccessivi corsi dalla Roma contro la squadra di Pioli, si sofferma anche Taddei: “Nel primo tempo il Bologna pressava altissimo ma rischiava anche tanto e noi non siamo stati capaci di trovare la soluzione, la giocata vincente perché da parte nostra non c’era fluidità di manovra. Nella ripresa, invece, è andata meglio, anche se sulle loro ripartenze eravamo sempre in difficoltà. E poi ne abbiamo concesse troppe. Peccato perché abbiamo avuto due palle gol chiarissime che non siamo riusciti a sfruttare. Dobbiamo migliorare nella finalizzazione”.

Parola a Borini: “Abbiamo fatto la nostra partita. Loro sono stati bravi a difendersi e a non farci giocare. Non è mai facile quando di fronte c’è una squadra che si chiude. Oggi, poi, abbiamo accusato un po’ la stanchezza: giocare ogni 3 giorni, anche se siamo ben allenati, non è facile. Le polemiche sulla cena? Io non c’ero e non posso commentare”.

Il Messaggero – Stefano Carina

Gazzetta dello Sport – Juan: “Il modulo? Così possiamo avere più difficoltà”

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L’occhio viaggia più in là della prestazione. Va avanti, precede gambe e istinto. È così che fa Juan. È così che fa Stekelenburg. È così che fanno tutti quelli del reparto difensivo della Roma.

Che in questa partita contro il Bologna hanno avuto da lavorare.(…) Ma è della Roma denunciato un ragazzo di 19 anni per aver acceso un fumogeno sugli spalti, per lui Daspo di due anni che dobbiamo parlare, e così ecco Juan, che meglio di tutti spiega la situazione: “Con questo modulo di gioco, noi difensori possiamo andare in difficoltà: e prendere gol come ho preso io“.

Stek&Bojan Continua, Juan. Continua nel suo soliloquio. Perché ha voglia di far vedere a tutti quello che ha visto lui dalla sua posizione in campo. “Queste come il Bologna, sono squadre che impediscono di uscire palla al piede. Nel primo tempo abbiamo avuto qualche difficoltà. Nel secondo, preso gol e reagito. I tifosi si aspettavano una prestazione più rabbiosa, abbiamo provato a vincere, abbiamo avuto tante occasioni, e lottato fino alla fine, per questo sono sereno. Ora pensiamo a mercoledì. Non è esagerato pensare al terzo posto, ma dobbiamo vedere partita dopo partita cosa succede“. Se Bojan «twitta» che «non è cintento della partita, Stekelenburg aggiunge: “Abbiamo cambiato gioco, questo è evidente. Dovevamo rimontare, abbiamo avuto tante occasioni, ma qualcosa è andato storto. Stanchi? Io no, per niente. E non mi sembra nemmeno gli altri. In altre partite dove abbiamo vinto abbiamo avuto poche occasioni, ma abbiamo sempre fatto gol: in questa, abbiamo avuto tante occasioni, ma non abbiamo sempre segnato. Capita, non è andata come volevamo“. Ecco qua.

Gazzetta dello Sport – Gabriella Greison

Il Tempo – Mr. Tom perde anche il nome

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Dargli del gatto nero è irrispettoso, ma almeno si può dire che non è fortunato. Dopo Torino, Thomas DiBenedetto ha assistito dal vivo a un altro passo falso della Roma. Il presidente è ancora in sella anche se, dopo aver perso le deleghe operative, il suo nome è scomparso per motivi di opportunità dal nome della società americana che controlla (attraverso la Neep) le quote del club: la “DiBenedetto As Roma Llc” ora si chiama “As Roma Svp Llc” e, contestualmente al prossimo aumento di capitale, potrebbe accogliere nuovi soci al suo interno.

