Corriere dello Sport (L. Scalia) – I tifosi sono pazzi di Mourinho. Lo Special One è la figura più osannata dall’universo giallorosso da quando ha messo piede a Roma, da quando dal nulla ha firmato un triennale spaccando le logiche che lo vedevano in Italia legato per sempre all’Inter. Amore a prima vista? Senza dubbio. Ma il rapporto tra i tifosi e l’allenatore di Setubal è cresciuto partita dopo partita, mese dopo mese, anno dopo anno.

Mourinho piace alla gente per tanti motivi. Il primo: perché ci mette la faccia. Il secondo: perché non è mai banale. Il terzo: perché parla con i tifosi in maniera diretta (anche quando usa spettacolarmente il portoghese), seguendo una sorta di spartito premendo i tasti giusti al momento giusto. Alcuni esempi? “Non ho mai avuto a che fare con dei tifosi così”, ha detto di recente dopo la partita con il Lecce. “Mai visto uno stadio così senza scudetto”, le parole di Mou dopo Roma-Venezia, partita che anticipava il viaggio verso Tirana.

Dall’altra parte i tifosi lo adorano. Lo considerano uno di loro. In casa o in trasferta il copione è sempre lo stesso: la Roma di Mourinho è circondata dall’affetto dei suoi supporter. Dybala e Lukaku sono le stelle, ma Mourinho ha qualcosa di più. Qualcosa di indefinibile. L’avversario può essere l’Empoli o il Napoli: non cambia nulla.

Quello che è successo la scorsa settimana è la prova del nove: al Mapei Stadium, a seguire la rimonta targata Kristensen, c’erano 5000 romanisti in festa, tanto che sembrava di essere dalle parti di Ponte Milvio. Di più. A Ginevra, per Servette-Roma, hanno raggiunto lo stadio oltre 1500 tifosi. Numeri importanti che testimoniano la voglia di sostenere Dybala e compagni a prescindere dal meteo, dalla competizione e dai giorni della settimana.