Il Messaggero (S. Carina) – Il paradosso è che il prototipo dell’attaccante che ora cerca, Mourinho l’aveva in rosa. Si chiama Dzeko che due anni fa, proprio in questi giorni, ruppe con il club pur di andare all’Inter. All’epoca Edin (che prima di firmare per il Fenerbahce ha sondato la possibilità di un ritorno, reso impossibile per l’ingaggio e per i rapporti non più idilliaci) aveva 35 anni, uno in più di Arnautovic, il centravanti che per le attuali possibilità economiche della Roma, stretta nella morsa del Fpp finanziario, si sposerebbe meglio con il 3-5-2 che ha in mente José.

Il Bologna ufficialmente fa muro (soprattutto dopo l’uscita pubblica di Motta: “Così non possiamo competere per la prossima Serie A”) ma davanti ad un’offerta che contempli il riscatto obbligatorio dell’austriaco, non direbbe di no. Sette, otto milioni la valutazione: non pochi conoscendo l’idiosincrasia dei Friedkin ad investire per cartellini di calciatori over 30 ma comunque operazione fattibile nell’ottica dello Special.

Che visto sfumato per ora Morata (ieri lo spagnolo si è chiamato fuori: “Non penso alla Roma, ringrazio Mourinho ma al momento non è un’opzione e non è nella mia testa”) punta su un suo ex pupillo. Un feeling che il tecnico racconta così: “I miei attaccanti all’epoca erano Ibrahimovic, Adriano, Cruz e Crespo. Lui quando arrivò alla Pinetina mi strinse la mano e mi disse di essere più forte di tutti loro. Questo è Marko, un ragazzo fantastico con una sicurezza incredibile”. Ne è passato di tempo.

Oggi Arnautovic non ha più 21 anni ma 34. José però guarda al presente, come fanno tutti gli allenatori, consapevole tra l’altro che questo potrebbe anche essere il suo ultimo anno nella capitale. Una visione che inevitabilmente contrasta, o se trovate eccessivo il termine, si sovrappone a quella societaria.

Pinto, infatti, essendo l’emanazione di una filosofia aziendale non può non pensare anche al domani. E così – provando in qualche modo ad accontentare tecnicamente il suo allenatore – ha prima puntato Scamacca, centravanti giovane che conosce la serie A. Tecnicamente non proprio quello che vorrebbe Mou – alla ricerca di una punta di movimento, abile tecnicamente, forte nell’attaccare gli spazi – ma di certo più malleabile tatticamente rispetto a Belotti.

Viste le alte richieste del West Ham, il gm ha virato su Marcos Leonardo. Che – al di là del talento indiscutibile – con quello che cerca José c’entra poco. Eppure, nonostante l’opinione negativa di Falcao (che ha rassegnato intanto le dimissioni dal Santos) sul felice esito della trattativa, a Trigoria sono convinti di spuntarla. È in atto il classico braccio di ferro che ha portato nelle ultime ore ad alzare la proposta al club brasiliano: così da 8 si è passati a 11 milioni più 7 di bonus (un paio di questi, facili da conseguire, si legherebbero alla prossima iscrizione del club alla serie A; altri 3 invece alla vittoria di una competizione e su questi il club brasiliano nicchia) compresa la percentuale del 10% sulla futura rivendita.

Il problema primario, però, rimane la dilazione del pagamento: gli 11 milioni il Santos li vuole subito. Ostacolo sul quale sta lavorando l’agente Pimenta che, dopo aver soddisfatto le richieste della famiglia del ragazzo (detentrice del 30% del cartellino), ora sta provando a chiudere con il Santos.

Pinto è convinto di farcela – anche se la cessione di Washinghton al Chelsea potrebbe complicare i piani del gm – e certo che il ragazzo potrebbe subito essere utile per Mou. Che dal canto suo, tra silenzi (“Se parlo faccio solo casino”), messaggi subliminali e foto, vuole altro. Visioni diverse, non inconciliabili. Anche se l’accoppiata della quale si parla, non è così scontata.

Dato per possibile/probabile Marcos LeonardoArnautovic verrebbe di corsa ma va accontentato il Bologna. Che si fa forte di un contratto sino al 2025. Per questo rimane sullo sfondo l’ipotesi Zapata. Soprattutto se l’Atalanta, oltre a Touré, dovesse fare il bis con Scamacca. A meno che, la possibile cessione di Ibañez al Nottingham, non cambi i piani in corsa. Facendo diventare la precisazione temporale (“al momento”) di ieri di Morata, mera strategia.