Intanto ieri DiBenedetto si è occupato dell’inaugurazione del villaggio per le famiglie fuori dall’Olimpico. “Il primo obiettivo della società è vincere” ha detto il presidente accompagnato dai consiglieri Pannes, Klein e Baldissoni e dall’ad Fenucci”. E lo stadio di proprietà? “Stiamo valutando – spiega Mr. Tomla fattibilità finanziaria e i possibili luoghi, riteniamo di poterlo fare il prima possibile”. Oggi la società vivrà un’altra tappa fondamentale per il rilancio: la delibera dell’aumento del primo aumento di capitale da 50 milioni, più altri due interventi da 30 milioni complessivi. A Trigoria sono previsti in mattinata il cda e alle 15 l’assemblea che dovrà anche ratificare l’ingresso nel board di Pannes e Klein.

Il Tempo – Alessandro Austini

Il Tempo – Luis Enrique: “Fallita un’altra occasione”

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Un’occasione persa. Udinese, Inter e Napoli cadono e la Roma che fa? Non trova niente di meglio che restare quasi ferma al palo, farsi bloccare dal Bologna, accontentarsi di un misero punticino e rischiare di vivere il resto del campionato indossando i panni dell’incompiuta.

Spero che il finale di stagione – mastica amaro Luis Enriquenon sia anonimo”. Il rischio, in fondo, c’è. “Abbiamo perso un’occasione, il Bologna è stato bravissimo e ci ha messo in seria difficoltà. Nel primo tempo siamo stati lenti e imprecisi, nella ripresa siamo migliorati ma abbiamo preso il gol nel nostro migliore momento. Poi è arrivato il gol di Pjanic e siamo riusciti a costruire tante occasioni. Sin dall’inizio, però, si è visto che non eravamo in condizione di fare una grande partita e che non avevamo la freschezza necessaria. Potevamo perdere così come potevamo vincere con un pizzico di precisione in un paio di circostanze, ma alla fine il pareggio è il risultato più giusto”. Giusto sì, ma anche tanto amaro: “Vedendo i risultati degli altri, sarebbero stati tre punti importantissimi. Abbiamo sprecato un’opportunità, anche se mancano 18 gare alla fine”. Qualcosa, però, non è andato per il verso giusto: “Non parlo del singolo, ma solo della squadra. Certo, dobbiamo abituarci che i nostri avversari quando vengono all’Olimpico ci aspettano e si rinchiudono dietro. Tutti ormai – ricorda l’allenatore spagnolo – sanno come gioca la Roma, ma noi dobbiamo essere bravi a fare sempre di più. I calciatori, però, non sono macchine che si possono controllare. Dobbiamo ancora migliorare tanto”.

Alla prima domanda sui singoli, infatti, Luis Enrique risponde in maniera collettiva. La profezia della viglia di una doppietta purificatrice di Lamela non si è avverata: “Come “indovino” non guadagnerei un soldo. Io mi aspetto sempre il massimo da tutti. Dopo una sconfitta o un pareggio come questo non parlo dei giocatori a livello individuale. Ci mancano ancora tante cose. Per essere importanti a Roma, ad esempio, bisogna saper convivere con la pressione. Questo si può superare con lavoro e con la voglia di fare. Tutte cose che vedo nella mia squadra”. Sull’ “ectoplasma Bojan”, fischiato ieri dalla curva Sud, l’asturiano si limita a dire che “non è solo un problema psicologico”. L’unica menzione, allora, spetta a Stekelenburg: “Ha fatto due grandi parate, è una garanzia”. Una garanzia, per questa Roma oscillante tra gli altri e bassi, è anche Pjanic. “Avrei preferito vincere – mormora l’autore del gol del pari – ma noi non eravamo in giornata mentre il Bologna ha fatto una bella partita e si è difeso molto bene. Purtroppo è andata così. Eravamo un po’ stanchi nel finale, anche se non credo che il nostro predominio possa essere in discussione. La gara di martedì con la Juve ha sicuramente influito. Il Bologna, infatti, non ha giocato durante la settimana ed era molto più fresco”. La contusione al quadricipite della coscia destra rimediata pochi minuti dopo il gol, però, potrebbe fruttare a Pjanic un turno di riposo a Cagliari: oggi si capirà se è meglio forzare o preparare con calma Roma-Inter di sabato.

