La Repubblica (M. Juric) – Non solo guerra aperta agli arbitri, con automatica inchiesta aperta dalla Procura federale e preventiva accusa agli avversari, il Mourinho show messo in atto alla vigilia di Sassuolo-Roma non fa prigionieri. E coinvolge ancora una volta i suoi calciatori. Dopo la prestazione deludente contro il Servette, e il successivo sfogo in conferenza stampa, lo Special One mette nuovamente in guardia la squadra: “Non serve girare la testa dall’altro lato e non guardare la situazione. Ho detto ai giocatori che dobbiamo avere ambizione di volere di più. Eliminando questo tipo di profilo che ti fa stare sempre nella comfort zone. Magari a qualcuno piace, a me no“.
In meno di tre giorni il messaggio arriva un’altra volta diretto. “Dobbiamo essere meno superficiali. Dover vincere sempre è duro, servono gli attributi. Ma da parte di tutti, non da 3-4 giocatori. Non abbiamo il potenziale per vincere tutte le partite, non abbiamo il potenziale per lottare per lo Scudetto, ma lo abbiamo per stare li al quarto o quinto posto con gli altri. E dobbiamo alzare il tono”.
Ancora accuse, ma senza fare nomi, perché per Mou “è una perdita di tempo pensare che io dica pubblicamente chi sono“.
Spinazzola e Pellegrini i maggiori indiziati. Per il minutaggio avuto a Ginevra, rispetto a Belotti.

Ma soprattutto per l’importanza all’interno dello spogliatoio. Mourinho vuole di più dalle colonne portanti della squadra. Da quei calciatori che dovrebbero trascinare emotivamente e tecnicamente tutti gli altri. Ed evidentemente spesso non ci riescono
Quindi rinnovata fiducia nei migliori a disposizione. Con Mancini che rientra tra i titolari dopo il forfait per infortunio e Karsdorp a capitanare la ristretta truppa “dei più riposati”. Inalterata la coppia d’attacco con Dybala e Lukaku. Mentre in mediana insieme a Paredes e Cristante, lotta a due per una maglia tra Pellegrini e Bove.