Il Messaggero (A. Angeloni) “Parlo in portoghese, perché il mio italiano non è sufficientemente forbito”, così José Mourinho, ne trova un’altra. Un altro colpo di genio, come giovedì, come sabato, come sempre. L’arte oratoria è la sua guida, sempre. Al suo fianco il traduttore storico della Roma, Claudio Bisceglia, che quando non riporta bene, viene interrotto dallo Special. Mou è serio, quasi arrabbiato, sostiene che quando detto il giorno prima (“lo abbiamo avuto tre volte come quarto uomo e la sensazione è che non abbia la stabilità emozionale per una gara di questa livello”) sull’arbitro Marcenaro non sia stato interpretato correttamente. “Quando ho parlato di stabilità emotiva parlavo di una qualità necessaria nel calcio per rendere al massimo. In merito alla discussione con la panchina del Sassuolo per una palla non restituita dico che per ricevere fair play è necessario darlo e nella loro squadra c’è un giocatore che non ce l’ha”. Il giocatore è Berardi , colpito da Mou anche alla vigilia. Dionisi dopo la partita ha detto che “aspettava le scuse, che non sono arrivate”.

Ancora Mou: “Ringrazio la proprietà e il direttore Pinto che nelle ultime ventiquattro ore (il gm ha parlato prima del match difendendo il proprio allenatore, che per una volta non si è sentito solo, ndr), mi hanno offerto sostegno e stabilità emotiva che serve per svolgere questo lavoro. E’ una grande vittoria, sofferta e meritata perché la nostra squadra era la migliore anche sotto di un gol. Sono molto felice per i giocatori. Voglio dedicare una parola al mio fantastico assistente Foti che era fuori ma ha lavorato molto per questa vittoria”.