Il Tempo – Matteo De Santis

 

La Gazzetta dello Sport – Segna alla Juninho e salva la Roma “Ma il pari non va”

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A vederlo calciare ieri sembrava quasi Juninho Pernambucano, suo maestro sui calci piazzati a Lione. “Sinceramente, però, avrei preferito vincere la partita”, dice lui. E ha ragione, Miralem Pjanic, perché i tre punti di ieri avrebbero servito eccome a questa Roma. “Il risultato è negativo, inutile negarlo. Non è stata la nostra migliore giornata, ma il Bologna si è difeso bene ed ha fatto una bella partita”. Al contrario dei giallorossi: lenti, compassati e prevedibili.

Stanchezza. “È andata così — continua Pjanic a fine gara — Non siamo felici, è chiaro, volevamo vincere. E dopo l’1-1 abbiamo avuto le occasioni per farlo, avremmo dovuto segnarle. Cosa è cambiato rispetto a Bologna? Loro hanno cambiato molto e qui si sono difesi bene”. Ma non solo, la Roma è sembrata anche ferma sulle gambe, un po’ stanca. “Forse sì, la gara con la Juventus si è fatta sentire — ammette il centrocampista bosniaco — soprattutto se poi pensiamo che loro venivano da una settimana di riposo”.

Monotematico. Ma ieri la Roma è incappata anche in un altro problema, la staticità del gioco. “Tutte le squadre sono preparate, studiano le avversarie — dice TaddeiDobbiamo trovare una soluzione, giocare anche con le squadre come il Bologna, che si chiudono. Il mister è stato chiaro: lo sviluppo del gioco sarà lo stesso, ma cercheremo di essere più veloci. Contro i felsinei ci è mancata anche la finalizzazione, non siamo stato fortunati”. Già, la finalizzazione. Per gli attaccanti ieri non è stata proprio la giornata migliore. “Ma il Bologna giocava a uomo e quando hai sempre il marcatore attaccato alla schiena diventa difficile”, dice Borini. Che poi ammette la stanchezza del gruppo. “Quando giochi ogni tre giorni è normale, incidono tante cose, anche i viaggi e gli spostamenti. Per questo bisogna restare accorti a casa e fare quello che bisogna fare”. Riferimenti alla cena di Via Veneto? “Io non c’ero, non so niente”, chiosa diplomaticamente la punta giallorossa.

Mercato. Intanto è ufficiale, Marquinho è della Roma. Non arriverà prima di mercoledì, riscatto fissato a 4,5 milioni di euro (più un bonus di 500.000 euro se giocherà almeno 12 gare in questa stagione). Poi Sabatini proverà a cedere Pizarro (Juve o Brasile, un club di San Paolo) e Cicinho (sempre in Brasile).

La Gazzetta dello Sport – Andrea Pugliese

Roma-Bologna, striscioni in Curva Sud contro film “Acab”

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Nel corso della partita Roma-Bologna sono stati esposti in Curva Sud due striscioni avversi al film “Acab”. Uno di questi recitava così: “Federico, Stefano, Gabriele e tanti altri…Acab non è un film”. Poco dopo, nello stesso settore, su un altro cartello era scritto così: “Bonini m…a”. Chiaro il riferimento a Carlo Bonini, giornalista e autore del libro che ha ispirato la fiction cinematografica.

Osvaldo, lunedì alle 19 ospite di “Mondo Gol” su Sky Sport

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L’attaccante della Roma Pablo Daniel Osvaldo sarà ospite lunedì sera della trasmissione “Mondo Gol”, in onda su Sky Sport 1. Appuntamento per tutti i tifosi giallorossi a partire dalle ore 19. Verrà trasmessa una replica della puntata alle 01.00.

