La Gazzetta dello Sport (M. Cecchini) – Ricordate quel luogo comune che recita: “Le brave ragazze vanno in paradiso, le cattive dappertutto?” Ebbene, traslatelo al maschile e scoprirete come José Mourinho – “Io sono nato bandito”, ha detto parlando di sé appena dieci giorni fa – stia ribaltando tutti i vaticini sul suo futuro, riavvicinandosi al rinnovo con la Roma. Ad esempio, non sfugge a nessuno che una voce importante nell’aumento dei ricavi sia dovuto alla voce biglietteria e abbonamenti. Merito soprattutto delle decine di “sold out” che l’effetto Mou ha saputo generare.

Se poi la visibilità è l’anima del commercio, non c’è nessun allenatore al mondo che può garantirla più di Mourinho. Certo, la vetrina a volte gliela forniscono atteggiamenti e prese di posizione discutibili, ma grazie a lui di certo la Roma trova uno spazio sui media internazionali che con altri allenatori non avrebbe mai avuto. Non nascondiamolo, a orientare le scelte dei calciatori è quasi sempre l’ingaggio (e la Roma ha il terzo monte stipendi del campionato), ma davanti a salari analoghi, si è capito che essere allenati dallo Special One per tanti giocatori sia un privilegio. Non è un mistero che tante trattative difficili – Abraham, Matic, Dybala e Lukaku su tutte – siano state risolte dal fatto che sulla panchina giallorossa siede Mourinho.