Bojan: “Aspetto i miei gol per dimostrare quanto valgo”

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Bojan Krkic è stato il protagonista dello speciale “A casa di Bojan” andato in onda domenica sera su Teleroma56. L’ex Barça, arrivato l’estate scorsa nella Capitale, non è riuscito ad esprimere tutto il suo potenziale con la maglia giallorossa. Tuttavia l’attaccante catalano, all’interno del programma “Futbol Serie A”, ha spiegato di non essere pentito del trasferimento alla Roma. Ecco l’intervista integrale:

Abbiamo parlato con i tuoi familiari, con i tuoi tutori, i primi allenatori. Abbiamo raccontato l’altro Bojan. Quali sono le tue considerazioni?
“Grazie a voi per questo, quando vedo queste cose mi carico, mi faccio forza per tutti i momenti negativi. Mi sento orgoglioso di avere tutta questa considerazione. Mi fa felice”.

Ora stai in una città che ti ama, che ti vuole bene.
“Sto benissimo, è vero. Qui mi fanno sentire a casa”.

I tifosi aspettano ancora il vero Bojan, i tuoi gol…
“Lo sto aspettando anche io, per dimostrare alla gente che voglio il massimo per la squadra, voglio dare il meglio di me”.

Un messaggio a chi ti vuole bene…
“Loro già sanno che sono importanti per me, che li amo molto”.

All’interno dello speciale, sono stati mandati in onda i contributi di conoscenti ed amici d’infanzia di Bojan. Queste le loro parole: “Sta benissimo a Roma, la città lo incanta, si diverte a giocare, non si stancherebbe mai di farlo”. E ancora: “E’ venuto a Roma per il progetto. C’erano tante squadre che lo volevano. Si sta divertendo molto pensa solo alla Roma e fare bene con la squadra. Ha passato tutte le vacanze a prepararsi alla partita dopo la sosta”.

Serie A, i risultati. Lecce stende Inter, Napoli KO a Genova. Vincono Milan, Atalanta e Palermo

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Sono terminate le gare delle ore 15 in programma per la 20 giornata di Serie A. Cadono Inter e Napoli, rispettivamente sui campi di Lecce (1-0), e Genoa (3-2). La Roma non è andata oltre un pari all’Olimpico contro il Bologna (1-1). In chiave salvezza successo importante dell’Atalanta a Cesena (0-1), mentre il Palermo ha bissato la vittoria della settimana scorsa con il 2-0 rifilato al Novara. Tre punti anche per la Lazio che ha battuto fuori casa il Chievo (0-3). Nel match delle 12.30 la Fiorentina si era aggiudicata il derby col Siena (2-1). In serata, nel posticipo contro il Cagliari, il largo successo del Milan (3-0) ha chiuso il programma del 20esimo turno. Ecco tutti i risultati della Serie A:

Catania-Parma 1-1 (sabato, ore 18.00)

Juventus-Udinese 2-1 (Sabato, ore 20.45)

Fiorentina-Siena 2-1 (domenica, ore 12.30)

Cesena-Atalanta 0-1

Chievo-Lazio 0-3

Genoa-Napoli 3-2

Lecce-Inter 1-0

Palermo-Novara 2-0

Roma-Bologna 1-1

Milan-Cagliari 3-0

 

Domani alle 14 la ripresa degli allenamenti

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Dopo il pareggio con il Bologna allo stadio Olimpico, la Roma tornerà subito al lavoro in vista della trasferta di Cagliari, in programma mercoledì prossimo. La squadra si ritroverà domani alle 14 a Trigoria per la ripresa degli allenamenti

 

Roma-Bologna, le pagelle

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di Lorenzo Pompili

Stekelenburg 7: Nella prima frazione di gioco non viene praticamente mai impegnato dagli attaccanti del Bologna. Discorso diverso nella ripresa, dove sono molte le occasioni dei rossoblu. Un’uscita al limite dell’area su Di Vaio, che costringe l’attaccante ad allargarsi e a sbagliare, e una grande parata d’istinto sempre sull’attaccante romano. Senza sottolineare la solita grande competenza con i piedi.

Rosi 6,5: Altra ottima prova del terzino cresciuto nel vivaio giallorosso. Spinge tanto sulla fascia e copre anche bene in difesa. Prova anche il gol nel finale con un tiro dal limite.

Heinze 7: Prova di grande attenzione, personalità e capacità tecnica del difensore argentino. Dalla sua parte Diamanti non riesce mai a rendersi pericoloso ed è decisivo in alcune chiusure. La grinta di questo difensore centrale deve essere da esempio per tutti.

Juan 5,5: Il gol di Di Vaio viene da un suo errore di copertura, ma era stato molto bravo pochi minuti prima sull’attaccante del Bologna che aveva battuto a porta libera da posizione defilata. In maggiore difficoltà rispetto al solito.

Taddei 6: Meno propositivo del solito anche per la presenza dalla sua parte di Garics, che cerca di frenare le sue discese attaccandolo spesso. La terza partita in questa settimana sembra troppo anche per il generoso terzino.

Greco 5,5: La scelta di Luis Enrique non dà i frutti sperati. Forse la peggiore prestazione stagionale del centrocampista, che sembra più lento e compassato del solito. Dal 61′ Simplicio 5,5: Nemmeno il brasiliano riesce a dare una maggiore spinta all’azione offensiva della Roma, oggi non particolarmente efficace. Sbaglia un gol clamoroso a pochi passi da Gillet.

Gago 6: Prestazione non particolarmente brillante dell’argentino, che si trova sempre in difficoltà per il pressing che il Bologna crea sin dall’inizio dell’azione romanista. Cresce nel secondo tempo, come tutto il resto della squadra.

Pjanic 7: Dopo un primo tempo pressocchè anonimo, illumina la scena romanista nella ripresa. Il gol su punizione è un gioiello, ma l’azione personale al limite dell’area conclusa con un tiro angolatissimo parato da Gillet sarebbe stato uno tra i più belli del campionato in generale. Quando esce lui, la Roma non riesce più a creare pericoli. Dal 78′ Perrotta s.v.: In poco più di dieci minuti non riesce a trovaregli spazi necessari.

Borini 5,5: Prova tante volte il tiro, ma non centra mai la porta di Gillet. Dimostra la solita voglia, ma oggi pecca un po’ nella precisione. Cala nel finale.

Totti 6: Il Capitano oggi non riesce a trovare la via del gol. Molto sfortunato nel primo tempo, quando un tiro scagliato dalla trequarti termina fuori dalla porta bolognese di pochissimo. Nel secondo tempo cerca, a volte sbagliando, più l’assist che il tiro.

Lamela 5,5: Il protagonista annunciato del match nella conferenza stampa di Luis Enrique stecca la partita. Prova un paio di discese e alcuni passaggi in profondità, ma dal giovane talento argentino ci si aspetta di certo qualcosa in più. Dal 61′ Bojan 5: Luis Enrique si gioca la carta dell’attaccante spagnolo per cercare di vincere una partita che si raddrizzata dopo un inizio di secondo tempo difficile. Per di più sbaglia un gol non difficilissimo dopo un’assist di Totti.

Luis Enrique 5,5: Questa volta non convincono le scelte e la preparazione della sfida. La sostituzione di Lamela forse è un po’ prematura, ed inoltre i giocatori subentrati, Bojan e Simplicio, sciupano le occasioni migliori per portare in vantaggio la Roma.

 

Raggi: “Cosa è successo? E’ colpa di quella m…. di Totti”

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Momenti di tensione in mixed zone quando il bolognese Raggi, uscito infortunato anzitempo dal campo, ha risposto innervosito a quanti gli hanno chiesto cosa fosse successo. Il difensore rossoblu ha infatti replicato così: “E’ per quella m…. di Totti”. Subito dopo, si è acceso un piccolo diverbio tra il calciatore e i presenti che hanno assistito alla scena.